Archive for the ‘Consigli di lettura’ Category

:: Quello che cerchi sta cercando te di Kader Abdolah dal 12 novembre in libreria

12 novembre 2025

Kader Abdolah, in bilico tra la fiaba e la biografia, racconta la vita di Rumi, poeta in esilio, ponte tra le culture d’Oriente e Occidente.

Poeta, mistico sufi, libero pensatore, propagatore e innovatore di una tradizione millenaria, Rumi nacque nel 1207 a Balkh, oggi in Afghanistan, circondato dalla grande letteratura persiana e dalla magia dell’arabo coranico. Ma era il tramonto di un’epoca, quella del califfato di Baghdad, l’età d’oro della cultura islamica, stroncata dall’invasione di Gengis Khan: è la sua violenza che per tutta la vita Rumi rifugge, da quando, ragazzino, scappò da Balkh con il padre. Amato ancora oggi in tutto il mondo, per Kader Abdolah, cresciuto con le sue poesie, non è solo un mito, ma uno spirito affine: come lui esule, come lui emissario di una cultura così antica da sopravvivere ai capricci del potere sanguinario. Come lui, ha trovato una nuova vita nell’esilio. Lungo la Via della Seta, il giovane Rumi conosce il mondo: tra madrase e bazar, visita Baghdad, La Mecca, Aleppo, impara il greco di Platone e il latino. Finché, nella nuova casa in Turchia, a Konya, con moglie e figli, conosce l’amore: quello di Shams di Tabriz – il Sole di Tabriz, come dice il suo nome, rifugio da un’esistenza di rigide regole e ispirazione per indimenticabili poesie. Amore, dolore, fuga, il senso della vita, la gioia della libertà e dell’istinto: tra Persia e Olanda, l’umanità è sempre in cerca di una verità che potrà trovare solo in se stessa, ed esprimere solo con la letteratura. Abdolah, cantastorie esule afflitto dalla nostalgia, racconta il viaggio di Rumi come una fiaba delle Mille e una notte, aggiungendo le sue personali versioni di oltre novanta poesie e molti racconti del grande mistico. E in questo modo diventa un ponte tra il Medioevo persiano e l’Europa contemporanea.

Elisabetta Svaluto Moreolo Dopo la laurea in traduzione alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori – Università degli Studi di Trieste, dal 1988 svolge l’attività di lettrice e traduttrice letteraria dal nederlandese e dall’inglese, collaborando con diverse case editrici italiane. Fa parte dei traduttori accreditati della Dutch Foundation for Literature e del Rijksmuseum di Amsterdam, e dal 2000 insegna traduzione dal nederlandese alla Civica Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano. Tra i numerosi autori da lei tradotti si annoverano Kader Abdolah, Gerbrand Bakker, Hugo Claus, Leon De Winter, Willem Jan Otten, Allard Schröder e Tommy Wieringa.

Kader Abdolah Nato in Iran, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, dal 1988 è rifugiato politico nei Paesi Bassi. Da quando ha cominciato a scrivere nella «lingua della libertà», coniugando le tradizioni letterarie di Oriente e Occidente, è diventato uno dei più importanti e amati scrittori di questo paese. Con Scrittura cuneiforme ha conquistato il pubblico internazionale e con La casa della moschea ha ottenuto in Italia il Premio Grinzane Cavour nel 2009. Tra gli altri suoi romanzi, pubblicati in Italia da Iperborea, si ricordano Il viaggio delle bottiglie vuoteUn pappagallo volò sull’IJssel, Uno scià alla corte d’Europa, Il sentiero delle babbucce gialle, Le mille e una notte e Il messaggero.

:: Di fronte al fuoco di Aleksej Nikitin (Voland, 2025) a cura di Giulietta Iannone

16 ottobre 2025

Feliksa uscì dall’ufficio del comando militare amareggiata e scontenta di sè. Non era riuscita a spiegare a quel tenente che sulla scomparsa di Il’ja bisognava indagare immediatamente. Una persona non poteva sparire in città senza lasciare traccia, nel nulla, tanto più se si trattava di Il’ja, che a Kiev conoscevano in molti. Non è scomparso in una foresta o in una palude sperduta. Lui è stato qui ed è andato da Terent’eva, il che significa che anche altre persone potrebbero averlo visto, significa che devono cercarlo subito, al più presto, prima che i pochi che ancora sono qui si disperdano.

