Posts Tagged ‘Salani’

:: L’assassinio di Socrate di Marcos Chicot (Salani editore 2017) a cura di Viviana Filippini

2 gennaio 2018
assassino di socrate

Clicca sulla cover per l’acquisto

Marcos Chicot è tornato nelle librerie italiane con “L’assassino di Socrate”, edito da Salani. Chicot aveva già utilizzato l’antica Grecia come sfondo narrativo per “L’assassinio di Pitagora” e questa volta è il turno di Socrate. Il tutto parte dalla rivelazione dell’oracolo Cherefonte (tra l’altro amico del filosofo) che annuncia al filosofo la sua morte violenta ad opera di un giovane dagli occhi chiari, un neonato che arriverà presto ad Atene. Con molta probabilità sarà il figlio dell’amico Eurimaco, che ha perso la moglie proprio nel momento del parto. Mentre Socrate scopre questa dolorosa premonizione e, a dire il vero, lui sembra l’unico a non esserne preoccupato, la nuora di Archidamo, diarca di Sparta, diventa madre, ma il marito Aristone (soldato temuto da tutti) stabilisce che il loro figlio non deve vivere e decide di ucciderlo seguendo la legge spartana. Il piccolo però non sarà gettato da una rupe, ma lasciato in balia di belve feroci. Chicot crea un thriller ad alta tensione, ambientato nella Grecia del V secolo a.C. ricco di colpi di scena, dove la trama si concentra sui destini di Socrate, il filosofo che diede importanti contributi alla storia del pensiero e quello di Atene e Sparta, due città tormentate da una guerra che insanguina da troppo tempo la Grecia. Ancora una volta Chicot conferma la sua bravura di scrittore perché la Grecia classica che ci narra è così ben definita che il lettore ne è completamente coinvolto e rapito. Accanto a Socrate ci sono i potenti, i militari pronti al sacrifico per la vittoria, le madri che non esitano a mettere a repentaglio la propria vita per avere salva quella dei figli. Non solo, perché nella grande storia che travolse le due città greche tra loro in conflitto si innesta una minuziosa ricostruzione storica di fatti di guerra, delle modalità di svolgimento delle assemblee o degli spettacoli, delle tradizioni, delle offerte agli dei o dei matrimoni combinati. Il tutto è fatto con una tale precisone che il lettore ha la sensazione di immergersi in un mondo sì del passato antico, reso meno distante dalla scrittura coinvolgente di Chicot. “L’assassinio di Socrate” è un thriller storico dal ritmo coinvolgente nel quale i drammi personali dei singoli personaggi si intrecciano con quelli causati dalla Storia (è qui si fa riferimento alla guerra che per quasi quaranta anni coinvolse Sparta e Atene. La maestria di Chicot è quella di essere riuscito a fare una dettagliata ricostruzione degli eventi e dei personaggi realmente esistiti e di averli fatti convivere alla perfezione con personaggi letterari, dando vita ad una perfetta mescolanza di personalità note e comuni. Questo crea una narrazione verisimile, dove non manca la suspense tipica del thriller e del giallo. Ad un certo punto in “L’assassinio di Socrate” si percepisce un senso di morte incombente, con la distruzione portata dalla malattia e dalla guerra e Socrate e i suoi comprimari sembrano non avere più speranze, ecco però che tutte le carte messe in gioco vengono rimescolate da un imprevedibile colpo di scena che ribalterà in modo completo non solo la narrazione, ma anche, l’ipotetico finale che il lettore si era immaginato. Traduzione di Andrea Carlo Cappi.

Marcos Chicot, nato a Madrid nel 1971, sposato, con due figli, è laureato in Psicologia Clinica e in Economia e Psicologia del Lavoro e ha lavorato come manager in varie aziende. Tra i suoi libri “Il teorema delle menti”, “L’assassinio di Pitagora”, vincitore del Premio per la Cultura Mediterranea 2015 È stato finalista in vari premi letterari, tra cui il prestigioso Planeta.

