Archive for the ‘Incontri’ Category

:: Mi manca il Novecento – Ennio Flaiano e l’azzardo attraverso gli occhiali indiscreti – a cura di Nicola Vacca

22 novembre 2022

Quello che ci manca di Ennio Flaiano a 50 anni dalla sua scomparsa è l’azzardo di osare con le parole.

Lo scrittore pescarese come pochi del suo tempo ha impugnato la penna come un bisturi tagliente per ferire e denunciare. Con i suoi aforismi satirici e i suoi articoli ha raccontato l’Italia e i propri connazionali, la corruzione morale e l’ipocrisia di una Nazione e tutta la retorica di un conformismo divenuto abito mentale.

Anna Longoni scrive che non si stupisca il lettore di oggi se, nel ripercorrere il racconto di un’Italia che appartiene ormai al passato, verrà colto di sorpresa da alcuni dettagli che lo costringeranno a riconoscere, non senza preoccupazione, riflessi inaspettati della nostra contemporaneità.

Nei suoi scritti Flaiano ci ha lasciato il ritratto di un paese incapace di reggere la sfida della libertà e della democrazia, perché il fascismo è il diabete degli italiani, una malattia del sangue, sottile, antica, che colpisce anche le migliori famiglie, destinata a riaffiorare nel tempo.

Flaiano, spinto dalla satira e dall’indignazione, con la sua irriverente inattualità parla ancora ai nostri giorni e le sue analisi calzano a pennello alla palude di oggi in cui il paese è ancora incapace di reggere la sfida della libertà e il fascismo continua a essere il diabete degli italiani.

Flaiano, cronista cinico della società, aforista spietato e pungente che non concede nulla al proprio tempo, satiro annoiato che divaga controcorrente con il suo personale frasario essenziale, mostrandosi senza maschera attraverso le parole come uni intellettuale senza illusioni. Soprattutto nella sua attività giornalistica (da rileggere i suoi articoli su Il Mondo, L’Espresso, Il Corriere della Sera, L’Europeo) la sua penna acuta e intelligente, onesta ha sconfessato i vizi dell’Italietta, scagliandosi contro la cultura del mercimonio, gli interessi e i compromessi degli amici degli amici, la corruzione dei costumi e la malafede del potere.

«Io forse non ero di questa epoca, non sono di questa epoca, forse appartengo a un altro mondo; io mi sento più in armonia quando leggo Giovenale, Marziale, Catullo».

Così si descrive Ennio Flaiano nella pagine finali de La solitudine del satiro, il suo libro più personale e più intimo a cui lo scrittore aveva cominciato a lavorare pochi mesi prima della morte.

Giornalismo, cinema, letteratura, teatro. In tutte queste discipline Flaiano è stato sempre un intellettuale fuori dagli schemi. Con le sue stilettate e invettive ha massacrato e castigato senza alcuna riserva il proprio tempo. Il risultato di questo andare in direzione ostinata e contraria è il disagio di una solitudine senza via di scampo alla quale lui non si è sottratto per non rinunciare a una irregolarità corsara in cui non ha mai smesso di credere fino alla fine.

Ennio Flaiano è stato prima di tutto un libero pensatore, una delle poche coscienze critiche che sopportava male la mediocrità e l’assenza di un’etica in un’Italia che già allora si candidava a diventare un paese di porci e mascalzoni.

Ennio Flaiano disilluso e malinconico con le sue riflessioni profetiche che non hanno perso attualità ancora oggi ci legge dentro.

:: Dal 7 al 12 novembre a Roma IL FASCISMO, UN VENTENNIO DI IMMAGINI

3 novembre 2022

Sesta edizione per il Progetto e le forme di un cinema politico, la manifestazione ideata e organizzata dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e dalla Fondazione Gramsci, che quest’anno volge il suo sguardo sul centenario della marcia su Roma attraverso una serie di appuntamenti culturali che mirano ad approfondire l’eco e gli effetti di un segmento della storia italiana del Novecento – la presa di potere da parte di Mussolini e il delinearsi della categoria politica di fascismo – sul resto dell’Europa e del mondo. In particolare, ad essere investigata sarà la sfera cinematografica nella sua dimensione politica di un uso propagandistico in cui il regime fascista si distinse, alimentando un’industria che pose alcune premesse per la successiva affermazione del cinema italiano e che generò un immaginario collettivo che investì non solo il cinema ma tutte le arti.

