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Per Natale da Gallucci:”La palla” e “Il mondo è un’orchestra”

18 dicembre 2023

Natale si avvicina, ed ecco due simpatici libri editi da Gallucci che tra fantasia e realtà raccontano la libertà del gioco (La Palla) e i rumori che animano il mondo, facendone una grande orchestra narrata anche dalla voce di Francesca Fialdini (Il mondo è un’orchestra).

 ::La palla, Melissa Panarello (Gallucci, 2023) A cura di Viviana Filippini

Può una palla rotolare libera in un parco? Sì, certo. Ma cosa accade quando questo succede? Ce lo racconta  Melissa Panarello con i colorati disegni di Francesca Dafne Vignana. Pagina dopo pagina si scopre che bambini, adulti più o meno impegnati al telefono, giovani, anziani che passano i pomeriggi in relax selle panchine, animali, insetti (formiche comprese) e pure la Luna: tutti voglio quella palla. Tanti desiderano la palla perché guardandola nella sua forma così tonda e perfetta ricorda qualcosa o qualcuno, ma tutti vogliono quella palla che rotola, macinando strada su strada, perché è un gioco che non ha età e non ha tempo, che fa bene ai grandi e ai bambini. La palla che rotola su e giù, avanti e indietro, di notte e di giorno  e che tutti vogliono per giocarci è un segno di libertà, per lei  e per tutti che posso e devono giocarci soli o in compagnia, che è anche meglio!

:: Il mondo è un’orchestra, Pier Mario Giovannone, (Gallucci, 2023) A cura di Viviana Filippini

Cosa è il mondo? Bella domanda vero? Il mondo è tondo, è pieno di cose, persone, animali che parlano e fanno rumore e allora ce lo racconta “Il Mondo è un orchestra” di Piero Mario  Giovannone . Sì, perché nel libro si scopre che ogni cosa che fa parte del mondo fa rumore e può trasformarsi in uno strumento che va a comporre la grande orchestra del pianeta, dove ognuno può diventare protagonista.  La storia creata da Giovannone è coinvolgente e intrigante grazie anche ai disegni colorati e simpatici di Chiara Nocentini, che aiuteranno i piccoli lettori e scoprire, tra fantasia e realtà, le tante voci e suoni che fanno la musica nel e del mondo, trasformandolo in una grande orchestra da ascoltare e conoscere. SORPRESA! All’interno del libro si trova anche il QR code per ascoltare la fiaba sonora interpretata da Francesca Fialdini, giornalista, scrittrice conduttrice tv e radio, e la musica per pianoforte composta ed eseguita da Rita Marcotulli.

Source: ricevuto dall’editore.

:: Spaghetti. Le rockstar a tavola: dagli AC/DC a Zucchero, Luca Fassina(Oligo, 2023) A cura di Viviana Filippini

9 dicembre 2023

“Spaghetti pollo insalatina  e una tazzina di caffè…” così cantava  Fred Bongusto e nel libro “Spaghetti. Le rockstar a tavola: dagli AC/DC a Zucchero” di Luca Fassina,  edito da Oligo editore, cibo e musica vanno a spasso assieme. Lo scrittore ci porta in un viaggio tra musica e cibo,  facendoci scoprire cosa i grandi musicisti del rock amano cucinare (quando ne sono capaci) e mangiare. Un piccolo saggio che ci permette di addentrarci nell’amore per l’arte culinaria, in particolare quella italiana, da parte di molti artisti. Questo perché nel saggio di Fassina si scopre il fatto che c’è una forte attrazione verso il cibo italiano, questo perché parecchi dei cantanti e musicisti presenti hanno origini italiane e arrivano da famiglie dove ci sono ricette della tradizione che vengono tramandate di generazione in generazione, e  un po’ perché molti  dei protagonisti presenti nel testo hanno assaggiato il  vero cibo italiano, quello non rivisitato e ne sono rimasti conquistati dalla bontà e qualità del prodotto. Interessante è anche il fatto che, tra una pagina e l’altra, ci siano le ricette predilette degli artisti protagonisti con gli ingredienti e questo permette al lettore di sporcarsi le mani preparando il piatto della propria star preferita! Si va dalla storia degli spaghetti della copertina dell’album dei Guns N’ Roses, quel “The spaghetti incident?” uscito nel novembre del 1993, dove la pasta che ci ha reso così noti nel mondo, ma che ha origini nel VI secolo a.C. in Pakistan, e non ha a che vedere solo con la pasta al sugo; per passare alla passione per il burro d’arachidi di Elvis Presley e al Chocabeck di Zucchero, che già ha il dolce nel nome. E poi, che dire del pollo speziato che faceva impazzire Freddie Mercury, dei biscotti con gocce di cioccolato di Joy Romone e del latte e peperoni freddi di David Bowey, cibo principale durante la registrazione di un album o del risotto che ha conquistato i Måneskin? A voi indovinare e scovare quale. “Spaghetti. Le rockstar a tavola: dagli AC/DC a Zucchero” di Luca Fassina è un perfetto mix tra musica, note e cibo, anche odiato magari ma, soprattutto AMATO dagli artisti, che è vero, loro stessi lo ammettono, a volte non sanno cucinare, ma quando assaggiano i piatti amati o nuovi, preparati da mani sapienti, il cuore, il palato e la mente ne traggono beneficio.

Luca Fassina lavora con la parola scritta da oltre trent’anni: giornalista, scrittore, traduttore e storyteller, è stato corrispondente musicale da Londra e manager dell’entertainment a Parigi. Oggi scrive per Classic Rock e Sergio Bonelli Editore; ha collaborato, tra gli altri, con RollingStone.it, ha tenuto seminari per il CPM di Milano e per la Arizona State University. Per la “Piccola Biblio­teca” di Oligo Editore ha pubblicato “Cucina. Stephen King: ricetta per un disastro” (2022).

Source: richiesto dal recensore. Grazie all’uffcio stampa 1A.

