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:: Un’ intervista con Eugenio Marinelli, la voce italiana del Poirot di David Suchet a cura di Giulietta Iannone

26 ottobre 2020

Eugenio MarinelliPer festeggiare il centenario di Hercule Poirot dopo il THE HERCULE POIROT CENTENARY BLOGATHON che si è tenuto il 12 ottobre abbiamo in serbo una sorpresa che farà felici tutti gli estimatori del celebre personaggio iconico di Agatha Christie. Eugenio Marinelli, attore, doppiatore, direttore di doppiaggio e voce italiana del Poirot di David Suchet ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.

Benvenuto Eugenio, e grazie di avere accettato questa intervista. Sono davvero felice di averti qui perché ti confesso il mio interesse per Agatha Christie è nato proprio vedendo la serie tv britannica dedicata a Poirot, Agatha Christie’s Poirot, da te doppiata. Insomma la serie tv mi ha portato a riscoprire i libri, quando di solito succede il contrario. Non lo trovi singolare?

Per quanto riguarda questo sono molto contento perché evidentemente il doppiaggio ti ha colpita tanto da interessarti e spingerti a leggere la collana di Agatha Christie.

Molto va alla bravura di David Suchet, si può dire un Poirot perfetto, ma parte di questo successo specialmente in Italia è dovuto al fatto di avere avuto te come doppiatore. Hai fatto un lavoro incredibile, assieme anche a Gino La Monica, Stefano De Sando e Valeria Perilli, tutti perfetti nell’evidenziare ogni sfumatura e una certa divertita coralità. Si è creata una bella sinergia tra voi durante il doppiaggio?

Voglio ringraziarti per i complimenti riguardo al doppiaggio fatto da me e dai miei colleghi…con i quali ho formato una bella squadra di lavoro.

Come hai costruito il personaggio di Poirot? Ed è stato difficile seguire la recitazione quasi camaleontica di David Suchet?

Posso dirti che seguire Suchet è stato impegnativo ma facile allo stesso tempo perché, come dico sempre a i miei allievi durante i corsi che spesso sostengo per insegnare il mestiere ai neo- doppiatori, bisogna rispettare e seguire pedissecuamente il lavoro fatto dall’attore di presa diretta soprattutto se è bravo come Suchet. Non bisogna farsi prendere dalla voglia di fare se stessi ma copiare il suono della voce, il modo di porgere le battute, il ritmo e i respiri dell’attore che si sta doppiando. Insomma, doppiare è un mestiere meraviglioso ma difficile e per farlo bisogna essere prima di tutto attori (anche se ci sono bravi doppiatori che non confermano questa regola).

La bravura di Suchet è stata tale da essere riuscito a dare profondità al personaggio, di per sé buffo e quasi caricaturale, ma grazie all’eleganza e umanità che trasmette la sua recitazione mai scade nella macchietta. Anche la voce che gli hai dato contribuisce a questo specialmente nell’uso dell’inflessione e dell’accento francese. Un altro tocco di eleganza si può dire. È stato difficile, o ti è venuto come dire naturale?

Io sono riuscito a dare la mia voce a Poirot (David Suchet) grazie ad un provino per il quale sono stato scelto dal grande direttore di doppiaggio Renato Izzo. Mediaset cercava una voce che si incollasse bene al Poirot di Suchet e che riproponesse, senza essere macchiettistico e poco credibile, l’accento “belga” (e non francese, mi raccomando!, Poirot in un episodio lo specifica molto bene ad un personaggio, anche perché è nota l’antipatia tra belgi e francesi). Certo per noi il suono rimane quello francese, senza dubbio.

Il lavoro tecnico e recitativo che ho dovuto fare non è stato per niente facile all’inizio ma poi grazie all’aiuto di Renato Izzo ce l’ho fatta e l’ho portato avanti con impegno e scioltezza per ben 78 film dei quali ho anche fatto la direzione del doppiaggio (esclusi i primi cinque).

Parlaci infine di te e del tuo lavoro, come sei arrivato al doppiaggio? Che studi hai fatto? Che maestri hai avuto durante la tua carriera?

Per quanto riguarda la mia carriera io sono figlio d’arte , mia madre cantante, la sorella di mio padre (Lulù Marinelli) è stata una famosa attrice del cinema muto, mia sorella Sonya famosa attrice e bambina prodigio. Insomma ho masticato pane e arte sin da piccolo. I miei primi passi li ho mossi in teatro senza aver fatto nessuna scuola o Accademia D’Arte Drammatica (cosa che invece ho fatto fare a mio figlio che sicuramente conoscerai LUCA Marinelli). La mia scuola è stata stare dietro le quinte e ascoltare i bravi attori… poi come tutti noi attori ho fatto radio, televisione, cinema. Al doppiaggio sono approdato 40 anni fa, e ho avuto il piacere di doppiare attori importanti come Depardieu, Goodman, Gene Wilder, ecc.. e ho avuto maestri come Fede Arnaud, Mario Maldesi, Pino Colizzi e soprattutto Renato Izzo al quale devo molto.

È davvero tutto e permettimi di ringraziarti anche da parte dei fan perché non sono la sola a pensarlo che il doppiaggio italiano sia stato fondamentale per il successo della serie nel nostro paese.

:: THE HERCULE POIROT CENTENARY BLOGATHON: Poirot sul Nilo

12 ottobre 2020

«Oh, i moventi dei delitti sono spesso banalissimi…»
«E i più frequenti quali sono Poirot?»
«Il più frequente: il denaro; voglio dire l’avidità di guadagno nelle sue varie manifestazioni. Poi la vendetta, l’amore, la paura, l’odio puro, la beneficenza…»
«Oh, signor Poirot!»
«È così signora. Mi è capitato spesso di vedere… diciamo A soppresso da B per beneficiare C! Certa gente dimentica che la vita e la morte sono cose riguardanti esclusivamente il buon Dio».

