Posts Tagged ‘Oscar Draghi’

Il re che fu, il re che sarà di Terence Hanbury White (Mondadori, 2021) a cura di Elena Romanello

14 gennaio 2022

La collana Oscar Draghi presenta in unico volume la pentalogia del Ciclo del Re in eterno, una delle saghe fondanti del fantasy contemporaneo, scritta a partire dal 1938 da Terence Hanbury White, e assente da un po’ di anni dagli scaffali delle librerie.
La vicenda ricostruisce una storia senza tempo, quella di Re Artù, in una chiave comunque originale e interessante: il primo romanzo della serie, La spada nella roccia, era rivolto ad un pubblico di ragazzi, poi i toni diventano man mano più adulti, ed è noto per la trasposizione animata fatta dalla Walt Disney negli anni Sessanta.
Come è ormai abitudine, anche questo volume si distingue per la cura grafica, perfetta per immergere il lettore o la lettrice nel mondo della corte di Camelot, seguendo la crescita di Artù e dei personaggi con cui entra in contatto, a iniziare dal mago Merlino, suo mentore per tutta la vita.
I libri successivi al primo sono dai toni più adulti e complicati, ma non per questo meno interessanti: come è accaduto poi decenni dopo con la saga di Harry Potter, anche il pubblico del Ciclo del Re in eterno è cresciuto man mano che i capitoli uscivano.
Nel secondo libro, La regina dell’aria e delle tenebre Artù va incontro al suo destino dopo aver estratto la spada, e l’autore racconta la fondazione dei Cavalieri della Tavolta Rotonda, da cui però nascerà anche la caduta del sogno di Camelot.
Il terzo capitolo, Il cavaliere malcreato, è incentrato sul personaggio di Lancillotto, il campione della corte, che però si innamora di Ginevra, moglie di Artù, creando un triangolo fatale. La candela nel vento prosegue la storia con la morte di Artù per mano del suo figlio illegittimo Mordred. Il quinto libro, inedito fino ad oggi, è Il libro di Merlino, dove si concludono le vicende dei personaggi principali.
La saga di Terence Hanbury White è stata ed è fondamentale per come ha portato nell’immaginario contemporaneo uno dei miti fondanti di sempre, con uno stile di scrittura originale che mette insieme modernità e antico, per creare un ponte tra i classici dei secoli passati e l’oggi. Una storia da leggere e rileggere, nota ma raccontata con uno stile che poi ha fatto scuola per le versioni successive, come quelle di Marion Zimmer Bradley e di Mary Stewart.

Terence Hanbury White (Bombay 29 maggio 1906 – Atene 17 gennaio 1964) fu uno scrittore inglese, è noto soprattutto per la serie di romanzi Re in eterno (The Once and Future King), che rappresenta una delle più influenti opere moderne sul mito di Re Artù.
Si laureò al Queens’ College di Cambridge e per qualche tempo insegnò a Stowe, nel Buckinghamshire, per poi diventare scrittore a tempo pieno. Amava la caccia e la pesca, era un falconiere e un naturalista, e lottò tutta la vita contro i pregiudizi che lo colpirono in quanto omosessuale.
La sua opera più nota, Re in eterno è una raccolta di romanzi che reinterpretano la leggenda di Re Artù, principalmente sulla base di Le Morte d’Arthur di Thomas Malory.  I suoi romanzi introdussero alcuni elementi poi diventati fondanti dell’immaginario contemporaneo in tema, come per esempio la spada conficcata nella roccia che solo Artù riesce ad estrarre.
White scrisse altri libri, come Mistress Masham’s Repose, in cui omaggiò Jonathan Swift e i suoi Viaggi di Gulliver. Morì in viaggio, a bordo di una nave ancorata al Pireo di Atene e lì è stato sepolto.

Provenienza: omaggio dell’Ufficio stampa che ringraziamo.

