
La storia quasi dimenticata dello Schindler britannico. Fabiano Massimi ci regala una straordinaria e documentatissima cronaca di quei giorni, ammantata dal leggendario incantato alone della presenza di una bambina, l‘eterea introvabile e imprendibile Bambina del sale. La chiamano la Bambina del Sale, perché tutte le sere, quando il buio dilaga in città, puoi incrociarla in un vicolo, avvolta in un mantello bianco, mentre vende una manciata di sale, merce inesistente da tempo in città, dentro dei sacchetti di tela azzurra. Un sacchetto per una moneta, si muove solo di notte e si dilegua prima dell’alba. Nessuno a Praga sa chi sia. Nessuno sa come fa a trovare quella preziosa merce… mentre un orco si mette sulle sue tracce.
Atmosfera e descrizioni da favola per le antiche e magiche ambientazioni dell’vecchia capitale imperiale dominata dal suo castello , dove le strade si intrecciano a misteriosi vicoli fatti per smarrirsi, e monasteri, e accoglienti rifugi in palazzi legati ad antichi Ordini Cavallereschi.
Quasi fosse una fatina dai capelli biondi e gli occhi azzurrissimi, Fabiano Massimi ha scelto lei a simbolo e filo conduttore della sua intrigante rivisitazione di una storia vera, di quello che fu un tragico episodio della disumana hitleriana follia e alla quale solo pochi coraggiosi e misconosciuti eroi britannici tentarono di dare un lieto fine con l’operazione Kinder transport.
Guida, capo ed eroe riconosciuto dell’organizzazione e della pianificazione della Kinder transport, che riusci a salvare in un anno ben 669 bambini ebrei, fu Nicholas Winton , battezzato protestante e nato in Inghilterra nel 1909 da una famiglia naturalizzata britannica ma di origine tedesca di religione ebraica. Finanziere di successo, Winton aveva lavorato per banche a Berlino e Parigi per entrare a far parte nel 1938, come operatore, nella Borsa di Londra.
Ma a settembre di quell’anno Hitler aveva invaso la regione cecoslovacca dei Sudeti.
Un amico, Martin Blake, che lavorava all’ambasciata inglese a Praga, lo convinse a raggiungerlo e lo coinvolse nell’assistenza ai profughi. Esisteva già in Cecoslovacchia un’organizzazione umanitaria molto attiva messa in piedi da una volontaria, Doreen Warriner Herrinton con l’aiuto di Trevor Chadwick e appoggi locali, per lo più patrioti antinazisti, che si occupava di favorire l’espatrio di ebrei e dissidenti, anche se il Regno Unito finora era stata l’unica nazione ad aprire le frontiere ai rifugiati.
Winton decise altrimenti e dirottò tutte le forze a sua disposizione a raccogliere dati a favore dei bambini e si installò in un albergo di Praga, già occupata dai nazisti poi, non facendosi illusioni sul futuro né sul continuo rischio di essere arrestato, portò avanti un progetto più ambizioso. Ottenuta l’approvazione dal Ministero degli Interni inglese, riuscì a trovare in patria famiglie che fossero disposte ad ospitare i bambini a rischio di sterminio in modo da consentir loro di salvarsi, espatriando in Inghilterra. Winton, credendo fermamente alla sua idea , tentò il miracolo: creare i presupposto con i necessari documenti e predisporre dei treni diretti nel Regno Unito per portare via e mettere in salvo quanti più bambini possibile. Tra i mille ostacoli burocratici e politici, e con per guida e appoggio logistico una giovane ceca Petra e il fattivo aiuto di un compatriota Trevor Chadwick, intendeva riuscire nel suo eroico intento. Infatti con il nazismo già incombente in Cecoslovacchia, serpeggiava il terrore , soprattutto fra gli ebrei del Ghetto. Restava pochissimo tempo , si doveva fuggire. E soprattutto provare a salvare i più deboli, compresi i bambini senza famiglia, come la sfuggente Bambina del Sale. Ma come? Anche perché la Bambina del Sale non concedeva confidenza, non dava fiducia, sembrava quasi voler coprire qualche segreto. Quale segreto?