A Sir Max Edgar Mallowan, secondo marito di Dame Agatha Christie, se vogliamo dobbiamo la cosiddetta trilogia esotica della Christie. Proprio il suo lavoro di archeologo portò la moglie in quei luoghi del Medio Oriente che divennero scenario per Non c’è più scampo, La Domatrice e Poirot sul Nilo, quest’ultimo romanzo al centro delle mie riflessioni per il THE HERCULE POIROT CENTENARY BLOGATHON in onore del centenario di Poirot, il più famoso investigatore belga della storia della letteratura.

Poirot sul Nilo (Death on the Nile, 1937), tradotto da Enrico Piceni per Arnoldo Mondadori Editore, è forse uno dei romanzi della Christie più famosi assieme Ad Assassinio sull’Orient Express. È del 2008 l’edizione che ho avuto modo di consultare per questo viaggio sul Nilo in compagnia di Poirot, di due sfortunati amanti e di tutta l’allegra compagnia al loro seguito.

La storia si svolge perlopiù su un piroscafo il “Karnak” e a prescindere dall’epilogo tragico, che mi guardo bene dal descrivervi nel dettaglio, mantiene un tono frizzante e pieno di verve che rende la storia per così dire agrodolce.

Ma veniamo al cuore della trama: Jacqueline de Bellfort e Simon Doyle si amano o meglio come sottolinea acutamente Poirot vedendoli in un ristorante Un qui aime et un qui se lasse aimer. Poi la crisi, la ristrutturazione aziendale come direbbero oggi, fa perdere il lavoro a Simon e spinge Jacqueline a chiedere a una sua vecchia compagnia di scuola, una delle donne più ricche di Inghilterra, Linnet Ridgeway, di assumerlo come amministratore delle sue tenute. Lei lo fa e pensa bene di soffiare il fidanzato all’amica e dopo tre mesi sposarlo e recarsi in Egitto in viaggio di nozze.

Ed è qui che Poirot li rincontra, Simon Doyle sposato con Linnet Ridgeway e Jacqueline de Bellfort, l’amante abbandonata al seguito. Al volo intuisce che la storia non potrà finire bene, gli animi sono troppo accesi, le passioni fuori controllo, e infatti a bordo del Karnak avviene il dramma: Jacqueline de Bellfort spara a Simon Doyle, a una gamba niente di particolarmente grave e la stessa notte Linnet Ridgeway viene uccisa. A Poirot e al colonnello Race, un antica conoscenza di Poirot, il compito di indagare e svelare il macchinoso e complicato meccanismo che ha portato al delitto.

Questa è la trama principale alla quale si uniscono alcune sottotrame: una collana scomparsa, un amministratore disonesto, una cameriera ricattatrice, una figlia che cerca di salvare dal bere la madre, una scrittrice di romanzi passionali che non riesce più a riconquistare il suo pubblico e il successo passato (caricatura per certi versi della Christie stessa), una nobildonna americana cleptomane, e infine non manca la tipica ingenua americana che grazie a questo viaggio troverà inaspettatamente l’amore.

Le atmosfere esotiche dell’Egitto anni Trenta fanno da sfondo a una storia per certi versi inevitabile, che la ricca e viziata Linnet Ridgeway sia la vittima predestinata è fatale per molti versi, e anche se non è ingenua per niente, forse il credersi troppo furba è il suo unico difetto, ha poche armi per difendersi, cade nella trappola che le hanno teso con tutte le scarpe. E sebbene Poirot forse anticipa i fatti che seguiranno si limita ad assistere da spettatore e mettere in guardia dai pericoli un po’ come Triangolo a Rodi. Ma il suo compito è svelare trame non sventare delitti sebbene forse in questo caso la tentazione l’abbia avuta.

Post di lancio ed elenco dei blog partecipanti: qui.

:: THE HERCULE POIROT CENTENARY BLOGATHON

10 Maggio 2020

Poirot2Quest’anno Hercule Poirot compie cent’anni. Apparve per la prima volta in Poirot a Styles Court (titolo originale The Mysterious Affair at Styles) nel 1920, quando l’editore londinese John Lane, cofondatore con Charles Elkin Mathews della casa editrice Bodley Head, decise di pubblicarlo negli Stati Uniti.

Per Agatha Christie fu l’inizio di una delle carriere letterarie più incredibili che si possano immaginare, e ancora oggi i suoi libri appaiono nei primi posti nelle classifiche di vendita di tutto il mondo.

Molto del suo successo è dovuto a Poirot, ex funzionario della polizia belga rifugiatosi in Inghilterra a causa della Prima Guerra Mondiale e diventato l’investigatore privato più famoso del mondo.

Per celebrare Poirot, e la sua autrice, Liberi di scrivere annuncia il lancio di THE HERCULE POIROT CENTENARY BLOGATHON

Le regole:

  • Ogni blogger può scrivere un articolo in cui parla di un romanzo o un racconto in cui Poirot è protagonista o di un tema a scelta: tipo Poirot al cinema, Poirot nei fumetti, Poirot in cucina etc…
  • Scrivete il nome del vostro blog e l’argomento scelto nei commenti a questo post, man mano io li inserisco poi nell’elenco.
  • Ogni blogger è invitato a parlare di un libro/argomento diverso.
  • Nel post che si pubblicherà sarà inserito un link a questo post di lancio.
  • La Blogathon avrà luogo lunedì 12 Ottobre 2020. Ogni blogger posterà il suo articolo in quella data.
  • Se volete chiarimenti o  maggiori informazioni potete contattarmi al mio recapito email: liberidiscrivere@gmail.com.