Dal 2014 in poi, l’Ucraina ha vissuto un vero e proprio risveglio culturale: festival letterari, editoria indipendente, rinascita della lingua ucraina nelle scuole e nei media, valorizzazione e studio della storia nazionale. La cultura, il patrimonio culturale e identitario ucraino sono diventati necessari: un bene vitale da difendere, da preservare.

Dopo l’invasione russa del 2022, ancora di più la cultura è diventata parte attiva della resistenza, nella difesa dell’integrità del Paese. Artisti, scrittori, insegnanti, registi hanno continuato a creare, documentare, educare, nonostante gli ostacoli, le privazioni, le limitazioni della guerra, nello sforzo tenacemente eroico di preservare qualcosa di sacro: lo spirito di un popolo, con dignità, coraggio e forza morale.

Lo scrittore ucraino Aleksej Nikitin è uno di questi artisti: ha scelto la penna per testimoniare la resilienza e la forza di un popolo che non si arrende, che difende la sua identità, che mostra al mondo quanto l’onestà intellettuale sia necessaria in vista di un futuro reale processo di pace, pur nella complessità.

È appena uscito in Italia un suo libro: Di fronte al fuoco, edito da Voland e tradotto dal russo da Laura Pagliara, che firma anche alcune interessanti note sulla traduzione, utili a contestualizzare il romanzo. Un’opera impegnativa, complessa, imponente per lunghezza — ben 630 pagine — ma scritta in una lingua così viva, composita, lirica, che si legge molto velocemente.

Narra la storia di un pugile ebreo-ucraino, Il’ja Gol’dinov, agente segreto dell’NKVD, che durante l’estate del 1941, dopo aver avuto successo nello sport (secondo posto nel campionato sovietico), sceglie di unirsi ai partigiani contro l’invasione nazista. Poi viene arruolato nell’esercito regolare, finisce catturato, deportato in un lager, riappare per un breve periodo nella Kiev occupata, nel febbraio 1942, quindi scompare nuovamente, lasciando dietro di sé una scia di mistero. La moglie, Feliksa, intraprende una lunga e dolorosa indagine per scoprire cosa gli sia successo.

Scritto in russo, non come adesione a Mosca ma per scelta stilistica e identitaria, e come strumento narrativo capace di restituire tutte le sfumature di un’epoca, il romanzo nasce da un’approfondita ricerca storica, basata su materiale documentario desecretato dopo il 2011, per ricostruire gli eventi dell’epoca. Intreccia al racconto elementi personali, familiari e culturali, tra tradizioni yiddish, propaganda sovietica, legami di lealtà, amore e perdita.

Ne emerge un’idea viva dell’Ucraina multi-etnica di quegli anni, con tutte le tensioni e le contraddizioni tra tradizioni ebraiche, propaganda sovietica e regime nazista, pur conservando una grande tolleranza nella convivenza tra culture.

Soprattutto, è il ruolo della memoria a rendere Di fronte al fuoco capace di parlare non solo a un pubblico interessato alla storia, ma a chiunque voglia riflettere sul rapporto tra individuo e potere, sul destino umano in situazioni estreme.

Tuttavia, è nell’uso della storia per parlare del presente che Di fronte al fuoco diventa profondamente — e dolorosamente — ucraino, consegnandoci questo affresco storico del Novecento che, da particolare, diventa universale. Perché, nonostante la nazionalità, i confini geografici e politici, l’umanità è una sola, identica a Kiev come a Mosca: capace di amare, soffrire, sperare e perdonare.

Un grande romanzo ucraino, epico come un romanzo di Tolstoj.

