Archive for the ‘Gli scrittori parlano dei loro libri’ Category

Se fossi Lady Oscar, uscito per Odoya edizioni a cura di Elena Romanello

29 dicembre 2024

4f090aa2-4856-4194-a422-567dcc17a123Mi avessero detto da ragazzina che un giorno mi sarei occupata di un personaggio dei manga e degli anime che adoravo già allora come Lady Oscar, non ci avrei forse creduto, anche se va detto che da un certo punto in poi, una volta passate le paturnie adolescenziali che mi avevano allontanata da queste mie passioni, mi sono molto impegnata in tal senso collaborando con fanzine e giornali, realizzando pagine web e scrivendo saggi e racconti.
Conoscevo da tempo la casa editrice Odoya di Bologna, che ha fatto uscire vari libri interessanti sulla cultura del fantastico e nerd, gli avevo sottoposto alcuni miei progetti e si è concretizzato quello su Oscar, partendo da una collana loro varata da non molto tempo, nata come Agire e pensare su ispirazione di un’iniziativa analoga francese e poi diventata Se fossi… un determinato personaggio.
Ho scelto Lady Oscar, che ho trattato innanzitutto dando informazioni su di lei, la sua storia e la sua importanza non solo tra i manga e gli anime, perché è stata un’opera che ha fatto davvero epoca, in Giappone e nel resto del mondo, Italia in testa, basti pensare che oggi non si può più pensare alla corte di Versailles, alla presa della Bastiglia e alla Rivoluzione francese senza associarci l’intrepida eroina creata da Riyoko Ikeda.
Lo scopo del libro e della collana di Odoya è anche quello di raccontare i singoli personaggi attraverso le loro caratteristiche psicologiche e di comportamento anche pratico, in modo da indicarli come modello di vita: certo, Oscar resta una figura abbastanza irraggiungibile, ma che comunque dà spunti per uno stile di vita romantico, coraggioso e culturalmente interessante.
La storia della Rosa di Versailles, titolo originale del manga e poi dell’anime, si collega a tanti argomenti e tematiche coinvolgenti e appassionanti, dallo sfondo storico alle figure iconiche delle donne guerriere, dal protagonismo femminile nelle opere di finzione ma anche tra artiste e autrici al rutilante mondo di manga ed anime.
Il libro è corredato da una copertina con un’immagine originale rielaborata scelta dall’editore e da un apparato di illustrazioni aggiunte in fase di impaginazione e pubblicazione non da me che raccontano comunque bene questo unico personaggio, che continua ad ispirare racconti di finzione (le famose fanfiction), illustrazioni e opere grafiche, cosplayer, eventi, come la conferenza ai Japan Days di Roma a cui ho partecipato anch’io lo scorso 20 ottobre, mostre, tra cui quella al WOW di Milano di quest’anno, e l’appuntamento ormai fisso ogni luglio qui sotto la Mole del tributo artistico Una Rosa a Torino a cui collaboro anch’io, presso l’hotel Adalesia organizzata dalla BM.
Un successo e una passione che hanno coinvolto tutte le persone coinvolte, dalla sensei Riyoko Ikeda allo staff che realizzò l’anime per la TMS, dai Cavalieri del Re, che fecero la sigla italiana cantata dall’artista Clara Serina, ai doppiatori italiani, considerati divi a tutti gli effetti dai fan, accolti sempre con grande affetto, che loro apprezzano molto, come hanno ricordato appunto Cinzia de Carolis, Massimo Rossi e Luciano Roffi all’evento di Roma.
Un sodalizio che continua nelle nostre vite e che ormai coinvolge più generazioni e a fine gennaio uscirà in Giappone un nuovo film ispirato ad Oscar, che ha già diviso il fandom ma che comunque porterà nuova visibilità e interesse intorno a questa figura unica di eroina, non solo all’interno di manga ed anime.
Il saggio Se fossi Lady Oscar rappresenta un punto di arrivo e di ripartenza per me: non è il primo che realizzo in tema e non sarà certo l’ultimo: qualcuno ha insinuato che ormai ho esaurito gli argomenti, ma non è così, io continuo e continuerò a scrivere cose in tema, perché sui classici, come diceva Italo Calvino ci sarà sempre qualcosa da dire. E certe storie sono parte di noi per sempre, perché siamo anche e soprattutto le storie che amiamo, come dicevano sia Cesare Pavese che Tiziano Terzani.
Ci saranno quindi altre mie cose su Oscar, ma intanto c’è questa proposta, per scoprire o riscoprire un personaggio e quanta affinità che ha con noi, al di là delle facili battute che sono venute da fare anche alla sottoscritta, tipo che se fossi lady Oscar non avrei lasciato il povero André, prototipo dell’uomo ideale da oltre quattro decenni per più di una generazione, a languire da solo per tutto quel tempo…

