
“Abbandono” è il nuovo libro di Elisabeth Åsbrink, una storia potente che porta il lettore dentro alla vicenda umana di una famiglia della quale scopriamo le caratteristiche grazie all’autrice. La Åsbrink, nata a Stoccolma, mescola, pagina dopo pagina, elementi della sua storia personale (infatti è lei che si cela dietro Katherine o K.) uniti a pezzi di storia che hanno a che fare con il mondo ebraico al quel l’autrice è legata. Questo libro è l’espressione di una necessità di conoscere il proprio passato, di scovare le proprie radici e di comprenderle per capire il proprio posto nel mondo. La giornalista scrittrice ha come un bisogno di scoprire il perché sente in lei un’identità multiprospettica e sfaccettata, tanto è vero che è nata a Stoccolma, ma osservando chi la circonda, ha la netta sensazione di non essere di quel mondo, e non solo perché non è bionda come gli svedesi, ma perché percepisce nel proprio animo qualcosa di diverso. K., capìta la sua diversità rispetto agli altri, decide di fare un lungo viaggio nel passato per ricostruire l’esistenza della mamma Sally e della nonna Rita/Rida, due donne fondamentali per lei, che hanno avuto un vissuto non facile. Per K. è importante capire chi sono, poiché solo riscoprendole riuscirà a dare un senso, e forse, anche a colmare quella sensazione di abbandono e di solitudine che da troppo tempo la attanagliano dandole il tormento. La storia di “Abbandono” si sviluppa in più luoghi e in diversi periodi storici. Il lettore si trova quindi a Londra, Stoccolma, Salonicco dato che è in questi posti che gli avi di K. hanno mosso i loro passi e vissuto i conflitti che ne hanno determinato il corso esistenziale e storico. Il libro è caratterizzato da un profondo viaggio introspettivo e fisico nei diversi ambienti e nei vissuti dei componenti della famiglia della protagonista, perché è in essi che si celano quegli avvenimenti che li hanno sconvolti emotivamente, portati a prendere scelte inaspettate le cui conseguenze hanno cambiato la loro vita. Un esempio? Ad un certo punto Sally, la mamma di K., quando vive a Londra scopre le sue origini ebraiche e comprende le ragioni per le quali i diversi fenomeni di antisemitismo che le accadono attorno la fanno stare male. Una situazione che crea un profondo disagio nella ragazza, la quale decide di partire per la Svezia con la speranza di una vita migliore. Non solo, perché seguendo K. nella ricerca, si scopre che la madre aveva origini inglesi, mentre il padre era un ebreo ungherese salvatosi dalla Shoah arrivato bambino in Svezia nel 1956. Che dire poi della nonna nata da genitori tedeschi cristiani giunti in Inghilterra a fine del XIX secolo, mentre il nonno era un ebreo di Salonicco molto legato ai principi della famiglia (che gli complicheranno non poco la relazione con la madre dei suoi figli) e all’ebraismo sefardita, quello stesso movimento religioso che venne cacciato dalla Spagna nel 1492. “Abbandono” della Åsbrink è un romanzo nel quale la protagonista, alter ego dell’autrice stessa, svolge una vera e propria indagine e ricerca sul suo passato, un percorso lungo, doloroso e profondo che le permetterà di ricostruire la vita della sua famiglia e il destino di un popolo in un libro che è una storia famigliare e di tre generazioni di donne narrate con emozione tra la dimensione personale e il grande affresco storico. Traduzione Alessandra Scali.
Elisabeth Åsbrink è una nota scrittrice e giornalista svedese, si è affermata in patria e all’estero con reportage letterari di argomento storico e sociale che fondono fascino narrativo, una ricerca minuziosa e una profonda sensibilità, ottenendo premi prestigiosi come l’August e il Kapuściński. Con 1947 (Iperborea 2018), il suo primo libro tradotto in Italia, Elisabeth Åsbrink scava nei retroscena degli eventi e compone un racconto poetico e documentatissimo di un anno emblematico per la sua identità personale e per quella collettiva. Nel 2021 Iperborea ha pubblicato Made in Sweden, dove l’autrice ci accompagna in un viaggio tra cinquanta parole, eventi, persone e personaggi che hanno fatto la Svezia.
Source: richiesto dal recensore all’editore. Grazie all’ufficio stampa Iperborea.