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:: I delitti della Bella di notte di Anthony Horovitz (Rizzoli, 2022) a cura di Patrizia Debicke

17 ottobre 2025

Dopo aver risolto il mistero che circondava la morte dello scrittore Alan Conway, Susan Ryeland, giovane editor londinese dalla mente acuta e dalla memoria infallibile, decide di concedersi una pausa. Abbandona la caotica agitazione della città, le nebbie di Londra, la pressione costante dei libri e degli autori, per cercare un rifugio in cui reinventarsi.
La sua scelta di vita cadrà su Creta, dove aprirà un piccolo hotel insieme al fidanzato Andreas. L’isola, con la sua calda luce e i dorati tramonti e il ritmo lento e pacato della vita mediterranea, sembrano offrire una promessa di serenità. Ma, per Susan, l’incanto è solo effimero: il lavoro nell’hotel è estenuante, il rapporto di coppia rischia di guastarsi  e la monotonia, tanto diversa dal suo frenetico mondo editoriale, le pesa con un velo di malinconia.
Questa fragile tranquillità verrà  tuttavia infranta dall’arrivo dei Treherne, una coppia inglese giunta sull’isola con un unico obiettivo: ritrovare la  figlia scomparsa. La ragazza,  Cecily, ha lasciato dietro di sé solo criptici indizi, disseminati  tra le pagine di “Atticus Pünd e il nuovo caso”, il romanzo postumo di Conway, ispirato a un omicidio avvenuto otto anni prima proprio nell’hotel cretese della famiglia Treherne.
Susan Reyland , che ha conosciuto e curato l’opera dello scrittore, appare come l’unica possibile custode della verità  o per lo meno l’unica persona in grado di interpretare quei segnali nascosti, e l’onere di decifrarli la riporterà, inevitabilmente, al suo antico ruolo di investigatrice.
Anthony Horowitz conferma ancora una volta la sua straordinaria capacità di costruire trame complesse e avvincenti. L‘ingegnosa  struttura del romanzo  si svilupperà infatti su due livelli, sovrapposti come scatole cinesi. Al primo piano avremo la Susan reale, che indaga tra gli hotel e la campagna inglese, interrogando testimoni, raccogliendo documenti e interpretando segni; al secondo, invece il mondo letterario di Atticus Pünd, detective dalla precisione quasi maniacale e dal fascino d’altri tempi, immerso nello stesso mistero ma trasposto e filtrato attraverso la penna di Conway.
Il gioco a incastro è molto raffinato: personaggi e indizi si rispecchiano, le situazioni reali e quelle inventate si intrecciano, e il lettore sarà costretto  a immergersi in  due misteri paralleli, ciascuno con la propria tensione, i propri colpi di scena e le proprie rivelazioni.
Il fascino del romanzo sta anche nella capacità di bilanciare la complessità della trama con una facile lettura. Horowitz non tradisce mai il lettore: tutti i plausibili indizi necessari ci sono ma talmente evanescenti e  inafferrabili da sorprendere e intrigare fino all’ultima pagina. Come in un Cluedo letterario all’Agatha Christie: ogni dettaglio, ogni gesto, ogni parola può diventare la chiave per risolvere l’enigma.
L’autore infatti si ispira chiaramente alla tradizione dell’Età dell’Oro del giallo britannico, con atmosfere eleganti, indagini meticolose e colpi di scena calibrati, ma lo fa con un respiro moderno, integrando la psicologia dei personaggi a tensione narrativa e a riflessioni sulla natura umana.
In questo secondo volume della serie, Horowitz introduce anche Daniel Hawthorne, ex detective e alter ego collaborativo dell’autore stesso. Il loro rapporto, fatto di contrasti, sarcasmo e complementarietà, aggiunge profondità e leggerezza al racconto. In “La sentenza è morte”, i due si trovano ad affrontare l’omicidio di Richard Pryce, avvocato divorzista dalla mente acuta e dai rapporti complessi, la cui morte efferata apre una rete di sospetti, alibi e segreti che si intrecciano con la scomparsa di Cecily e con altri misteri collaterali. La narrazione procede così tra intrecci, depistaggi e ingannevoli sospetti, sempre sostenuta da una scrittura precisa, elegante e calibrata. Il maggior pregio dell’opera sta  proprio nel modo in cui Horowitz fonde tradizione e innovazione. La suspense cresce in maniera costante, i colpi di scena arrivano nei momenti giusti, i personaggi sono delineati con cura e credibilità. Susan Ryeland emerge come protagonista forte e determinata, capace di leggere tra le righe della realtà e della finzione. Hawthorne, con le sue imperfezioni e la sua saggezza pratica, compensa e arricchisce la vicenda, creando un duo indissolubile pronto a istradare il lettore attraverso un labirinto di enigmi.
Le ambientazioni, dalla assolata atmosfera cretese alle verdeggianti  campagne inglesi, dai quartieri alti di Londra a librerie storiche come la celebre Daunt Books di Marylebone, sono descritte con cura, trasportando il lettore in luoghi reali e riconoscibili, ma sempre sospesi tra realtà e finzione. La capacità di Horowitz di evocare contesti vividi e atmosfere precise rende ogni scena tangibile, quasi cinematografica.
In sintesi: un giallo corposo, raffinato, avvincente e sorprendente, un’opera che rende omaggio ai grandi classici, ma con voce originale e contemporanea.

Anthony Horowitz è uno degli scrittori più prolifici ed eclettici del Regno Unito, noto per la serie bestseller di Alex Rider. Sceneggiatore per la televisione, ha prodotto, tra le altre, la prima stagione dell’Ispettore Barnaby. Nel 2014 ha ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti in campo letterario. I delitti della bella di notte (Rizzoli 2021) è il secondo volume di una  serie.

:: L’uomo dagli occhi tristi di Piergiorgio Pulixi (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

5 settembre 2025

Piergiorgio Pulixi ci riporta nelle atmosfere intense e inquietanti che già avevano fatto di  L’isola delle anime un romanzo di culto. Con il suo nuovo capitolo della serie delle ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, l’autore sardo alza ulteriormente la posta in gioco, costruendo una trama che coniuga la tensione narrativa del thriller, la denuncia civile del noir e la profondità emozionale di un’indagine sull’animo umano. La verità non è mai neutra, ma ha il sapore del peccato, e chiunque osi scavare più a fondo rischia di rimanere travolto.

La storia si apre con un’immagine sinistra: nelle acque limpide di un lago dell’Alta Ogliastra, incorniciato da boschi e montagne, un villeggiante nota un motoscafo alla deriva con a bordo il corpo senza vita di Michelangelo Esu, un bellissimo diciassettenne, travestito e truccato da donna, colpito con ventitré coltellate. La scena, che infrange l’incanto del paesaggio, costringe il lettore a calarsi subito nel lato oscuro di Saruxi,  una comunità apparentemente perfetta. Il motoscafo appartiene a Daniele Enna, ex sindaco, volto emergente della politica regionale, pronto a candidarsi alla presidenza della Sardegna con la bandiera della transizione ecologica. E subito quel delitto si trasforma in una bomba pronta a esplodere: dietro la virtuosa immagine del “paese del vento”, simbolo di prosperità e sviluppo green, affiorano interessi, ricatti e infiltrazioni mafiose legate al business dell’eolico.

La madre della vittima, Lorenza Maxia, è una figura centrale e indimenticabile. Il suo dolore, lo strazio quasi palpabile di una madre che ha perso l’unico figlio, non si limita a definire un personaggio, ma diventa voce collettiva e denuncia di una comunità che preferisce insabbiare piuttosto che affrontare la verità. Saruxi è un paese raffinato, ordinato, ricco di fiori e di servizi, ma dietro la facciata si celano inconfessabili compromessi e un potere politico che si intreccia con la criminalità. Pulixi è un maestro  nel descriverne il  contrasto: la seducente bellezza del luogo e il marcio che corrompe le fondamenta.

Sull’indagine lavoreranno Mara Rais ed Eva Croce, chiamate a occuparsi del caso dal procuratore generale con un preciso dictat: risolverlo senza clamore, proteggendo la fragile impalcatura politica che regge la candidatura di Enna. Le due ispettrici, già protagoniste di altre eccezionali indagini, si dovranno muovere in una terra che conoscono e temono, sorvegliate da vicino e ostacolate da occulti poteri che hanno solo interesse a seppellire i segreti del lago. Ciò nondimeno il romanzo non è solo la cronaca di una difficile inchiesta ma forse soprattutto il ritratto di due donne multiformi,  costrette a confrontarsi non solo con il male all’esterno, ma anche con le proprie più intime fragilità.