Source: ufficio stampa editore Salani, grazie a Matteo Columbo.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Attraverso i miei piccoli occhi di Emilio Ortiz (Salani 2017) a cura di Micol Borzatta

13 ottobre 2017

Attraverso-i-miei-piccoli-occhi-coverCross è un Golden Retriever addestrato per l’assistenza ai non vedenti.
Un giorno Cross, al compimento dei suoi diciotto mesi, viene portato nella struttura dove anche lui ha fatto scuola fino a quel momento, ma invece che essere portato nella zona adibita ai cani si ritrova nel lungo corridoio dove ci sono le stanza degli alunni umani. Sarà proprio qui che incontrerà Mario, un ragazzo cieco con cui condividerà il resto della sua vita.
Romanzo davvero spettacolare che riesce a far vivere al lettore la quotidianità vissute da una persona diversa da noi in maniera molto intensa e profonda e il tutto visto dal punto di vista del cane.
Infatti la voce narrante di tutta la vicenda è proprio Cross, che descriverà le sue emozioni, e di conseguenza quelle di Mario, dal momento in cui lo vide per la prima volta sulla porta della sua stanza.
Il lettore può sentire dentro di sé l’amore che un cane arriva a provare per il proprio padrone, la fedeltà e la complicità che si instaura fra i due, sentimenti puri che si espandono nell’animo del lettore scaldandolo fin nel profondo.
Un romanzo toccante ma anche ironico, intenso ma anche leggero, una lettura che riempie di emozioni forti e che chiunque ami gli animali non può farsi scappare, ma anche chi non li ami per imparare ad amarli.

Emilio Ortiz nasce nel 1974 a Baracaldo, nei Paesi Baschi, e vive ad Albacete.
Laureato in Storia, ha avuto da sempre la passione per la lettura e la scrittura, che gli ha richiesto grandissimi sforzi in quanto ipovedente, e ora completamente cieco.
Il Braille e altri sistemi e software specifici gli hanno permesso di coltivare il suo talento e arrivare a questo libro, ispirato dal legame con il suo cane guida, Spock.

Source: inviato dall’ editore al recensore, si ringrazia Matteo dell’ Ufficio stampa.

:: La felicità vuole essere vissuta – Loredana Limone (Salani 2017) a cura di Viviana Filippini

7 settembre 2017

la felicità vuole essere vissutaViene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso...”

Nell penultimo romanzo con protagonista Borgo propizio (Un terremoto a Borgo propizio, ed Salani) la piccola comunità era sconvolta dal sisma. Di certo il destino della popolazione del paesino nato dalla penna di Loredana Limone non poteva restare sconosciuto e, non a caso, l’autrice napoletana di nascita, ma milanese d’adozione, è tornata con un quarto volume dedicato al magico borgo. “La felicità vuole essere vissuta” è il titolo del romanzo edito da Salani, nel quale la popolazione del borgo è raccontata mentre sta cercando di tornare alla vita quotidiana dopo la distruzione causata dall’evento sismico. Loredana Limone non tradisce gli appassionati lettori delle vicissitudini del simpatico borgo medievale, e così, accanto all’arrivo di turisti stranieri, alla squadra di calcio locale che sale sempre più nelle classifiche, passando per l’apertura di nuovi negozi- compresi i parrucchieri cinesi e la boutique alternativa Amandissima- si scopre che tutti gli abitanti sono in fermento, perché presto arriverà una troupe cinematografica pronta a girare un film su Borgo Propizio e su Aldighiero il Cortese, suo fondatore. Questo evento crea curiosità, ma non impedisce alla scrittrice di trascinarci in un trama, come sempre ben costruita, dove le storie personali dei diversi personaggi si intrecciano le une alle altre con situazioni quotidiani velate a volte da ironia e altre da comicità, a dimostrazione di come un piccolo borgo possa essere considerato un mondo in miniatura dalle infinite sfumature. Pagina dopo pagina ritroviamo i personaggi di sempre, quelli che conosciamo e che, nel corso del tempo, sono diventati amici di noi lettori. C’è Belinda, moglie e mamma della piccola Letizia, non possono mancare le simpatiche Mariolina e Marietta alle prese con una terza sorella sbucata da chissà dove. Non è finita, perché ci sono anche Claudia e Cesare, alle prese con un matrimonio dalla crisi conclamata e Antonia con il suo travagliato amore per Rocco Rubino. Come sempre Loredana Limone, con la sua scrittura scorrevole, crea situazioni di vita quotidiana nelle quale gli imprevisti, i doppi sensi nascosti e momenti di riflessione sul senso dell’esistere sono sempre presenti. Loredana Limone ci fa sì sorridere, ma il suo scrivere è curato e mai banale, ci fa pensare a quello che succede nella vita di ogni giorno. Questo suo modo di raccontare ci trascina dentro ad un mondo fatto di personaggi di fantasia che rispecchiano tanti caratteri e comportamenti di noi umani, impegnati – come le creature letterarie della Limone- nelle piccole lotte del quotidiano per trovare un po’ di sana felicità da vivere e condividere. “La felicità vuole essere vissuta” della Limone ha un altro personaggio importante, lo stesso Borgo Propizio stesso, non solo set di ambientazione delle diverse vicissitudini dei propiziani, ma parte attiva e fondamentale di una storia dalla quale si impara che, a volte, nella quotidianità si devono riconoscere anche i propri errori, e non solo quelli degli altri, per trovare serenità.

