«… Scorsi una donna appoggiata allo stipite della porta, una silhouette in controluce, braccia conserte e caviglie incrociate come se ci aspettasse da chissà quanto, come se fosse lí da giorni interi, a scrutare un mare buio e tempestoso da un ballatoio coperto».
Sembra un caso facile per Sughrue, reduce dal Vietnam e investigatore privato che ha seppellito ogni illusione sotto una colata di sarcasmo. Deve ritrovare Trahearne, uno scrittore stanco di quotidianità che ha cominciato a bere e sembra non voglia più smettere. Sughrue ne condivide appieno la deriva alcolica e così, quando lo trova, non c’è da stupirsi se i due partono insieme alla ricerca di Betty Sue, una ragazza che ha fatto perdere ogni traccia di sé quasi dieci anni prima. Una storia che si dispiega come un viaggio, fisico e mentale, attraverso vari stati d’animo e altrettanti stati geografici in un’America violenta e per certi versi caricaturale. Il romanzo d’esordio che ha salutato Crumley come uno degli eredi della grande tradizione americana. Traduzione di Luca Conti.
Texano di nascita ma anima perennemente on the road, James Crumley (1939-2008) è considerato il maggiore esponente della narrativa hard-boiled americana degli ultimi trent’anni. Dei suoi nove romanzi, a turno dedicati agli stravaganti detective Milo Milodragovitch e C. W. Sughrue, Einaudi Stile libero ha finora pubblicato Il caso sbagliato, L’ultimo vero bacio, La terra della menzogna, Una vera follia e La cattiva strada.
Appuntamento oggi, sabato 28 gennaio, dalle ore 18,00 alle 19,00 per discutere del libro qui nei commenti al post. Partecipate numerosi.
Source: acquisto personale.
Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.
28 gennaio 2017 alle 17:06 |
Allora, ho tolto la moderazione ai commenti. L’incontro può avere inizio.
28 gennaio 2017 alle 17:16 |
Come funziona di preciso? Andiamo per argomenti o a ruota libera?
28 gennaio 2017 alle 17:18 |
Diciamo che ognuno può iniziare dicendo le sue riflessioni, poi magari interagiamo tra noi.
28 gennaio 2017 alle 17:12 |
“La gioventù resiste a tutto, ai re e alle poesie e all’amore. A tutto, ma non al tempo” pag. 63
28 gennaio 2017 alle 17:59 |
L’incontro con la ragazza, quando cita il Cantico dei Cantici, l’ho trovato un passo davvero poetico.
28 gennaio 2017 alle 17:19 |
Inizio col chiedere, vi è piaciuto?
28 gennaio 2017 alle 17:25 |
Io mi sono divertita!
28 gennaio 2017 alle 17:26 |
Anche io, ho riso come una matta in diversi punti 🙂
28 gennaio 2017 alle 17:26 |
All’inizio ero molto scettica sul genere, ma da circa metà mi ha preso. Mi sono fatta coinvolgere anche io nella ricerca di Betty Sue!
Poi andando avanti nella lettura mi sono affezionata molto allo scalcinato protagonista, mente l’antipatia, anzi proprio l’odio, per il vecchio scrittore è stato a pelle.
28 gennaio 2017 alle 17:30 |
A me è piaciuto molto e l’ho trovato divertente in alcuni momenti. Sono molto contenta di averlo letto
28 gennaio 2017 alle 17:32 |
Vero, anche io sono contenta, tutti i dialoghi sono magistrali, la parte più riuscita a mio avviso.
28 gennaio 2017 alle 17:47 |
Concordo. I dialoghi fanno la differenza. Scrittura di gran qualità
28 gennaio 2017 alle 17:25 |
“Quando finalmente trovai Abrahm Trahearne, scolava birra con un bulldog alcolizzato di nome Fireball Roberts in una bettola sgangherata appena fuori Sonoma, in California, si stava bevendo anche il cervello in un bel pomeriggio di primavera.” come incipit non è affatto male 🙂
28 gennaio 2017 alle 17:29 |
Uno degli incipit più fulminanti della storia del noir!
28 gennaio 2017 alle 17:28 |
Stessa cosa anche io, non è stato proprio amore a prima vista. Ma diciamo quando è iniziata la ricerca di Betty Sue, la storia ha iniziato a prendermi. Ho adorato soprattutto l’umorismo, che per un noir non è affatto scontato.
28 gennaio 2017 alle 17:31 |
C’è una definizione di libertà che mi è piaciuta molto, adesso al cerco.
28 gennaio 2017 alle 17:40 |
A pagina 105?
28 gennaio 2017 alle 17:35 |
A pagina 105?
