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Emily di New Moon 3. Il sentiero di Emily, Lucy Maud Montgomery  (Gallucci 2022) A cura di Viviana Filippini

24 ottobre 2022

Terzo e ultimo capitolo della saga con protagonista Emily di New Moon che è tornata nel luogo della sua infanzia con  “Emily di New Moon 3. Il sentiero di Emily”, Lucy Maud Montgomery, edito da Gallucci. New Moon non è cambiata per nulla, è sempre il piacevole luogo in grado di accogliere con affetto coloro che vi tornano dopo tanto tempo. Emily è cambiata invece, perché è cresciuta, allo stesso tempo ha fatto scelte che l’hanno portata a rifiutare il posto di lavoro in una rivista di New York, ma, nonostante questo, lei ama ancora scrivere, anzi è una parte fondamentale della sua vita. Tornata a New Moon, Emily percepisce che c’è un qualcosa di diverso nel luogo dove è scresciuta con le zie e presto, giorno dopo giorno, lo scoprirà se quel cambiamento è effettivo o solo una impressione. Il terzo volume della storia (preceduto da “Emily di New Moon” (Gallucci 2021) e “Emily cresce” (Gallucci 2022)) è caratterizzato dalla ricerca del proprio posto nel mondo da parte di Emily, ma anche di quelli che sono i suoi comprimari e amici di sempre: Ilse, Perry e Teddy. Il libro è caratterizzato da un intreccio solido, dove si alternano fraintendimenti d’amore, colpi di scena improvvisi e cambiamenti dell’ultimo momento che, come noterà il lettore, trasformeranno in modo completo le sorti dei diversi personaggi e della stessa Emily. Uno degli elementi che torna sempre nella vita della protagonista, dal primo al terzo tomo della saga, è il suo bisogno di scrivere, sempre, in ogni momento. Inventare storie da leggere e da far leggere. Un fare irrinunciabile per la protagonista che vero sì vive la sua avventurosa vita quotidiana, anche con spasimanti del tutto impensabili che mettono un po’ di pettegolezzo a New Moon ma, allo stesso tempo, inventa storie dove il vissuto di ogni giorno anima le sue creature letterarie. “Emily di New Moon 3. Il sentiero di Emily” di Lucy Maud Montgomery  può essere visto come l’ultimo tassello del percorso di formazione della protagonista alle prese con le prove da superare, paure da affrontare e conflitti interiori da comprendere per entrare a far parte del mondo adulto, senza però dimenticare mai del tutto la spensieratezza delle propria infanzia. Traduzione dall’inglese Angela Ricci.

Lucy Maud Montgomery nacque a New London, in Canada, nel 1874 e morì a Toronto nel 1942. Nella sua vita pubblicò numerosi libri per ragazzi, raggiungendo l’apice del successo nel 1908 con Anna dai capelli rossi, primo di una serie di otto volumi. Le vicende dell’orfanella erano in parte ispirate all’infanzia dell’autrice, che da piccola aveva perso la madre ed era stata allevata dai nonni. Tradotte in decine di lingue, le storie di Anna hanno continuato ad avere grande seguito fino a oggi, grazie anche alla celebre serie animata giapponese che la tv italiana ha trasmesso a partire dal 1980 e alla recentissima fiction distribuita da Netflix in tutto il mondo.

Source: inviato dall’editore. Grazie all’ufficio stampa Gallucci.

:: Angela Ricci ci racconta Lucy Maud Montgomery in libreria con le “Cronache di Avonlea”(Gallucci 2022) , scomparsa il 24 aprile 1942 A cura di Viviana Filippini

24 aprile 2022

Dopo la serie “Anna dai capelli rossi”, “Emily di New Moon”, sono in libreria le “Cronache d’Avonlea” collegate alla figura di Anna dai capelli rossi, ma anche a tanti altri personaggi del piccolo paesino nati dalla penna di Lucy Maud Montgomery, che hanno animato le pagine della letteratura mondiale. Il 24 aprile 1942, 80 anni fa, scompariva l’autrice di romanzi per bambini di origini canadesi e per scoprire qualcosa in più su di lei e sui suoi lavori, ho intervistato Angela Ricci, che per Gallucci editore si è occupata della traduzione delle opere della Montgomery.

Benvenuta Angela, come è stato occuparsi della traduzione dei romanzi della scrittrice canadese?

