Posts Tagged ‘Shanmei’

:: La missione della tigre azzurra di Shanmei disponibile su Amazon

21 febbraio 2023

Dopo un combattimento Xi Xun, valente esperta di arti marziali, si rifugia in una grotta per riprendersi. Non deve arrendersi sebbene le ferite siano gravi, ha una missione da compiere da cui dipende la salvezza di un impero… C’è un’eroina, un nemico che diventa poi il suo principale alleato, viaggi, avventura, in un wuxia classico senza magia.

Disponibile a questo link qui

:: Oleandro bianco (Le avventure del tenente Luigi Bianchi nella Cina misteriosa Vol. 6)

14 febbraio 2023

Un mystery storico nella Cina del primo ‘900

Della stessa serie potete leggere le novelle “Delitto a bordo del Giava in navigazione per la Cina“, “Lo strano caso del missionario scomparso” , “Il mistero della Fenice d’Oro“ e Il mistero del Mandarino calunniato“ e “La strana morte di Mme. Fontaine.

E i racconti brevi: Un gioco di pazienza e Tre mesi in Giappone

Seguito di “La strana morte di Mme.Fontaine” torna il tenente Luigi Bianchi ufficiale piemontese al seguito della Missione Internazionale giunta in Cina per liberare le Legazioni e sedare la Rivolta dei Boxer.
Al centro di questa nuova indagine ci sarà l’avvelenamento e la morte di un’intera famiglia, padre, madre e due bambine tutti morti a un tè all’aperto estivo. Omicidio, doppio suicidio, incidente…
Il tenente Bianchi, ormai di stanza a Huang Tsun, sarà chiamato in tutta fretta a indagare coadiuvato da sua moglie Mei e sarà presente sulla scena del crimine particolarmente inquietante: tutti sembrano dormire il loro ultimo sonno nei loro vaporosi abiti chiari ed estivi. Questo è l’inizio sarà una storia appunto estiva, dopo la tanta neve in “La strana morte di Madame Fontaine“.

Sesta novella di una serie di mystery storici coloniali con ambientazione cinese. Avventura, intrighi, giochi di spie, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

In prenotazione: qui.

Sarà rilasciato sui vostri kindle il 15 agosto 2023.

:: Il mistero del Mandarino calunniato di Shanmei (Amazon Media 2022) a cura di Patrizia Debicke

5 dicembre 2022

Un nuovo episodio delle avventure del tenente Luigi Bianchi in Cina, con in copertina la vera foto del dignitario cinese, il calunniato personaggio della storia e al quale il protagonista e ispiratore della serie, Luigi Paolo Piovano, bisnonno della autrice con il successo della sua indagine, salvò la vita.

Parliamo oggi pertanto di Il mistero del Mandarino calunniato o quarto intrigante capitolo delle vicende cinesi del tenente Luigi Bianchi.

Capitolo che segue cronologicamente i precedenti: Delitto a bordo del Giava, Lo strano caso del missionario scomparso e Il mistero della Fenice d’Oro, ed è ambientato durante le trattative di pace dopo la sconfitta che finirono con la sigla del cosiddetto accordo di pace o “Protocollo dei Boxer”.

Pechino Primavera 1901. La città imperiale che porta ancora ovunque gli sfregi degli scontri a seguito della feroce e sanguinosa rivolta, tuttora immersa in continue e convulse trattative di pace, dopo un lungo e gelido inverno comincia a percepire l’inizio della primavera.
E l’italiano tenente Bianchi, ormai felicemente sposato (pur solo religiosamente per le severe regole militari italiane) con la bella Mei, una ricca e ben introdotta vedova cinese, si troverà coinvolto per l’intercessione di sua moglie, amica di famiglia dell’accusato, in una difficile e pericolosa indagine. Un nuovo caso, che poi si rivelerà una specie di bomba innescata destinata, se riuscirà, a rivelare tutta la sua potenzialità oltre a infiammare gli ambienti pechinesi e rischiare addirittura di rimettere in gioco importanti decisioni e accordi già presi . Il Mandarino Ch’en Kang-sheng, uomo molto anziano, vecchio consigliere dell’imperatrice, pare con ogni evidenza colpevole dell’omicidio di un importante funzionario dell’ambasciata russa. Le prove lo incastrano ma il tenente Bianchi è convinto della sua innocenza e a suo rischio e pericolo si impegna con tutte le sue forze per riuscire a scagionarlo. Come potrà riuscire? E soprattutto quale sarà il prezzo da pagare? L’indagine presenta troppi lati oscuri. Insondabili? Per esempio intanto pare necessario scoprire quali fossero i legami della vittima con la sua vecchia conoscenza, la splendida, affascinante e misteriosa principessa Tretyakov, che anche stavolta entra in scena. Tra inattese rivelazioni e segreti intrighi segreti che si celano dietro le trattative di pace, al tenente Bianchi toccherà farsi strada senza riguardo tra alti esponenti militari e dignitari di varie nazionalità.
Una vivace carrellata tra affollati ricevimenti in ambasciata e combattute partite a tennis per scoprire un mondo ormai scomparso, ma tornato vivo sulla carte e addirittura palpabile. E vi avvicinerete a quella Cina dei primi del ‘900, molto cinese e poco occidentale, con la curiosità nello sguardo di qualcuno che la incontra per la prima volta.

E seguendo le tracce del Tenente Bianchi arriverete alla vigilia della firma del Trattato. Il protocollo dei Boxer.

Un trattato ineguale che fu firmato a Pechino il 7 settembre 1901 nei locali della Legazione Spagnola dai rappresentanti dell’ impero Qing e dell’Alleanza delle otto nazioni (Francia, Germania, Giappone, Impero austroungarico, Regno d’Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) più Belgio, Paesi Bassi e Spagna. L’Imperatrice Tzu Hsi fece ritorno a Pechino agli inizi del 1902.

