:: Recensione di La contea più fradicia del mondo di Matt Bondurant (Dalai Editore, 2012) a cura di Giulietta Iannone

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Matt Bondurant

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“Perché avete tutti paura dei Bondurant? Mi dica solo questo”.
“Vuole che le dica qualcosa? Gli hanno tagliato la gola con un rasoio. Erano convinti che fosse morto, tutto quel sangue… Non ne aveva più nemmeno una goccia nelle vene. Ma se le dicessi che si è rialzato e ha camminato per più di quindici chilometri in una bufera di neve? Che ne pensa?
“Che è una gran bella storia”
“E lei ci crede?”
“No. E’ una leggenda. Una balla”.
“Be’, allora lei non ha nulla da temere”.

Può un libro diventare un’ ossessione?
Ma a me è successo che un libro diventasse un’ossessone con La contea più fradicia del mondo (The Wettest County in the World, 2008) di Matt Bondurant, pubblicato da Dalai Editore nella collana Romanzi e racconti. Sarà che il periodo in cui è ambientato, (Grande Depressione e Proibizionismo), mi ha da sempre interessato; sarà che si parla di uno scrittore come Sherwood Anderson, noto per la raccolta di racconti Winesburg, Ohio che ogni appassionato di letteratura anglo-americana conosce, il cui talento forse a tutt’oggi non è ancora stato giustamente valutato e così sfortunato in vita da morire per aver inghiottito per sbaglio uno stecchino da denti in un cocktail party; sarà che è stato ispirato da una storia vera, la vita del nonno e dei prozii dell’autore, e oltre ad essere un romanzo storico, ben documentato, è anche una gangster story in cui buoni e cattivi si scambiano le parti; sarà che è uscito un film intitolato Lawless, e a volte il cinema pur quando non è al suo meglio, offre un ottimo servizio alla letteratura spingendoti a chiederti come sarà il romanzo da cui il film è tratto.
Per queste e forse altre ragioni più difficilmente identificabili leggere questo libro è diventato per me quasi un chiodo fisso e quando finalmente me ne sono procurata una copia la paura di rimanere delusa è stata tanta. Naturalmente se sto ora a parlarvene, la delusione non c’è stata anzi, mi sono divertita pure parecchio ad immaginarmi come doveva essere stata la vita dei contrabbandieri illegali di alcool nelle contee rurali della old Virginia, popolate di leggende e di gangster improvvisati e bizzarri, più avvezzi a scuoiare un maiale che a sparare con i fucili a pompa, con magari una corda invece che una cintura, la salopette di jeans, e la terra dei campi sotto le unghie.
Per non parlare delle donne che li hanno amati, donne volitive e determinate, rivisitazione in chiave proibizionista delle belle da saloon del vecchio West, come il personaggio di Maggie, il più bello a mio avviso ed evocativo di tutto il romanzo, o come il personaggio di Berta, suonatrice di mandolino, dall’animo ribelle e scanzonato seppur costretta negli abiti grigi e dimessi di una brava ragazza battista.
Se il Vecchio West incarna il lato allegro ed ottimistico del sogno americano, la Grande Depressione e il Proibizionismo ne incarnano la sua anima più dolente e tormentata e a questo proposito non posso non pensare alle bellissime foto di Dorothea Lange, che difficilmente si dimenticano una volta viste, e anche una foto compare sulla copertina, una foto di Jack presumo, nel romanzo l’autore cerca di ricreare il giorno in cui fu scattata. Starei ore a parlarvi di questo libro, ma  mi rendo conto che sto divagando e forse voi vorreste conoscere qualcosa in più della trama e dello stile di Matt Bondurant, che per inciso mi deve un’ intervista – se mi leggi sappi che aspetto ancora le tue risposte-.
Tornando alla trama, allora la storia si basa sui fatti e sul processo legati al The Great Moonshine Conspiracy Trial of 1935 avvenuto nella contea di Franklin, processo teso a dimostrare il reticolo di corruzione e ricatti che legava i moonschiners, distillatori illegali di whiskey, con le forze dell’ordine locali, sceriffo e procuratore legale in testa, anche se quest’ultimo, forse per i suoi agganci politici, sarà l’unico poi a farla franca.
Sherwood Anderson sulle tracce di una fantomatica contrabbandiera, Willie Carter Sharpe, l’unico essere umano in grado di sfrecciare giù per Grassy Hill al volante di una Ford, le cui gesta il vero Anderson racconterà in Kit Brandon, si imbatte nei fratelli Bondurant: Howard, Forrest e Jack. Paladini di una lotta personale con la legge che non solo infrangono contrabbandando alcool, ma anche schierandosi platealmente contro all’idea di pagare sottobanco le forze dell’ordine per continuare i loro traffici. Proprio per questo, in quel celebre processo non sedettero sul banco degli accusati, ma furono sentiti come semplici testimoni dei fatti accaduti.
La contea più fradicia del mondo, frase coniata dallo stesso Anderson per descrivere la contea di Franklin, è una saga familiare, dai toni epici e violenti, che raffigura un mondo rude e nello stesso tempo liricamente tratteggiato, capace di evocare una certa nostalgia per qualcosa che non c’è più, forse l’innocenza di una nazione che nel periodo più difficile della sua storia, gravato da una crisi economica che degenerò nella Seconda Guerra Mondiale, riuscì a rafforzare quei legami di solidarietà e di fratellanza, quell’ amore per la libertà e una giustizia ben superiore ai giochi di potere della legge costituita.
Una certa anarchia soffia per tutto il romanzo, un’allegra avversione verso la giustizia umana, nelle cui pieghe corruzione, sopraffazione e sadico amore per la violenza in sé vengono combattuti da Robin Hood in salopette e stivali da contrabbandiere. Questo mondo di certo non c’è più, ma nelle pagine di questo libro ancora vive, ed è bello che sia così. Traduzione di Paolo Falcone.

