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:: Dieci piccoli gialli 4 di Carlo Barbieri, Illustrazioni di Chiara Baglioni (Einaudi ragazzi, 2023) a cura di Patrizia Debicke

7 Maggio 2023

Dopo il successo di Dieci piccoli gialli, 1-2-3 ritorna il piccolo commissario Ciccio! Ovverosia : “Francesco, il bambino che tutti chiamavano Ciccio perché in Sicilia è il diminutivo di Francesco, ma forse anche perché era un po’ cicciottello”.
Un nuovo capitolo della serie dunque anche perché come per gli altri tre libri, l’incipit di Dieci piccoli gialli 4, antologia nuova di zecca con dieci casi da sbrogliare per il giovane aspirante commissario, sarà identico a quelli dei precedenti di Barbieri. Tutte le storie infatti cominciano nello stesso modo e, ma non sapremo mai, o almeno pare, quale sia il cognome di Francesco, il piccolo protagonista.
Insomma l’incipit diventa anche una specie di ritornello e fil rouge che lega tutte le storie.
Ne concludiamo che: incipit che funziona non si cambia. E poi, sissignori, suona bene perché con questa frase si capisce al volo che siamo davanti a una antologia destinata ai lettori “junior”.
Il protagonista potrebbe essere il piccolo Mancuso da bambino? E perché no? Ragionevole senz’altro. Il personaggio di un bambino precoce investigatore rimanda infatti a una plausibile infanzia di Francesco Mancuso, il commissario della Omicidi di Palermo protagonista di tutti gli intriganti thriller di Carlo Barbieri . Siciliano e autore di gialli. Gialli seriali perché ormai sapppiamo tutti che il seriale funziona ed è ben accetto dal pubblico di ogni età.
E poi questo Ciccio è un ragazzo davvero particolare, pieno d’arguzia, sensibile, curioso, osservatore e con la sua mania di ficcare il naso dappertutto bravo a fiutare e a risolvere i “casi” che gli si presentano.
Pertanto, per presentare questo nuovo capitolo di quella che ormai dovremmo definire la Saga di Ciccio, possiamo dire che ci sono 10 storie gialle destinate ai più piccoli, da risolvere alla svelta e in pochissime pagine!
Storie destinate a coloro, ragazzi dagli otto anni in su, che vogliono sentirsi dei detective! O magari vorrebbero somigliare a tanti eroi dello schermo grande o piccolo che sia.
Insomma dieci piccoli gialli, ma a conti fatti dieci fatti di vita quotidiana, dei racconti scritti per avvicinare la realtà del vissuto infantile ma e soprattutto lezioni di vita utili per recuperare alcune verità che tante volte ci sfuggono, perché ormai non siamo più dei ragazzi.
E Ciccio, che ormai la consuetudine fa definire il nostro Ciccio, dimostra con disinvoltura la sua capacità, cominciando nel primo racconto con lo scoprire il retroscena del furto dei preziosissimi Patak Doré subito da un gioielliere dove si era recato il giorno prima con il nonno per consigliargli un regalo per la mamma. Individuerà presto anche nel secondo il giochetto del ladro che ha rubato in casa del colonnello, dall’udito talmente fino da dover dormire con i tappi. Nel terzo poi, trovandosi per aver vinto un concorso in un albergo in vacanza con la mamma, smonterà il mistero del cartello “Non disturbare” che rischiava di incastrare una cameriera addetta ai piani. Nel quarto invece riuscirà a svelare il mistero dei rapinatori tanto bene informati mentre nel quinto farà arrestare una finta mendicante distratta. Nel sesto, con l’aiuto di un hacker della polizia, smonterà il trucco del plagio ai danni di un grande scrittore. Arrivati al settimo, riuscirà a spremersi le meningi e mettere all’angolo il rapinatore che colpiva le tabaccherie. Nell’ottavo viceversa l’eccessiva caduta delle foglie di un arancio amaro, piantato con i compagni in una pubblica aiuola, lo porterà a scoperchiare un pericoloso avvelenamento del terreno e, in seguito, nel nono saprà far luce sull’incomprensibile furto in una boutique di lusso, servendosi del confronto con due gocce d’acqua. Nel decimo ed ultimo infine, con l’esame del DNA, potrà far incastrare senza scampo il ladro mascherato…
Spesso la letteratura per ragazzi privilegia soprattutto lo spirito d’avventura, l’eroismo dei personaggi , ma Barbieri punta piuttosto sulle doti investigative del suo protagonista come lo spirito di osservazione, la raccolta di dettagli e preziosi indizi, servendosi anche di utili strumenti del mestiere: quali un cellulare per scattare sempre delle foto.
Gialli junior insomma che piuttosto che l’azione cara a tanti romanzi di azione all’americana privilegiano un percorso deduttivo tradizionale. Percorso che richiama abbastanza i classici di Sherlock Holmes, le mai dimenticate avventure di Maigret di Simenon e, se poi volessimo invece guardare a un orizzonte più italiano o meglio siciliano, quelli di Camilleri e il suo commissario Montalbano.

Carlo Barbieri, siciliano, scrittore «tardivo» come tanti suoi conterranei, ha vissuto a Teheran e a Il Cairo, e adesso risiede a Roma. È autore di gialli e racconti premiati in manifestazioni di prestigio come lo Scerbanenco@Lignano, Giallo Garda, Metropoli di Torino. Per Einaudi Ragazzi ha scritto Dieci piccoli gialli, Dieci piccoli gialli 2 entrambi premio speciale della giuria al Festival Giallo Garda e Dieci piccoli gialli 3. Al suo piccolo investigatore Ciccio è dedicata anche una collana di racconti singoli chiamata Piccoli gialli. Sempre per Einaudi Ragazzi ha scritto Pino Tanuso e l’incredibile SuperBike Ali-N.