Loredana Limone, napoletana di adozione milanese, dopo una decina di libri tra fiabe e gastronomia, ha esordito nella narrativa con Borgo Propizio, premiato con la menzione speciale al Premio Fellini 2012, tradotto in Spagna, Germania e Bulgaria. Gli altri libri sul borgo sono “Borgo Propizio”, “E le stelle non stanno a guardare” e “Un terremoto a Borgo Propizio”, è in arrivo il quarto capitolo dell’amatissima saga: La felicità vuole essere vissuta.

Source: acquisto personale del recensore.

:: Il giardino dei musi eterni, Bruno Tognolini, (Salani, 2017) a cura di Micol Borzatta

23 marzo 2017
Giardino dei Musi Eterni

Clicca sulla cover per l’acquisto

Ginger è una gatta Main Coon a pelo semi lungo che si sveglia in un grande prato, che è il Giardino dei Musi Eterni, un cimitero per gli animali gestito da un Custode cattivissimo e menefreghista e dal suo cane Bestio, che pur non vedendo gli Animanimali, li sente e li percepisce.
Gli Animanimali, che fra di loro si chiamano Animan perché troppo lungo e complicato come termine quello completo, vivono in armonia, accogliendo i nuovi arrivati, tuffandosi nella pioggia e rincorrendosi tutto il giorno, per poi passare le nottate a cantare con le ranocchie che vivono nel fossato ai margini del cimitero.
Purtroppo però la loro vita viene stravolta. Infatti da qualche tempo alcuni loro fratelli spariscono nel nulla mentre il Custode continua a fare strane ricerche tra le tombe e i peluche che i bimbi umani portano con loro alla domenica, quando vanno a trovare le tombe dei loro piccoli amici, sembrano quasi prendere vita e diventare cattivi.
In questa atmosfera inquietante Ginger, insieme a Orson, Ted, Trilly e Mama Kurma, creerà un gruppo per indagare e risolvere ogni mistero, ma il tempo a loro disposizione però è poco, perché qualcuno vuole comprare il terreno del cimitero per smantellarlo e farci delle villette a schiera.
Un romanzo davvero particolare, raccontato tutto in terza persona ma dalla visuale di Ginger, con un linguaggio molto inventivo che si adatta perfettamente a degli animali.
Libro toccante che, specialmente per chi ha avuto o ha tuttora un animale, arriva fino all’animo e al cuore del lettore portandolo a partecipare ancora più attivamente alla storia.
Lo stile linguistico, come accennato, è perfetto, si addice ai singoli animali trasmettendo appieno al lettore il loro carattere e le loro peculiarità, anche se devo ammettere che il modo di parlare di Mama Kurma risulta spesso incomprensibile, distraendo un po’ dalla lettura e rallentando il ritmo.
Nel complesso un romanzo istruttivo e didattico che non si può non amare.

