
Basta ripensare al clima e ai tipici personaggi del mondo delle borgate romane degli anni 70 per immedesimarsi nelle folli avventure dei due gemelli congiunti (o meglio dire siamesi) Zek e Sam. E per chi ha l’età, basterebbe ricordare i film dell’epoca con il barbuto Tomas Milian, nome d’arte di
Tomás Quintín Rodríguez. Tomas Milian, ottimo attore, sceneggiatore e cantante cubano naturalizzato americano che, con la voce presa a prestito da Ferruccio Amendola, interpretava er Monnezza, opportunista, abile e geniale ladruncolo della capitale.
Però nella Capitale persone come lui esistevano davvero, giravano e si menavano tranquillamente per strada. Per poi diventare gli straordinari interpreti di celebri stornelli romani quali: Nun Ce vojo sta, Roma Capoccia, Sora Rosa, E lasseme perde… Magari poi trasformati in felice accompagnamento musicale per tanti film. Canzoni che, se ci si pensa bene, rispecchiano in gran parte lo spirito e l’atmosfera che accompagna i gemelli congiunti (traduco gemelli siamesi) ventitreenni protagonisti di Predatori notturni: casuale comicità, un’intima sofferenza mai placata e un’ inconscia pulizia, nonostante le loro scelte di vita spesso non encomiabili .
Dunque dicevamo i biondi gemelli siamesi Zek e Sam, che abbiamo già incontrato in Grosso Guaio a Roma, sono finiti nei guai con la giustizia e benché se la siano fortunosamente cavata con una pena alternativa e l’obbligo di prestare servizio e dare lezioni di pugilato presso i ragazzini dell’orfanatrofio, la vita è dura. A breve andranno a dare una mano nel fine settimana da Abbe e per ora ci campano a pranzo e cena ma nel frattempo si arrangiano a guadagnare due spicci con Minny che li paga per pulire la sua palestra di pugilato la Vigor, e a dare una mano ad allenare principianti, ma è magra, parecchio magra.
Niente più lucrosi pestaggi e furti su commissione. Non possono più sgarrare insomma, devono rigare dritto o finiscono in galera perché oltre al viceispettore Nick Badile e l’ispettore Miriam Fantini, c’è praticamente tutto il quartiere che li controlla. Ma loro, non ce la fanno a stare boni, devono inventarsi qualcosa per raccattare soldi e svoltare.
Ai Ponti il caldo afoso rafforzato dalle riserve a cielo aperto di Forte Ostiense e dell’Acqua Acetosa è diventato quasi insopportabile. E fossero quelle le rogne perché quando, il 12 luglio , nella riserva naturale del Laurentino il fumo ha annunciato il ritrovamento di quella monovolume bruciata con a bordo i cadaveri carbonizzati di una donna e di un ragazzo di circa tredici anni, giustiziati prima con un colpo di pistola in fronte. Poi, per “fare tombola”, lo stesso giorno è stato ritrovato anche un corpo sull’argine dell’Aniene in avanzato stato di decomposizione e, ma guarda un po’, proprio quel giorno, a gironzolare ’ nei paraggi sono stati notate pure le sfuggenti creste bionde dei gemelli siamesi Zek e Sam.
Sanno qualcosa di quelle vittime? Beh, loro quel 12 luglio volevano tentare un colpo da tombaroli per poi rivendere a un danaroso acquirente due pezzi di ponte romano. Un colpaccio per tirare su diecimila euro e svoltare. Ma la faccenda non quadra troppo perché, quando si allontanano con le pietre negli zaini, hanno la spiacevole sensazione di essere seguiti. E il 16 luglio all’appuntamento fissato con il compratore e già pronti a incassare il malloppo, qualcuno scatta un fografia e il falso cliente scappa coi reperti e li frega. Ma quando vogliono fregarli, i gemelli, diventano peggio di carri armati. Però… Comunque da quel momento niente nel quartiere sarà più come prima e Ponti pare scivolato in una specie di turbinoso vortice infernale. Giorno dopo giorno si moltiplicano le minacce di estorsione con falsi ispettori della Asl che vanno di porta in porta e le aggressioni, mentre il giro di prostituzione si allarga e, come se non bastasse, in sovrappiù strani e preoccupanti personaggi vagano di sera e di notte per le strade.
Ma hanno a che fare qualcosa con questa storia la bella bruna, manesca e molto somigliante a Black Dahlia, la magra ragazzina di dieci anni, con una famiglia particolare, attaccata come a una mignatta al suo inseparabile cane, un bastardo striminzito, detto Pulce e il ricchissimo finanziere di Giakarta. Beh sì , intanto ruotano tutti attorno alla faccenda. Ovverosia tanto per cominciare la bella bruna sta cercando il giornalista Bob Carrezza che da alcuni giorni pare dissolto nel nulla, la ragazzina, Geltrude, ha appena messo all’angolo i gemelli perché vuole assolutamente imparare a boxare e il ricchissimo finanziatore di Giacarta ha lasciato la sua lussuosa residenza orientale per arrivare a Roma e sotto falso nome prendere alloggio in un albergo di lusso.
Si sa, il Male non conosce confini e il denaro ma e soprattutto la sete di vendetta portano ovunque. Ma se capita a Ponti e cerca di spadroneggiare crudelmente e senza controllo può succedere che una banda di stravaganti personaggi sia in grado di mettergli i bastoni tra le ruote, controllarlo e magari metterlo fuori combattimento. Almeno per un po’.
Ma si sa il male come l’Idra ha almeno nove teste e stavolta i gemelli finiranno con rischiare di brutto. Per fortuna potranno contare su alcuni generosi appoggi quali: il vice ispettore Nick Castillo e sul suo capo, l’ottima e intuitiva ispettore Miriam Fantini.
Mentre un altro genere di aiuto lo riceveranno da Bob Carrezza, bravo giornalista di cronaca nera, ammanigliato anche in questura, appena miracolosamente sfuggito a un mortale agguato in Transnistra dove si era recato per inseguire uno scoop; dalla fascinosa Black Dalia, rivelatasi figlia dell’ingegnere comunale Dalmine Giuliani, il morto ritrovato sull’argine, ex confidente e gola profonda del giornalista. Poi come non bastasse Zek e Sam, avranno anche l’incondizionato appoggio di Minny Morelli, il loro datore di lavoro e allenatore di boxe, di Abbe, o meglio Abedullah, lo straordinario barista, che ama il curry, erede del locale del sor Quirino e della “magica” Luz sua moglie, l’albina dagli straordinari poteri di sensitiva. Un indispensabile intervento finale poi di un angelo travestito e con le insostituibili cure e premure dell’affezionato medico di famiglia, il dottor Marino.
Una storia portata veramente ai limiti della realtà (suppongo che, se vuol continuare con la serie, Marzia Musneci dovrà adattarsi per forza a far scegliere l’intervento ai gemelli per separarsi ) costruita e ambientata, in una periferia romana, quella del quadrante sud, culla della peggio malavita ma anche di personaggi molto, ma molto speciali.
Marzia Musneci – giallista di vecchia data, ha vinto il Premio Tedeschi nel 2011 col romanzo Doppia indagine, ha pubblicato per Giallo Mondadori Lune di Sangue (premio Ciampino 2013) e Dove abita il diavolo. Scrive racconti per diversi editori e ha pubblicato per Todaro Grosso guaio a Roma Sud, sempre con protagonisti i gemelli congiunti Sam e Zek. Nel 2013 ha vinto il premio internazionale di haiku indetto dalla Cascina Macondo ed è presente nelle raccolte Hanami (inverno, autunno, primavera, estate).





