È stata insieme una scoperta e una riscoperta. Avevo letto Anna ed Emily da bambina e ne ero rimasta affascinata. Quando ho ripreso in mano questi testi da grande ho ritrovato tutta la magia che ricordavo, ma anche molto di più. Si dice sempre che i traduttori sono i migliori lettori di qualsiasi libro, perché si soffermano su ogni singola parola, ed è vero. Traducendo questi romanzi ho capito perché mi erano piaciuti così tanto da piccola e perché piacciono anche agli adulti, a più di un secolo di distanza da quando sono stati scritti. Da una parte è perché la Montgomery parla di sentimenti, desideri ed emozioni così umani che rimangono immutabili a tutte le età e in tutte le epoche, dall’altra c’è il suo modo davvero particolare di descriverli. Spesso lo fa attraverso i paesaggi e la natura, ma a volte le basta un gesto, un dettaglio fisico, oppure una parola o un modo di dire messi in bocca a qualche personaggio. Insomma, il lavoro su questi testi, che ancora non è finito, mi ha fatto capire che Lucy Montgomery non è “solo” una scrittrice per ragazzi (nell’accezione sminuente che a torto si dà spesso a questa definizione), ma una scrittrice nel senso più alto che si può dare a questa parola. 

Quali sono i temi che ritornano in tutte le opere che lei ha avuto modo di tradurre?

Ci sono tantissimi temi che ritornano nelle opere di Lucy Montgomery, alcuni più evidenti, altri che rimangono un costante sottofondo. L’ottimismo, il guardare con fiducia ed entusiasmo alla vita, è certamente un tema ricorrente e trova la sua incarnazione proprio nelle protagoniste dei romanzi. Ma quello della Montgomery è un ottimismo molto “realista”. Nei suoi libri ci sono tanti momenti cupi, e anche se le protagoniste riescono a superarli ne conservano le cicatrici. Ci sono poi tanti personaggi secondari che rimangono invece prigionieri di scelte sbagliate e preda dei propri rimpianti, a testimonianza del fatto che il lieto fine per la Montgomery non è per forza scontato. Un altro tema molto amato dai lettori è la natura, le descrizioni dei paesaggi dell’Isola del Principe Edoardo rimangono nel cuore e fanno davvero venire voglia di andarli a vedere di persona. Infine c’è un tema in particolare che affiora in tutti i libri di Lucy Montgomery e mi piace moltissimo, quello delle piccole comunità. La Montgomery, come le sue protagoniste, è nata e cresciuta su una minuscola isola, in una comunità piccola e spesso anche un po’ chiusa, ma ci tiene a ribadire che la gente che vive nei piccoli centri, alla periferia del mondo, non è poi tanto diversa da quella delle grandi città dove avvengono gli eventi più importanti. Ci sono ovviamente tantissime differenze, ma le grandi gioie e i grandi dolori della vita in fondo sono simili per tutti, perché riguardano l’amore, l’amicizia, la realizzazione personale, gli affetti perduti o ritrovati. Questo è un tema che emerge diverse volte nelle riflessioni di Anna e anche di Emily, ma forse trova la sua migliore espressione nelle antologie di racconti, in cui a essere protagonista è la gente di paese, dalla vita solo apparentemente banale. 

Avendo lavorato sui testi della Montgomery è possibile comprendere qualcosa del carattere dell’autrice?

Io penso di sì, ma è difficile avere certezze perché Lucy Montgomery aveva senza dubbio una personalità molto complessa. Certamente si capisce quale sguardo cercava di avere sul mondo, lo stesso sguardo positivo delle sue protagoniste, che però forse nella vita reale, dove le cose non sempre sono andate come voleva, spesso le è mancato. Io credo che avesse una profondissima sensibilità, non solo letteraria ma anche umana, e una spiccata curiosità che le permetteva di trovare sempre il lato interessante e artistico della quotidianità, sua e degli altri. 

Quanto l’autrice mise di se stessa nelle sue creature letterarie?

Nei personaggi di Lucy Montgomery c’è tantissimo di lei, soprattutto in Emily di New Moon, che per stessa ammissione dell’autrice è un personaggio molto autobiografico. C’è tanto di lei anche in Anna, con la quale forse ha voluto mostrare la sua parte più allegra e spensierata, che infatti si vede soprattutto nei primi romanzi della saga e poi lascia il posto a riflessioni più mature. Non bisogna però fare l’errore di identificare totalmente l’autrice con le sue protagoniste. Basta leggere la sua biografia, o i suoi diari, per scoprire tanti lati del suo carattere che non appartengono a nessuna delle sue eroine. Personalmente credo che ci sia parecchio di lei in moltissimi personaggi secondari, che sospetto possa aver costruito a partire da qualche tratto particolare, magari persino spiacevole, del suo carattere. Insomma, sparpagliato e a tratti nascosto nei vari personaggi, c’è molto di Lucy Montgomery in quello che ha scritto. 

Perché ad un certo punto, dopo le “Cronache di Avonlea”, secondo lei, Lucy Maud Montgomery entrò in crisi per quanto riguarda la scrittura?