Bruno Tognolini nasce a Cagliari nel 1951. Negli anni ’80 ha passato quasi un decennio nel teatro, per poi passare, da quasi trent’anni, a scrivere per i bambini e i loro grandi.
Nel 2007 e nel 2011 è stato Premio Andersen e ha scritto poesie, romanzi e racconti e programmi televisivi come L’albero azzurro e la Melevisione.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Luca dell’ufficio stampa Salani.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Il cuore in libertà, Emily Dickinson (Salani, collana Poesie per giovani innamorati, 2017), a cura di Maria Anna Cingolo

22 marzo 2017

1 bis

IL CUORE IN LIBERTÀ

Clicca sulla cover per l’acquisto

Il cuore in libertà” è una raccolta di poesie di Emily Dickinson che prende il titolo da un verso del celebre componimento 384:

No rack can torture me- /my soul – at Liberty- (Per me non c’è tortura/ho il cuore in libertà)

e che si inserisce all’interno di una collana che ha come scopo quello di avvicinare un pubblico giovane alla poesia, genere letterario apprezzato con più difficoltà.
Sono a tutti note le qualità artistiche di Emily Dickinson, personalità alquanto fuori dall’ordinario che ha scelto per sé un destino discordante rispetto ai dettami della società, decidendo a soli ventitré anni di chiudersi al mondo e vivere in solitudine. Proprio la solitudine resta uno dei temi più ricorrenti nei versi di questa raccolta Salani; la poetessa scrive infatti nel componimento 405:

“it might be lonelier/without the Loneliness/ I’m so accustomed to my Faith (mi sentirei più sola/ senza la solitudine/al mio destino ho fatto l’abitudine”).

La sua penna evoca con delicatezza un amore che la scrittrice non sembra aver mai sperimentato davvero, un sentimento platonico che viene spesso descritto in metafora, attraverso allusioni senza veri contorni che, però, riescono a prendere forma nella mente del lettore, suggerendo atmosfere romantiche. Lo sguardo della Dickinson è fuori dagli schemi della società, così come lo è il suo rifiuto del matrimonio o di alternative religiose, e a volte sembra quello di un bambino: curioso, attento, mai banale. Emily guarda alla vita e alla natura in modo diverso dagli altri. Descrive le api, il vento, il sole e il mare come se fossero suoi conoscenti; incontra i germogli, le stelle, un grillo e un pettirosso e li fa giocare con le sue parole: tutto si fa scrittura e il creato diviene manifestazione viva e immortale di ciò che la poetessa prova. Oltre a solitudine, amore e natura, ampio spazio è riservato anche al desiderio di morte, alla quale Emily anela in modo ambiguo eppure semplice e naturale.

3 bis

Il suo poetare è una melodia, è il ritmo della natura riprodotto in lettera; la Dickinson spezza i versi facendo uso di un’interpunzione che esprime la necessità della scrittrice di veicolare il dramma e il sentimento della sua esistenza. La frammentazione del verso si lega indissolubilmente a quella dell’animo di Emily ma anche a quello di chi legge e rimane scosso dal suo terremoto sintattico, dal mistero non svelato della sua scrittura, dalla rivelazione del mondo, oscura e quasi iniziatica, che la Dickinson vuole trasmetterci ma allo stesso tempo tenere tutta per sé. Nicola Gardini, curatore di questa edizione, affronta con successo l’avventuroso compito di tradurre in italiano la poesia della Dickinson, rispettando le sue scelte stilistiche, il ritmo, le rime, la brevità e il linguaggio. Gardini si è preso cura di Emily, della fragilità e della forza della sua arte, in questa edizione che è un brillante tentativo di valorizzare i testi poetici agli occhi di ragazzi e ragazze, e non solo.
Traduzione di Nicola Gardini.

Emily Dickinson nata ad Amherst nel 1830 nel cuore dell’America puritana e muore nello stesso luogo nel 1886. Si definì “regina”, “zingara”, “strega”, “monaca ribelle” e trascorse quasi tutta la sua vita nella casa dei genitori, scegliendo di confinarsi nella sua stanza. Dopo la sua morte, la sorella Vinnie fece pubblicare le poesie di quest’autrice che è considerata una delle maggiori poetesse del suo secolo.

Nicola Gardini è traduttore e poeta.  Vive tra Oxford e Milano, insegna Letteratura italiana all’università di Oxford. Ha tradotto classici come Ovidio, Marco Aurelio, Catullo e versi di Woolf, Hughes, Auden e Simić. Di grande successo la sua ultima pubblicazione per Garzanti “Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile”.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Luca dell’ufficio stampa Salani.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Harry Potter e la maledizione dell’erede, script teatrale basato su una storia originale di J.K. Rowling, Jack Thorne e John Tiffany (Salani, 2016)

