Il 21 maggio del 1972 le giovanissime lettrici giapponesi del settimanale di shojo manga, fumetti per ragazze, Margaret Comics della Shueisha, possono leggere il primo episodio di una nuova storia, di un’autrice di 24 anni, Riyoko Ikeda, dal titolo Versailles no Bara, letteralmente La rosa di Versailles o Le rose di Versailles.
L’autrice, attivista femminista e grande amante della cultura europea, si è già fatta conoscere con alcune storie brevi di ambientazione scolastica, abbastanza controcorrente e con questo nuovo fumetto lancia una sfida, in un mondo molto maschilista e dove come donna è pagata la metà di un uomo perché si pensa che lascerà presto la carriera per sposarsi.
Riyoko Ikeda è rimasta affascinata alcuni anni prima, da adolescente, dalla lettura della biografia di Maria Antonietta scritta da Stefan Zweig e propone alla Shueisha un adattamento manga di questa storia. L’editore accetta, ma con alcune condizioni, prima se le vendite non vanno bene si chiude, seconda di inserire un personaggio romanzesco per alleggerire la vicenda. La giovane mangaka è appassionata, come quasi tutte le coetanee, della principessa Sapphire di Osamu Tezuka, ragazza che si veste da maschio, trova molto interessante la vicenda storica di Pierre Augustin Hulin, guardia reale che si schierò con i rivoluzionari e partecipò alla presa della Bastiglia e le tante storie di donne guerriere in panni maschili del Settecento e non solo.
Da tutte queste suggestioni nasce il personaggio della protagonista di questa epopea, Oscar François de Jarjayes, sesta figlia di un conte e generale cresciuta dal padre come un uomo, diventata guardia personale di Maria Antonietta, da cui si allontanerà per una presa di coscienza sociale ma anche per amore del suo inseparabile amico e commilitone André, abbracciando la causa rivoluzionaria per cui morirà.
Le lettrici sanciscono il successo di questo manga così diverso da quelli visti fino a quel momento, dove si parla di Storia, politica, problemi sociali, femminismo, amore con la A maiuscola, dove realtà e finzione si intrecciano strettamente come in poche altre storie, dove i protagonisti sono adulti e non ragazzini, dove i genitori rimangono sconvolti perché per la prima volta i due protagonisti esprimono il loro sentimento non solo guardandosi negli occhi luccicanti mano nella mano e dove manca il lieto fine.
Riyoko Ikeda inizia così una brillantissima carriera di autrice di manga, a cui affianca presto anche attività come saggista, opinionista e soprano lirico. Tornerà nel mondo di Oscar alcuni anni dopo, con le Storie gotiche, in cui resuscita la sua protagonista e l’amato André, e con Gli Episodi, approfondimenti sui singoli personaggi, mentre la sua opera più celebre diventa ancora più famosa grazie alle varie edizioni dello spettacolo del Takarazuka, ad un film dimenticabile ma che gli dona il titolo con cui diventa famosa nel resto del mondo, Lady Oscar, ad un anime realizzato come un kolossal popolarissimo sotto tutte le latitudini, in Italia in testa dove ha festeggiato recentemente i suoi quarant’anni dalla prima messa in onda.
Nel nostro Paese il manga Le rose di Versailles / Lady Oscar è lo shojo più volte riproposto, negli ultimi quarant’anni, prima per il Gruppo editoriale Fabbri, poi a seguire per Granata Press, Planet Manga, D-Books, Goen e per finire J-POP.
Una storia che ha cambiato gli shojo, i manga, la percezione delle donne nell’immaginario come autrici e personaggi, e che ancora oggi ha uno zoccolo duro di appassionate e appassionati, cresciuto nel corso degli anni con nuove edizioni e repliche, che si incontrano sui social, creano, leggono, guardano, si appassionano e commuovono. Come con tutte le grandi storie.
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50 anni con La Rosa di Versailles, a cura di Elena Romanello
20 Maggio 2022Quarant’anni di Lady Oscar in Italia
28 febbraio 2022Ogni lettore e spettatore ha le sue preferenze in termini di romanzi, film, fumetti, serial TV, legate spesso alla generazione a cui appartiene e in che periodo ha vissuto la sua adolescenza.
Ci sono poi alcune storie che sono e restano immortali, al di là del mezzo con cui vengono raccontate e dell’epoca in cui sono uscite: quarant’anni fa, il 1 marzo 1982, alle otto di sera, su Italia 1, allora nato da poco come canale, debuttava quello che all’apparenza era un nuovo cartone animato giunto dal Giappone, come moltissimi a quell’epoca da alcuni anni e con molto successo: Lady Oscar.