Elenco dei blog partecipanti:

Appunti di Zelda Poirot nei fumetti e nei videogiochi.

Ho voglia di scrivervi Poirot al cinema.

Hook a Book Sono un’assassina? (Third girl, 1966).

Karavansara Il Poirot di Peter Ustinov in inglese.

L’angolo di Annarita Poirot e la strage degli innocenti (Hallowe’en party 1969).

La Petite Pritt Macabro quiz (Cat among the pigeons, 1959).

Libera_mente Corpi al sole (Evil Under the Sun, 1941).

Liberi di scrivere Poirot sul Nilo (Death on the Nile, 1937).

Libri, libretti, libracci Non c’è più scampo (Murder in Mesopotamia, 1936) + viaggi in Africa che ispirarono la Christie.

Lily’s Bookmark La serie infernale (The A. B. C. Murders, 1936).

Red Kedi Il segreto di Greenshore (Hercule Poirot and the Greenshore Folly, 2014).

Romance e altri rimedi Assassinio sullOrient Express (Murder on the Orient Express, 1934).

Strategie evolutive Il Poirot di Peter Ustinov.

Sunflakes Poirot a Styles Court (The Mysterious Affair at Styles, 1920) + un piccolo approfondimento del suo personaggio (nascita, curiosità, etc).

The Mad Otter L’evoluzione di Poirot con approfondimento e confronto tra la prima opera in cui apparve Poirot e l’ultima dal punto di vista della Christie e del personaggio stesso.

Three-A-Penny Carte in tavola (Cards on the Table, 1936).

Libera tra i libri Le Cover di Assassinio sul Nilo.

:: Blogathon “Halloween Party”: Poirot e la strage degli innocenti (Hallowe’en Party, 1969), Agatha Christie a cura di Giulietta Iannone

31 ottobre 2016

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Ebbene sì, siamo giunti al 31 ottobre anche quest’anno, questa notte sarà la magica notte di Halloween, festa profana della vigilia di Ognissanti, e per festeggiarla in modo degno il blog letterario “Scheggia tra le pagine” ha lanciato il Blogathon di Halloween. Tutti i blog partecipanti in questo giorno parleranno di un libro che ha per personaggi streghe, zucche, mostri, vampiri, insomma tutti gli eroi di questa notte. Per scoprire l’elenco dei blog partecipanti seguite questo link: (qui) scoprirete anche i titoli dei libri protagonisti.

Io ho scelto forse il più orrorifico giallo di Dame Agatha Christie Poirot e la strage degli innocenti (Hallowe’en Party, 1969) ambientato proprio in questo periodo dell’anno. Non ho usato il termine orrorifico a caso, Hallowe’en Party è senz’altro uno dei romanzi più cruenti della Christie, e sebbene ci sia il personaggio buffo di Poirot, uno dei più inquietanti e crudeli, per certi versi. Il male (sotto le spoglie di un’ insana avidità) questa volta non risparmia neanche i ragazzi, che saranno (più d’uno) tra le vittime. Mai la Christie si era spinta a tanto, a tali estremi di spietatezza, da escogitare una successione di efferatezze degne di un racconto dell’orrore, che culminerà in un crescendo dai contorni violenti da tragedia euripidea.

poirTanti personaggi, tanti morti, sia nel presente narrativo che nel passato più o meno recente, tanti inganni, tante trappole per il lettore, che solo Poirot saprà disinnescare per giungere alla verità. Verità che porta ben poca redenzione, tra un padre che progetta l’assassinio della figlia, (Agamennone sacrificò sua figlia per avere il vento favorevole) una donna (molto probabilmente uxoricida) che scopre l’abiezione del suo amante (un uomo di non comune bellezza) e quanto poco la ami, e una ragazzina che scopre suo malgrado quanto dire bugie a volte si riveli mortale, quanto il ricatto o origliare incautamente alle porte.

Tutto ha inizio il pomeriggio prima della notte di Halloween (sebbene la vera origine della storia abbia radici ancor più lontane). Siamo a Woodleigh Common, uno di quei paesini inglesi pittoreschi e sonnolenti non lontani da Londra, fatti di villette eleganti, giardini curati, e gente cordiale e ospitale dove tutti si conoscono ed è difficile conservare segreti. Fervono i preparativi per la festa di Halloween in casa della bonaria e ricca vedova Rowena Arabella Drake, pilastro della comunità, che ha organizzato una festa per ragazzi (dai 10 ai 19 anni), con tutti gli elementi caratteristici dell’ occasione: le zucche, i palloncini colorati, le luminarie, i giochi, gli scherzi, tanto da prevedere al culmine pure l’arrivo di una strega, impersonata dalla Signora Goodbody (oltre ad avere i lineamenti adatti al ruolo, la voce chioccia e piuttosto sinistra, possedeva una certa prontezza nell’ improvvisare versetti e rime magiche).

L’atmosfera è festosa, le feste di Rowena Drake sono sempre riuscite, ma questa volta una tragedia sta per compiersi. La tredicenne Joyce Reynolds, una dei ragazzini invitati, racconta una strana storia, per attirare l’attenzione degli adulti, per farsi bella davanti a tutti gli ospiti. Racconta di aver assistito a un omicidio, o meglio di averlo capito solo molto tempo dopo che di ciò si trattasse. Nessuno le crede, naturalmente, è nota per essere una racconta frottole inveterata. Nessuno tranne l’assassino. Perché tra i tanti presenti c’è chi vede nella ragazzina una possibile testimone di un delitto davvero compiuto anni prima.