Chiara Baglioni è un’illustratrice free-lance, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia della Scuola Nazionale di Cinema di Roma, e successivamente si è laureata all’Università di Firenze. Lavora per i maggiori editori italiani. Per il catalogo Einaudi ha di recente illustrato le nuove edizioni di Le avventure di Cipollino e di La torta in cielo di Gianni Rodari.

Ruby Bridges è entrata a scuola, Elisa Puricelli Guerra (Einaudi Ragazzi, 2021) A cura di Viviana Filippini

18 ottobre 2021

La storia di “Ruby Bridges è entrata a scuola” è stata scritta da Elisa Puricelli Guerra. La storia, edita da Einaudi Ragazzi, è ambientata nella New Orleans di oggi, dove c’è l’arresto di una giovane afroamericana accusata ingiustamente di aver causato un incendio nella scuola che frequenta. Il fatto evidenzia come, nonostante siano passati anni e decenni e siano state fatte tante battaglie e sacrifici per i diritti civili, purtroppo il razzismo è ancora presente e la tanto ricercata integrazione ha subito una battuta di arresto e un vero e proprio passo indietro. Ne sanno qualcosa Billie e Eric, due compagni di scuola dell’amica arrestata. Lei afroamericana, lui bianco, dopo una zuffa si troveranno a lavorare assieme per una ricerca. Tema: la storia di Ruby Bridges. In una prima fase della ricerca i due ragazzi lavoreranno separatamente, o meglio, Eric cercherà tutto il materiale utile su Ruby Bridges, poi lo porterà a Billie che avrà il compito di scrivere la storia della ragazzina, visto che lei ci sa davvero fare con la penna. Giorno dopo giorno però, la storia della piccola Ruby, la sua battaglia nell’America degli anni ’60 del secolo scorso per poter andare a scuola come tutti gli altri e con tutti gli altri bambini e il non essere più esclusa per il colore della pelle, porteranno i due adolescente ad avvicinarsi sempre di più. Billie e Eric scopriranno non solo di essere convinti che non è stata la compagna di scuola ad appiccare l’incendio, ma lavoreranno assieme per trovare le prove per scagionarla. I due protagonisti adolescenti sono diversi tra loro, ma allo stesso tempo scoprono di essere simili, perché tormentati nel loro giovane animo da una serie di ingiustizie a cui assistono, che subiscono e alle quali non riescono a trovare strumenti adatti per rispondere. Sarà proprio il lavorare gomito a gomito e il conoscersi, a permettere a Billie e a Eric di comprendere che lottare per il bene e per qualcosa in cui si crede è faticoso, provoca dolori e ammaccature, ma la tenacia e il fare insieme permettono di raggiungere buoni risultati e importanti traguardi. “Ruby Bridges è entrata a scuola” di Elisa Puricelli Guerra è un romanzo dal ritmo incalzante dove, tra passato e presente, si trattano temi ancora attuali come la discriminazione, la paura del diverso e l’odio razziale purtroppo ancora troppo radicati nelle nostre società. Accanto ed essi c’è il coraggio del quale serve dotarsi per portare avanti una vera e propria lotta per l’emancipazione umana che restituisca la dignità e la libertà alle persone.

Elisa Puricelli Guerra è nata a Milano nel 1970. Lettrice insaziabile, dal 1998 si dedica alla letteratura per ragazzi come autrice, editor e traduttrice. Ha pubblicato diversi romanzi che spesso hanno per protagonisti brillanti ragazze e ragazzi dai capelli rossi. Tra i riconoscimenti ottenuti, nel 2013 ha vinto il «Premio Bancarellino» e il «Premio Castello di Sanguinetto» con il libro “Cuori di carta”. Per Einaudi ragazzi ha scritto anche “Ruby Bridges è entrata a scuola”. Ha inoltre scritto molti libri per le collane «Classicini», «Grandissimi» e «Che storia!».

Source: del recensore. Grazie a Anna De Giovanni e all’ufficio stampa di Einaudi Ragazzi.

:: “Io vengo da. Corale di voci straniere” Daniele Aristarco (Einaudi Ragazzi 2019) cura di Viviana Filippini

