Minervino Murge, paesino pugliese vicino ad Altamura. Siamo negli anni che vanno dal 1215 al 1230. Messer Rinaldo Rufo è il falconiere imperiale del re di Sicilia, Re Federico, e lo sta seguendo in Germania per essere incoronato Imperatore dall’Arcivescovo di Magonza. Con Messer Rufo c’è al seguito anche la figlia Costanza, nata durante il viaggio, e la moglie, Madonna Yvette, che però non potrà assistere all’incoronazione perché proprio quel giorno, il 25 luglio 1215, partorirà Melisenda.
Ritornati alla loro terra natia, la famiglia Rufo passa il tempo a gestire le proprie terre e allevare falconi mentre le bambine crescono e la famiglia si allarga, infatti presto arriverà anche Sibilla e in seguito Alice e Violante.
Costanza e Melisenda però hanno due sogni molto importanti, per Costanza è un sogno nato il giorno dell’incoronazione di Re Federico, mente per Melisenda è nato e cresciuto seguendo il padre nel suo compito di falconiere: vogliono partecipare alla crociata, la prima per liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli e la seconda per imparare nuove tecniche di falconeria per poter seguire le orme del padre.
Purtroppo gli anni passano e la crociata è sempre più lontana, ogni volta che arriva il momento della partenza Re Federico ha un nuovo motivo per rimandarla, fino a quando nel 1227 finalmente si parte. Costanza e Melisenda si travestono da ragazzi e si dirigono a Brindisi per partire, ma un’epidemia le ferma e ferma tutte le partenze. Anche l’Imperatore si è ammalato e non può partire.
Viene quindi nuovamente rimandato tutto e le due ragazze sono deluse e amareggiate e ritornano a casa con Costanza gravemente malata.
Riescono a curarla, ma il suo umore rimarrà nero per la delusione, ma non sa che molti altri avvenimenti dovranno accadere e cambieranno per sempre la loro vita.
Un romanzo davvero spettacolare, uno dei migliori letti quest’anno che sa unire storia e fantasia in una narrazione leggera e avvincente, senza appesantimenti creati da descrizioni troppo lente o da parti storiche troppo saggistiche.
L’autrice descrive la vita della famiglia Rufo vista dal punto di vista di ogni membro della famiglia dando così al lettore una visuale completa e la possibilità di affezionarsi al personaggio con cui ha più empatia.
I personaggi sono molto diversi tra loro ma tutti mossi da una grande passione e da una grande forza di volontà che è un ottimo esempio per i ragazzi, infatti questo romanzo oltre a far sognare gli adulti è adatto anche per un target molto più giovane, dove il lettore giovane può trovare insegnamenti importanti, come l’amore per la famiglia, la forza di volontà nel voler realizzare i propri sogni e il buon senso di portare sempre a termine i propri compiti anche quando non corrispondono alle proprie volontà, ma quando si ha un dovere da compiere va compiuto.
La storia è avvincente e il fatto che ripercorra svariati anni permette al lettore di capire perfettamente la motivazione che spinge ogni singolo personaggio a fare determinate scelte.
Una saga familiare davvero tenera e intensa scritta con maestria che alla fine del libro ti lascia quel senso di malinconia che solo i grandi libri sanno fare.
Bianca Pitzorno nasce a Sassari nel 1942.
Dopo essersi laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Cagliari si trasferisce a Milano dove studia alla Scuola Superiore delle Comunicazioni specializzandosi in cinema e televisione.
Finiti gli studi ha lavorato presso la RAI di Milano seguendo programmi culturali e programmi per ragazzi. Ha anche lavorato come archeologa presso il Museo Nazionale G. A. Sanna a Sassari.
Autrice di testi teatrali, sceneggiature cinematografiche e televisive, dal 1970 al 2011 ha pubblicato circa cinquanta opere di saggistica e narrativa, sia per bambini che per adulti.
Traduttrice di molte opere straniere, tra cui anche Tolkien, ha permesso la diffusione in Italia di autori spagnoli e inglesi.
Nel 1998 ha ricevuto il premio dell’Unione Scrittori e Artisti Cubani La Rosa Bianca per la sua collaborazione con la Biblioteca Ruben Martinez Villena dell’Avana a Cuba.
Nel 1996 le viene conferita la laurea honoris causa dall’Università di Bologna in Scienze della Formazione e nel 2012 è stata fnalista al premio internazionale Hans Christian Andersen Award conferito dall’International Board on Books for Young People e considerato il premio nobel per la letteratura dell’infanzia.
Source: inviato al recensore dall’editore, ringraziamo Simona dell’Ufficio Stampa Vallardi.
Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.
Tag: Micol Borzatta
16 settembre 2016 alle 9:15 |
L’ha ribloggato su Quattro chiacchiere in compagniae ha commentato:
Recensione pubblicata sul blog Liberi di Scrivere con cui collaboro
8 giugno 2018 alle 0:56 |
[…] La bambina col falcone di Bianca Pitzorno […]