Oggetto della manifestazione Il Fascismo: un ventennio di immagini, in programma dal 7 al 12 novembre a Roma in diversi luoghi – Casa del Cinema, Università Roma Tre (Dams), Sapienza Università di Roma e Libreria Spazio Sette –  non sarà solo la documentazione audiovisiva della marcia su Roma e il cinema, di propaganda e non, prodotto sotto il regime fascista, ma anche il cinema, non necessariamente italiano, che si è interrogato sui caratteri del fascismo o ha proposto, fino ai nostri giorni, riusi originali delle immagini del periodo fascista, alimentando la rielaborazione della sua memoria storica e del suo immaginario.

Il programma vuole prendere altresì in considerazione le teorie del cinema e le estetiche dell’immagine che hanno trovato nell’ideologia fascista un referente ideale o polemico, ma anche quelle teorie ed estetiche che hanno incrociato l’emergere di un’industria cinematografica italiana negli anni del regime (esempio ne sono gli scritti di Rudolf Arnheim nel suo soggiorno in Italia) e quelle che invece hanno tentato un’interpretazione del posto occupato dal fascismo nell’immaginario novecentesco e contemporaneo.

Ad integrazione della classica formula espressa nelle precedenti edizioni – una cospicua rassegna cinematografica introdotta da esperti e una giornata di studi, con la presentazione di un nuovo volume sull’argomento, saranno organizzati, in sedi universitarie, lezioni seminariali di approfondimento, con proiezioni di documenti dell’epoca, tratti sia dal cinema documentario che da quello di finzione. Un’occasione, dunque, per offrire a un pubblico multigenerazionale – ed in particolar modo ai giovani – una conoscenza trasversale tra storia, ideologia e arte cinematografica, del Fascismo sotto la duplice macchina da presa realistica e di finzione. L’ingresso ai film e agli incontri è libero a tutti.

L’iniziativa, realizzata grazie al sostegno del MIC Divisione Cinema e Audiovisivo, è in collaborazione con il CSC – Cineteca Nazionale, Istituto Luce Cinecittà, la Casa del Cinema, l’Università degli Studi Roma Tre, Sapienza Università di Roma e Libreria Spazio Sette. Media partner: “Il Manifesto” e Radio Radicale.

Il gruppo di studio e lavoro del progetto è composto da: Dario Cecchi, Damiano Garofalo, Maria Chiara Giorgi, Marco Maria Gazzano (in memoria), Alma Mileto, Pietro Montani, Claudio Olivieri, Ivelise Perniola, Giacomo Ravesi, Paola Scarnati (coordinamento), Giovanni Spagnoletti, Ermanno Taviani, Vincenzo Vita (presidente AAMOD), Maurizio Zinni. 

Scarica il programma completo qui.

:: Parlando di libri con Tcheky Karyo, a cura di Giulietta Iannone

1 aprile 2021

A chi devi il tuo amore per i libri?

Sono cresciuto in un contesto familiare nel quale i libri erano piuttosto rari. L’educazione di mio padre, però, traspariva attraverso certi modi di dire «Bisogna sapersene stare su una panchina con pane e formaggio» «Il faut que tu sois capable d’être sur un banc avec du pain et du fromage» che è come dire che nella vita bisogna sapersi accontentare o «Fare l’attore? Be’, meglio un uovo oggi…» « Être acteur c’est comme un oiseau dans ta main» o ancora «Non è grazie ai libri che imparerai a vivere» « ce n’est pas dans les livres que tu vas apprendre à vivre » ai quali lui ricorreva spesso; con la sua inclinazione inconsapevolmente filosofica, comunque, mio padre ha finito per passarmi il gusto per la lettura e per la riflessione.

J’ai grandis dans un environnement familial ou les livres étaient plutôt rares à la maison. Mais mon père avait une façon de faire passer son éducation avec des phrases clés qu’il me ressortait souvent de manière insolite du genre « Il faut que tu sois capable d’être sur un banc avec du pain et du fromage. » ou « Être acteur c’est comme un oiseau dans ta main » ou bien « ce n’est pas dans les livres que tu vas apprendre à vivre » et pourtant son talent de philosophe sans le savoir m’a donné le goût de la lecture et de la réflexion.

Che libri leggevi da ragazzo?