Aleksej Nikitin Scrittore di lingua russa nato a Kiev (Ucraina) nel 1967, è laureato in fisica e ha collaborato al progetto del sarcofago destinato a mettere in sicurezza la centrale di Černobyl’. Il romanzo Victory Park (2014) ha vinto il Russkaja Premija ed è entrato nella short list del premio National Besteller (‘Nacbest’) in Russia quando era ancora in forma di manoscritto. L’infermiere di via Institutskaja (2016), romanzo dedicato alle recenti proteste di Euromajdan, è stata la prima opera di Nikitin a essere pubblicata in Ucraina. I suoi precedenti romanzi sono Istemi (Voland 2013) e Mahjong (2012).

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:: Il vecchio incendio di Élisa Shua Dusapin (Elliot Edizioni 2025) a cura di Valentina Demelas

10 ottobre 2025

Il vecchio incendio di Élisa Shua Dusapin, pubblicato in Italia da Elliot con la traduzione di Massimo Ferraris, è un breve romanzo dalla voce sottile, profonda e molto poetica, capace di evocare un mondo interiore fatto di silenzi, ricordi e sospensioni. In poco più di centotrenta pagine, l’autrice costruisce un racconto intimo che parla di legami familiari, perdita e memoria, con una scrittura limpida e pudica, mai ridondante.

Dopo anni trascorsi a New York, Agathe torna nella quiete del Périgord per aiutare la sorella minore, Véra, a svuotare la casa di famiglia dopo la morte del padre. L’abitazione, immersa tra boschi fitti e profumati di resina, sembra trattenere i fantasmi del passato. Ogni stanza conserva tracce di un tempo rarefatto, ogni oggetto diventa eco di ciò che è stato. Véra, muta dall’infanzia, comunica solo attraverso messaggi sul cellulare: un silenzio concreto che amplifica quello emotivo fra le due sorelle, rendendo ogni gesto e ogni sguardo una fragile forma di linguaggio.

Nel corso dei giorni trascorsi insieme, Agathe e Véra si muovono tra ricordi e omissioni, tentando di riannodare i fili di un legame mai davvero sciolto, ma da sempre incrinato. La madre, fuggita anni prima, e il padre appena scomparso gravano come presenze assenti. Il vuoto lasciato dai genitori si riflette nel vuoto della casa da liberare, in un continuo gioco di specchi tra materia e sentimento. Lo svuotamento delle stanze si trasforma così in un atto simbolico: liberare la casa significa anche confrontarsi con ciò che è stato, accettare ciò che non può essere cambiato, lasciare andare.

La scrittura di Dusapin è di una sobrietà disarmante. In poche pagine accadono pochi fatti, ma ogni dettaglio vibra di significato. Le frasi brevi, essenziali, disegnano immagini nitide, quasi cinematografiche, che restano impresse nella mente. Il non detto diventa il vero motore della narrazione: ciò che non viene espresso a parole si insinua tra le righe, costruendo un tessuto emotivo di grande intensità, che stimola il lettore. A dominare è l’atmosfera, in cui la natura – con i suoi suoni ovattati, le luci filtrate tra gli alberi, il respiro del bosco – assume un ruolo quasi spirituale.

In questo paesaggio sospeso, Il vecchio incendio esplora temi universali: la solitudine che può esistere anche dentro la famiglia, il peso dei ricordi dell’infanzia, la difficoltà di esprimere l’amore quando è troppo tardi. Il silenzio, soprattutto, diventa protagonista: quello fisico di Véra e quello invisibile che separa le due sorelle. È uno spazio carico di significati, dove ancora ardono – come braci sotto la cenere – le emozioni che non trovano voce. L’“incendio” evocato dal titolo non è un evento, ma una metafora: è il fuoco antico delle passioni e dei dolori che continuano a bruciare dentro, anche quando sembrano spenti.

La forza del romanzo risiede nella sua capacità di commuovere profondamente, ma senza enfasi. Dusapin racconta il dolore e l’affetto con una grazia rara, evitando il melodramma e affidandosi a una scrittura di sottrazione. È un libro breve ma persistente, che lascia dietro di sé una scia di malinconia e di dolcezza. Alcuni passaggi restano volutamente in ombra, come ferite non completamente guarite; eppure è proprio in quelle zone d’ombra che il testo trova la sua verità più profonda.