Un’antologia di fantasmi per il Natale a cura di Elena Romanello

4 dicembre 2021

Oggi come oggi non si pensa di primo acchito al Natale come una festa legata alle storie di fantasmi e261216339_3466060413620688_3349053176877004012_n simili, visto che questa caratteristica è stata persa da Halloween o Samhain, un’antica festa europea e celtica tornata a casa dopo essere stata oltre oceano.
In realtà, durante il lungo regno della regina Vittoria in Inghilterra, che durò dal 1837 al 1901, le storie di fantasmi erano legate invece proprio al Natale, il momento dell’anno in cui i giorni sono più corti e le ombre più lunghe, il tempo del solstizio d’inverno.
Non è un caso, infatti,  che la più celebre storia di Natale, il Canto di Natale di Charles Dickens, più volte celebrata da vari media fino ad oggi, sia innanzitutto una storia di fantasmi e che fantasmi.
Oscar Draghi presenta in vista del prossimo Natale la preziosa antologia Il grande libro dei fantasmi di Natale, che raccoglie tutta una serie di storie composte tra fine Settecento e l’inizio del Novecento per raccontare un aspetto di questa festa tutto da riscoprire, con nomi anche famosi che si sono confrontati con il mix solstizio d’inverno, nascita di varie importanti divinità e creature che tornano dal regno dei morti in questi momenti dove luce e ombra si affiancano e dove l’atmosfera di festa porta anche malinconia e sconforto.
Gli autori e le autrici presenti in antologia sono davvero tanti, e ci sono sorprese: si va dal fondatore del romanzo storico Walter Scott all’inventore di Sherlock Holmes Arthur Conan Doyle, dall’autrice di Piccole donne, amante anche dei romanzi gotici con cui manteneva la famiglia Louisa May Alcott all’uomo dietro Peter Pan James Matthew Barrie, dalla maestra di intrecci vittoriani Elizabeth Gaskell alla fondatrice dell’horror a fosche tinte Marie Corelli, senza dimenticare i contributi dell’altrove esilarante Jerome K. Jerome, dell’esperto H. P. Lovecraft, e degli autori di classici Edith Wharton e James Joyce.
Un libro quindi esaustivo e imperdibile, per capire ancora una volta che la letteratura non è fatta di alto e  basso, ma di maestri che hanno saputo rielaborare e confrontarsi con archetipi sempiterni dell’animo umano, come la vita e la morte, e la soglia fantastica e inquietante che c’è tra le due.

Oscar Draghi presenta il Ciclo del Principe Corum di Michael Moorcock a cura di Elena Romanello

29 giugno 2021

978880473563HIG-333x480Dopo aver raccolto la saga di Elric di Melniboné, Oscar Draghi presenta un altro celebre ciclo narrativo di Michael Moorcock, quello del Principe Corum.
Come Elric, anche Corum è un anti eroe tragico, in un mondo senza speranza, un Vadhag, erede di una stirpe aliena longeva, priva di emozioni, dedita allo studio e alla contemplazione, che mai vorrebbe dover combattere contro qualcosa o qualcuno.
Nel mondo in cui vive Corum i Madben, gli esseri umani, feroci e schiavi delle passioni, hanno ormai sottomesso gli altri abitanti: Corum vaga cercando qualche suo simile superstite e la moglie, con cui vorrebbe perpetrare la sua stirpe, ma presto si accorge di essere l’ultimo dei Vadhag, e questo lo spingerà a cercare vendetta, venendo meno alla sua indole pacifica e meditativa.
Questa volta Michael Moorcock, mescola elementi del fantasy con altri della fantascienza, con il tema sempre attuale dell’alieno fuori posto, non più invasore ma vittima di altri, degli esseri umani, i veri cattivi, in una visione del mondo senza speranza ma molto interessante, in cui si capovolgono archetipi per nuove storie e universi da raccontare.
Mentre Elric è stato comunque riproposto negli anni varie volte, oltre ad avere avuto anche una trasposizione fumettistica, Corum è assente da parecchio dalle librerie del nostro Paese, e questa è senz’altro un’ottima occasione per recuperare un’opera interessante, che si inserisce nella narrativa di genere fantastico per un pubblico adulto. Una prova dell’autore inglese Michael Moorcock, classe 1939, considerato da decenni una delle migliori voci vivente di un genere che riesce sempre a reinventarsi e ad inventare nuovi mondi da scoprire.