Un accordo che aveva richiesto diversi mesi soprattutto, più che per reali contrasti coi cinesi che, dolorosamente sconfitti e in modo definito, con ormai poco o nullo margine di negoziato, miravano a concludere in fretta per impedire agli stati alleatisi nel conflitto di ampliare le loro richieste. Ma e soprattutto per le divergenze sorte tra i paesi occidentali. Questi infatti, indotti forzosamente in uno pseudo idillio consolidatosi in una missione congiunta che in Cina pareva tesa alla salvaguardia della civiltà, ben presto a causa degli egoismi nazionali si divisero nelle loro rivendicazioni mostrando senza remora l’avidità e quegli antagonismi colonialisti già in embrione e che in pochi anni porteranno agli orrori della Prima Guerra Mondiale. Con gli alleati di quei tempi trasformati in irriducibili nemici, pronti a insanguinare l’Europa.

Ma in quel lontano 1900, ancora uniti e apparentemente concordi, nonostante le complicazioni e lo sfibrante protrarsi dei negoziati, alla fine siglarono la pace.

Quarta novella di Shanmei (Giulietta Iannone) che traccia con la sua serie un’intrigante sequenza di mystery storici coloniali con ambientazione cinese legati a un importante periodo storico mondiale ignoto ai più. Anni quelli dell’inizio del XX secolo, che pur precursori di straordinarie innovazioni tecnologiche relegavano ancora per le conoscenze europee quel lontano, immenso e multiforme potente impero fatto da milioni di uomini, al di là del mappamondo. Anni in cui le informazioni e le notizie erano ancora affidate al ritmico ticchettare del telegrafo che ritrasmetteva gli avvenimenti nell’aere ma con le linee che durante la sanguinosa rivoluzione avevano dimostrato la loro fragilità, spesso tagliate durante i ripetuti attacchi alle delegazioni europee.
Avventura, amore, intrighi, giochi di spie, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

Nota storica

Il 22 dicembre 1900 il Corpo Diplomatico di Pechino presentò ai plenipotenziari cinesi una nota collettiva e definitiva, contenente 12 articoli, che, incondizionatamente accettata dalla Cina, doveva ristabilire la pace con le potenze straniere, ma le trattative, per arrivare alla firma del Protocollo, si protrassero sino al 7 settembre del 1901.

La Cina fu costretta ad accettare durissime condizioni:

pagamento dei danni di guerra ammontanti a 450 milioni di taels rateizzati in 40 anni, divieto di importare armi, smantellamento del forte di Taku (Dagu), presentazione di scuse diplomatiche, emanazione di un editto che vietasse in tutto il paese le manifestazioni xenofobe.

Anche l’Italia, sebbene in misura ridotta rispetto alle altre nazioni, ebbe la sua parte di “bottino di guerra”, al quale rinunciò con il Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947.

I “privilegi” italiani in Cina consistevano in:

il riconoscimento della Legazione italiana nel quartiere delle Legazioni di Pechino con un contingente di truppe a presidio; la Concessione di Tientsin (Tianjin), che occupava un’area di circa mezzo chilometro quadrato, e che costituiva la principale acquisizione in Cina; l’autorizzazione ad aprire il loro comando militare a Huang Tsun, l’autorizzazione a servirsi dei quartieri internazionali di Shanghai e Amoy (Xiamen, nel Fujian); un indennizzo per danni di guerra di 26.617.000 di taels (equivalenti a 100 milioni di lire del 1901).

:: Marsiglia 1937 di Shanmei

12 novembre 2022

La novella è ambientata nella Francia della fine degli anni ’30, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in quel periodo molto particolare tra le due guerre mondiali, dove si guardava all’America con invidia e ammirazione, si importava la loro musica, le loro abitudini, e anche la criminalità, molto attiva specie a Marsiglia, “la Chicago francese”.

Le donne erano bellissime e pericolose, gli uomini spietati e violenti, la polizia vigliava sorniona e contava sulla classica spiata per sventare crimini e delitti. Marsiglia con i suoi vicoli, i suoi muri scrostati, il suo porto punto di attracco per ogni genere di contrabbando raccoglieva la criminalità di tutta la costa, molti venivano da fuori, corsi, spagnoli, italiani, portavano avanti traffici illegali sempre più redditizi e senza regole.

I protagonisti della novella si chiamano André e Marie, e vivranno una tormentata storia d’amore, lui proprietario di un ristorante di Marsiglia (covo di ladri e di imprese fuori legge) e lei una sua modesta dipendente che lavora al guardaroba, a dividerli l’ispettore Marchal che ha un conto in sospeso con André, e l’affascinante Jojo, celebre cantante che si esibisce nella sala da ballo adiacente al ristorante. La preparazione di un colpo cambia le carte in tavola per tutti…

In prenotazione: qui.

Sarà rilasciato sui vostri kindle il 9 aprile 2023.

:: La strana morte di Mme. Fontaine di Shanmei (Le avventure del tenente Bianchi nella Cina misteriosa Vol 5)

18 agosto 2022

Un mystery storico nella Cina del primo ‘900

Della stessa serie potete leggere le novelle “Delitto a bordo del Giava in navigazione per la Cina“, “Lo strano caso del missionario scomparso” , “Il mistero della Fenice d’Oro“ e Il mistero del Mandarino calunniato“.

E i racconti brevi: Un gioco di pazienza e Tre mesi in Giappone

La strana morte di Mme. Fontaine” sarà ambientato nell’alta società della colonia. Tra corse di cavalli, balli, pranzi e tutto quel corollario di lusso e “spreco” che caratterizzava la vita dei pochi privilegiati della comunità internazionale. Eugenie Fontaine è la vera protagonista dell’episodio, vittima di un feroce omicidio che sconvolgerà la comunità di espatriati che ruota tra Pechino e Tientsin. Moglie di un mercante d’arte, figlio di un ricchissimo magnate delle Ferrovie, Eugenie diventerà per Luigi Bianchi un enigma da dipanare ricostruendone la vita, i molti amanti e il carattere ribelle e determinato. Eugenie come un fantasma l’accompagnerà per tutta l’indagine svelandogli i lati più torbidi di una società che ostenta lussi e ricchezze ma nasconde dentro di sè il vuoto.