2 novembre 2019

Io-vengo-da-Corale-di-voci-straniere-AristarcoPoloni-Einaudi-Ragazzi“Da dove vieni?” Tante volte ci sarà capitato di udire questa domanda. Essa nelle scuole di oggi ritorna come un mantra, perché ci sono molti bambini stranieri. C’erano anche in passato, ma oggi sono più numerosi. Alcuni sono arrivati da poco, altri sono figli di persone giunte da lontano da altre terre, Paesi e Stati, nella speranza di avere un futuro nuovo. Alcune delle loro storie sono state raccolte da Daniele Aristarco nel suo libro “Io vengo da. Corale di voci straniere”, edito da Einaudi Ragazzi. Protagonisti sono i bambini e non solo, in questo caso, ci sono anche adulti, un tempo ragazzini, venuti a stare in Italia, da luoghi lontani. Ogni storia presente nelle pagine di questo libro diventa una vera e propria testimonianza di vita vissuta, perché quella domanda “Da dove vieni?”, alla quale sembra così semplice trovare una risposta, in realtà, se ci pensiamo bene, è in grado di mettere in moto una ricerca che va ben oltre il posto fisico dal quale si è partiti o dove si vive. Quel “Da dove vieni?” scatena nei piccoli protagonisti del libro di Aristarco una vera e propria ricerca, che li conduce ad un salto indietro nel tempo e anche a recuperare nella memoria, immagini del tempo andato. Un andare a ritroso che fa emergere nomi di Paesi lontani, amicizie importanti o situazioni politiche complesse che hanno costretto centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le loro terre. Usi, costumi, lingue e tradizioni diverse da quelle italiane. Il libro è coinvolgente, perché ogni ragazzino che racconta mette in evidenza non solo le cose belle provate nella propria vita, ma anche tanto altro che induce il lettore e pensare. Da una parte, ci sono le difficoltà vissute nel paese di origine e sono quelle che hanno costretto i protagonisti (maschi o femmine) e le loro famiglie e tante altre persone a decidere di partire, rischiando la vita sui barconi della speranza. Dall’altro, non mancano riferimenti ai problemi trovati nella terra di arrivo dove, la paura, il timore e il pregiudizio verso il “diverso”, hanno creato difficoltà di inserimento e integrazione agli immigrati. Tra le pagine del libro, realizzato con una copertina del tutto simile al passaporto, c’è chi arriva dall’Iran, dal Bangladesh, dalla Cina, dalla Romania, dall’Afghanistan e da tanti altri Stati. Poi, alla fine c’è una storia, un po’ più lontana nel tempo, ma vicina a dire il vero ed è la storia di Billie Holiday, cantante afroamericana nell’America segregazionista negli anni Trenta e Quaranta, dove neri e bianchi dovevano stare ben separati e mai mescolarsi (infatti c’erano il bus per soli neri, i locali e negozi per persone di colore, come le scuole e i bagni per soli neri). Una storia del passato che si ripete oggi, in modo diverso, con nomi diversi, ma dove la diversità (culturale e del colore della pelle o lingua) è ciò che allontana e separa. “Io vengo da. Corale di voci straniere” è sì davvero un coro di voci, dove Daniele Aristarco mette al centro temi importanti come l’amicizia, la crescita, il confronto tra culture diverse, l’ospitalità e l’integrazione – a volte un po’ più complessa del previsto- per chi arriva da lontano. Aristarco ci porta a conoscere mondi nuovi e diversi dal nostro, e dico “ci porta” per il semplice fatto che il libro è per ragazzi, ma dovrebbero leggerlo anche gli adulti, perché con questi frammenti di vite, Aristarco ci fa capire quanto a volte la storia possa ritornare (i migranti ci sono sempre stati nel corso del tempo, italiani compresi) e toccare tutti da vicino. Il libro presenta anche le illustrazioni di Giordano Poloni.

Daniele Aristarco è nato a Napoli nel 1977. È autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia che in Francia. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora si dedica ai libri per ragazzi e alla scrittura per il cinema e la radio. Drammaturgo e regista teatrale, ha vinto numerosi premi. Si occupa inoltre di laboratori di scrittura creativa per l’infanzia presso scuole, biblioteche e associazioni culturali. Nel nostro catalogo ha pubblicato Shakespeare in shorts – Dieci storie di William Shakespeare, eletto libro del mese di settembre 2016 dai radioascoltatori della trasmissione «Fahrenheit» di Radio 3 Rai, Io dico no! – Storie di eroica disobbedienza, inserito nella lista dei «White Ravens» 2017, Così è Pirandello (se vi pare) – I personaggi e le storie di Luigi Pirandello, Cose dell’altro secolo, Lucy, la prima donna, La nascita dell’uomo, Decameron, Fake – Non è vero ma ci credo, La diga del Vajont, Io dico sì! Storie di sfide e di futuro, Nikola Tesla, l’inventore del futuro e  Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi.

Source: richiesto dal recensore all’editore. Grazie Anna De Giovanni dell’ufficio stampa Einaudi Ragazzi.

:: Lettere a una dodicenne sul Fascismo di ieri e di oggi di Daniele Aristarco, (Einaudi Ragazzi. coll. Presenti Passati, 2019) a cura di Viviana Filippini

27 Maggio 2019

AristarcoDaniele Aristarco visita spesso scuole in lungo e in largo per l’Italia. Lo fa per raccontare il suo lavoro e i libri che scrive. Un giorno, mentre era in una scuola per parlare di William Shakespeare, la sua attenzione è stata colpita da una scritta sul banco di una ragazza (Giulia) assente quel giorno: Dux. Da quelle lettere incise sul banco, l’autore ha dato forma a “Lettere ad una dodicenne sul Fascismo di ieri e di oggi”, edito da Einaudi Ragazzi. Nel testo Aristarco mette su carta una serie di missive all’alunna assente per darle informazioni basilari e fondamentali su cosa fu il fascismo per l’Italia. Nel libro il lettore è messo nella posizione di Giulia, la destinataria degli scritti di Aristarco che racconta sì a lei, ma in realtà racconta anche a noi lettori. Tra le pagine viene ricostruita in modo ordinato e accurato l’origine del movimento fascista, come sì radicò nella società italiana del secolo scorso, fino al raggiungimento della fascistizzazione di massa. Aristarco però non si limita a raccontare del movimento che divenne un regime a tutti i livelli. Nelle pagine del testo edito da Einaudi, l’autore partenopeo definisce anche i profili biografici di Benito Mussolini e di ciò che mise in atto per ottenere consenso. Non manca nemmeno la parte nella quale si racconta cosa il Duce- Dux- fece per limitare e, in certi casi, fermare in modo definitivo l’agire di coloro che erano i suoi oppositori. Tra i bersagli del Fascio si ricordano le figure di Giacomo Matteotti rapito e assassinato da una squadra fascista, Antonio Gramsci tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, segretario e leader dal 1924 al 1927 dello stesso partito, mandato nel carcere di Turi dal regime fascista nel 1926 e anche Giordano Cavestro, fucilato a diciotto anni perché aveva creato un bollettino antifascista. Dal passato però Aristarco si sposta nel presente per raccontare come le spie, o le ceneri mai spente del tutto, di quel fascismo di ieri siano ancora presenti oggi. Esse sono come lì, latenti, pronte a scoppiare da un momento all’altro per scatenare terrore e paura tre le persone che quelle idee totalitarie non le condividono. Poi lo scrittore si domanda, e ci domanda, se esitano “medicine” ai regimi totalitari e ne individua quattro: leggere, informarsi, studiare e viaggiare. “Lettere ad una dodicenne sul Fascismo di ieri e di oggi” di Daniele Aristarco è un libro per bambini e ragazzi, ma lo consiglio anche ad un pubblico adulto, magari da leggere assieme -genitori e figli, o ragazzi e adulti – per capire quali furono le radici dalle quali presero il via i regimi dittatoriali che tanto terrore, distruzione e morte seminarono tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Per conoscerli ed evitare che pagine drammatiche della Storia si ripetano. Il libro edito da Einaudi ragazzi, inaugura una nuova collana editoriale: “Presenti passati”.