L’Enciclopedia del Fantasy scritta per Edizioni NPE a cura di Elena Romanello

21 aprile 2024

Edizioni NPE propone l’Enciclopedia del Fantasy, scritta da me, dopo una lunga gestazione e varie revisioni che si sono succedute in questi ultimi anni.
Averla in mano è indubbiamente una bella soddisfazione, perché rappresenta un ulteriore tassello di una passione che è diventata un lavoro, in un percorso iniziato tempo fa, quando da adolescente rimasi folgorata nell’ordine dal libro La storia infinita, dal film Labyrinth e in seguito da ExcaliburLe nebbie di Avalon, rispettivamente un film e un libro. Poi è arrivato tutto il resto e ho visto il fantasy passare da fenomeno di nicchia, come era negli anni Novanta, con l’evento Itinerari fantastici, a mainstream grazie al successo mondiale di Harry PotterIl Signore degli Anelli e Game of Thrones. Ma ci sono molte altre storie dentro questo genere.
L’idea di fare un’Enciclopedia sul fantasy risale a qualche anno fa, quando presi il libro Torino magica fantastica leggendaria scritto da Massimo Centini per Piemonte in bancarella, organizzato come un’enciclopedia e pensai che poteva essere interessante fare qualcosa del genere sul fantasy. In tema, avevo già pubblicato la Storia del fantasy per Anguana edizioni e ero al lavoro sulle guide non ufficiali a due serie cult di questi ultimi anni, Once upon a time Game of thrones, poi uscite rispettivamente per Yume edizioni e per Ultralit.
In un primo tempo, pensavo di mescolare tutte le voci, su qualsiasi argomento, poi ho deciso di dividerle in quindici aree tematiche: Le Origini Fiaba ed Epica, I filoni del fantasy, Autori e Autrici, Storie e personaggi, Icone, Luoghi, Illustratori, Fumetti, Anime e manga, Cartoni animati, Cinema, Serie TV, Giochi e Videogiochi, Fantasy e società.
Meglio essere ordinati, anche se il mondo del fantasy invita davvero a mille e mille viaggi nella fantasia, sempre gratificanti e che si sono spesso organizzati su più media, partendo spesso comunque e sempre dai libri, alla base della maggior parte delle serie.
Ho cercato di essere il più esauriente possibile, senz’altro ho tralasciato qualcosa, confesso che su alcune cose, come i giochi, non so moltissimo. Non ho fatto l’impaginazione, ma ho fatto la ricerca iconografica, molto stimolante anche lei.
Come è capitato anche con gli altri miei libri, questa Enciclopedia è un punto di arrivo e un punto di partenza, perché rappresenta il coronamento di ricerche, studi, letture, visioni, ma anche un nuovo stimolo ad andare avanti, del resto la fantasia non ha confini, come dicono appunto ne La Storia infinita. E sono sempre in cerca di nuove storie in tema ma riprendo volentieri in mano anche quelle classiche, scoprendo nuovi aspetti e sfumature. Perché il fantasy non è solo storielle per ragazzini, ma molto e molto di più.

Un romanzo e una collana su Lady Oscar a cura di Elena Romanello

26 ottobre 2023

A volte, per reinventarsi, non è male ripartire da passioni che ti accompagnano da una vita, che magari nel corso degli anni si sono un po’ sopite o meglio sono state affiancate da altre, ma che puoi riprendere in mano con tutto il fervore di quando eri giovanissimo, ma con in più l’esperienza acquisita con gli anni.
È quello che è successo alla sottoscritta, da tantissimi anni appassionata di cultura nerd e otaku, fumetti, narrativa di genere, film, serial TV e anime, che, da un po’ di tempo, capendo che è impossibile seguire tutto, ha deciso di focalizzarsi su una delle storie fondanti della sua vita, che da oltre quarant’anni la appassiona e la fa struggere: quella di Lady Oscar, nota anche come Versailles no BaraLa Rosa di Versailles, manga ideato da Riyoko Ikeda nel 1972 e anime del 1979 giunto da noi nel 1982.
Scrivo e creo da decenni contributi e contenuti su Oscar, articoli, pagine web, saggi, racconti, ma diciamo che da due anni a questa parte ho dato a questa mia passione un’organizzazione diversa e prioritaria, partendo dai due anniversari dell’anno scorso, cinquant’anni del manga in Giappone e quaranta dell’anime in Italia, e continuando a fare cose, anche perché le soddisfazioni che mi ha dato questo personaggio senza tempo in termini di visibilità e considerazioni non sono paragonabili a quelle di nessun altro argomento di cui mi sono occupata.
Per cui ecco un sito aggiornato quotidianamente, il saggio La Leggenda di Lady Oscar uscito per Anguana edizioni che va ad aggiornare e ampliare miei lavori precedenti (e altri ne verranno), le fanfiction o racconti in tema, una fanzine, l’organizzazione della mostra Una rosa a Torino, la partecipazione a eventi on line e reali e altro ancora.