Le opere di Oscar Wilde negli Oscar Draghi a cura di Elena Romanello

25 Maggio 2021

978880473750HIG-333x480Ci sono voci letterarie che sono ormai delle icone senza tempo, da leggere e rileggere, da scoprire e riscoprire, per l’apporto che hanno dato a libri e cultura e perché hanno sempre qualcosa da dire. Una di queste è Oscar Wilde, scrittore, drammaturgo, favolista, pioniere del fantastico con Il ritratto di Dorian Gray, attivista sociale, icona di libertà per le sue scelte controcorrente per cui pagò un prezzo altissimo.
Oscar Draghi propone il poderoso volume di 696 pagine Il ritratto di Oscar Wilde, con dentro una scelta di sue opere, a cominciare ovviamente come suggerisce il titolo da Il ritratto di Dorian Gray, senza dimenticare l’attività in teatro, le fiabe, le poesie, i testi ispirati alla sua esperienza tragica in carcere dopo la condanna per omosessualità, una vergogna della legge britannica abolita solo nel 1967 e che fece un’altra illustre vittima nel matematico e scienziato Alan Turing.
Un’occasione per avere in libreria un’edizione definitiva delle opere di un grande della narrativa mondiale, irlandese di nascita, poi vissuto tra Londra e Parigi, caustico, capace di parlare di temi come il desiderio di essere eternamente giovani a tutti i costi ma anche di discriminazioni e di attaccare i costumi ipocriti della sua epoca, in toni ancora molto attuali.
Con questo titolo Oscar Draghi conferma la sua vocazione di presentare in edizioni di lusso rilegati libri di vario tenore, fantasy come era stato fin dall’inizio, ma anche best-seller contemporanei oltre ogni categorizzazione, come i romanzi di Zafon, e classici dell’Ottocento inglese, come le sorelle Bronte, Alice e ora questa raccolta di Oscar Wilde. Una scelta eclettica e interessante, che fa capire come si pensi che la narrativa sia sempre qualcosa di possente, di qualsiasi genere e in qualsiasi epoca sia stata scritta.

Il ritorno della Trilogia della Nebbia di Carlos Ruiz Zafón a cura di Elena Romanello

1 Maggio 2021

978880473537HIG-332x480Ci sono autori che restano nel cuore, e uno di questi è senz’altro Carlos Ruiz Zafón, scomparso troppo presto alcuni mesi fa dove aver detto al mondo storie fantastiche, che ne hanno fatto lo scrittore spagnolo più letto al mondo dopo Cervantes.
Oscar Draghi presenta in un sontuoso volume illustrato la Trilogia della Nebbia, con cui tra l’altro lo scrittore ha debuttato nel mestiere nell’ormai lontano 1993, composta da Il principe della nebbiaIl palazzo della mezzanotte e Le luci di settembre, tre storie affascinanti, sulla carta rivolte ad un pubblico di ragazzi, ma in realtà godibili per tutti.
Le storie sono lontane dall’epopea del Cimitero dei Libri dimenticati di Barcellona, ma chi ama i mondi dell’autore ci troverà lo stesso stile, la stessa passione, le stesse tematiche, in tre luoghi diversi dalla Terra, con altrettanti misteri con cui si confrontano i giovani protagonisti, in una ricerca della verità che è anche capire di più se stessi.
Il Principe della nebbia porta sulla Costa atlantica spagnola, durante la Seconda Guerra Mondiale, dove Carver, Max e Alicia si trasferiscono con i genitori e dove conoscono Roland, il nipote del guardiano del faro, con cui iniziano a scoprire il mondo. Ma i tre ragazzi non sanno che la casa dei loro genitori nasconde un inquietante passato, legato ad un naufragio di molti anni prima. 
Il Palazzo della mezzanotte è ambientato in India, a Calcutta, con come protagonisti sette sedicenni, cresciuti in orfanotrofio, alla vigilia di dover andare ognuno per la propria strada, che si troveranno uniti per salvare Ben, il più indisciplinato del gruppo, alle prese con una minaccia che lo perseguita da sempre, legata a familiari che non sapeva di avere e ad un mistero da risolvere. 
Le luci di settembre si svolge in Normandia, dove di trasferisce Irene Sauvelle dopo la morte del padre, presso la tenuta di un vecchio fabbricante di giocattoli a Cravenmoore, con la madre e il fratello, dove presto scoprirà omicidi e verità nascoste grazie anche all’incontro con Ismael. 
Tre opere piene di fantasia, avventura, mistero, ottimi per chi ha scoperto da poco la lettura grazie magari alla saga di Harry Potter e a Pullman e adesso cerca qualcos’altro, ma anche per chi sente periodicamente il bisogno di immergersi nel ricordo di ricerche della verità e di mondi nuovi, guardando al passato senza dimenticare il presente. 
Metafore del passaggio dalla giovinezza all’età adulta ma anche ritratti di tre mondi diversi ma non inconciliabili, i tre libri della Trilogia della Nebbia sono aria pura, fantasia, voglia di leggere  storie che fanno evadere con intelligenza, universi nascosti dietro ogni pagina e da cui non ci si riesce a staccare, fatti dalla stessa materia di cui sono fatti i sogni. 
Carlos Ruiz Zafón mancherà per sempre ai suoi lettori, ma ha ottenuto la sua immortalità con queste storie, che continueranno a popolare l’immaginazione di chi vorrà immergersi in esse.