Daniele Aristarco è nato a Napoli nel 1977. È autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia che in Francia. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora si dedica ai libri per ragazzi e alla scrittura per il cinema e la radio. Drammaturgo e regista teatrale, ha vinto numerosi premi. Si occupa inoltre di laboratori di scrittura creativa per l’infanzia presso scuole, biblioteche e associazioni culturali. Nel nostro catalogo ha pubblicato Shakespeare in shorts – Dieci storie di William Shakespeare, eletto libro del mese di settembre 2016 dai radioascoltatori della trasmissione «Fahrenheit» di Radio 3 Rai, Io dico no! – Storie di eroica disobbedienza, inserito nella lista dei «White Ravens» 2017, Così è Pirandello (se vi pare) – I personaggi e le storie di Luigi Pirandello, Cose dell’altro secolo, Lucy, la prima donna, La nascita dell’uomo, Decameron, Fake – Non è vero ma ci credo, La diga del Vajont, Io dico sì! Storie di sfide e di futuro.

Source: richiesto all’editore. Grazie all’ufficio stampa e a Anna De Giovanni.

:: Imperfetta di Andrea Dorfman (Einaudi ragazzi 2019) a cura di Viviana Filippini

27 marzo 2019

Imperfetta-Dorfman-Einaudi-Ragazzi

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La storia di Andrea Dorfman, non è fiction, ma è vera, perché in “Imperfetta”, edito da Einaudi Ragazzi, l’autrice affronta un problema del tutto personale. Andrea si occupa del rapporto conflittuale che ha sempre avuto con il proprio naso. Un naso non proprio piccolo, ma “importante”, fin da quando l’autrice era bambina. Poi un giorno Andrea conosce un ragazzo –Dave-, i due iniziano una relazione a distanza, perché Andrea vive in Canada, mentre il suo ragazzo sta dall’altra parte del mondo. I due si scambiano lettere dove si raccontano le loro vite, i rispettivi lavori e anche le loro paure. Andrea ama il suo ragazzo, ma è un po’ in crisi perché lui di lavoro fa il chirurgo plastico e per Andrea e il suo naso, ecco è un rapporto un po’ sofferto, nel senso che la ragazza accetta sì il fatto che ci siano persone che si rivolgono al suo fidanzato per risolvere problemi di salute. Quello che Andrea non comprende sono coloro che invece si rivolgono a Dave per farsi modificare occhi, bocca o altre parti del corpo perché non le amano. Andrea si sente imperfetta e, come narra lei pagina dopo pagina, avrà nella sua vita di bambina e adolescente un rapporto molto complesso con il suo prominente naso, però non modificherà mai il suo aspetto. Andrea capisce che è proprio in quella che potrebbe essere considerata un’imperfezione, un difetto, che sta la sua perfezione. Nel senso che è proprio quel naso così evidente che rende Andrea unica, con un’identità specifica e del tutto personale. Il libro della Dorfman fa riflettere su quanto a volte il sentirsi “diversi” non dipende tanto e solo da noi, ma anche da coloro che ci circondano e dal mondo dove viviamo, nel quale non fanno altro che farci notare quello che, secondo loro, non va in noi. A rendere ancora più chiaro il messaggio di accettazione di sé, di rispetto per il prossimo per come è, ci sono le colorate tavole illustrate fatte dalla stessa Andrea. Esse donano alla storia tratta dal cortometraggio “Flawed”, candidato a un Emmy Award, una graphic novel ironica e garbata che fa anche un invito a sfidare quelli che sono gli stereotipi spesso imposti dai media e dalla della società di oggi, dove sembra contare più l’apparire, che l’essere vero e profondo delle persone. “Imperfetta” di Andrea Dorfman è un libro dove si chiama il lettore al rispetto di sé, del prossimo e delle diversità che si pongono, non come difetti, ma come caratteristiche e peculiarità che rendono ognuno di noi unico al mondo. Illustrazioni Andrea Dorfman. Traduzione Michele Piumini.

Andrea Dorfman è una premiata animatrice e regista cinematografica. Adattato dal film Flawed, candidato a un Emmy Award, Imperfetta è il primo libro pubblicato a suo nome. How to Be Alone, la video-poesia da lei realizzata insieme a Tanya Davis, ha totalizzato oltre otto milioni di visualizzazioni su Facebook ed è uscita come libro nel 2013. Vive a Halifax, Nuova Scozia, Canada.

Source: inviato dall’editore al recensore. Grazie ad Anna De Giovanni e all’ufficio stampa Einaudi Ragazzi.