I giovani e giovanissimi telespettatori conoscevano già le storie di robottoni e orfanelli giunte dal Paese del Sol levante, molto appassionanti ma che avevano anche suscitato non poche polemiche tra i genitori e gli insegnanti.
Lady Oscar si presentò subito come un qualcosa di radicalmente diverso, una vicenda a sfondo storico, ambientata nella Francia della regina Maria Antonietta, con toni adulti, e al centro di tutto un’eroina controcorrente, una guerriera che si fingeva maschio e che era divisa tra la lealtà del suo casato nobile alla monarchia e il suo cuore generoso che capiva gli aneliti di libertà e giustizia dei più poveri, grazie anche alla persona più importante della sua vita, il suo attendente André, amico quasi fraterno prima e grande amore poi.
Lady Oscar unì nella passione per una storia avvincente, colta, ricca di spunti interessanti e con uno dei finali più spiazzanti e scioccanti di sempre ragazzi e adulti, maschi e femmine, ed è ancora oggi un cult senza tempo, l’anime forse replicato più volte, una di quelle epopee immortali, paragonabile ai classici della letteratura o ai filmoni che appassionano più generazioni.
Oltre ad essere un anime di grandissimo successo, Lady Oscar, nato come manga in Giappone con il titolo di Versailles no Bara, La rosa di Versailles, o Le rose di Versailles, ad opera dell’autrice Riyoko Ikeda, fu ed è un fenomeno editoriale anche qui in Italia. Nel 1982 il Corriere dei Piccoli pubblicò un fumetto molto liberamente tratto dalla serie realizzato in Italia, ma nell’autunno di quell’anno il Gruppo editoriale Fabbri iniziò la prima traduzione fuori dal Giappone del manga, in versione, è vero, colorizzata e censurata. In parallelo la Fabbri fece uscire anche una novelizzazione della serie, su modello di quelle che aveva fatto uscire per Candy Candy, e un seguito inventato nel nostro Paese, Il ritorno di Lady Oscar, che però non convinse del tutto, troppo fantasiosa la resurrezione della protagonista e troppo triste che il suo eterno amore André restasse morto.
Il manga tornò poi varie volte nelle librerie italiane, diventando lo shojo più tradotto nel nostro Paese, negli anni Novanta per la Granata Press, all’inizio del Duemila per Planet Manga, nel 2008-2009 per D-Books, tra il 2015 e il 2017 per Goen e nel 2020-2021 per J-POP, in quella che al momento è l’edizione definitiva e più completa.
Un romanzone per immagini, una ricostruzione romantica ma accurata della Francia prerivoluzionaria, considerata una delle migliori opere di finzione in argomento, una storia emblematica dove c’è tutto, intrigo, avventura, passione, amore, morte, riso, tragedia e che da quarant’anni non cessa di appassionarci, come tutte le grandi epopee.
Anime System il successo polimediale dell’animazione giapponese di Marc Steinberg (Tunué, 2020) a cura di Elena Romanello
10 dicembre 2021La collana Lapilli giganti di saggistica sul mondo dei fumetti della Tunué diretta da Marco Pellitteri presenta il saggio Anime System, il successo polimediale dell’animazione giapponese dello studioso statunitense Marc Steinberg, utile e interessante in questo momento di rinnovato interesse per i cartoni animati provenienti dal Paese del Sol levante.
Infatti, anche i media mainstream si sono accorti dell’interesse che c’è, presso le giovani generazioni e non solo, verso queste storie così lontane e così vicine, grazie anche al supporto dato alla proposta di nuovi titoli e classici ormai senza tempo da parte delle piattaforme televisive, in un fenomeno che unisce più generazioni, dagli ex ragazzini ormai adulti e a volte genitori della generazione Goldrake ai millenials.
Per capire l’importanza degli anime e della cultura ad essi legati, è interessante immergersi nelle pagine di Marc Steinberg, uno dei più accreditati studiosi dei media giapponesi, in cui si spiega che quello che si vede sul piccolo o sul grande schermo costituisce il fulcro di un sistema di connessioni tra personaggi, media, prodotti, supporti e forme di consumo. Un vero e proprio anime system, basato su una complessa polimedialità, che in Giappone è chiamata media mix.