19 luglio 2016

Per i potteriani nascosti tra i miei lettori (eh sì, sono ovunque, si nascondono ovunque) una bella notizia: Salani ha svelato titolo e copertina dell’edizione italiana di Harry Potter and the Cursed Child Parte Uno e Due, non un romanzo ma il testo dello spettacolo teatrale che debutterà il 30 luglio a Londra, una storia originale di J.K. Rowling, Jack Thorne e John Tiffany. Il titolo italiano sarà: Harry Potter e la maledizione dell’erede. La copertina è fedele alla copertina originale. La traduzione a cura di Luigi Spagnol, Presidente di Salani. Non sono una potteriana storica, mi sono avvicinata per la prima volta al primo episodio per un Blogathon, e la cosa sorprendente è che “mi piace”. Trovo l’umorismo dell’autrice molto nelle mie corde. Ecco la copertina. Il libro è già prenotabile, poi sarà disponibile il 24 settembre.

index

:: La via del male, Robert Galbraith, (Salani, 2016) a cura di Maria Anna Cingolo

24 giugno 2016
Galbraith_La via del male - cover def

Clicca sulla cover per l’acquisto

Non era riuscito a togliere tutto il sangue. Una linea scura come una parentesi gli era rimasta sotto l’unghia mediana della mano sinistra. Si accinse a raschiarla via, anche se non gli dispiaceva vederla: un memento dei piaceri del giorno prima. (pag.11)

Inizia subito con toni tetri “La via del male”, il terzo volume dedicato alle indagini di Cormoran Strike e scritto sotto pseudonimo dalla madre del famosissimo mondo di Harry Potter, J. K. Rowling. Questa volta l’investigatore privato ha per le mani un caso davvero caldo: un serial killer di giovani donne la cui furia omicida si incendia di un desiderio di vendetta nei confronti del nostro Strike. Una mattina apparentemente ordinaria la sua volitiva e brillante assistente, Robin Ellacott, riceve un pacco che dà il via alle indagini.

Una gamba mozza di donna era stata infilata a forza, di sbiego, nella scatola, le dita del piede piegate all’indietro per farcela stare. (pag. 19)

L’assassino, infatti, dopo aver ucciso le vittime, dal loro corpo taglia dei pezzi che diventano per lui oggetti erotici, souvenir del successo della sua perversione appagata. Strike, ex militante nell’esercito e nella SIB (Servizio investigativo della Regia polizia militare inglese) ha tanti nemici e tra questi sospetta di quattro persone, reputandole tutte in egual modo capaci di commettere simili malvagità. Oltre ad un avvincente caso su cui fare luce, questo terzo capitolo della saga concede al lettore di conoscere di più i suoi protagonisti. Infatti, i quattro indiziati tornano come fantasmi nella vita di Strike e le vicende a loro connesse sono sfruttate con abilità dall’autore per rivelare dettagli sul suo passato. Anche gli scheletri di Robin escono dall’armadio, così i fatti personali che entrambi si sono tenuti nascosti a vicenda, una volta rivelati, finiscono per rendere più stretto e vero il loro rapporto. Affermandosi come nuova e riuscitissima coppia del genere Giallo, i due tentano coraggiosamente di risolvere un caso al di sopra delle loro competenze ma che la New Scotland Yard sembra proprio non saper gestire.
Così come nei due precedenti episodi della storia di Cormoran Strike, Galbraith sa evocare con arte l’atmosfera, i sapori e la vita londinese. A piedi per Tottenham Court Road, underground fino a Notting Hill Gate, fish & chips e una birra fredda in un pub: a chi è già stato a Londra basterà chiudere gli occhi per tornarci, mentre a coloro che ancora non hanno avuto questa fortuna verrà voglia di prenotare molto presto un soggiorno nella capitale inglese. Estratti di testo delle canzoni dei Blue Öyster Cult introducono i capitoli del romanzo, tutti ad esclusione dei più inquietanti e foschi nei quali il narratore cambia: la stessa storia è vista attraverso gli occhi dell’assassino, rivelando ogni suo folle pensiero di morte. Galbraith scrive una trama appassionante e ricca di colpi di scena per mezzo della quale affronta il tema drammaticamente attuale della violenza sulle donne e sui bambini, consapevole che l’efficacia divulgativa del suo romanzo sia anche importante e doverosa occasione di denuncia.
Senza dubbio apprezzerete questo libro che, reso scuro dalla brutalità assassina, si illumina attraverso una narrazione spesso divertente e sempre brillante. Davvero bravo questo Robert Galbraith e ancora di più chi, come dice sua sponte, ama divertirsi dietro al suo nome. Traduzione di Francesco Bruno.