:: Franco Basaglia, il Re dei matti di Davide Morosinotto (Einaudi ragazzi, 2018) a cura di Viviana Filippini

11 febbraio 2019

Franco Basaglia, il Re dei matti di Davide MorosinottoFranco Basaglia è stato uno psichiatra, neurologo, fondatore della concezione moderna della salute mentale e pure riformatore della disciplina psichiatrica in Italia. Nel 1978 venne approvata Legge Basaglia (legge 180/78), che stabilì la chiusura dei manicomi, ridonando la dignità di persona ai pazienti psichiatrici. In occasione della ricorrenza dei 40 anni dalla legge, nel 2018 è uscito “Franco Basaglia, il Re dei matti”, edito da Einaudi Ragazzi, scritto da Davide Morosinotto. Il volume, blu come il cavallo che Basaglia e i suoi pazienti di Trieste fecero per provare a cambiare le cose, è una storia nella quale l’autore racconta al lettore bambino o ragazzino la figura dello psichiatra. Protagonista però è Lisa, una bambina che scappa spesso di casa per andare a trovare la mamma. La donna è rinchiusa in un grande manicomio, in cima ad una collina, dove la piccola corre appena può, perché la sua mamma, essendo un po’ matta, non può stare con lei. Per entrare nel manicomio per poter abbracciare la mamma Lisa deve distrarre la guardia e intrufolarsi in quel luogo cupo, di terrore, pieno di sbarre, cancelli e porte serrate a chiave. Un’impresa non da poco per una bimba, ma con il nuovo direttore, un certo Franco, un signore un po’ strano, cominceranno a cambiare le cose. Anche la vita di Lisa, della sua mamma e della sua famiglia cambieranno in modo radicale. Morosinotto crea una storia toccante ed emozionante dove, attraverso il legame madre figlia messo a dura prova dalla reclusione del e nel manicomio, narra le condizioni di coloro che vivevano negli ospedali psichiatrici prima del 1978 e della legge che li fece chiudere. Lisa e la madre sono la rappresentazione di uno dei tanti casi che potrebbero essere accaduti nella realtà. Quello che colpisce è come l’autore sia riuscito con tatto e garbo a raccontare non solo quanto fosse dolorosa (emotivamente e fisicamente) la vita nei manicomi, ma anche come fosse difficile per i pazienti rapportarsi alla realtà esterna alla casa di cura. Chi usciva spesso era vittima di pregiudizi, dell’ignoranza di coloro che giudicavano senza sapere e di chiacchiere inutili e cattive – come accade alla mamma di Lisa – che non facevano altro che rendere ancora più complesso il processo di reinserimento nella società di coloro che spesso venivano definiti pazzi, folli, matti. Basaglia fece tanto per i pazienti del manicomio di Trieste e per tutti gli altri manicomi presenti in Italia. Franco Basaglia lottò per ridare ai pazienti la dignità tolta e usurpata, lottò per renderli di nuovo umani. Basaglia e i suoi ragazzi di Trieste in “Franco Basaglia, il re dei matti” combattono per dimostrare che quando l’umanità è in difficoltà deve imparare a dialogare, confrontarsi per trovare la giusta via che porti ad un rimedio, alla tranquillità e al rispetto per tutti. Il libro presenta una nota iniziale di Peppe dell’Acqua.

Davide Morosinotto è nato nel 1980 in una ridente cittadina ai piedi dei colli euganei e da molti anni vive in una casa ai piedi dei colli bolognesi. Fin da piccolo ha deciso che voleva raccontare delle storie e ha iniziato molto presto a scrivere. Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti letterari, tra cui il «Premio Andersen» per il miglior libro oltre i 12 anni con Il rinomato catalogo Walker & Dawn (Mondadori). È socio di Book on a Tree, una cooperativa di autori fondata da Pierdomenico Baccalario. Come scrittore di libri per ragazzi ha pubblicato più di trenta romanzi, anche se non sempre con il suo vero nome. Per Edizioni EL / Einaudi Ragazzi ha pubblicato il romanzo Il Libero Regno dei Ragazzi, Peppino Impastato, una voce libera, Il giro del mondo in 80 belle notizie e numerosi titoli nelle collane «Classicini», «Grandissimi», «In poche parole». Il suo ultimo libro è Franco Basaglia, il Re dei Matti.

Source: richiesto all’editore, grazie a Anna De Giovanni dell’ufficio stampa Einaudi Ragazzi.

:: Sette e uno – Sette bambini: otto storie (a cura di David Tolin) Gianni Rodari et al. (Edizioni EL 2017) a cura di Maria Anna Cingolo