Poi ci sarà tutto il gruppo “italiano” e il nostro Luigi Bianchi dovrà darsi da fare per non soccombere in un mondo governato da privilegi e egoismi. Chi ha ucciso la bella Eugenie? Sarà stato il marito stanco dell’ennesimo tradimento? O l’ultimo amante interessato solo alle sue ricchezze? Il Colonnello George Spencer padre di Eugenie amico di lunga data di Luigi Bianchi incaricherà proprio lui di fare luce sul mistero e “salvare” l’onore di sua figlia da tutti dipinta come una donna superficiale, frivola e amante dei piaceri. Ma ben presto il tenente Bianchi scoprirà che la donna era tutt’altro che sciocca e vanesia anzi aveva scoperto un segreto oscuro e pericoloso, che aveva poco a che fare con le false piste su cui tutti sembrano volerlo incanalare. E sarà proprio Mei, sua moglie, ad aiutarlo nelle indagini svelandogli una Cina sconosciuta e pericolosa dove tutto sembra essere un gioco di specchi.

Quinta novella di una serie di mystery storici coloniali con ambientazione cinese. Avventura, intrighi, giochi di spie, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

In prenotazione: qui.

Sarà rilasciato sui vostri kindle il 25 dicembre 2022.

:: L’ultima profezia di Nostradamus – Shanmei

15 Maggio 2022

Qui legent hosce versus nature censunto:

Prophanum vulgus et inscium ne attrectato:

Omnesque Astrologi, Blenni, Barbari procul sunto,

Qui aliter faxit, is, rite sacer esto.

2 luglio 1566

La stanza era buia. Un unico raggio di luce filtrava attraverso pesanti tendaggi. In fondo alla stanza, accanto a un letto, l’uomo che dovevo uccidere aspettava fissando l’oscurità. Era seduto su una panca e c’era una leggera impazienza sul suo volto solcato da profonde rughe. Era vecchio, molto vecchio, una lunga barba biancastra gli arrivava quasi alla vita. A un tratto e non so per quale motivo si accorse di me; mosse una mano. “Ti aspettavo; era ora. Non ti ha detto il tuo re che non bisogna fare aspettare i vecchi?” La sua voce risuonava acida come se provenisse già dal regno dei morti. Non ero per lui che un ombra, però mi parlava con famigliarità, quasi che mi conoscesse da sempre. Ero innervosito dal suo tono di voce e nello stesso tempo provavo una strana simpatia per quel vecchio la cui morte mi avrebbe fruttato cinquecento scudi d’oro. Se mi pagavano tanto per uccidere un vecchio che probabilmente la morte si sarebbe portato via molto presto anche senza il mio aiuto, un motivo doveva ben esserci. Ma a quei tempi non mi facevo domande. Ero un soldato, dopo tutto. Uccidevo perché il mio re me lo chiedeva, senza pormi troppi perché.

“Facciamo in fretta, spero tu sappia fare il tuo lavoro. Sono troppo stanco, per aspettare ancora.”

Ero disorientato, quasi esitante – poi l’abitudine prese il sopravvento ed estrassi l’ago avvelenato che scintillò un attimo prima di fermarsi nell’aria. Non riuscivo a trovare il coraggio di ucciderlo nonostante la ricompensa tintinnasse nella mia mente con il dolce suono di centinaia di auree monete. “Mi stavate davvero aspettando?” chiesi stupendomi io per primo delle parole che pronunciavo. Non avevo mai parlato a un uomo prima di ucciderlo: farlo, creava un legame con la vittima, un legame che mai prima di quel momento avevo voluto creare.

“È da tutta la vita che aspetto il mio assassino. La mia opera è conclusa. La mia vita terrena è terminata, e che avvenga per mano tua non fa la minima differenza” disse sottovoce, continuando a indicare il mobile contro la parete. “Ciò che cerchi è lì, nel primo cassetto. Questa è la chiave.” Fece comparire dalle ampie pieghe di una manica una chiave di ottone.

“Se sapevi che stavo arrivando come mai non sei fuggito? Ci tieni così poco alla vita ?” Non riuscivo a credere che quel vecchio stesse davvero dicendo la verità.

“Tu sei un assassino, io un profeta. Non so chi di noi due abbia il destino migliore, ma così è. Tu togli la vita alla gente, io vedo ciò che succederà in epoche talmente lontane da stimare follia ciò che narro. Ma, sebbene possano pensare che le mie parole siano follia, se qualcuno auspica la mia morte evidentemente sono in molti a temere ciò che vedo.”

“Perché non tenti di difenderti?” sibilai movendomi in silenzio nella stanza e pregando il dio degli assassini di darmi il coraggio di portare a termine quella missione.

“Sarebbe inutile. Questo è il mio destino. Ma prima di morire esaudisci, ti prego, il mio ultimo desiderio. Prendi questa chiave e apri quel cassetto. Leggi attentamente ciò che è scritto in quel sottilissimo libricino dalla copertina rossa. È tutto ciò che ti chiedo.” Sospirò come irritato per la mia esitazione.

“Ma io non so lo leggere!” dissi, iniziando a pensare che stesse prendendomi in giro. Il vecchio sbuffò socchiudendo gli occhi. Occhi che avevano visto troppe cose, questo lo capivo anch’io.

“Lo so benissimo, sciocco! Ma imparerai. Il tuo destino cambierà da questa notte. Non porterai al nostro bene amato re il suo bottino. Tu da questo momento sei il primo mio custode.” La voce gli tremava di collera. Non so perché, ma proprio questo mi diede la forza di compiere la mia missione.