Mara Rais è impegnata in una devastante battaglia personale: l’ex marito è riuscito a sottrarle la figlia adolescente grazie a un’ordinanza del tribunale. La sua urgenza di risolvere il caso quindi non è solo professionale, ma principalmente legata al bisogno di dimostrare di essere una madre affidabile e di poter riconquistare un pezzo della sua vita. Eva Croce, invece, che non si concede mai tregua, vive la ricerca della verità come un percorso doloroso dentro le proprie zone d’ombra, quasi intrappolata dai suoi fantasmi e dalle sue contraddizioni. Insieme, Mara ed Eva tuttavia incarnano due diverse espressioni della stessa resistenza, benché unite da un rapporto fragile e continuamente messo alla prova. Qualcuno, infatti, trama per dividerle, alimentando sospetti e screzi: e invece l’equilibrio tra loro è indispensabile, perché solo la fiducia reciproca può condurle fino in fondo.

La struttura del romanzo è ben calibrata: tre parti precedute da un prologo che restituisce la vittima nella sua essenza più vera. Michelangelo Esu non è solo un corpo martoriato, ma anche un  giovane artista che dipingeva angosciosamente occhi maschili tristi, a immagine di un mondo interiore sofferto ed enigmatico. Una scelta narrativa che regala al romanzo un insolito spessore: non bisogna dunque  solo scoprire chi ha ucciso, ma capire chi fosse davvero Michelangelo, cosa mai lo rendesse così fragile e scomodo da meritare una morte tanto brutale.

Pulixi mischia diversi livelli narrativi: la denuncia sociale delle infiltrazioni criminali nell’economia “verde”, la critica a una politica che preferisce proteggere le proprie carriere e non la verità e  l’analisi delle dinamiche di potere in un microcosmo comunitario specchio di vizi e storture universali. Ma c’è anche un grande romanzo sulle donne. Pulixi scava nell’animo femminile con empatia e con una precisione che raramente si trova nel noir, trasformando il dolore in una lente attraverso cui guardare la giustizia e la verità.

Il paesaggio dell’Ogliastra, come sempre nella scrittura dell’autore, non è solo cornice ma personaggio: un luogo di bellezza primordiale ma minacciosa, che rispecchia la tensione dei protagonisti. L’acqua del lago, con i suoi sepolti segreti, diventa metafora delle verità sommerse che rischiano di emergere con slancio distruttivo.

Pulixi si serve di un ritmo incalzante, fatto di capitoli brevi, dialoghi affilati e colpi di scena ben dosati, ma senza mai sacrificare la profondità psicologica. La tensione cresce progressivamente, fino a un finale che lascia addosso una sensazione di ferita aperta, di giustizia parziale, di resa dei conti più interiore che processuale.

Un libro teso, attualissimo e implacabile, che ci ricorda come dietro la patina di progresso e benessere possano nascondersi abissi di violenza e corruzione. Un noir che esaltando la forza d’animo delle donne, ci spiega come la giustizia, per quanto desiderata e inseguita, sia troppo spesso contaminata dal peccato.

Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) è uno scrittore di romanzi e racconti noir. “Perdas de Fogu”, romanzo-inchiesta ideato da Massimo Carlotto, segna l’avvio della carriera letteraria di Pulixi e l’inizio della sua collaborazione con il collettivo letterario Sabot. Sempre in questo progetto corale, Pulixi ha partecipato con il suo racconto alla raccolta “Donne a perdere”. “Una brutta storia”, “La notte delle pantere”, “Per sempre”, “Prima di dirti addio” sono i titoli che compongono la saga incentrata sull’ispettore Biagio Mazzeo. Nel 2014 ha presentato al pubblico “Padre Nostro” e il thriller psicologico “L’appuntamento”. Ha vinto il premio Franco Fedeli 2015 e i Corpi Freddi Awards con “Il canto degli innocenti”. “Lovers hotel” è invece una serie audio di sei puntate creata con Carlotto, mentre “L’ira del male” rappresenta la sua prima antologia. Pulixi, i cui romanzi sono al momento tradotti anche negli Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, pubblica alcuni dei suoi racconti anche nelle testate di «Left», «Micromega», «Narcomafie» e «Manifesto».

:: Il canto degli innocenti di Piergiorgio Pulixi (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

10 giugno 2025

Un protagonista stuzzicante per “Il canto degli innocenti”  primo capitolo della serie dei Canti del male,  : Vito Strega, un omone, quasi un colosso, (alto un metro e novantacinque), che gira in Mini Minor 1971, descritto come “forte, irascibile e sanguigno”, ma anche un colto laureato, con ben tre lauree: giurisprudenza, filosofia e psicologia, ma forse complessato da antiche e mai dimenticate storie familiari che gli rovinano la vita. Uomo tutto d’un pezzo, educazione militare, figlio d’un ammiraglio, ex combattente in Kosovo , con alcune storie alle spalle che vorrebbe  dimenticare, e talvolta generoso al punto di farsi male.
Una storia ambientata in una città sconosciuta e che pare quasi avulsa dalla realtà, ma con tante cose che richiamano il presente, dove  l’omicidio di una giovane studentessa getta la polizia nel caos.  A uccidere è stata un’adolescente di appena tredici anni. E non sarà l’unico caso : una serie di efferati omicidi, di inesplicabili delitti con il perverso sapore di vendetta, ribellione o riscatto, commessi da adolescenti fra i dodici e i quindici anni, metterà in ginocchio chi dovrebbe garantire giustizia, portando alla disperazione e al lutto tante famiglie . Una parte dei superiori e dei colleghi ritengono il commissario Vito Strega, brillante investigatore, uomo geniale e tormentato, sospeso dal servizio per aver sparato a un collega in circostanze misteriose e in attesa di un agognato  reintegro,  dopo il parere positivo di una strizzacervelli,  il solo in grado di fermare quella  orrenda a catena mortale.
L’unico capace di risolvere quello spaventoso enigma  e  che, con l’ esperienza di chi ha studiato psicologia, filosofia e legge, e l’istinto di chi non accetta  mai verità di comodo, dovrà indagare sottotraccia, sorretto solo dall’amica e collega ispettrice Teresa Brusca e l’acquiescenza del vice questore Palomara.
Ciò nondimeno  ogni pista che imboccherà pare voler celare un intreccio più oscuro. E dovrà  diffidare da indizi e particolari che potrebbero spingerlo fuori strada.
Ma poi chi mai avrebbe armato la testa e la mano  di questi ragazzi? Cosa si nasconde dietro la loro furia?  L’arduo percorso da  affrontare per  riuscire a tirare le fila e arrivare a una soluzione  sarà tutto in salita perché, se in letteratura esiste il tabù per cui i bambini e i ragazzi dovrebbero essere sempre innocenti, stavolta questo tabù verrà sgretolato e  spazzato via non solo dal fatto  che i ragazzi di Il Canto degli innocenti commettano terribili delitti, ma anche per quanto il farlo  dia loro tanta soddisfazione o almeno pare.
In questo suo primo episodio della Saga del Male, Pulixi tocca con mano un discorso e un problema strisciante : il Male attecchisce sotto i nostri occhi e trova terreno fertile nelle menti più fragili e suggestionabili, quelle dei giovanissimi in un mondo sempre più dominato dai video giochi e dai social network.
Ma perché poi questi ragazzi arrivano a uccidere con tanta rabbia? Cosa li spinge o chi? C’è una mente perversa dietro di loro? Un burattinaio che li plagia e coordina le loro mosse?
Molto   intrigante la prima parte con  il personaggio di Vito Strega, uomo  intelligente e motivato  benché si lasci coinvolgere troppo  in una alcune drammatiche scenate e magari inutili  scazzottate.
Ben calibrati nella narrazione i suoi principali comprimari,  il vice questore, la sua gatta Sofia e la strizzacervelli psicologa, la ex moglie , la sua ispettrice, l’inquietante seduttrice ufficiale dei carabiniere, l’amica bambina vicina di casa con nonna  saggia e molto simpatica, che ci incuriosiscono quanto basta .
Insomma  fatti i debiti patti con una certa indispensabile esagerazione della fiction, la storia tiene e mette addosso il pizzicorino in attesa del seguito,  pare affollato da molti futuri  episodi (promessi) per raccontare le mille facce del male ai giorni nostri. L’aspettiamo.