Tra le tante cose che ho fatto, sto facendo e farò ce ne sono un paio legate ai miei sogni di ragazzina che si sono realizzati in età adulta.
A marzo del 2022, durante una diretta con gli amici del podcast Comics Gear dedicato appunto ai fumetti, un’ascoltatrice ha detto che sarebbe stato bello scrivere un romanzo tratto da Lady Oscar, su modello di quello uscito nel 1982 per il Gruppo editoriale Fabbri, curato allora dalla brava Marina Migliavacca Marazza, oggi apprezzata autrice di romanzi storici, ma con toni un po’ più adulti, che non vuol dire certo snaturare una vicenda già dai toni non certo infantili.
Ho raccolto la sfida ed ho scritto Il romanzo di Lady Oscar La Rosa di Versailles, uscito per Anguana, in cui ricostruisco l’epopea trascinante e tragica di quella che per me è l’eroina per antonomasia, con in copertina una bellissima foto di Rosi Dotti Lady Kurimi a Versailles rielaborata da me, perché sono anche grafica.


La cosa è piaciuta ed ha incuriosito, ma il mio legame con Oscar e i libri non finisce qui. 
Da tempo, ho notato che escono vari libri in cui si omaggiano i classici, da Jane Austen alle sorelle Bronte, senza contare l’interesse crescente che c’è per manga e anime. Lady Oscar offre tantissimi spunti culturali da approfondire, sia dal punto di vista narrativo che saggistico: a lei si legano tante possibilità, saggi, biografie e romanzi storici sul Settecento e dintorni, approfondimenti sulle sue varie incarnazioni e su tutto quello che è connesso, fumetti, poesie, racconti, romanzi e memoir di appassionati.
Per questo motivo è nata la collana La Corte della Rosa, per Anguana edizioni, dedicata appunto ad Oscar e a tutto quello che può essere legato a lei: si parte con quattro titoli, il romanzo De Jarjayes di Paola Elena Ferri, la mia novellizzazione e i miei due saggi Il mondo di Lady Oscar La leggenda di Lady Oscar, e altre cose verranno, guardando anche a traduzioni possibili da altre lingue e raccolta di materiale. Del resto, per pensare a questo progetto, sono partita da quello che piacerebbe leggere a me legato a questo personaggio senza tempo, tenendo conto che c’è molto interesse e molto da costruire, non è un qualcosa di inflazionato, come ad esempio il fantasy, mia passione dove però ci sono non poche difficoltà.
A volte mi guardo indietro, pensando agli anni passati, come è successo a San Donà Fumetto dove ho tenuto una conferenza con mostri sacri come l’impersonator di Oscar Rosi Dotti e la mitica doppiatrice Cinzia de Carolis, e penso a quanto è bello che questa passione sia diventata la mia attività principale e mi abbia permesso di realizzare tanti bei progetti e il sogno di una vita, scrivere. Poi però abbasso la cresta e mi metto all’opera, c’è proprio tanto da fare e meno male.