Ho scoperto presto che la letteratura ti permette di fare esperienze nuove. Il mio primo grande ricordo di lettore è legato a «L’Adolescente» di Dostoevskij. Ne riemersi sconvolto, affascinato dalla storia di Arkadi Makarovitch Dolgoruki. La scrittura di Dostoevskij, cupa e romanzesca ad un tempo, mi rinfrancò; avevo l’impressione di non essere più solo, l’adolescente ero io. In seguito mi sono appassionato a Emile Zola. Ho amato questo giornalsita-scrittore che in “Germinal” descriveva la vita quotidiana di una classe operaia con la quale m’identificavo. E poi Kafka, Pessoa, Cioran; autori che meritano di essere letti, quanta ironia traspare dai loro capolavori…

La lecture m’as appris que je pouvais aller voir là-bas si j’y suis. Mon premier grand souvenir de lecteur, c’est « l’Adolescent » de Dostoïevski. J’en ressors bouleversé, fasciné par l’histoire de Arkadi Makarovitch Dolgorouki. L’écriture de Dostoïevski à la fois sombre et romanesque me donnait des forces, j’avais l’impression de ne plus être seul, l’adolescent c’était moi. Ensuite, j’ai lu Emile Zola avec passion. J’ai aimé ce journaliste écrivain qui décrit dans Germinal, le quotidien des classes laborieuses auxquels je m’identifiais. Et puis Kafka, Pessoa, Cioran des auteurs qui gagnent à être lus à travers l’humour qu’ils laissent s’échapper de leurs œuvres gigantesques.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Michel Onfray è un intellettuale che scuote le coscienze senza indossare il guanto di velluto, è pragmatico, fattuale, dissacrante.  Mi trovo spesso d’accordo con il suo modo di interrogare il reale.  Bisogna rompere l’aura di sacralità degli oggetti, vagliarli, passarli al setaccio. Così come Michel Onfray, leggo anche Alain Finkielkraut. Sono entrambi degli intellettuali contemporanei e contestatari, che dissentendo ci rendono un buon servizio. Ho appena finito il libro di  Jean-Claude Carrière « La vallée du néant», che mi ha trascinato in una riflessione sulla morte gioiosa e piena di humour. Da poco, poi, ho finito «I ricordi mi vengono incontro» di Edgar Morin. Lui è un uomo la cui riflessione è stata davvero forgiata dall’impegno sul campo. Il mondo sensibile, la sensualità, il pragmatismo che lo accompagnano alla ricerca di soluzioni concrete per l’organizzazione di una società più giusta… E, in mezzo a tutti i suoi incontri e alle collaborazioni con intellettuali e pensatori, la sua vita amorosa così piccante e generosa. Mi sento bene con Edgar Morin come con un vecchio amico.

Michel Onfray est un intellectuel qui secoue les esprits sans prendre de gants, il est pragmatique, factuel, il désacralise. Je me sens souvent en accord avec sa façon de questionner le réel. Il faut arrêter de sanctuariser les choses, il faut les interpeller, les fouiller. En fait je lis Michel Onfray de la même manière que je lis Alain Finkielkraut ce sont des intellectuels vivants contradictoires, ils font du bien, ils ne sont pas consensuels. Je viens de lire le bouquin de Jean-Claude Carrière « La vallée du néant » qui m’a entrainé dans une réflexion joyeuse et pleine d’humour sur la mort. Je viens également de finir « Les souvenirs viennent à ma rencontre » d’Edgar Morin. Voilà un homme dont les engagements sur le terrain ont forgé la pensée. Le monde sensible, la sensualité, le pragmatisme accompagnent ce chercheur qui tente de trouver des solutions concrètes à l’organisation juste des sociétés. Sa vie amoureuse au milieu de toutes ses collaborations et ses rencontres avec des gens qui pensent le monde est croustillante et généreuse. Je me sens bien avec Edgar Morin.

Quali sono i tuoi libri del momento sul comodino?

«Cani di paglia» del filosofo John Nicholas Gray, il quale analizza i nostri tempi alla luce della storia, dando il benservito ai preconcetti e alle trappole nelle quali cadiamo.  E «Solo i bambini sanno amare», del cantante e attore Bruno Cali, che torna con tenerezza alla sua infanzia; che bello, l’istinto di questo bambino che non si lascia prendere, che non si lascia sconfiggere dai grandi nemici, il nulla e il vuoto. È un libro davvero commovente.