Piergiorgio Pulixi nato a Cagliari nel 1982, vive a Milano. Ha pubblicato Perdas de Fogu (Edizioni E/O 2008), L’albero dei Microchip (Edizioni Ambiente 2009), Donne a perdere (Edizioni E/O 2010) e la serie poliziesca iniziata con Una brutta storia (Edizioni E/O 2012) e La notte delle pantere (Edizioni E/O ecc.ecc.

:: La mia più oscura preghiera di S.A. Cosby (Rizzoli 2025) di Patrizia Debicke

24 Maggio 2025

“La mia più oscura preghiera” tradotto da Giuseppe Manuel Brescia, è  il thriller d’esordio che ha fatto giudicare dalla critica  S.A. Cosby un potenziale  maestro del genere, lanciandolo subito sul mercato americano e  internazionale.
La storia è ambientata a Queen County,  Virginia, paese di origine di Cosby. Con questo romanzo , S.A. Cosby inserisce subito il lettore nel cuore oscuro del Sud degli Stati Uniti, in una storia feroce e serrata, piena di personaggi che si muovono  tra crimine, redenzione e violenza.
“Mi occupo dei cadaveri” è il biglietto di presentazione di Nathan Waymake. Risponde così infatti  quando gli chiedono quale sia la sua occupazione. Ma chi lo conosce meglio sa che è molto più che un becchino. Sì certo, sa come trattare con i cadaveri visto che, quando non fa a botte con la teppa locale, lavora a tempo pieno nell’impresa di pompe funebri di suo cugino.
Ex marine, ex vice sceriffo, figlio di una coppia mista, padre bianco e madre di colore, ha dato le dimissioni per comprensibili e tragici motivi personali, ciò nondimeno si è costruito nella cittadina  del Sud dove è cresciuto, la reputazione in essere una persona retta in grado di aiutare la gente quando le altre strade non sono percorribili. Non è certo una persona che va in cerca di guai, ma purtroppo sembra che invece quelli stiano sempre là acquattati dietro l’angolo pronti ad acciuffarlo.
E infatti quando un amatissimo pastore locale, il criticato Reverendo Esau Watkins, meglio noto come E-Money per la capacità di spillare denaro ai fedeli con la sua Chiesa Battista della Nuova Speranza, due degnissime parrocchiane le signore Parrish e Sheer, si rivolgono a lui per chiedergli  di svolgere un’indagine privata sulle vere cause di quella morte, visto che la polizia pare stia facendo ben poco, le starà a sentire. Loro non credono che il pastore si sia suicidato, e tutte le prove suggeriscono che probabilmente hanno ragione.  Anzi addirittura pare che gli inquirenti locali stiano  tentando di far passare un omicidio per suicidio. Insomma, secondo le due signore, Nat dovrebbe impedire che la morte del religioso venga insabbiata dalla polizia. Ma a Queen County, Virginia, la locale giustizia ha molte facce e quasi nessuna pulita.  
Restio e dubbioso all’inizio, Nat accetterà tuttavia di fare qualche domanda allo sceriffo.
Quella che sembrava poco più che una chiacchierata informativa, un lavoretto facile, facile si trasformerà invece in poco tempo  in un’intricata e caotica  spirale di orrori nei più sporchi meandri della provincia americana, tra gangster dilettanti, spietati signori del crimine, affascinanti porno star, poliziotti corrotti, orge sfrenate,  dark ladies  e uno straricco,  prestigioso ma temibile  predicatore.
Mentre gli intrighi  da sbrogliare si diramano sfociando  in mille rivoli  Nathan, convivendo con  i fantasmi del proprio passato, dovrà muoversi con destrezza  gestendo le invasive ombre della corruzione , per portare alla luce tutta il marciume che molti dei potenti di  Queen Country vorrebbero venisse  definitivamente sepolto al cimitero con il pastore Watkins.
Perché a Queen County tutto si paga, e il prezzo della verità sembra essere il più alto di tutti. Qualcuno di molto più pericoloso ha addirittura messo Nathan nel mirino e il costo da pagare per le  sue indagini potrebbe salire talmente tanto da rivelarsi fatale.
Narrato in prima persona dal suo punto di vista, ci consente di cogliere la vera essenza del personaggio, dell’uomo, sia nei suoi difetti che nei suoi pregi. Ha in sé qualcosa di speciale, qualcosa che risalta con prepotenza facendo sì che la gente nei suoi confronti provi contemporaneamente attrazione e timore.
Un romanzo “La mia più oscura preghiera” condotto in costante tensione o con la minacciosa  sensazione, continuamente interrotta sia da episodi di violenza che da essere  sotto tiro.
Una trama con un retroscena cupo, pieno di sesso e volgarità, ma adeguato sia all’ambientazione che alle circostanze.
S.A. Cosby usa la scrittura in modo brillante atto anche a ricreare la realtà dell’ambientazione, le larghe  divisioni in città tra chi ha e chi non ha. Quello stacco o meglio largo divario che esiste tra le linee di discriminazione razziale e la subdola corruzione esercitata dalle persone in  possesso sia del denaro che del potere.
Ma non tutto della storia è buio e negativo, ogni tanto nelle pagine traspare  persino un velo di humour e alcune scene mi hanno fatto addirittura sorridere. Mi piace la dinamica dei rapporti  tra Nathan e Skunk, un vero amico e fidato killer a pagamento. Mi piace come interagiscono, l’assoluta comprensione e la fiducia reciproca  tra loro e ho apprezzato l’approccio concreto e sobrio di Skunk a ogni situazione.
All’inizio pur non calando mai di ritmo, quando le motivazioni di Nathan erano solo fondate sul guadagno, si notava come  un certo distacco  tra  lui e l’indagine ma verso la fine, quando ci avviciniamo rapidamente alla drammatica conclusione, la tensione e il suo diretto  coinvolgimento emotivo decollano,  arrivando quasi alle stelle.   

S.A. Cosby è uno scrittore statunitense, originario della Virginia. È autore di quattro romanzi e diversi racconti pubblicati su importanti riviste e raccolti in antologie. Per il racconto The Grass Beneath My Feet ha vinto nel 2019 l’Anthony Award for Best Short Story. Prima di ottenere successo come scrittore ha fatto diversi lavori tra cui il buttafuori, l’operaio, il giardiniere, il montatore di palchi e l’addetto alle pompe funebri. È un appassionato escursionista e giocatore di scacchi. Per Deserto d’asfalto (Nutrimenti 2021) ha vinto il Los Angeles Times Book Prize 2020 nella categoria Mystery/thriller. Sia di Deserto d’asfalto che del suo successivo romanzo Razorblade Tears.

:: La profezia del povero Erasmo di Andrea Vitali (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