Rosalia Messina ci racconta il suo “Nulla d’importante tranne i sogni” (Arkadia Editore 2023) A cura di Viviana Filippini

18 novembre 2023

“Nulla d’importante tranne i sogni” (Arkadia Editore 2023) è il nuovo romanzo di Rosalia Messina, un libro dove l’autrice ci porta alla scoperta del mondo delle due protagoniste Rosamaria e Annapaola, in un vero e proprio viaggio nel loro mondo quotidiano e in quei sentimenti che le avvicinano e le allontano nel cammino della vita. Ne abbiamo parlato con l’autrice Rosalia Massina

Come è nata la trama di “Nulla d’importante tranne i sogni”? La trama di “Nulla d’importante tranne i sogni”si è formata per approssimazioni successive. Il primo abbozzo era un romanzo epistolare sui generis, unidirezionale, cioè senza scambio di missive: è Rosamaria a scrivere lettere al resto del mondo, alla sorella, alla nipote e ad altri. In quella prima fase, i personaggi non erano ancora tutti presenti. È stato proprio grazie all’affacciarsi alla mia mente di altri personaggi che si sono sviluppati, attorno al nucleo iniziale, altri strati di narrazione. La trama non si riduce al conflitto fra due sorelle che non sono mai riuscite ad avere una comunicazione profonda. C’è anche la storia di Anita, che all’inizio era più schematica e si è via via arricchita sia in termini di spazio narrativo (di pagine in cui è lei il personaggio che campeggia), sia in termini di articolazione delle sue vicende e di intreccio con le vicende degli altri personaggi. Ci sono Fosco e Marika, con il loro peculiare modo di essere coppia; c’è Giorgio, con la sua dolorosissima vicenda personale. C’è la Sicilia e c’è la sicilitudine, quel peculiare modo di vivere i sentimenti, di abitare la città, di considerare il mare non solo un elemento del paesaggio ma una culla alla quale ciascuno sente di appartenere.

Tra le due sorelle c’è un legame, ma in realtà prevale il conflitto, perché accade questo?  Il legame non esclude il conflitto. L’affetto non garantisce una comunicazione autentica, anzi, spesso si ritiene di proteggere la relazione con i silenzi. Ma ciò che si tace esiste e resta a marcire da qualche parte, finché il malessere esplode. È quello che succede a Rosamaria e ad Annapaola.

Perché Ro agisce sempre come per farsi perdonare dalla sorella? Lascerei a coloro che leggeranno il libro la scoperta delle dinamiche del complesso rapporto fra le due sorelle, innanzitutto per non rivelare troppo della trama e in secondo luogo perché, se è vero che il conflitto familiare è uno dei temi importanti del romanzo, è anche vero che non è l’unico. Mi limiterei perciò a dire che da un lato c’è il senso di colpa di Rosamaria per essere distante e concentrata sulla sua attività di scrittrice, oltre che per essere una persona fortunata; dall’altro c’è l’invidia di Annapaola per tutto ciò che la sorella più dotata ha realizzato. Si tratta di un meccanismo che ho visto in funzione molte volte e in molti ambienti diversi, non solo in ambito familiare: a scuola, nel lavoro. Guai a non essere nello standard. E quanti guasti produce l’invidia.

Come è stato creare le due protagoniste Rosamaria e Annapaola con i loro caratteri, le sfaccettature, spigolosità umane e del cuore? Le caratteristiche psicologiche delle due protagoniste mi erano chiare fin dall’inizio, come pure quelle di Anita, amica e collaboratrice preziosa e fedele di Rosamaria, mentre tutti gli altri personaggi sono emersi a poco a poco dalla nebbia. Sono tre personaggi forti anche se lo sono in modi molto diversi. Ro è determinata nel raggiungimento dei suoi scopi, ha un suo senso di giustizia e, una volta intrapresa una via, non ha cedimenti. Annapaola ha la stessa determinazione della sorella ma la utilizza in modo diverso, in altre direzioni, sprecando molta energia nell’invidiare chi ha più di lei (non soltanto Rosamaria) e in altri conflitti sterili (come quello con la nuora, Marika); Anita ha la forza delle persone equilibrate, razionali ed è piena di dubbi sul proprio valore.

Il nipote Fosco e la segretaria Anita cosa rappresentano per Rosamaria? Fosco, nipote di Ro, assorbe molta della tenerezza di cui questa donna d’acciaio è capace. Non è l’unico, ma anche in questo caso preferisco non fare troppe rivelazioni e lasciare a chi leggerà il romanzo la scoperta dei legami che fanno capo a Rosamaria.  Anita è l’amica che resta vicina a Rosamaria nei momenti più difficili della sua esistenza; è la confidente, la depositaria dei suoi segreti; è la persona che per prima legge le opere in stesura. Ed è anche la destinataria di alcuni messaggi importanti che, pur non essendo veicolati da vere e proprie lettere, completano il ciclo delle missive di Rosamaria al resto del mondo. Oltre a chiudere il cerchio del suo rapporto con Anita, questi messaggi nella bottiglia rivelano alcuni aspetti di Rosamaria che ne definiscono il ritratto.

Qual è il personaggio della storia a cui è più affezionata e perché? Non è facile per me individuare un personaggio preferito di “Nulla d’importante tranne i sogni” . Sono affezionata a tutti per ragioni diverse. Sono tutti umani nelle loro differenti imperfezioni, nelle loro grandezze e nelle loro miserie. Mi è molto cara Giada, per esempio, la figlia minore di Annapaola, con la sua capacità spiazzante di dire verità scomode, di inchiodare tutti alle loro responsabilità, senza riguardi neppure per se stessa. Mi è molto cara Marika, la moglie di Fosco: introversa, fragile, ha dentro una forza che al momento giusto sa tirare fuori intervenendo in modo risolutivo nelle situazioni spinose.   

