Posts Tagged ‘Giulia Ciarapica’

:: “Libri a 180 gradi” Sant’Elpidio a Mare 30 agosto / 2 settembre

30 agosto 2019

Libri

Da oggi 30 agosto al 2 settembre 2019 nel centro storico di Sant’Elpidio a Mare, in provincia di Fermo, si svolge la prima edizione del Festival letterario – Fiera dell’Editoria Libri a 180 gradi.

Padrona di casa e madrina dell’iniziativa la bella e brava Giulia Ciarapica, spesso ospite del nostro blog, marchigiana doc e tra le anime che hanno reso possibile questo Festival letterario. A maggio a Torino, al Salone del libro, ci siamo incrociate ma non siamo riuscite a salutarci, abbiamo rimediato con la presentazione a Milano del suo bellissimo libro, (se l’avete perso fatevi un regalo leggetelo!, merita davvero), e posso garantirvi che è davvero instancabile.

Tornando al Festival, incontri con gli scrittori, mostre d’arte e di fotografia, musica, laboratori per bambini, e tanti blogger letterari a movimentare l’evento, il programma è davvero ricco. Se vi capita passateci e  poi veniteci a raccontare le vostre impressioni, (con qualche foto!). Per il Programma completo vi rimando al sito: Libri 180°.

Se riusciamo, terminato l’evento, strapperemo qualche impressione a Giulia, ora tutti a Sant’Elpidio!

:: 46° Premio Internazionale Flaiano di Letteratura: ecco i finalisti

13 giugno 2019

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La giuria tecnica, composta da Renato Minore, Donatella Di Pietrantonio, Antonella Di Nallo, Raffaele Manica e Raffaello Palumbo Mosca, ha selezionato:

Per la sezione di Narrativa:

“Gli ultimi giorni di Anita Ekberg”di Alessandro Moscé per Melville edizioni;
“L’invenzione del vento”di Lorenzo Pavolini edito da Marsilio;
“Almarina”di Valeria Parrella per Einaudi.

Per la sezione Narrativa giovani:

Una volta è abbastanzadi Giulia Ciarapica per Rizzoli;
“Cosa resta di male”di Gianmarco Soldi per Rizzoli;
Elena di Sparta”di Loreta Minutilli per Baldini&Castoldi.

Per il 18° Premio internazionale di Italianistica, volto a promuovere la diffusione della cultura italiana nel mondo, Isabella Camera d’Afflitto, Mariaconcetta Costantini e Andrea Moro, membri della giuria tecnica, hanno selezionato le seguenti opere:

“Eugenio Montale: Portami il girasole. Poesie scelte 1918-1980” di Hannimari Heino (da Helsinki), la cui opera rappresenta la prima pubblicazione della produzione poetica di Montale in lingua finlandese;

“Fellini’s Eternal Rome” di Alessandro Carrera (da Los Angeles), che vuol essere la prima indagine sistematica sull’uso che Fellini ha fatto delle fonti classiche;

“Gioventù, Pier Paolo Pasolini no seishun” di Chiseko Tanaka (da Tokyo).

I vincitori delle tre sezioni di Letteratura saranno decretati in diretta su Rete8 durante la serata del 6 luglio a partire dalle ore 20,30 all’Aurum di Pescara e saranno scelti dalla giuria popolare dei lettori del premio.

:: Un’ intervista con Giulia Ciarapica a cura di Giulietta Iannone

10 aprile 2019

Una volta è abbastanza

Giulia Ciarapica ha bisogno di ben poche presentazioni: book blogger, promotrice culturale, parla di libri ai ragazzi nelle scuole, scrive sul “Foglio” e sul “Messaggero”, influencer come amano definirla i giornali, autrice di Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché una guida per fare questo mestiere al meglio. Ora esordisce nella narrativa con il suo primo romanzo Una volta è abbastanza, noi l’abbiamo intervistata:   

Benvenuta Giulia, e grazie di avere accettato questa intervista. Smessi i panni della book blogger esordisci come autrice con il tuo romanzo Una volta è abbastanza, primo libro di una trilogia familiare che parte dal secondo dopoguerra e ritengo arriverà fino ai giorni nostri. Un romanzo notevole, maturo, poetico, mi ha fatto davvero una grande impressione, sono sincera. Ma prima di parlare del libro, parlaci di te, come ti senti dall’altra parte della barricata, a ricevere recensioni, invece che scriverle, a gestire anche il rapporto con i lettori?