5 Maggio 2025

Anni Trenta. Il corpo di uno sconosciuto  ritrovato in quella nebbiosa  mattina di novembre 1934  nel bosco che tocca la  riva del piccolo  lago svizzero, il lago di Bienne, non è certo una bella cosa. Né bella né allegra ma cosa poteva aspettarsi Ariella Achermann dopo aver accettato l’invito per  quella vacanza noiosa e malriuscita in casa della sorella in quel paesino di poche case e di pochi umani tappati ogni sera tra le proprie mura? Insomma un  vero disastro pensava  mentre passeggiava con il cane quella mattina, sforzandosi di trovare un qualche scusa per ripartire prima e invece zac la fregatura  e  quel morto.
Morto che si scoprirà nascondere in sé ben più di un mistero.
Tre anni prima, a Bellano, era stato celebrato  il funerale di Erasmo Siromalli,  integerrimo fruttivendolo , da anni vedovo inconsolabile,  con la passione per la storia patria, uomo stimato dal prevosto e dai concittadini per la sua onestà e laboriosità. Peccato che l’unico  figlio Cletto, l’orfano,  sia ben diverso dal padre, rimasto vedovo quando lui aveva appena 10 anni.
Il povero Erasmo  era morto con il timore  in cuor suo per il futuro della prole  e n’aveva ben donde.
Cletto infatti,  belloccio ventitreenne, pare del tutto disinteressato a portare avanti  la piccola  ma sana  e ben avviata attività paterna, molto apprezzata dall’affezionata clientela locale.
Vanesio e pasticcione,  fin dall’inizio rifiuta  di prendere in mano il negozio del padre.
Come il genitore è  stato messo sottoterra lui,  che  non si ritiene  adatto all’uggiosa  esistenza di un bottegaio in un  paesino di poche case affacciato sul lago, comincia l’opera di smantellamento  dell’eredità paterna con un primo e impulsivo  cambio di fornitore.  Per il resto poi tentenna incerto, lambiccandosi il capo  persino su come  organizzare per sé  un diverso  e possibile  futuro.
Futuro che magari, gli piacerebbe altrove,  lontano dalla cittadina di Bellano. Insomma Bellano gli va proprio stretta. Intanto comincia a fare danni, lavora di malavoglia , compra merce di cattiva qualità .  E pensa di cedere la bottega. Prima o poi, ormai ha deciso,  la venderà.
Fino a quando, durante un viaggio a Lecco per trovare un accordo appena  più conveniente con un commerciante della zona , quel tanto per tenere  nel frattempo in piedi il negozio, visto che si trova là , ne approfitterà per godersi una bella passeggiata per la città e un film incantatore interpretato dal celebre  Alberto  Rabagliati . Ma, uscito dal cinema, proprio in quel momento   il caso e il destino si metteranno di mezzo gettandogli  quasi tra le braccia la giovanissima operaia del locale opificio Gioietta Vendoli.  La ragazza  infatti dopo aver reagito con forza a un’inopportuna palpata  sulla natica destra mentre stava correndo per sfuggire  al molestatore, aveva accettato ben volentieri il cortese aiuto offerto del giovane.
Ora però bisogna spiegare che detta Gioietta, poverissima di famiglia, ma con sogni di un’altra vita  alimentati dalla lettura di riviste femminili o altre  del genere  Stelle e Cine mio, stava facendo  di tutto per sfuggire alla  bacchettona madre Castica, al padre sulla stessa piega e alla convivenza con lo zio invalido per un colpo apoplettico.
Cletto, affascinato e presuntuoso , si fingerà un prospero grossista, mentre anche lei cadendo nella stessa trappola e  quasi per gioco vanterà  una posizione sociale più elevata.
Sarà solo l’inizio di una serie di bugie, equivoci e imbrogli che moltiplicandosi inesorabilmente  condurrano  i due giovani sposi , nel frattempo mercè una presunta gravidanza sono arrivati anche all’altare , a un acrobatico e incontrollabile crescendo  con la messa in atto di un’escalation truffaldina. Faccenda comica e terribile ma con ferali conseguenze  per coloro  che hanno avuto la disgrazia di incrociare il loro cammino.
Cletto non  riuscirà a vendere il negozio per fare cassa in qualche modo  e ripianare i tanti debiti accumulati in lungo e largo e che non può pagare . Che fare? Eppure, suo padre, il povero Erasmo aveva previsto che, se suo figlio non avesse messo giudizio, gli sarebbe toccata una cattiva fine.
Ai due giovani, dunque ormai assillati dalle possibili conseguenze dei loro trascorsi e travolti da un romanzesco fuori controllo, non resterà  che la fuga. Insomma devono sparire e  come?
Ma Cletto e Gioietta si sentono furbi e ne sanno o credono di sapere una più del diavolo.
Andrea Vitali ci regala, con l’umorismo e la sua solita verve che l’identifica costantemente, una storia nera  interpetrata da  una coppia di sfaccendati provinciali , incontenibili nella loro ottusa e crudele stoltezza.

Andrea Vitali dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale.
Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004).
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo di nozze. L’anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n’è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedette, Premiata ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti), Viva più che mai (Garzanti). Nel 2019 esce Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti), Sotto un cielo sempre azzurro (Garzanti) e Documenti, prego (Einaudi). Altre sue pubblicazioni sono: Un uomo in mutande. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2020), Nessuno scrive al Federale. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2020), Vivida mon amour (Einaudi, 2021), Un bello scherzo (Garzanti, 2021), La gita in barchetta (Garzanti, 2021), Cosa è mai una firmetta (Garzanti, 2022), Eredi Piedivico e famiglia (Einaudi, 2024).
Tra le sue pubblicazioni si ricorda anche il libro per bambini La zia Ciabatta (Garzanti, 2020).Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea Vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.

:: Degna sepoltura di Cristina Rava (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

5 aprile 2025

In questo nuovo romanzo di Cristina Rava ci introduciamo  tra i segreti più sordidi  dell’animo umano, in quella ragnatela di bugie, segreti e rapporti pericolosi della provincia, appena mascherate nei retroscena, dal suono di volta in volta possente o delicato , ora forte  ora soave, dello splendido organo della cattedrale di Albenga. Quasi come  possente monito che certe verità rischiano di dimostrarsi molto  più vicine e pericolose di quanto si possa immaginare.
Stavolta uno strano caso di ambientazione tutta ligure per i due protagonisti  ormai diventati quasi degli amici:  Ardelia Spinola medico legale con un carattere determinato e una grande passione, oltre che per il lavoro, per i gatti e Bartolomeo Rebaudengo,  un commissario andato in congedo prima della pensione. Scelta, quella del commissario, stimolata dal bisogno di libertà e facilitata da un’inattesa cospicua eredità. Ma una scelta che non ha mai spento il suo bisogno di verità e di giustizia e visto che non giudica necessario indossare una divisa, continua a darsi da fare.
Un potenziale acquirente piemontese, Guido Pellissero, un professore  ormai in vista della pensione e abbastanza determinato a comprare un posto tranquillo, sicuro, tutto suo con magari un pezzettino di terra per fare l’orto, dopo aver  notato una vecchia casetta, poco più che un rudere lungo la strada secondaria tra Borghetto e Toirano, ha deciso di saperne di più. Purtroppo il tempo è avverso diluvia e non è certo il momento ideale per una visita. L’incaricato dell’agenzia, il geometra Trucco poi a cui è affidata la trattativa dell’immobile, arriverà con le chiavi ma senza averlo mai visitato prima. Il collega incaricato infatti, e che lo conosce, è fuori sede. Tuttavia l’ha informato che è rimasto invenduto per anni, solo per insormontabili beghe, pareva di divisioni familiari, ora superate . Dopo aver  fatto  visitare  al cliente interessato stanza dopo stanza, la casetta è grande, svela recondite potenzialità, magnificandone  la solidità della struttura, passeranno alla cantina, scendendo la scala…. Ma là si troveranno improvvisamente davanti a un cadavere, adagiato in una cassa e in avanzato stato di decomposizione. Però in quel cadavere c’è qualcosa  di strano, qualcuno gli ha messo tra le dita  un rosario e intorno a lui sono stati lasciati dei fiori ormai seccati e dei lumini votivi.  Parrebbe quasi con l’intento di offrire al defunto una specie di sepoltura. Una strana e inconsueta messa in scena che spalancherà agli inquirenti un ventaglio di ipotesi investigative e che scateneranno la più macabra fantasia di Ardelia, subito incaricata di fornire un referto nella sua veste di medico legale. La vittima è morta per la frattura della base cranica. Presumibilmente contro un gradino…Ma prima era stata colpita violentemente con un pugno allo zigomo destro…
Quel cadavere, si scoprirà presto per la denuncia presentata dai genitori da giorni, appartiene a Umberto, un adolescente ribelle che, uscito di casa dopo aver litigato con il padre ed essere stato punito da lui non è mai più tornato. Il ragazzo, figlio adottivo di una ricca e nota coppia della zona non si è mai veramente integrato in quel mondo e non ha mai legato con i compagni di scuola che si capirà lo bullizzavano, escludendolo dal loro giro. Timido e insicuro aveva un unico sincero amico,  Silvio Quintavalle appartenente a una famiglia semplice ma onesta. Un ragazzo che per vivere s’ingegna economicamente, è un bravo lavoratore e, già sentito dalla polizia, ha dichiarato di aver messaggiato tramite cellulare con  Umberto, averlo raggiunto e poi di essere rimasto con lui  per un po’ di tempo, prima di riportarlo con il suo vecchio pick up e su sua richiesta poco lontano da dove è stato ritrovato. Quindi di essersi allontanato per incontrare un’amica, con cui in seguito ha trascorso tutta la serata. Di Quintavalle pertanto si dovrà escludere l’eventuale colpevolezza per i   successivi messaggi con l’amico che, si vedrà, sono stati scambiati prima dell’ora della sua morte.   
Ma allora cosa è accaduto dopo a Umberto?  A questo povero ragazzo, voluto assolutamente, scelto, in parte viziato da una ricca figlia bramosa di discendenza ma forse mai davvero capito e amato. Solo pianto da morto? Come era finito in quella cantina? Aveva fatto qualcosa di sbagliato quando era rimasto solo? E se anche fosse? Possibile che un adolescente abbia fatto qualcosa di così grave da meritare di morire assassinato. Ma poi chi ha misericordiosamente composto il suo cadavere?  Pare difficile pensare che l’abbia fatto l’assassino. Ma allora chi e perché?
La faccenda appare molto ma molto intricata. Le indagini che, soprattutto all’inizio, viaggiano sul filo della psicologia e imboccano diverse piste ci consentono di scoprire i diversi personaggi e i loro segreti e pian piano individuare alcuni imprevedibili moventi.
Ciò nondimeno sarà tutto meno che facile scoprire la verità, in quella che a conti fatti si dimostrerà anche un’indagine contro il tempo.  
Bisognerebbe riuscire ad approfondire certe luminose intuizioni che potrebbero rivelarsi utili ma come? Riuscirà Ardelia, aiutata dall’intuito del commissario Rebaudengo, ad arrivare finalmente a delle conclusioni?
La storia è, come sempre, complessa, tortuosa, interessante, ma pur suggerendo strade alternative non presenta veri e propri  colpi di scena e si dipana soltanto alla fine.
Il linguaggio utilizzato dalla Rava, come sempre fluido, veloce, intrigante e ricercato accompagna tutta la trama e sono ben descritti alcuni personaggi minori e le loro storie. La solita coralità nel libro rende la lettura piacevole, anche se stavolta il solito giro di Ardelia con Alma, l’amica pianista per ora single, le telefonate e le dritte di Gabriele, l’amico misterioso uomo dei servizi ecc. ecc. finiscono con il comportare una serie di  particolari un po’ dispersivi. Apprezzo doverosamente le descrizioni di ottimi cibi consumati a pranzo e a cena, ma non altrettanto forse la loro ripetitività in questa nuova avventura della serie Spinola/ Rebaudengo. Unica vera novità infatti, nel ormai loro stracollaudato rapporto praticamente familiare è  il piccolo mistero finale legato a un diario arrivato da lontano?

