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:: “San Charbel. Il mistero del suo corpo intatto”(Edizioni Segno, 2024) di Patrizia Cattaneo, a cura di Daniela Distefano

10 dicembre 2024

Documenti, perizie mediche, scoperte e testimonianze sono i nastri con cui è avvolta la biografia di un santo eremita del XIX secolo, appartenente alla comunità maronita del Libano (comunità che era soggetta alla Chiesa cattolica romana ma con un rito proprio e una gerarchia autonoma, governata da un vescovo capo, chiamato patriarca, con sede a Bkerké).

Youssef – questo il nome di san Charbel Makhlouf da battezzato – era il più giovane di cinque figli. La sua famiglia, povera di mezzi, era ricca di fede e il futuro santo trascorse l’infanzia e la giovinezza lavorando come contadino e pastore nel suo paese di montagna;un ragazzo pio, onesto, semplice e sincero, incline alla contemplazione, alla solitudine. Mentre pascolava la sua mucca, si ritirava a pregare in una grotta che aveva trasformato in una cappella dedicata alla Vergine Maria, detta “ la grotta del santo”.

Quando raggiunse la maggiore età, che allora era 23 anni, una mattina all’alba Youssef lasciò la sua casa per farsi monaco senza avvisare nessuno, temendo l’opposizione della madre e dello zio. Egli si sentiva chiamare alla vita solitaria. Più volte chiese l’autorizzazione di diventare eremita, ma la risposta tardava, perché il superiore attendeva un segno di Dio per concedergli il permesso.

Nel 1875, all’età di 47 anni, in seguito al prodigio di una lampada che si accese nella sua cella, benché contenesse solo acqua e non olio, fu autorizzato a recarsi all’eremo del monastero di Annaya. La sua vita era una delle più austere. Nel convento e nell’eremo conduceva un’esistenza da prete-operaio, scegliendo sempre i lavori più faticosi e umili, la preghiera, l’ascesi e la mortificazione: tutto ciò gli meritò ”la fama di santo durante la sua vita e dopo la sua morte”.

Dopo 23 anni di eremo esemplare, “la mattina del 16 dicembre 1898, padre Charbel stava celebrando la santa Messa nella cappella, quando fu colpito da paralisi proprio al momento della grande Elevazione dell’ostia e del calice, mentre recitava la seguente preghiera secondo la liturgia maronita: ‘O Padre della Verità, ecco il tuo Figlio, vittima per compiacerti, accettalo, perché ha subìto la morte per giustificarmi… Ecco il suo sangue sparso sul Golgota per la mia salvezza. Accetta la mia offerta…’. Dopo otto giorni di agonia, padre Charbe morì il 24 dicembre, vigilia di Natale, all’età di 70 anni. La gloriosa biografia di San Charbel inizia il giorno della sua morte.

Dal momento della sua sepoltura, una luce intensa e misteriosa, visibile in tutta la vallata, si sprigionò dalla sua tomba per 45 notti. Il suo corpo ripetutamente riesumato, fu sempre ritrovato integro e flessibile e traspirò un liquido rossastro dalle proprietà taumaturgiche per 67anni, cioè dal giorno della morte fino al riconoscimento ufficiale della sua santità da parte della chiesa.

Per capire la causa dei fenomeni mistici associati al suo corpo, la sua salma sarà martoriata e analizzata da monaci, medici, laboratori di analisi, alla ricerca di una spiegazione scientifica a un fenomeno divino che cesserà solo con la beatificazione.

Quando già morto fu spogliato, scoprirono che padre Charbel sulla pelle nuda, oltre alla cintura di ferro che gli aveva lacerato i fianchi, indossava un secondo cilicio incollato alla pelle. Inoltre egli si serviva di sassolini per tenere fermo il cappuccio sulla testa e che gli procuravano dolore alla schiena quando dormiva e quando si muoveva. Nel sonno e nella veglia padre Charbel soffriva un martirio nascosto e volontario, mostrando sempre un volto lieto.

Tornando al suo cadavere, un ritorno non propio edificante, Dal 1898 al 1965 si ottiene un calcolo di circa due chili abbondanti di plasma al giorno, tenendo conto del fatto che la trasudazione è stata molto intensa in alcuni periodi, ma è diminuita gradualmente nel 1965.

