Archivio dell'autore

:: Afrodita di Isabel Allende (Universale Economica Feltrinelli, 1998) a cura di Elisa Napoli

25 marzo 2019

afrodita imageAfrodita, un viaggio tra i sensi, tra le fantasie più perverse e goderecce della tavola e della vita, un mémoire di ricordi e racconti personali condito da ricette succulente e gustose. L’amore e la cucina si uniscono in un mélange perfetto nel quale erotismo e cibo sono per la Allende un binomio prelibato ed irrinunciabile, il cui confine è talmente labile da confondersi. Afrodita vuole essere un viaggio guidato dal piacere del palato e dalle tre guide che hanno accompagnato la stesura dello stesso: Isabel, straordinaria e divertente nella sua inclinazione ciceronica, Panchita, fantasiosa ed intuitiva cuoca nonché madre dell’autrice, e Robert, amico e abile disegnatore di ninfe e satiri baccanti protagonisti del libro. Non è un ricettario ma un qualcosa di unico, di atipico, un testo nel quale la lussuria e l’erotismo accompagnano questa interessante lettura, sapientemente indirizzata dalla sensualità e dall’autoironia di una scrittrice che, per la prima volta, si mostra per come è. Non solo una delle autrici latinoamericane di maggior successo ma la regina della cucina che, rifuggendo dall’archetipo domestico, spazia nelle perversioni e nei piaceri risvegliando nella nostra mente desideri voluttuosi sapientemente accostati a succulenti piatti. Ciliegie civettuole, pere ubriache, sospiro di carciofi, mele stregate, salse ed entrées sono dei veri e propri inviti al peccato che noi tutti aneliamo volendone cibarci. Ma il vero piatto forte è l’amore, vissuto senza paracadute, senza freni, regole, con una buona dose di romanticismo e, perché no, di simpatia. Isabel Allende è estremamente esilarante, cinicamente divertente, capace di risvegliare primitivi istinti, ridestando ad uno ad uno i nostri sensi conducendoci verso il peccato originale che, a ben pensarci, altro non è che la disobbedienza di cui possiamo servirci in piccole dosi, in amore ed in cucina.

Isabel Allende è nata a Lima nel 1942, vivendo poi in Cile fino al 1973. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. È una delle voci più importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola.

Source Acquisto personale.

:: Follia di Patrick McGrath (Gli Adelphi, 1998) a cura di Elisa Napoli

17 dicembre 2018

folliaHo deciso di acquistare Follia dopo aver letto diverse recensioni positive elogianti questo romanzo, definito dai più come un viaggio psicologico in grado di tenere inchiodato il lettore in un susseguirsi di suspense e morbosa curiosità. Inutile negarlo, siamo tutti dei voyeurs, ci piace curiosare nella vita degli altri soprattutto se annega nell’ossessione, nella disperazione e nella violenza. Io stessa ho proseguito la lettura per vedere come terminavano le vicende di Edgar e Stella, la protagonista indiscussa del romanzo, ma anche la regina delle vite di tutti gli attori coinvolti. Moglie, amante, amica e madre, Stella recita con chiunque un copione diverso: è, al contempo, una donna affranta ed infelice, voracemente appassionata, talvolta approssimativa e da una vita procrastinatrice. Tutto inizia quando questa figura camaleontica (e per nulla risolta, oserei dire) conosce Edgar Starck, un paziente in cura nel manicomio in cui lavora suo marito Max, un brillante psichiatra. Fin da subito compie una scelta che, per quanto cerchi di negare a se stessa, sarà indicativa della noia nella quale versa la sua vita domestica, ma soprattutto sentimentale.

<<…avrebbe dovuto sapere che l’inganno corrode l’integrità di un matrimonio, e tenerne conto, ma non lo fece. Scelse di non farlo, e da questa scelta di comodo seguì tutto il resto>>.

Profondamente diverso da suo marito, Edgar (un uxoricida che non solo ha ucciso e decapitato la moglie ma l’ha anche enucleata) conosce Stella ad un ballo che si svolge all’interno del manicomio e i due, sotto gli occhi di tutti, danzano e chiacchierano. Si rivedranno poco dopo nel giardino dei Raphael e, da lì in poi, intrecceranno una relazione morbosa e ossessionante che culminerà nella distruzione. Ciò che mi ha profondamente colpito è come tutti, psichiatri e non, desiderino in qualche modo possedere questa donna bellissima, ben lontani dalla consapevolezza che sotto il mantello sacrificale dimori invece un animale assetato e astuto. Edgar è il solo ad averlo intuito ma è anche l’unica persona in grado di farle davvero del male, visto il suo passato. E, se tutto inizia da un ballo, lì si conclude: con lo stesso identico abito usato un anno prima, Stella, sfida gli sguardi del mondo psichiatrico celando nel suo cuore il peso di una scelta che la renderà finalmente libera, e non più prigioniera.

