Da colpevole semplificatore quale sono ho sempre pensato che la letteratura americana potesse essere facilmente (e banalmente) scissa in due macroaree. Da un lato autori passionali, viscerali, caldi, dall’altra scrittori mentali, azzimati, freddi. Da un lato una tradizione che potremmo far risalire a Hawthorne e alle sue indagini sulle origini di un paese che lui stesso vedeva assemblarsi, dall’altro una genia più complessa da definire e che può trovare padri spirituali in figure più asimmetriche come Washington Irving. In mezzo potremmo tranquillamente inserire la pietra angolare Hermann Melville, viscerale quant’altri mai ma anche capace di azzardi stilistici mai più ripetuti (salvo poi, in Mobydick, di fatto inventare il flusso di coscienza). Sono distinzioni pedestri e con le quali rivelo la mia fragilità di analisi di fronte a un gigante come Robert Coover da noi pochissimo tradotto (a memoria mia ricordo solo il bellissimo romanzo breve Sculacciando la cameriera) che, organico a un’idea di letteratura in cui possiamo incontrare John Barth e Kurt Vonnegut, William Gass e Donald Barthelme, brandisce la bandiera del post moderno ma da una prospettiva personalissima. Difficile, partendo da questa scelta antologica che abbraccia una produzione che, dal 1962 del primo racconto, arriva al 2016 de L’invasione dei marziani, immaginare uno scrittore meno propenso a farsi incasellare in un genere o anche semplicemente in un atteggiamento, in una propensione, in quel che volete. L’arte di Coover è doppia, tripla, prismatica. A dimostrarlo c’è il racconto che dà il titolo alla raccolta e cioè La babysitter dove l’alternarsi impazzito dei punti di vista detta il ritmo e determina la storia.
NN editore, che finora mi è sembrata la residenza italiana di autori ascrivibili al primo tipo da me sommariamente ipotizzato e cioè i viscerali (in modo quasi e diversamente imbarazzante se consideriamo gli apici di Haruf Drury Ward Woodrel e potremmo citare tutto il catalogo fino alla sintetica e poeticissima Sarah Manguso) adesso ci consegna questo volume polimorfo, tanti racconti di Coover disseminati nel corso della sua carriera quanti sono i traduttori che se ne occupano. Scelta decisamente in linea con le ragioni profonde dei testi, quella di differenziare la voce dei traduttori, e soluzione affascinante e felice. La babysitter e altre storie sembra proporsi come romanzo totale, cassetta degli attrezzi di uno scrittore sorprendente e intelligentissimo. Tutto è godibile, in termini di costruzione e suspense, ma tutto è assolutamente metaforizzabile. Si pensi a un racconto come L’ascensore, dove l’avventura del protagonista, un uomo che tutti i giorni prende lo stesso ascensore, assume i colori lividi di un episodio di Ai confini della realtà ma allo stesso tempo, proprio per l’ambientazione in uno spazio eccessivamente delimitato, diventa lo specchio di un altrove molto più ampio. Coover è autore metaforico per eccellenza ma anche satirico. Attinge a temi e stilemi del mainstream più spinto, esondando dal campo strettamente letterario. A dimostrarlo un racconto come You must remember this dove il nostro riscrive un caposaldo della cultura pop (seppur suo malgrado) come l’immortale Casablanca di Michael Curtiz o anche L’uomo invisibile dove si lambisce addirittura il territorio della narrazione supereroistica. A lato dell’opera cooveriana mi sembra riposi la tentazione della fantascienza. Una sorta di retrobottega mentale o addirittura sottofondo morale che, in quanto più politico tra i generi, fa da carburante all’ispirazione dello scrittore americano.
Purtroppo non conosco molto altro di Coover e sarebbe grande la mia curiosità di leggere un suo libro che per foliazione superasse Sculacciando la cameriera. Ciò che risulta perfetto nel romanzo breve e nel racconto sarebbe altrettanto efficace modulato su un passo più lungo? Insomma, se in questo momento cadesse una stella, saprei quale desiderio esprimere.
Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di racconti, ed è considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha insegnato per più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato l’International Writers Project, un programma rivolto a scrittori internazionali perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il suo primo romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William Faulkner Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è stato finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo romanzo Huck Out West.
Source: libro inviato dall’editore al recensore. Si ringrazia l’ufficio stampa NN Editore.
Fitzroy Foster è il protagonista di “I fantasmi di Darwin”, di Ariel Dorfman. Fitzroy Foster si troverà a vivere un’esistenza tra l’adolescenza e l’età adulta segnata da un evento che ne condizionerà il vissuto. Da subito il romanzo di Dorfman porta il lettore in una dimensione che rasenta l’impossibile e l’irreale. Sì perché per il protagonista il giorno del quattordicesimo compleanno, l’11 settembre del 1981, accade qualcosa di fuori dalla norma. Nella foto scattata, non compare lui, ma un’altra persona. E così in ogni altra polaroid fatta, il volto presente non è quello di Fitzroy, ma quello di uno strano individuo del quale non conosce nulla. Per il protagonista e la sua famiglia sarà un incubo che influenzerà il loro esistere. Il ragazzo vivrà segregato, non farà più fotografie in pubblico e sarà costretto a limitare al massimo gli spostamenti proprio perché sui suoi documenti, il viso che compare (nonostante le ripetute sedute fotografiche che il padre gli fa lontano da occhi indiscreti) non è il suo, ma quello di una altro che non solo non è lui, ma –visti i caratteri del volto- sembra venire proprio da secoli prima. A parte la famiglia, Fitzroy perde ogni amico, solo Cam Wood, la sua fidanzatina di un tempo, tornerà nella vita del protagonista e per lui sarà un vero e proprio faro nella nebbia, una guida verso una meta che c’è, ma che gli ostacoli e imprevisti impediscono di raggiungere. Fitzroy comincerà una propria ricerca nel passato basandosi sulle indagini cominciate dalla madre e proseguite poi da Cam intenta a compiere le investigazioni all’estero (in Europa), dove Fitz non va per ovvi motivi. Il tutto nella speranza di dare un senso a quella strana e assurda realtà della quale anche lei è entrata a far parte. “I fantasmi di Darwin” è una storia di famiglia, corale, perché Fitzroy partendo dal suo vissuto personale avrà modo di dipanare il passato oscuro dei suoi avi, scoprendo che nel suo albero genealogico si nascondono donne e uomini che hanno mercificato e sfruttato le popolazioni indigene, per fare studi, esperimenti e anche guadagnare soldi con forme di spettacolo con al centro queste popolazioni indigene trattate come fenomeni da baraccone. L’emergere di questo passato, di maltrattamenti e sfruttamento renderanno le cose molto più chiare a Fitzroy, che comincerà a vedere in quell’individuo che compare al suo posto nelle foto, una delle vittime del tempo trascorso, che ha qualcosa in sospeso con lui. Fitzroy diventa consapevole di essere il capro espiatorio per errori, violenze e sofferenze causate da altri e farà il possibile per sistemare il complicato puzzle di tale situazione. Il romanzo del cileno americano Dorfman è avvincente, a tratti appare pure surreale ma, allo stesso tempo, fa profondamente riflettere sul comportamento non corretto che i bianchi ebbero nei confronti delle popolazioni indigene, trattate come delle vere e proprie cavie da laboratorio, perché “diverse” e sconosciute e, per tale ragione, potenzialmente pericolose. “I fantasmi di Darwin” di Ariel Dorfamn è un romanzo dove thriller, giallo, realtà storica, fantasia e avventura si mescolano dando forma ad una storia che invita il lettore a riflettere, a conoscere e comprendere se stessi e quel lato oscuro – come aveva già evidenziato Conrad in “Cuore di tenebra”- presente in ognuno di noi. Una volta compiuto questo passo di presa di coscienza di sé, la speranza è che anche il pregiudizio che spesso porta a vedere il prossimo come nemico, venga sconfitto. Traduzione Fabio Cremonesi e Micaela Uzzielli.

























