Benvenuta Elisa su Liberi di scrivere e grazie per avere accettato questa intervista. Classe 1980, sei nata a Bolzano. Sei una regista di documentari e una scrittrice. Tuoi i libri “L’erba del vicino”, “100 cult in padella”, “L’Italia selvaggia”, “Pulizie creative”, “Questo libro è un abat jour”, “Senza pesare sulla terra”. Tuoi siti di riferimento elisanicoli.it e autoproduco.it. Parlaci di te, presentati ai lettori del nostro blog.
Ciao a tutti, grazie a voi di avermi contattata! Se conto il numero dei libri che ho scritto mi impressiono da sola: 7 libri in 7 anni. Ho iniziato a scrivere per puro caso, anche se mi è sempre piaciuto scrivere, non avevo mai pensato di farlo diventare un lavoro. Ho studiato comunicazione e mi sono specializzata in cinema documentario. Ho sempre pensato alla regia come al mio lavoro dei sogni. E poi mi son ritrovata a scrivere il primo articolo, nel 2007, per il mensile Terra Nuova. Avevo conosciuto il direttore ad una fiera, con la scusa di chiedergli se avesse intenzione di distribuire documentari assieme ai libri che pubblicava. Chiacchierando, è venuto fuori che facevo detersivi in casa. Mi ha quindi chiesto di scrivere un articolo con questo argomento. Mi sono divertita, a loro è piaciuto… e ho continuato a scrivere, finché, sempre per caso, Altreconomia, la mia attuale casa editrice, non mi ha chiesto di realizzare un libro. Tutta un’altra dimensione temporale e tutto un altro tipo di lavoro. Ma quando l’ho visto tra le mie mani, appena stampato, mi ha dato una tale soddisfazione che non ho più potuto smettere. Scrivere libri è una specie di droga. Al mio lavoro di regista di documentari si è quindi affiancato quello di scrittrice.
E ora per Altreconomia è uscito il tuo nuovo libro Bolle in libertà – Le tue personali ricette fai- da – te per la bellezza e la cura della casa. 50 cosmetici e detersivi eco e biologici. Seguito naturale di Pulizie creative. Ce ne vuoi parlare?
La prima edizione di “Pulizie creative” risale al 2011. Erano passati circa 4 anni dall’inizio delle mie sperimentazioni sull’autoproduzione di detersivi e saponi. Ancora poco sapevo di cosmesi. All’epoca in Italia si trovava ancora scarso materiale su queste tematiche e il mio libro ebbe un successo incredibile, che si è protratto negli anni. In tutto saranno state vendute quasi 10mila copie. Era un libro piccino, completo per la parte dei detersivi, ma un po’ scarso sulla parte della cosmesi. Dal 2011 son passati 7 anni di ulteriori esperimenti e approfondimenti e studi scientifici e contatti con chimici di professione. Sentivo l’esigenza di scrivere qualcosa di più articolato e complesso. Un nuovo libro che colmasse una nuova lacuna in Italia: un libro serio e professionale di autoproduzione di cosmetici e detersivi, sia per persone alle prime armi, sia per coloro che volessero ampliare le proprie competenze in materia di “spignattamento”. E così, più di 10 anni dopo l’inizio delle mie prime autoproduzioni ho pubblicato un nuovo libro.
È un manuale che raccoglie decine e decine di ricette fai da te per la cura della bellezza e della casa. Ogni ricetta da te formulata è frutto della tua pluriennale esperienza nella composizione di cosmetici e detersivi eco e biologici. Tutto questo studio nasce essenzialmente per difendere la salute dei consumatori e del pianeta. Come hai acquisito questo spirito green?
Con una spiccata sensibilità ambientale credo di esserci nata. Ne ho parlato approfonditamente nel mio libro autobiografico “Senza pesare sulla terra” (Ediciclo editore). Mia madre viene da una famiglia di 10 persone, in un ambiente dove era scontato non sprecare. È stata probabilmente lei a farmi sentire forte l’esigenza di rispettare questo nostro pianeta. E poi probabilmente anche il mio amore sconfinato per la natura, cioè per tutto quello che non è stato creato dall’essere umano. I boschi, le rocce, le cime delle montagne. Amo tutto questo talmente tanto, che è naturale per me averne un profondo rispetto.
Il volume è diviso in due parti: una dedicata alla cura della persona, con ricette specifiche, saponi, deodoranti, creme, tonici, e una alla cura della casa con ricette basi per tutti i tipi di pulizia, dai panni, ai pavimenti, ai casi disperati: frigo, forno, scarichi intasati, muffa. Un vero e proprio manuale dalla a alla z?
Sì, rispetto al mio “Pulizie creative” questo è un manuale (quasi) completo, che finalmente risponde a (quasi) tutti i bisogni di una persona che vuole prendersi cura di sé, della propria casa e dell’ambiente in cui vive. Certo… quel “quasi” mi permetterà di fare una nuova edizione con nuove ricette… ci sto già lavorando… almeno sulla parte della cosmesi.
Studi scientifici hanno dimostrato che l’uso continuativo di detergenti chimici aggressivi oggi in commercio per la pulizia della casa può procurare reali danni alla salute delle donne che svolgono lavori di casa o lavorano per imprese di pulizia. Hai la percezione che questi pericoli siano efficacemente segnalati?