Patrick McGrath è cresciuto in Inghilterra e vive tra Londra e New York. Di lui sono apparsi presso Adelphi Il morbo di Haggard (1999) e Grottesco (2000). Follia è stato pubblicato per la prima volta nel 1996.

Source Acquisto personale.

:: Il caso Versace di Maureen Orth (tre60, 2018) a cura di Elisa Napoli

10 settembre 2018

Il caso versace immagineSe vi state chiedendo se sia possibile commettere cinque, e sottolineo cinque, omicidi girovagando indisturbati per l’America di fine anni ‘90 (alla guida di un camioncino rosso e macchine rubate) la risposta, per quanto sia assurda e atipica, è straordinariamente SI. O almeno, qualcuno ci è riuscito.
Questa è la storia di Andrew Cunanan.
Un uomo all’apparenza qualunque che, in soli due mesi, ha tolto la vita a cinque persone tra cui il famoso stilista ed icona gay Gianni Versace da cui prende il titolo il libro; Andrew, nato da padre filippino e madre di origine italiana, estremamente viziato fin da piccolo, cresce bramando il lusso e dai 13 anni in poi si pone costantemente sotto i riflettori e al centro dell’attenzione tanto da rinnegare la sua modesta famiglia, arrivando, talvolta, a presentarsi sotto mentite spoglie.
Ovunque, leggendo, si percepisce la disfunzionalità di Cunanan che

<<…spesso non sapeva dove finiva la sua persona e dove cominciavano gli altri e, quando si avvicinava a qualcuno, tendeva a diventare lui>>.

Ovunque si respirano la follia e il complesso di superiorità tipico della persona narcisista: “Après moi, le déluge” (Dopo di me, il diluvio) è la frase che appone sotto la sua fotografia nell’annuario scolastico del liceo.
Leggere “Il caso Versace” ha significato, per me, provare a comprendere la follia omicida di un istrionico uomo che da bravo mitomane e bugiardo seriale qual è, vive la sua vita nella più totale finzione e cova dentro di se l’unico desiderio impossibile da realizzare: diventare un mito, una leggenda, una persona celebre. E allora cosa succede quando la consapevolezza che questo non arriverà mai gli arriva dritta in faccia? Elimina l’unico uomo che, da sempre, lo ha ossessionato e che rappresenta tutto ciò a cui lui non può auspicare: con due colpi al collo, fredda la personificazione del successo, Gianni Versace.
Mettetevi comodi e iniziate la discesa verso questo mondo sporco fatto di bugie, sogni, soldi, vizi, sesso, superficialità, lusso, finzione… arriverete agli inferi, all’interno di una torbida e sconvolgente vicenda sulla quale è stata basata la seconda stagione della famosa serie tv “American Crime Story”.

Maureen Orth ha collaborato con alcune delle più importanti testate americane, tra cui Newsweek, Vogue, The Washington Post, The New York Times, Rolling Stone ed Esquire. Dal 1988 lavora per Vanity Fair, dove si occupa di giornalismo investigativo. Vive a Washington.

Source: omaggio dell’editore al recensore.

:: Attraversare i muri di Marina Abramović (Giunti Editore 2017) a cura di Elisa Napoli

6 giugno 2018

“DATTRAVERSARE I MURIedico questo libro agli AMICI e ai NEMICI”.