“Sei un vecchio pazzo!” gridai, e conficcai l’ago avvelenato nella sua mano ossuta. Un tonfo metallico mi fece sobbalzare – la chiave di ottone venne a fermarsi sul pavimento di pietra accanto al mio piede. Il vecchio si accasciò accanto alla panca; solo allora mi chinai a chiudergli gli occhi. La mia missione era compiuta. Michel de Notre-dame non avrebbe mai più minato la stabilità del regno con le sue folli profezie. In fondo era la prima volta che uccidevo per una giusta causa. Avrei dovuto sentirmi fiero di me, in pace con me stesso; e invece le parole di quel vecchio continuavano a risuonarmi nella mente. Mi ritrovai a fissare quella chiave e qualcosa più forte di me mi spinse a prenderla, a stringerla tra le dita. Aveva ancora il tepore della mano dell’uomo che avevo appena ucciso. Fissai nel buio il mobile e mi risollevai. Senza fare rumore aprii il cassetto e vidi il misterioso libricino rosso. Lo piegai e lo nascosi dentro una bisaccia che portavo a tracolla. Fuggii e raggiunto il mio cavallo iniziai a correre nella notte verso nord.

Una sottile pioggia iniziò a scendere sferzandomi il viso. Per la prima volta in vita mia provava rimorso. Non ero abituato a quell’oscura morsa che ora mi attanagliava lo stomaco. Un lampo zigzagò nel cielo e il fragore di un tuono mi rimbombò dentro. Incitavo con le briglie il cavallo a correre più forte ma quella folle andatura non alleviava quel mio sordo disagio. Raggiunsi l’osteria dove un messo del re aspettava il mio ritorno. Smontai da cavallo e mi diressi grondante di pioggia verso l’uomo che mi aveva assoldato per compiere quel delitto. Lo riconobbi tra gli ubriachi che dormivano scomposti sui tavolacci dell’osteria e che per un attimo invidiai. Avrei dato tutto per essere al loro posto, ma ormai era tardi. L’ossuto messo del re sollevò il suo sguardo ostile e mi sorrise mellifluo. “La missione è dunque riuscita” disse compiaciuto, e prese un sacchetto di scudi d’oro. “Ecco la giusta ricompensa per un atto tanto eroico” bisbigliò con un sottile tono di derisione.

“Uccidere un vecchio!” dissi con disprezzo.

“Uccidere un traditore. Un pericoloso sobillatore” replicò assumendo un’aria compita, poi il suo sguardo si fece scaltro. “Avete trovato il prezioso manoscritto di cui vi ho parlato?”

“Sono stato pagato per uccidere un uomo. Non per indagare sulle deliranti visioni di un vecchio pazzo”. Una fugace, autentica paura accese lo sguardo opaco del messo reale; poi un sorrisetto beffardo increspò le sue labbra sottili, e annuì: “Certo, certo, avete fatto un ottimo lavoro. Ci ricorderemo di voi” disse con untuosa condiscendenza e si alzò fissandomi con disprezzo. Poi, senza voltarsi andò verso l’uscita e io sentii il freddo della morte andarsene via con lui.

:: Il mistero del Mandarino calunniato di Shanmei (Le avventure del tenente Luigi Bianchi nella Cina misteriosa Vol 4)

30 aprile 2022
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Un mystery storico nella Cina del primo ‘900

Della stessa serie potete leggere le novelle “Delitto a bordo del Giava in navigazione per la Cina“, “Lo strano caso del missionario scomparso” e “Il mistero della Fenice d’Oro“.

E i racconti brevi: Un gioco di pazienza e Tre mesi in Giappone

Pechino è sempre più al centro delle frenetiche trattative di pace che porteranno alla stipula del “Protocollo dei Boxer” trattato ineguale firmato il 7 settembre 1901 dall’impero Qing e dall’Alleanza delle otto nazioni (Francia, Germania, Giappone, Impero austroungarico, Regno d’Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) più Belgio, Paesi Bassi e Spagna in seguito alla sconfitta cinese nella rivolta dei Boxer. E il tenente Bianchi ormai felicemente sposato con la bella Mei si troverà ad indagare su un nuovo caso che infiamma l’estate pechinese: scoprire se davvero il Mandarino Ch’en Kang-sheng è colpevole dell’omicidio di un importante funzionario dell’ambasciata russa. Il tenente Bianchi però lo crede innocente per cui si impegna con tutte le sue forze per scagionarlo. Riuscirà nell’impresa? e a che prezzo? E soprattutto che legami aveva la vittima con la principessa Tretyakov, che sembra farsi viva sempre nei momenti meno opportuni? Tra colpi di scena e intrighi segreti dietro le trattative al tenente Bianchi toccherà farsi largo tra militari e dignitari di varie nazionalità. Tra ricevimenti in ambasciata e partite di tennis scoprirete un mondo scomparso ma mai così vivo. E imparerete a conoscere la Cina dei primi del ‘900 con gli occhi di un occidentale che la vede per la prima volta. (Nella foto copertina il vero dignitario cinese a cui il mio bisnonno Luigi Paolo Piovano, a cui è ispirata la storia, salvò la vita).

Quarta novella di una serie di mystery storici coloniali con ambientazione cinese. Avventura, amore, intrighi, giochi di spie, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

Data di pubblicazione 23 agosto 2022, a 4,99 Euro la versione digitale e 9,99 Euro la versione cartacea.

:: La Straniera di Shanmei – una storia romantica e avventurosa nella Russia di primo Ottocento

15 aprile 2022

Russia, primi dell’Ottocento. Eva Kowalska, nobile contessa polacca, sebbene da alcuni anni sia giunta a San Pietroburgo e abbia sposato il principe russo Dubreskj, è da tutta l’alta società ancora conosciuta come la Straniera, epiteto che l’accompagna ovunque non essendo ancora stata accettata né dalla famiglia del marito e né dai loro amici. La sua solitudine peggiora quando il marito, avendo partecipato ai moti decabristi del dicembre 1825, viene mandato ai lavori forzati in Siberia. Per ottenere dallo Zar la grazia la coraggiosa principessa Dubreskaja è pronta a tutto, fino a chiedere l’aiuto al temuto capo della Terza Sezione della Cancelleria Imperiale, la terribile e oscura polizia politica fondata tre secoli prima da Ivan il terribile con il compito di scovare, sventare e soffocare i reati politici. Ma il destino ha in serbo una dura prova per la bellissima Eva: riuscirà a rimanere fedele all’amato marito e soprattutto a salvarlo, o cadrà nelle spire dell’affascinante e tenebroso Andrej Volkov capo della Terza Sezione della Cancelleria Imperiale?