«Straw Dogs» du philosophe essayiste John Nicholas Gray qui lui aussi analyse notre époque au regard de l’Histoire et met un grand coup de pieds dans les idées reçues et les pièges dans lesquels on tombe. Et puis « Seuls les enfants savent aimer », écrit par le chanteur acteur Bruno Cali. Il revient avec tendresse sur son enfance ; comme il est beau l’instinct de cet enfant qui ne laisse pas le néant, le vide ennemi le saisir. J’ai trouvé son livre poignant.

Traduzione dal francese di Fabrizio Fulio Bragoni. Testo scritto per il blog, già apparso su Les Nouvelles Littéraires.

:: A Roma all’ Institutum Romanum Finlandie: “Minna Canth, scrittrice finlandese (1844-1897): diritti civili ed emancipazione della donna”

23 gennaio 2020

Minna-CanthMercoledì 29 gennaio, ore 18.00, all’Institutum Romanum Finlandiae – Villa Lante, Roma, diretto da Arja Karivieri, si terrà la conferenza “Minna Canth, scrittrice finlandese (1844-1897): diritti civili ed emancipazione della donna”.

Intervengono Carla Santoro e Taika Martikainen (Università di Helsinki).

Siete tutti invitati. Link al sito: qui

Minna Canth, nata Ulrika Wilhelmina Johnsson (Tampere, 19 marzo 1844 – Kuopio, 12 maggio 1897), è stata una scrittrice finlandese, nota anche come femminista e attivista sociale, innovatrice della letteratura del suo Paese e pioniera del realismo finlandese.

L’Institutum Romanum Finlandiae è un istituto di ricerca finlandese con sede a Roma dedicato alla cultura classica. La finalità principale dell’istituto consiste nella ricerca e nell’insegnamento delle antichità romane. I principali temi trattati sono la storia antica e medievale, la filologia classica, l’archeologia e la storia dell’arte. Ha sede a Roma, all’interno di Villa Lante al Gianicolo.

:: “Quando l’economia cambia la storia” 3 lezioni del professore Alessandro Barbero al Grattacielo Intesa Sanpaolo – Torino

5 novembre 2019

grattacieloDal 7 novembre, per tre giovedì, si terrà il ciclo di lezioni – conferenze del professore  Alessandro Barbero all’auditorium del Grattacielo di Intesa Sanpaolo di Torino, corso Inghilterra 3. “Quando l’economia cambia la storia” è il titolo del ciclo di incontri, a cura di Giulia Cogoli.

Giovedì 7 novembre, ore 18

Fra recessione e innovazione: la crisi del Trecento

Nel Trecento s’interrompe bruscamente il lungo ciclo della crescita medievale, che durava da secoli. Mutamenti climatici, nuove malattie, guerre interminabili provocano scompensi economici catastrofici e una drammatica riduzione della popolazione. E tuttavia il tenore di vita non si riduce, e la qualità della vita materiale continua a migliorare: perché la riduzione demografica agisce sui prezzi, i salari e la produzione, aprendo nuove possibilità di mercato a chi è capace di coglierle.

Giovedì 14 novembre, ore 18

Il denaro e le donne: Grazia Nasi, una finanziera del Cinquecento

Nel Cinquecento l’Europa cristiana offre il contrasto di un’economia straordinariamente prospera, fondata sul credito e il commercio, e una feroce intolleranza religiosa. A oriente, l’impero ottomano offre il quadro opposto di un’economia stagnante, ma di una relativa tolleranza. Fra questi due mondi si muovono i banchieri ebrei, protagonisti e vittime dell’epoca: e fra loro non solo uomini, ma anche donne, che gestiscono fortune colossali trattando con dogi e sultani.

Giovedì 21 novembre, ore 18

La bancarotta dello Stato: le cause della rivoluzione francese

Tutti ricordano che la rivoluzione francese è cominciata con la convocazione degli Stati Generali. Ma se il re di Francia, dopo aver esercitato per due secoli un potere assoluto, si trovò costretto a convocare un parlamento e chiedere il suo sostegno, è perché l’assolutismo, che voleva dire tasse e spese senza alcun controllo dal basso, aveva provocato il collasso finanziario della monarchia.

Gli incontri sono a ingresso gratuito previa prenotazione al sito

http://www.grattacielointesasanpaolo.com/news.