La Montgomery, stando a quando si evince dai suoi diari e dalla sua biografia, entrò, per così dire, un po’ in crisi con Anna, ovvero il personaggio che le aveva regalato il successo. Le Cronache di Avonlea furono pubblicate quando erano già usciti i primi due volumi della saga, e l’autrice in realtà non aveva intenzione di scrivere dei seguiti, pensava già ad altri personaggi. Il pubblico però aveva voglia di altre storie di Anna e non si accontentò dei racconti, dove la loro beniamina appariva pochissimo. Le pressioni dell’editore e dei lettori indussero quindi la Montgomery a scrivere un terzo libro, che in realtà non avrebbe voluto scrivere. Immagino che tornare a dedicarsi a un personaggio di cui pensava di aver già detto tutto, e sforzarsi di scrivere un romanzo che non aveva voglia di scrivere, sia stato abbastanza per farle mettere in questione il suo rapporto con la scrittura, però in questa storia c’è sempre un elemento che non mi torna: Anna dell’isola, ovvero il famoso terzo libro di Anna che la Montgomery scrisse di malavoglia, in realtà è un bellissimo romanzo, e uno dei miei preferiti di tutta la saga!

Quale è stato, e quale è, il ruolo della Montgomery nella letteratura per ragazzi di ieri e di oggi?

Di certo ha regalato a tante generazioni di lettori storie e personaggi indimenticabili, come dimostrano l’eterno successo dei suoi libri e le tante trasposizioni per il cinema e la televisione. All’epoca in cui sono state inventate, le protagoniste della Montgomery erano delle vere e proprie rivoluzionarie, in anticipo sui tempi, e sono sicuramente state di ispirazione per tante donne che cominciavano a farsi spazio in ambiti prima riservati solo ai maschi. Se per le ragazze di inizio Novecento le storie della Montgomery erano un’ispirazione per immaginare un futuro diverso, per lettrici e lettori di oggi sono l’occasione per dare un’occhiata a un mondo d’altri tempi, che però per alcuni versi era più semplice, concreto e genuino di quello di oggi. C’è tanto da imparare sull’umanità dai romanzi della Montgomery, però prima di tutto – e questo vale per tutte le epoche – c’è l’incontro con una scrittrice che sa far emozionare come poche altre. 

Source: grazie a Marina Fanasca e all’ufficio stampa Gallucci.

:: Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery a cura di Angela Ricci, illustrazioni di Elisa Bellotti (Gallucci Editore 2021) a cura di Giulietta Iannone

9 Maggio 2021

Ecco un nuovo libro per bambini, dai 6 anni in su, nella collana Prime letture Stelle Polari – Grandi storie per i primi lettori di Gallucci editore: Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, un capolavoro della letteratura per l’infanzia celebre anche per l’anime giapponese prodotto dalla Nippon Animation nel 1979 da cui fu tratto. Anna dai capelli rossi, qui raccontato da Angela Ricci e illustrato da Elisa Bellotti, è un’ottima lettura propedeutica per i più piccini in stampatello maiuscolo per i primi progressi, con il carattere ad alta leggibilità EasyReading. Narra la storia di Anna, una simpatica e vispa ragazzina di undici anni dai lunghi capelli rossi legati in due trecce, che arriva a Avonlea, paesino su un’isola davanti alla costa del Canada. Matthew e Marilla, fratello e sorella ormai anziani, decidono di adottare un ragazzo dall’orfanotrofio che li aiuti nella loro fattoria Green Gables, e quando si vedono arrivare Anna sulle prime sono un po’ perplessi, ma Anna è troppo simpatica e sa farsi volere bene così decidono di non mandarla indietro. Sarà l’inizio di una grande avventura, di nuove amicizie, della scuola, e dell’incontro con Gilbert Blythe, sulle prime visto da Anna come presuntuoso e antipatico, ma poi… Interamente a colori, nelle ultime pagine troviamo anche Gioca con la storia, dove il bambino può scrivere, disegnare e seguire i semplici e divertenti esercizi di comprensione del testo.

Lucy Maud Montgomery nacque a New London, in Canada, nel 1874 e morì a Toronto nel 1942. Nella sua vita pubblicò numerosi libri per ragazzi, raggiungendo l’apice del successo nel 1908 con Anna dai capelli rossi, primo di una serie di otto volumi. Le vicende dell’orfanella erano in parte ispirate all’infanzia dell’autrice, che da piccola aveva perso la madre ed era stata allevata dai nonni. Tradotte in decine di lingue, le storie di Anna hanno continuato ad avere grande seguito fino a oggi, grazie anche alla celebre serie animata giapponese che la tv italiana ha trasmesso a partire dal 1980 e alla recentissima fiction distribuita da Netflix in tutto il mondo.

Angela Ricci ha ritradotto per Gallucci editore gli otto romanzi della saga di Anna dai capelli rossi. Vive e lavora a Roma.

Elisa Bellotti è un un’accanita lettrice di libri e manga, una fan del mondo fantasy e una cat lover. Ma soprattutto è un’illustratrice, dal momento che non sa fare altro che disegnare. Dalla nebbiosa Pavia collabora con importanti case editrici italiane ed estere e ha ottenuto numerosi premi a livello nazionale.

Source: libro inviato dall’editore al recensore. Ringraziamo Marina dell’ufficio stampa Gallucci editore.