Raccontare La leggenda di Lady Oscar a cura di Elena Romanello

6 ottobre 2022

la leggenda di lady oscarOgni tanto mi piace tornare nei posti, anche virtuali, dove sono stata per tanto tempo, soprattutto quando si tratta di parlare e scrivere di cose che mi stanno a cuore.
In questi mesi ho continuato e continuo la mia attività di autrice di libri inerenti il mondo nerd ed otaku: con La leggenda di Lady Oscar, uscito per Anguana edizioni in questi giorni, ho voluto raccontare l’epopea di uno dei miei personaggi e storie preferiti in assoluto, non solo nell’ambito dei manga e degli anime, in occasione dei due importanti anniversari che cascano quest’anno.
Cinquant’anni fa usciva in Giappone sul settimanale di manga rivolto alle ragazzine Margaret Comics un nuovo fumetto, Versailles no Bara, letteralmente La rosa (ma anche Le rosedi Versailles, della giovane autrice Riyoko Ikeda, che aveva al suo attivo già varie altre storie brevi shojo, oltre che un forte attivismo nel movimento femminista. Quarant’anni fa arrivava nel nostro Paese, su Italia 1, l’anime Lady Oscar, tratto dal sopracitato manga, diventato da subito uno dei più amati di sempre.
Ogni generazione ha i suoi personaggi formanti e le sue storie emblematiche, e Lady Oscar è stato senz’altro questo per me, e non solo per me, un’epopea appassionante e struggente, rivoluzionaria e sconvolgente (non riesco ancora oggi a guardare il finale ad occhi asciutti…). che ha ispirato la mia vita, i miei interessi, la mia creatività, fino ad oggi. 
Non è la prima volta che mi occupo di Oscar, lasciando perdere tutti i quaderni che riempii da ragazzina con storie alternative dopo essere stata rimasta colpita dal finale: ho dedicato negli anni molti articoli a questo personaggio, per giornali on line e cartacei, su manga ed anime e non solo, e poi nel 2012 scrissi un saggio breve, Il mito di Lady Oscar, per l’editore Seneca, parte di una collana a tema otaku, che revisionai poi nel 2015 come Il mondo di Lady Oscar per Anguana edizioni, aggiungendo una cinquantina di cartelle.
Nel luglio dell’anno scorso, sull’onda della lettura del cofanetto Encore uscito per J-POP con le storie inedite di Oscar, tra seguiti e prequel, pensai che dato che eravamo sotto anniversari sarebbe stata una cosa ottima riprendere in mano il saggio e aggiungere qualcosa. Ma presto mi sono accorta che c’era davvero molto da dire ancora e il libro ha preso una piega molto diversa, con oltre 400 cartelle aggiunte e un approccio molto diverso ed approfondito fin dalla prima pagina.
Una storia grande e possente come quella di Lady Oscar permette infatti di trattare tanti argomenti e aspetti di un successo che non è certo vintage, perché dura fino ad oggi, e in questi mesi me ne sono accorta rileggendo il manga e riguardando l’anime varie volte. Nelle pagine del libro parlo di Riyoko Ikeda e delle sue opere, del fumetto di Versailles no Bara con un’analisi dei contenuti, dei vari adattamenti fatti compresi quelli tutti italiani del simpaticissimo gruppo I Giocolieri delle Stelle, dell’anime con la guida agli episodi, dei profili dei personaggi, delle tematiche presenti, del grande successo italiano ma anche mondiale senza dimenticare il Giappone, dell’influenza di Oscar sulla cultura otaku, del fandom, dei riferimenti storici, delle donne guerriere e dell’importanza della bionda Lady come eroina iconica.
Il libro è arricchito da alcune immagini, in cui do spazio ad alcune autrici di illustrazioni, le cosiddette fanart, e ad alcuni aspetti legati ad una passione, collezionistica e culturale, che dura da decenni, e ha in copertina Rosi Dotti, una cosplayer che impersona Oscar da anni a fiere ed eventi.
Questo libro, pur vasto ed approfondito, non sarà certo l’ultimo che dedico alla Rosa di Versailles, visto che è in programma un remake anime che uscirà il prossimo anno, ed è in progetto un live action, si spera migliore di quello trash che ricordiamo noi fan più attempati (però le riprese a Versailles erano belle ed André non era male…), da parte di HBO.
Del resto, Lady Oscar è per me una delle poche storie con la S maiuscola eterne e che sono parte di me davvero, e a lei sto dedicando anche altri progetti, come la scrittura di fanfiction, di romanzi tra cui una novellizzazione, di una sceneggiatura per un live action, oltre che un sito, dei progetti di grafica e sui social e una e-zine. E sto lavorando anche su una possibile associazione culturale e una linea editoriale.
Intanto, c’è La leggenda di Lady Oscar, storia dell’epopea di un personaggio davvero da leggenda e da epopea, per tanti motivi, rivolta sia ai tanti appassionati e appassionate che sono rimasti legati a questo immaginario fino ad oggi, sia a chi vuole sapere di più su un fenomeno culturale e di costume, oltre che su un’icona femminista, un’eroina assoluta come ne ho viste poche, che ha reso emblematiche tutte le tematiche a lei legate, a cominciare dal raccontare La rivoluzione francese e le donne guerriere.
Per cui, buona lettura…

Le mie Donne di Magia per Yume

9 marzo 2022

9788854941557_0_536_0_75Ho pubblicato un nuovo libro presso la casa editrice mia concittadina Yume Books, dopo quello di due anni e mezzo fa su Once upon a time, e cioè Donne di magia: Streghe e maghe nella cultura del fantastico.
Yume Books si è già occupata varie volte della figura storica e antropologica delle streghe, donne perseguitate nel corso dei secoli spesso solo perché vivevano ai margini della società e diventate emblematiche di tutte le discriminazioni subite da chi era percepito come diverso.
Nel mio libro, come nerd e otaku, io mi sono invece concentrata su come le streghe sono state viste e raccontate nelle storie, soprattutto di genere fantastico, partendo dai poemi epici, dalle fiabe e dalle leggende e arrivando ai serial televisivi, agli anime e ai fumetti degli ultimi anni.
La strega è un personaggio che mi ha sempre affascinata, anche quando era la nemica delle fiabe: alzi la mano chi non trova più carismatiche la regina Crimilde di Biancaneve e i sette nani o Malefica de La Bella addormentata che non le protagoniste. Poi,  a scuola, conobbi personaggi come la maga Circe dell’Odissea, o Alcina dell’Orlando furioso, e ad un certo punto lessi uno di quei libri che ha cambiato la mia vita, Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, con una nuova lettura di un personaggio sempre visto come cattiva, Morgana, la strega del ciclo arturiano, qui eroina ribelle.
Negli ultimi decenni sono state tantissime le streghe, stavolta quasi sempre buone, che mi hanno appassionata, a cominciare da Willow di Buffy per arrivare alle sorelle Halliwell di Charmed e senza dimenticarne altre, come Sabrina, o come le WITCH, e la figura della donna o ragazza che pratica magia è diventata una delle protagoniste dell’immaginario fantastico moderno. Sono tutti personaggi che ho amato molto, anche se ogni tanto mi piacciono le streghe di nuovo un po’ cattive, come Melisandre di Game of Thrones.
Nelle pagine di questo libro ho cercato di tracciare e omaggiare tutte queste figure femminili, buone e cattive, che hanno rappresentato delle icone in storie che da anni sono entrate nella nostra fantasia e che continuano ad appassionarmi molto.
Quali sono le mie preferite, come fan? Beh, continuo a sentire una fascinazione per Circe, ricordandola nel mirabile sceneggiato Odissea di Franco Rosi, adoro Morgana raccontata da Marion Zimmer Bradley, Willow di Buffy è e resta il mio personaggio preferito della serie, amo molto Hermione di Harry Potter e apprezzo sia la Malefica cattiva del cartone Disney che quella tormentata ma buona di Angelina Jolie nei due film.
E adesso, mi dedicherò ad un’altra icona al femminile dell’immaginario, la guerriera.