Quanto riportato in questo agile libretto, ci lascia scoprire inusitati orizzonti di vita eterna nella nostra vita terrena. Campi di speranza, solchi di gratitudine, pozzi di meraviglie soprannaturali che surclassano quelle ancora inesplorate nel Pianeta. San Charbel ha avuto dunque due corpi, quello da vivente, martoriato fino allo stremo per via delle penitenze e le mortificazioni, e quello da defunto, un involucro composto di parti vivisezionate, analizzate, per comprendere la natura di quel sangue che da esso fuoriusciva copioso. Il nesso in questo miracolo va forse ricercato in quei lunghi giorni trascorsi tutto un cammino per trovare chi c’è già accanto. Le astuzie del demonio non prevalsero in un omino che mite come un dolce autunno, sapeva donare a Dio le Grazie di cui lo inondava. Possiamo pensare ad una quotidianità bieca, senza stimoli,piatta, di estremo disagio a causa della solitudine. Ma il cuore dove lo mettiamo? Se è collocato su di un altare, fisso sul Calice e l’ascolto della Consacrazione, possiamo arrivare a comprendere di quale dono immenso fu colmato San Charbel, che fu nascosto a molti da vivo, e seppe parlare di Dio anche da morto.

:: MARIA GRAZIA CHINATO, LORO DUE (Samuele editore, 2024)

10 dicembre 2024

Ti sei calato nella mia sera
nuovo pesce nell’oceano

Guizzano suoni caldi in corpi
lasciati alla deriva
senza bufere a spingere forte
come ad affondare la tua barca

Gusci di chiocciole e resti
mi fanno risacca

“[…] Poesia come finestra aperta su un universo intimo dove il tempo si dissolve e la memoria si intreccia con l’amore in un abbraccio eterno. il libro appare come un canto silenzioso che risuona nelle profondità dell’essere, un viaggio tra le ombre e le luci della vita dove ogni verso è un soffio di eternità. Loro due si presenta non solo come una raccolta di poesie ma un 14 vero e proprio invito a perdersi e a ritrovarsi nel mistero dell’esistenza, a scoprire la bellezza nascosta nei frammenti di tempo e nei riflessi della memoria. non dimenticando però di riflettere sulla natura fugace della bellezza stessa e dell’incanto, e sull’inevitabile realtà del cambiamento e della perdita”. — Dalla prefazione di Alessandro Canzian

Maria Grazia Chinato ha svolto attività come psicologa clinica, epistemologa e docente universitaria. Scrive e si occupa di poesia da metà degli anni ottanta anche attraverso ricerche sulla sua valenza trasformativa nella formazione. L’incontro con gli scritti poetici di giovani con disabilità le ha permesso d’integrare le competenze professionali con la poesia attraverso una ricerca descritta nel volume: Avevo un pregiudizio, viaggio tra formazione e poesia (Bonaccorso ed. 2014). Fa parte di due gruppi veronesi che ha contribuito a fondare: Poesiaincorso e Poesia dal mondo, gruppo multietnico con il quale ha pubblicato tre raccolte nelle diverse lingue e loro traduzioni: Puri suoni (QuiEdit, 2019), Sono radice (Bonaccorso Edizioni 2014) e Le lingue si parlano (Bonaccorso Edizioni 2011), e tenuto letture e convegni pubblici. Come poeta ha pubblicato, inoltre, le raccolte poetiche: Annotazioni di un’assenza (Aletti Edizioni, 2018, postfazione di Chiara Zamboni) e Cicale d’inverno (Edizione Europea, 1989).

:: Dedollarizzazione. Il declino della supremazia monetaria americana di Giacomo Gabellini (Diarkos Editore 2023) a cura di Giulietta Iannone

8 dicembre 2024

Capiterà al dollaro quello che successe alla sterlina un secolo fa? Sembra che il processo, seppure lento e con mille criticità, sia irreversibile e Giacomo Gabellini nel suo libro Dedollarizzazione Il declino della supremazia monetaria americana edito da ‎Diarkos Editore ce ne spiega in modo lucido e sistematico le ragioni sia storiche, che economiche, finanziarie e politiche alla base di questa “rivoluzione” che definisce uno spostamento strutturale del baricentro macroeconomico mondiale, evidenziando le ragioni geostrategiche che sussistono all’origine.

L’unipolarismo dominante degli anni ’90 che faceva degli Stati Uniti una potenza egemonica mondiale sembra definitivamente tramontato per ragioni complesse e difficilmente comprensibili senza un’analisi sistematica dei processi, ed eventualmente anche degli errori che sono stati commessi, alla base di molti cambiamenti in atto. Che gli Stati Uniti non rivestano più un ruolo egemonico è evidente essenzialmente per tre motivazioni: il consolidamento dei Brics, la creazione della New Development Bank e soprattutto l’avanzata della Cina come potenza globale al centro della geopolitica mondiale.