Allo stesso indirizzo sarà possibile seguire la diretta streaming.

Alessandro Barbero, storico e scrittore, è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale. È autore di numerosi saggi in particolare sulla storia medievale e militare. Nel 1995 ha pubblicato il suo primo romanzo storico, Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo (Mondadori, Premio Strega 1996). Nel 2001 ha vinto il Premio Isola d’Elba con L’ultimo rosa di Lautrec (Mondadori) e il Premio Cherasco Storia con Carlo Magno. Un padre dell’Europa (Laterza). È noto al pubblico oltre che per i suoi saggi e romanzi, per la sua straordinaria capacità divulgativa in particolare nella trasmissione Superquark nelle trasmissioni di RAI Storia a.C.d.C. e Il tempo e la storia. Collabora con La Stampa. È stato insignito nel 2005 del titolo Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese. Tra i suoi libri: Piemonte medievale (con altri autori, 1985), Storia del Piemonte (2008) per Einaudi; Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con P. Angela, Rizzoli, 2013); Costantino il vincitore (Salerno, 2016); Il divano di Istanbul (2011), Federico il Grande (2017) per Sellerio Editore; Gli occhi di Venezia (2011), Le ateniesi (2015) per Mondadori; I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle (2012); Medioevo. Storia di voci, racconto di immagini (con C. Frugoni, 1999), Lepanto. La battaglia dei tre imperi (2010), Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali (2013), Benedette guerre. Crociate e jihad (2009), Le parole del Papa. Da Gregorio VII a Francesco (2016), Caporetto (2017), Il ducato di Savoia (2018) per Laterza.

:: Premio Biella Letteratura e Industria XVIII edizione: vince Giorgio Falco

30 ottobre 2019

Vince la XVIII edizione del Premio Biella Letteratura e Industria lo scrittore Giorgio Falco con “IPOTESI DI UNA SCONFITTA” – Einaudi.

Giorgio Falco

Rossana Balduzzi Gastini con “GIUSEPPE BORSALINO. L’UOMO CHE CONQUISTÒ IL MONDO CON UN CAPPELLO” (Sperling & Kupfer) si aggiudica il Premio Confindustria.

E infine Maurizio Gazzarri con I ragazzi che scalarono il futuro (Edizioni ETS) vince il Premio Giuria dei Lettori.

La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 16 novembre 2019, presso l’Auditorium di Città Studi di Biella, occasione in cui verranno anche consegnati il Premio Concorso per le Scuole “Cuore, testa, mani”, e il premio Lions Bugella Civitas per la migliore recensione.

:: I cinque finalisti del Premio Biella 2019 al Circolo della Stampa di Torino

18 ottobre 2019

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I cinque finalisti del Premio Biella Letteratura e Industria 2019, Rossana Balduzzi Gastini, Giorgio Falco, Maurizio Gazzarri, Alberto Prunetti, e Eugenio Raspi, saranno ospiti a Torino, mercoledì 23 ottobre, nella storica sede del Circolo della Stampa di Corso Stati Uniti 27, iniziativa che nasce dalla collaborazione tra il Premio Biella e Confindustria Piemonte.

Inoltre avrà luogo anche la presentazione della III edizione del Premio Confindustria Piemonte, il cui vincitore sarà reso noto il 31 ottobre.

Dopo i saluti del Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli che presenterà il Premio Confindustria Piemonte, e l’intervento di Alberto Sinigaglia, Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, sarà Paolo Piana, Presidente del Premio Biella Letteratura e Industria a illustrarne gli obiettivi culturali e sociali e ad annunciare l’adesione di un nuovo importante sponsor, il Banco Popolare.

Pier Francesco Gasparetto Presidente della Giuria del Premio Biella Letteratura e Industria composta da Claudio Bermond, Paolo Bricco Paola Borgna , Loredana Lipperini, Giuseppe Lupo, Marco Neiretti, Sergio Pent e Alberto Sinigaglia, dialogherà con i finalisti.

Appuntamento poi sabato 16 novembre 2019, presso l’Auditorium di Città Studi di Biella, quando verrà proclamato il vincitore del Premio Biella Letteratura e Industria XVIII edizione, a cui verrà consegnato un premio di 5mila euro.

In quell’occasione saranno consegnati anche il premio Giuria dei Lettori, il Premio Concorso per le Scuole “Cuore, testa, mani”, e il premio Lions Bugella Civitas per la migliore recensione.