Élisa Shua Dusapin si conferma come una delle voci più raffinate della narrativa contemporanea: la sua è una letteratura che non urla, ma sussurra. E proprio per questo riesce a farsi ascoltare.

Élisa Shua Dusapin è nata nel 1992 à Sarlat-la-Canéda in Dordogna da padre francese e madre sudcoreana, Elisa Shua Dusapin è cresciuta tra Parigi, Seul e Porrentruy (Svizzera). I suoi precedenti romanzi sono editi in Italia da Ibis Edizioni. Con il primo romanzo Inverno a Sokcho (2016) ha vinto i premi Robert Walser, Alpha, Régine-Desforges e Révélation SGDL e la sua traduzione inglese ha vinto il National Book Award. Con il secondo romanzo Le biglie del Pachinko (2018) ha vinto il Prix suisse de littérature e l’Alpes-Jura e il terzo, Vladivostok circus (2020) è stato selezionato al Premio Fémina. Il vecchio incendio è in corso di traduzione in oltre dieci paesi.

Source: libro gentilmente donato dall’editore, ringraziamo Giulia Olga Fasoli, responsabile dell’ufficio stampa Elliot Edizioni.

:: 81280JL. Lennon, l’Iik e i topi salterini di Lorenzo Mazzoni dal 10 ottobre in libreria

30 settembre 2025

E poi c’era quella storia del milione di dollari, dell’hashish che profumava di caramello e dei topi che schizzavano verso il cielo quando leccavano la canapa proveniente dall’Afghanistan. No, non sarebbe stata una buona idea sparare al giornalista. Ancora non sapeva che farsene di quelle informazioni, ma intuiva che per trovare il bandolo della matassa prima o poi ci sarebbe stato bisogno di lui.

Asher Lehman è un assaggiatore di sostanze stupefacenti per conto della Cia nell’Afghanistan occupato dai sovietici. Mark Chapman è un agronomo e agente segreto catturato a Teheran durante l’occupazione dell’ambasciata americana. Carlo Oliva, poi, è un ambiguo corrispondente nella Beirut sconvolta dalla guerra civile. Jason Burdon, eminenza grigia delle spie, intende portare sul mercato statunitense una droga dagli effetti devastanti per far esplodere il caos. Rafael King, ottuagenario ospite del Chelsea Hotel, a New York, è un esperto di telepatia. Norman Parker, poeta e veterano di guerra, ha un fratello, Rib, capo di una gang del South Bronx. E ancora Walter e Babette sono killer spietati ma anche anime gemelle e idealisti della rivoluzione. Sono tanti, originali, magistralmente tratteggiati, i personaggi che popolano il nuovo romanzo di Lorenzo Mazzoni. Cambi e colpi di scena sono intessuti in una trama irresistibile che porta il lettore da un angolo all’altro del pianeta. Seguendo un tracciato cronologico che attraversa gli eventi del 1980 e i tentativi di esportare l’Iik, una cannabis geneticamente modificata, le storie convergono tutte su una domanda: perché l’8 dicembre 1980 John Lennon fu ucciso? La soluzione proposta in questo libro lascerà i lettori a bocca aperta.

Lorenzo Mazzoni, nato a Ferrara nel 1974, ha abitato a Londra, Istanbul, Parigi, Sana’a e Hurghada. Scrittore e reporter, ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui per Edizioni Spartaco, Quando le chitarre facevano l’amore(2015), con cui ha vinto il Liberi di Scrivere Award, Il muggito di Sarajevo (2017) e 81280JL. Lennon, l’Iik e i topi salterini (2025). È docente di scrittura creativa di Corsi Corsari e consulente per diverse case editrici. Collabora con Il Fatto Quotidiano.