Ritorna per Mondadori la saga della Spada della verità di Terry Goodkind a cura di Elena Romanello

30 marzo 2021

Terry Goodkind, autore fantasy amato e discusso anche per le sue idee anticonformiste, è uno dei tanti nomi illustri che ci ha lasciato l’anno scorso, dopo aver dato vita alla saga della Spada della verità, una delle più lunghe degli ultimi decenni, per fortuna conclusa.
Mondadori ripropone i volumi precedenti della serie e presenta anche gli inediti, a comporre e chiudere la storia di una vita dell’autore, ambientata in un mondo dominato da un oscuro tiranno dove si incontrano il prescelto Richard Cypher, una guida forestale che scoprirà di essere ben di più, e la potente e mistica Madre Depositaria Kahlan Ammell, sotto la supervisione del mago Zedd.
Oscar Draghi presenta il primo libro delle avventure del dinamico terzetto, Darken Rahl, che contiene i romanzi La prima regola del mago La pietra delle lacrime, con cui inizia la storia, mentre Oscar Fantastica prosegue la saga con l’inedito I figli del D’Hara, seguito dell’ultimo libro uscito in italiano nel 2016, Cuore guerriero.
Il nuovo libro presenta cinque nuove avventure, dove Richard e Kahlan si troveranno a fronteggiare l’avidità insaziabile della Dea Dorata, una nuova minaccia verso il loro mondo, il potere oscuro del giuramento della strega e una frattura nel mondo dei vivi che li condurrà pericolosamente vicini a quello dei morti. Tutto questo ha come unico scopo quello di riuscire nell’impresa più importante della loro vita, salvaguardare il loro retaggio attraverso i figli del D’Hara.
Un’occasione quindi per scoprire una saga sterminata, piena di avventure e di sviluppi narrativi, dai toni adulti e spesso crudi, oltre che per completarla, andando anche oltre la non felice serie televisiva di Sam Raimi di un decennio fa, che comunque ha attirato verso questo mondo arcano e avvincente altro pubblico, sapendo che comunque è un ciclo narrativo concluso, che si inizia e si sa che si finirà di leggere, non come altri in sospeso da anni.

Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes di AA. VV. (Oscar Draghi Mondadori, 2020) a cura di Elena Romanello

20 febbraio 2021

Qual è il personaggio di finzione che ha avuto più adattamenti al cinema e in televisione? Non è difficile, è Sherlock Holmes, il celebre detective ideato da Arthur Conan Doyle, protagonista assoluto ancora oggi di nuove avventure, a volte di ambientazione moderna, come capita nei serial Sherlock con Benedict Cumberbatch e Elementary.
Il successo di Sherlock nei film e nei serial, d’altro canto, è un riflesso di quello che ha avuto e continua ad avere in letteratura, con decine e decine di racconti dedicati, tra omaggi, parodie, prequel, sequel, storie alternative e molto altro ancora.
Nel mondo delle storie ispirate a Sherlock e all’inseparabile Watson si distinguono le storie canon, che rientrano nell’universo costruito da Conan Doyle, e quelle non canon, che si allontanano da questo mondo con nuove tematiche.
Oscar Draghi ha raccolto in un volume poderoso, curato dallo studioso Otto Penzler, una scelta abbastanza esauriente di racconti sull’investigatore di Baker Street, scritti tra fine Ottocento ed oggi, da dove emerge l’interesse e la passione che questo personaggio ha suscitato, con storie spesso fulminee, poche righe, ma davvero incisive, con toni diversi, certo, ma sempre interessanti da scoprire, soprattutto per chi ama questa figura ormai così popolare da essere considerata vera.
Tra i nomi di chi si è cimentato a omaggiare Sherlock Holmes ci sono tante sorprese, come autori e autrici specializzati in altri generi, quali Neil Gaiman, Stephen King, Michael Moorcock, Tanith Lee, oltre che giallisti, da Ellery Queen alla maga dell’Ottocento vittoriano Anne Perry.
Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes è un tesoro prezioso di storie e atmosfere, per tutti coloro che amano il detective, da chi lo segue da molti anni grazie alla letteratura a chi si è appassionato grazie ai film, da quelli storici con Peter Cushing agli ultimi con Robert Downey jr., da chi è andato magari più volte in pellegrinaggio in Baker Street ai fan dei serial passando per chi da giovane si è appassionato ieri con Piramide di paura e oggi con Enola Holmes.

Provenienza: omaggio dell’Ufficio stampa che ringraziamo.

Negli Oscar Draghi le storie di Lord Dunsany a cura di Elena Romanello

23 dicembre 2020

dunsanysmallMolti pensano che il fantasy sia iniziato con Tolkien, uno dei suoi più importanti esponenti sempre e comunque, certo, ma la strada di questo genere era iniziata ben prima, con l’epica e la fiaba, ovviamente, ma anche con l’apporto di autori tra Sette e Ottocento.
Uno di questi era Lord Dunsany, vissuto tra il 1878 e il 1957, autore e drammaturgo irlandese, come il collega Oscar Wilde, capace di creare mondi fantastici che sono stati di ispirazione a vari dopo di lui.
La collana Oscar Draghi dedica all’opera di questo autore tutto da riscoprire il volume Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie, una raccolta di romanzi e racconti, alcuni usciti negli anni, ma ormai assenti da tempo dagli scaffali delle librerie.
Il mondo di Lord Edward John Moreton Drax Plunkett, XVIII Barone Dunsany è fatto di dei, reami fatati, foreste tenebrose, sogni, incubi, e fece scuola, tra gli altri ispirando anche un autore che sembrerebbe lontano da lui ma non lo è come Howard Phillips Lovecraft. Un autore molto originale e unico, che metteva insieme tante suggestioni, a cominciare da quella della cultura irlandese, da sempre legata al fantastico a doppia mandata.
Il libro comprende due raccolte di racconti, Il libro delle meraviglie e Demoni, uomini e dei, e altrettanti romanzi, La figlia del re degli elfi e La maledizione della veggente, ambientati in universi alternativi, in terre fantastiche in cui è bello perdersi e ritrovarsi. Il volume è arricchito da tavole che illustrano le storie, con un gusto vicino a quello dell’epoca vittoriana e edoardiana, quando visse lord Dunsany.
Il fantastico continua a ispirare storie e autori, ricordando l’adagio di Michael Ende, la fantasia non può avere confini, ma leggere i capostipiti di questo genere, sia per gli appassionati di tutte le età che per chi vuole capire di più successi e immaginari, è sempre una cosa molto interessante.