Lo studioso racconta i punti chiave di questo fenomeno, presente, sia pure in maniera minore, anche nei Paesi in cui gli anime sono diventati popolari, Italia in testa, partendo dall’arrivo degli anime sulle televisioni del Paese del Sol levante negli anni Sessanta, che da subito colpiscono per la loro carica innovativa e estetica e per il rapporto viscerale che si crea tra il pubblico, giovanissimo ma non solo, e i personaggi.
Marc Steinberg concentra in particolare la sua attenzione su uno dei maggiori colossi editoriali e multimediali giapponesi, la Kadokawa, titolare o licenziataria di alcuni dei maggiori successi degli ultimi vent’anni, a cominciare da Neon Genesis Evangelion e Cowboy Bebop.
Un libro che fornisce un quadro aggiornato dell’importanza commerciale, polimediale e culturale degli anime, utile sia per gli studiosi di media, marketing e industrie creative, che per chi mastica pane e cartoni animati giapponesi ormai da una vita, per capire meglio una passione che dalla carta e dallo schermo è diventata uno stile di vita, con prodotti e universi materiali da scoprire.
Marc Steinberg è professore associato della Concordia University, dove insegna cinema ed è direttore della Platform Lab. Il libro Anime system. Il successo polimediale dell’animazione giapponese ha vinto diversi premi internazionali.
Provenienza: pdf inviato dall’Ufficio stampa che ringraziamo.
Il ritorno de La finestra di Orfeo di Riyoko Ikeda a cura di Elena Romanello
12 novembre 2021
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J-POP alterna proposte di manga classici con altri contemporanei e in quest’ottica continua a proporre le opere di Riyoko Ikeda, per tutti l’autrice de Le rose di Versailles, meglio noto come Lady Oscar grazie all’anime, ma capace anche di raccontare altre storie trascinanti.
Una di queste è La finestra di Orfeo, già proposto a inizio Millennio da Planet Manga, in una nuova, sontuosa edizione in corso di pubblicazione, uscito originariamente tra il 1976 e il 1981, e per molti è l’opera della maturità dell’autrice, priva di siparietti comici e dove Riyoko Ikeda fa emergere il suo amore per musica, cultura, Storia, politica e melodramma.
Lo sfondo storico scelto è stavolta l’Europa dell’inizio del Novecento, tra lotte sindacali, Grande Guerra e Rivoluzione russa: la vicenda parte all’Istituto musicale St. Sebastien di Ratisbona, dove arrivano Isaak, ragazzo umile e di grande talento, e Julius, all’apparenza il rampollo di una famiglia nobile, in realtà una ragazza che si finge uomo per poter ereditare. Nella scuola gira una leggenda, chi si affaccia ad una finestra dell’edificio, detta la finestra di Orfeo, si innamorerà della prima ragazza che vedrà, ma quello sarà un amore destinato a finire in tragedia.
Julius non può far scoprire a nessuno la sua vera identità, e questo la porterà anche a commettere un crimine, mentre si innamorerà di Klaus, un ragazzo misterioso, in realtà un rivoluzionario russo in fuga dal suo Paese dove poi dovrà tornare per il compimento della Storia.
Un’opera interessante e struggente, ancora più tragica de Le rose di Versailles (vero!), in cui si mescola ancora una volta realtà e finzione, passione e dramma e in cui Riyoko Ikeda dimostra ancora una volta il suo amore per la Storia europea e i suoi fermenti, qui parlando di Marx e Lenin, ma anche dell’alta società tedesca dopo Bismark e della musica dell’epoca. L’autrice omaggia anche la cultura occidentale con le scelte grafiche, dove omaggia lo stile Liberty e Art Nouveau.
J-POP propone il manga de La finestra di Orfeo in nove volumi di oltre 350 pagine formato 15 X 21, con sovracoperta e illustrazioni a colori, un’occasione per leggere o rileggere al meglio un’opera intrigante e di grande qualità. La piattaforma Netflix ha recentemente dichiarato la sua volontà di realizzare delle serie dal vivo ispirate a manga e anime celebri, alcune sono già in linea d’arrivo o in lavorazione, non sarebbe davvero male se ci si ispirasse anche ai mondi ideati da Riyoko Ikeda, senz’altro Le rose di Versailles e La finestra di Orfeo sarebbero più che papabili.
Riguardo alle opere dell’autrice, Osamu Tezuka, il padre del manga moderno, ebbe modo di dire: Le rose di Versailles è il manga che mi consigliò mia figlia di leggere e La finestra di Orfeo è il manga che io consigliai a mia figlia di leggere.