Grazie innanzitutto a te per l’ospitalità, Giulietta. Beh, che dire, è una cosa stranissima vedermi dall’altra parte, soprattutto quando cerco di osservarmi in modo distaccato, e puntualmente non ci riesco. La mia vita ruota attorno ai libri, alle parole, alla scrittura, ma quando ho iniziato questo percorso – quello da book blogger, intendo – mai avrei immaginato di vedermi un giorno in veste di autrice. Sono felice quando qualcuno recensisce positivamente ciò che scrivo, ma mi sento anche un po’ in imbarazzo. Scrivere, a questi livelli, significa mettersi a nudo di fronte ad un pubblico che non ti conosce davvero, ma vede sempre e solo una parte di te, gioco forza. La cosa che mi viene più naturale, almeno per il momento, è gestire proprio il rapporto con i lettori, perché in realtà è una cosa che va avanti da un sacco di tempo. Sono più o meno gli stessi che mi leggono sul Foglio, sul Messaggero e sul blog, quindi sono abituata ad interloquire quasi quotidianamente con loro. Credo sia effettivamente la parte più bella.

Parliamo anche del tuo percorso formativo: cosa hai studiato? In cosa sei laureata? Come i tuoi studi ti hanno aiutato nella vita, e nel tuo lavoro di promotrice culturale? Consiglieresti ai giovani di intraprendere i tuoi studi?

Prima ho fatto il liceo classico a Civitanova Marche, poi mi sono laureata in Lettere moderne con una specializzazione in Filologia moderna all’Università degli Studi di Macerata. Da sempre sono stata orientata verso le lettere, in senso ampio, e tutti gli studi intrapresi mi hanno aiutato moltissimo per il mio lavoro: si può dire che sono la base, grazie a questo percorso di studi ho acquisito gran parte degli strumenti che utilizzo oggi per scrivere, leggere (in senso analitico) e anche per promuovere adeguatamente un libro. Perché oltre ad una buona capacità comunicativa – che immagino sia per lo più una qualità innata – bisogna avere anche una buona preparazione di base. Lo studio è sempre fondamentale.

Uno scrittore è innanzitutto anche un lettore, diffido degli scrittori che dicono di non leggere, si impara dai grandi maestri, c’è poco da fare, si metabolizza la loro scrittura e la si fa propria. I più fortunati poi, dotati di maggior talento, acquistano una propria voce, una propria unicità. Tu ti occupi anche di critica letteraria, quindi un testo lo analizzi in maggiore profondità che un comune lettore. Ovvero utilizzi un tipo di lettura non superficiale, unicamente per il piacere di leggere. Quello che voglio chiederti è non solo quali sono i tuoi maestri letterari ma in che misura hai coltivato la tua sensibilità narrativa confrontandoti con i loro mondi, con la loro espressività.

Grazie per questa bellissima domanda. I miei maestri sono senza alcun dubbio Alberto Moravia, Elsa Morante, Dino Buzzati, e poi Sandor Marai, Magda Szabò, Emile Zola, Balzac e Jane Austen. I fondamentali sono questi. Amo particolarmente Buzzati e Marai, in genere sono ispirata dalla letteratura italiana dell’Otto e Novecento (uno dei miei libri del cuore è “Fosca” di Iginio Ugo Tarchetti, assieme a “Malombra” di Fogazzaro, senza dimenticare “Il marchese di Roccaverdina” di Capuana) e dalla letteratura mitteleuropea. Sono molto devota alla letteratura europea, sebbene il mio libro preferito in assoluto (sì, ne ho uno, sono riuscita ad identificarlo) sia “Stoner” di John Williams. Questi scrittori hanno modellato non solo la mia idea di letteratura ma hanno anche, inevitabilmente, plasmato la mia sensibilità di lettrice e poi anche di autrice. Le atmosfere rarefatte della Mitteleuropa, l’ironia tagliente di Balzac, la cattiveria naturalista di Zola, le donne guizzanti, provocatrici e scaltre della Austen, tutto questo ha contributo alla mia crescita interiore. Quello che sono oggi lo devo anche a loro.