Quello invece che le ha creato maggiori difficoltà durante la scrittura?  Sto cercando di passare in rassegna tutti i personaggi del romanzo ma non ricordo particolari difficoltà di costruzione. Semmai, l’impegno maggiore è stato quello di trovare un equilibrio tra i ruoli di tutti, un giusto spazio per ognuno di loro. A tutti ho cercato di rendere giustizia evitando la divisione manichea tra buoni e cattivi, forti e deboli, generosi e avidi.

Nel romanzo il paesaggio siciliano può essere visto più come personaggio integrante della narrazione che come semplice sfondo scenografico? Sì, la Sicilia è qualcosa di più che un fondale, un’ambientazione o un paesaggio. La storia, per come l’ho immaginata e costruita, poteva svolgersi soltanto sull’isola. Non è soltanto questione di colori, profumi e sapori. È che certi dialoghi, le stesse lettere acuminate di Rosamaria, certi riti sociali possono essere credibili soltanto in Sicilia. Ho immaginato le scene in angoli precisi della città di Catania e della campagna acese. Nella mia mente quelle scene avevano la luce, la temperatura, i suoni di scene realmente accadute. Non nel senso che si tratta di fatti reali bensì nel senso che le ho scritte tenendo presenti visioni che avevano la consistenza dei ricordi o dei sogni, pur senza esserlo.

Per Rosamaria Mortillaro, detta Ro, la scrittura è importante. Per lei cosa rappresenta lo scrivere? Per me scrivere è una passione ma non ne ho fatto un mestiere, ho lavorato in tutt’altro settore e sono abbastanza soddisfatta della mia carriera di esordiente di lungo corso. Non è facile pubblicare per chi inizia a scrivere in età matura, soprattutto in un periodo storico come questo, in cui si producono moltissime opere letterarie ma, a quanto sembra, i lettori sono sempre in diminuzione. Il discorso sarebbe molto più complesso e mi rendo conto di avere semplificato molto. Certo, mi sarebbe piaciuto arrivare a pubblicare in gioventù ed essere una scrittrice professionista, cioè una che vive della sua scrittura. Per questa vita è andata com’è andata e preferisco concentrarmi su ciò che ho realizzato anziché sui rimpianti di ciò che non è stato.

Se dovessero fare un film, chi vedrebbe come attrici nei panni di Rosamaria e in quelli di Annapaola? Rosamaria la immagino con l’aspetto fisico di Laura Morante e la personalità di Monica Guerritore; per Annapaola vedrei Michela Cescon.

::Dove vola la polvere Nguyễn Phan Quế Mai, (Nord 2023) A cura di Viviana Filippini

2 novembre 2023

La storia si apre con Phong, un quarantenne alle prese con la documentazione per ottenere per lui e per i suoi figli un visto per gli Stati Uniti d’America. Per il protagonista di  “Dove vola la polvere” di Nguyễn Phan Quế Mai, edito da Nord e tradotto da Francesca Toticchi, tutto però si complica e subisce una momentanea battuta d’arresto, perché serve maggiore chiarezza sulla sua vicenda personale per compilare e ottenere la documentazione. Phong, fin dal giorno della sua nascita, ha avuto un’esistenza piena di difficoltà, perché lui nato da una relazione tra un soldato americano e una donna vietnamita, durante la guerra del Vietnam, è considerato un individuo che vale «meno della polvere». Un misto tra razze diverse non visto di buon occhio nella società asiatica dove vive. Questo è valido per lui, che oltretutto è fisicamente riconoscibile come tale, per la sua pelle scura e capelli ricci,  e per tutti coloro che si trovano nelle stessa situazione. Accanto a Phong ad un certo punto arriva l’americano Dan, un ex soldato del Vietnam che da troppo tempo deve combattere con i fantasmi e i tormenti della sindrome post traumatica da stress. Un situazione che, come è accaduto a lui, ha colpito tanti altri soldati, solo che Dan vuole cercare di sistemare la sua vicenda personale del passato per poter vivere meglio la relazione sentimentale del presente, dove ci sono troppe tensioni dovute ad un qualcosa che è accaduto mentre lui era al fronte e che non ha mai raccontato a nessuno. Poi c’è la storia di Trang, una giovane che ha visto distruggere il suo villaggio dai violenti bombardamenti della guerra del Vietnam. Trang e la sorella Quỳnh vanno a Sài Gòn per salvarsi,  ma nella città le giovani, proprio perché carine, verranno costrette a vendere loro stesse per sopravvivere e, chi lo sa, trovare, quel il vero amore che salva la vita. I destini dei protagonisti de “Dove vola la polvere”, sembrano distanti, lontani tra loro, ma gli eventi della vita presenti nella narrazione evidenziano quanto i legami umani riescano ad andare oltre i confini e oltre quelle ferite del passato che lacerano e sembrano non volersi chiudere mai. Quello che accomuna tutti i personaggi, i cui destini si intrecceranno sempre più man mano si procede nella lettura, è che ognuno di loro ha dovuto confrontarsi in modo diretto o indiretto con la guerra, con la sua distruzione e con quelle a volte, imprevedibili conseguenze che lasciano segni indelebili. Un vivere che, come si scoprirà, li ha portati a compiere scelte non facili, dolorose e, a volte necessarie, per continuare esistere. Dopo lo straordinario successo di “Quando le montagne cantano”, Nguyễn Phan Quế Mai è tornata in libreria con“Dove vola la polvere”, una nuova storia, nella quella la ricerca delle proprie radici e della propria identità, è accompagnata da una speranza tenace, che spinge i protagonisti a non mollare mai per andare oltre ogni ostacolo.

Nguyễn Phan Quế Mai, giornalista e poetessa, è nata nel 1973 in Vietnam, dove ha lavorato per anni come venditrice ambulante e coltivatrice di riso. Si è trasferita all’estero grazie a una borsa di studio, che le ha permesso di dedicarsi all’analisi degli effetti a lungo termine della guerra. Attualmente vive a Giacarta con il marito e i due figli e lavora per diverse organizzazioni internazionali. Dopo il successo di “Quando le montagne cantano”, “Dove vola la polvere” è il suo secondo romanzo.