ROBERT GALBRAITH: autore dei bestseller Il richiamo del cuculo e Il baco da seta, è uno pseudonimo usato da J.K. Rowling, creatrice della fortunatissima saga di Harry Potter.

Source: acquisto personale.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Un terremoto a Borgo Propizio, Loredana Limone (Salani, 2015) a cura di Micol Borzatta

1 novembre 2015
miv

Clicca sulla cover per l’acquisto

Borgo Propizio è rinato a nuova vita. Il Castelluccio è stato restaurato, le case del contado sono state ridipinte, la piazza del Municipio ripavimentata a coda di pavone e il nuovo gemellaggio che mette allegria nei cuori degli abitanti. Tutta questa pace e felicità però è destinata a finire, infatti un tremendo sisma di magnitudo 5.7 con epicentro le campagne intorno al Borgo distrugge tutto quello per cui i propiziesi hanno lavorato.
La villa del comune è scoperchiata, il pavé della piazza sprofondato nella breccia che si è aperta, i lampioni piegati, le case, i negozi e gli edifici che non sono crollati sono coperti da crepe e brecce.
Oltre al loro paese, i propiziesi, piangono anche i morti causati dalla catastrofe, otto anime che purtroppo non hanno superato il disastro, ma un’altra scoperta sconvolgerà tutti buttando gli animi in uno stato ancora più di panico, infatti le vittime del sisma sono solo sette, l’ootava vittima è morta per strangolamento.
Chi ha potuto uccidere nel loro idilliaco paesino?
Una faccenda davvero complicata che coinvolgerà tutti.
Terzo romanzo ambientato a Borgo Propizio, riesce a trasmettere a ogni lettore un senso di evoluzione e ritrovamento propri dei piccoli borghi, perché grazie alla bravura di Loredana Limone di descrivere i luoghi e i personaggi realisticamente, sia chi ha letto gli altri due libri, sia chi si avventura per la prima volta tra le vie del borgo, può notare tutti i cambiamenti, le modifiche, le migliorie e le evoluzioni avvenute con il passare del tempo, dando la sensazione di tornare sempre nello stesso luogo, ma nello stesso tempo in un luogo nuovo tutto da scoprire, tenendo così sempre attivo e alto il livello di attenzione del lettore e non deludere mai le aspettative.
Un finale di saga davvero spettacolare che lascia il lettore con emozioni contrastanti tra la felicità di aver avuto la fortuna di conoscere il borgo e i suoi abitanti e la tristezza e il dolore di doverli salutare e non poter rimanere con loro a ricostruire le loro vite e il borgo stesso, rendendolo sicuramente ancora più spettacolare, perché come la fenice risorge dalle sue ceneri più bella di prima, così farà il borgo dalle sue macerie.
Come il borgo anche i personaggi hanno la loro evoluzione, infatti possiamo notare delle crisi d’identità che porteranno coppie a rompersi o l’allontanamento di altri personaggi che hanno bisogno di tempo per fare un viaggio introspettivo dentro loro stessi. Situazioni che il lettore vivrà in prima persona, trovandosi durante la lettura a voler consigliare i suoi amici. Situazioni che portano il romanzo a uscire dal genere del giallo, del noir o del poliziesco a cui potrebbe sembrare appartenere, ma lo porta nel suo reale collocamento, un romanzo sociale che parla di stralci di vita, atto a riempire il cuore del lettore di sentimenti, vita, vicissitudini di tutti i giorni, portandolo a conoscere nuovi luoghi e nuovi amici.

Loredana Limone nasce a Napoli nel 1961, ma diventa presto Milanese di adozione. A nove anni scrive la sua prima poesia per continuare successivamente con fiabe e gastronomia. Nel 2012 esordisce con Borgo Propizio che viene premiato con la menzione speciale al premio Fellini 2012. Nel 2014 esce E le stelle non stanno a guardare. Secondo volume della trilogia che si conclude nel 2015 con Un terremoto a Borgo Propizio.