Per chi non avesse ancora letto il libro, facciamo un breve riassunto. Parlaci della trama di Una volta è abbastanza, edito da Rizzoli, frase che sembra l’abbia detto Mae West a proposito della vita, giusto?

Esatto. La frase da cui abbiamo tratto ispirazione per il titolo è “Si vive una volta sola, ma se lo fai bene una volta è abbastanza”. Non so se la condivido appieno, ma è comunque la frase che ho voluto mettere ad esergo del prologo perché l’ho trovata giusta, esatta, impeccabile per l’andamento della vita di tutti i miei personaggi.
Ci troviamo a Casette d’Ete, un paesino sperduto della provincia delle basse Marche, nel 1945. La guerra è appena finita, la miseria spadroneggia e anche a Casette si muore di fame. Annetta e Giuliana sono le due grandi protagoniste di questa storia, due sorelle che, simili e al contempo molto differenti, si troveranno ad avere a che fare con lo stesso uomo, Valentino. È una storia di famiglie, di amori, di tradimenti ma è anche e soprattutto una storia territoriale e d’impresa, in cui emerge forte e chiaro l’elemento del lavoro: le scarpe sono il destino di tutti gli abitanti di Casette d’Ete, così come lo saranno anche per Annetta, Giuliana e Valentino.

Ora parliamo dell’uso del dialetto. I dialoghi nel tuo romanzo sono sia in italiano che in dialetto marchigiano. Silone era contrario all’uso del dialetto nel romanzo, privilegiando la comprensibilità del testo. Come mai invece tu hai compiuto questa scelta di utilizzarlo così ampiamente? Per dare maggiore verosimiglianza? Per dare davvero voce a Giuliana, Valentino, Annetta, Alberto, Enrichetta e tutti gli altri personaggi?

Esattamente. Ho scelto di utilizzare il dialetto – che credo comunque sia abbastanza comprensibile anche per chi non è della zona, non mi sono spinta oltre un certo limite – perché volevo conferire tridimensionalità ai miei personaggi, oltre al fatto che sarebbero stati molto più artificiosi se avessero parlato un italiano impeccabile. Ce li vedi Annetta, Giuliana e Valentino, che a malapena avevano frequentato la terza elementare, a discutere, arrabbiarsi o gioire in un perfetto italiano? Io no!

Con questo romanzo hai voluto raccontare la storia della tua famiglia. Scoprire che Annetta, il mio personaggio preferito, è stata una donna vera, in carne e ossa, è stato molto emozionante. Giuliana era tua nonna, vero? L’hai conosciuta?

Giuliana e Valentino sono i miei grandi amori, nonni materni che ho avuto la fortuna e il privilegio di coccolare fino a qualche anno fa. Li ho vissuti a lungo e molto intensamente, e per questo sono grata alla vita. Purtroppo non ho conosciuto Annetta, che è anche il mio personaggio preferito, perché in lei mi rivedo moltissimo, anche se me ne sono resa conto solo alla fine. Ho provato – attraverso i racconti di mia nonna e di mia madre – a ricostruire il suo spirito battagliero, a dare nuova linfa alla sua esuberanza. Al termine del romanzo, rileggendolo, mi sono resa conto che Annetta “ero io”. Forse è anche per questo che è stato il personaggio che mi ha ossessionato letteralmente più di tutti. Avrei pagato oro per conoscerla.

La memoria, soprattutto familiare, ha dunque un ruolo importante, se non determinante, nel tuo libro. Che ruolo svolge questo complesso processo di elaborazione del passato nel lavoro dello scrittore, nella tua esperienza?