Ma non vorrei fare una recensione troppo specialistica, me ne riserverò di farla in altre sedi, mi limiterò a enunciare alcuni tratti salienti emersi dalla lettura di questo libro, complesso ma estremamente interessante soprattutto per chi ha anche i più elementari rudimenti di macroeconomia. Se il dollaro non scomparirà del tutto, sarebbe utopistico e irrazionale affermarlo, sicuramente subirà un ridimensionamento negli scambi commerciali, soprattutto da quando molti paesi emergenti ne hanno individuato la strumentalizzazione fatta dagli Stati Uniti a loro discapito e hanno cercato un’alternativa.

Che sia la moneta dei Brics, o il Yuan Renminbi cinese non è dato sapere, pochi economisti hanno la sfera di cristallo, ma quello che è certo questa alternativa è stata cercata e si continuerà a cercarla. Interessante il ruolo delle sanzioni esercitate dagli Stati Uniti che hanno spinto i paesi colpiti dagli effetti devastanti rilevati, (pensiamo al Venezuela, o peggio all’Iraq di Saddam Hussein), a trovare nuove soluzioni e spingendo per esempio paesi come la Russia ad allinearsi con Pechino e cambiare i criteri di valuta. Che la pressione esercitata attraverso dazi e sanzioni abbia generato la cosiddetta “geopolitica del caos” con la diffusione del disordine su scala globale per sopperire, è un altro dato enunciato, che si inserisce in una strategia non sempre capace di ripagare nei risultati non avendo certo ridato agli USA il ruolo che deteneva a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

A dare un’accelerazione al disallineamento e al processo di dedollarizzazione, prima della guerra in Ucraina, ha sicuramente influito la crisi del 2008 quando sulla scia dei fallimenti di Bear Stearns e Lehman Brothers, il sistema finanziario statunitense si trovava letteralmente sull’orlo del precipizio. Questa crisi sebbene sia stata in parte arginata, ha segnato il pericolo che possa ripetersi e questa volta con effetti ancora più devastanti minando alle basi quella sicurezza che fino allora aveva dettato le politiche monetarie.

Per quanto riguarda il disallineamento, fu per prima la Cina a manifestare i primi segnali di insofferenza, e Gabellini dà grande importanza e analizza nel dettaglio le politiche economiche intraprese da questo paese, già da tempo evidenziato dagli USA come il maggior competitor.

Molte altre sono le riflessioni che Gabellini porta avanti, alcune di grande acume pur appoggiandosi al lavoro di grandi economisti, seppur inserendo le varie tematiche in un discorso originale, indipendente e coeso. Ne invito la lettura per ampliare le vostre conoscenze, confidando che i punti di riflessione e le numerose informazioni contenute in questo testo vi aiutino a fare una vostra valutazione personale dei fatti e della storia. Introduzione di Flavio Piero Cuniberto. Prefazione di Jacques Sapir.

Giacomo Gabellini (1985) è saggista e ricercatore specializzato in questioni economiche e geopolitiche, con all’attivo collaborazioni con diverse testate sia italiane che straniere, tra cui il centro studi Osservatorio Globalizzazione e il quotidiano cinese «Global Times». È autore dei volumi Ucraina. Una guerra per procura (Arianna, 2016), Israele. Geopolitica di una piccola grande potenza (Arianna, 2017), Weltpolitik. La continuità politica, economica e strategica della Germania (goWare, 2019), Krisis. Genesi, formazione e sgretolamento dell’ordine economico statunitense (Mimesis, 2021) e Dottrina Monroe. Il predominio statunitense sull’emisfero occidentale (Diarkos, 2022). Vive a Terre Roveresche (PU).