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:: Belletti e Romeo. Un caso del commissario Belletti di Paolo Scardanelli dal 26 settembre in libreria

26 settembre 2025

Da quattro anni ormai il commissario Alvise Belletti presta servizio alla Questura di Catania, dove è stato trasferito per l’“eccesso di zelo” dimostrato nel caso del Lupo. E qui, sull’Etna, la Montagna sacra dei catanesi, un altro misterioso omicidio lo attende. In una capanna a duemila metri di altezza due escursionisti hanno trovato il corpo di un uomo, Wolfgang von Rheingold, un quarantenne tedesco, con la gola squarciata. In mano, un libro intriso di sangue: La morte di Empedocle di Friedrich Hölderlin. A vegliare la vittima un cane accucciato, uno splendido esemplare di cirneco dell’Etna, una sorta di Anubi all’ingresso dell’oltretomba. Sotto la maestà del vulcano onnipotente, Belletti si prepara a dispiegare il suo proverbiale fiuto, che stavolta lo porterà ad Amburgo e indietro nel tempo fino alla Germania degli anni di piombo. Un’indagine in cui il suo incrollabile senso della Giustizia si ritroverà faccia a faccia con l’ombra impietosa della Vendetta.

Paolo Scardanelli (Lentini, 1962), geologo e scrittore è autore del romanzo In principio era il dolore. Un Faust di meno (2022) e Belletti e il Lupo (2024), con protagonista il commissario Belletti. Di Scardanelli è in corso di pubblicazione per Carbonio anche la saga L’accordo, di cui sono usciti i primi quattro volumi: Era l’estate del 1979 (2020); I vivi e i morti (2022); L’ombra (2023) e Un posto sicuro (2024).

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:: L’onesta bugiarda di Tove Jansson dal 1 ottobre

23 settembre 2025

Esiste nei rapporti umani una linea che separa verità da ipocrisia, gentilezza da adulazione, onestà da calcolo? È possibile continuare a credere in se stessi e negli altri senza la protezione delle menzogne vitali, degli autoinganni e delle illusioni? Nell’Onesta bugiarda due donne si incontrano: Anna Aemelin è un’illustratrice di libri per bambini. Solitaria e svagata, incapace di prendere sul serio qualsiasi cosa che non sia il suo disegno, ostinatamente decisa a difendersi dalla vita ignorando ciò che la disturba, frapponendo fra sé e il mondo le sue lampade schermate, i suoi conigli a fiori, le decisioni che non prende, i no che non dice. Al suo opposto è Katri Kling: giovane donna volitiva e concreta, intelligente e calcolatrice, nemica delle reticenze e del caso, ossessionata da un suo senso dell’onestà e della giustizia che la induce a vedere in ogni rapporto umano un contratto da rispettare. Il loro incontro è lo scontro fra due modi opposti di essere che, rapportandosi, si distruggono a vicenda, minando le certezze su cui poggiano. Continua a nevicare nel romanzo: è inverno e da mesi la neve cade incessantemente sul villaggio in riva al mare, coprendo le orme appena lasciate, cancellando dal paesaggio i punti di riferimento. I segni che la vicenda traccia con apparente leggerezza su quel bianco uniforme scavano solchi profondi: il gioco delle verità ci lascia un inquietante senso di insicurezza.

Padre scultore e madre illustratrice, Tove Jansson (1914-2001) cresce tra una vivace casa-atelier di Helsinki e un solitario e avventuroso isolotto dell’arcipelago finlandese. Il mondo d’arte e fantasia dell’infanzia nutre la sua vocazione di pittrice, vignettista e scrittrice e le ispira la serie di libri sui Mumin, oggi un classico di culto noto e amato in tutto il mondo. Con lo stesso spirito, ironico e poetico, acuto e dissacrante, si è rivolta anche agli adulti. Iperborea ha pubblicato La barca e io, Viaggio con bagaglio leggero, Fair Play, Campo di pietra e il best-seller Il libro dell’estate. È inoltre in corso di pubblicazione per Iperborea l’intera serie delle strisce dei Mumin e una collana speciale di albi illustrati tratti dalle loro storie più celebri.