Per Joyce Reynolds non c’è scampo, viene affogata nella tinozza per il gioco della mela che galleggia (l’Apple bobbing è tipico gioco di società, giocato spesso in Inghilterra ad Halloween in cui si riempie d’acqua una tinozza e i bambini devono raccogliere solo coi denti delle mele messe dentro a galleggiare). Viene avvisata la polizia ma tutto potrebbe finire nel nulla se non ci fosse presente alla festa anche Ariadne Oliver, scrittrice di mystery, ospite della vedova Butler, in cerca di personaggi per i suoi romanzi e destino volle amica di Hercule Poirot. Ariadne Oliver è certa che il delitto sia nato proprio da quello che la ragazzina ha raccontato improvvidamente alla festa. Racconta tutto a Hercule Poirot, che non si tira indietro, si reca a Woodleigh Common e inizia a investigare, e la lista di omicidi recenti nella zona non è breve, ognuno dei quali potrebbe essere quello visto da Joyce Reynolds. Poirot non si arrende fino a scoprire che la storia e molto più complessa e torbida di quello che sembra. Che la morte di una ragazzina bugiarda è solo un tassello di un puzzle molto più diabolico.

Una storia per Halloween insomma, se avete modo recuperate anche l’episodio tv con David Suchet, alcuni particolari differiscono dal romanzo, ma per lo più è una ricostruzione fedele.

:: Blogathon “I classici della letteratura”: La dama delle camelie, Alexandre Dumas figlio

30 settembre 2016

vert « Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita. »

(William Shakespeare, La Tempesta, Atto IV, Scena I)

Lessi per la prima volta La signora delle camelie, tradotta dal francese da Francesco Tarquini, una trentina di anni fa, avrò avuto 15 anni, e per quanto possa sembrare bizzarro, ben pochi libri furono capaci di influenzare sicuramente in meglio la mia vita e la mia idea di cosa significasse essere una donna, e anzi la mia stessa percezione della femminilità o se vogliamo anche di una certa visione del femminismo che da allora non mi ha più lasciato. Piuttosto bizzarro che tutto questo nacque appunto da un libro edito nel 1848 e scritto da Alexandre Dumas figlio in memoria di una cortigiana parigina che per un anno fu sua amante. Quindi quando è arrivato il momento di scegliere un classico per questo Blogathon non ho avuto quasi esitazione e ho scelto La Dame aux camélias.
Ho amato certamente molti altri libri, anche forse oggettivamente più belli stilisticamente o più complessi nella trama o maturi, Dumas era giovanissimo quando lo scrisse, ma il mondo che è riuscito evocare questo breve, anzi brevissimo romanzo, nessun altro romanzo è riuscito ad eguagliare.
I primi capitoli soprattutto quando il narratore si aggira per le stanze di Marguerite Gautier al numero 9 di Rue d’Antin, aperte al pubblico perché possa vedere gli oggetti che saranno poi battuti all’asta per coprire i debiti di una vita dispendiosa e dissoluta, sono della letteratura tutta i più struggenti e allo stesso tempo terribili che abbia mai letto. Rileggerli mi provoca sempre una forte emozione, per quel carico di non detto, critica sociale e pietà umana che racchiudono.
Marguerite Gautier, la bella, affascinante e sfortunata Marguerite Gautier è appena morta, e i membri dell’alta società parigina si aggirano come avvoltoi su quanto in vita aveva posseduto. Una morte che non fa rumore, tanto che il narratore si lamenta che nessuno gliel’abbia detto tornato a Parigi da poco. Questo genere di donne, per quanto bellissime, circondate dal lusso, colte, creano rumore e scandalo da vive, ma la loro morte scivola nel silenzio e nella più totale indifferenza. Quasi fossero infiltrate in un mondo per cui appunto sono solo state fonte di divertimento, niente di più.
Per la facile morale del mio secolo, puntualizza il narratore, che per queste donne prova una sincera e autentica umana comprensione. Che ha smesso di giudicarle da quando vide una donna portata via da gendarmi con un figlio in braccio dal quale stava per essere separata. Forse oggi sono riflessioni abbastanza comuni, ma certo non lo erano a metà Ottocento. Per sfuggire alla povertà la giovane Marguerite Gautier non ha scelta, può solo usare il suo corpo e la sua bellezza per ottenere quelle ricchezze, quella libertà, quell’indipendenza che altrimenti le sarebbero stati negati, condannandola ad una vita di stenti. Marguerite Gautier ammette di non essere una donna onesta, ammette che quelle cose valgono per lei di più di una buona reputazione, e forse anche dell’amore del duca che vede in lei un riflesso della figlia morta.
Marguerite Gautier è promiscua, tendenzialmente infedele, dilapida patrimoni, conosce le regole di quel mondo e le piega per i suoi interessi. Frequenta orge, e avida sempre di nuove sensazioni, anche forse per la malattia, la tisi, che la divora. Poi incontra il giovane Armand Duval e di colpo il suo mondo gretto, egoista, vizioso, crolla. Conosce l’amore e l’impossibilità di viverlo. Il suo passato le pesa come un macigno, le regole della sua società l’uccidono prima che lo faccia la tisi. E quando il padre di Armand le chiede di rinunciare a lui, il suo sacrificio è totale, rinuncia alla sua speranza di felicità quasi senza esitazione. Tanta generosità e sensibilità in una donna di tal genere è il motivo stesso per cui il narratore decide di tramandare la sua storia. Un’ eccezione, un’anomalia.
La Dame aux camélias parla della sostanza di cui è fatto l’amore, impalpabile come un merletto veneziano, e allo stesso tempo fragile e indistruttibile. Anche se la sofferenza che procura non fa sconti ed è reale e drammatica come ogni dolore che ci procuriamo con le nostre azioni, o le nostre debolezze. Marie Duplessis, la vera Marguerite Gautier non avrebbe potuto avere maggiore tributo, e grazie a questo libro infatti ancora oggi la ricordiamo con tenerezza e simpatia. Potere della letteratura.