Cristina Rava vive ad Albenga, sulla Riviera di Ponente, dove sono ambientati i suoi libri. Dopo inconcludenti studi di medicina, ha lavorato nel settore dell’abbigliamento e successivamente in campagna, ma sempre con la scrittura come efficace salvagente per galleggiare nella vita.
Già autrice di due raccolte di racconti e di una memoria storica, tutte legate al territorio ligure, dal 2007 ha intrapreso la via del noir con alcuni romanzi pubblicati da Fratelli Frilli tra il 2006 e il 2012. Per Garzanti ha pubblicato i romanzi Un mare di silenzio (2012) e Dopo il nero della notte. Un’indagine di Ardelia Spinola (2014), entrambi aventi come protagonista il medico legale Ardelia Spinola. Nel 2021 è uscito per Rizzoli Il pozzo della discordia.

:: Uccidi i ricchi di Sandrone Dazieri (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

5 marzo 2025

Mai come in questo momento par diventare d’attualità questo intrigante romanzo  di Sandrone Dazieri: “Uccidi i ricchi”  il mondo in cui deve confrontarsi , l’ex vicequestore Colomba Caselli rassegnate le dimissioni di servizio e riciclatasi come detective privato.
Una Caselli coinvolta in un’apparentemente cervellotica indagine da Donatella Sermonti, vicedirettrice del Dis – il Dipartimento informazioni per la sicurezza, che coordina l’attività delle agenzie dei Servizi segreti per conto del governo –  in cui sarà costretta a confrontarsi con “I Ricchi” quelli che ormai sembrano avere tutto il potere e peggio, perché possono davvero tutto in  questo mondo. Proprio contro i Super Ricchi (qui si parla di una specie di cerchio magico dei 400) i componenti di quell’oligarchia che governano l’economia e gli equilibri mondiali. I primi venti poi dispongono di  assoluto potere. E naturalmente comandano su tutto. E ciascuno di noi contribuisce ad accrescere la loro disumana ricchezza . Chi di noi  non si serve di un qualche loro servizio? Web, farmaci, armamenti.  Proprio così : ci siamo, eh direte, e  lo viviamo ogni giorno sulla nostra pelle in questa epoca che fa da scenario ai Trump,  ai Musk, al business condotto dai colossi del web nell’arroventato scacchiere geopolitico dove le superpotenze decidono la vita e la morte di popoli  e giocano pericolosissime  sulle teste di noi tutti ? Un’altra guerra è cominciata, quante ce ne saranno ancora per appagare la loro fame di volenza e predominio?
Un titolo geniale poi : UCCIDI I RICCHI. Un invito alla rivolta? Beh senza dubbio visto le mostruose  disuguaglianze tra l’1 per cento dei super ricchi e il resto della popolazione mondiale, costantemente sbattute in faccia al resto della popolazione  schiacciata dalle immani  prepotenze , di cui ormai godono pochissimi. I nuovi duchi, re , imperatori del ventunesimo  secolo smaniosi solo di monarchia assoluta, che giocano  con il potere e la vita di tanti sudditi inermi.
Lei Colomba Caselli, per questioni non facili da superare ovverosia: “sopravvissuta a due attentati e a un coltello nella pancia” pareva scomparsa dalle scene. Io però, sono sicura che ve la ricorderete, Si vero? Una   bella donna, capelli corti neri, colore degli occhi verde cangiante, spalle larghe da nuotatrice, zigomi alti, armoniosi. Nella sua nuova veste di detective privato, dovrà indagare su uno strano incidente che acquisterà presto le nette caratteristiche di un omicidio.  
A Milano, il multimiliardario ex calciatore Jesús Martínez è atterrato appena il giorno prima con il suo Dassault Falcon 2000lxs a Milano, dove possiede un favoloso appartamento al venticinquesimo piano della Jungla Urbana . In uno di quei grattacieli di cristallo che schiaffeggiando i normali cittadini  con le loro facciate coperte di rigogliose piante,  rimandano alle città abbandonate del Pianeta delle scimmie. Jesús Martínez, quarantanove anni, da giovane giocava nel Paris Saint-Germain, ora invece (cioè, poco prima di esser ritrovato morto sotto i nostri occhi nelle prime pagine di Uccidi i ricchi) è un colosso nel settore delle macchine per il fitness e degli integratori. Tanto, ma tanto denaro guadagnato a palate.. E infatti è atteso a cena dagli amici al ristorante del Bulgari. Una cena  in suo onore  visto che  “Forbes” l’ha appena inserito tra i 500 uomini più ricchi del mondo.
 Nella Jungla Urbana non troverete mai una foglia fuori posto, un filo di polvere  e tutto è sempre sotto il  costante controllo di telecamere.  Ma la mattina Martinez, dopo aver fatto colazione, un’ora di esercizi con i pesi e mezz’ora di meditazione,  entrerà  nella sua spettacolare  criosauna, di ultima generazione, fabbricata dalle sue aziende: un cubo di cristallo di tre metri per lato e  avvierà  a voce il trattamento,  ma quel comando sarà  il suo ultimo segno di vita.
Il  suo cadavere infatti verrà rinvenuto congelato  nella criosauna dalle guardie del corpo alle nove del mattino. Un incidente?  Un guasto? Effettivamente parrebbe,  ma poiché Martinez è  uno dei cinquecento uomini più ricchi al mondo, bisogna far piena luce su quella morte, anche se la ferrea privacy garantita ai proprietari fin dai suoi primi passi nell’ambiente non trasparente e vischioso dei multimilionari finisce con rendere l’indagine molto più impegnativa, intricata e pericolosa del previsto. Ma Colomba che, dopo  il sopralluogo a casa della vittima dove  troppi particolari non  tornano, ha accettato lo stesso  l’incarico, deve  darsi da fare e cominciare a superare uno a uno gli ostacoli davanti a sé , pur appoggiata e spronata dal fratello ed erede dell’impero del morto,Glenn Martinez . E per riuscirci davvero avrà bisogno anche dell’indispensabile aiuto del suo amico e  socio, Dante Torre, uomo dalle intuizioni geniali e mago delle tecnologie digitali , ma affetto da  claustrofobia  traumatica  e semiparalizzante  che ha vissuto e subito con lei i tempi di un  difficile  passato. Un passato che ha regalato loro una particolare complicità affettiva che li tiene praticamente in  collegamento mentale, anche quando sono lontani l’uno dall’altra.
I due, dopo avere appurato che l’incidente della sauna nasconde un omicidio, si renderanno  conto che la morte  di Martínez non è l’unica sospetta tra quelle verificatesi  tra  i membri del ristretto gruppo di multimilionari. E peggio perché una serie di comunicati online, a firma A. Train, gridano lo slogan: “Uccidi i ricchi”. Nascondendosi infatti dietro l’ipotetico intervento della mano di un diabolico vendicatore sociale, oppure  del  machiavellico intento di un gruppo di anarchici e  complottisti, il killer sembra inafferrabile.
Altre atroci e imprevedibili azioni di sangue ci saranno e  verranno rivendicate,   e Colomba e Dante, mentre la suspence  vola in  vertiginosa ascesa,  dovranno battersi contro un fantomatico assassino seriale,  districandosi  in una girandola di false piste, colpi di scena e inattese scoperte.
Ma  qualcosa si muove, qualche plausibile indizio salta fuori. Ci siamo, è il  momento di stringere i tempi e  mettere finalmente in trappola l’assassino.
Grazie  alla  penna di Sandrone Dazieri, un thriller implacabile, che senza concedere scuse,  ci spiega cosa potrebbe  accadere  attorno a noi e con noi  in un prossimo futuro, molto prossimo? Brrr….
Creatore della serie del Gorilla, Dazieri ci regala oggi questo super thriller interpreto dai due personaggi altrettanto super che i suoi lettori hanno già potuto apprezzare: Colomba Caselli e Dante Torre.