:: Gli scrittori parlano dei loro libri: “Il quinto appuntamento col commissario Ricciardi”- Vipera di Maurizio de Giovanni

20 febbraio 2021

Volevo ricalcare le stagioni attraverso le feste, un altro modo rispetto al primo ciclo di passare un anno con Ricciardi. Toccava alla primavera, che non vedevo dai tempi de “La condanna del sangue”. La primavera che scuote i sensi, la primavera che accelera la circolazione, la primavera che inebria di profumi. La primavera è il terreno di coltura ideale dei sentimenti e delle passioni cieche, la primavera è il momento giusto per l’amore assurdo, per l’amore sbagliato.Toccava alla primavera, che in termini di feste significa la Pasqua. Dalle parti nostre c’è la pastiera, il casatiello, altri profumi e altri sapori. altre storie e favole e leggende. Avevo tanta di quella materia da esserne sopraffatto. Cercai un mondo e un’atmosfera, mi misi a leggere e a studiare. Fui folgorato dal bordello, un universo sociale meraviglioso e terribile, un pianeta da esplorare con curiosità ed emozione. Mi scelsi una vittima, e la volli bellissima e innocente, una Venere dolce incantevole come un dipinto e calda come l’inferno. La vidi morta davanti a me, e mi chiesi chi mai potesse o volesse uccidere una donna di quella bellezza.Man mano che raccontavo, scoprii con raccapriccio per la prima volta, e non l’ultima, che ognuno dei personaggi poteva volerla morta, Vipera. Anche se non aveva fatto male a nessuno, anche se nella vita aveva solo subito, anche se aveva sparso amore e sostegno e affetto a tutti, in ogni istante della sua breve vita.Provai e provo immensa pena per lei, e per la sua storia triste. Ma devo ringraziarla con tutto il cuore, perché fu con questo romanzo che Ricciardi esplose e diventò uno dei personaggi più amati della letteratura nera italiana.”Il quinto appuntamento col commissario Ricciardi,”, per voi. Per me è e sarà sempre “Vipera”, il romanzo che comincia con la domanda delle domande. E dimmi: lo sai. tu, cos’è l’amore?

:: Gli scrittori parlano dei loro libri: Il quarto appuntamento col commissario Ricciardi: Il giorno dei morti di Maurizio de Giovanni

13 febbraio 2021

Avevo quella storia da tempo, da prima de “Il posto di ognuno”. Non me l’ero sentita di scriverla, avevo un sacco di remore personali. Per anni ero stato un papà single, stretto dal terrore che a uno dei miei piccoli succedesse qualcosa e che non me ne accorgessi in tempo, notti insonni e giornate col batticuore, così teneri e indifesi in un mondo terribile. La paura di ogni papà amplificata dall’enorme responsabilità della solitudine. Poi però mi chiamò Einaudi, e quindi quello sarebbe stato l’ultimo romanzo per Fandango, che aveva creduto così tanto in me. Glielo dovevo, l’avevo pensata in quel periodo, non era gusto conservarla per altri. Avrei scritto questa storia come regalo di addio. Cominciai. Avevo paura, dovevo maneggiare il peggior sentimento che esista: avrei dovuto difendermi. Così feci in modo che questo bambino, Tettè, avesse una vita così infame e indegna che la sua morte fosse in realtà una liberazione. La balbuzie, il bullismo dei compagni, i maltrattamenti degli adulti. E poi la pioggia, incessante e fredda, i geloni ai piedi nudi, la fame, i topi e i parassiti. Tutto. Andò bene, fino al capitolo 31 (il numero dell’anno che raccontavo, come un messaggio, come un presagio). Me lo ritrovai che correva, sotto la pioggia, col suo cagnolino, l’unico amico che aveva. Lo sentivo alzare schizzi d’acqua sollevando l’ira dei passanti, aveva fatto tardi, doveva andare dal losco commerciante presso il quale lavorava, un’altra giornata infame di una vita infame. Eppure, in quel preciso momento, mi resi conto che il piccolo Diotallevi Matteo, il mio minuscolo Tettè, era felice. Aggrappato a quella vita triste e dolorosa, difficile e rognosa, ma l’unica che aveva, era felice. Assurdamente, incongruamente felice. Ed era morto. E a ucciderlo ero stato io, che lo avevo fatto nascere. Io. Finire il romanzo fu la fatica più enorme e straziante di tutta la mia esistenza. Quando terminai mi alzai dal computer come se la tastiera fosse rovente, e in qualche modo lo era. Non riuscii a guardare lo schermo per una settimana. Piango ancora per il mio piccolo Tettè. Non riesco nemmeno a chiedergli perdono, per avergli dato e tolto una vita minuscola e fatta di cose brutte, e tuttavia bellissima. Non ho più letto il romanzo, non posso. È imperfetto, ha il fiato spezzato ed è costruito male, e tuttavia ancora c’è chi dice sia il mio migliore. Non lo so. So che non riesco a prenderlo tra le mani, quando me lo portano per una dedica, senza sentire una fitta al cuore.”Il quarto appuntamento col commissario Ricciardi”, per voi. Per me “Il giorno dei morti”, la cosa più terribile che abbia mai scritto. E, come dice Bambinella, un fiore sulla bara di Tettè da parte di chi lo ha generato e ucciso.