Il ritorno dell’epopea di Fafhrd e del Gray Mouser di Fritz Leiber, a cura di Elena Romanello

17 dicembre 2020

51y2QIPh-2L._SX345_BO1204203200_Oscar Draghi propone, tra i suoi titoli per le feste, una riproposta di un classico del fantasy d’antan e del filone di avventure: Sword & Sorcery – L’epopea di Fafhrd e del Gray Mouser, di Fritz Leiber.
Spesso si accusa il fantasy di prendersi troppo sul serio o ancora di rivolgersi ad un pubblico di ragazzini: Leiber non faceva nessuna delle due cose, e questa raccolta di storie ne è la prova, tra divertimento, avventure e la costruzione di un mondo non banale, complesso, a tratti anche crudo e cupo. 
L’etichetta Sword & Sorcery, letteralmente Spada e Stregoneria, indica un filone di grande successo nel fantasy nato sulle pagine delle riviste pulp, pubblicazioni popolari che facevano evadere un pubblico vasto con storie per lo più di genere fantastico, caratterizzato da avventure, magia, inseguimenti.
Nelle pagine del libro rivivono le avventure del barbaro nordico Fafhrd e del suo amico Gray Mouser, ex apprendista di un mago e ladro, nel mondo di Newhon, dove i due si dividono tra bevute, feste, corteggiamenti, risse, furti, gioco d’azzardo, alle prese con leggi anche pesanti che loro violano in continuazione, riuscendo sempre a cavarsela. 
Fritz Leiber, autore di tante altre storie sia fantasy che di fantascienza, creò quasi per caso Fafhrd e Gray Mouser, due eroi scanzonati in un mondo comunque non rassicurante, che iniziano a esplorare per curiosità e allargare i loro orizzonti, tra avventure a partire dalla città di Lankhmar, un modello per tanti autori successivi.
Il libro è completato da un’introduzione di Massimo Scorsone, con varie illustrazioni e comprende i romanzi  Il Mondo di Nehwon, Le spade di Lankhmar, Spade tra i ghiacci, Il cavaliere e il fante di spade.

I romanzi distopici di George Orwell a cura di Elena Romanello

10 dicembre 2020

978880473490HIG-337x480Mai come in questo periodo si è sentito parlare di distopia, una società negativa, diventata realtà, e si è citato George Orwell,  uno dei massimi scrittori del Novecento, attivista e autore sia di cronache reali che di romanzi di fantascienza.
Oscar Draghi propone un volume unico con vari scritti dell’autore, Il peggiore dei mondi possibili, con cui ci si confronta con l’Orwell autore di fantascienza e con l’Orwell realista, scoprendo la grandezza di entrambi.
Il libro contiene vari scritti: si comincia con Fiorirà l’aspidistria un romanzo autobiografico, in cui l’autore racconta la sua esperienza di giovane insegnante disilluso nella Londra bigotta degli anni Trenta.
Si prosegue con Omaggio alla Catalogna, il resoconto del periodo in cui George Orwell andò a combattere in Spagna contro la dittatura franchista.  Una boccata d’aria è di nuovo un romanzo, con al centro un uomo stanco della vita, che si rifugia in campagna in cerca di nuovi spunti di vita.
La fattoria degli animali non ha bisogno di presentazioni, una storia di denuncia sociale nascosta da favola con protagonisti gli animali, in un classico da leggere ad ogni età. Si chiude doverosamente con 1984, forse il libro di Orwell più famoso e emblematico, sguardo terrificante su un futuro totalitario, ispirato all’epoca all’autore dalle dittature sue contemporanee, stalinismo in testa, ma profetico per tante involuzioni sociali, non ultime alcune recenti.
Si può quindi leggere, con queste opere, scritte tra il 1936 e il 1948,  un panorama sociale, politico e narrativo che si è nutrito insieme di suggestioni biografiche, grandi eventi storici, immaginazione letteraria, capendo come mai George Orwell è uno dei grandi autori del Novecento. Il volume ospita anche un profilo dell’autore e una sezioni di  giudizi critici dei contemporanei.