Siete tutti benvenuti.

:: Venerdì 11 ottobre. A tu per tu con HELGA SCHNEIDER

4 ottobre 2019

A tui per tu 11 ottobre 2019 locandina

:: Liberi di Scrivere al Salone Internazionale del Libro di Torino 2019 – trentaduesima edizione

14 Maggio 2019

Salone-del-libro-2019-696x464Per 5 giorni Torino è stata al centro della più importante manifestazione dedicata all’editoria in Italia, e noi di Liberi ci siamo stati. Non potevamo mancare di certo, come i tanti ragazzi arrivati con trolley e zaini al seguito da tutt’Italia: blogger, scrittori, editori, disegnatori quest’anno i giovani sono stata la vera sorpresa del Salone.
Non si può dire che le polemiche pre e post Salone non abbiano rattristato gli animi, ma parte dell’entusiasmo è sopravvissuto, e questo è parte del miracolo che ogni anno si ripete al Lingotto, con crescente numero di visitatori, spazi rinnovati e ampliati (quest’anno l’Oval ha catalizzato molto l’attenzione), e tanti volontari che hanno fatto la differenza, se tutto ha funzionato molto è merito loro.
Io più che vagare per gli stand ho lavorato in Sala stampa, e la tentazione di chiedere l’autografo ai giornalisti è stata grande, ma ho preferito non disturbare.
Che celebrità ho incrociato? vediamo: quest’anno Lagioia non l’ho visto, in compenso ho incrociato Federico Rampini con la sua immancabile camicia a righe bianca e blu, visto la Lipperini mentre faceva vivere il suo programma radio, salutato Giorgio Ballario, un signore d’altri tempi, poi posso morire felice, ho salutato anche Maurizio de Giovanni, dopo tanti anni che ci conosciamo virtualmente, e mi hanno presentato Daniela D’Angelo di Avagliano Editore con cui abbiamo discusso dei racconti di Guido Gozzano.
Poi ho intravisto Gambarotta, Molinari, e tanti adetti stampa tra cui la mitica Carlotta di Las Vegas Edizioni, Tania di Arkadia, Giulio di EO, non stupitevi se li chiamo per nome, ho scoperto che al Salone basta il nome per riconoscersi.
È stato bello dai, faticoso ma bello.
Abbiamo annunciato i 5 finalisti del Premio Biella, ma su quello farò un post a parte. Libri non ne ho comprati, nè ne ho ricevuti, ma in realtà non avevo borse per contenerli, in compenso ho comprato vari gadget tra cui magneti da frigo con il logo di questa edizione e bracciali colorati.  E finalmente ho trovato la custodia per il pass, la conserverò per l’anno prossimo con due nastrini uno giallo e uno bianco.
Il personale della sicurezza è stato impeccabile, attento e professionale ma scherzava visto che per la maggior parte erano ragazzi. È andato tutto bene, nessun incidente, qualche mugugno ma in compenso tutti sembravano stanchi ma soddisfatti.
Dall’Oval ai padiglioni c’era un punto senza passerella un po’ in salita, ho visto un ragazzo in carrozzina farla all’indietro con una certa fatica. Alcuni punti erano davvero stretti e si faceva fatica a passare. Migliorerei l’agibilità per questi ragazzi, che erano tanti quest’anno.
Poi consiglierei di mettere segnaletica guida per terra, con i vari colori per indicare le varie uscite, e i vari padiglioni, era facile perdersi nonostante la segnaletica volante.
Per quest’anno è tutto, appuntamento all’anno prossimo, e porterò più adesivi del blog, magari penne, borse e spillette, promesso.

:: Presentazione del romanzo “Magnetic” di Sara D’Amario con Fabrizio Fulio-Bragoni a cura di Giulietta Iannone

