Posts Tagged ‘Elena Mearini’

:: Corpo a Corpo di Elena Mearini (Arkadia 2023) a cura di Patrizia Debicke

10 marzo 2023

Corpo a corpo si svolge nell’arco di diciotto ore, durante lo scorrere e più, di una giornata di una palestra della periferia milanese, ad Arluno, luogo in apparenza fuori dal tempo, dove cerca appoggio e asilo Stefano, oggi giovane professore di Italiano al liceo, ex promessa del pugilato che qualcosa ha obbligato ad abbandonare i guantoni…
Come una belva ferita fa ritorno al suo antro, così Stefano Santi si rifugia in quella palestra , un tempo quasi sua casa e famiglia per confessare a Mario, proprietario della sala e suo ex allenatore, tutta la sua storia.
Durante la sua lunga e sofferta confessione, Stefano legge alcuni estratti del diario di Marta, perché “serve conoscere la voce di lei per arrivare alla disfatta di lui”.
Marta che, a suo dire, voleva a tutti i costi salvare la sorella Ada dalla condanna della sua perfezione. Ada che di nascosto si allenava sfogandosi e picchiando con la boxe alla ricerca dell’autenticità e per non esplodere, imprigionata nei canoni di un’assoluta eccellenza. Ada che, arrivata al culmine di ogni desiderata, ovverosia essere una stella della danza, si era uccisa ma nessuno aveva mai capito il perché, quali fossero i motivi di quel terribile gesto di disperazione. Drammatico e al contempo folle diario di Marta, ragazza ventenne che si sentiva troppo normale per essere notata, ma sempre pronta a riconoscere ogni eccesso altrui e immaginarne la sofferenza e troppo severa con se stessa per non rischiare di impazzire. Marta con l’intollerante convinzione di essere una mediocre e l’insofferente attaccamento nei confronti della sorella, vuole con le sue parole solo giustificare le sue azioni. Azioni lucide e deleterie con per vittime Ada e Stefano che lei, nella sua contorta e malata fissazione, è sicura di aver salvato da una vita perfetta, perché solo la mediocrità ha il diritto di sopravvivere… Ada e Marta, due sorelle che non avrebbero dovuto mai essere divise … e invece quell’orribile fatalità. Con la morte di Ada che ha scatenato solo angoscianti dubbi, rimorsi e ineluttabili conseguenze.
Mario, il pugile, la roccia, il vero punto fermo e stabile della narrazione, orecchio attento che non giudica o condanna ma tramite le ferree regole del suo sport e il richiamo ad alcuni campioni del passato come Joe Louis, Willy Pep e James Walter Braddock – quasi sull’ altare della storia della boxe – e la concretezza dei fatti, aiuterà Stefano, stretto nella morsa del tormento, a comprendere quale dovrà essere “la cosa giusta da fare”. Ma la sua scelta sarà davvero giusta? Potrà forse esserlo solo se il farlo gli servirà a dare un significato a un’esistenza ormai rovinata per quanto irrimediabilmente accaduto e a imboccare la strada dell’espiazione .
Elena Mearini che con la sua intensa e consueta capacità di scrittura, spesso ogni sua frase nasconde un pensiero e in questo suo romanzo affronta problematiche crude e scottanti , racconta del bene e del male insito in noi tutti. Per farlo si serve di una perfetta metafora pugilistica, la “nobile arte” utilizzata sia come libertà da parte delle donne che indirettamente come simbolo di lotta e implicità accusa all’eccesso di conformistica perfezione reclamato oggi dalla società. Quella costante pretesa di dover piacere a tutti, di voler essere migliore a ogni costo senza riuscire ad accettare i limiti di una ragionevole normalità, che costringe a trovare a ogni costo la colpa e sfogarsi su qualcuno da punire, rischiando di scivolare in rapporti di dipendenza che penalizzano e tolgono la libertà. Una costrizione che obbliga a coinvolgersi in qualcosa di pericolosamente malsano, in grado di ferire e far male. E di rischiare il diretto confronto conpersone con pregresse turbe mentali mai individuate , che magari nascondono i loro malessere o addirittura una peculiare patologia.
Con un complesso reticolo di vite che si avversano, affrontandosi come sul ring, Elena Mearini ci narra con coinvolgente ma tragico realismo, la crudezza del bene e del male, stavolta fulcro trainante del suo “Corpo a corpo” con le conseguenze di amori talmente snaturati da trasformarsi in fatali. Amori snaturati che conducono ineluttabilmente alla audistruzione, ma contemporaneamente esalta come impagabile e insostituibile, il valore di vere affinità elettive allacciate all’ombra della comune passione sportiva, in questo caso la boxe, assimilata al perenne lottare, insito nella vita di ciascuno di noi qui simbolico emblema dell’incontro-scontro della vita. Pian piano la trama, sovrapponendo il senso della vita al pugilato, sviluppa il suo colto intreccio di sentimenti e azioni in una speciale atmosfera descritta con linguaggio chiaro e preciso. E sarà proprio la lineare forza della parola e del racconto a svelare alla fine tutta la verità.