:: Gli scrittori parlano dei loro libri: Il terzo appuntamento col commissario Ricciardi: Il posto di ognuno di Maurizio de Giovanni

8 febbraio 2021

Avevo scritto inverno e primavera, e questo aveva fatto immaginare al nuovo editore (Domenico Procacci di Fandango) un progetto sulle quattro stagioni, che io avevo finto di avere in mente dall’inizio (avrei detto qualsiasi cosa, comprendetemi). Quindi, adesso toccava all’estate. All’epoca scrivevo durante le ferie, quindi per una volta estate era fuori ed estate era nel mondo di Ricciardi. Pensai per la prima volta, e successivamente mi sono sempre attenuto a questo principio, che un romanzo dovesse avere come un quadro una tinta di fondo: un sentimento base, una nota iniziale sulla quale declinare tutte le storie. Che fosse in sostanziale sintonia col clima, con l’aria esterna, per favorire e velocizzare il processo di immedesimazione del lettore. Scelsi la gelosia. La gelosia è torrida, disperata. Riempie la mente, il cuore, è come una sofferenza sorda e costante. Toglie la voglia di vivere, non ti fa pensare ad altro. Dilata il tempo e lo spazio, ogni minuto dura un’ora, ogni giorno un mese e ogni centimentro di distanza è un chilometro. La gelosia ottunde e avvolge, rende difficile ogni gesto, impossibile ogni passo. La gelosia è la più estiva delle ossessioni. Così Ricciardi vede Enrica con un altro, Enrica vede Ricciardi con un’altra e i loro cuori non respirano più. Maione vede Lucia sorridere a un altro, Lucia vede Maione soprappensiero e i loro cuori non respirano più. E così la storia della bella duchessa Musso di Camparino, vedova col marito ancora vivo; e Achille ed Ettore, come nell’Iliade ma non da nemici; e tutti i personaggi attorno a loro, sospesi in questa aberrazione dell’amore che rende furiosi come il caldo terribile dell’estate del 1931, in cui nessuno, proprio nessuno, sa qual è il suo posto. “Il terzo appuntamento col commissario Ricciardi”, per voi. Per me è e sarà sempre “Il posto di ognuno”. Il romanzo dell’estate e della gelosia.

:: Gli scrittori parlano dei loro libri: Il secondo appuntamento col commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni

6 febbraio 2021

Avevo scritto un solo romanzo, “Il senso del dolore”, e lo avevo scritto per caso, sulla base di una richiesta di un’agente letteraria che aveva letto il famoso racconto vincitore del concorso su L’Europeo. Lo avevo scritto in vacanza, in quindici giorni, con la mia meravigliosa mamma che mi raccontava di quel tempo, unica fonte storica a mia disposizione. Il romanzo era stato pubblicato da una piccola casa editrice, Graus di Napoli, ed era andato benissimo (proporzionalmente, ovvio). Una copia era stata letta da Francesco Pinto, direttore del centro di produzione Rai di Napoli, al quale, manco a dirlo, devo tutto questo casino.
Be’, Francesco mi chiama e mi dice: bello, ‘sto romanzo. Voglio farlo leggere a un mio amico, editore importante: ma è edito, quindi non penso che lo pubblicherà. Tu avrai certamente il seguito, no?
Io naturalmente non avevo alcun seguito, né mai avrei pensato di scrivere ancora, alla mia età. Lo sfizio di pubblicare me l’ero tolto, avevo comprato tot copie per gli amici e i parenti, bastava così. Ma Pinto era stato così perentorio che non ebbi il coraggio di dirgli di no.
“Il secondo appuntamento col commissario Ricciardi”.
Siccome “Il senso del dolore”, che all’epoca si chiamava “Le lacrime del pagliaccio” (titolo che è ancora secondo me migliore, ma lo penso solo io), aveva ricevuto molti complimenti per l’ambientazione invernale, decisi di ambientare questo successivo in primavera. Non avevo una storia, non avevo fonti, non avevo niente. Mi misi al portatile, a casa di mia madre, e immaginai una bella gentile primavera che danzando per le strade perfidamente illudeva che tutto fosse bello, che tutto andasse bene.
E invece.
Fu la prima volta che sperimentai la magia. Quell’incredibile chimica che fa muovere i personaggi nel loro ambiente per conto loro, secondo quello che gli dai da fare e secondo le caratteristiche che gli imponi ma in maniera assolutamente indipendente da te.
La primavera immaginaria mi raccontò una storia incredibile, con dei personaggi meravigliosi che io riuscii a rendere, secondo me, per non oltre il trenta per cento dell’intensità e dello spessore che avevo in testa, e nel cuore.
“Il secondo appuntamento col commissario Ricciardi”, per voi.
Per me resterà per sempre “La condanna del sangue”. Una delle storie più belle che Ricciardi mi abbia mai raccontato.