Inizia così la biografia di Marina Abramović, artista rivoluzionaria, pasionaria, instancabile e geniale performer dedita in toto al suo lavoro. Attraversare i muri non è solo il titolo di queste 400 pagine, dalle quali si fatica a staccarsi, ma è il resoconto della straordinaria vita di una donna che ha creduto di farcela e spera che questo libro sia di ispirazione a tutti coloro che hanno un sogno, perché “non esistono ostacoli insuperabili se si ha la forza di volontà e se si ama ciò che si fa”. Di ostacoli Marina ne ha superati tanti: nata nella Jugoslavia postbellica in una famiglia dove il ruolo matriarcale ha profondamente segnato la sua vita, cresce con la nonna Milica fino a 6 anni quando poi, a seguito della nascita del fratello, viene riaccolta dai genitori in un clima litigioso e privo di amore, se non verso il fratello maschio che diventa, da subito, il preferito. Mai un Natale felice, un gesto affettuoso, mai nulla fuori posto per via dell’ossessione materna verso la pulizia e l’ordine; Marina tuttavia cresce in un ambiente intellettuale ricco che la porta a voler essere, fin da bambina, un’artista. La madre, nonostante la mal sopportazione verso quella che sarebbe poi diventata la più grande performer esistente (capace di attirare più di 700.000 persone fuori da un museo), nutre un amore incondizionato per l’arte e la incoraggia, facendole certamente mancare l’affetto ma mai i soldi per i colori, i libri, il teatro. Le ferree regole vissute da bambina hanno forgiato un gigante, una donna incredibilmente forte a livello mentale e fisico, in grado di vivere l’amore e il lavoro, suoi baluardi fondamentali, in modo totalmente appassionato ed estremo: Marina ama e lo fa incondizionatamente, è insaziabile e pretenziosa, passionale e tumultuosa, sempre pronta a spingersi al limite fino al punto di vivere emozioni ed amori burrascosi in grado di farle sanguinare l’anima. Questa autobiografia ci fa entrare nel sodalizio artistico tra Marina e Ulay (suo compagno di lavoro e di vita per oltre 12 anni) e ci incanta, spingendoci a cercare non la metà perfetta della mela ma quella che ci ispira, ci prende per mano e ci conduce verso nuovi orizzonti. Nati nello stesso giorno dello stesso anno, i due artisti hanno creduto di essere, per molto tempo, una cosa sola, un’unica anima e, legati da uno strano filo invisibile, sono stati creatori di diverse performances fino all’ultima, alla muraglia cinese e al loro saluto finale. Tutto inizia dall’arte e lì si conclude. Se la sai accogliere Marina entra nella tua vita e attraversa il tuo di muro, si getta sfrontatamente contro di esso e, in qualche modo, ti cambia. Ti ispira. Perché di persone così, in grado davvero di muovere le masse, ce ne sono pochissime. Ti attrae perché è vita. E, se la riconosci, non puoi fare altro che respirarla, sentire l’energia vulcanica che ti attraversa e iniziare a creare il tuo mondo.

Marina Abramović cresciuta nell’ex Jugoslavia, è una leggendaria performance artist. Oggi vive fra New York e la Husdon Valley.

Source Acquisto personale.

:: L’impazienza di Penelope di Giovanna Di Verniere (bookabook 2017) a cura di Elisa Napoli

17 Maggio 2018

L’impLimpazienza-di-Penelope-copertinaazienza di Penelope è un libro che non si ha difficoltà a leggere, di circa 200 pagine ha il dono di essere una lettura scorrevole anche se un poco scontata. È la storia di una giovane Penelope moderna che rifiuta l’amore al quale preferisce la carriera, fino a quando non incontra Riccardo, un attore sposato, che le farà perdere letteralmente la testa, come tutte le grandi passioni sono in grado di fare. Virginia si troverà quindi a dover scegliere se restare legata ad un uomo inetto nel suo ruolo di marito e compagno o se darsi la possibilità di scegliere e di capire che “Il meglio deve ancora venire”. È la scelta che tutti dovremmo saper compiere tra un amore malato, insano ed irraggiungibile e noi stessi, pena la sopravvivenza; a chi non è capitato di struggersi inseguendo relazioni disastrose accompagnandoci alla persona sbagliata mentre quella giusta era chissà dove, forse, in compagnia di una altrettanto inadeguata? Attese vanificate, promesse calpestate, bugie sussurrate…l’amore non è affanno ma certezza, sicurezza, pace e forse la nostra Penelope lo capirà, getterà finalmente la sua tela e correrà incontro alla vita come tutte le donne sanno fare. A testa alta e con il sorriso, di chi sa rinascere più forte e intenso di prima.

Giovanna Di Verniere è nata a Salerno ed è cresciuta in Basilicata. Vive a Milano dove lavora come art director. Frequenta il Centro e Teatro Attivo di Milano e ha condotto un programma per una radio indipendente. L’impazienza di Penelope è il suo primo romanzo.

Source: omaggio dell’editore.