Proposto da Ilaria Catastini al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:

«Corpo a corpo, di Elena Mearini, è un noir psicologico costruito come una sequenza di round, quasi fosse un incontro di boxe, sport che fa da sfondo e da elemento strutturale del romanzo e che lega l’allenatore di pugilato Mario, il protagonista Stefano e le due figure femminili, centrali nella trama ma di sfondo nel chiaroscuro della narrazione. Il ring che rappresenta la vita, con l’attacco e la difesa, lo stare in guardia, lo studio dell’avversario. Catturare il momento giusto per assestare il colpo, non fermarsi mai. Nel ring della vita si sfidano anche l’amore e la volontà di controllare l’altro; si sfidano il fato e la capacità di governare il proprio destino. È in questo ring simbolico della vita che Marta sfida in un corpo a corpo la sorella Ada, la ragazza perfetta e inarrivabile, andata incontro a un tragico destino. E un ring diventa il rifugio di Stefano dopo aver ucciso Marta; su quel ring altrettanto simbolico Stefano lotta con se stesso svelando al lettore, attraverso le pagine di un diario, il colpo di scena inquietante che metterà in luce la mente psicologicamente disturbata di Marta e il gesto sconsiderato e irreversibile di Stefano. Gli incidenti che cambiano il destino delle persone, individui che si crede di conoscere e che si rivelano diversi da come pensavamo: Corpo a corpo è un romanzo che riesce a cogliere una quantità di sfumature che non comprendono solo il noir, attraversando diversi generi letterari e che tiene il lettore sospeso in una condizione psicologica nella quale ognuno di noi potrebbe ritrovarsi.»

Elena Mearini vive a Milano ed è autrice e docente di scrittura creativa e poesia. Dirige la Piccola Accademia di Poesia fondata nel 2020. Ha pubblicato una raccolta di poesia per LiberAria Editrice, Strategie dell’addio, e due per Marco Saya Editore, Per silenzio e voce e Separazioni. Nella narrativa ha esordito con 360 gradi di rabbia (Excelsior 1881), cui ha fatto seguito A testa in giù (Morellini Editore), Undicesimo comandamento (Perdisa pop editore), Bianca da morire (Cairo Editore, selezionato al Premio Campiello), e È stato breve il nostro lungo viaggio (Cairo Editore, selezionato al Premio Strega 2018 e finalista nella cinquina per il Premio Scerbanenco). Il romanzo I passi di mia madre è stato candidato al Premio Strega 2021 con la presentazione di Lia Levi. Nel 2019 ha pubblicato per Perrone Editore Felice all’infinito. Ha curato l’antologia Tra Uomini e Dei, storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport (Morellini Editore) ed è presente in diverse antologie di narrativa, tra cui Lettere alla madre e Lettere al padre (Morellini Editore) e Nel mare di Lombardia (Les Flaneurs Edizioni).

:: Aritmia di Elena Mearini (Marco Saya 2021) a cura di Federica Belleri

2 febbraio 2022

Una piccola raccolta, Aritmia. Un piccolo gioiello di sensibilità, immagini, sensazioni. Poesie che arrivano dritte al cuore e alla pancia. Che mi hanno permesso di leggere i pensieri della scrittrice e farli miei. Interpretandoli, cercando di interiorizzarli.Quanta nostalgia nelle sue parole. Quanto amore per la natura e gli animali. Quanti dubbi e criticità sugli esseri umani. Quanto affetto per chi si ama. Quanta voglia e paura di vivere … Leggetelo, ve lo consiglio.