Una storia romantica e avventurosa nella Russia di primo Ottocento.

Prologo:

Nel dicembre del 1825 a San Pietroburgo un gruppo di aristocratici e di ufficiali della guardia imperiale tentò di imporre, in un impero retto ancora da un regime feudale come la Grande Madre Russia, una costituzione liberale. Riunitisi nella piazza del Senato i decabristi vennero decimati dai cannoni del futuro zar Nicola I°.

Fu una strage senza precedenti; ai pochi sopravvissuti non toccò una sorte migliore. Vennero gettati feriti, e sanguinanti nelle buie e terribili celle della fortezza di San Pietro e Paolo per poi essere per la maggior parte giustiziati o deportati in Siberia. Per quest’ultimi si profilò un unico miraggio di salvezza: la grazia imperiale dello Zar, ma ben pochi la ottennero.

Conseguenza principale di questa rivolta fu la convinzione che si rafforzò nello Zar che per tutelare la sua sicurezza fosse necessario ripristinare la terribile e oscura polizia politica fondata tre secoli prima da Ivan il terribile con il compito di scovare, sventare e soffocare i reati politici.

Il compito fu assunto dalla Terza Sezione della Cancelleria Imperiale la quale, al di fuori e al di sopra della legge, nei confronti dei crimini politici aveva infatti assoluta libertà di movimento, doveva tutelare la sicurezza dello Stato, avendo a disposizione una vasta rete di informatori e parecchie migliaia di uomini che indossavano una tunica blu e dei guanti bianchi.

Le carceri e le camere di tortura tornarono ad essere una minaccia costante per ogni genere di persona: bastava infatti che si osasse fare dell’ironia contro lo Zar, per venire subito imprigionati. La Terza Sezione si distinse dalle precedenti per agire costantemente nell’ombra e nella segretezza. La gente spariva nella notte prelevata dalle loro abitazioni e poi veniva ritrovata sui cigli delle strade anche mesi dopo. Capo della sezione fu il generale Pavel Karaghin ma chi sorvegliava l’operato della Terza Sezione e riferiva direttamente allo Zar era un uomo che tutti in Russia avevano imparato a temere e odiare tanto da non avere nemmeno il coraggio di pronunciarne il nome.

:: Il mistero della Fenice d’Oro: Sotto il cielo di Pechino (Le avventure del tenente Luigi Bianchi nella Cina misteriosa Vol 3) di Shanmei

1 gennaio 2022

Torna il tenente Luigi Bianchi ufficiale piemontese al seguito della Missione Internazionale giunta in Cina per liberare le Legazioni e sedare la Rivolta dei Boxer. L’avevamo lasciato a Tient-sin in partenza per Pechino, località scelta per svernare in attesa della campagna di primavera per sopprimere le ultime resistenze dei Boxer sopravvissuti. Nel viaggio verso Pechino il tenente Bianchi sarà assalito dai Boxer e salvato da una donna misteriosa che lo curerà e lo porterà in salvo a Pechino. Dopo un periodo di convalescenza la donna di nome Mei gli chiederà aiuto nel trovare il colpevole dell’omicidio del saggio Liu Xian Dong, consigliere dell’imperatrice madre fuggita da Pechino e rifugiatasi a Xian. Il tenente Bianchi per debito di riconoscenza accetta e si mette a indagare, anche se ben presto si rende conto che la bellissima Mei di cui si sta innamorando nasconde un segreto, un segreto capace di cambiare le sorti di un impero.

Terza novella di una serie di mystery storici coloniali con ambientazione cinese. Avventura, intrighi, giochi di spie, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

Della stessa serie potete leggere “Delitto a bordo del Giava in navigazione per la Cina” e “Lo strano caso del missionario scomparso“.

In piena Belle Époque un viaggio a ritroso nel tempo in un mondo perduto ma di cui giungono gli echi fino a noi.

Data di pubblicazione in ebook 25 aprile 2022, a questo link. Dopo la pubblicazione costerà 4,99 Euro.

:: L’arrivo in Cina- Lo strano caso del missionario scomparso -Le avventure del tenente Luigi Bianchi nella Cina misteriosa Volume #2 di Shanmei

6 luglio 2021

Cina settentrionale, rada di Taku, 29 agosto 1900

La lunga traversata era finita.

Dopo quarantadue giorni di navigazione, dove dovettero affrontare sabotaggi, tempeste, epidemie e un delitto, il piroscafo Giava era finalmente giunto nel bel mezzo del Mar Giallo.

Raggiunsero la rada di Taku all’alba del 29 agosto 1900 e l’arrivo si rivelò diverso da tutte le precedenti aspettative.

Li aspettava una folla di navi ancorate di tutte le nazionalità con la disposizione di gettare l’ancora a circa dieci miglia dalla costa sabbiosa, non potevano avvicinarsi di più.

Il basso fondale non permetteva ulteriori manovre, rendendo lo sbarco di uomini e mezzi un’impresa complicata e pericolosa soprattutto per le condizioni mutevoli del mare.

L’acqua era torbida, fatta più che altro di fango, di un colore opaco che virava dal marrone al giallo grazie al fiume Pei-ho che lì vi sfociava, il più fangoso fiume del mondo dopo lo Yang-tze.