Harlock & Tochiro di Leiji Matsumoto (Associazione culturale Leiji Matsumoto, 2021) a cura di Elena Romanello
27 ottobre 2021L’Associazione culturale Leiji Matsumoto continua la sua proposta di opere inedite del maestro dei manga, con un volume corposo dedicato ai due personaggi più emblematici dell’autore, Harlock & Tochiro.
Come suggerisce il titolo, il manga è un’antologia di storie finora inedite dedicate al pirata dello spazio e al suo migliore amico, con cui si scoprono nuovi aspetti del loro rapporto e delle loro avventure. Ci sono dei manga, ma anche un romanzo illustrato e delle strisce, facendo notare quanto sia eclettico il maestro nella scelta della forma con cui raccontare le sue storie e come questi due personaggi siano una sorta di suoi alter ego su cui tornare, in contrasto con chi pensa che gli eroi dei manga siano figure usa e getta solo per vendere gadget.
Nello specifico, questa pubblicazione contiene la miniserie The Tochiro, pubblicata dall’autore sulla più importante rivista di manga esistente, Shukan Shonen Jump, con cui partecipò ad un concorso in cui erano gli stessi lettori a indicare gli autori da invitare. A seguire, c’è il romanzo Gun Frontier II, rivisitazione in chiave fantascientifica del manga western Gun Frontier e fonte di ispirazione per il film su Harlock L’Arcadia della mia giovinezza e poi un racconto a striscia, con lettura all’occidentale, allegato ai giocattoli che venivano prodotti sull’onda del successo televisivo. Si chiude con il manga storico, ambientato nell’Ottocento, San – Tengamugen – GALAXY LEGEND, con come protagonista Seishiro, un antenato di Tochiro, dove si scoprono le origini della spada del protagonista e anche di Tori-san, l’uccello amico inseparabile di lui e di Harlock.
Harlock & Tochiro è un volume imperdibile per chiunque ami Leiji Matsumoto e i suoi personaggi, in cui si scoprono tante curiosità, come il vero nome di Tochiro, come è nata la Death Shadow, che legame c’è tra le mazoniane e l’umanità, ma anche per chi vuole scoprire questo autore, a suo agio sia con i fumetti che con la narrativa.
Un manga per nostalgici ma non solo, che si inserisce perfettamente in una visione ampia e articolata della cultura otaku e di un immaginario complesso e molto vario. Harlock & Tochiro è disponibile in fumetteria e libreria e per chi si iscrive all’Associazione culturale Leiji Matsumoto c’è un’edizione con la copertina variant.
Leiji Matsumoto nasce come Akira Matsumoto nel 1938 a Kurume e inizia a disegnare fumetti fin da giovanissimo, vincendo un premio per gli esordienti della rivista Manga Shonen con Le avventure di un’ape. Ottiene i primi successi con Sexaroid e Il mondo quadrimensionale e nel 1972 vince il premio Cultura della Kodansha. Le sue opere più famose sono La Corazzata spaziale Yamato, Capitan Harlock e Galaxy Express 999, trasposte anche in animazione e amate anche all’estero. Il suo personaggio iconico è Capitan Harlock che torna in varie avventure e storie sia in manga che in anime.
Leiji Matsumoto è anche presidente dell’Associazione Giovani Esploratori dello Spazio e della Conferenza Nazionale delle Organizzazioni giovanili e nel 2012 è stato insignito dell’Ordre des Arts et des Lettres dal governo francese.
Provenienza: libro del recensore.
Le rose di Versailles Encore di Riyoko Ikeda (J-Pop, 2021) a cura di Elena Romanello
19 luglio 2021Dopo aver presentato in un cofanetto i cinque volumi della serie originale ufficiale, J-POP rilancia con un nuovo cofanetto con i tre volumi di Le rose di Versailles Encore di Riyoko Ikeda, contenente le storie extra che la mangaka giapponese ha dedicato al suo personaggio più celebre, noto da noi in occidente come Lady Oscar.
Chi è appassionato di questo manga, trasposto anche in uno degli anime più popolari di sempre, anche tra i non otaku, sa benissimo che la conclusione della serie ufficiale è tale da non dare nessuna possibilità di un ulteriore seguito, con uno dei finali più tragici di sempre che, a distanza di anni, continua a spingere chi l’ha amato a scrivere fanfiction in cui cercare di dare una speranza ai due protagonisti, la bellissima Oscar, donna guerriera per antonomasia alla corte di Maria Antonietta, e il suo amato André.