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:: Regency I love you di Mariangela Camocardi

22 settembre 2025

Da “Orgoglio e Pregiudizio” ai Bridgerton, tutti i segreti per scrivere romance ambientati in epoca Regency, con esempi pratici.

Sotto la guida di una delle autrici italiane più celebri nel campo del romance e del Regency, ecco una guida agile e approfondita per conoscere tutto quello che serve nel momento in cui si desidera scrivere un romance in ambito Regency.

Il periodo Regency in Inghilterra va approssimativamente dal 1811 al 1820 (ma in letteratura si estende spesso fino agli anni ’30) e scrivere una storia ambientata in questa epoca può essere un’impresa affascinante ma, come qualunque altro genere letterario, richiede aderenza alle regole che lo caratterizzano, l’utilizzo di una serie di cliché, nonché di elementi stilistici, storici e narrativi, che troverete perfettamente elencati e spiegati in questo manuale del bon ton della scrittura Regency.

Mariangela Camocardi ha pubblicato circa 70 titoli tra romanzi e racconti. Con una predilezione per lo storico, ha scritto horror, woman fiction, romance, fiabe, commedie romantiche, saggi editi con le maggiori case editrici italiane. Collabora con riviste a diffusione nazionale ed è tra gli autori di Nessuna più, antologia contro il femminicidio il cui ricavato è stato devoluto al Telefono Rosa per aiutare le donne vittime di violenza. È tra le autrici di Romance Book Dreamers, gruppo che firma storie romantiche con ambientazione storica e contemporanea. Si è anche cimentata in due testi teatrali, Correva l’anno dedicato all’ultracentenaria Emma Morano, e Il mio primo ballo, ispirato dal Ballo Debuttanti Lago Maggiore. È stata direttore della rivista Romance Magazine, e anche una socia fondatrice di EWWA (European Writing Women Association). Nella sua pagina personale di Wikipedia potete trovare i titoli dei suoi libri.

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:: Marìa Oruña – la nuova indagine di Valentina Redondo in libreria

20 settembre 2025

María Oruña rende omaggio al miglior noir gotico in un’indagine impossibile in cui mistero, amore e azione sono perfettamente dosati.

Città costiera di Suances, Cantabria. È la fine di una lunga estate calda, e la tenente Valentina Redondo conta i giorni che mancano all’inizio delle sue vacanze; ma qualcosa di molto insolito la costringe a rimandare: viene ritrovato il cadavere del giardiniere del palazzo Jaime del Almo, una villa storica. Nel palazzo ha da poco stabilito la sua residenza lo scrittore americano Carlos Green, che ha deciso di vivere nel luogo in cui trascorse le più belle estati della giovinezza. La pace che cercava, però, è da rimandare a un momento migliore. Sebbene tutto faccia pensare a una morte naturale, sembra che il corpo sia stato toccato, e Carlos confessa di aver percepito negli ultimi giorni presenze inspiegabili, luci intermittenti, sinistri suoni notturni… Di qui in poi, l’antica dimora diverrà il teatro di una serie di incomprensibili eventi luttuosi. Nonostante la sua ferrea razionalità, Valentina dovrà ingaggiare una strenua lotta contro fenomeni anomali – fenomeni che appaiono paranormali… Finirà per indagare su segreti che trascendono il tempo, su luoghi che custodiscono il respiro del passato, intuendo che tutti hanno qualcosa da raccontare ma soprattutto qualcosa da nascondere.

María Oruña (Vigo, 1976), laureata in legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale de Il porto segreto (Ponte alle Grazie, 2023), decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Per Ponte alle Grazie, sempre del ciclo dedicato alle indagini di Valentina Redondo, oltre al primo libro sono usciti anche Quel che la marea nasconde (2022) e Un posto dove andare (2024).

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:: «Stato di sogno» di Érich Puchner, in libreria dal 23 settembre

20 settembre 2025

Acclamato bestseller internazionale, un romanzo sulle amicizie che durano una vita, sulle stranezze del matrimonio e sulla bellezza del cambiamento.

