:: Le riletture: vi capita mai terminato un libro di volerlo rileggere?

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ReadingArgomento delicato: le riletture per un lettore.

Ci sono lettori che non rileggono mai i libri già letti, (i libri sono tanti, la vita è breve) altri, come me, che conservano i libri più amati in una nicchia speciele della libreria, e li rileggono periodicamente. (Posso fare i nomi: Anna Karenina, tutto Raymond Chandler, l’ Ulisse di Joyce, Lolita di Nabokov, etc…)

Ma vi è mai capitato di finire un libro e di volerlo subito leggere di nuovo?

A me non capita spesso, ma alcune volte sì. Come per l’ultimo libro che ho letto. Lo so le riletture per un blogger sono la norma, per scrivere (bene) una recensione è buona norma rileggere un libro più volte, ma proprio volerlo fare? No, non mi capita spesso.

Un blogger ha di norma diversi libri in lettura, o perlomeno sullo scaffale.  E si sa la fretta è una cattiva consigliera.

Leggere troppo velocemente non ti fa assaporare a pieno una lettura. E si sa un blogger letterario è innanzitutto un lettore.

E voi lettori forti, (mi pregio di pensare che i lettori del mio blog siano lettori forti) amate rileggere un libro appena terminato?, tornare in quel mondo, con quei personaggi, assaporare dettagli che una prima lettura, veloce magari, vi ha fatto trascurare? Attendo le vostre riflessioni e risposte.

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18 Risposte to “:: Le riletture: vi capita mai terminato un libro di volerlo rileggere?”

  1. FMtech Says:

    I libri in cui ricado più volentieri, e in diversi momenti della mia vita, si riferiscono a un autore che apprezzo molto ovvero Giovanni Guareschi…. (della serie non solo Don Camillo, ma storie di una quotidianità che seppur appartenente agli anni ’50 riesce a risultare sempre e più attuale di quel che si pensi….)

    • Giulia Says:

      Singolare il vocabolo che utilizzi “ricado”. Comq è vero a volte non c’è solo un libro, ma addirittura un’ intera serie, o l’intera produzione di un autore. Dopo un libro particolarmente bello è molto difficile iniziare una nuova lettura.

      • FMtech Says:

        Utilizzo “ricado” perchè è un piacevole ritorno anche su pagine in cui mi ero immerso o mi ero lasciato cullare…. Sono strano, sono così… Basta leggermi per capirlo… 🙂 Grazie a te per la risposta!

      • Giulia Says:

        No, la mia non era una critica, giusto un’ osservazione. Notavo che per alcuni c’è qualcosa di negativo, malsano nelle riletture. Non è certo il tuo caso, ma altri addirittura si sentono quasi in dovere di chiedere scusa. Invece è bello rileggere, a mio avviso. Grazie a te di aver partecipato.

  2. Vincenzo Says:

    Di volerlo rileggere mi capita spesso, soprattutto per quelli più avvincenti, che ti arrecano quasi un dolore fisico quando sono finiti… ma poi non lo faccio😉😉

    • Giulia Says:

      E perchè non lo fai, Vincenzo?

      • Vincenzo Says:

        Perché è un desiderio istintivo ma abbastanza irrazionale, almeno credo… un qualcosa che ti viene più dal cuore che dalla testa e dunque appena ci rifletti un attimo capisci che non è una grande idea… almeno quella di rileggerlo subito, magari più in là!😀

      • Giulia Says:

        Interessante punto di vista. A me succede invece come per i fim, se mi piaciono molto li rivedo in “loop”, e imparo le battute. Solo che bisogna avere tempo, si scoprono sempre punti di vista e sfumature che alla lettura precedente erano sfuggite.

  3. Daniela Says:

    non sento il bisogna di tileggere un libro appena terminato, caso mai vado a ripassarmi solo i passi che durante la lettura ho evidenziato…è più facile e mi è capitato di sentire il bisogno di rileggere a distanza di tempo un libro per ravvivarne i colori un po’ spenti nella memoria

  4. alemarcotti Says:

    Molto spesso😊

  5. Maria Pia Truzzi Says:

    A me piace tantissimo tenere in uno spazio” a parte”della libreria i libri letti che mi sono piaciuti o quelli in cui ho trovato descrizioni, personaggi, che particolarmente mi hanno colpito. E ogni tanto li vado a rivedere, a rileggere le pagine dove ho lasciato un segnalibro, una cartolina, e riprovo quelle sensazioni.E ogni volta rivaluto lo spessore della scrittura e il “valore”di avere fra i tanti proprio quel libro.

    • Shanmei Says:

      E’ vero lo faccio anche io. Ci sono poi dei classici che “vanno” riletti periodicamente, e trasmettono sensazioni sempre nuove. Poi naturalmente dipende dallo stato d’animo. Se sono molto triste leggo un Sanatonio di Dard e mi torna subito il buon umore!

  6. Fritz Gemini Says:

    A me e’ capitato di rileggere a distanza di qualche anno, Diceria dell’untore di Bufalino. E’ stata l’unica volta che l’ho fatto e mi sono pentito, perche’ la seconda volta, non so per quale motivo, aspettavo di rivivere la magia della prima volta e non e’ stato cosi’. Non credo sia dovuto al solo fatto che conoscendone la storia, sapevo gia’ come si sarebbe svolta la trama. Credo fosse anche una questione legata a stati d’animo. Sono pero’ dell’idea che sia meglio rileggere alcuni capolavori, che “perdere” tempo a leggere cose nuove magari di bassa qualita’. E’ una cosa che continuo a ripetermi, ma che non riesco mai a mettere in pratica. Spero di farlo. Un classico da rileggere per me: La Coscienza di zeno, ma anche “il libro dell’Inquietudine.

    • Shanmei Says:

      Mi trovi sostanzialmente d’accordo dipende dal momento, dall’entrare o no in sintonia con un testo, con il suo spirito. Se c’è quest’alchimia anche testi di 500 pagine e oltre si leggono molto velocemente. Io rileggo anche gialli e trhiller di cui la scoperta del colpevole insomma è il colpo di scena principale. Sul leggere solo i classici, penso che ogni tempo abbia buona letteratura, tutto sta nel trovarla e per farlo gioco forza si finisce a leggere anche fuffa. Anche se c’è da dire testi veramente pessimi è difficile portarli al termine. Anche se la percezione della bellezza come dicevamo prima dipende molto dagli stati d’animo. Per cui magari un libro lo si può mettere da parte e riprendere in seguito magari leggendolo con gusto. Poi quando scopri un autore valido, è un po’ come scoprire una vena d’oro, non la si lascia.

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