Il tenente Luigi Bianchi osservò la flotta internazionale chiedendosi come avrebbero fatto a sbarcare. Servivano pontoni, scialuppe, vaporetti, zattere o quant’altro e loro ne erano privi, l’alto comando aveva pensato a tutto ma non a come rendere possibile lo sbarco. Il che avrebbe chiesto altro tempo e rallentato ulteriormente le operazioni, ma ormai Pechino era presa, le Legazioni liberate, un aggiuntivo ritardo non avrebbe cambiato di molto le cose. Le imprese eroiche erano spettate ad altri, a loro toccava al massimo disperdere le ulteriore sacche di resistenza dei Boxer sopravvissuti, sempre che ce ne fossero stati.

Il sergente Vincenzo Bertelli gli si avvicinò e guardò nella sua stessa direzione.

«Dunque questa è la Cina, non si vede la costa».

«Già sembra che ce l’abbiamo fatta, siamo sopravvissuti al viaggio» commentò sotto voce accendendosi una sigaretta turca.

«Non è curioso di vedere questo strano paese. Lo conosciamo solo da quello che abbiamo letto sui libri, dagli atlanti, dai racconti dei missionari e ora lo vedremo di persona, sempre che riusciremo a passare attraverso questa selva di navi. Sembra un formicaio».

«In qualche modo faremo, non sottovaluti lo spirito italico di improvvisazione».

«Ah, proprio quello ci ha messo sempre nei guai. Non mi stupirei che ci dessero l’ordine di raggiungere la costa a nuoto, e nuotare in quest’acqua color caffè latte deve essere proprio un’esperienza piacevole».

«Va andiamo a fare colazione, poi penseremo al da farsi. È sempre meglio ragionare a pancia piena».

«Non la contraddico tenente ci mancherebbe».

Il tenente Bianchi raggiunse la sala mensa e si sedette al tavolo degli ufficiali dove lo aspettava il tenente medico Maurizio Valente con l’espressione torva e corrucciata.

«Dunque Pechino è stata liberata, non arrivano che notizie di stragi e saccheggi. Anche il palazzo imperiale è stato devastato, e l’Imperatrice è fuggita. Hanno fatto anche una ridicola cerimonia celebrativa della vittoria, con fanfare e uniforme d’alta ordinanza» sbuffò scoraggiato.

«E che potevamo aspettarci, hanno colto l’occasione per dare più colore all’impresa, dopo tutto l’Imperatrice Madre sembrava essere il vero capo di questi Boxer. Volevano cacciare gli occidentali dal loro paese, se li sono trovati nelle loro camere da letto» disse Bertelli dal tavolo accanto versandosi una generosa tazza di caffè.

«Cosa ne pensa tenente Bianchi, le sembra giusto?» gli chiese Valente esasperato.

«È una manovra dimostrativa, vogliono scoraggiare ulteriori resistenze. Che non salti più a nessuno in mente di opporsi ai piani di noi occidentali. Piani economici per lo più, la Cina è un grande mercato e conviene a tutti che resti aperto».

«Sì, certo ma io parlo dei saccheggi, degli incendi, delle devastazioni…»

«Adesso che sbarchiamo lo vedremo con i nostri occhi cosa è successo, ne saremo testimoni, e potremo giudicare».

«Sempre diplomatico lei. Ma io sono un medico, io salvo vite, e queste morti inutili mi fanno arrabbiare più che rattristare. Giungono notizie di massacri di donne, vecchie  bambini. Si sono abbandonati alle peggiori scelleratezze e questo è contrario a tutte le leggi morali ed etiche. Noi non siamo dei barbari tenente Bianchi, noi apparteniamo a paesi civili, dannazione» disse Valente quasi urlando e Bertelli gli diede un colpetto sul braccio.

«Su Valente non si agiti, faccia la sua colazione, vedrà che tutto si sistemerà. Certo che noi siamo gente civile, infondo. Magari le notizie che ha ricevuto sono state pesantemente ingrandite. Sa come molti amano fare narrazioni pittoresche e colorite».

«No, Bertelli non lo penso affatto. Anzi per me hanno ridimensionato le cose. Ho paura di quello che troveremo una volta sbarcati. Ho davvero paura».

Il silenzio cadde sulla tavolata e nessuno osò parlare per parecchi minuti finchè Valente non si alzò.

«Con permesso, ma l’appetito mi è completamente passato» disse e si allontanò.

«Per me è ancora scosso per quello che è successo durante il viaggio» disse Bertelli, inzuppando un pezzo di pane in una tazza di latte.

Il tenente Bianchi annuì e sorseggiò il suo caffè ma un brutto presentimento lo colse.

Non pensava che Valente esagerasse, anche lui aveva ricevuto notizie allarmanti. Non tanto per quanto riguardava questi famigerati Boxer, ma anche per gli eccessi a cui si stavano abbandonando i loro alleati.

«Adesso pensiamo a sbarcare, poi si vedrà il da farsi» disse sovra pensiero e Bertelli annuì continuando a mangiare con appetito.

Disponibile in preordine su Amazon in digitale al costo di 2,99 Euro, data di pubblicazione 24 dicembre 2021.

:: Lo strano caso del missionario scomparso di Shanmei

4 luglio 2021

Cina settentrionale, rada di Taku, 1900.

Il tenente piemontese Luigi Bianchi, facente parte del Secondo Contingente Italiano inviato in Cina per sedare la rivolta dei Boxer, già protagonista di Delitto a bordo del Giava, è finalmente giunto a destinazione ma quello che trova è molto diverso da quello che immaginava. All’arrivo le Legazioni di Pechino sono già state liberate e se si aspettava di avere la possibilità di distinguersi in imprese eroiche e di mettere alla prova il suo coraggio quello che l’attende è invece uno scenario di devastazione e morte: villaggi incendiati, saccheggi, corpi insepolti di donne, vecchi e bambini cinesi. Nel silenzio irreale di questo panorama spettrale il contingente italiano avanza prima risalendo il Pei-ho fino a Tong- ku poi in treno verso Tient-sin, e sulla strada raggiunge quello che resta di una missione cristiana data alle fiamme dai Boxer. Il drappello italiano si ferma per dare soccorso e aiutare a seppellire i cadaveri e subito viene messo al corrente della scomparsa del missionario italiano padre Paolo De Michelis. Il tenente Luigi Bianchi intuisce subito che qualcosa non torna nei racconti e nelle testimonianze di quella misteriosa sparizione e inizia a indagare grazie all’aiuto del prezioso interprete cinese Davide Cheng, sua guida in questo nuovo mondo. Ma saranno davvero stati i Boxer i responsabili del “rapimento”? La scoperta del diario del missionario tra le rovine della missione sarà risolutiva nel fare chiarezza. Tra falsi testimoni, depistaggi, minacce, e difficoltà di ogni genere il tenente Bianchi sarà deciso a scoprire la verità.

