Posts Tagged ‘JK Rowling’

:: Buon compleanno Harry Potter, a cura di Elena Romanello

30 giugno 2017

HarryPotterELaPietraFilosofaleIl 26 giugno del 1997 usciva in sordina in Gran Bretagna quello che era destinato a diventare un fenomeno letterario a livello mondiale, cioè l’opera prima di un’autrice disoccupata che campava di sussidi passando le sue giornate in un pub a Edimburgo per il riscaldamento dopo essere stata lasciata dal compagno con la sua figlia piccola.
Il libro in questione era il primo della saga di Harry Potter, Harry Potter and the sorcener’s stone, in Italia Harry Potter e la pietra filosofale, a cui sono seguiti poi gli altri sei, con un successo crescente e proporzionale alla mole delle pagine che aumentavano via via.
Facile fare battute e fare gli snob di fronte ad un successo popolare: la serie di Harry Potter ha vari pregi, oltre a quello di aver dato una speranza a tutti gli aspiranti scrittori, anche se non è facile comunque avere l’abilità di J. K. Rowling nell’inventare un mondo, e forse nemmeno la sua fortuna.
Innanzitutto la storia del maghetto occhialuto ha spinto i giovanissimi a scoprire l’amore per la lettura, la voglia di immergersi in tomi spessi e con una trama non banale, con personaggi che crescevano con loro, aspettando il prossimo capitolo con interesse, come capitava ai tempi dei grandi romanzi popolari dell’Ottocento, da Dickens in poi, i grossi ispiratori di Harry Potter, innanzitutto una storia di formazione e crescita prima che un fantasy.
Poi è stata una saga per ragazzi ma non solo per loro: a differenza di altri libri usciti sull’onda, più simili a romanzetti Harmony, Harry Potter è godibilissimo anche se si è adulti, per l’ironia, per il richiamo alla grande letteratura, per la trama interessante che sa tenere attaccati alle pagine e le tematiche proposte.
Con il filtro del fantastico infatti J.K. Rowling ha parlato nei suoi libri di ingiustizie sociali, di razzismo, di totalitarismi, di bullismo, della necessità di costruire un mondo migliore, il tutto in maniera appassionante e senza facile retorica, una trappola in cui sarebbe stato facile cadere.
Ovviamente l’elemento fantastico è importantissimo, e la grandezza dell’autrice è quella di aver costruito un mondo in cui ci sono archetipi di tutte le culture e immaginari, da quello classico a quello orientale, passando per leggende e tradizioni partendo dal mondo arturiano, con una lotta tra bene e male che parte dal tema del predestinato ma che racconta in realtà l’odio verso il diverso presente in ogni ideologia estrema. In Harry Potter ci sono fate, sirene, maghi simili a Merlino come Silente, streghe, folletti, tappeti volanti, fenici e mille altre suggestioni, e ognuno, a qualunque età, può trovare qualcosa che lo ispira.
Se si vuole scegliere un personaggio della serie come interesse e complessità, tra i molti non si può non citare il professor Piton, classico insegnante odioso fin dall’inizio che ad un tratto sembra essere dalla parte del perfido Voldemort, ma che in realtà si rivela un eroe tragico che ha fatto il doppio gioco in ricordo del suo amore impossibile per la mamma di Harry Potter, sacrificando poi anche la sua vita e stravolgendo le certezze dei lettori.
Non si può parlare di Harry Potter senza citare i film tratti, che hanno fatto conoscere anche ad un pubblico non del settore gli ottimi attori e attrici della scuola britannica, da Maggie Smith a Ralph Fiennes, dal compianto Alan Rickman a Helena Bonham Carter, da Gary Oldman a Emma Thompson, accanto ai giovanissimi interpreti del protagonista e dei suoi amici.
Tra i tanti messaggi che ha lanciato Harry Potter, forse quello più emblematico è contenuto nella fiaba raccontata all’interno del libro de I doni della morte, rilettura di una storia archetipa presente in varie culture, in cui tre fratelli accettano dalla Morte altrettanti doni, una bacchetta magica che dà potere assoluto, una pietra che risveglia i morti e un mantello che rende invisibili. Alla fine non vince chi voleva poteri assoluti, ma chi ha scelto di vivere fino in fondo, e questo suggerisce la saga di Harry Potter, di vivere al meglio la propria vita.
In ogni caso, anche se la serie di libri e film si è ormai conclusa, tra prequel, spettacoli teatrali, parchi a tema e altro ancora Harry Potter ha ancora molto da dire ai suoi appassionati presenti e futuri. E non è da poco per un mondo partito da un libro, un libro su cui alla fine in pochi credevano e che si è rivelato quello che tutti sappiamo.

:: Blogathon “Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II”: Harry Potter e la Pietra Filosofale

31 luglio 2016

Prima di lasciarci per questa breve pausa estiva ecco il nostro ultimo post dedicato a una bellissima iniziativa in onore del maghetto più famoso della letteratura per ragazzi: Harry Potter, chi se no? Il blog Over The hills and far away ha infatti lanciato una blogathon, una maratona di blog, in occasione dell’uscita oggi 31 luglio, di Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II. Per conoscere tutti gli altri blog partecipanti e i relativi argomenti trattati vi invito a visitare il post di lancio.