Source: del recensore

Valentina Belgrado ci racconta la sua raccolta poetica “Cefalea cronica”

25 settembre 2023

“Cefalea cronica” è la raccolta poetica di Valentina Belgrado edita da Gattomerlino, nella quale l’autrice affronta con la poesia, tra toni ironico, garbati e riflessivi, la malattia della cefalea cronica e gli effetti che essa ha non solo su chi ne è affetto, ma anche in rapporto al prossimo e al mondo circostante.

Come è nata “Cefalea cronica” e perché dedicarle un’intera raccolta? L’idea di scrivere qualcosa che riguardasse il dolore cronico è nata come un’esigenza personale; il fatto che sia uscita fuori una raccolta di poesie e, per di più, monotematica è un evento che definirei piuttosto naturale.

Come è stato affrontare tramite la poesia questa malattia cronica debilitante e il modo in cui essa influisce su di te e sulle relazioni con il mondo circostante? Per certi aspetti, potrei ammettere che è stato svevianamente terapeutico; per altri, anche un po’ penoso, perché nell’atto dello scrivere c’è sempre una forte componente di autocompiacimento: ed è lì, quando la distanza tra l’io narrante e la pagina viene meno, che crolla ogni barriera oggettivizzante e tutta la sofferenza strabocca dal testo.

Nel libro si alternano tono ironico e serio, come è stato farli convivere nella raccolta? Sì, è vero. Questo è un po’ tipico mio: far coabitare, nel testo, due registri stilistici apparentemente in antitesi. Mi serve affinché si annullino a vicenda, gli uni con gli altri, in modo che la scrittura non risulti troppo drammatica o, al contrario, esageratamente ludica (anche se, in questo caso, mai avrebbe corso questo secondo rischio).

Ogni poesia, lunga o corta che sia, ha titoli del tipo “Ganglio sfenopalatino”, “Mastoide”, “Lidocaina” o Topiramato”, Gengiva”, “Sofismi talmudici”. Nascono prima i versi o i titoli delle tue poesie? E in base a cosa li scegli? Generalmente, prima i versi, ma non c’è una regola fissa. I titoli sono, naturalmente, un’indicazione di quanto si andrà a leggere subito dopo, in versi.

Tra tutte le poesie presenti nella tua raccolta quale è quella a cui sei più affezionata e perché? A dire il vero, ce ne sono due: “Rileggendo Alice Sebold” e “Una doula”. La prima, perché è quella con cui si apre la raccolta; e la seconda, perché è quella che, a mio avviso, meglio manifesta il bisogno di accudimento di chi ha una sofferenza cronica: con la lettura di “Una doula”, ho concluso finora le presentazioni in pubblico del libro “Cefalea cronica”.

In copertina ci sono i versi di In un lampo”: perché è stata scelta proprio quella? Perché, tra le poesie brevi – che, dunque, potevano rientrare nei margini della cornice grafica della “prima di copertina” – mi sembrava la più evocativa.

Oltre a questa raccolta, cosa rappresenta per te la poesia e cimentarti con essa? Un mezzo di espressione allusivo ma diretto col quale, appunto, mi piace cimentarmi da quando ero molto piccola.

Source: inviato dall’autore.

::Le storie di Oz tornano in libreria con Gallucci. A cura di Viviana Filippini

13 settembre 2023

Una bella sorpresa dall’editore Gallucci che pubblica  classici della letteratura per l’infanzia e fantastica americana, e in libreria ci sono i primi due volumi delle storie dei “Libri di Oz” di Frank Lyman Baum. I piccoli lettori di oggi potranno scoprire il mondo e le creature fantastiche create da Baum, partendo con “Il meraviglioso mago di Oz” e “Il meraviglioso paese di Oz”.

“Il meraviglioso mago di Oz”, Frank Lyman Baum (Gallucci, 2023)

Ne “Il meraviglioso mago di Oz”, uscito per la prima volta nel 1900, la protagonista è Dorothy che con il suo cagnolino Totò viene catapultata nel Mondo di Oz dopo un tremendo tornado che ha colpito il Kansas, dove lei viveva con gli zii, in quanto orfana di genitori. Nel nuovo mondo la protagonista in compagnia dell’amico a quattro zampe e di altri amici (lo spaventapasseri, l’uomo di latta che fa il taglialegna e il leone fifone) e delle sue scarpette argento, sì perché sono argento e non rosse, dovrà raggiungere il misterioso mago di  Oz per scoprire come tornare a casa. Il romanzo presenta delle componenti fantastiche come le streghe buone del Nord e del Sud e quelle malvagie dell’Est (finita schiacciata dalla casa della protagonista) e dell’Ovest che Dorothy dovrà affrontare.  Poi c’è il sentiero di mattoni gialli da seguire per arrivare al mago con le diverse richieste da fargli: Dorothy vuole tornare a casa, lo spaventapasseri vuole un cervello, l’uomo di latta un cuore e il leone, e non sarebbe male, il coraggio. Ogni avventura fantastica vissuta da Dorothy  e dai suoi amici è un cammino di formazione per trovare la propria identità e il proprio posto nel mondo. In più per Dorothy l’avventura nel mondo di Oz è uno passo necessario da superare per riuscire a trovare la strada verso casa e una nuova maturità che le permetterà di affrontare al meglio la sua vita. Traduzione dall’inglese di Mirko Zilahy.