19 ottobre 2017

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Nel 1962 l’Einaudi pubblicava per la prima volta Favole al telefono, un volumetto preziosissimo frutto del genio di Gianni Rodari. Tra le storie di questo libro si annovera Uno e sette che racconta di un bambino che è sette bambini: Paolo di Roma, Jean di Parigi, Kurt di Berlino, Juri di Mosca, Jimmy di New York, Ciù di Shangai e Pablo di Buenos Aires. Sono sette bambini diversi, i loro capelli sono di colore diverso e i loro padri hanno un lavoro diverso, eppure tutti sono lo stesso bambino di otto anni che sa leggere, scrivere e va i bicicletta senza mani, e tutti ridono nella stessa lingua.
Nel 2017 per le Edizioni EL è stato pubblicato Sette e uno. Sette bambini, otto storie, un libro a cura di David Tolin il quale ha chiesto a sette scrittori per bambini di varia nazionalità (Beatrice Masini, Bernard Friot, Ulrich Hub, Daria Wilke, Dana Alison Levy, Yu Liqiong, Jorge Lujàn) di presentare a loro modo uno dei bambini protagonisti della favola di Gianni Rodari. Ogni autore, a cui è stato assegnato un bambino connazionale, ha potuto immaginare liberamente la storia del suo personaggio, ad eccezione di alcune informazioni che Rodari fornisce nella sua favola e che andavano, ovviamente, rispettate. Sette e uno riunisce con naturalezza narrazioni in prima e in terza persona, discorsi diretti ed indiretti, stili polimorfi e colorati, la cui differenza è percepita come arricchimento e innovazione, come il valore aggiunto di sette voci autoriali diverse. Le illustrazioni, invece, sono tutte opera di Mariachiara Di Giorgio che dipinge in acquarelli delicati ed evocativi ciascuna storia. Le bellissime immagini non sono complesse ed affiancano il testo in modo chiaro e complementare, a volte riempendo il foglio intero, altre volte dividendolo con le parole, spesso giocandoci, come per esempio quando il disegno va ad incorniciare, in modo sempre diverso e distintivo, la prima pagina di ogni storia.
L’interezza dell’Uno è data dalla somma delle parti, così come accade nel corpo umano che si costituisce di più membra, tutte essenziali e importanti ma con funzionalità differenti. Allo stesso modo, per il mondo ogni singolo Paese e i suoi abitanti ricoprono un ruolo fondamentale, perché al di là del particolare, della cultura e delle tradizioni, il carattere che più di tutti ci contraddistingue è quello che ci accumuna: l’umanità. E allora questo libro, così come la favola di Rodari e in fondo l’intero Favole al telefono che l’autore dedica “a Paoletta Rodari e ai suoi amici di tutti i colori”, ha l’obiettivo civico di richiamare l’attenzione sull’importanza di una convivenza armonica e concorde, perché il desiderio di Pace germogli da subito nel cuore dei piccoli lettori e diventi realtà l’ultima frase di Uno e sette: “Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra perché tutti e sette sono un solo uomo”.

Traduzioni di David Tolin, Valentina Picelli, Arianna Tolin, Paolo Magagnin e Lidia Somma.

Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980), dopo il diploma magistrale per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda Guerra Mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «l’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto un enorme successo di pubblico e di critica e gli sono valse, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il Nobel della narrativa per l’infanzia.

Beatrice Masini è nata a Milano, dove vive e lavora. Giornalista, traduttrice, editor, scrive storie per bambini piccoli, romanzi per ragazzi e per adulti. I suoi lavori sono tradotti in una ventina di lingue.

Bernard Friot, nato a Saint-Piat in Francia, è uno dei piú originali scrittori per ragazzi. Durante gli anni d’insegnamento, a contatto con la creatività verbale e fantastica dei bambini, ha maturato lo stile che lo caratterizza. Molte sue storie, brevi ma intense, nascono con l’obiettivo di aiutare i ragazzi con difficoltà di lettura. Si autodefinisce uno «scrittore pubblico»: ha infatti la necessità di incontrare spesso i suoi giovani lettori. Anche in Italia, i suoi libri hanno riscosso grande successo.

Ulrich Hub è nato a Tubinga, in Germania, e vive attualmente a Berlino. Ha studiato recitazione presso l’Accademia di musica e teatro di Amburgo. Per cinque anni è stato attore in diversi teatri. Dal 1993 lavora come regista e scrive commedie e libri per bambini. Pluripremiato, è riconosciuto sia per il suo lavoro per adulti che per quello rivolto ai ragazzi.

Daria Wilke è nata a Mosca, in Russia, in una famiglia di burattinai. Ha studiato psicologia e pedagogia, e ha lavorato come giornalista. Oggi vive tra Vienna, dove lavora all’Istituto per le lingue slave, e la città natale. Scrive libri per ragazzi. Il suo romanzo The Jester’s Cap (Samokat Publishing House) è stato pubblicato negli Stati Uniti e in Norvegia. La sua parabola The Dustman è stata segnalata da IBBY nel White Ravens 2016.

Dana Alison Levy, nata e cresciuta negli Stati Uniti in New England, ha studiato letteratura inglese prima di frequentare una scuola di specializzazione in economia. Ora si dedica totalmente alla scrittura. Il suo primo romanzo, Quattro ragazzi e due papà, ha ricevuto numerosi riconoscimenti attribuiti dall’American Library Association, dal Bank Street College of Education e da «The Boston Globe». In America sono uscite anche le nuove avventure della famiglia Fletcher.

Yu Liqiong, nata nella provincia cinese di Anhui, è scrittrice, editrice e docente di letteratura per bambini. Attualmente è caporedattore dell’«Oriental Babies & Kids Magazine». Ha pubblicato numerose opere di prosa, teatro e critica. Tra gli albi illustrati, il piú conosciuto è Reunion and Take A Note, con il quale ha vinto il Feng Zikai Children’s Picture Book Award. Il suo testo è stato tradotto in inglese, giapponese, coreano e francese. L’autrice è molto impegnata in tutta la Cina nella promozione della lettura.

Jorge Luján, scrittore, musicista e architetto, è nato nella città di Córdoba, in Argentina, ma dalla fine degli anni Settanta vive in Messico. Ha pubblicato piú di quaranta libri ed è stato tradotto in una dozzina di lingue. Per il suo lavoro, sia esso di poesia, albi illustrati, narrativa o di traduzione, ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Jorge ha insegnato scrittura creativa alla University of Columbia di New York. I suoi lavori sono stati spesso oggetto di recital poetici e musicali in diversi Paesi d’America e in Europa.

(Le descrizioni degli autori sono contenute in Sette e uno. Sette bambini, otto storie)

Source: pdf del libro inviato al recensore dalla casa editrice. Si ringrazia Anna di Edizioni EL.

