:: Intervista a Jacopo De Michelis responsabile della narrativa della Marsilio Editori a cura di Giulietta Iannone

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indexBenvenuto Jacopo su Liberidiscrivere e grazie per aver accettato la mia intervista. Iniziamo con le presentazioni. Parliamo di te. Chi è Jacopo De Michelis?

Ho 42 anni, sono sposato con un figlio, laureato in filosofia, nato a Milano, da cinque anni vivo a Venezia. Lavoro in Marsilio come responsabile della narrativa e insegno narratologia alla Naba di Milano.

Responsabile della narrativa di Marsilio Editori, editor, traduttore, consulente editoriale, hai un curriculum di tutto rispetto per essere così giovane. La scrittura in un certo senso è tutta la tua vita; cosa in realtà ami di più fare?

Più che la scrittura, la lettura. Sono in un certo senso un lettore professionista. E quello che amo fare è precisamente ciò che faccio. Il mio è un lavoro che si può svolgere solo se mossi da una grande passione, un’ossessione quasi, perché lo spunto per un buon libro può nascere in qualsiasi momento e occasione della giornata, bisogna tenere le antenne drizzate ventiquattrore su ventiquattro.

Sei sicuramente un sensibile talent scout. Cosa deve scattare secondo te perché  un autore esordiente diventi tra virgolette di successo?

Posso dire cosa deve scattare perché mi venga voglia di pubblicare un esordiente: devo sentire nel testo una voce autentica, personale, originale, e devo trovarci una storia capace di coinvolgere il lettore e di suscitargli delle emozioni. Quanto al successo, è  determinato da fattori così aleatori e imprevedibili che è  impossibile darne la ricetta. Il successo, diceva qualcuno, è un participio passato, lo si riconosce solo dopo che è arrivato, se ne può parlare solo ex post.

Hai mai pensato di passare dall’altra parte e diventare anche scrittore?

Credo che chiunque faccia questo lavoro prima o poi abbia ceduto alla tentazione di scrivere, ma passare buona parte delle mie giornate a stroncare le aspirazione letterarie altrui mi ha reso iper-critico verso le mie.

Alla Marsilio avete un catalogo di tutto rispetto per una casa editrice medio-piccola. Quali sono i segreti che vi hanno permesso di raggiungere un tale obbiettivo di prestigio. La cura dei dettagli, l’amore per il rischio, la fortuna? Suggeriscimi tu altre motivazioni.

In parte quelli che hai citato, tranne il rischio: per arrivare a festeggiare cinquant’anni di attività come farà l’anno prossimo la Marsilio, è molto più importante la virtù della prudenza. E poi: passione, fiuto, impegno, determinazione, rigore. E comunque, negli ultimi anni grazie a una crescita straordinaria siamo diventati una casa editrice medio-grande, e faremo di tutto per restarlo!

Oltre alle tradizionali tecniche di marketing editoriale quali forme innovative di promozione state sperimentando? Con che risultati?

La rete è il terreno d’elezione in questo senso: attenzione verso blog e siti letterari, presenza sui social network, i booktrailer che siamo stati la prima casa editrice in Italia a utilizzare, ecc. Con che risultati? Posso citare due casi a titolo di esempio: Studio illegale di Federico Baccomo alias Duchesne, un romanzo nato da un blog che ha venduto 30.000 copie e diventerà presto un film, e L’ombra del falco di Pierluigi Porazzi, un thriller d’esordio giunto alla seconda edizione quasi esclusivamente grazie agli entusiastici apprezzamenti ricevuti da siti e blog letterari e al passaparola in Rete.

Che strategie state attuando per avvicinare alla lettura anche il pubblico più giovane il più difficile da raggiungere per la tradizionale comunicazione editoriale?

In parte cerchiamo di pubblicare anche libri che possano incontrare i loro gusti, in parte cerchiamo di promuoverli con un linguaggio e delle modalità diversi da quelli tradizionali, che riescano a suscitare il loro interesse. Ma è assai difficile, confesso.

Il mercato editoriale sta per essere travolto dal digitale e dalle nuove tecnologie. Come vi state preparando a questo grande balzo? L’ebook sostituirà davvero il libro di carta?