Sandrone Dazieri è uno dei maggiori interpreti italiani del noir e del thriller. Inventore della serie di culto del Gorilla, ha pubblicato la Trilogia del Padre tradotta in più di venticinque Paesi. Per Nero Rizzoli ha pubblicato La danza del Gorilla (2019). Il suo ultimo romanzo è Il male che gli uomini fanno (HarperCollins, 2022).

:: Ti ricordi di Sarah Leroy? di Marie Vareille (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

27 gennaio 2025

Anni Novanta. Sarah Leroy e Angélique Courtin si erano stranamente conosciute nel cimitero di Bouville-sur-Mer, piccolo paese sulla Manica. Tutte e due avevano sette anni ed era il giorno del funerale della mamma di Sarah. Sarah aveva lasciato la chiesa in preda a una crisi di pianto e aveva raggiunto Angélique che a gambe incrociate e con addosso un impermeabile giallo troppo grande, stava seduta su una tomba nel cimitero di Bouville- sur – Mer. Quel cimitero descritto nel romanzo, molto suggestivo, non è a Bouville ma a Varengeville-sur-mer ed è ancora in cima alla scogliera bianca a picco sul Canale della Manica poco lontano da Cap Gris-Nez e di là, se il tempo è bello, si riesce persino a vedere l’Inghilterra .
Angelique “adorava i cimiteri”. Un hobby forse un tantino inquietante, penserete ma in quel momento Sarah non ci aveva fatto caso, anzi in un attimo di rabbia aveva persino tirato un sasso contro quella ragazzina sconosciuta ma Angelique si era alzata, si era avvicinata e l’aveva stretta tra le braccia. Profumava di mare e di cioccolata calda e quell’abbraccio le aveva dato conforto e offerto amicizia. La solidarietà è l’unica soluzione per le brutte cose della vita, le aveva detto allora Angélique. E le aveva piazzato sulle orecchie le cuffie del walkman preso in prestito dalla sorella Maggiore Fanny, che trasmetteva Sensualité di Axelle Red.
Nel 2001 Sarah era una sedicenne tranquilla, gradita a tutti, brava nuotatrice e studentessa modello. Angélique è bella ma Sarah ha il grande vantaggio di far parte di una famiglia benestante. Per un periodo le loro strade si erano divise, dopo le medie, ma prima della scomparsa di Sarah erano tornate amiche, molto amiche. Tanto da formare con altre due coetanee il gruppo delle Disincantate. Un giorno di fine estate tuttavia Sarah non farà ritorno a casa. Dov’è finita e cosa le sarà accaduto? La notizia, divampando su tutti i media francesi, terrà gli spettatori incollati davanti agli schermi televisivi per giorni e poi settimane. Verranno ritrovati i suoi vestiti, le sue cose, si supporrà che sia stata uccisa e buttata in mare, ma non si rinverrà mai il suo corpo. Ciò nonostante un giovane, qualcuno a lei vicino e che le aveva già fatto torto, finirà in prigione con l’accusa di omicidio. E il caso verrà chiuso.
Ciò nondimeno a vent’anni dalla sua scomparsa, il 3 settembre 2001 in Francia, nel paesino di Bouville-sur-Mer,” i riflettori si riaccendono all’improvviso sul caso di Sarah Leroy. Chi era stato condannato per la sua morte sta per uscire di prigione…
E succede proprio il giorno in cui Fanny Courti, vice-caporedattore della rivista per cui lavora e prossima alla promozione a direttore editoriale della versione online della rivista Mesdames, viene convocata da Catherine, il suo capo. Una convocazione in un giorno per lei tremendo. Tremendo perché è lo stesso in cui ha appena ricevuto dalla sorella minore Angélique la notizia della morte della loro madre e quello in cui la vicepreside della scuola della figliastra l’ha chiamata con urgenza per un colloquio. L’adolescente Lilou, figlia del marito di Fanny, Esteban, stavolta l’ha fatta grossa e si è beccata una sospensione. Di ben tre settimane e in più, avrebbe dovuto iscriversi a uno stage previsto dal suo percorso scolastico, cosa che naturalmente si è ben guardata dal fare. Senza contare che i rapporti fra Fanny e Lilou sono piuttosto difficili, neppure migliorati dalla nascita del piccolo Oscar, di quattro anni, benché da subito adorato dalla sorella maggiore .
Stanca e snervata, Fanny sarà costretta a trascinare Lilou con sé in ufficio dove si sentirà dire dal suo capo che la rivista online prevede una serie di articoli dedicati a Sarah Leroy, a vent’anni dalla sparizione. E chi meglio di Fanny, originaria di Bouville, sorella maggiore di Angelique, la migliore amica di Sarah e dunque più che informata dei fatti, potrà occuparsene? E visto che Lilou ha approfittato dell’occasione per intromettersi, potrà fare il suo stage, accompagnandola.
Fanny prova a resistere con tutte le sue forze all’incarico, persino a costo di veder sfumare la promozione, ma alla fine si vede costretta ad accettare. All’epoca, anche lei in un certo senso aveva avuto un ruolo nel fattaccio per cui cui – benché il corpo di Sarah non fosse mai stato ritrovato – era stato condannato a vent’anni di galera Éric Chevalier, figlio della matrigna di Sarah – per la ragazza una specie di fratellastro, sebbene questi si sia sempre dichiarato innocente. Ma su lui giravano da tempo nella cittadina voci che non si fosse comportato bene con qualche altra ragazzina e alcuni particolari parevano collegarlo irrimediabilmente alla sparizione di Sarah.
Fanny ricorda ancora bene di aver mentito alla polizia avvallando i movimenti di sua sorella minore Angélique e scagionandola. Ma è stata solo lei a mentire? In quanti allora non dissero tutta la verità e ancora tacciono? Cosa per esempio facevano e pensavano le Disincantate?
Loro, le quattro grandi amiche d’infanzia: Sarah, Angélique, Jasmine e Morgane. Legatissime tra loro in un speciale momento della loro vita.
E saranno dunque proprio le due investigatrici dilettanti, Fanny la giornalista affiancata, suo malgrado, dalla figliastra con la quale ha un rapporto tumultuoso, che si ritroveranno a indagare insieme sul mistero che circonda ancora la scomparsa di Sarah.
E per farlo dovranno recarsi sul luogo della tragedia per interrogare i testimoni di allora, in particolare Angélique, la sorella di Fanny che ancora vive là ed era la migliore amica di Sarah.
Se Lilou porta avanti il suo stage indagando con passione, Fanny invece si muove in modo più riservato, con maggiore circospezione. Il suo comportamento in un certo senso stupisce la figliastra che sospetta la matrigna di nasconderle qualcosa.
Insomma, l’enigma Sarah imbocca una strada oscura, che par volersi infittire a ogni passo, lasciando intuire troppi confidenziali segreti nascosti, parole mai dette collegabili ad alcune inesplicabili zone grigie e a definitivi giudizi di condanna .
E man mano che Marie Vareille, l’autrice, solleva il velo su quel passato, alternando le voci di Fanny, Lilou, Sarah, Angélique, riuscirà infine a fornire un’ ipotesi su quanto accaduto. Ma la realtà non potrà mai essere svelata.
Ambientato sulla Costa d’Opale, quel tratto di costa sulla Manica della Francia settentrionale, situato di fronte alla costa sud-orientale dell’Inghilterra, questo romanzo, giusto, incisivo, sapientemente diretto e con un finale inaspettato, dà ovviamente il posto d’onore a tutte queste donne, all’amicizia, alla sorellanza, ma affronta anche argomenti più seri come lo stupro, le molestie, le famiglie allargate, le apparenze, i lutti, le rivalità… Tutti questi ritratti di adolescenti/donne che portano avanti il romanzo sono infatti minuziosi e perfettamente rappresentati.
Un romanzo che è allo stesso tempo accattivante e commovente… e beh sì magari anche un po’ nostalgico per chi è cresciuto negli anni ’90.