Winton dovrà gioco forza, per motivi di lavoro, tornare a Londra, ma di là continuerà a dirigere le operazioni restando sveglio la notte, mentre il suo principale collaboratore a Praga, Trevor Chadwick, muovendosi come un giocoliere, si barcamenava tra mille insidie e seguendo le sue orme approntava le carte con le liste di bambini disposti a partire, con la certezza di una scelta senza ritorno e che, con ogni probabilità, li avrebbe divisi per sempre dalle loro famiglie.
L’atmosfera si faceva greve, la popolazione ceca era divisa. Nel paese si cominciava a respirare un’aria pesante, c’era anche chi parteggiava per l’occupante nazista. Bisogna muoversi con discrezione usando mille precauzioni. Si temeva che tra i collaboratori esterni potesse esserci una talpa. Uno dei loro cooperanti cecoslovacchi della prima ora da giorni risultava irreperibile . Cosa gli era successo? Anche l’ambasciata finirà con mettere in guardia Doreen Warriner, la sua posizione è a rischio, deve andarsene, lasciare subito il paese.
Nel marzo del 1939 Hitler invase il resto della Cecoslovacchia : ciò nondimeno nello stesso anno otto grandi gruppi di bambini (669 in totale, fra cui molti ebrei) riuscirono a partire da Praga.
I piccoli lasciarono la Cecoslovacchia su otto treni, intraprendendo un lungo viaggio per arrivare a imbarcarsi in Olanda su una nave diretta in Inghilterra e un altro viaggio era previsto il 1 settembre 1939. Ma purtroppo quell’ultimo treno non riuscì mai a partire da Praga, perché due giorni prima, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la Germania aveva chiuso definitivamente le frontiere. Il treno e i 250 bambini che erano riusciti a salire a bordo, scomparvero. Si pensa che nessuno di loro sia sopravvissuto.
Durante la guerra Nicholas Winton combattè come ufficiale nella Royal Air Force.
In tempo di pace non parlò mai della sua grande impresa, neppure in famiglia. Ma nel 1988, ben cinquant’anni dopo il Kinder Transport, sua moglie Greta scopri in un baule le carte con tutti i nomi dei bambini salvati e i dati delle famiglie che li avevano accolti. Ne scrisse alla trasmissione Tht’s Life! della BBC che organizzò un primo incontro televisivo con Winton e poi un secondo raccogliendo tutti i bambini che sapevano di dovergli la loro salvezza. Da quel momento Nicholas Winton divenne un personaggio molto popolare, fu nominato baronetto dalla Regina e fu più volte candidato al Premio Nobel per la Pace.
Nel 2009 a Praga venne organizzato un viaggio in treno attraverso l’Europa per commemorare i Kindertransport. E priprio in quell’ occasione Winton ebbe a dichiarare : “La vera sfortuna è stata che nessun altro Paese abbia fatto altrettanto. Avevo provato a sensibilizzare gli americani, ma senza successo . Se l’avessero fatto…”.
In un’atmosfera straordinariamente ben ricostruita, dove dominano la reticenza, la paura, ma anche il coraggio e la volontà di riscatto, un eccellente ricostruzione romanzata di una storia. Se esiste un perdono racconta l’impresa di Nicholas Winton, Doreen Warriner e Trevor Chadwick, che ci misero la faccia e tutte le loro capacità, rischiando la vita per salvare dei bambini e dare loro un possibile futuro. Un bel romanzo che mischia passione a spy story, denso di pathos, coinvolgente e commovente, che narra l’impresa di sir Nicholas Winton, tornata alla luce più di trent’anni fa solo grazie alla toccante inchiesta della BBC, Fabiano Massimi ci accompagna in un appassionante viaggio a metà fra verità e finzione, restituendo, alla fine di quello che è il compendio una delle pagine più buie e tragiche del passato, la possibilità di perdono e un barlume di luce e di speranza.
Fabiano Massimi è nato a Modena nel 1977. Laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester, bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena, da anni lavora come consulente per alcune tra le maggiori case editrici italiane. Tra le sue pubblicazioni: L’angelo di Monaco (Longanesi, 2020) e I demoni di Berlino (Longanesi, 2021).
Source: libro del recensore.