Cece è innamorata. Da Los Angeles si trasferisce con un mese di anticipo nella casa sul lago dei futuri suoceri nel Montana per organizzare il suo matrimonio con Charlie, un giovane medico in carriera. Charlie ha chiesto a Garrett, il suo migliore amico dai tempi del college, di officiare la cerimonia, anche se Cece
non riesce a immaginare qualcuno di più inadatto: Garrett è un burbero, lavora come addetto ai bagagli in aeroporto, è perseguitato da una vecchia storia tragica. Man mano che Cece passa del tempo con lui, però, la sua maschera oscura inizia a cadere, e lei è sempre più incerta sul proprio futuro. E Garrett, dopo
averla incontrata, comincia a sentirsi di nuovo umano. Mentre una contagiosa influenza intestinale minaccia di mandare a monte il matrimonio e l’amicizia tra Charlie e Garrett viene messa a dura prova, Cece deve scegliere tra la vita che ha sempre sognato e una vita che non ha mai immaginato.

Scritto con umorismo, precisione e un cuore enorme, Stato di sogno, storia di un esilarante triangolo amoroso, fa ridere, piangere e pensare al tempo stesso.

Érich Puchner è autore della raccolta di racconti Music Trough the Floor, del romanzo Model Home, finalista al PEN/Faulkner Award, e di una seconda raccolta di racconti, Last Day on Earth. I suoi racconti e saggi sono apparsi, tra gli altri, su «GQ», «Granta», «Tin House», «The Best American Short Stories». Ha ricevuto un premio dall’American Academy of Arts and Letters. È professore associato nei Seminari di scrittura della Johns Hopkins University e vive a Baltimora con la moglie, la scrittrice Katharine Noel, e i due figli.

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:: Prima e dopo la stagione delle piogge di Kafu Nagai

12 settembre 2025

La giovane ventenne Kimie, cameriera presso il caffè Don Juan a Ginza, è vittima di maldicenze e molestie da parte di un individuo sconosciuto. Che qualcuno nutra del risentimento nei suoi confronti a causa della sua attività di prostituta, cui è stata iniziata dall’amica geisha Kyōko? Rivoltasi persino a un indovino per trovare risposte, Kimie – unico personaggio veramente a tutto tondo secondo la critica del premio Nobel Kawabata Yasunari – cercherà di venire a capo della vicenda destreggiandosi con scaltrezza tra i vari uomini che le gravitano intorno, dallo scrittore Kiyo’oka Susumu, suo amante, al vecchio donnaiolo Matsuzaki. Considerato il ritorno alla ribalta del suo autore dopo un lungo periodo di parziale silenzio e celebrato da Tanizaki Jun’ichirō come un rotolo illustrato moderno che con magistrale distacco delinea la storia popolare dell’epoca Shōwa, il romanzo di Nagai Kafū esplora il «mondo dei fiori e dei salici» di una Ginza bella solo all’apparenza e la vanità di quel «mondo fluttuante» che cela in realtà un lato sordido e vacuo. Un’aspra critica alla modernità che ha spinto al declino quel demi-monde che rappresentava l’ultimo baluardo della Tōkyō antica, in una cronaca dove ad accompagnare ogni momento cardine della narrazione è la pioggia del titolo che, con diversi gradi di intensità, fa da contrappunto agli eventi descritti.

Kafu Nagai Poeta del passato, interprete di una tradizione messa in crisi dai valori della modernizzazione, Nagai Kafu- (1879-1959) è uno dei grandi nomi della letteratura giapponese moderna. Sensibile al fascino della cultura occidentale, si avvicina al naturalismo francese negli anni giovanili, ma della lezione di Zola gli resteranno solo la precisione per il dettaglio e un amore per la descrizione che diventa esercizio di raffinata e colta letteratura. In risposta al veloce avvicendarsi degli eventi e alla frenesia dei tempi, trova rifugio estetico nelle emozioni e nelle atmosfere dei quartieri di piacere, ultimo riverbero della cultura tradizionale. Il passato è rivissuto nel presente, ricercato negli antichi quartieri della sua Tokyo, e riproposto come modello di una nuova creatività: il passato come la sola «luce che può illuminare l’incerto cammino del presente…

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:: Tanti auguri Santo Padre!