Il ritorno di Alice, Dorothy e Wendy a cura di Elena Romanello

6 dicembre 2020

978880472349HIG-333x480La narrativa fantastica oggi è molto popolata da personaggi femminili indimenticabili, di tutte le età, grazie anche alle molte donne che si sono cimentate e si cimentano in questo filone.
Ma tutto ha avuto un principio:  le prime tre ragazze alle prese con avventure fantastiche sono nate tra Otto e Novecento e tra Inghilterra e Stati Uniti, in storie oggi riproposte nella collana Oscar Draghi nel volume Alice, Dorothy & Wendy.
La prima di loro è Alice, protagonista di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò del reverendo Lewis Carroll, appassionato di giochi matematici, bambina che finisce risucchiata in un mondo alternativo dove si diventa giganti o minuscoli e comandano le carte da gioco, in un sogno o forse no e in una storia che ha fatto scuola fino ad oggi, adattata varie volte al cinema, in televisione e nei fumetti.
Wendy è stata inventata da James Matthew Barrie, come alter ego di Peter Pan in Peter Pan e Wendy, è per molti è lei la vera eroina dei romanzi, che torna nel mondo reale e cresce non dimenticando mai questa sua fantastica avventura.
Dorothy è invece la protagonista della saga del Mago di Oz, dove arriva grazie ad un tornado, resa famosa anche da un celebre film ancora oggi considerato un classico, e nel libro c’è il primo capitolo delle sue avventure, Il mago di Oz, poi continuate negli anni.
Un volume che contiene tre classici, quindi, da leggere e rileggere, le avventure di tre eroine archetipe, che hanno ispirato poi le decine e decine di ragazze alle prese con storie ai confini della realtà e oltre che sono venute dopo.
Un libro da regalare o farsi regalare, per tutte le età, per chi deve ancora leggere queste storie per ragioni anagrafiche, per chi magari non le ha mai lette passando ad altro e vuole scoprire le origini del fantasy che tanto lo appassiona, e per chi vuole rileggerle e riscoprirle a distanza di anni.

I romanzi delle sorelle Bronte per Oscar Draghi a cura di Elena Romanello

13 ottobre 2020

Ci sono libri che tutti sono convinti di conoscere, come i classici dell’Ottocento, ma che è sempre bene riprendere in mano, tenendo conto che è in quel periodo che è nata la letteratura come oggi la conosciamo, con un grande apporto da parte delle donne, soprattutto nell’Inghilterra vittoriana.
La collana Oscar Draghi lascia da parte per un attimo fantascienza e fantasy per presentare i tre romanzi forse più famosi delle sorelle Bronte, Agnes Grey di Anne, Cime tempestose di Emily e Jane Eyre di Charlotte, presentati in una nuova, suggestiva edizione, con io sottotitolo I capolavori delle impareggiabili penne sororali.
Un’occasione per scoprire o riscoprire quindi tre storie abbastanza diverse tra di loro, che raccontano tre spaccati di vita dell’Inghilterra di allora, in particolare dello Yorkshire, luogo in cui le sorelle Bronte vissero praticamente per tutte le loro vite non certo lunghe, salvo qualche breve spostamento.
Cime tempestose è la storia di un amore folle, di un’ossessione amorosa durata tutta la vita, quella di Catherine e Heathclift, ancora oggi emblematica.
Agnes Grey e Jane Eyre sono considerati romanzi protofemministi, con due protagoniste in cerca di una loro vita al di là delle convenzioni, specchio tra l’altro di un mondo dove le donne non contavano ma spesso erano l’unica fonte di reddito con il loro lavoro per tante famiglie.
Un’ottima occasione per confrontarsi di nuovo con tre capisaldi della letteratura al femminile, ancora oggi capaci di influenzare e far riflettere. Tre romanzi non banali, non favolette zuccherose, non datati, non melensi, con personaggi che parlano al mondo contemporaneo, con dietro le loro autrici, prolifiche nonostante la loro breve vita, sia come scrittrici di narrativa che come poetesse.