:: “Il fantastico paese di Oz”, Frank Lyman Baum (Gallucci, 2023)

Nel secondo libro invece, “Il fantastico paese di Oz”, uscito per la prima volta nel 1904, Dorothy lascia spazio a Tip, schiavo fin dall’infanzia della strega Mombi che lo maltrattata. Tip è stanco di queste vessazioni e decide di fare uno scherzo alla strega per farle paura ricavando da una zucca vuota, una faccia posta su un corpo fatto di bastoni. Mombi non si spaventa, anzi dona la vita al pupazzo che diventa Testadizucca. Lei non sa che facendo questo ha creato un alleato per Tip, il quale scapperà con il nuovo amico. I due  si inventeranno un cavallo/cavalletto di legno che con loro arriverà a Smeraldo dove regna il re di Oz: lo Spaventapasseri. Il gruppetto avvisa il regnante di mettersi in guardia, perché presto arriverà l’esercito delle ragazzine guidate dalla capitana Jinjur per conquistare la città degli smeraldi. Anche in questa seconda avventura non possono mancare l’atmosfera magica e fantastica, i colpi di scena, mirabolanti avventure e pure  imprevisti che Tip e i suoi amici dovranno affrontare. Baum mette in gioco la fantasia, situazioni che appartengono a  un mondo irreale dove ritornano anche elementi che richiamano la realtà dei comportamenti e sentimenti umani e componenti classiche della fiaba, come il fatto che alcuni personaggi, nascondono altre identità che solo poi verranno svelate (vedi Tip). Queste due prime storie dei libri di Oz portano il lettore bambino alla scoperta di un classico della letteratura americana per l’infanzia diventato protagonista di diversi adattamenti cinematografici e teatrali. Per il lettore adulto è invece un ritorno all’infanzia, per riscoprire quel bambino sopito è in sé. Traduzione dall’inglese di Stella Sacchini e Mirko Esposito.

Source: inviato dall’editore. Grazie all’ufficio stampa.

::Millo&Cia Avventure Scout. Il tesoro sepolto, Camillo Acerbi, Eamnuelle Caillat e Mauro Guidi (Gallucci editore, 2023) A cura di Viviana Filippini

4 settembre 2023


Tornano le avventure mirabolanti (la terza della serie pubblicata da Gallucci) di Millo e Cia  e della squadra dei Lupetti. Questa volta il gruppo di giovani scout in “Millo&Cia Avventure Scout. Il tesoro sepolto” di Camillo Acerbi, Emanuella Caillat e Mauro Guidi è in vacanza nella casa di campagna dell’amico Branco. Una pausa per passare del tempo a diretto contatto con la natura. Da subito la situazione prende una piega inaspettata perché i giovani protagonisti vengo a conoscenza di una storia, non si sa bene se sia vera o no, che vedrebbe l’esistenza di un uomo lupo che si aggirerebbe per il paese  impegnato a proteggere qualcosa di prezioso. Gibo, Patti, Achab e Pongo, Lula, Orso, Priya e Pinolo sono i protagonisti di questa nuova avventura e loro non credono molto alle storie di paese che sentono, però tutto si complica quando vengono a sapere dell’esistenza del Conte Oscuro, proprietario del misterioso tesoro nascosto nel bosco e scovano poi un vecchio tartufaio privo di sensi. Cosa è successo all’uomo? Esiste una relazione tra il tartufaio, il Conte Oscuro e il tesoro? L’uomo lupo è una finzione o esiste davvero? Tante domande alle quali i protagonisti di questa storia cercheranno di dare una risposta. Da subito Millo, Cia e i Lupetti si mettono all’opera per fare chiarezza, scoprire chi ha fatto del male al loro nuovo amico e fare luce sul tesoro nascosto chissà dove del Conte Oscuro. Una trama ben costruita, con suspense al punto giusto e un ritmo narrativo incalzante, fanno di questa nuova avventura di Millo e Cia un romanzo avvincente, capace di emozionare, incuriosire e allo stesso tempo stupire. I lupetti mettono in campo ogni insegnamento che hanno appreso anche per decifrare quegli strani simboli che trovano nel bosco durante la loro vacanza e che li porterà ad avanzare nel loro tentativo di sbrogliare la complicata matassa di eventi dove si sono trovati coinvolti. “Millo&Cia Avventure Scout. Il tesoro sepolto” ha un piccolo regalo per i lettori, perché alla fine c’è una una breve avventura a fumetti sempre con protagonisti i  due fratelli e i loro amici scout e tutto il libro dimostra con l’unione, la forza e la collaborazione di un gruppo permettono di raggiungere importanti traguardi e anche di aiutare il prossimo.

Camillo Acerbi è un dirigente della pubblica amministrazione e assessore al bilancio, con un passato da fisico teorico. Insieme a Emanuelle Caillat e Mauro Guidi sono stati a lungo capi scout e hanno collaborato per vent’anni alla redazione della rivista nazionale dei Lupetti, dove sono nati i fumetti di Millo & Cia.
Emanuelle Caillat è insegnante di francese e traduttrice letteraria di libri per ragazzi ma anche di premi Nobel. Insieme a Camillo Acerbi e Mauro Guidi sono stati a lungo capi scout e hanno collaborato per vent’anni alla redazione della rivista nazionale dei Lupetti, dove sono nati i fumetti di Millo & Cia.
Mauro Guidi è avvocato penalista e grande esperto di fumetti e romanzi noir. Insieme a Camillo Acerbi e Emanuelle Caillat sono stati a lungo capi scout e hanno collaborato per vent’anni alla redazione della rivista nazionale dei Lupetti, dove sono nati i fumetti di Millo & Cia.

Source: ufficio stampa Gallucci.

::Letture estive da Gallucci per piccoli lettori: Malvarina e le indagini de I Fuoriposto (Gallucci, 2023) A cura di Viviana Filippini

18 agosto 2023

Tempi di letture estive, avventurose e curiose per i piccoli lettori con due avvincenti romanzi editi da Gallucci: “Malvarina 2. Apprendista strega” di Susanna Isern e “Dolcetti Micidiali” di Luca Gialleonardo.