Alexandre Dumas (figlio), figlio dell’Alexandre Dumas autore de I tre moschettieri, nacque a Parigi, nel 1824. Il romanzo La signora delle camelie, ispirato alla figura della sua amante, Alphonsine Duplessis, gli aprì, ancora giovanissimo, le porte del successo. Tra le altre sue opere ricordiamo La società equivoca (1855), L’amico delle donne (1864) e Francillon (1887). Morì a Marly-le-Roy nel 1895.

Source: acquisto personale.

Per conoscere tutti gli altri blog partecipanti e i relativi libri scelti vi invito a visitare il post di lancio.

:: Blogathon “Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II”: Harry Potter e la Pietra Filosofale

31 luglio 2016

Prima di lasciarci per questa breve pausa estiva ecco il nostro ultimo post dedicato a una bellissima iniziativa in onore del maghetto più famoso della letteratura per ragazzi: Harry Potter, chi se no? Il blog Over The hills and far away ha infatti lanciato una blogathon, una maratona di blog, in occasione dell’uscita oggi 31 luglio, di Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II. Per conoscere tutti gli altri blog partecipanti e i relativi argomenti trattati vi invito a visitare il post di lancio.

HarryPotterELaPietraFilosofaleNella mia tappa mi occuperò di recensire il primo libro della serie, Harry Potter e la Pietra Filosofale, e cercherò di farlo in un modo un po’ speciale, per lo meno diverso dal solito. Recensioni del libro in rete ce ne sono centinaia, per cui più che parlarvi della trama, delle incoerenze che hanno notato alcuni recensori e lettori, del modo in cui noi grandi ci siamo quasi appropriati della serie, togliendola quasi agli originari destinatari, i ragazzi, cercherò di esprimervi le mie riflessioni durante la lettura. Riflessioni di un adulto che legge un libro per l’infanzia, un adulto quanto mai babbano, privo di quella magia che ancora possiedono i ragazzi. E non è forse la fantasia ancora incorrotta della loro età la vera magia, che la Rowling ha proiettato in questi libri, ironici, divertenti, leggeri, poetici. La fantasia, l’amicizia, il potere dell’amore, la capacità di vincere il male con il bene, cose a cui molto spesso gli adulti hanno smesso di credere, condannandosi a esistenze grigie e deprimenti.
Spazzando via anni e anni di polemiche sul fatto che sia un libro diseducativo o meno, che sembrano comunque non aver scalfito il successo mondiale di questi libri, mi concentrerei su alcune riflessioni dedicate ai genitori che si interrogano se fare o no leggere questi libri ai loro figli, nell’età più vulnerabile della crescita. Avendo letto solo il primo volume e non essendo una potteriana storica, forse le mie osservazioni potranno parere alquanto parziali, ma mi sforzerò che almeno siano obiettive e senza pregiudizi. Harry Potter e la Pietra Filosofale è essenzialmente un fantasy, proiezione di un mondo in cui la magia, gli incantesimi, la stregoneria esistono. Sono parte fondante della realtà. Si studia per poterla applicare in scuole come Hogwarts e sebbene ci voglia predisposizione, ciò non toglie che i poteri si acquistino con lo studio e il duro lavoro, e si debba scegliere se usarli per il bene o per il male. Insomma il piccolo Harry cresce facendo delle scelte, operando delle precise prese di posizione, sebbene la tentazione del male sia sempre presente, anche solo quando escogita lo scherzo allo zoo al cugino Dudley.
Il lavoro psicologico della Rowling nel descrivere la psiche infantile è realistico e accurato, la sua visione materna del processo di crescita dei ragazzi presente, si vede che è una madre che osserva, ascolta i ragazzi e sa immedesimarsi nel loro mondo. Stare al gioco, consapevoli che la magia non esiste (risibili le accuse di fondamentalismo magico), ma è bello immaginare un mondo alternativo dove con una bacchetta magica si possa cambiare la realtà (molto spesso fatta di violenza e sopraffazione), fa parte dello stesso processo educativo che la Rowling mette in atto. Se la magia è appunto la fantasia, la Rowling sembra portarci in un mondo capace di meraviglia, di mistero, di straordinario. Aiutarli a distinguere poi la realtà dalla fantasia, spetterà ai genitori, agli insegnanti, agli educatori, non investiamo la Rowling di un peso che non le compete.
Harry Potter e la Pietra Filosofale fu pubblicato per la prima volta nel giugno del 1997 dalla casa editrice londinese Bloomsbury. Dopo un percorso piuttosto travagliato fatto di rifiuti. Sono ormai passati quasi vent’anni e i ragazzi di allora sono adulti. Nuove generazioni si accostano al libro e sembra con lo stesso medesimo interesse. Leggere questo libro ai propri figli è una cosa che viene fatta molto spesso, molte mie amiche con figli me ne accennano, e sembra che non annoi e non stanchi ancora dopo tutti questi anni. Siamo difronte a un testo ormai diventato un classico della letteratura per ragazzi, un libro che appunto nasconde strati adatti anche a interessare gli adulti. Rimandi filosofici, letterari, politici, educativi. Insomma ben più complesso di quanto lo stile apparentemente semplice con cui è scritto faccia pensare. Cosa abbastanza inconsueta, e forse il segreto del grande successo che ha conservato negli anni.
L’uscita di Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II, proprio oggi in concomitanza con la nostra Blogathon, sembra confermarlo. Questo libro poi neanche scritto dalla Rowling, ma tratto da un suo soggetto, è stato il libro più prenotato di sempre. Un altro record dei tanti che la serie ha raggiunto. Buona lettura!