Source: ebook inviato dal Borgo Propizio Fan Club.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Chi bacia e chi viene baciato, Rosa Mogliasso, (Salani, 2014) a cura di Giulietta Iannone

25 luglio 2014

chi baciaPremesso che non è un noir, né un vero e proprio giallo, Chi bacia e chi viene baciato della torinese Rosa Mogliasso, quarto episodio delle avventure del commissario Barbara Gillo, una via di mezzo tra Grace Kelly e Franca Valeri, è un romanzo surreale in cui con umorismo e leggerezza si trattano sì crimini e omicidi, (questa volta avremo a che fare niente meno che con la mafia russa, per poi scoprire che i tatuaggi nelle carceri sovietiche si facevano con l’inchiostro ottenuto fondendo il cuoio delle scarpe mischiato all’urina del tatuatore o del tatuando) ma quello che più conta forse è il personaggio principale, con la sua vita sentimentale, la sua bellezza algida e la sua torinesità.
Un po’ se vogliamo trovare un genere preciso per questo romanzo potremo accostarlo ai romanzi della Gazzola, spumeggianti, ironici, più rosa appunto che gialli, anche se la Mogliasso utilizza a tratti un linguaggio forse più crudo e grezzo. E questo suo giocare con il linguaggio è senz’altro la caratteristica più interessante del romanzo. La Mogliasso alterna registri linguistici, utilizza schegge di dialetto, punta tutto sui dialoghi, realistici quel tanto che basta per dare maggiore verve e lo fa in modo simpatico e informale con il tipico understatement sabaudo. E Torino e la sua provincia (per la precisione il Monferrato) senza dubbio emergono sullo sfondo, importanti quasi come personaggi del romanzo. E questo è assai piacevole, soprattutto per chi Torino la conosce e ci vive.
Se siete appassionati di gialli e noir forse non fa per voi, ma se amate i romanzi umoristici, vi divertirete sicuramente. La Mogliasso ha una certa facilità nel legare assieme gag, freddure, motti di spirito, battute sarcastiche e lo fa con naturalezza e vivacità nella più che brillante tradizione dardiana.
Ma diamo un’occhiata alla trama, a dire il vero un po’ esile, e giusto capace di legare i vari personaggi coinvolti. Tutto ruota intorno ad un inspiegabile delitto. Una giornalista francese, Chantal Morini, in possesso di informazioni sulle attività della mafia russa in Italia, viene assassinata con un colpo in fronte in un bed end breakfast di via Plana, vicino alla centralissima Piazza Vittorio. (Ah, se la conosco via Plana, la frequentai spesso al tempo dell’Università). Nella camera d’albergo gli inquirenti trovano in uno spazzolino da denti una chiavetta USB con immagini di nudi di gente famosa, scattate (poi si scoprirà) da un fotoreporter italiano piuttosto cialtrone, tale Mario Teiera, all’occorrenza un paparazzo, sempre in compagnia di starlett in cerca di notorietà. Che legame c’è tra le foto e il delitto? Chi può aver ucciso la bella giornalista famosa per i suoi reportage coraggiosi e sempre occupata in cause umanitarie, considerata in patria poco meno che un’ eroina nazionale?
Chiamata ad indagare, Barbara Gillo, dovrà prima riprendersi dalla notizia che il suo braccio destro, Peruzzi, vuole dimettersi dalla polizia per aprire un’agenzia investigativa per sistemare la figlia disoccupata, per poi scoprire che…
Naturalmente Barbara Gillo arriverà alla verità, non prima di aver conosciuto un simpatico poliziotto a cavallo, atleta delle fiamme oro, disciplina salto ad ostacoli, e solo nelle ultime pagine del romanzo avremo concentrata la parte gialla del libro, ma come dicevo le ragioni per leggere questo libro sono altre.

Rosa Mogliasso è nata a Susa e vive a Torino. Laureata in storia e critica del cinema, da alcuni anni si dedica al teatro d’ombra e alla scrittura. In un’intervista ha rivelato che per lei «a Torino c’è tutto, basta farci un po’ di rumore intorno e la magia della narrazione ha inizio». L’ambientazione delle sue pagine è Torino, «tra il Bar Elena di piazza Vittorio e il Circolo Amantes di via Principe Amedeo». L’assassino qualcosa lascia edito da Salani è il suo primo romanzo. A gennaio 2011 è uscito il secondo: L’amore si nutre di amore. Nel 2012 La felicità è un muscolo volontario.