Onestamente, il gesto di “riavvolgere il nastro” è per me più che consueto. Lo faccio nella vita di tutti i giorni, essendo una nostalgica naturale. Ancor prima che si affacciasse anche solo l’idea di scrivere il romanzo, avevo recuperato vecchie fotografie, passavo le giornate a farmi raccontare fatti di un passato che non ho vissuto ma che sento appartenermi in modo diretto. In fondo, io ci vivo nel passato.

Accostandoti a Natalia Ginzburg nella mia recensione so di aver compiuto una scelta come dire ardita, ma se penso che anche la tua editor è d’accordo vedendoci delle somiglianze, mi sento un po’ rassicurata. Insomma non è più solo una mia sensazione. Ami questa autrice? Cosa hai letto di suo?

A dire il vero della Ginzburg ho letto solo “Lessico famigliare”. Più che altro sono molto legata, come ti accennavo prima, a certa letteratura italiana novecentesca che mi ha inevitabilmente formato. Sono onorata e lusingata dell’accostamento, perché la Ginzburg è davvero un gigante! A questo punto però sono ancora più motivata a conoscerla e studiarla.

Otre alla storia della tua famiglia, anche il borgo di Casette d’Ete acquista una dimensione corale comunitaria in un’Italia che usciva dalle macerie e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Come è fondamentale l’energia che si respira, di riscatto, di affermazione personale e sviluppo tramite il lavoro, di creatività, di crescita sociale. Mentre leggevo pensavo al nostro oggi e alla crisi che stiamo vivendo, e proprio ieri ho sentito parlare in televisione di un convegno in cui gli economisti paragonano la situazione attuale italiana ad un’economia di guerra. E mi dicevo, anche noi avremmo bisogno di questo spirito, dello spirito e dell’entusiasmo che si respira nel tuo libro. Mentre scrivevi Una volta è abbastanza l’hai pensato anche tu?

Francamente? Sì. Ho pensato che prima ci fosse proprio un altro spirito, un’altra voglia di fare le cose, un altro entusiasmo. Avvertivamo, chiara e forte, l’esigenza di farcela, di reinventarci continuamente; c’era più creatività, più bisogno di distinguersi e di organizzare la propria vita, dunque quella dell’intera comunità, attorno a idee nuove. Prima eravamo più umani.

È un po’ prematuro ma hai avuto modo di fare conoscere il tuo libro all’estero? Ci sono traduzioni in vista?

Per il momento no, è uscito da pochissimo.

Quanto dovremmo aspettare per leggere il secondo capitolo della saga?

Sto scrivendo gli altri due capitoli, un po’ di pazienza e arriva tutto J

Credo sia tutto, le cose principali che mi premeva chiederti, che mi sono venute in mente durante la lettura, te le ho chieste. Ora innanzitutto ti ringrazio per la disponibilità. Se ci sono presentazioni, in cui avvicinerai i lettori, e vuoi dirci le date sono certa che i lettori di Liberi saranno felici di conoscerle. Naturalmente se i lettori vogliono fare delle domande possono scriverle nei commenti.

Le date delle prossime presentazioni saranno: il 15 aprile a Roma, alla RED Feltrinelli di via Tomacelli, insieme alla mitica Romana Petri; il 6 maggio alla Feltrinelli di Padova e il 7 alla Feltrinelli di Verona, insieme alla deliziosa Anna Martellato. Dopodiché sarò sabato 18 maggio al festival Libri a 180 gradi, primo festival letterario con fiera dell’editoria che abbiamo organizzato a Sant’Elpidio a Mare (gioco in casa!). E per finire (per il momento) sarò il 26 giugno alla libreria Mondadori di Pesaro e il 28 giugno a Cerignola, provincia di Foggia!
Grazie ancora per avermi ospitata e buone letture a tutti!

:: Una volta è abbastanza di Giulia Ciarapica (Rizzoli 2019) a cura di Giulietta Iannone

8 aprile 2019
Una volta è abbastanza

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Casette d’Ete è fatto per il novanta per cento di silenzio.