In realtà, Riyoko Ikeda è tornata varie volte in questo mondo, a parte con un seguito, Eroica, su Napoleone, in cui fa morire due dei sopravvissuti della saga precedente, ma anche con storie fuori serie, o parallele alla vita di Oscar o posteriori, in cui esplora nuove avventure o racconta retroscena di personaggi o che fine hanno poi fatto, completamente il mondo che ha creato.
I tre volumi del cofanetto J-POP contengono storie che in parte negli anni sono uscite per vari editori, come il gioiellino gotico La contessa nera, un must per chi ama il genere, ma anche vari inediti mai arrivati, come la storia dedicata a Rosalie e a suo figlio esuli in Svezia, molto interessante e disegnata quasi nello stesso stile del manga originale. Gli appassionati di narrativa fantastica troveranno interessante e curioso il destino di uno dei comprimari della storia, in un omaggio di Riyoko Ikeda all’amica e collega Moto Hagio e alla sua saga vampiresca dei Poe.
Un cofanetto imperdibile per tutte le appassionate e appassionati, con toni thriller, fantastici ma anche struggenti e drammatici come la serie originale, per chiudere il cerchio intorno ad una storia che ha cambiato davvero la vita a tanti, ispirando passioni e interessi, e non è un caso che nel 2008 Riyoko Ikeda sia stata insignita della Legion d’Onore dal presidente francese Nicolas Sarkozy per il contributo che ha dato alla conoscenza della cultura francese nel mondo.
Del resto, ormai da tempo i personaggi dei manga e degli anime non vengono più considerati di serie B, ma veri e propri eroi dell’immaginario collettivo e patrimonio di tutti.
Riyoko Ikeda è nata nel 1947 ad Osaka: figlia di una donna aristocratica, discendente di una famiglia di samurai e di un uomo della media borghesia, reduce di guerra e fabbricante di biciclette, che si erano sposati contro il volere di tutti, ispirando quindi alla figlia l’interesse per gli amori tormentati. Dopo aver lasciato la facoltà di filosofia, dove era diventata un’attivista femminista e di sinistra, intraprende a fine anni Sessanta la carriera di fumettista, ispirandosi a Osamu Tezuka e alla cultura occidentale. Le rose di Versailles è il suo manga più famoso, è autrice di altre opere anche tradotte in italiano, tra cui Caro fratello, La finestra di Orfeo, Claudine e Elisabetta la regina che sposò la sua patria. Riyoko Ikeda è anche soprano, autrice di libri e opinionista. Ha visitato l’Italia a più riprese, in particolare nel 2010 per il festival Collisioni a Novello e al Romics e nel 2015 ad Etna Comics.
Provenienza: libro del recensore.
Il ritorno di Gen di Hiroshima per Hikari edizioni, a cura di Elena Romanello
19 giugno 2021Torna in fumetteria e libreria per Hikari edizioni, la divisione di 001 Edizioni che si occupa di manga, un classico senza tempo come Gen di Hiroshima, disponibile sia in volumi singoli che in un cofanetto. Anche il cofanetto può essere acquistato a parte vuoto e poi riempito.
Scritto e disegnato da Keiji Nakazawa, il manga racconta dell’esperienza personale dell’autore, un bambino il 6 agosto 1945 quando la sua città Hiroshima fu distrutta da una bomba atomica, nella tragica conclusione della Seconda Guerra mondiale.
L’idea per la storia venne all’autore quando la madre morì di cancro negli anni Sessanta, non lasciando intere nemmeno le sue ossa dopo la cremazione per effetto ancora delle radiazioni. L’autore perse nell’esplosione tutta la sua famiglia, a cominciare dal padre, un pittore che era stato in galera perché era contro il regime militare giapponese.
Gen di Hiroshima racconta la storia di Gen, che vive con la sua famiglia e vede morire nell’esplosione padre, fratello e sorella, rimanendo solo con la mamma incinta e affrontando il dramma del dopo bomba, ripensandoci per tutta la vita e ispirandosi per le sue opere. Paragonato a Maus di Art Spiegelman per la lucida testimonianza di una delle massime tragedie della storia, Gen di Hiroshima è un’opera da leggere e su cui meditare, un classico struggente per non dimenticare.
Keiji Nakazawa è morto nel 2012 di cancro, dopo aver lottato tutta la vita con problemi di salute dovuti all’essere stato esposto alle radiazioni.
Arrivano i manga inediti di Leiji Matsumoto a cura di Elena Romanello
7 giugno 2021L’Associazione culturale Leiji Matsumoto, riconosciuta dal maestro dei manga, presenta a partire dal mese di giugno varie opere inedite dell’autore, a testimonianza di una creatività e di una visione del mondo completa e affascinante.