Joanne Rowling (Bristol, 31 luglio 1965) è una scrittrice britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo di J. K. Rowling (in cui “K” sta per Kathleen, nome della nonna). I suoi libri della saga potteriana hanno riscontrato un successo internazionale e hanno vinto numerosi premi; da essi è stata inoltre tratta una fortunata serie di film.

Source: acquisto personale.

:: Blogathon “I migliori film tratti dai libri”: Triangolo a Rodi, di Dame Agatha Christie

20 giugno 2016

Hercule Poirot sedeva sulla sabbia bianca e il suo sguardo vagava sulla smagliante superficie azzurra dell’acqua. Era vestito con eleganza puntigliosa, quasi eccessiva; abito di flanella di taglio sportivo, e un cappello di panama a tesa larga che gli parava il capo. La sua generazione apparteneva al tempo in cui si credeva nella necessità di proteggersi con cura dai raggi solari.

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Scegliete il miglior film o la miglior serie tv tratta da un libro, sembra facile ma non lo è affatto, perché per quanto si sia sempre molto critici quando si compiono operazioni del genere (il libro era meglio, quante volte l’avete sentito dire) esistono anche casi in cui la trasposizione cinematografica è così accurata, originale, elegante, che beh ti può spingere a riscoprire un autore che per vari motivi più o meno validi non avevi mai preso in gran seria considerazione, (anche se magari monumentale come Agatha Christie).
Diciamolo chi non ama i gialli classici all’inglese con Scotland Yard, zitelle impiccione, villaggi ameni, tè delle cinque, e via dicendo non è molto tentato di imbattersi nei suoi libri, liquidati come storielle borghesi in cui il delitto è più che altro un pretesto o peggio un gioco di società. Converrete che lo spessore morale o anche solo filosofico della cosa sembra del tutto assente, il delitto quasi una burla o una scusa per parlarci di ricchi aristocratici sfaccendati, ereditiere quasi ninfomani, scrittrici eccentriche o archeologi fuori dal mondo. Insomma se si cerca uno specchio della società, lo si trova ben distorto o quanto meno privo di spunti davvero interessanti.
Almeno questo pensavo (sbagliando) prima di imbattermi nella serie tv dedicata a Poirot, Agatha Christie ‘s Poirot. Serie televisiva britannica, prodotta originariamente dalla London Weekend Television e poi dalla ITV Production and Agatha Christie Ltd, con ben 13 stagioni, per un totale di 70 episodi ispirati in parte ai racconti brevi e in parte ai romanzi di Dame Agatha Christie.
La mostruosa bravura di David Suchet, ma a dire il vero di tutti i vari comprimari da Hugh Fraser, Philip Jackson, Pauline Moran, a Zoë Wanamaker, oltre a tanti attori di teatro o vere e proprie star come Michael Fassbender, Jessica Chastain, Elliott Gould, John Hannah, Elizabeth McGovern, i dialoghi frizzanti, le scenografie sontuose, le ricostruzioni d’epoca certosine fin nei minimi particolari, gli abiti, l’arredamento, le macchine, i giornali, le riviste, insomma credo che Agatha Christie ‘s Poirot si meriti di stare qui in questo post, senza rimpianti, insomma.

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Dicevo gli episodi sono 70, e io ne ho scelto uno forse minore, Triangle at Rhodes, regia di Renny Rye, tratto da un racconto e forse neanche il più famoso, Triangolo a Rodi, che compare nella raccolta “Quattro casi per Hercule Poirot” edita da Mondadori e tradotta da Grazia Griffini e Lidia Lax, nel 1990 per il centenario dalla nascita, che ben si presta a questo mio piccolo ma entusiasta omaggio. Ho anche scelto Triangolo a Rodi perché avevo sottomano il libro, e ho potuto leggere il racconto più volte, e ho potuto rivedere anche l’episodio studiandone struttura e peculiarità e facendo i debiti raffronti.
Ma partiamo dal racconto, la cui trama se vogliamo è quanto meno esile. Poirot si trova in vacanza, (Poirot viaggia parecchio, va in Iraq, in Egitto, sull’Orient express, in Costa Azzurra o anche solo in campagna a ritemprarsi). In questo episodio va a Rodi, isola del scintillante Mediterraneo cara a tanti inglesi, giusto un accenno al fatto che era sotto il governo italiano – e vi rimase fino a metà del 1943-, (nel telefilm molti soldati italiani scorrazzano sull’ isola in tenuta da figli della lupa disprezzati dagli indigeni), poi la storia ruota intorno a un comunissimo triangolo amoroso, che in realtà non è affatto quello che appare a prima vista.
Insomma poche pagine e il lettore ha un’ idea di quanto la fantasia della Christie sia capace di creare illusioni, svelandole subito dopo sotto gli occhi (più o meno disorientati) del lettore come in un abile gioco di prestigio. Naturalmente Poirot capisce tutto, ma non ha modo di intervenire nè di fermare gli eventi che inevitabilmente porteranno al delitto. Se vogliamo questo racconto ha tutti gli elementi che poi la Christie amplierà nel romanzo Evil Under the Sun, (Corpi al sole), cambiando personaggi, nomi, moventi e anche l’isola se vogliamo, ma un senso di dejavu li unisce sicuramente.