Elena Mearini si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. Nel 2009 esce il suo primo romanzo Trecentosessanta gradi di rabbia, (Excelsior 1881) con cui vince il premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti”; nel 2011 pubblica Undicesimo comandamento (Perdisa pop) con cui vince il premio Speciale UNICAM – Università di Camerino e il premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti”. Nel 2015 pubblica il romanzo A testa in giù (Morellini editore) e firma due raccolte di poesie: Dilemma di una bottiglia (Forme Libere editore) e Per silenzio e voce (Marco Saya editore). Nel 2016 esce Bianca da morire (Cairo Editore).

Fonte: omaggio dell’editore al recensore.

:: I passi di mia madre – La ricerca di un amore mancato di Elena Mearini (Morellini Editore 2021) a cura di Natalina Saporito

6 febbraio 2021

“Ci sono giorni in cui mi alzo dal letto e incomincio a fare le cose senza una ragione, mi muovo solo per ricordarmi che esisto oppure per dimenticarmene, non l’ho ancora capito”.

Queste sono le parole d’esordio della protagonista dell’ultimo romanzo della scrittrice milanese Elena Mearini, I passi di mia madre, edito da Morellini, alla quale Mearini, con arte magistrale, presta la sua penna per raccontare di sé e della ricerca di un Amore mancato, quell’amore che ha stipato i suoi quarant’anni nel corpo di una dodicenne.

Agata, questo il suo nome, è un editor milanese, vive e legge tante vite ma attorno alla sua orbitano quella di suo padre e, in un rapporto di luci e ombre, quelle di Marco e Samuele.

Indossa le scarpe della mancanza – Agata – ci cammina dentro da una vita e l’angoscia di questo vuoto che la spinge alla ricerca non si evince tanto dal ritmo narrativo quanto dalla sua struttura itinerante nel tempo e nello spazio. Agata racconta la sua storia in un’altalena fatta di passato e presente, andate e ritorni, fermate e partenze e alla sua intreccia quella di Lucia, la madre, di cui immagina l’esistenza in quasi trent’anni di assenza, partendo da Dio. Così i dodici capitoli di questo romanzo diventano tappe delle stazioni di Cristo per giungere alla resurrezione eterna.

Voglio che tu senta la mia voce. Ti voglio bene, mamma” con queste parole Agata giunge alla fine del suo calvario, porge il segno della pace al mondo e la resa dei conti a sé; smette di sentirsi donna nel corpo di un’adolescente e impara ad amare coloro che si svelano nella presenza e chissà forse a viversi in una nuova dimensione.  

Con questo romanzo Elena Mearini, ancora una volta, come in molti lavori precedenti, affonda la sua penna in storie famigliari fatte più di mancanze che di carne. Ancora una volta ci avvicina al mondo femminile così com’è stato con Vera, in 360° di rabbia, Serena, in Undicesimo comandamento, e Bianca, in Bianca da Morire. E ancora una volta, attraverso uno stile narrativo – fatto di metafore, similitudini, analessi, simbolismi e di un tono accorato ma con ritmo meno serrato – Mearini ci consegna vite imperfette, “siamo il risultato di più errori, viviamo per correggerci”, incastrate perfettamente nella trama dei suoi romanzi.

Elena Mearini: si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. Nel 2009 esce il suo primo romanzo, 360° di rabbia (Excelsior 1881) con cui vince il premio giovani lettori “Gaia di Mancini-Proietti”; nel 2011 pubblica Undicesimo comandamento (Perdisa pop) con cui vince il premio speciale Università di Camerino e il premio giovani lettori “Gaia Mancini-Proietti”. Nel 2015 pubblica il romanzo A testa in giù (Morellini editori) e firma due raccolte di poesia: Dilemma di una bottiglia (Forme Libere editore) e Per silenzio e voce (Marco Saya editore). Nel 2016 esce Bianca da morire (Cairo editore), selezionato al premio Campiello e, sempre per Cairo editore, pubblica anche È stato breve il nostro lungo viaggio, selezionato per lo Strega nel 2018 e finalista nella cinquina per lo Scerbanenco. Nel 2019 ha pubblicato per Perrone editore Felice all’infinito e curato l’antologia: Tra uomini e Dei, storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport per Morellini editori ed è presente in diverse antologie di narrativa, tra cui Lettere alla madre e Lettere al padre, Morellini editore.