Tanti, tantissimi conoscono sue opere iconiche come La corazzata spaziale Yamato, Galaxy Express 999, opera di una vita a cui l’autore sta ancora lavorando, e soprattutto l’iconico Capitan Harlock, tra i personaggi più popolari e amati di manga ed anime.
Ora è l’occasione di conoscere nuove storie e universi, partendo dalla sua opera di esordio, che inaugura la collana, Le avventure di un’ape, ideato da Matsumoto a 15 anni come opera da presentare ad un concorso per fumettista, dove si parla già di ecologia, ambiente, libertà, l’importanza della vita.
In seguito, usciranno i tre volumi del fantascientifico Sexaroid, che catapultano nel 2022, nella futuribile Megalopolis Tokyo, dove opera una misteriosa agenzia governativa, il Dipartimento G. Il riluttante agente segreto Shima deve incaricarsi di un’importante missione, insieme a Yuki numero 7, una donna bellissima ma in realtà un’androide, anche se capace di provare sentimenti, una delle tante, bellissime, figure femminili del maestro.
Tra gli altri titoli in programma, si segnala l’interessante I cinque della vendetta, omaggio di Matsumoto al western, partendo dall’omonimo spaghetti western di Aldo Florio, per scoprire l’epopea di un reduce della guerra civile, che cerca di riportare giustizia, e dei cinque suoi amici che si uniranno per vendicarlo.
Un’iniziativa interessante, all’interno di un grande entusiasmo per i manga che sta investendo il nostro Paese, dove il mercato è in crescita costante, tra nuove uscite e classici senza tempo, in un interesse che ormai unisce più generazioni.
I manga di Leiji Matsumoto, editati dall’Associazione culturale che amplia così le sue attività, saranno disponibili in fumetteria.
Nausicaa della valle del vento, L’opera della vita di Hayao Miyazaki di Ilaria Vigorito (La Torre, 2021) a cura di Elena Romanello
29 Maggio 2021La Società Editrice La Torre presenta un nuovo saggio dedicato alla cultura dei manga e anime, in particolare su quello che considerato un capolavoro senza tempo, dal titolo completo di Nausicaä della Valle del vento. L’opera della vita di Hayao Miyazaki dal manga al film di animazione di Ilaria Vigorito.
Nato come tesi di laurea dell’autrice e poi ampliato, il libro racconta quindi una storia interessante e unica, quella del primo, grande successo di Miyazaki al cinema, dopo Lupin e il Castello di Cagliostro dove lavorava su un personaggio di un altro autore.
Nausicaa della Valle del Vento esce nei cinema giapponesi nel 1984, diventando presto un successo di critica e pubblico, ma la sua uscita nelle sale non è la fine di un percorso, quanto piuttosto il principio. Nello stesso anno Hayao Miyazaki termina la stesura del manga, con la stessa vicenda tra il distopico e il fantasy dell’anime, dove la storia della principessa della Valle del Vento in lotta contro il Regno di Tolmekia si ispira al mondo reale.
Dietro alla creazione del Mar Marcio e dei suoi mostri c’è infatti il disastro ambientale della baia di Minamata, un fatto reale che colpì l’autore al punto da portarlo a crearne una versione fantastica, senza dimenticare poi le altre tematiche care a lui, come il pacifismo e la forza dei personaggi femminili. Ancora oggi, anche qui in Occidente, il film Nausicaa della Valle del Vento viene consigliato in rassegne dedicate alle tematiche ambientali, femministe, pacifiste e proiettato nelle scuole.
Il saggio esamina il film e il fumetto, dove ci sono due finali antitetici ma che si completano a vicenda, ma racconta anche le varie versioni dell’anime che ci sono state negli Stati Uniti, con locandine di tenore molto diverso nel corso degli anni, oltre che le edizioni nel nostro Paese, a cominciare dalla versione tagliata trasmessa dalla RAI negli anni Ottanta.
Un modo per scoprire di più su un film amato da più generazioni, capace di raccontare un nuovo universo del fantastico e di far conoscere il talento di uno dei grandi dell’animazione degli ultimi decenni.
