
Abbiamo il piacere di ospitare oggi sulle pagine di Liberi di scrivere Antonella Ferrari, autrice di “Adelaide” il suo nuovo romanzo storico, pubblicato da Castelvecchi, ambientato nella Chieti di fine Ottocento. Ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
Benvenuta Antonella, e grazie di essere qui per parlare del tuo nuovo libro, Adelaide, una storia d’amore, o di amori, un romanzo storico, perlomeno con uno sfondo storico preciso. Ma prima mi piacerebbe che ci parlassi un po’ di te, dei tuoi studi, del tuo lavoro.
Grazie a voi dell’opportunità che mi offrite, sono laureata in Giurisprudenza, ho avuto diverse e variegate esperienze lavorative frutto di passioni temporanee, poi mi sono dedicata interamente alla scrittura, e spero che diventi la mia vera e unica professione.
Come è nato il tuo amore per i libri? Cosa ti ha spinta a diventare una scrittrice?
Anche mio nonno, mio padre e mio zio nel loro piccolo scrivevano, quindi è stato naturale accostarmi a questa passione di famiglia.
Leggi altri scrittori contemporanei? Chi sono i tuoi scrittori preferiti? Da chi ti senti maggiormente influenzata?
Divoro ogni romanzo contemporaneo o classico, adoro leggere, è parte di me. Mi ispirano Balzac, Jane Austen, Andrea De Carlo e Sandor Màrai.
Parliamo di Adelaide, come è nata l’idea di scriverlo? Qual è stato il punto di partenza nel processo di scrittura?
Adelaide nasce dai racconti sentiti nella mia città di origine Chieti e anche in casa si discorreva molto sulle vicende dei Mayo.
Adelaide è la protagonista, una donna moderna si può dire, indipendente, forte, un personaggio femminile sfaccettato. Un po’ ti somiglia?
Molto, anch’io non sono sposata e non sento la necessità di un uomo a cui appoggiarmi. Per il resto mi è piaciuto plasmare un’eroina avanti di due secoli, senza paura e intraprendente.
Parlaci degli altri personaggi.
Ci sono storie nelle storie, due suore che si uniscono alle lotte carbonare animate dalla fede, Cesare e Manfredi, uomini di una bellezza travolgente, Isabella, moglie di Manfredi bellissimo esempio di resilienza, e Ninetta, il deus ex machina che risolve i problemi.
La famiglia Mayo è un’istituzione nella città di Chieti, parlaci della storia di questa nobile famiglia abruzzese.
I Mayo sono una stirpe antica, ho ricostruito l’albero genealogico che parte dalla fine del 1600. Di sangue nobile, nel 1825 acquistano il palazzo di 5000 mq sul corso di Chieti, oggi Fondazione/Museo che tiene vivo e presente il loro ricordo.
Su che documenti hai studiato e raccolto notizie? È stato difficile il lavoro di documentazione?
Sono stata diverse volte all’Archivio di Stato di Chieti, è stato divertente sfogliare le pergamene impolverate con la storia della città, e anche presso la Biblioteca Provinciale e a Palazzo de’ Mayo. Sulla storia della famiglia ho trovato pochi riscontri, così ho sbrigliato la fantasia e creato i miei personaggi.
Ti piacerebbe se il tuo romanzo diventasse un film, o una serie tv? Ci sono progetti reali in merito?
Magari! È ancora presto per simili progetti, il libro è uscito da poco, ma se finisse nelle mani di un regista o sceneggiatore interessato sarebbe il top.
E all’estero, c’è interesse per una storia di amore e di rivolte politiche sullo sfondo della provincia abruzzese di due secoli fa?
Lo spero, diamo un po’ di tempo a Adelaide per farsi conoscere, se la storia piace, funziona anche sulla luna, credo.
Parteciperai a qualche presentazione anche in streaming o Festival letterario dove potremo ascoltarti di persona?
Al momento ho registrato un paio di interviste in streaming o via radio, appena torneranno tempi migliori, girerò come una trottola ovunque.
Nel ringraziarti per la tua disponibilità come ultima domanda ti chiederei quali sono i tuoi progetti per il futuro? Stai scrivendo un nuovo libro?
Grazie ancora a Liberi di Scrivere per l’intervista. Ho già pronto un romanzo ambientato in Sardegna, mio luogo del cuore, dal titolo L’Isuledda. Anche qui storie d’amore e avventure a cavallo dei secoli.