HarryPotterELaPietraFilosofaleNella mia tappa mi occuperò di recensire il primo libro della serie, Harry Potter e la Pietra Filosofale, e cercherò di farlo in un modo un po’ speciale, per lo meno diverso dal solito. Recensioni del libro in rete ce ne sono centinaia, per cui più che parlarvi della trama, delle incoerenze che hanno notato alcuni recensori e lettori, del modo in cui noi grandi ci siamo quasi appropriati della serie, togliendola quasi agli originari destinatari, i ragazzi, cercherò di esprimervi le mie riflessioni durante la lettura. Riflessioni di un adulto che legge un libro per l’infanzia, un adulto quanto mai babbano, privo di quella magia che ancora possiedono i ragazzi. E non è forse la fantasia ancora incorrotta della loro età la vera magia, che la Rowling ha proiettato in questi libri, ironici, divertenti, leggeri, poetici. La fantasia, l’amicizia, il potere dell’amore, la capacità di vincere il male con il bene, cose a cui molto spesso gli adulti hanno smesso di credere, condannandosi a esistenze grigie e deprimenti.
Spazzando via anni e anni di polemiche sul fatto che sia un libro diseducativo o meno, che sembrano comunque non aver scalfito il successo mondiale di questi libri, mi concentrerei su alcune riflessioni dedicate ai genitori che si interrogano se fare o no leggere questi libri ai loro figli, nell’età più vulnerabile della crescita. Avendo letto solo il primo volume e non essendo una potteriana storica, forse le mie osservazioni potranno parere alquanto parziali, ma mi sforzerò che almeno siano obiettive e senza pregiudizi. Harry Potter e la Pietra Filosofale è essenzialmente un fantasy, proiezione di un mondo in cui la magia, gli incantesimi, la stregoneria esistono. Sono parte fondante della realtà. Si studia per poterla applicare in scuole come Hogwarts e sebbene ci voglia predisposizione, ciò non toglie che i poteri si acquistino con lo studio e il duro lavoro, e si debba scegliere se usarli per il bene o per il male. Insomma il piccolo Harry cresce facendo delle scelte, operando delle precise prese di posizione, sebbene la tentazione del male sia sempre presente, anche solo quando escogita lo scherzo allo zoo al cugino Dudley.
Il lavoro psicologico della Rowling nel descrivere la psiche infantile è realistico e accurato, la sua visione materna del processo di crescita dei ragazzi presente, si vede che è una madre che osserva, ascolta i ragazzi e sa immedesimarsi nel loro mondo. Stare al gioco, consapevoli che la magia non esiste (risibili le accuse di fondamentalismo magico), ma è bello immaginare un mondo alternativo dove con una bacchetta magica si possa cambiare la realtà (molto spesso fatta di violenza e sopraffazione), fa parte dello stesso processo educativo che la Rowling mette in atto. Se la magia è appunto la fantasia, la Rowling sembra portarci in un mondo capace di meraviglia, di mistero, di straordinario. Aiutarli a distinguere poi la realtà dalla fantasia, spetterà ai genitori, agli insegnanti, agli educatori, non investiamo la Rowling di un peso che non le compete.
Harry Potter e la Pietra Filosofale fu pubblicato per la prima volta nel giugno del 1997 dalla casa editrice londinese Bloomsbury. Dopo un percorso piuttosto travagliato fatto di rifiuti. Sono ormai passati quasi vent’anni e i ragazzi di allora sono adulti. Nuove generazioni si accostano al libro e sembra con lo stesso medesimo interesse. Leggere questo libro ai propri figli è una cosa che viene fatta molto spesso, molte mie amiche con figli me ne accennano, e sembra che non annoi e non stanchi ancora dopo tutti questi anni. Siamo difronte a un testo ormai diventato un classico della letteratura per ragazzi, un libro che appunto nasconde strati adatti anche a interessare gli adulti. Rimandi filosofici, letterari, politici, educativi. Insomma ben più complesso di quanto lo stile apparentemente semplice con cui è scritto faccia pensare. Cosa abbastanza inconsueta, e forse il segreto del grande successo che ha conservato negli anni.
L’uscita di Harry Potter and the Cursed Child Parts I & II, proprio oggi in concomitanza con la nostra Blogathon, sembra confermarlo. Questo libro poi neanche scritto dalla Rowling, ma tratto da un suo soggetto, è stato il libro più prenotato di sempre. Un altro record dei tanti che la serie ha raggiunto. Buona lettura!

Joanne Rowling (Bristol, 31 luglio 1965) è una scrittrice britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo di J. K. Rowling (in cui “K” sta per Kathleen, nome della nonna). I suoi libri della saga potteriana hanno riscontrato un successo internazionale e hanno vinto numerosi premi; da essi è stata inoltre tratta una fortunata serie di film.

Source: acquisto personale.

:: Harry Potter e la maledizione dell’erede, script teatrale basato su una storia originale di J.K. Rowling, Jack Thorne e John Tiffany (Salani, 2016)

19 luglio 2016

Per i potteriani nascosti tra i miei lettori (eh sì, sono ovunque, si nascondono ovunque) una bella notizia: Salani ha svelato titolo e copertina dell’edizione italiana di Harry Potter and the Cursed Child Parte Uno e Due, non un romanzo ma il testo dello spettacolo teatrale che debutterà il 30 luglio a Londra, una storia originale di J.K. Rowling, Jack Thorne e John Tiffany. Il titolo italiano sarà: Harry Potter e la maledizione dell’erede. La copertina è fedele alla copertina originale. La traduzione a cura di Luigi Spagnol, Presidente di Salani. Non sono una potteriana storica, mi sono avvicinata per la prima volta al primo episodio per un Blogathon, e la cosa sorprendente è che “mi piace”. Trovo l’umorismo dell’autrice molto nelle mie corde. Ecco la copertina. Il libro è già prenotabile, poi sarà disponibile il 24 settembre.

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