:: Recensione di Wildwood. I segreti del Bosco proibito, Colin Meloy, (Salani, 2012) a cura di Viviana Filippini

23 novembre 2012

Ve bene, lo ammetto questo libro l’ho trovato nello scaffale per i bambini dagli 8 anni in su. Io ne ho qualcuno, anzi, parecchi di più, ma letta la trama non ho resistito e mi son lasciata travolgere da Wildwood. I segreti del bosco di Meloy Colin, il libro per bambini edito dalla Salani. Una storia così coinvolgente che subito ci si affeziona alla piccola Prue Mckeel, una ragazzina curiosa alle prese con il fratellino Mac al quale deve fare da baby-sitter. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando Mac viene rapito, così all’improvviso, da uno stormo di corvi che lo portano via lontano, lontano. Prue parte all’inseguimento dei volatili rapitori del fratello per scoprire che essi si sono addentrati in quella che è da tutti conosciuta come la “Landa impenetrabile”: una gigantesca macchia verde alla periferia della città, dentro alla quale nessun uomo ha mai osato entrare. Prue non ha esitazioni e parte all’avventurosa ricerca di Mac, per ritrovarlo e portarlo a casa. In suo aiuto il timido compagno di classe Curtis. I due entreranno in un mondo strano ed affascinante, popolato da postini sempre al lavoro, da animali parlanti, da coyote in divisa e da strambi mistici che vivono nel bosco. Ogni relazione intrecciata dai ragazzini, legata agli eventi nei quali saranno coinvolti creerà in Wildwood una serie di alleanze tra mondo umano, animale, vegetale e una successione di avventure ad alta tensione nelle quali i piccoli protagonisti saranno, assieme a noi lettori, primi attori. Da Bosco Sud, passando a Bosco Nord, facendo un tappa nella Radura degli antichi, passando per l’Accampamento dei selvaggi, fino ad arrivare al temuto Bosco Selvaggio, sfileranno davanti agli occhi della coraggiosa Prue, e ai nostri, una serie di personaggi fantastici in lotta perenne tra loro. Wildwood è un bel romanzo per bambini, ma permettetemi di dire che anche gli adolescenti e gli adulti dovrebbero leggerlo, perché in esso la fantasia, la magia e l’incantesimo hanno un ruolo fondamentale per coinvolgere chi legge attraverso un narrazione scorrevole ed avvincente. Meloy riesce a far convivere in queste 500 pagine e più, il mondo concreto – dal quale arriva Prue- con quello fantastico, rappresentato delle strambe creature che vivono nascoste nella “Landa Impenetrabile”, dove si svolgerà un’epica battaglia per la libertà. Ogni fatto accaduto, gli impensabili colpi di scena che spiazzano il lettore lasciandolo a bocca aperta, sono elementi importanti che porteranno i personaggi – vedi la coraggiosa Prue- a scoprire aspetti del proprio passato del tutto sconosciuti, a risolvere conflitti e a trovare dopo un rocambolesco travaglio – come accade a Curtis- il proprio ruolo nel mondo. Detto in parole povere Colin Meloy non è solo un ottimo autore di canzoni per la sua band dei “The Decembrists”, il cantautore  americano è anche un abile scrittore per bambini, che con Wildwood ha creato un bel romanzo nel quale le ambientazioni tipiche del fantasy convivono con l’avventura, con il valore dell’amicizia e con la scoperta e la comprensione di ciò che è “diverso”. Piccoli principi che ogni lettore, adulto o bambino che sia, dovrebbe provare ad applicare alla vita di ogni giorno.

Colin Meloy , nato a Portland in Oregon nel 1974, una volta scrisse a Ray Bradbury una lettera specificando di essere uno scrittore come lui. Aveva dieci anni. Poi Colin è diventato cantante e autore degli originalissimi testi della folk-band americana “The Decemberists”. La sua passione per la scrittura  lo ha portato a creare Wildwood. I segreti del Bosco proibito, nel quale figurano le tavole disegnate da Carson Ellis, sua moglie e disegnatrice grafica degli album della band musicale. Il seguito di Wildwood, intitolato Under Wildwood, è stato pubblicato in America nel 2012. Se siete curiosi guardate qui www.wildwoodchronicles.com .