
Costantino fu un grande imperatore, quello è risaputo, ma Maria Carolina Campone in “Costantino. Il fondatore”, edito da Graphe.it, non solo racconta la vita di quello che è ritenuto da molti studiosi “il primo imperatore cristiano”, ma cerca di mettere in chiaro il ruolo che il figlio di Costanzo Cloro ebbe nella Storia. L’autrice delinea un ritratto chiaro, accurato e dettagliato di Costantino, una figura storica che nel corso del tempo ha subìto diverse tipologie di interpretazioni. Ne è un esempio quella nota come “questione costantiniana” che vede, da una parte, studiosi pronti a vedere Costantino come colui che fu il primo imperatore cristiano. Dall’altra parte, ci sono invece altri esperti che hanno convinzioni differenti, nel senso che credono che tale ruolo di “imperatore cristiano” gli sia stato affidato da alcuni autori cristiani di fede (Eusebio e Lattanzio) e che interpretarono le sue azioni in chiave cristiana. Pagina dopo pagina, la Campone svolge una dettagliata ricerca, un accurato lavoro di letture e confronto tra fonti e documenti per sbrogliare la matassa dei diversi punti di vista attorno a Costantino e fare chiarezza su chi fu davvero l’imperatore. Il libro è caratterizzato da capitoli tematici che portano il lettore dentro alla vita di un uomo nato nell’attuale Serbia il 27 febbraio del 272 o 273. Il libro procede per sezioni che presentano il periodo storico, le fonti considerate per l’indagine e lo studio, la vita dell’imperatore, i sogni e visioni e l’aiuto ad una lettura critica delle fonti. Si trova anche un capitolo dedicato all’arco di Costantino dove si analizza in modo accurato l’antico monumento costruito per celebrare la vittoria costantiniana su Massenzio a Ponte Milvio. Non manca una parte dedicata ad Apollo, al neoplatonismo e alla tolleranza religiosa, per comprendere quanto la corrente filosofica e le altre presenti potrebbero aver influito sulla formazione e crescita di Costantino come persona e come imperatore. Spazio anche alle crisi religiose, al concilio di Nicea per cercare di capire il rapporto che si venne a definire tra imperatore e Chiesa, ma anche il modo di vivere in maniera pratica e concreta la religione da parte dell’imperatore stesso. Il saggio della Campone è un viaggio della Storia del passato, ma anche nell’esistenza di un uomo la cui memoria e gesta vivono ancora nel presente di oggi.
Maria Carolina Campone ha un PhD in Storia e Critica dell’Architettura, ed è già professore a contratto presso la Seconda Università degli Studi di Napoli e docente di lingue classiche presso la Scuola Militare «Nunziatella» di Napoli. Membro del Comitato scientifico di autorevoli riviste di classe A (Arte cristiana e Studi sull’Oriente cristiano) e relatrice in diversi Convegni Internazionali di Studi, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, fra le quali “Brigida di Svezia regina di profezia” (Milano, 2012), “The Church of St. John Stoudion in Constantinople” (New York, 2016), “Dom Paul Bellot architetto ex-centrico” (Napoli, 2017).
Source: richiesto dal recensore. Grazie all’ufficio stampa 1A.
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