15 febbraio 2019

Affollatissima la saletta del Circolo del Lettori di Torino per la presentazione del romanzo “Magnetic” di Sara D’Amario (LeggerEditore). Introdotto e moderato da Fabrizio Fulio- Bragoni, traduttore e critico, con la presenza dell’autrice, l’incontro è stato molto divertente e partecipato, se si pensa che avevamo Laura Morante nella sala accanto che presentava il suo libro, ma non ci siamo fatti intimidire. Il pubblico era vario: professori, studenti, genitori, colleghi di Sara D’Amario che ha spiegato porta avanti le due carriere di attrice (da ventisei anni) e di scrittrice (da dieci) con grande serietà e preparazione. “Magnetic” è un YA originale con tematiche attualissime (dai campi magnetici, alla sperimentazione scientifica senza regole, all’uso di droghe sintetiche), e non spesso affrontate (ancora) e sia l’autrice che il moderatore sono statati bravi a incuriosire senza spoilerare troppo. “Magnetic” è un libro per ragazzi, scritto con responsabilità per un pubblico di lettori adolescente ed è stato molto interessante quando l’autrice ha parlato della difficoltà di scrivere romanzi per questa fascia di età rispettando lo sviluppo e il cuore di questi giovani lettori. Insomma scrivere libri per ragazzi necessita di competenze e sensibilità sue proprie, certo è intuibile ma è giusto che venga ribadito. Fabrizio Fulio- Bragoni ha fatto diverse domande all’autrice,  ma numerose sono state anche quelle del pubblico tanto che l’incontro è durato più di un’ ora e mezza. Non ho fatto foto, e un po’ mi dispiace, ma il marito dell’autrice, François-Xavier Frantz, anche lui presente, credo abbia registrato parte della presentazione. Non avendo ancora letto il libro (ma penso lo farò al più presto) non so dirvi molto della trama, ma sicuramente è un libro con in certa misura anche un valore educativo sicuramente nel mettere in guardia i giovani dal pericolo delle droghe sintetiche così facilmente disponibili e così dannose se non mortali. E quando lo dicono i genitori non li si ascolta, un’amica forse sì. È naturalmente anche una storia d’amore, ma non delle più convenzionali. Insomma sono molto contenta di aver partecipato all’incontro e vi invito tutti in libreria.

Gli illustratori di Tolkien a Milano a cura di Elena Romanello

22 novembre 2018

p104 Glorfindel and the Balrog (1)Il 28 novembre a Milano presso lo Spazio Oberdan di Milano in piazza Oberdan ci sarà Immaginifico Tolkien, un incontro presso lo Spazio Oberdan con due dei più grandi illustratori dell’opera del maestro del fantasy moderno, Alan Lee e John Howe.
L’evento è il momento finale di un corso dal 19 al 30 novembre di illustrazione realizzato con Alan Lee, John Howe e Andrea Alemanno.
Alan Lee John Howe sono due artisti di fama internazionale e sono gli illustratori storici delle opere di J. R. R. Tolkien, con immagini che a partire dagli anni Novanta hanno contribuito a creare l’immaginario della Terra di Mezzo e sono state un riferimento fondamentale per la realizzazione delle ambientazioni delle trilogie de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit di Peter Jackson. Infatti i due maestri sono stati anche chiamati per elaborare il concept design dei film e Alan Lee ha vinto nel 2004 l’Oscar per le scenografie del film Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re.
Alan Lee, classe 1947, si è fatto notare negli anni Settanta con le illustrazioni di libri fantasy come Fate, The Mabinogion, Castles, Merlin Dreams e Black Ships Before Troy: The Story of the Illiad, prima di approdare al mondo di Tolkien, fino all’ultimissimo La caduta di Gondolin. Tra i suoi altri lavori ricordiamo le scenografie di Legend di Ridley Scott, di Erik il Vichingo di Terry Jones e di Merlino.
John Howe, canadese di Vancouver, classe 1957, ha iniziato a lavorare negli anni Ottanta ai calendari tolkeniani, raggiungendo la notorietà internazionale con le sue illustrazioni per Storia della Terra di Mezzo, una serie in dodici volumi che contiene e analizza molti degli scritti inediti di Tolkien raccolti dal figlio Christopher. Anche lui ha collaborato con Peter Jackson, tra i suoi altri lavori ricordiamo le tavole per Beowulf , le illustrazioni per il film Le cronache di Narnia: il leone la strega e l’armadio e per la linea di carte Magic: The Gathering cards.
L’incontro del 28 ricostruirà tutto il percorso dei due maestri. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, occorre prenotarsi all’indirizzo:  www.mimasterillustrazione.com

:: Libri in giardino

19 settembre 2018

federica

Libri in giardino, quattro incontri per condividere il piacere della lettura presso il Giardino dei Ciliegi di Ponte San Marco (BS).

Modera gli incontri la nostra Federica Belleri, mamma, scrittrice, blogger e grande amica.