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Da questa storia prende spunto la trama dell’episodio televisivo, prendendo numerose licenze poetiche pur mantenendosi fedele, a volte fin anche nei dialoghi, in un equilibrio forse davvero difficile da ripetere. Insomma è come se uno stato di grazia mettesse tutto al suo posto. L’episodio televisivo se vogliamo acuisce l’aspetto politico, il Poirot televisivo è fortemente antifascista, e antinazista e in molti episodi esprime chiaramente la sua avversione per Hitler e per l’occupazione del Belgio, e il suo esilio in Gran Bretagna ne è se vogliamo una diretta conseguenza, mentre nel racconto questo aspetto è forse meno marcato (unico accenno come prima dicevo che fa la Christie è l’occupazione italiana dell’isola).
Un’altra connotazione è la sua fede religiosa cattolica, spesso nelle puntate lo troviamo con un rosario in mano, o in una chiesa, testimone di una fede autentica e non posticcia, e in questo episodio proprio la conoscenza del credo cattolico lo spinge a scoprire una discrepanza che lo porterà dritto dritto a svelare la realtà dei fatti e il vero colpevole. Nel racconto è più tutto basato sulla perspicacia di Poirot nel conoscere il carattere delle persone, anche quando esse vogliono nascondere la loro vera natura.
Dicevo è una storia di inganni, di fraintendimenti, di personaggi che danno fumo negli occhi spostando l’attenzione dalla più classica dinamica che si possa pensare: un marito che ha sposato per denaro una donna e in realtà ne ama un’altra. Niente di più banale o squallido, ma la Christie nel pur minimo spazio che le concede un racconto, per dinamicità dell’intreccio, profondità psicologica dei personaggi e gusto per il paradosso dà un esempio di quanto la sua arte e la sua bravura siano capaci di fare.

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La critica sociale è velata ma ferrea e tagliente, l’avidità che porta al delitto è specchio di una società effimera e sfaccendata, di cui certo la Christie faceva parte ma ciò non le impediva di vederne le derive pur nascoste dall’effervescenza della coreografia. L’arte del pettegolezzo, all’opera nel personaggio della signorina Pamela Lyall, (una splendida Frances Low), l’ostentazione della ricchezza, che trova tragicamente ragion d’essere nel personaggio della viziata, e per certi versi ingenua, Mrs Valentine Dacres-Chantry, la parte della moglie tradita, (in cui una donna è giusto vista come vittima e sottomessa) recitata alla perfezione dall’ambigua Marjorie Gold, l’arrampicatore sociale, con i panni del bruto e sanguigno comandante di marina Tony Chantry (c’era un lui qualcosa della scimmia primordiale), e infine Mr Douglas Gold, l’uomo di paglia, di cui la Christie si limita a dire per bocca della Lyall “è un uomo tremendamente bello”.
Visione letteraria e visione filmica insomma si fondono, dando luce a mille sfaccettature diverse, meglio di così insomma è difficile trovare. E devo aggiungere che avendo avuto modo di vedere anche il telefilm doppiato in spagnolo, il doppiatore italiano Eugenio Marinelli contribuisce e non poco alla simpatia del personaggio.

Tappa del Blogathon I migliori film tratti dai libri. A questo link potete trovare l’elenco di tutti i blog partecipanti: qui.   

:: Lancio Blogathon: i migliori film tratti dai libri

7 giugno 2016

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Cos’è un Blogathon? Una maratona di blog che un dato giorno creano un evento online e tutti contemporaneamente pubblicano un articolo su un tema scelto. Detto in breve. Ma credo non esista una definizione assoluta per descriverlo. Ogni Blogathon ha peculiarità sue proprie e il suo successo è determinato da voi lettori, dai vostri commenti, dalle vostre visite. Il nostro si occuperà dei migliori film o serie tv tratti da un libro, che sia un racconto o un romanzo. La tappa è prevista per lunedì 20 giugno, per cui segnatevi questa data! Non rimarrete delusi. Il 20 giugno potrete infatti scorrere da blog a blog e trovare un post che parlerà di cinema e soprattutto di libri. Un’ occasione divertente insomma per parlare delle cose che amiamo di più. Un’ occasione per conoscere blog interessanti, film interessanti, libri interessanti. Non so se in Italia ne abbiano organizzati molti, è forse una pratica più in uso all’estero, tuttavia noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno e ricordatevi questo è il primo che organizziamo e a cui partecipiamo, per cui ci vorrà anche una buona dose di fortuna perché tutto sia perfetto.

Le regole:

  • Ogni blogger può scrivere un articolo in cui parla del film o della serie tv che più l’ha colpito, tratto da un libro, che sia un racconto o un romanzo. Può fare un raffronto tra film e libro, o parlare più del libro o del film, in massima libertà.
  • Ogni blogger è invitato a parlare di un libro/film diverso.
  • Nel post che si pubblicherà sarà inserito un link a questo post di lancio.
  • Il Blogathon avrà luogo il 20 Giugno. Ogni blogger posterà il suo articolo in quella data.
  • Siete ancora in tempo a partecipare, lasciate un commento con il nome del vostro blog, l’url e il film/libro scelto, sarete aggiunti nel nostro elenco. Più siamo insomma e più sarà divertente. Se volete maggiori informazioni potete contattarmi al mio recapito email: liberidiscrivere@gmail.com.

Roster con l’elenco dei blog partecipanti, in rigoroso ordine alfabetico:

Chiacchiere letterarie:  Les Miserables

Cine Fatti:  La città incantata al di là delle nebbie di Kashiwaba Sachiko

Il mondo di sopra: Spiderwick le cronache

L. Cassie Blog: Harry Potter

La finestra di Hopper: Dolores Claiborne di Stephen King

Liberi di scrivere: Triangolo a Rodi

Living for books: Jurassic Park

Milioni di particelle: Le cronache di Narnia

New Adult Italia: Colpa delle stelle

Otiumentis: Venuto al mondo

Over the hill and far away: Le nebbie di Avalon

Questione di Libri: Misery non deve morire

Romance e non solo: Divergent

Scheggia tra le pagine: Le dodici domande/ The millionaire

Storie Da Birreria: Il congresso di futurologia di Stanislaw Lem

Strategie evolutive: “Il Lungo Addio”, di Raymond Chandler

The Ink Spell: I passi dell’amore

Universi incantati: Il lato positivo

Walk in wonderland: Shadowhunters- Città di ossa

Whisper: la voce del tempo: One day di David Nicholls

 