L’Italia del secondo dopoguerra; la voglia di farcela di uscire dalla povertà e dalla fame grazie al lavoro; la rinascita dell’artigianato e delle piccole aziende manifatturiere legate alla lavorazione del pellame e alla fabbricazione di scarpe; la fantasia, la creatività, l’ingegno, il coraggio che hanno fatto grande la moda italiana; un piccolo borgo delle Marche; due sorelle diversissime ma unite da un amore più forte dei rispettivi difetti, sono al centro del bellissimo romanzo d’esordio di Giulia Ciarapica, appassionata bookblogger e promotrice culturale, una delle più conosciute credo in Italia.
Sapevo che sapesse scrivere ma non mi aspettavo una cosa del genere, veramente sono ammirata e stupita, soprattutto per la maturità compositiva di quest’autrice che possiamo definire giovane, classe 1989.
Giulia ha una scrittura antica, mi ha ricordato incredibilmente Natalia Ginzburg, e un suo libro precedente a Lessico Familiare, Tutti i nostri ieri, e infatti l’ho ripreso e ne ho rilette alcune pagine. La Ginzburg parlava della borghesia nascente torinese, l’ambiente popolare della Ciarapica è un po’ diverso ma lo spirito è lo stesso, come l’utilizzo di un linguaggio semplice, immediato, anche poetico capace di evocare nel lettore sentimenti forti, universali, veri.
Non sto esagerando, provate a leggerla e vi accorgerete di cosa intendo. Ha un grande talento questa ragazza, davvero, la sua scrittura non appare né immatura e né esitante, né tanto meno stucchevole, anzi è molto consapevole delle sue qualità e potenzialità, però non cade nell’arroganza, o in quello sfoggio autocompiaciuto di bravura che può risultare fastidioso, grazie a una certa dolcezza espositiva che ha un effetto straniante.
Ripeto, ha grandi qualità davvero questa autrice, l’uso del dialetto che se vogliamo segue il solco di molta narrativa italiana che vide in Pasolini il più tenace difensore, l’avvicina a una recente scrittrice come la Ferrante, anche lei alle prese una saga familiare, la storia di due donne forti, una fotografia dell’Italia dal dopo guerra in poi, ci sono alcune similitudini, pur tuttavia l’originalità di questa autrice sta nei dettagli, nelle sfumature, nella capacità di creare comunione, solidarietà per i personaggi, spingendoli a parteggiare per loro, felici dei loro successi, tristi per le loro difficoltà.
Mentre la leggevo continuavo a dirmi io a scrivere così non sarei mai capace.
Dopo un romanzo così, che è il primo di una trilogia familiare che penso parli proprio della vita vera della famiglia dell’autrice, il difficile sarà restare all’altezza di quest’opera, ecco questa è l’unica incognita, potrebbe essere un fuoco di paglia, ma noi ci auguriamo che così non sia, anzi io personalmente ne sono quasi certa, per cui sono molto curiosa di leggere il prossimo romanzo.
Avevo impostato la recensione in modo del tutto diverso, più come un’analisi testuale, ma ho cambiato idea e preferisco esprimervi le mie impressioni, diciamo a caldo, ci saranno sicuramente critici più competenti e abili di me che si occuperanno di questo libro e lascio a loro trovare le parole per descriverlo.
Non stupitevi se vincerà premi, o del successo che otterrà, per una volta si può dire che è veramente meritato. Brava Giulia.

Intervista all’autrice: qui

Giulia Ciarapica è blogger culturale. Scrive sul “Foglio” e sul “Messaggero”. Ha pubblicato Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché. Questo è il suo primo romanzo.

Source: libro inviato dall’editore. Ringraziamo Giulia e Claudia dell’Ufficio Stampa Rizzoli.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

#BBMagicalTour: 5 domande a Giulia Ciarapica

21 aprile 2018

blog tour calendario

Ciao Giulia, e grazie di avere concesso a Liberi di scrivere questa intervista. Iniziamo dal principio, cosa ti ha spinto a scrivere Book blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché e per chi l’hai scritto?