Pallottole sull’Orient Express

7 dicembre 2024

:: Libri fantasy: nel 2024 le vendite crescono del 27,1%

7 dicembre 2024

Una notizia confortante ci giunge, forse inaspettata, da Più libri più liberi, Fiera nazionale della piccola e media editoria, sembra, e lo dicono i dati, che il genere fantasy (la classificazione è quella utilizzata da NielsenIQ-GfK che raggruppa fantasy e fantascienza in un’unica categoria) sia in controtendenza e registri una crescita del ben 27,1% a valore raggiungendo i 17,666 milioni di euro, del 26% a copie superando il milione di libri venduti (1.060.000). Dunque il fantasy è un genere emergente nel mercato italiano e registra un incremento di vendite e non di poco. I dati sono stati presentati a Più libri più liberi durante l’incontro del programma professionale Libri fantasy e dove trovarli. Fenomeno che si è enunciato, durante l’incontro, è sicuramente l’ibridazione, ovvero la nascita di sottogeneri che uniscono per esempio il romance e il fantasy, allargando non di poco il parco lettori. A cui si potrà aggiungere il sottogenere che unisce il fantasy e il giallo, perchè no? Nella top 10 dei titoli più venduti secondo la classificazione di NielsenIQ-GfK, troviamo al primo e al secondo posto due volumi della saga di Rebecca Yarros edita in Italia da Sperling & Kupfer, Iron Flame al primo posto e Fourth Wing al secondo. Powerless. Potere e inganno, di L. Roberts (Newton Compton) al terzo posto, al quarto Il problema dei tre corpi, di C. Liu (Mondadori). Dal quinto al nono posto troviamo cinque classici della fantascienza e del fantasy: Fahrenheit 451, di R. Bradbury (Mondadori), La strada, di C. McCarthy (Einaudi), Dune volume 1 di F. Herbert (Fanucci), Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato di J. R. R. Tolkien (Bompiani), Dune volume 2 (Fanucci). Chiude la classifica Half a soul. Metà di un’anima di O. Atwater, (Rizzoli).​ Nessun autore italiano tra i primi 10, ricollegandoci all’articolo di qualche giorno fa, ma nonostante questo è una gran bella notizia che fa ben sperare per il futuro. La fantascienza, e il fantasy, stanno bene, e vi salutano tutti!

:: Qof di Alessandro Bastasi (Arkadia Editore 2024) a cura di Federica Belleri

6 dicembre 2024

Torna in libreria Alessandro Bastasi e lo fa alla grande. Con un romanzo intimo, introspettivo, devastante.

Qof è una lettera ebraica, che significato ha?

Qof è un viaggio, distorto. Allucinante, che sconvolge. È un percorso dentro e fuori da sé, con o senza “l’altro”. È una salita faticosa per riemergere dal buio, per il protagonista che sta cercando disperatamente una sorta di equilibrio. Ma è consapevole di ciò che gli sta accadendo? Perché attorno a lui succede di tutto. Dall’episodio irrazionale a quello più  logico possibile. Al punto da farlo dubitare di ogni evento, insieme al lettore, che si pone mille e più domande. Accanto a lui compaiono personaggi che mi hanno ricordato Federico Fellini e le sue opere migliori, fatte di originalità e di ricchezze mimiche ai margini della società. Personaggi in grado di incutere timore e accogliere sguardi malevoli.

Dentro di lui, invece, convivono due anime che lottano in eterno, come Caino e Abele. Sulla sua fronte, una cicatrice apparsa improvvisamente, che ha proprio la forma “Qof”.

Alessandro Bastasi propone ai lettori una trama particolare, intensa. Che avvolge e respinge allo stesso tempo. Capace di fare dubitare e cadere nella trappola del destino, di ciascuno.

Assolutamente consigliato.

Buona lettura.

Alessandro Bastasi Nato a Treviso nel 1949. Laureato in Fisica si è trasferito a Milano dove attualmente vive. Nel passato è stato attore e autore di numerosi articoli di argomento teatrale per riviste del settore e quotidiani. Dal 1990 al 1995 ha trascorso lunghi periodi all’estero, in particolare a Mosca tra il 1990 e il 1994, e in India, Cina, Vietnam e Medio Oriente tra il 1994 e il 1995. Ha pubblicato i romanzi La gabbia criminale (2010) e Città contro (2011) con Eclissi; per Frilli ha dato alle stampe Era la Milano da bere (2016), Morte a San Siro (2017), Notturno metropolitano (2018), Milano rovente (2019), Milano e i pensieri oscuri (2020), Omicidi a Milano (2022). Per Divergenze ha pubblicato La scelta di Lazzaro (2020) e La seconda volta (2023). Suoi racconti sono presenti in varie antologie e siti letterari. Per Arkadia Editore ha pubblicato Qof (2024).

Fonte: omaggio dell’autore.

:: Basta un cognome italiano a dissuadervi dal leggere un libro?