Source: libro del recensore.

:: È stato breve il nostro lungo viaggio di Elena Mearini (Cairo editore 2017) a cura di Viviana Filippini

22 dicembre 2017

È stato breve il nostro lungo viaggio

Clicca sulla cover per l’acquisto

Cesare Forti è il protagonista di “È stato breve il nostro lungo viaggio” di Elena Mearini, pubblicato da Cairo. Il protagonista, che ha il nome come gli imperatori romani, ha cinquant’anni e una vita perfetta, dove lui possiede tutto il meglio possibile che si possa immaginare. Non a caso, ha una moglie bella e affascinante (Margherita) e una figlia che i due adorano e coccolano (Maya). Non solo, perché Cesare, sempre a zonzo con la sua sfavillante Bentley, è un asso nel suo lavoro, e tutti lo adorano come se fosse una divinità alla quale dare massimo rispetto e devozione. Cesare è per tutti il ritratto della perfezione e dell’uomo che, come recitava una vecchia pubblicità, “non deve chiedere mai”. Peccato che sotto la superficie di inattaccabilità, della perfezione imposta per volontà altrui e non propria, Cesare Forti, non è così forte come tutti lo credono. A far crollare l’uomo tutto d’un pezzo ci penseranno una affasciante ragazza (Alma), che gli farà perdere completamente la testa trascinandolo in un gioco di bugie e sotterfugi che mai prima di quel momento fatidico, Cesare aveva sciorinato alla moglie. Accanto a lei arriveranno un ragazzo dall’assurdo ciuffo biondo, altri personaggi, e una morte inaspettata, seguita da un mirato ricatto. Tutto questo obbligherà Cesare a fare i conti con la realtà concreta dei fatti e con quel mondo dove lui ha sempre vissuto, ma al quale non ha mai sentito di appartenere per davvero. Il libro della Mearini, inserito nella cinquina dei finalisti dell’edizione 2017 del Premio Scerbanenco 2017, potrebbe sembrare un noir, però allo stesso tempo è un romanzo profondamente piscologico attraverso il quale la scrittrice ci racconta il processo di presa di coscienza di sé di un uomo – Cesare Forti- che solo in questa fase di cambiamenti comincerà a vedersi per come lui è davvero. Tolta la maschera delle regole imposte dal padre, il protagonista comprenderà di essere stato un figlio cresciuto senza la minima briciola di amore, messo in un mondo di bugie e falsità, utilizzate per creare agli occhi altrui l’immagine della famiglia perfetta. Cesare si renderà conto di essere insoddisfatto della vita che ha fatto, perché ha sempre agito per essere come lo volevano gli altri. Un vivere che lo ha portato ad essere un individuo non pienamente maturo, un marito traditore e un padre imperfetto. Dolore, sofferenza fisica ed emotiva, viaggio introspettivo e confronto con la morte –vera e simbolica- sono gli elementi presenti nel romanzo della Mearini e del processo di decostruzione del falso io al quale il protagonista si sottoporrà per comprendere davvero chi è e cosa vuole dalla vita. “È stato breve il nostro lungo viaggio” di Elena Mearini è la storia di un uomo che solo da adulto avrà, perché saranno gli eventi della vita a permetterglielo e imporglielo, il coraggio di guardarsi e di analizzare il proprio vissuto per comprendere, non solo di aver agito sempre nel rispetto delle regole imposte da altri, ma di essere un individuo i cui reali bisogni come quello essere amato, guardato, ascoltato per ciò che era ed è, non sono mai stati presi in considerazione da nessuno.

Elena Mearini si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. Nel 2009 esce il suo primo romanzo Trecentosessanta gradi di rabbia, (Excelsior 1881) con cui vince il premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti”; nel 2011 pubblica Undicesimo comandamento (Perdisa pop) con cui vince il premio Speciale UNICAM – Università di Camerino e il premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti”. Nel 2015 pubblica il romanzo A testa in giù (Morellini editore) e firma due raccolte di poesie: “Dilemma di una bottiglia” (Forme Libere editore) e “Per silenzio e voce” (Marco Saya editore). Nel 2016 esce “Bianca da morire” (Cairo Editore).

Source: inviato al recensore. Grazie ad Anna Maria Riva, addetto stampa.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.