Marie Vareille è nata in Francia nel 1985 e ora vive nei Paesi Bassi con il marito e le due figlie. Il suo bestseller, “La vie rêvée des chaussettes orphelines”, è stato tradotto in molti paesi e ha venduto più di 200.000 copie in Francia. Il libro ha ricevuto il Charleston Readers’ Prize nel 2020.

:: Un uccellino mi ha detto di Susan Fletcher (Rizzoli 2024) di Patrizia Debicke

3 novembre 2024

Florence Butterfield ha vissuto una vita straordinaria, piena di viaggi, anche in paesi esotici passione e avventure ma ormai, a ottantasette anni compiuti, sospetta che non ci saranno più sorprese per lei. A causa di uno stupido incidente domestico, che ha richiesto l’amputazione di mezza gamba, ha dovuto rinunciare al suo delizioso cottage e andare a vivere a Babbington Hall, una tranquilla casa di riposo nell’Oxfordshire, una ex splendida residenza gentilizia riconvertita, ed è convinta che il futuro non le riserverà più colpi di scena. Prende quanto la vita le offre ancora, filosoficamente e con obiettività. Solo da qualche giorno rannuvolata dalla morte di un vicino con il quale era entrata in confidenza che, inciampando in un laccio della scarpa è caduto malamente in un angolo del giardino fratturandosi il cranio.
Ma dopo una gentilezza di Florence, detta Florrie e una breve conversazione tra loro, Renata Green, la direttrice di Babbington Hall, ha espresso il desiderio di parlare ancora con lei, cosa che le regala ottimismo. Finalmente qualcuno chiede il suo parere, insomma la “vede” come una persona ancora vitale e capace.
Però, proprio la notte dopo, il solstizio di mezza estate, il loro appuntamento era fissato per il pomeriggio successivo, scoppia un forte temporale durante in quale accade un fatto terribile, e poi strano, inaspettato. Un grido nella notte e Renata Green precipita dalla sua finestra al terzo piano, con Florrie che assiste alla sua caduta. Un gesto che l’inquieta molto e la rende sospettosa. Ricoverata in coma all’ospedale, la direttrice sopravvive attaccata a una macchina, Le possibilità di un risveglio e di un completo ricupero sono flebili. L’evento però verrà archiviato dalla polizia come un tentativo di suicidio. Il gesto disperato di una giovane donna triste e sola, dall’esistenza irrimediabilmente scialba. Ma Florrie è di un altro avviso e pur confinata su una sedia a rotelle, non rinuncia alla curiosità, che ha sempre fatto di lei un’osservatrice attenta. Insomma un dubbio comincia ad assillarla. Per lei non si tratta di un tentato suicidio ed è determinata a scoprire la verità.
Spalleggiata e creduta da un ex professore di latino Stanhope Jones, un nuovo e gentile residente con il debole per le bretelle sgargianti, cercherà di fare luce sull’accaduto. Stanhope non è arrivato a Babbington Hall da molto tempo, ma è un uomo intelligente, sensibile e anche lui pensa che dietro quella caduta possa esserci molto di più. È stato davvero un tentativo di suicidio o invece stanno vivendo accanto a un potenziale assassino? I due anziani investigatori dilettanti decidono di unire le loro capacità intellettuali per mettersi in gioco e provare a risolvere il mistero.
Ma l’unico indizio da cui partire e che parrebbe avvallare l’ ipotesi di un possibile delitto è un biglietto ricevuto dalla direttrice prima di precipitare dal terzo piano: una busta color magenta, con l’indirizzo scritto a mano, con una calligrafia molto particolare, aperta e subito buttata nel cestino quel giorno.
L’ambientazione della antica casa di riposo, circondata da un lussureggiante angolo di campagna appare perfetta per fornire alle loro ipotesi una miriade di possibili sospetti. Quindi Florrie, spingendo la sua sedia a rotelle lungo il giardino e gli scricchiolanti parquet dei corridoi di Babbington, e Stanhope dall’alto del suo oltre un metro e novanta che lo costringe a piegarsi per non battere la testa contro i soffitti dell’antica struttura , muovendosi con prudenza cercheranno potenziali indizi. Per poterlo fare dovranno attingere alle confidenze di una indimenticabile serie di personaggi quali: le cosiddette “sorelle Ellwood”, invece cognate tra loro e tutte e due vedove di due fratelli gemelli, irrefrenabili impiccione, la ricca ed eccentrica Marcella Mistry, e il nuovo reverendo Joe, un ex buttafuori passato alla Chiesa.
Tutti personaggi ideali per aggiungere suspence alla storia mentre Florrie scava sempre più a fondo nei pettegolezzi che girano, buttandosi con entusiasmo giovanile in una avventura in grado di riesumare i suoi ricordi e di rinnovare quel suo segreto tracciato dalle sbiadite cicatrici sulle sue nocche e semi sepolto, da sette decenni ormai, diventato ora sempre più difficile da ignorare.
Un uccellino ti ha detto della pluripremiata autrice Susan Fletcher è un giallo avvincente e edificante perché anche un ritratto toccante ed empatico dell’invecchiamento, imperniato su una protagonista unica e molto speciale.
Ben scritto e ben tradotto per merito di Matteo Camporesi mi ha costretto ad assaporare ogni frase che pian piano ricostruiva l’umanissimo personaggio Florence Butterfield. Lei, la sua vita, la persistente oscurità del suo passato e il vero focus di chi fosse davvero questa donna di 87 anni, per tanti anni in giro per il mondo alla scoperta dell’amore per quanto fugace, e di come una vera e sincera amicizia possa nascere nelle circostanze più insolite o banali.
Non un thriller veloce ma coinvolgente e che si snoda lentamente in un trionfo di osservazione, comprensione, connessione emotiva e gratitudine, racchiusi in un mistero intrigante e sempre più teso. Un bel libro.

Susan Fletcher è nata nel 1979 a Birmingham. È autrice del bestseller “Eve Green”, vincitore del Whitbread First Novel Award.

:: Naufragio di Enrico Pandiani (Rizzoli 2024) a cura di Valerio Calzolaio

30 settembre 2024

Torino. Febbraio – marzo 2024. Abdel sta osservando e controllando con goduria una Alvis TD21 del 1963, seconda serie con freni a disco; dopo un’accorta trattativa la compra per ventiduemila euro, cinquemila in meno del tetto che si era prefissato. Sale a bordo per portarla a sistemare nella propria officina e, uscendo, riconosce la figura del Numero Uno, cappotto grigio di taglio classico e consueta lobbia sul capo. Lo scaltro vecchietto vuole parlargli, ha un incarico per i quattro della banda Ventura: il vissuto attempato marsigliese Max Ventura, che ora gestisce insieme alla compagna Federica un buon ristorante popolare (aperto a tutti coloro che hanno i soldi per pagare e pure a chi non ce li ha); la magnifica malgascia Sanda, socia di una palestra di arti marziali; la malinconica alsaziana Victoria, che si sta ricostruendo una vita da infermiera, con la figlia e con la splendida compagna poliziotta Elettra; e appunto il vissuto kabilo algerino Abdel, che possiede un’officina di auto d’epoca. Tutti e quattro nacquero in realtà con altri nomi e cognomi, sono ex detenuti francesi, scappati, latitanti e fuggiti in Italia da quasi venti anni. Numero Uno, per non denunciarli, li ha convinti a lavorare per lui, coinvolti in pericolose avventure con mille sfaccettature internazionali; questa è la terza, tre mesi dopo la precedente; protestano ma sono costretti ad accettare. Devono indagare su un naufragio di un mese prima sul Lago Maggiore: a bordo c’erano dieci ricchi amici, pure inglesi e tedeschi, e ci furono quattro vittime fra cui una contessa italiana ancora dispersa. Un po’ tutti risultavano proprietari, collezionisti o commercianti di preziose auto d’epoca e vi sono varie questioni che non convincono nella vicenda, anche se la bufera meteo è certificata.