Ho scritto questo libro, pubblicato da un editore che non smetterò mai di ringraziare e cioè Franco Cesati, perché volevo mettere “nero su bianco” un nuovo mestiere. Non solo. Più in generale, volevo rispondere alle numerose (e quasi quotidiane) domande che mi venivano poste sui vari social o via mail da giovani (in certi casi giovanissimi) aspiranti book blogger: come sei diventata book blogger? Come si apre un blog? Come fai a recensire tutti quei libri? Come scegli i testi di cui parlare? Dunque, il libro nasce da un’esigenza reale e, suppongo, condivisa.

Sei molto generosa, spieghi se vogliamo molti tuoi “segreti”. Pensi che condividerli con i tuoi lettori porterà una comprensione maggiore della fatica, dell’impegno, e delle competenze sempre da affinare di una book blogger?

Mi piace condividere con gli altri le mie passioni e credo che la spiegazione di un metodo – che, ci tengo a precisarlo e sottolinearlo, è un metodo personale, nel senso che al di là di certi criteri oggettivi di analisi e valutazione di un libro, ogni blogger ha le sue “regole”, così come un booktuber. Quelli che offro sono consigli, dopotutto ci troviamo di fronte ad un mestiere fresco fresco di nascita e in via di definizione – sia alla base della comprensione di un lavoro. Tanto per chi lo segue dal di fuori, quanto per chi lo fa. Ogni blogger, poi, ha la sua cifra stilistica e saprà distinguersi come meglio crede. In generale, però, sono convinta che non solo i lettori, ma anche molti degli addetti ai lavori (e mi riferisco ovviamente al campo dell’editoria e del giornalismo) possano, attraverso la lettura di un libro del genere, rendersi conto del lavoro che c’è dietro. Sì, questo sì.

Cosa rende una book blogger speciale? Cosa ti spinge a seguirla nel suo percorso di critica letteraria 2.0?

L’attenzione alla qualità del prodotto, la cura con cui sceglie i testi da recensire, l’attenzione che dà alle case editrici più piccole ma anche più particolari, di quelle che si impegnano a pubblicare testi di valore. E poi, ovviamente, la freschezza della scrittura e lo spirito entusiasta con cui approccia al pubblico. Parlare di libri è una cosa divertente. I libri sono una cosa divertente. E la gioia va trasmessa e condivisa.

Che ruolo giocano i social in questo nuovo modo di recensire libri? Pensi che ciò che è successo ultimamente su Fb, danneggerà il nostro ruolo di operatori culturali?

Mettiamola così: non azzardo previsioni, ma secondo me – rispetto soprattutto a Instagram, che diventerà presto il social del futuro – i social network gareggeranno di pari passo con i blog per la promozione della cultura a 360 gradi.

Molte ragazze che aprono un blog letterario iniziano svolgendo un lavoro prevalentemente amatoriale, ma aperto anche a forme di professionismo. Quale sarà il futuro? In molti campi (dal lifestyle, alla cucina, a i viaggi) i pro blogger esistono, si riuscirà anche in Italia nel campo del blogging letterario? Sei ottimista?      

Se ne stiamo parlando così tanto, direi che ci sono buonissime speranze. Occorre però ribadire che i blogger si dovrebbero mostrare sempre, costantemente, preparati e competenti. Non che non lo siano, attenzione, ma mi preme ricordare che questo è un mestiere serio, importante e che, come tale, va preso e affrontato.

Calendario

#BBMagicalTour

30 marzo 2018

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:: Book blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché di Giulia Ciarapica (Franco Cesati Editore 2018)