Malvarina 2. Apprendista Sterga, di Susanna Isern

In “Malvarina 2. Apprendista Strega”, di Susanna Isern, la protagonista è tornata al suo paesello, Villagrigia, dove è pronta a mettere in pratica ogni insegnamento e nozione ricevuta. Entusiasmo ne ha tanto Malvarina, ma è una pasticciona in quello che deve fare e a volte accade che tra una magia, una pozione e un intruglio qualche intoppo ci sia per la piccola apprendista strega. A complicare ancora di più  le cose arrivano  le streghe già fatte e malvagie del Castello Proibito: Mirta, Melania e Muschia. La piccola deve capire cosa fare per fermarle. Nessun problema, perché Malvarina, la streghetta un po’ sombinata, non è sola. A darle sostegno e aiuto arrivano gli amici si sempre: Tristano Orco, Lilla  e Tristano Bambino. Quella di Malvarina, creata da Sussanna Isern, è una storia avventurosa, ricca di suspense, con colpi di scena imprevisti, ironia e la tenacia di una bambina che è pronta a tutto pur di raggiungere il traguardo scelto: diventare strega. A rendere la trama più coinvolgente anche tanto colore grazie alla simpatiche immagini di Laura Proietti. Traduzione di Federico Taibi.

Susanna Isern è cresciuta al riparo delle montagne nel Nord della Spagna, terra di streghe e incantesimi che, anche se lei ancora non poteva saperlo, avrebbero segnato il suo destino. Ha studiato Psicologia ed è diventata psicoterapeuta  e ha pubblicato un centinaio di libri, tradotti in una ventina di lingue, e oltre mezzo milione di lettori in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale e alcune delle sue opere sono state adattate per il teatro.

Laura Proietti è nata a Palermo nel 1994. Ha pubblicato con molte case editrici, sia italiane sia straniere e considera ancora la matita una perfetta bacchetta magica. La magia più bella, per lei, è senza dubbio l’amore che prova per il proprio lavoro.

Dolcetti Micidiali-I Fuoriposto, Luca Gialleonardo

“Dolcetti Micidiali” di Lucia Gialleonardo  ha per protagonisti i nostri inseparabili amici Beba, Laura e Paolo. In questo caso non ci sono mummie da riemettere al loro posto, ma caramelle e cioccolatini con una strana firma scritta male “: Fri Kendis” da identificare. Chi lascia i dolcetti a scuola? Perché lo fa? Il trio è intenzionato a fare un’indagine per scovare il donatore/donatrice di dolcetti che stanno conquistando la gola di ogni ragazzino e ragazzina della scuola. L’intento è quello di  mettere poi nero su bianco, sul giornalino della scuola, tutta la storia. Beba, Laura e Paolo uniscono le forze, fanno indagini, domande, cominciano ad avere dubbi e sospetti su quei dolcetti, quando alcuni compagni di scuola iniziano a stare male dopo che li hanno mangiati. I tre amici nati dalla penna di Gialleonardo sono sempre più uniti ed affiatati nel loro indagare, tanto da sentirsi ogni moemento che passa degli investigatori come quelli dei libri famosi, pronti a tutto pur di trovare il colpevole e risolvere il caso delle caramelle che fanno venire il mal di pancia.

Luca Di Gialleonardo (1977) vive a Roma. Autore di romanzi storici e di gialli, scrive anche libri per ragazzi, storie fantasy e di fantascienza e si diletta nel game design di giochi da tavolo.

Betti Greco è un’illustratrice e graphic designer che lavora nell’ambito dell’editoria e della comunicazione. Il suo linguaggio visivo, colorato e onirico, digitale ma con un solido background pittorico, è in continua sperimentazione.

::La pedina, Mario Pacifici (Gallucci 2023) A cura di Viviana Filippini

4 agosto 2023

“La pedina” è il romanzo di Mario Pacifici, edito da Gallucci, ambientato nella Roma del 1827 dove a casa Pontecorvo, in pieno ghetto ebraico, arriva un commissario pontificio. L’uomo è giunto tra quelle mura con un compito ben preciso ricevuto direttamente dal Sant’Uffizio: prendere il piccolo David, battezzato in segreto e portarlo via dalla famiglia. Da qui inizia per i lettori un pellegrinaggio in lungo e in largo per Roma, dentro e fuori il Vaticano, perché il rapimento del piccolo dei Pontecorvo nasconde, e lo si scoprirà durante la lettura, una serie di intrighi, giochi di potere e politici che vanno ben oltre la fede religiosa. Anzi, pagina  dopo pagina, emergeranno situazioni che evidenzieranno quanto siano delicati gli equilibri presenti in Vaticano, con impreviste complicazioni come una morte (e non da poco) all’interno di un palazzo cardinalizio romano. Pacifici costruisce un trama salda, ricca di colpi di scena imprevisti che evidenziano quanto possano essere complicate le trame comportamentali e mentali del genere umano, quando di mezzo c’è il potere più che la fede. La ricaduta di questi grovigli ha al centro un bambino la cui esistenza sarà per sempre stravolta dal rapimento. Sullo sfondo della vicenda del piccolo David, c’è una Roma dove si mescolano religiosi, popolani, uomini di potere, poveracci, donne si strada, avventurieri, cristiani, ebrei unita a una intensa fase di trasformazione cittadina con i moti risorgimentali. Per “La pedina”, Mario Pacifici prende spunto da una pratica molto in voga nel XIX secolo nel mondo della Chiesa romana dove in passato furono parecchi i casi di bambini ebrei battezzati in segreto da una balia, da una serva o da qualcuno che bazzicava in famiglia e poi portati via delle famiglie di origine. Un gesto che, secondo il diritto canonico, rendeva il bambino cattolico e da educare secondo i dettami di tale credo. Uno dei casi più eclatanti (anche uno degli ultimi) fu quello avvenuto nella Bologna del 1858 dove il piccolo Edgardo Mortara, sette anni, battezzato segretamente quando aveva sei mesi, venne tolto a forza alla sua famiglia dallo Stato Pontificio, per essere cresciuto come cattolico. Il caso Mortara fece clamore in Italia e all’estero (Nord America) e accanto ai genitori si schierarono politici, scrittori, giornalisti, ma il destino del piccolo Edgardo venne deciso da altri, proprio come accade a David Pontecorvo protagonista del libro di Mario Pacifici. David come Mortara, che ha ispirato non solo Pacifici, ma anche il film di Bellocchio, “Rapito”, è una pedina mossa a proprio piacimento e interesse da un mondo adulto tutto concentrato sui propri interessi e che sembra essersi dimenticato del rispetto del prossimo diverso da sé, tanto da non rendersi conto che le proprie scelte avranno conseguenze irreparabili per l’altro.

