
Arrivato nelle librerie “La fabbricante di Barcellona” della scrittrice spagnola Dolors Monserdà i Vidal, nata a Bercellona nel 1845 e autrice attenta ai movimenti sociali attivi dell’ epoca e proprio per la sua attenzione alla condizione femminile del suo tempo è stata considerata una delle prime femministe catalane. In questo romanzo, edito da Bonfirraro e tradotto da Carlo Ludovico Bruni, la trama si sviluppa nella Barcellona del passato dove si sta manifestando il cambiamento e la trasformazione della società scatenata dall’arrivo dell’era industriale. Qui appare Antonieta Corominas, figlia di artigiani tessitori, che vive in modo umile prendendosi cura del fratello e in attesa che le cose cambino per entrambi, perché deve esserci la possibilità di migliorare per avere un domani migliore. Soprattutto la giovane vorrebbe una vita più autonoma e indipendente e questa sua aspirazione è qualcosa di innovativo e anche un po’ controcorrente per la società spagnola del XIX secolo. Il fratello di Antonieta seguirà le tappe consuete della vita sposando Florentina, donna che ama la bella vita, il benessere, viaggiare, leggere libri. Questo atteggiamento, unito ad alcuni intoppi economici, porteranno l’uomo a vedere andare in frantumi in modo completo il proprio sogno ideale di famiglia perfetta. Tanto è vero che la cognata di Antonieta ad un certo punto, non solo se ne andrà lasciando in solitudine il marito che secondo lei non l’ha mai capita. La donna porterà con sé i due figli, lasciando l’uomo senza più nessuno e con gravi problemi economici causati da investimenti sbagliati in borsa. A cercare di metterci le pezze ci proverà Antonieta che nel corso della trama subirà una vera e propria trasformazione che si potrebbe vedere come una maturazione e una rinascita. Mi spiego meglio ora. All’inizio la giovane donna vive quasi nascondendosi e sembra avere un approccio timoroso alla vita, ma pagina dopo pagina, inizia il cambiamento di Antonieta che con il matrimonio con Pere Joan Grau e gli antichi telai di famiglia provano a tessere nuovo futuro. I due cominciano come filatori nella speranza di diventare fabbricanti, cosa che accadrà passo dopo passo, con tanta fatica attenzione e impegno per il proprio lavoro. Antonieta è quindi una donna, un esempio di umiltà, di tenacia, costanza, dedizione, tutte qualità che le permetteranno di trovare il suo giusto equilibrio tra lavoro e casa e il proprio posto nel mondo. Questa evoluzione permetterà alla protagonista, in quanto donna di avere una nuova posizione sociale ed economica autonoma, che nella Barcellona di inizio XX secolo è qualcosa del tutto nuovo, perché da piccola produttrice la Corominas diventerà imprenditrice, portando la sua produzione da artigianale a industriale, seguendo quello che è il cambiamento sociale in atto. “La fabbricante di Barcellona” è un affresco narrativo della società spagnola ai tempi del nascente sviluppo industriale grazie al quale Dolors Monserdà i Vidal racconta il cambiamento relativo alla società, che ha ricadute anche sul singolo, in questo caso Antonieta, donna intraprendente che vuol essere autonoma e indipendente. Inoltre il libro Il testo fa parte della collana le Sibille che comprende le voci femminili più potenti e ispiratrici della letteratura mondiale, celebrando la forza, la saggezza e la bellezza dell’esperienza femminile.
Dolors Monserdà i Vidal (1845-1919) nata a Barcellona. Scrittrice, si avvicina ai movimenti sociali in fermento all’epoca; per il suo interesse per la condizione femminile del suo tempo è considerata una delle prime femministe catalane. Si dimostra un’autrice di successo fin dal suo ingresso nel panorama letterario, grazie a poesie a tema politico, religioso e patriottico. Tuttavia, il campo in cui eccelle è il romanzo, nel quale rivela la sua modernità non tanto per lo stile, che poco si conforma alle teorie estetiche, bensì per i contenuti, ossia la prospettiva femminile che rivela, e analizza, la condizione socioculturale della donna dell’epoca. La produzione della Monserdà si rivolge alle donne, ma non come prodotto di svago ed evasione dalla quotidianità, bensì come vero e proprio insegnamento di carattere pedagogico, e questo è evidente più che mai nella sua opera più riuscita, “La fabricanta” (La fabbricante di Barcellona). (fonte editore Bonfirraro)
Source: editore Bonfirraro
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