Ilaria Vigorito (Salerno, 1987) è laureata in Informazione, Editoria e Giornalismo e ha conseguito un master di primo livello in Critica Giornalistica. Scopre l’animazione giapponese a tre anni e se ne innamora perdutamente fino a trasformare la sua passione in studio con una tesi di laurea sulle strutture narrative dello shōnen manga che confluisce in un saggio breve pubblicato nel 2018 su Manga Academica, la prima rivista italiana di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese. Vive a Roma dove lavora come redattrice freelance ed è autrice dei saggi Il Trattato dell’Eliseo. Fine di una rivalità, nascita di un’amicizia (2012) e La politica al tempo dei tweet (2014).
Provenienza: omaggio dell’Ufficio stampa che ringraziamo.
Il ritorno di Akira di Otomo a cura di Elena Romanello
15 marzo 2021Dal 18 marzo Planet Manga ripropone in una nuova edizione Akira di Katsuhiro Otomo, manga fondamentale per vari motivi, oltre che storia avvincente, intrigante, in un futuro distopico per gli anni Ottanta che è il mondo di oggi nella realtà.
Nella Tokyo del 2019, Kaneda, il leader di una banda di motociclisti adolescenti, cerca di capire che fine ha fatto il suo amico Tetsuo, arrestato dall’esercito, scoprendo man mano che è parte di un progetto segreto del governo che vuole sfruttare i suoi poteri ESP, sconquassando la città e risvegliando un individuo, un eterno bambino, di nome Akira, ancora più potente.
Sulla sua strada Kaneda incontra l’attivista politica Kei, un trio di esper e il colonnello Shikishima, in una lotta contro il tempo, dove si parla di isolamento sociale, corruzione, potere, forze occulte, violenza urbana e molto altro ancora.
Akira arrivò in italiano per la prima volta nel 1990, per Rizzoli, in una edizione colorizzata e simile ai fumetti francesi, e inaugurò la nuova ondata di manga, rivolti a chi era cresciuto con Goldrake e Candy Candy, ormai grande e in cerca di un approccio diverso a questo mondo di storie incredibili e nuove.
Inoltre Akira ha aperto la strada alla conoscenza della cultura dei fumetti giapponesi anche nei Paesi anglosassoni, fino a quel momento abbastanza restii, dove sono diventati un fenomeno di costume, sdoganando termini come otaku e cosplayer.
Akira ispirò anche un film d’animazione, anche lui apripista di una nuova generazione di anime rivolti ad un pubblico adulto, usciti qui in Occidente per l’home video, mentre si parla da tempo di un adattamento in film live action, per ora solo un progetto. Ma resta anche un classico per gli amanti della fantascienza, animata e non, e una storia che ha fatto scuola.
I singoli volumi costeranno 22 euro, e presenteranno una nuova impostazione grafica e il senso di lettura originale, secondo il volere dell’autore.
Il grande albero al centro del mondo di Makiko Futaki (Kappalab, 2020) a cura di Elena Romanello
16 febbraio 2021Kappalab propone un nuovo titolo inerente il mondo dei manga e degli anime e la cultura a loro collegati, con un libro a metà strada tra romanzo, fumetto, libro grafico e animazione su carta: Il grande albero al centro del mondo di Makiko Futaki, compianta e poliedrica animatrice dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata, oltre che di altri anime per diversi studi d’animazione.
Questa di Kappalab tra l’altro è la prima edizione al di fuori del Giappone in una lingua occidentale, per una fiaba incantata e ricca di significati.
La giovane Sisi vive in un mondo diverso dal nostro, pieno di alberi enormi e lei abita con la nonna ai piedi di uno di questi, in mezzo ad animali e creature sconosciute. Nessuno ha mai raggiunto la cima della pianta e si narra che lassù nidifichi l’onnisciente Uccello d’Oro, un essere che può rispondere ad ogni domanda.
Sisi decide un giorno di scalare il tronco per trovare l’Uccello d’Oro, ma durante il suo viaggio assiste ad un grande sordo degli animali verso terra, per un qualcosa che sta succedendo. Nel corso del viaggio, che la cambierà profondamente, Sisi scoprirà nuovi mondi, farà incontri inaspettati e capirà che quando tutto sembra perduto l’amicizia e la fiducia sono le forze più grandi dell’universo.
Una storia che riprende molti dei temi dei film dello Studio Ghibli, l’ecologia, l’armonia con gli altri esseri viventi, l’amore per la natura, i rapporti tra generazioni, la collaborazione, che può guarire il mondo, farlo rinascere e far ripartire il tutto. Un inno alla speranza, dove si alternano testo e disegni a colori pastello in cui si ritrovano le atmosfere dei film di Miyazaki, a cominciare da Nausicaa della valle del vento.