La mia riscossa delle nerd di Elena Romanello

22 gennaio 2021

riscossaUna delle poche cose positive che mi ha aiutata in questo brutto periodo è stata ed è la scrittura, ed è per questo che sono contenta di annunciare che il 2021 inizia con l’uscita per NPE Edizioni del mio saggio La riscossa delle nerd, dedicata alla cultura del fantastico al femminile, infatti ha come sottotitolo La storia del girl power nell’era dell’intrattenimento.
Il libro nasce come risposta amichevole al simpaticissimo I nerd salveranno il mondo di Fulvio Gatti, uscito per Las Vegas edizioni, dove l’autore citava icone e storie, ma tralasciava il fandom otaku, quello legato a manga e anime, fondamentale per tantissimi e tantissime di noi, e l’apporto dato da noi donne agli universi del fantastico.
Conoscevo Edizioni NPE da tempo per l’ottimo lavoro di divulgazione che ha fatto sulla cultura legata ai fumetti e quindi sono onorata di far parte della loro squadra. Il libro tra l’altro è anche illustrato con varie immagini interne, che ho contribuito a cercare e rielaborare, facendo quindi un lavoro a tutto tondo di tipo editoriale.
Sono partita dall’idea che l’immaginario fantastico ha contribuito a scardinare gli stereotipi di genere e a creare nuovi modelli di protagonismo, creando poi anche un fandom al femminile creativo, influente e sempre più ampio. Questo è successo a me e tante altre bambine e ragazze, che abbiamo scoperto che c’erano mondi fantastici da scoprire e esplorare e protagoniste molto intriganti di cui seguire le avventure.
I personaggi di cui parlo sono tanti, di epoche diverse, da Alice nel paese delle meraviglie a Wonder Woman, da Ellen Ripley a Sailor Moon, da Lady Oscar a Scully, da Lamù a Buffy, da Leia a Clarice Sterling, da Xena a Daenerys, da Jolanda la figlia del corsaro nero di Salgari alla Doctor Who donna, senza dimenticare però le tante autrici del fantastico e chi sta cercando oggi una strada nei settori del fantastico partendo dalla propria passione e creatività. Per la cronaca mi metto dentro anch’io a questo giro, mi spiace solo non essermi data da fare anni prima.
In attesa che torni il mondo nerd nella vita reale, con fiere ed eventi, io propongo questo libro, che va ad aggiungersi agli altri due usciti nell’ultimo anno, la guida ad Once upon a time per Yume e quella per Game of  Thrones di Ultralit. Sto già lavorando a nuovi progetti, entro l’anno uscirà un saggio sulle streghe nell’immaginario fantastico sempre per Yume, sto proponendo in giro la mia Enciclopedia del fantasy e ho già cominciato a scrivere tre nuove cose, un saggio sulle serie TV di genere urban fantasy, uno sui serial di fantascienza e uno sulle donne guerriere. Tutte, ovviamente, cose da nerd.

Regine, draghi e guerrieri, la guida non ufficiale a Game of Thrones, di Elena Romanello