Mario Pacifici ha esordito nel mondo della scrittura nel 2008, con al vincita del concorso indetto dal Festival della Letteratura Ebraica con un racconto sulle leggi razziali. Nel 2012 ha pubblicato “Una cosa da niente” e altri racconti e nel 2015 “Daniel il Matto”. “La pedina” è il suo primo romanzo.

Source: ricevuto dall’editore. Grazie all’ufficio stampa Gallucci.

:: Via col vento 4– Il riscatto, Margaret Mitchell, (Gallucci 2023) A cura di Viviana Filippini

25 luglio 2023

Continuano le avventure di Rossella/Scarlett O’Hara, protagonista de “Via col vento 4 – Il riscatto”, quarta parte del kolossal della letteratura americana scritto da Margaret Mitchell e diventato noto anche per la pellicola cinematografica, una delle prime a colori, diretta da Victor Fleming nel 1939. Il nuovo volume del libro intitolato “Il riscatto”,  edito da Gallucci, è ambientato nella Georgia del 1866. La guerra civile americana è finita da poco (1861-1865), ma le tensioni negli stati del Sud sono ancora forti, tanto è vero che è in vigore la legge marziale. Scarlett è alle prese con diversi grattacapi, il primo, e anche quello che la preoccupa di più, è la grande somma che deve sborsare per pagare le tasse e mantenere la proprietà su Tara e se non riuscirà a trovare i soldi sarà costretta a mettere all’asta la sua amata terra. Accanto a queste preoccupazioni, la protagonista deve fare i conti anche con lo svilupparsi sempre maggiore del Ku Klux Klan, dove molti ex confederati bianchi si riuniscono per affermare il potere e la loro superiorità. Accanto a loro non mancano loschi affaristi pronti a tutti pur di gonfiare le proprie tasche. Scarlett vive in questo mondo cercando di proteggere quello che le appartiene, senza rendersi subito conto che anche persone a lei molto vicine sono coinvolte in questi traffici. La giovane donna è energica come sempre, però si accorge che in tali situazioni complicate avrebbe bisogno di un aiuto, quello di Rhett Butler per esempio, ma l’uomo è dietro le sbarre, in bilico tra vita e condanna a morte e in attesa di un riscatto, non solo che lo liberi, ma che gli permetta di rivalorizzarsi a livello sociale. “Via col vento- Il riscatto” è un affresco storico dell’America della seconda metà dell’Ottocento e  in questa quarta parte, come nelle precedenti, il lettore ha la possibilità di conoscere e scoprire una porzione della storia degli Stati Uniti d’America, unita alle sue tradizioni e realtà interne che destabilizzarono un paese da poco uscito da cinque lunghi anni di conflitto. Accanto allo sfondo storico emerge sempre un ritratto dei personaggi che dimostrano il loro carattere attraverso parole e azioni. Ci sono la coraggiosa e testarda Scarlett, con gioie e dolori della vita che la colpiranno, ma non la spezzeranno mai. Eventi che di certo lasceranno nell’animo della protagonista segni indelebili che la faranno crescere e diventare più matura. Sempre presente il suo amore di una vita per Ashley, che è però nelle braccia di Melania e Rhett Butler, con il quale la giovane Scarlett vive un continuo tira e molla tra apprezzamenti e punzecchiature. Un fare che evidenzia, da una parte intesa e, dall’altra, la difficoltà a relazionarsi di due caratteri davvero forti.  Nell’attesa del quinto e ultimo volume di “Via col vento”, buona lettura dei precedenti! (Via col vento 1- Il regno di cotone; Via col vento 2- Fine di un mondo; via col vento 3 – Fuoco e ceneri e Via col vento 4- Il riscatto). Traduzione dall’inglese di Paola Mazzarelli.

Margaret Mitchell (Atlanta, 1900-1949) pubblicò il suo unico romanzo, “Via col vento”, nel 1936 e vinse il Premio Pulitzer l’anno dopo. Tradotto in 37 lingue, è uno dei libri più venduti (30 milioni di copie) e letti della storia di tutti i tempi. L’omonimo kolossal cinematografico, diretto nel 1939 da Victor Fleming, ne ha moltiplicato il successo, grazie anche alla leggendaria interpretazione di Vivien Leigh e Clark Gable.

Source: inviato dall’editore. Grazie all’ufficio stampa Gallucci.

:: Catalogo degli animali inestimabili, Katherine Rundell, (Utet 2023) A cura di Viviana Filippini