Oddio. Il concetto di “detergenti chimici” è un po’ troppo vago. Anche i detergenti per la casa che propongo nel mio libro sono chimici. Senza chimica… non c’è detergenza. Quello che può procurare problemi alla salute di chi ne fa largo impiego (e non a livello casalingo, ma a livello professionale) sono prodotti con una forte azione antibatterica e prodotti con profumazioni di sintesi eccessive (e non garantite ipoallergeniche). I detergenti, insomma, più aggressivi. A livello casalingo è più probabile incorrere in dermatiti da contatto, soprattutto per quel che riguarda i detersivi per la lavatrice. Dal primo giugno 2017 è obbligatoria in tutta l’Unione Europea una nuova etichettatura dei prodotti chimici (detergenti inclusi), che rende molto più evidente in fase d’acquisto i rischi che incorriamo se usiamo quel dato prodotto.
La coscienza ecologica e l’attenzione per l’ambiente sono temi di stretta attualità, non così diffusi nonostante gli allarmi anche delle organizzazioni internazionali. Spesso le persone vicine a queste tematiche vengono ancora considerate eccentriche o perlomeno delle persone che esagerano il problema. Nel tuo ambito, nella tua esperienza, le persone che si rivolgono a te, comprano i tuoi libri, ti chiedono consigli magari tramite i tuoi siti, vivono il tutto come una moda o percepisci delle esigenze più profonde?
Da quando mi occupo di autoproduzione e di educazione ambientale, cioè dal 2006-2007, le cose sono sensibilmente cambiate. In meglio. Molte più persone si sono avvicinate ai temi dell’autoproduzione, non considerando più il farsi le cose in casa come “eccentricità”, ma come necessità. Molte persone che ho incontrato nei miei corsi (terzo lavoro che faccio…) sono interessate a questi argomenti soprattutto per un’aumentata sensibilità ambientale. Molte persone ci si avvicinano al primo figlio. È lì che cominciano a porsi domande rispetto a ciò che utilizzano quotidianamente. Non ho mai conosciuto nessuno personalmente che facesse scelte di rispetto dell’ambiente per moda. Quello è più legato secondo me al settore alimentare.
L’autoproduzione casalinga è in netto aumento. Hai dei dati di riferimento su questo tema?
Dati non credo esistano. Non ho mai cercato. Sicuro è che c’è stato un aumento esponenziale di blogger, canali YouTube, pubblicazioni da quando ho cominciato ad oggi. E sicuro va di pari passo con un’aumentata domanda di queste tematiche.
Metti anche in guardia dalle fake news e da tutto quello che circola su internet che a volte può davvero essere pericoloso. Come difendersi?
Come per le altre fake news per difendersi serve la testa e il buonsenso. Non si può prendere come oro colato tutto quello che si trova su internet (e per la verità anche su alcuni libri ho trovato degli strafalcioni enormi). È necessario un giusto senso critico rispetto a tutto quello che si legge. La ricerca delle fonti è fondamentale: chi ha fatto quell’affermazione? Su quali basi? Ci sono dei dati oggettivi a supporto di quello che scrive? Che autorevolezza ha chi scrive? Ha le competenze necessarie per scrivere? Si pone con un approccio scientifico o sensazionalistico? Porsi domande, non cercare disperatamente risposte.
Insegni poi come leggere un’etichetta e interpretare l’INCI International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. Vero?
Non è un’impresa semplice, ma cerco di dare un orientamento rispetto ad una lettura critica dell’etichetta di un cosmetico (e di un detersivo). Non è semplice, perché la lista degli ingredienti ammessi e codificati con l’INCI è lunghissima, quindi è impossibile anche per chi fa il formulatore di professione conoscere tutti gli ingredienti. Ciò che offro è una classificazione di massima, in cui considero i più recenti dati scientifici (e attendibili) rispetto alle componenti più diffuse.
In termini di risparmio, quanto conviene utilizzare detersivi e detergenti eco e biologici? Hai fatto delle stime anche generiche?
Sebbene io abbia iniziato a realizzare detersivi per risparmiare (rispetto all’acquisto di detergenti bio-ecologici) non mi sono mai più posta il problema della spesa effettiva. Le mie priorità sono altre e le ho chiaramente dichiarate nel libro. Non sempre con l’autoproduzione si va a risparmiare: se si vogliono detergenti che funzionino almeno quanto quelli bio-eco, occorre utilizzare delle materie prime che a volte possono essere piuttosto costose. Dipende da dove si riesce a recuperare ciò che ci serve. Un esempio: se avete amici che vanno a Livigno fatevi portare dell’alcol a 95° (invece di 15€ ne spenderete 3€ a litro) e in questo modo avrete dei prodotti altamente performanti ad un prezzo ridicolo (come lo spray per vetri sgrassante e il disinfettante per WC).
Grazie del tuo tempo, e stato un piacere parlare con te. C’è un indirizzo che vuoi segnalare dove i tuoi lettori ti possano contattare?
I miei siti che hai segnalato vanno benissimo! Mi potete anche contattare su Messenger (sperando che Facebook non filtri troppo le richieste). Grazie a voi per la stimolante intervista!