Innanzitutto stiamo aggiornando tutti i contratti dei libri che ci interessa pubblicare in edizione elettronica. Dal punto di vista tecnico, saremo facilitati dalla partecipazione a Edigita, la piattaforma di distribuzione digitale creata da RCS (gruppo di cui facciamo parte), Feltrinelli e Gems/Messaggerie. Da alcuni mesi poi abbiamo istituito un gruppo di lavoro, che studia la questione, formula e valuta nuove idee e progetti ecc. E’ possibile che prima o poi l’ebook sostituirà del tutto il libro, ma credo che ci vorrà molto tempo, si tratterà di un passaggio generazionale. Certo è che in tempi brevi si ritaglierà una fetta del mercato, per cui sarà importante esserci fin da subito e sapersi muovere nel modo giusto.

Il giallo scandinavo e più precisamente svedese sta vivendo un vero e proprio boom ed è ricordiamolo un tratto distintivo della Marsilio. Pensate che questo fenomeno durerà ancora nel tempo e si consoliderà? Quali sono i nuovi autori scandinavi su cui puntate?

Credo che in questo momento la situazione del giallo svedese sia paragonabile al culmine di una bolla speculativa. C’è oggi una frenesia e direi quasi un’isteria al riguardo, si pubblica praticamente qualsiasi cosa venga da quell’area, presentandola con toni a dir poco enfatici. E come tutte le bolle più prima che poi si sgonfierà. La moda passerà, ma gli autori davvero validi resteranno. Noi continuiamo a puntare su tutti gli autori già presenti nel nostro catalogo, Henning Mankell e Camilla Lackberg in primis, di cui in autunno pubblicheremo due nuovi romanzi. E poi a gennaio 2011 uscirà la nostra nuova grande scoperta, un libro non ancora pubblicato neppure in Svezia i cui diritti di traduzione sono già stati venduti dopo aste accanite in 14 paesi: si tratta di La stella di Strindberg di Jan Wallentin (http://www.bonniergroupagency.se/1100/1100.asp?id=3812), un romanzo davvero strepitoso tra Il senso di Smilla per la neve, Il codice Da Vinci e i Viaggi straordinari di Jules Verne. 

Parliamo del lavoro dell’editor. Esiste una scuola che formi gl
i editors? Quali sono le doti principali richieste per questo difficile mestiere molte volto poco considerato? Consiglieresti ai giovani di intraprendere questa carriera?

Esistono buoni master per redattori editoriali, ma l’editor è un mestiere sotto molti aspetti artigianale, che si impara facendo una lunga gavetta. La dote principale è il fiuto: la capacità di intuire le qualità letterarie e le potenzialità commerciali di un testo. Lo consiglierei sono a chi fosse molto intraprendente, determinato, e spinto da una fortissima e profonda motivazione.

Parliamo degli errori più frequenti che rilevi nei manoscritti degli esordienti che a volte inficiano anche lavori con buone potenzialità. 

L’errore in assoluto più frequente – e più grave – è quello di non avere costantemente presente che si scrive per dei lettori, pochi o tanti che possano essere. Chi non lo fa ha ottime chance di non venire letto da nessuno.

Tra i vostri titoli di punta del 2010 c’è sicuramente Cella 211 di Fransico Perez Gandul, un libro interessante, innovativo, scritto da diverse prospettive, anche difficile per certi versi. Vi sta dando soddisfazioni?

Cella 211 è indubbiamente un ottimo thriller, originale e di qualità, e sta andando discretamente, anche se lo scarso successo avuto in Italia dal film (che in Spagna era stato una clamorosa rivelazione) ha dato al libro una spinta minore di quello che speravamo.

Sinceramente cosa ne pensi dell’ editoria a pagamento? Consiglieresti ad un autore esordiente per esempio di autoprodursi?

L’editoria a pagamento non è editoria, sconsiglierei decisamente.

Cosa bolle in pentola alla Marsilio? Progetti per il futuro?

Tanti altri buoni libri. Mi limito a citarne uno piuttosto curioso in quanto è già un caso a diversi mesi dalla pubblicazione (prevista per settembre): si tratta de L’eroe dei due mari dell’esordiente Giuliano Pavone.

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