28 gennaio 2017 alle 17:37 |
Sì! “Libertà significa solo non avere niente da perdere”.
28 gennaio 2017 alle 17:41 |
Esatto. Leggendola mi sono sentita vecchia 🙂
28 gennaio 2017 alle 17:35 |
Ho trovato anche bellissima la traduzione, molto fluida e naturale. Credo abbia colto molte sfumature.
28 gennaio 2017 alle 17:40 |
Del protagonista che ve ne è parso?
Secondo me aveva un modo di fare fantastico, con la battuta pronta sempre al momento peggiore possibile per la sua incolumità
28 gennaio 2017 alle 17:42 |
Cinico quanto basta. A tratti quasi poetico
28 gennaio 2017 alle 17:47 |
Anche tenero in un certo senso. Oddio, certo non è un cittadino modello (anche lui lo dice allo sceriffo sul finale “non sono proprio un cittadino”), però ha attraversato mezza America ” per ottantasette dollari e un sorriso”.
28 gennaio 2017 alle 17:50
Sì, è un eroe romantico, infondo, molto più incattivito del solito. Un Philip Marlowe non averbbe mai fumato hashish.
28 gennaio 2017 alle 17:50
Giusto. In lui c’è ancora del “sogno”
28 gennaio 2017 alle 17:43 |
Sì, utilizza un cinismo alla Marlowe, ma molto più amaro. A un certo punto si chiede se è lui che è matto o se il mondo è un gran brutto posto, non usa queste parole, insomma da un senso alla sua filosofia.
28 gennaio 2017 alle 17:45 |
“Certe volte non riesco a capire se sono io a essere pazzo, oppure il mondo è diventato una fogna”…più chiaro di così (pagina 97)
28 gennaio 2017 alle 17:46 |
Sì, esatto riassume bene il suo pensiero e il suo disincanto.
28 gennaio 2017 alle 17:50 |
Anche io mi sono segnata questa frase perché esemplificativa del personaggio
28 gennaio 2017 alle 17:54 |
Abraham Trahearne è un personaggio davvero terribile. Il finale è proprio cosa si merita, a mio avviso.
28 gennaio 2017 alle 17:55 |
Esempio di degenerazione…Insalvabile
28 gennaio 2017 alle 17:54 |
A proposito poesia, ho trovato degna di nota la descrizione dei vagabondaggi di Trahearne nel “vicolo di mattoni rossi”…
28 gennaio 2017 alle 17:57 |
Sì, anche io, molto onirici. E l’incontro con Bea, stranissimo. Come quando parla delle sue visioni di bambino, che l’hanno accompagnato tutta la vita.
28 gennaio 2017 alle 17:59 |
Vero, le visioni. Le ho trovate insolite e ricercate. Che ci sarà di autobiografico?
28 gennaio 2017 alle 18:00 |
Penso di sì, sai. Molto di quello che scrive è accaduto a lui, o a suoi amici.
28 gennaio 2017 alle 17:54 |
Mentre lo scrittore, Traehearne, l’ho detestato, sempre di più andando avanti, fino a odiarlo proprio sul finale (ma posso parlare apertamente del finale o meglio di no?)
28 gennaio 2017 alle 17:55 |
Accenniamo, tanto noi ci capiamo.
28 gennaio 2017 alle 18:03 |
Diciamo che per tutta la lettura ho intuito che sarebbe finita nel sangue, o comunque di certo con l’amaro, ma l’ultimo capitolo è stato comunque triste da affrontare.
28 gennaio 2017 alle 18:04 |
Sì, davvero triste, uno dei finali più amari che mi siano capitati di leggere.
28 gennaio 2017 alle 17:57 |
Come molti scrittori…insopportabili 😉
28 gennaio 2017 alle 17:58 |
😀
28 gennaio 2017 alle 18:02 |
L’ora è volata. Ditemi voi, continuiamo ancora qualche minuto’ Se avete da fare cena ci diamo appuntamento il prossimo mese.
28 gennaio 2017 alle 18:06 |
grazie mille!!! 🙂 purtroppo devo scappare… alla prossima!
28 gennaio 2017 alle 18:08 |
Io purtroppo devo salutarvi, ma tornerò tra un paio d’ore a leggere se andate avanti!
28 gennaio 2017 alle 18:07 |
Allora, ringrazio tutti di questo bellissimo incontro, è stato molto divertente. E’ stata comunque una prova, magari per il prossimo stiliamo delle regole. Comq il tempo è davvero volato! alla prossima!
28 gennaio 2017 alle 18:09 |
Grazie a tutti! Alla prossima