Seconda novella di una serie di mystery storici coloniali con ambientazione cinese. Avventura, intrighi, giochi di spie, scambi di identità, suspence e delitti su uno sfondo esotico, con un buon e accurato contesto storico che copre l’arco temporale cha va dal 1900 al 1905.

Dopo il racconto breve Un gioco di pazienza e la novella Delitto a bordo del Giava la prima vera indagine in Cina del tenente Luigi Bianchi ufficiale d’artiglieria piemontese al seguito della Missione Internazionale giunta in Cina per liberare le Legazioni e sedare la Rivolta dei Boxer.

In piena Belle Époque un viaggio a ritroso nel tempo in un mondo perduto ma di cui giungono gli echi fino a noi.

Data di pubblicazione in ebook 24 dicembre 2021, già in pre-ordine a un costo scontato di 2,99 Euro a questo link. Dopo la pubblicazione costerà 4,99 Euro.

Dall’8 dicembre disponibile l’edizione cartacea a copertina morbida a 10,00 Euro e per un periodo limitato l’edizione speciale deluxe da collezione a copertina rigida con tanti extra al costo di 18.51 Euro, dal 6 gennaio sarà fuori commercio.

:: Merrion Square by Shanmei

19 giugno 2021

Che giornata lunga è stata
James Joyce

Le ragnatele del tempo avevano ormai ricoperto come un velo di polvere le iridescenti ombre della memoria ma sebbene un vetro opaco avesse distorto per sempre le struggenti immagini di un mondo svanito nelle ombre del passato, Mr Edward O ’Neil non poteva smettere di pensare a quella mattina d’estate in cui sua moglie era entrata nella sua vita. Certo ormai i contorni delle cose avevano perso ogni nitidezza, ondeggiando come la superficie di un lago increspato dal vento, ma la sola cosa completamente immobile e ferma nella sua mente era la creatura fluttuante fasciata di bianco alla stazione di Westland Row.
Era l’estate del 1907.
La nebbia del primo mattino stava lentamente diradandosi da Dublino mentre i raggi di un pallido sole filtravano a fatica attraverso le nuvole perlacee. Era una giornata importante per Edward e per l’occasione aveva messo più cura del solito nel vestire. Non che fosse un uomo trasandato, ma quel giorno si sentiva in dovere di tralasciare gli abiti cupi e scuri che costituivano il suo abbigliamento abituale in favore di un completo grigio. Niente poteva fare per abolire i rigidi colletti inamidati ma in onore della circostanza aveva scelto una cravatta di seta azzurra e fissandone i riflessi sorrise.
Era un professore di letteratura inglese al Trinity College e questo conferiva a tutta la sua persona una severità che traspariva da ogni suo gesto e da ogni sua sfumata espressione. Quella mattina però la sua imperturbabilità e leggendaria calma era come svanita e si sorprendeva di controllare l’ora ogni cinque minuti.
Edward abitava in un elegante casa in mattoni con il candido ingresso a colonne e la porta splendeva di un brillante blu elettrico e si affacciava sulla tranquilla e alberata Merrion Square. Edward amava quella zona di Dublino, ornata di dimore georgiane e di lampioni in ferro battuto e passava ore in silenziosa meditazione vagabondando attraverso i parchi e le vie traverse in cerca di vecchie librerie piene di tesori ai suoi occhi inestimabili.
La vita di Edward scorreva all’insegna della tranquillità, senza imprevisti e totalmente priva di forti emozioni. Edward aborriva tutto ciò che anche minimamente avrebbe potuto scalfire la sua pace.
Il suo volto emanava severità e rigore, forse per via della durezza degli occhi di un azzurro troppo cupo o per l’asprezza conferita dagli zigomi. La sua vita era una proiezione del suo carattere e come lui era monotona e piatta come un mare senza onde e unicamente scandita dal ritmo lieve delle sessioni estive che si alternavano a quelle invernali.
Edward odiava le novità, sotto qualsiasi forma si presentassero, e il suo unico passatempo oltre il lavoro che occupava la maggior parte del suo tempo, era passeggiare per le strade affollate con il suo passo sicuro e il suo inseparabile bastone da passeggio con il manico d’argento finemente cesellato.
Sebbene passasse principalmente il suo tempo a parlare ai suoi studenti di geni immortali come Shakespeare, Woodsworth o Blake, la poesia non era mai entrata nella sua vita. Non aveva amici, nè hobby, nè passioni che trascendessero l’ordine rigoroso che si era imposto.
Edward viveva la sua vita da estraneo in un mondo di estranei. Non che fosse infelice, al contrario, un profondo senso di dignità lo rassicurava e gli faceva sentire quanto fosse fortunato e privilegiato a poter osservare la vita con tale superiore distacco.
Il suo rigore intellettuale, la sua riservatezza, il mistero che avvolgeva la sua vita, faceva si che anche i colleghi prendessero da lui una sorta di distanza non priva di rispetto. Il professor O ’Neil era un’ istituzione, una sorta di curioso esemplare in via di estinzione perennemente truce e silenzioso.
Poi in primavera, era successo un fatto straordinario: si era sposato.