22 febbraio 2018
scrivere di libri in rete

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È appena uscito in libreria Book blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché di Giulia Ciarapica ed è un po’ difficile che una book blogger (come io mi reputo infondo) non sia incuriosita e se lo lasci scappare. Giulia non posso definirla a tutti gli effetti un’ amica (non ci siamo mai incontrate di persona, ne abbiamo preso mai un caffè insieme) ma grazie al suo carattere estroverso e al suo sincero entusiasmo sembra davvero di conoscerla da sempre e perlomeno online, grazie ai social, si può facilmente chiacchierare con lei.
Innanzitutto non è una che se la tira, ha una parola gentile per tutti, e una grande pazienza quando si confronta anche con i commentatori un po’ critici se non ostili. E questo non può che renderla simpatica e familiare, nel grande mare del web. Tra le book blogger è una Blogstar, lei non lo ammetterà mai ma è così, forse non avrà milioni di follower ma ha creato il suo status grazie alla credibilità e alla competenza, e ditemi se è poco.
Sfatando il mito (che diciamolo ormai sta svanendo) che una book blogger sia una ragazzina con tanto tempo da perdere, anche un po’ sciocchina che scrive di libri senza competenza né passione. Giulia è una persona seria, e lo si capisce ancora di più leggendo il suo breve saggio di cui voglio parlarvi oggi.
Innanzitutto scrive bene, ha uno stile molto limpido, immediato e empatico. Non solo quando scrive recensioni, ma anche qui quando si confronta con un testo più complesso e articolato, che attenzione è molto diverso dai diversi manuali che ho letto ultimamente sul blogging, che alla fine ben che vada ti sembra solo abbiano ribadito l’ovvio.
Molti consigli che dispensa sono utili e pratici, e se seguiti aiutano davvero a migliorare il proprio stile di recensore o critico letterario 2.0 che dir si voglia. Si può anche non essere d’accordo su alcuni punti, instaurare un dibattito, confrontare i punti di vista e gli stili. C’è chi propende per la semplicità e l’immediatezza, chi scrive per lettori più preparati e smaliziati, ma le semplici regole che stila per le recensioni online (ma anche su giornale o rivista culturale, con ampi accenni) sono valide e funzionano. Ce lo dimostra il suo successo.
Io per esempio adoro le recensioni lunghe, complesse e articolate, e cosa mi fa andare a vanti a leggerle è lo stile del recensore, l’intelligenza che traspare dal suo scritto, la sua abilità nell’argomentare, nel concatenare le osservazioni, ma il web ha altre regole, scrivere su un blog ha un proprio codice, prevede delle specifiche competenze, e con diversi esempi molto puntuali e tanta pazienza ce le spiega, (come passare dal blocco di testo, a un testo velocemente comprensibile e fruibile per il lettore). La parte degli esempi l’ho per esempio molto apprezzata, e non usa solo sue recensioni, ma anche testi di altri blogger o giornalisti.
Ho apprezzato anche i titoli di critica letteraria che cita, (perché ricordiamolo il lavoro di blook blogger prevede competenze raggiungibili con lo studio e la lettura, naturalmente se lo si vuole fare seriamente e distinguersi). I classici di cui consiglia la lettura, testi formativi indispensabili per conquistare un proprio stile e una propria originalità.
Seppure breve, ha 144 pagine, tocca un po’ tutti gli ambiti, da come scegliere i libri da recensire, a come leggere un testo per svolgere poi un’ analisi critica, a come scrivere a tutti gli effetti una recensione e come revisionarla (tasto dolente che spesso e volentieri si salta anche per mancanza di tempo). Non disdegna consigli sull’uso dei social, indispensabili per far circolare in rete il proprio lavoro, come il consiglio di due testi SEO, più specialistici.
Capitolo a parte quello sulle video recensioni. Per blogger poco timidi, almeno.
E tanti i siti e i blog citati, dagli albori del book blogging perlomeno in Italia, a quelli più recenti.
Che dire ancora, correte in libreria!

Giulia Ciarapica, classe 1989, è un’appassionata bibliofila marchigiana. Oltre a gestire il suo blog (Chez Giulia), collabora con Il Messaggero e Il Foglio; da un anno cura la rubrica Food&Book su Huffington Post Italia, in cui abbina libri e ricette. Si occupa di libri e promozione culturale anche nelle scuole superiori di Primo e Secondo grado di molte città italiane, portando avanti il progetto “Surfing on books”.

Source: libro inviato dall’editore. Ringraziamo Giulia e Silvio dell’ Ufficio stampa Franco Cesati Editore.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.