:: Liberi junior – Io dico no! Storie di eroica disobbedienza – Daniele Aristarco (Einaudi ragazzi 2017) a cura di Viviana Filippini

11 settembre 2017

io dico noQuante volte siamo stati rimproverati da grandi e da bambini per aver detto no? A me è successo una marea di volte, però “Io dico no! Storie di eroica disobbedienza” di Daniele Aristarco, è la dimostrazione che nel corso della millenaria storia del mondo certi “No” sono stati fondamentali. Nel libro edito da Einaudi ragazzi, Aristarco presenta le vicende umane di persone che, durante il loro vivere, hanno detto con forza no. Scelte che hanno scatenato cambiamenti di portata mondiale o che hanno dato il via a piccole trasformazioni civili, diventate certezze col passare del tempo. 35 sono i personaggi scelti da Aristarco, 35 vicende che, nonostante l’esito in alcuni casi non sia stato purtroppo positivo, sono la dimostrazione di come sia possibile agire per cambiare il mondo. Ogni storia può essere letta in relazione alla altre o come episodio a se stante e questo permetterà al piccolo lettore di conoscere anche un po’ delle esistenze di coloro che dissero “no”. Ecco profilarsi tra le pagine Prometeo con il suo no all’obbedienza, o Orfeo con il no alla morte e all’ignoranza. Si arriva poi a Socrate con il suo no all’ingiustizia o all’incoerenza, a Spartaco con il no alla schiavitù e alla matematica Ipazia con il suo no al fanatismo. Il libro di Aristarco fa davvero attraversare i secoli al lettore, dimostrando quanti sono coloro i quali, in nome di una giusta causa, sacrificarono la loro vita per il bene di tutti. Qualche altro no lo possiamo di certo ricordare in tempi a noi più vicini con Abramo Lincoln e il suo no alla schiavitù, Emile Zola con il famoso “J’accuse” e il no all’antisemitismo. Il no delle Suffragette alla discriminazione di genere, quello di Simon Wiesenthal all’impunità dei criminali nazisti. Anche il musicista Arturo Toscanini disse no, e lo affermò con forza in nome di un arte libera, che non si ponesse al servizio del potere. Come non citare Martin Luther King e il suo no al razzismo o Rosa Parks e il no alla disuguaglianza, con loro Nelson Mandela e il no all’apartheid. Tanti no, diversi tra loro, che hanno toccato le varie sfere del vissuto e allora ecco Charles Darwin col suo no all’antropocentrismo, il Dalai Lama con il no alla violenza, l’italiana Franca Viola con il no al matrimonio riparatore, o Anna Politovskaja con il no alla propaganda. Poi si arriva ai recenti casi di Malala Yousafzai e il suo no all’ignoranza o il no, ancora in atto, della poetessa iraniana Mahvash Sabet. I contenuti nel libro di Aristarco “Io dico no!” sono riferiti a coloro che hanno lottato in nome della libertà, perché a volte dire “no” non è essere capricciosi, ma opporsi alle ingiustizie. Illustrazioni di Nicolò Pellizzon. Età 10+.

Daniele Aristarco è nato a Napoli nel 1977. All’età di otto anni si è trasferito a Roma con la sua famiglia dove ancora oggi vive. Sin da piccolo ha sempre amato raccontare storie e ascoltarne, disegnarne, metterne in scena, musicarne. E così, da quando ha appreso a leggere e scrivere, si è occupato principalmente di questo: conoscere, inventare e raccontare storie. Ha svolto molti mestieri (magazziniere e libraio, attore e organizzatore culturale, speaker radiofonico e regista teatrale, ha persino insegnato Lettere alle scuole Medie). Ha scritto testi teatrali, programmi radiofonici, trasmissioni televisive. Ora scrive romanzi, racconti e saggi divulgativi di storia e cinema sia per gli adulti che per i giovani e i giovanissimi lettori. Con questi ultimi, prova a condividere i suoi giochi preferiti: le storie e la Storia. Si occupa inoltre di laboratori di scrittura creativa presso scuole, biblioteche e associazioni culturali. Ha pubblicato con le edizioni EL “Lucy, la prima donna”; “Cose dell’altro secolo” e “Shakespeare in shorts”, che a settembre 2016 è stato votato dai radioascoltatori della trasmissione «Fahrenheit» come libro del mese. Prossime uscite: “La nascita dell’uomo”.

Nicolò Pellizzon è nato a Verona nel 1985, è fumettista e illustratore. Il suo primo libro a fumetti ha vinto il premio al Treviso Comic Book Festival come miglior fumetto dell’anno. A partire dal 2014 ha iniziato a pubblicare i suoi libri con i migliori editori italiani di fumetti e a collaborare come illustratore con molti editori.

Source: inviato dall’editore al recensore, grazie ad Anna De Giovanni dell’ufficio stampa.

:: Liberi junior – Le Olimpiadi del coraggio, Paola Capriolo, (Einaudi ragazzi, 2017), a cura di Viviana Filippini