Tutto era nato per una sorta di equivoco, un sovrapporsi di circostanze che gli avevano impedito di ritirarsi dignitosamente. Era rimasto intrappolato in una spessa rete di equivoci e fraintendimenti che l’avevano portato al passo fatidico. Tutti i suoi conoscenti erano esterrefatti a partire dalla sua cuoca Mrs Deidre Ryan che ormai era rassegnata a considerarlo un caso senza speranza. Il professor O ‘Neil si era recato in un’ agenzia di Dublino che organizzava dignitosi matrimoni con signorine di buona famiglia per ricambiare un favore ad un certo Mr Gandon che effettivamente  cercava moglie. L’impiegata che si occupava del suo caso aveva sbadatamente registrato a suo nome la pratica così l’avveduto e prudente Mr O ‘Neil si era trovato fidanzato ad una certa Miss Aurore Connelly di Waterville. Il tutto era avvenuto in pieno semestre in corso con gli esami alle porte e le file di studenti disperati in crisi con le proprie tesi. Mai Mr O ‘Neil si era ritrovato in una situazione più imbarazzante. L’unica cosa da fare in un caso simile era chiedere al rettore una licenza e recarsi personalmente a Waterville per chiarire tutto.
Sfortunatamente il gesto venne mal interpretato dai parenti della fidanzata che si affrettarono ad organizzare in tutta fretta la cerimonia. Fu così che l’assennato e giudizioso Mr O ’Neil, senza neanche capire come, si trovò davanti all’altare al fianco di una perfetta sconosciuta.
Per Edward era stata la fine del suo mondo.
Aurore era una creatura strana e misteriosa e quasi cupa con un vago senso di sofferenza riflesso nei delicati tratti del volto. Come la vittima sacrificale di un antico rito pagano aveva accettato rassegnata quel matrimonio per accontentare la folla dei parenti. In tutta quella confusione Edward aveva provato la snervante sensazione che da un momento all’altro Aurore avrebbe potuto frantumarsi in un minutissimi frammenti come un cristallo.
La ragazza non era esattamente il tipo di donna che lui immaginava come compagna ideale della sua vita. Più che altro gli ricordava una bianca farfalla impigliata in un rovo. Edward si era sentito esattamente come quei crudeli naturalisti che collezionano farfalle, catturandole con buffi retini e infilzandole vive a spilloni per non rovinare la brillantezza delle ali e poterle così conservare dietro bacheche di cristallo.
La fragilità e la timidezza di Aurore riusciva solo a farlo sentire costantemente a disagio. La sua sola presenza, silenziosa come un’ ombra, gli causava un’ansia crescente e un fastidioso sudore freddo alle mani e così aveva accettato quasi con sollievo il fatto che la sposa l’avrebbe raggiunto a Dublino solo all’inizio dell’estate.
Il tempo comunque era passato e a mezzogiorno, alla stazione di Westland Row, Edward sarebbe andato a prendere sua moglie. Era una bella mattina di prima estate e dalle finestre aperte entrava una lieve aria fresca che gonfiava le tende dolcemente. La casa era silenziosa e Mrs Ryan era chiusa in cucina alle prese con un elaborato pranzo degno delle grandi occasioni. Salumi affumicati, crostacei, trote, carne di manzo, e le migliori verdure che aveva conteso, con ruvida cortesia, con le altre massaie al mercato di Moore Street. Mrs Ryan era una donna brusca con i capelli grigi raccolti in una stretta crocchia sulla nuca e la riga in mezzo. Era sempre di fretta e trattava Edward con aspra durezza, cosa che ormai era divenuta una tale abitudine che aveva assunto i contorni della normalità.
Aurore aspettava con ai piedi i suoi pochi bagagli in mezzo alla folla ondeggiante della stazione. L’alto orologio a caratteri romani segnava mezzogiorno e dieci e Aurore si sentiva assalita dalla disperazione in quella vociante folla di sconosciuti.
Dublino era una grande città e mai Aurore aveva visto tanta gente assiepata in una stazione. Perdersi in quella folla sarebbe stato così facile. Il viaggio era stato stancante. La monotonia del paesaggio fuori dal finestrino del treno l’aveva poi reso interminabile. Mai in vita sua si era allontanata così tanto da Waterville e certo mai da sola.
Ma ora Aurore era sola. Sola e affidata ad uno sconosciuto che non ostante tutto era suo marito. Ai piedi aveva il suo bagaglio. Il suo corredo ricamato a mano con le sue iniziali in ogni angolo delle candide lenzuola, nei fazzoletti, nelle federe, negli asciugamani di spugna bianca con le frange.
Tutto ciò che aveva al mondo era ai suoi piedi. Poi all’improvviso vide Edward tra la folla e tracce di contentezza sul suo volto solenne e austero. Il sollievo di non essere più sola fu subito sommerso dall’ansia di non essere gradita. Molto compitamente Edward si avvicinò a sua moglie e si irrigidì in un inchino.
“Benvenuta a Dublino” disse e tese una mano verso di lei e Aurore la strinse con un sorriso lieve. Edward fece cenno ad un facchino di occuparsi dei bagagli e, sebbene Merrion Square fosse solo a pochi passi dalla stazione, noleggiò una vettura. Per tutto il breve tragitto, Aurore non disse una parola, con gli occhi spaventati incollati oltre il vetro schizzato di pioggia e rigida sulla punta del sedile con le mani in grembo.
La vettura si fermò davanti alla scalinata di pietra grigia circondata da due ali di nera ringhiera di ferro battuto. La pietra era un po’ lucida per la pioggia ed Edward si affrettò a scendere e ad aprire l’ombrello. Per un attimo fu certo che Mrs Ryan sbirciasse da dietro una tenda  del secondo piano ma si limitò ad aiutare Aurore a scendere dal predellino. Aurore osservò stupita l’ingresso e l’edera rampicante che ricopriva buona parte della facciata. D’autunno l’effetto sarebbe stato ancora più intenso con le foglie rosseggianti che avvolgevano il muro come le fiamme di un incendio. Aurore rimase tragicamente immobile davanti alla porta chiusa. Poi entrò e fu assalita come in tutti i posti nuovi da un odore diverso da quello di casa sua.