5 dicembre 2024

Che i lettori italiani siano esterofili, non leggano di preferenza autori italiani, a prescindere dal valore e dalla qualità dei libri che scrivono era qualcosa che bene o male si sapeva, ma a livello informale, quasi di curiosità e sembra invece che la situazione sia più seria e complessa da etichettarla come una semplice moda. Sembra lo dicano i numeri delle vendite, Franco Forte, editor di Urania ha affermato in un suo recente video che quando pubblica un autore italiano nella collana di fantascienza che dirige ha un calo di vendite netto del ben 30% (esclusi i titoli legati ai loro Premi istituzionali, che tengono botta come si suol dire). Perchè? Perchè accade questo? Si può cambiare questo impietoso trend, e avvicinare i lettori agli scrittori italiani che se letti veramente possono riservare sorprese? Perchè sembra proprio che la discriminante sia avere un cognome italiano. E non capita solo da noi! anche all’estero, gli scrittori americani, per esempio, con cognome italiano, hanno questa difficoltà, una buona fetta del mercato li snobba. E’ spiacevole, molto spiacevole, perchè in un mondo ideale non dovrebbe essere quello il motivo per cui non si legge un libro. E la cosa paradossale è che non è che leggono l’autore italiano, non gli piace, e non lo leggono più. Ma proprio a prescindere, in modo quasi irrazionale, a scatola chiusa. Con la possibilità di rinunciare a un titolo davvero bello per un preconcetto. Un lettore afferma che in effetti è vero che noi italiani siamo esterofili, che c’è molta gente con un’avversione profonda verso gli autori italiani, di cui non sa spiegarsi il motivo, considerando tra l’altro che molti autori esteri sono vittime di traduzioni pedestri, per non parlare ora che molti testi sono tradotti con l’AI. Un altro lettore non si è mai posto il problema, afferma che i suoi criteri di scelta di un libro sono altri a prescindere dalla nazionalità, dall’identità di genere e dalle convinzioni etiche dell’autore. Un altro lettore evidenzia un problema a monte, risalente alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Italia è come diventata vittima di una sorta di colonizzazione culturale, insomma i nostri gusti sono esterofili perché ci sono stati imposti. E voi leggete autori italiani? Se non lo fate, per quale motivo? Scrivetelo nei commenti. Cercherò di ampliare l’articolo anche coi vostri contributi.

:: La badante e il professore di Bruno Morchio (Mondadori, 2024) a cura di Valerio Calzolaio

5 dicembre 2024

Genova e dintorni (ça va sans dire). Un dicembre del 2002 (e molti anni dopo, addirittura nel 2036). Ormai è trascorso tantissimo tempo, Filippo Fil Sarzetto Sarzana decide di raccontare precisamente la storia, appuntata prima in un diario e poi in un dattiloscritto (quando frequentava con profitto l’istituto tecnico informatico): quel dì aveva appena dodici anni, magro come un chiodo, timido e sveglio, la mamma donna delle pulizie vedova già da dieci (padre muratore caduto da un ponteggio) e la cara sorella Teresa con dieci anni di più (se ne era sempre occupata lei di lui nel piccolo comunello dove vivevano). Il mitico professor Canepa (stimato extraparlamentare di sinistra in gioventù), ormai prossimo agli ottant’anni, gli faceva gratuitamente ripetizioni dopo aver insegnato per decenni Letteratura italiana nel più prestigioso liceo classico della vicina Genova, due volte alla settimana, il martedì e il giovedì pomeriggio. Fu ucciso. Aveva in casa da nemmeno un anno la governante ucraina Natalia Kovalenko, alta e slanciata, una bellezza triste e timorosa, capelli quasi biondo cenere, tagliati corti con frangetta, nasino minuscolo all’insù e occhi magnetici d’un azzurro stinto, della quale tanti erano invaghiti in paese, forse lo stesso professore e certo pure lui bambino. Il crimine avvenne martedì 5 dicembre, Filippo e Natalia erano usciti poco dopo le diciotto per andare al bar a prendere una cioccolata calda, lo trovò lui tornando a recuperare lo zaino: nello studio qualcuno aveva spaccato in testa a Canepa il busto di marmo di Leopardi. La vittima era parsimoniosa e benestante: la casa, un cospicuo patrimonio e una preziosa collezione di quadri. La badante fu la prima sospettata, ovviamente, ma potevano essere stati altri (parenti e non solo). Districandosi fra i sentimenti, accanto alle infastidite forze di polizia, anche Filippo indagò, con l’interessato aiuto di un giovane giornalista locale innamorato della sorella (peraltro lesbica), fra pettegolezzi altarini segreti.