2 Maggio 2017

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Le Olimpiadi di Città del Messico nel giorno del 16 ottobre 1968 sono passate alla storia per uno scatto fotografico diventato indimenticabile. Quell’evento fu così importante che Paola Capriolo ne ha fatto un libro per ragazzi intitolato Le Olimpiadi del coraggio, edito da Einaudi Ragazzi. Molti di noi avranno visto almeno una volta nella vita quella fotografia. Nell’immagine si vedono sul podio della vittoria dei duecento metri piani due uomini dalla pelle scura con il capo chino mentre stanno sollevando un pugno coperto da un guanto nero. Con loro un terzo atleta, dalla pelle chiara e i capelli biondi. Lui non alzava nessuno pugno, ma dal secondo gradino del podio guardava dritto davanti a sé. Paola Capriolo porta il piccolo lettore alla scoperta della vita dei tre sportivi diventati protagonisti assoluti di quelle olimpiadi. I due afroamericani (John Carlos e Tommie Smith) fecero quale gesto come forma di protesta per le discriminazioni che le persone come loro, avendo una pelle diversa da quella bianca, erano vittime di repentini atti di discriminazione. Quei pugni chiusi, rivestiti da un guanto nero e la scelta volontaria di salire scalzi sul podio rappresentarono, nell’ottobre del 1968, la volontà di smuovere e sensibilizzare gli animi delle persone al problema del razzismo. Il terzo atleta, l’australiano Peter Norman, non abbandonò i due compagni d’avventura, anzi il suo salire sul podio fu, in un certo senso, una condivisione del gesto messo in atto dai due velocisti americani. Le Olimpiadi del coraggio raccontano sì quel 16 ottobre ma, allo stesso tempo, si addentrano nelle vite dei tre uomini coraggiosi che dopo l’evento sportivo non ebbero vita facile. Per Carlos, Smith e Norman non fu facile continuare a fare sport a livello agonistico, così come non fu facile trovare un lavoro e sostenere le proprie famiglie le quali, purtroppo, si frantumarono per sempre. Tanti dolori e ostacoli, compresi infortuni che limitarono la pratica dello sport, che non riuscirono a fermare i protagonisti di questa storia, perché il trio di amici, anche se lontani tra loro, fece una corsa, non sportiva, ma di impegno civile per portare avanti la loro battaglia per aiutare chi, a causa del colore della pelle o perché ritenuto “diverso”, veniva discriminato. Carlos, Smith e Norman furono tre grandi eroi in lotta per il rispetto condiviso, anche se spesso si scontrarono con ostilità spesso più grandi di loro. Solo negli anni 2000 iniziò, grazie ad un progetto realizzato da alcuni studenti americani, un vero e proprio processo di rivalutazione del loro agire e quel gesto sul podio di Città del Messico, tanto incompreso nel 1968 e anche per molti anni di seguito, oggi è stato riconosciuto come segno importante di una battaglia per i diritti degli uomini. Le Olimpiadi del coraggio di Paola Capriolo è una storia vera nella quale l’amicizia, l’uguaglianza, la speranza del cambiamento e l’accettazione del prossimo diverso da sé, sono i valori fondamentali da condividere per coltivare il bene e il rispetto  dell’umanità. Età di lettura: da 10 anni.

Paola Capriolo è nata a Milano nel 1962. Il suo amore per la scrittura e per le storie spazia dai classici della letteratura tedesca, che traduce con maestria, ai miti della tradizione europea, che reinventa con sensibilità tutta moderna, fino alle fiabe, che racconta con grazia. Le sue opere sono tradotte in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti. Tra i suoi libri: La grande Eulalia (Feltrinelli, 1988), Il doppio regno (Bompiani, 1991), La spettatrice (Bompiani, 1995), Una di loro (Bompiani, 2001), Qualcosa nella notte (Mondadori, 2003) e Una luce nerissima (Mondadori, 2005). A lei sono dedicati vari saggi e monografie. Nel 2012 è uscito per Bompiani, Caino.
Da anni si dedica con passione alla narrativa per ragazzi, affrontando per i giovani lettori i temi più scottanti dell’attualità e della storia recente. Con le Edizioni EL ha pubblicato tra gli altri No (2010), Io come te (2011), L’ordine delle cose (2013) e Partigiano Rita (2016).

Source: inviato dall’editore al recensore. Grazie ad Anna De Giovanni.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: IN POCHE PAROLE – Dal 13 maggio in libreria il nuovo progetto di Einaudi Ragazzi, a cura di Viviana Filippini

28 aprile 2016

freQuante volte noi lettori avremmo voluto leggere uno dei romanzi considerati classici della letteratura mondiale, ma tra una cosa e l’altra non ci siamo mai avvicinati alle loro pagine? A me è successo alcune volte, ma oggi, per avvicinare ai classici letterari i giovani lettori e anche gli adulti, la casa editrice Einaudi Ragazzi ha creato l’interessante progetto IN POCHE PAROLE”, una nuova collana di libri che con una modalità inedita aiuterà il lettore ad avvicinarsi ai grandi nomi e alla letteratura dei classici. La collana metterà radici nelle librerie il 13 maggio, lo stesso giorno in cui sarà presentata la Salone del libro di Torino, e permetterà a tutti coloro che non si sentono “forti lettori” di conoscere e scoprire i testi inseriti nell’ olimpo della letteratura mondiale. I libri della collana “IN POCHE PAROLE” saranno il mezzo ideale per apprendere in modo immediato e semplice opere memorabili come: Delitto e castigo, Orgoglio e pregiudizio, Il fu Mattia Pascal. Attenzione, la nuova collana della Einaudi Ragazzi non è una raccolta di riduzioni, di estratti o riscritture dei testi originari. No. Il progetto della Einaudi Ragazzi mette in atto un’accurata operazione di racconto dei classici, affidata alla scrittura di autori come Pierdomenico Baccalario, Davide Morosinotto, Paola Capriolo, Guido Sgardoli. L’intento della collana “IN POCHE PAROLE” non è quello di sostituire l’esperienza della lettura dei testi originali, ma di incentivarla, per far sì che i classici diventino opere letterarie davvero alla portata di tutti. Il lettore potrà quindi avvicinarsi ai personaggi e agli immortali intrecci narrativi, grazie ad un percorso di lettura che aiuterà il fruitore ad avere un approccio morbido con le eventuali asperità del testo originale. Un piccolo dettaglio tecnico tutti i libri in uscita hanno 112 pagine ed un costo di 8 euro.
Tra le prossime uscite:  Il fu Mattia Pascal, Davide Morosinotto (da Luigi Pirandello) Orgoglio e pregiudizio, Sabina Colloredo (da Jane Austen), Il ritratto di Dorian Gray, Guido Sgardoli (da Oscar Wilde).

Grazie ad Anna De Giovanni ufficio stampa Edizioni EL – Einaudi Ragazzi – Emme Edizioni.