L’ottimo grafico editoriale, illustratore, sceneggiatore e scrittore Enrico Pandiani (Torino, 1956, primo noir nel 2009) ha vinto il Premio Scerbanenco 2022 con il primo romanzo della nuova serie (introdotta accanto a quelle Les Italiens e Zara Bosdaves), intitolato “Fuoco”. I quattro protagonisti piacciono e anche questa storia è godibile, un giallo hard-boiled narrato in terza persona varia (talora su altri personaggi, non solo i “buoni”), attraverso quasi una cinquantina di capitoli il cui titolo è anche l’ultima frase di ogni testo. Continua ovviamente pure la storia parallela commissionata dall’avvocato Teodoro (amico di Max e Abdel) per “rendere migliore la vita di un gruppo di persone”; qui seguiamo Lamberti (attraverso quattro capitoli) in Albania, Belgio e Francia per affrontare un’inchiesta su alcuni omicidi avvenuti dieci anni prima nelle Ardenne, era stata sgominata una pessima crudele banda che rapiva ragazzini per il traffico di organi. Per il naufragio attuale (da cui il titolo) si va da giovedì 22 febbraio a martedì 19 marzo 2024, con frequenti inevitabili incursioni nell’intera regione Piemonte, soprattutto dalle parti di Stresa e dell’affascinante Lago Maggiore, il secondo italiano per superficie dopo quello di Garda. Innumerevoli le vetture storiche citate, lo scomparso conte Murazzano di Salignon aveva nell’immensa rimessa della villa, fra le altre, l’Aston Martin stile Bond e la Jaguar stile Diabolik, un Maggiolino Volkswagen del 1950 e un’antica rossa Ferrari. Inoltre, si scopre che da qualche parte potrebbe anche esserci una Mercedes d’incommensurabile valore. A Reims si chiacchiera degustando Pommery cuvée Louise 2004. Casualmente, la radio trasmette spesso canzoni appropriate con le contingenze, come Fortunate Son dei Credence Clearwater Revival o Anywhere on This Road di Lhasa De Sela.

Enrico Pandiani ha esordito nel 2009 con Les Italiens, primo romanzo dell’omonima serie poliziesca, di cui tutti i titoli sono disponibili in BUR, insieme a quelli che compongono la serie di Zara Bosdaves. Con questo romanzo – vincitore del premio Scerbanenco 2022 – si apre la saga della banda Ventura.

:: La moglie del becchino di Frédéric Dard (Rizzoli 2024) a cura di Giulietta Iannone

29 agosto 2024

Celebre forse più per le inchieste umoristiche del commissario Sanantonio, Frédéric Dard è anche autore di una serie più che considerevole di romanzi noir che Rizzoli sta meritoriamente pubblicando in italiano tradotti da Elena Cappellini, tra cui l’ultimo La moglie del becchino (Le Pain Des Fossoyeurs, 1956). Protagonista di questo breve romanzo dove trionfa l’amour fou, è Blaise Delange, un parigino senza né arte né parte che si reca in provincia per rispondere a un’inserzione di lavoro da parte di una ditta di caucciù. Arriva tardi, il posto è già stato preso ma all’ufficio postale incontra una donna bellissima e melanconica e se ne innamora. La donna perde il portafogli e l’uomo in un rigurgito di coscienza e onestà, o forse solo per rivedere la donna, decide di non tenersi gli ottomila franchi che contiene, di cui avrebbe disperatamente bisogno, e di riconsegnare il portafogli. Così fa la conoscenza di Germaine Castain, infelice moglie di Achille Castain, il becchino del paese. Colpito da tanta onestà Castain decide di offrirgli un lavoro e così Blaise accetta rimanendo inevitabilmente invischiato nei segreti di quell’improbabile coppia. Dard ha un debole per le belle donne capaci di portare alla rovina uomini sentimentali e inevitabilmente ingenui seppure fondamentalmente poco onesti e anche in questa storia vediamo ripresentato questo schema seppure l’ironia e l’amarezza con cui Dard delinea caratteri e ambienti rende la lettura piacevole e scorrevole. I romanzi di Dard si leggono in fretta e questo non fa differenza. Abbiamo la provincia inquietante e sonnolenta, una coppia mal assortita, e l’ingenuo Blaise Delange come terzo incomodo, innamorato e poi amante di Germaine, la dark lady della storia, una ragazza giovane, bellissima, malinconica forse non raffinata ed elegante ma basta poco arrivata a Parigi per trasformarla in una vera bellezza. A ritroso poi ci si chiede se la bella Germaine ha davvero perso inavvertitamente il portafogli o è stato solo un ingegnoso e diabolico piano per catturare un ingenuo nella sua trappola. I noir non prevedono lieto fine, e anche questo non l’avrà ma è singolare vedere come Dard riesca a far sembrare tutto inevitabile, seppure l’ingiustizia del finale gridi vendetta. Particolare. Da segnalare soprattutto la scena nella tomba quando Blaise tenta di recuperare un cadavere, macabra e nello stesso tempo divertente.

Frédéric Dard (1921-2000) ha iniziato a pubblicare romanzi alla fine degli anni Quaranta e i 175 volumi della serie del commissario San-Antonio sono stati uno dei più grandi successi editoriali francesi della seconda metà del Novecento. Parallelamente, Dard ha scritto numerosi altri romanzi e racconti. Amico di Georges Simenon, come lui autore di una vastissima opera, Dard è considerato tra i più importanti esponenti del noir francese. Per Rizzoli sono usciti: Il montacarichi (2019), I bastardi vanno all’inferno (2021), Gli scellerati (2022), Prato all’inglese (2022) e Negli occhi di Marianne (2023).

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Giulia dell’Ufficio Stampa Rizzoli.

:: La moglie del becchino di Frédéric Dard (Rizzoli 2024)

24 agosto 2024

Se fosse stata di Parigi, avrebbe avuto quel che le mancava di più, ovvero un certo senso dell’eleganza.


Non sarebbe mai dovuto restare in quella mortifera cittadina della provincia francese, una volta saputo che il posto di lavoro per cui era giunto fin lì era stato assegnato a qualcun altro; ma fra Blaise Delange e il treno che poteva riportarlo a Parigi ci si mette un portafoglio smarrito, e tanto basta a innescare la torbida macchinazione del caso. Delange nel portafoglio trova dei soldi, la carta d’identità di una donna di nome Germaine Castain, la foto di un uomo. E scopre, dopo avere deciso di restituirlo, che l’irresistibile Germaine, occhi azzurri malinconici un po’ troppo grandi, aria sottomessa, fascino esplosivo, è la moglie del becchino del paese, il bilioso e manesco Achille Castain. Accolto nella tetra casa della coppia, dopo avere incassato i ringraziamenti di rito Delange si lascia convincere a lavorare nell’impresa di pompe funebri, scoprendosi con sorpresa molto adatto allo stravagante ruolo, nonché a quello di focoso, soggiogato amante di Germaine. Uno strano triangolo va formandosi, tra quelle quattro mura “rivestite di carta da parati giallastra, del colore di una malattia incurabile”, cui presto si aggiunge un quarto incomodo. E allora in quest’atmosfera plumbea accesa di ossessioni, in un nervoso crescendo di tensione, le gelosie incrociate e l’amour fou non lasceranno scampo.

Frédéric Dard (1921-2000) ha iniziato a pubblicare romanzi alla fine degli anni Quaranta e i 175 volumi della serie del commissario San-Antonio sono stati uno dei più grandi successi editoriali francesi della seconda metà del Novecento. Parallelamente, Dard ha scritto numerosi altri romanzi e racconti.

Amico di Georges Simenon, come lui autore di una vastissima opera, Dard è considerato tra i più importanti esponenti del noir francese. Per Rizzoli sono usciti: Il montacarichi (2019), I bastardi vanno all’inferno (2021), Gli scellerati (2022), Prato all’inglese (2022) e Negli occhi di Marianne (2023).