Un giallo “classico” per il grande scrittore Bruno Morchio (Genova, 1954), psicologo pubblico in pensione e psicoterapeuta. Il volume è significativamente dedicato al vero “professor Canepa, che mi ha insegnato l’amore per i libri e la verità”, oltre che a un amico scrittore. La narrazione è in prima persona al passato, il bambino in piena pubertà si conquista con parole e fatti il ruolo di protagonista, giovane acuto testimone dei rapporti fra adulti, innanzitutto quello legato al caso criminale e al titolo letterario (in copertina, invece, l’illustrazione che allude al busto del poeta recanatese). Per seguire gli incontri misteriosi dell’amata, Filippo andrà pure a scoprire il “pudore” della bellissima città vecchia, secondo Teresa “piena di bellezze, che però non si lasciano vedere. Dietro portoni che ricordano quelli di una stalla si aprono scale di marmo e pareti decorate con meraviglioso azulejos”, affascinanti ceramiche artistiche. Poco alcool a quell’età, pur se il maggiorenne amico di successo Serafino Costa Costamagna scola durante il pranzo familiare di Natale con gusto e speranza sia la bottiglia di Rossese che quella di Spumante Asti, dopo aver portato un libro di cucina per l’affettuosa padrona di casa e un sontuoso mazzo di rosse per la smaliziata sorella, a quel punto la mamma prova ad aprirgli gli occhi, senza troppi peli sulla lingua.

:: Segnalazione: Stanotte ti ho sognato di Alessandra Tombini (Raffaelli editore, 2023)

29 novembre 2024

Con voi 

assenza senza mancanza uguale niente. 

Questo sono stata per tutto il tempo che ho

   aspettato: 

un vuoto in attesa di essermi sbagliata. 

Ma io ti ho amata per due, mamma 

per riempire quel vuoto abominevole 

per cancellare la tua colpa col perdono 

della mia carne bambina 

per non vederti piangere. 

“Alessandra Tombini con Stanotte ti ho sognato, dà vita a un corpo a corpo archetipico, dunque modernissimo, quello fra il nostro io intatto, innocente, sovrapponibile alla dimensione dell’infanzia, e il tu presente, adulto, costituito da tutte le ferite, lacerazioni, che la vita ci offre come educazione a se stessa e ai sentimenti. Ne nasce un dialogo serrato fra la bambina e la donna, due frammenti della stessa esistenza che cercano attraverso l’incontro nei versi una pace possibile. Perché Il mosaico si ricomporrà e apparirà ciò che avrebbe sempre dovuto essere”.   Daniele Mencarelli 

Alessandra Tombini è autrice di tre raccolte di poesie e un racconto breve. La prima “Bava di lumaca” edita nel 1999 da Libroitaliano e vincitrice del premio selezione poesia ’99 assegnato dalla casa editrice. La seconda “La figlia di Elios” edita da Raffaelli Editore, Rimini 2022, uscita con una nota di Lella De Marchi. La terza “Stanotte ti ho sognato” edita da Raffaelli Editore, Rimini 2023, uscita con una nota di Daniele Mencarelli, vincitrice del secondo premio al premio nazionale di poesia e narrativa “Alda Merini” IX edizione e finalista del premio Ovidio. Il racconto breve inedito “Click” è risultato primo classificato al premio letterario nazionale “Il meleto di Guido Gozzano” nel 2024, XIV edizione.

:: Green Stone. La vendetta di Alia di Fabrizio Borgio (Segretissimo Mondadori, 2024) a cura di Giulietta Iannone

28 novembre 2024

I nostri analisti temono un’escalation su due frontiere della Serbia: con il Kosovo verso sud e con la Bosnia sul lato occidentale. Una guerra nei Balcani si ritiene potrebbe essere uno sviluppo utile ai russi adesso che sono in una situazione di stallo parziale in Ucraina. Spostare la tensione nei Balcani darebbe loro modo di rinfocolare il fronte ucraino, estendendo un conflitto a bassa intensità per logorare Kiev.