:: Blogtour – Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco (Newton Compton, 2016) – seconda tappa

5 aprile 2016

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Eccoci arrivati alla seconda tappa del blogtour dedicato a Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco di Franco Matteucci edito da Newton Compton. Ricordo che l’editore metterà in palio due copie del libro che voi lettori potrete vincere seguendo le semplici istruzioni che troverete alla fine del post, trasformando questo simpatico blogtour in un’ autentica caccia al tesoro. In questa tappa ci sarà un approfondimento dei personaggi e dei luoghi del romanzo che anticipo è ambientato, come tutti gli altri volume della serie, a Valdiluce, bellissimo borgo montano. Siete pronti (e anche un po’ curiosi)? Bene, continuate a leggere.

֎ I personaggi ֎

Marzio Santoni detto Lupo Bianco, ispettore del posto di Polizia di Valdiluce e protagonista indiscusso di Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco, come della serie. Un ragazzone di montagna atletico, sportivo, lunghi capelli biondi, occhi azzurri. Appena lasciato dalla sua fidanzata, campionessa mondiale di sci. Schivo, per certi versi più un orso che un lupo, odia le telecamere e i giornalisti, ama la natura, l’aria aperta e la sua valle. Amato dai suoi colleghi, rispettato per le sue doti investigative.

Bruna, occhi marroni, tre cuccioli, esemplare femmina di orso bruno.  L’orsa di Validiluce, la mascotte del paese. Simpatica, giocherellona. Peso 100 kili, età cinque anni, alta più di due metri. Dotata di collare satellitare.

Katia Guardì, napoletana, in prestito alle montagne, veterinaria specializzata in plantigradi. A suo modo eccentrica, lo testimoniano le strie turchesi tra i capelli neri tagliati corti. Una donna minuta ma tosta. Sottile, non troppo alta, carattere determinato, ma non privo di dolcezza. Quarant’anni, profuma di bosco con una punta di felce. Volto disegnato con garbo, struccata, con un paio di occhialini tondi di metallo. Occhi grigi.

Kristal Beretta, assistente di Santoni. L’audacia non è il suo forte, mai aveva voluto salire sugli sci. Detesta neve e montagna, ma è onesto, leale, molto coscienzioso nel suo lavoro. Soffre il freddo e mangia di continuo cioccolatini, adora i Ferrero Rocher. Si veste da cittadino con giacca e cravatta e non calza scarponi ma un paio di mocassini. Fedeltà alla legge e all’ispettore colmano le imperfezioni.

Spartaco Tassi detto Zubo, guardia forestale, ragazzone sulla trentina, è un montanaro, vive nei boschi e sua ragione di vita è difendere gli animali selvatici, stanare i bracconieri, difendere gli alberi. Veste sempre in divisa, ma senza armi. Ha una forza eccezzionale e non sono pochi i bracconieri che ha mandato all’ospedale con le ossa rotte. Aveva il compito di monitorare Bruna.

֎ I luoghi ֎

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Valdiluce d’estate

Il romanzo è ambientato a Valdiluce, piccolo borgo montano tipico e caratteristico, circondato da valli, boschi e montagne. Centro internazionale di base jumping, il paese appare ordinato, con le sue strade pulite, le piste di sci, battute con cura, con i suoi impianti di risalita. Un cosmo tranquailloe  placido come quello delle favole.  Intorno foreste di abeti, intiepidite dal sole, odorose di resina mischiata al larice. Si scorgono il Monte Sassone, il monte chiamato Dente della Vecchia, la Valnera, il fiume Marti, il lago Turchino, tutti luoghi reali, non partoriti dalla fantsia dell’ autore, di un’area protetta abitata da volpi, orsi, falchi. Ci sono grotte, rifugi alpini, alberghi.  Un’area incontaminata che stride con i fatti sanguinosi narrati nel romanzo.

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Valdiluce di inverno

Valdiluce, situata a 1500 metri sul livello del mare, è circondata dalle montagne dell’arco appenninico tosco-emiliano. La Valle è dotata di 6 impianti di risalita su 14 km di piste collegate alle restanti 36 del comprensorio Abetone-Montagna Pistoiese. Chi vuole minacciare la pace della valle? Ecco l’interrogativo che troverà spiegazione solo nelle ultime pagine del romanzo. Buona lettura.

֎ Per partecipare al giveaway ֎

La Newton Compton mette in palio due copie del romanzo. Se volete concorrere all’estrazione che si terrà il 15 aprile sul blog “Il flauto di Pan” seguite queste semplici istruzioni:
–Commentate tutte le tappe del tour.
–Diventate
follower dei blog partecipanti.
–Mettete “mi piace” alla pagina FB di Newton Compton.
–Lasciate la vostra email dove potervi contattare in caso di vittoria
Sistema di estrazione: random org

Non perdete la prossima tappa su Thriller Magazine.

Tutte le tappe:

Prima tappa: Blog Expres 1 aprile
Seconda tappa:  Liberi di scrivere 5 aprile
Terza tappa:  Thriller Magazine 7 aprile
Quarta tappa: Thriller Pages 12 aprile
Quinta tappa: Il flauto di Pan  15 aprile (con estrazione giveaway)

֎ Nota ֎

Si segnala l’impossibilità per motivi tecnici di commentare su Thriller Magazine, si comunica ai partecipanti che anche non riuscenso a commentare quella tappa la partecipazione vale lo stesso, e tutti sarete conteggiati per l’estrazione che si terrà il 17 aprile.

L’estrazione è stata effettuata, potete sapere i vincitori a questo link: qui.