1 ottobre 2020

Sono appassionata di fantasy e di serie TV da anni per non dire da decenni, e ovviamente non potevo mancare di vedere nell’ultimo decennio uno dei cult, Game of Thrones, o Il trono di spade, ispirata alla saga di George R. R. Martin, di cui aspetto con spasmodica attesa gli ultimi libri, anche se comincio a perdere ogni speranza.
Nella mia ormai continua attività di scrittura sulla cultura nerd, geek e otaku, non potevo non occuparmi di Game of Thrones; avrei voluto aspettare che uscissero gli ultimi due libri e magari il prequel televisivo, ma visto che i tempi si dilatavano, ho preferito concentrarmi comunque su otto stagioni uniche e sul mondo ad esse collegate.
Ho intrapreso quindi un bel viaggio nel mondo di Westeros, senza dimenticare gli altri libri di Martin, molto interessanti, e i precedenti del fantasy in letteratura, cinema e soprattutto televisione. Ovviamente la guida alle otto stagioni, con episodi, interpreti, personaggi e tematiche, ha la parte del leone.
Ho apprezzato di Game of Thrones la costruzione di un mondo complesso con richiami a varie epoche storiche della vita reale, i personaggi, dove nessuno è un eroe assoluto, e i colpi di scena, oltre allo stile di realizzazione, davvero cinematografico: non sono molte le serie che hanno cambiato la televisione, Twin PeaksX-FilesLostBuffy, ma credo che a questa galleria bisogna aggiungere Game of Thrones.
La mia casata preferita è quella Stark, di cui amo in particolare Arya, una Lady Oscar in erba più spietata, ma apprezzo anche vari altri personaggi, come Tyrion, Brienne, Jorah Mormont e Petyr Balish, detto Ditocorto.
Riguardo al finale, io, da brava fan storica di Riyoko Ikeda, temevo un’ecatombe in stile Lady Oscar che non c’è stata, che non avrebbe risparmiato Tyrion e una sorella Stark. La morte di Daenerys era prevedibile, così come quelle di Jaime e Cersei, che avrei però voluto più eroiche e tragiche.
Ovviamente, adesso aspetto i prossimi libri e il prequel e chissà che poi non torni a scrivere qualcosa in tema, per ora mi sto occupando di streghe, di fantasy organizzato in maniera enciclopedica e di serie televisive fantascientifiche.

Once upon a time Fiabe, fantasy e serie televisive (Yume Books, 2019) a cura di Elena Romanello

24 ottobre 2019

once-upon-a-timePresento ai lettori di Liberi di scrivere la mia nuova fatica, perché oltre a scrivere articoli per giornali on line e blog continuo la mia attività di autrice di libri di saggistica sul mondo otaku e nerd, che costituisce la mia grande passione.
Questa volta ho scelto di occuparmi di una serie TV di culto e molto curiosa di questi ultimi anni, Once upon a time, andata in onda sulla ABC dal 2011 al 2018 e in Italia su Rai 4, perché mi ha colpita e spinta ad approfondire l’argomento.
Sono appassionata da sempre di fiabe, grazie anche ai film Disney e non solo,  e ritengo che non ci sia un’età per questo genere letterario antichissimo, da cui sono derivati poi tutti gli altri: negli anni il mio interesse per il fantastico è cresciuto, portandomi a scoprire fantascienza, fantasy e fumetti, tre baluardi della mia vita, e tutto quello che fa parte di questi universi non può non interessarmi e piacermi.
Once upon a time rilegge le fiabe, partendo dai film Disney ma non solo, in una nuova mitologia, con due piani temporali, il mondo della Foresta Incantata dove vivono tutti i personaggi delle fiabe in una sorta di universo condiviso e un’anonima e molto kinghiana cittadina del Maine di oggi, Storybrooke. Nel pantheon di personaggi trovano spazio eroi vecchi e nuovi, soprattutto protagoniste, comprese le recentissime Elsa di Frozen, Mulan e Merida di Brave, per la trama consiglio di leggere il mio libro o meglio di guardare le sette stagioni, perché è davvero ricca di spunti, di eventi, di fatti, di colpi di scena, con le prime sei stagioni ottime, la settima parte zoppicando ma poi si riprende nel gran finale.
Non è un caso che i due ideatori siano Edward Kitsis e Adam Horowitz, due degli sceneggiatori di Lost, altra serie epocale, e tra l’altro è stato Once upon a time che mi ha spinta a fare una maratona di Lost l’anno scorso (all’epoca l’avevo snobbata), appassionandomi anche a quello. Le due serie sono molto diverse, però è divertenti trovare in entrambe alcuni interpreti in ruoli diversi.
Once upon a time mescola storie e personaggi, presentando una Biancaneve guerriera, un Pinocchio insolito e che cresce, una Cenerentola latinoamericana, e regalando i due personaggi migliori, almeno a mio parere, nella schiera dei cattivi, anche se non sono liquidabili solo come cattivi.
Regina, la regina cattiva di Biancaneve, regalerà le emozioni più grandi cambiando animo durante la storia e compiendo un vero e proprio viaggio dell’eroina. Tremotino, che nelle fiabe classiche era uno gnomo maligno, qui diventa un vero e proprio signore del male, diventato tale per salvare il figlio, compiendo anche lui un percorso incredibile di redenzione, sottolineato dalla grande interpretazione di Robert Carlyle che io adoro come attore dai tempi di Full Monty.
In Once upon a time ho trovato tante fiabe che ho amato e amo, da Biancaneve La bella addormentata, da Alice Peter Pan (viva Capitan Uncino..), da Hansel e Gretel Mulan, da Brave Frozen, in una nuova, intrigante cornice narrativa, e mi sono affezionata al microcosmo di Storybrooke, che ho voluto raccontare.
Una serie che consiglio, senz’altro capace di rivoluzionare la percezione delle fiabe e del fantastico in TV, insieme all’altra ammiraglia del momento, Game of thrones (a cui sarà dedicato il mio prossimo libro), sia a chi ama ovviamente gli universi dell’immaginario sia a chi è appassionato di storie, di qualsiasi tipo siano.