Leone Nosenzo, nome in codice Greene Stone, atterra a Camp Butmir, presso Sarajevo, per una delicatissima missione vitale per gli equilibri geostrategici mondiali: raccogliere informazioni su un misterioso polo industriale e tecnologico in costruzione su iniziativa di una open joint-stock company straniera, con l’appoggio della FIPA, l’agenzia per la promozione degli investimenti stranieri di Bosnia ed Erzegovina, probabilmente per la fabbricazione di droni da impiegare per uso bellico. La questione è seria perchè AISE, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, teme un’escalation in Serbia e l’allargamento del conflitto ucraino nei Balcani è esattamente cosa i Russi vorrebbero per precipitare una situazione in stallo e distogliere l’opinione pubblica. La situazione naturalmente è più complessa e ramificata e trae origini da quello che successe a Srebrenica nel lontano luglio del 1995 e vide come testimone degli orrori perpetrati una ragazzina di tredici anni, oggi donna d’affari di successo, che ha pianificato per trent’anni una vendetta terribile e non ha scrupoli nel perseguire i suoi intenti anche a rischio di incendiare i Balcani. Ecco in breve la trama di Green Stone. La vendetta di Alia di Fabrizio Borgio, spystory militare edita con Segretissimo di novembre. Fabrizio Borgio, ex militare di professione con conoscenze specifiche di intelligence e vita militare, costruisce una storia drammaticamente credibile su dinamiche geostrategiche poco discusse, ma temute da molti analisti internazionali, su un probabile allargamento del conflitto in corso nell’Est Europa nei Balcani, i cui focolai di instabilità e tensione si trascinano dal dissolvimento dell’ex Jugoslavia, rendendolo uno dei punti caldi del pianeta. Partendo da questo Borgio costruisce una storia degna delle migliori spystory, dosando tensione, mistero e avventura senza tralasciare lo scavo psicologico dei personaggi. Borgio ha una penna felice e abilità tecniche e di costruzione di trame che l’accostano ai migliori scrittori di Segretissimo, con un’attenzione tutta italiana alla narrativa di genere e una sensibilità per l’attualità che permette di approfondire e analizzare le dinamiche in atto.

Fabrizio Borgio, classe 1968, ex militare, scrittore e sceneggiatore piemontese di narrativa di genere, con una predilezione per gialli, noir, horror e spy stories, vive a Costigliole d’Asti, a cavallo di Langhe e Monferrato, sulla cima di un bricco. Padre dell’agente speciale Stefano Drago (“Masche” e “La morte mormora” per la Frilli e “Il Settimino” per Acheron Books) e dell’investigatore privato Giorgio Martinengo le cui storie sono pubblicate dalla Fratelli Frilli Editore: “Vino rosso sangue”, “Asti cenere sepolte”, “Morte ad Asti”, “La ballata del re di Pietra”, “Panni sporchi per Martinengo” e “Il pittore di Langa”. Alcuni suoi libri hanno ricevuto riconoscimenti presso prestigiosi festival e concorsi tra i quali Giallo Garda con due menzioni speciali e il premio premio col Concorso eno-letterario Vermentino della Camera di Commercio di Sassari. Finalista al preimio Alan D. Altieri 2022.

Source: acquisto personale.

:: Il mercato della virtù. Critica del consumo etico di Estelle Ferrarese (Castelvecchi, 2024) a cura di Valentina Demelas

28 novembre 2024

Estelle Ferrarese, professoressa di Filosofia morale e politica all’Università Picardie Jules Verne, con Il mercato della virtù – pubblicato in Italia da Castelvecchi con la traduzione dal francese di Giulia Prada – ci guida in un’esplorazione lucida e provocatoria del “consumo etico”. Questo libro invita a riflettere su quanto le nostre scelte “responsabili” possano davvero cambiare il sistema economico o, al contrario, finire per rafforzarlo. Con una scrittura chiara ed essenziale, Ferrarese mette in discussione idee radicate senza mai essere cinica o moralista.

L’autrice non critica chi sceglie prodotti cruelty-free, sostenibili o equo-solidali. Al contrario, riconosce il valore di queste pratiche. Tuttavia, ci spinge a chiederci: basta comprare etico per sentirci a posto? O c’è il rischio che queste azioni, senza una riflessione più profonda, diventino strumenti per alimentare il capitalismo, creando nuove opportunità di profitto? Secondo Ferrarese, il consumo etico può trasformarsi in una sorta di ideologia: un gesto che sembra virtuoso, ma che spesso finisce per rinforzare le stesse logiche che vorrebbe combattere.

Il libro si rifà alla teoria critica della Scuola di Francoforte, in particolare agli scritti di Theodor W. Adorno e vuole dimostrare come il mercato sia così flessibile e adattabile da inglobare persino le migliori intenzioni morali, trasformandole in opportunità per crescere economicamente. Il capitalismo, sostiene l’autrice, è una macchina talmente perfetta che, anziché contrastarlo, il consumo responsabile spesso gli offre nuova energia, rendendo ancora più difficile un vero cambiamento.