Matt Bondurant, nato e cresciuto ad Alexandria, in Virginia, vive attualmente in Texas. La contea più fradicia del mondo, in cui ha narrato le vicende del nonno e dei prozii, è il suo secondo romanzo, con cui ha raggiunto i vertici delle classifiche americane.

Liberi di scrivere intervista Matt Bondurant: qui

Source: acquisto personale

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11 Risposte to “:: Recensione di La contea più fradicia del mondo di Matt Bondurant (Dalai Editore, 2012) a cura di Giulietta Iannone”

  1. Silvio Says:

    Ciao. Volevo chiederti un’informazione: questo romanzo ha lo stesso finale del film Lawless? Ci resterei troppo male sapere che Forrest fa quella fine.

    Comunque lo prenderò 🙂

  2. liberdiscrivere Says:

    Grazie Silvio, posso dirti comq che è un ottimo libro, ti consiglio anche l’intervista all’autore, davvero interessante. Cmq un’ osservazione: ormai sono passati tanti anni, i personaggi sono quasi tutti reali, quindi ormai non credo ce ne siano più in vita.

  3. luca Says:

    Innanzitutto complimenti per la bella recensione.
    Sto cercando questo libro da mesi perché, così come te, anche io sono molto attratto dagli anni del proibizionismo. Purtroppo sto bussando a tutte le librerie di Roma, ma non riesco a trovarlo, neanche ordinabile! Nemmeno su amazon. Quindi volevo chiederti: come sei riuscita a trovarlo? Grazie in anticipo 🙂

    • liberdiscrivere Says:

      Ciao Luca, allora io l’ho comprato qualche anno fa su uno store online, allora era ancora disponibile. Mi sono informata con l’editore qualche mese fa e mi disse che purtroppo non è più disponibile e non lo ripubblicheranno. Un vero peccato. Per trovarlo ti consiglio l’usato, bancarelle, ebay, siti appositi. Su Facebook ci sono mercatini di vendo e scambio libri, se vuoi posso farti un annuncio e eventualmente metterti in comunicazione con il venditore. Anche se temo chi c’ha una copia se la tiene stretta. O al limite puoi trovare una copia dell’ edizione originale.

  4. andreaanfosso Says:

    Finito poco fa di vedere il film, sono andato in rete alla ricerca di maggiori informazioni riguardo alla verità alla base della trama. Sono capitato su questo blog e ho piacevolmente letto la recensione.

    Ho visto che qualcuno fatica a trovare una copia del libro. So che è passato del tempo, ma nel caso qualcun altro fosse interessato, posto questo link:

    http://www.ebay.it/itm/La-contea-piu-fradicia-del-mondo-Baldini-Castoldi-Dalai-/351635159071?hash=item51df16b81f:g:GmQAAOSwuYVWoKAM

    Un saluto,
    Andrea

  5. :: Un’ intervista con Matt Bondurant | Liberi di scrivere Says:

    […] Liberi di scrivere recensisce La contea più fradicia del mondo: qui […]

  6. sara Says:

    è tornato in commercio anche su amazon !
    Ps: bellissima recensione

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