Il grande albero al centro del mondo è una fiaba per tutte le età, un libro per i lettori più giovani ma anche per chi è cresciuto per anni con le storie dello Studio Ghibli, un piacere per gli occhi e una storia che resta nel cuore, oltre che un omaggio ad un’artista che purtroppo ci ha lasciati troppo presto.
Makiko Futaki (19 giugno 1957 – 13 maggio 2016) è stata uno dei membri principali dello staff di Hayao Miyazaki fin dagli esordi dello Studio Ghibli, animando per esso capolavori come Il mio vicino Totoro, Kiki – Consegne a domicilio, Principessa Mononoke, La città incantata e Il castello errante di Howl. Si laurea in Belle Arti all’Università di Aichi, quindi lavora presso Telecom Animation Film e, nel 1991, entra a far parte dello Studio Ghibli. Grazie alla sua particolare abilità nella rappresentazione di animali e piante, si occupa delle animazioni della maggior parte degli iconici film del Premio Oscar Hayao Miyazaki e di Isao Takahata. Tra i suoi libri illustrati figura la serie per bambini di Chiisana Pisuke, ed è stata l’illustratrice ufficiale delle copertine della saga di Moribito scritta da Nahoko Uehashi.
L’opera di Makiko Futaki è già stata apprezzata anche in Italia attraverso numerosi lungometraggi e serial televisivi d’animazione, che comprendono fra gli altri: Le nuove avventure di Lupin III (1980), Space Adventure Cobra (1982), Nausicaä della valle del vento (1984), Il fiuto di Sherlock Holmes (1984), Il castello nel cielo (1986), Le ali di Honneamise (1987), Cara dolce Kyoko (1987), Devilman (1987), Il poema del vento e degli alberi (1987), Il mio vicino Totoro (1988), Akira (1988), Pioggia di ricordi (1991), Porco Rosso (1992), Pom Poko (1994), I sospiri del mio cuore (1995), Principessa Mononoke (1997), I miei vicini Yamada (1999), La città incantata (2001), Il castello errante di Howl (2004), Ponyo sulla scogliera (2008), Arrietty – Il mondo sotto il pavimento (2010), La collina dei papaveri (2011), Si alza il vento (2013) e Quando c’era Marnie (2014).
Provenienza: libro del recensore.
Il romanzo di Candy Candy per Kappalab a cura di Elena Romanello
23 dicembre 2020Quarant’anni fa arrivava sulle reti italiane quello che è stato uno degli anime più amati da un’intera generazione: Candy Candy, di Yumiko Igarashi e Kyoko Mizuki, pseudonimo di Keiko Nagita. Purtroppo, le limitazioni dovute alla pandemia con la cancellazione di vari eventi hanno impedito di organizzare quest’anno una serie di eventi per celebrare questo personaggio ispirato anche all’immaginario europeo, amatissimo e ricordato anche dai non otaku e al centro di un vero e proprio fenomeno di costume.
Va detto che Candy, dopo anni di repliche, è sparita dai nostri teleschermi a metà anni Novanta, a causa di una lite che ha contrapposto Yumiko Igarashi e Keiko Nagita, mai risolta. Per lo stesso motivo, il manga non è mai più stato pubblicato, a differenza di altri dello stesso periodo.
Per ovviare a questo e festeggiare i quarant’anni di questa importante protagonista dell’immaginario, Kappalab propone Candy Candy; il romanzo completo, edizione riveduta e allungata in un unico volume di due libri usciti in precedenza presso lo stesso editore.
Il libro è scritto in prima persona e ripercorre tutta la vicenda di Candy, dall’infanzia presso la gioiosa Casa di Pony, l’incontro con il Principe della Collina, lo sfortunato soggiorno dai Legan, l’incontro con Anthony e i due cugini Archie e Stair, il collegio inglese dove si innamora di Terence, la ricerca di una sua strada, fino alla conclusione. Certo, perché Keiko Nagita conclude una vicenda rimasta per tanto tempo con un punto interrogativo, facendo capire con chi la bionda protagonista è finita, una cosa che i fan aspettavano appunto da quarant’anni, almeno qui in Italia.
Il libro è completato da un intervento di Keiko Nagita che racconta come è nata Candy e come è arrivata a scrivere il libro e da una sua prefazione, in cui rievoca anche il premio Kodansha vinto con Yumiko Igarashi per il manga e il Golden Disc come autrice del testo della sigla della versione animata.
Un’occasione quindi per rivivere una storia ormai di culto, in attesa magari di un suo ritorno, molto difficile ma non impossibile, in anime o in manga.