Un concetto chiave del libro è quello di “misura”, che viene esplorato come un equilibrio tra moderazione e calcolo. Da una parte, il consumo responsabile punta a ridurre sprechi e danni; dall’altra, si affida a logiche e strumenti che si integrano perfettamente con le dinamiche capitalistiche. Questo paradosso è centrale: mentre cerchiamo di fare del bene, rischiamo di rimanere intrappolati in un sistema che alimenta ciò che vorremmo superare. L’autrice si interroga anche su cosa significhi davvero un prezzo “giusto”, analizzandolo non solo dal punto di vista economico, ma anche attraverso le sue implicazioni etiche e sociali.

Il libro affronta anche le teorie di pensatori contemporanei come Axel Honneth e Rahel Jaeggi, che vedono nel mercato uno spazio dove possono emergere valori morali. Estelle Ferrarese, però, si discosta da questa idea. Per lei, il capitalismo non può essere corretto attraverso scelte individuali: la sua natura è orientata all’accumulo di capitale, non al bene comune.

Un altro tema affascinante è il legame tra consumo etico e narrazioni apocalittiche, come quelle sul cambiamento climatico: pur nascendo da preoccupazioni sincere, queste retoriche rischiano di ridurre il consumo responsabile a un gesto di auto-conservazione, più che a una vera azione collettiva per il cambiamento. Così, il consumo etico finisce per diventare una rassicurazione personale.

Questo saggio non offre risposte semplici, ma invita a guardare oltre le apparenze. Estelle Ferrarese illumina le zone d’ombra delle nostre scelte quotidiane e ci sfida a chiederci: stiamo davvero cambiando qualcosa o stiamo solo adattandoci meglio al sistema?

Si tratta di una lettura indispensabile per chi cerca un’analisi intellettualmente stimolante e coraggiosa delle dinamiche del capitalismo contemporaneo e del ruolo, a volte ambiguo, che le nostre azioni giocano al suo interno. Il lettore viene sfidato a guardare oltre la superficie del “bene” e del “giusto”, non limitandosi a smontare le illusioni di virtù legate al consumo responsabile, ma aprendosi a nuovi spazi di riflessione e di consapevolezza.

Estelle Ferrarese è Professoressa di Filosofia morale e politica presso l’Università Picardie Jules Verne e membro senior dell’Institut Universitaire de France. È stata visiting professor presso la New School for Social Research di New York, fellow della Fondazione Alexander von Humboldt presso la Humboldt Universität di Berlino e research fellow presso il Marc Bloch Franco German Center of Social Science Research di Berlino. Ha dedicato diversi lavori al pensiero politico di Jürgen Habermas, alla filosofia di Theodor W. Adorno e alle teorie femministe. Si occupa di teoria critica, filosofie femministe, teorie della democrazia e dello spazio pubblico, filosofia della vulnerabilità e politiche delle forme di vita. Castelvecchi ha pubblicato Manifesto per una teoria critica femminista e La fragilità della cura degli altri (2023).

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo l’ufficio stampa Castelvecchi.

:: Note di lettura di Patrizia Baglione: Quel fazzoletto color melanzana di Arianna Mortelliti

28 novembre 2024

Lara ha trent’anni quando decide di tornare a Castel Cielo, il suo paese d’origine. Sua madre e suo padre sono morti in un incidente d’auto e oltre a cercare le risposte di come tutto ciò sia avvenuto, Lara ne troverà altre sul suo conto e il suo passato. Sarà dunque l’assenza dei sui genitori a portarla sulla strada della verità. “Nulla si costruisce se prima non si distrugge”. Un viaggio, questo, che scava dentro la vita della protagonista, puntando il focus anche sulla sua famiglia e su un paese di provincia, che sempre possiede il suo “matto del quartiere”. Franco, però, non è un matto qualsiasi: lui è buono, ma soprattutto ha dato nuova vita a una macchina fotografica e da quel giorno immortala ogni angolo di Castel Cielo. Con questo libro, che somiglia a una matrioska, Arianna Mortelliti ci porta a esplorare l’abisso e ciò che si nasconde dietro le apparenze, insegnandoci ad andare al nodo di ogni questione, così da scioglierlo e finalmente, tornare a vivere in consapevolezza.