18 luglio 2023

Quanto sappiamo davvero del mondo che ci circonda? Quanto conosciamo davvero gli animali che popolano il nostro pianeta. A darcene una spiegazione ci pensa “Catalogo degli animali inestimabili” di Katherine Rundell, edito da Utet in Italia. Il libro è una vera e propria raccolta di animali dei quali magari il lettore ne sa, in alcuni casi potrebbe averne sentito il nome e, in altri casi, nemmeno li conosce. Certo è che essi, più o meno noti, sono presenti nel globo terrestre e il fatto che l’autrice li racconti fa compiere a chi legge, magari comodamente seduto in poltrona, un giro in lungo e in largo per il pianeta alla scoperta di quelle che sono le affascinanti creature che in esso vivono. “Catalogo degli animali inestimabili” narra attraverso leggende, aneddoti, folklore e curiosità il mondo animale, dimostrando come oltre alla tradizionale definizione scientifica di una specie, il tempo, la tradizione orale, la storia e la letteratura ne hanno dato una propria versione. Questo rende il volume tradotto da Chiara Baffa, un libro avvincente curioso, interessante che chiama alla memoria e ricorda un po’ i bestiari del passato. Nel tomo ci si imbatte per esempio nel  vombato, molto presente in Australia anche con la variante del “naso peloso”, ricordata per quella mutazione genetica che caratterizza il suo pelo rendendolo dorato. Presente anche il misterioso squalo della Groenlandia, che non è particolarmente bello da vedere, ma di certo è uno degli esseri viventi più longevi, visto che gli studi effettuati su alcuni esemplari hanno dimostrato che può vivere dai 272 ai 512 anni. La giraffa c’è? Sì, perché della giraffa e della sua forma e manto ne parlava già il poeta romano Orazio, che non la apprezzava molto perché la riteneva un animale disordinato con quel collo troppo lungo rispetto al corpo. E poi seguono in successione  il rondone, il lemure , il granchio eremita, la foca, l’orso, il narvalo, il corvo, la lepre, il lupo, il ricco, l’elefante, il cavalluccio marino, il pangolino, la cicogna, il ragno, il pipistrello, il tonno, la talpa dorata e l’essere umano. Sono ventidue i protagonista di “Catalogo degli animali inestimabili”, ventidue creature che Katherine Rundell ci invita a conoscere, scoprire, approfondire per comprendere, da una parte, la bellezza e varietà del mondo che ci circonda e dall’altra, per avvisarci che queste specie ( e non solo queste) vanno protette, poiché perderle significherebbe un cambiamento con conseguenze irreparabili per tutti quanti. A sottolineare il valore inestimabile e prezioso degli animali protagonisti del libro oltre al testo dell’autrice ci sono le raffinate immagini di Talya Baldwin.

Katherine Rundell ha vissuto la sua infanzia tra Africa ed Europa. Oggi è docente di letteratura inglese presso l’All Souls College di Oxford. In Italia con Rizzoli ha pubblicato “Sophie sui tetti di Parigi” (2015), “La ragazza dei lupi” (2016, premio Andersen 2017), “Il Natale di Teo” (2017), “Capriole sotto il temporale” (2018, finalista al premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019).

Source: richiesto all’editore. Grazie all’ufficio stampa UTET.

::Andare per fari, Luca Bergamin, (il Mulino 2023) A cura di Viviana Filippini

5 luglio 2023

La lanterna di Genova, San Venerio al Tino, il faro di Livorno, Capel Rosso (Grosseto), Punta Carena a Capri, Faro di Capo Suvero (Calabria) e di Capo Vaticano, Faro di Capo Colonna (Crotone) sono lì da tempo, da secoli. Sono lì a guardare il mare, a vegliare su di esso. Sono alcuni dei fari presenti in Italia raccontati da Luca Bergamin, in “Andare per fari”, edito da il Mulino, per la collana Ritrovare l’Italia. I fari sono raccontati dall’autore sotto diversi aspetti, nel senso che oltre alla descrizione fisica, architettonica, di quando e come sono state costruite queste strutture che si ergono slanciandosi verso il cielo, l’autore si addentra anche nella loro storia personale, nella quale il lettore scoprirà un po’ di storia, ma anche l’ utilizzo nel passato e nel presente, in quei casi in cui fari andati magari in disuso sono stati recuperati e portati a nuova vita. I fari sono 154 e si trovano un po’ in tutte le zone costiere e isolane d’Italia, e ci si rende conto di questo in leggendo il libro di Bergamin si compie un vero e proprio viaggio che ci porta a fare tappa a Genova, Trieste, Toscana, Marche, Sardegna, Campania, Sicilia e Puglia, a dimostrazione dell’importanza che i fari avevano per la nostra Italia in passato. Tondi, a forma di cono, quadrati, ottagonali, con o senza terrazze, i fari sono  stati un elemento fondamentale per la nostra penisola, tanto che lo stesso Vittorio Emanuele II decise di potenziare e regolamentare al meglio i fari d’Italia e, come accadde in Salento, nel XVI secolo, Carlo V li usò per difendersi dagli attacchi dei Turchi. I fari erano visti quindi come lo strumento ideale per percepire in anticipo e tutelarsi dagli attacchi che giungevano via mare e per vegliare sulle attività commerciali.  Bergamin entra nei fari, mostrando le memorie che custodiscono e ci racconta anche come le fonti luminose in essi utilizzate cambiarono nel tempo, alimentate prima a olio, poi con la paraffina, seguita dall’acetilene fino alla lampadina elettrica che permettevano a queste sinuose architetture di controllare il paesaggio marino davanti a loro. I fari caduti in disuso o riportati a nuova vita narrati in “Andare per fari” da Luca Bergamin sono dei guardiani silenziosi, dove la solitudine sperimentata tende ad essere duplice. Una solitudine per il faro stesso, ma anche per quelle persone  che dentro ad esso ci vivono o hanno vissuto e che si trovano a contatto con una sorta di isolamento silenzioso -un po’ meditativo-, utile e pure un po’ necessario per riscoprire la bellezza della natura circostante e quella celata e sopita nell’ animo umano.

Luca Bergamin è giornalista e scrittore. Collabora con il «Corriere della Sera», «La Stampa», «Il Sole 24 Ore», il «Financial Times». Ha pubblicato «Barbagia è libertà» (Ediciclo, 2021), «Giardini pazzi e misteriosi» (Pendragon, 2021), «Salento. Terre e mare a Sud Est» (Polaris, 2022). @Lucasudest è il suo progetto Instagram per valorizzare il Sud e l’Est della nostra penisola.

Source: richiesto dal recensore all’editore. Grazie a Elisa Montanucci – Responsabile Edimill media