11 settembre 2025

Domenica, 14 settembre, Robert Francis Prevost festeggerà il suo compleanno. Compirà 70 anni, è infatti nato a Chicago, Illinois, nel 1955. Questo è il suo primo compleanno come vescovo di Roma e Papa Leone XIV. Per festeggiare questa fausta ricorrenza, augurandogli ogni bene per il suo gravoso incarico in un periodo storico estremamente difficile, segnaliamo questo bel libro per bambini a lui dedicato.

Un libretto per bambini su Papa Leone XIV scritto da Sabrina Penteriani, giornalista de L’Eco di Bergamo e direttrice di Santalessandro.org, settimanale online della Diocesi di Bergamo, e magnificamente illustrato da Matteo Merli. È raccontata la sua elezione a Papa, gli episodi più significativi e curiosi della sua vita raccontati a misura di bambino. Un libretto per fare conoscere il nuovo Papa ai bambini: il Papa della pace, dei poveri, del popolo. Un libro per bambini della scuola primaria (dai 6 anni).

Sabrina Penteriani, autrice di fiabe e racconti, è redattrice de «L’Eco di Bergamo» e direttrice di Santalessandro. org, settimanale online della Diocesi di Bergamo. È delegato vescovile per la cultura e la comunicazione della Diocesi di Bergamo.

Matteo Merli è illustratore, fumettista e cantante. Ha lavorato come illustratore e fumettista con diverse case editrici importanti.

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:: Wang Yinglin – Il Classico dei Tre Caratteri

10 settembre 2025

Il Classico dei Tre Caratteri – che viene qui presentato in questa nuova traduzione dall’antico cinese a cura di Teresa Spada – rappresenta un unicum nell’ambito della letteratura cinese: dalla metà del XIII secolo fino agli anni Cinquanta del ’900, è stato usato come “la” guida per eccellenza per iniziare i bambini allo studio della lingua e ai fondamenti della cultura nazionale.

In queste 90 Rime – costituite da versi di soli tra caratteri – si trova sia un concentrato dei valori confuciani, fondamento della cultura cinese, sia nozioni storiche sul susseguirsi delle dinastie e aneddoti esemplari di buon governo, oltre a numerosi esempi di eccellenti studenti che si sono distinti per le loro buone qualità e per la loro perseveranza nello studio.

La tradizione orale di recitare e declamare ad alta voce Il Classico dei Tre Caratteri ne assicurò la straordinaria popolarità e la sopravvivenza attraverso i secoli interrotta soltanto durante gli anni della Rivoluzione Culturale (1966-1976 ca.), sulla scia dei movimenti per il rinnovamento della letteratura e dei moti rivoluzionari studenteschi; solo nel 1984 una commissione nazionale istituita con lo scopo di recuperare e ripubblicare i testi che sono parte del patrimonio culturale del Paese, ha restituito al Classico dei Tre Caratteri il suo antico valore.

Leggere questa nuova traduzione permette di cogliere aspetti millenari della cultura cinese, apprezzando al meglio le tante sfaccettature di una società continuamente in bilico tra passato e futuro, tradizione e modernità, nazionalismo e globalizzazione.

Wang Yinglin (1223-1296), proveniente da Qingyuan (oggi Ningbo, Zhejiang) è stato un autore poliedrico, letterato ed enciclopedista della dinastia dei Song Meridionali (1127-1279). Giovanissimo, si dedicò allo studio e iniziò una brillante carriera letteraria, superando con successo tutti gli esami imperiali e divenendo Ministro dei Riti e Censore imperiale nel 1256. A lui va il merito di aver compilato alcuni dei più importanti testi didattici dell’epoca e di aver commentato numerosi classici della letteratura cinese. Dopo la caduta della dinastia Song, deluso dalla situazione politica e sociale, si ritirò nella città natale dove continuò a insegnare privatamente. Molto di quanto ha scritto è entrato nel corpus letterario dell’ortodossia di Stato anche sotto le dinastie successive.

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