
“Le voci di via del silenzio”, di Elvira Serra edito da Solferino, è una storia dove due voci lontane e separate si incontrano e confrontano per arrivare alla scoperta di verità, a volte davvero inaspettate. Da una parte il protagonista Luca, ossia un giovane prodigio del giornalismo alle prese con un convento di clausura. Il ragazzo, che sta attraversando un periodo un po’ cupo della sua vita, ha scelto volontariamente di provare questa esperienza per intervistare la madre superiora. Luca è lì, in convento. Ci è andato non solo per lavoro, ma per cercare un po’ di serenità e, soprattutto per dare un senso alla sua esistenza, perché ha bisogno di capire meglio il suo passato e di allontanare quegli attacchi di panico che da troppo tempo lo tormentano. Il giovane sa di essere stato adottato e in lui nasce la necessità di scoprire chi è la madre vera e perché ha deciso di lasciarlo, separandosi da lui per sempre. Accanto alla sua storia c’è quella di Giulia, una navigata giornalista molto attiva e sempre presente nel posto giusto e al momento giusto per raccontare quello che accade. Dai fatti di cronaca nazionale a quelli internazionali, lei c’è ed è pronta a mettere i fatti nero su bianco. Tutto sembra procedere per il meglio, con grandi soddisfazioni e missioni giornalistiche in giro per il mondo, anche se, ad un certo punto della narrazione, la donna abbondonerà ogni cosa per dare una svolta alla sua esistenza facendo un cambiamento radicale che la porterà ad un vivere altro, in un modo del tutto differente. Elvira Serra, con una narrazione dal ritmo incalzante, racconta due vite parallele diverse (all’apparenza), ma con tratti simili che si avvicineranno e confronteranno in modo diretto. “Le voci di via del silenzio” di Elvira Serra è una narrazione dove i protagonisti sono alla ricerca del proprio posto nel mondo, della pace esistenziale nel presente facendo i conti con il passato. Fatti che faranno conoscere Giulia e Luca come a volte certi eventi possano cambiare per sempre la vita della persone, compresa la loro.
Elvira Serra, nata a Nuoro nel 1972, è una firma del «Corriere della Sera», dove si occupa di cronaca e costume, intervista grandi personaggi e cura la rubrica Polaroid. Scrive anche sul blog «La ventisettesima ora» e collabora con i settimanali «Diva e Donna» e «Oggi». Con Solferino ha pubblicato Le stelle di Capo Gelsomino (2019), Tutto da vivere (2021) e la riedizione del bestseller L’Altra (2024). (Fonte Solferino).
Source: del recensore



Raphaël Krafft è un autore di reportage radiofonici e appassionato di viaggi in bicicletta. Da queste sue esperienze lo scrittore prende spesso ispirazione per scrivere dei libri, l’ultimo dei quali arrivato in Italia, grazie a Keller editore, è “Passeur”. La vicenda narrata nel testo prende forma da quello che Krafft ha visto, vissuto e conosciuto nel 2015, nella zona al confine franco-italiano delle Alpi Marittime, tra Mentone e Ventimiglia. Qui l’autore si era recato per raccogliere il materiale necessario alla realizzazione di un servizio dedicato ai migranti. A coloro che sono bloccati alla frontiera tra Italia e Francia e che sono pronti a tutto (pure ad ingressi clandestini) pur di andare in Francia, fare richiesta di asilo politico e poi continuare il viaggio diretti in altri Paesi dell’Europa, per raggiungere parenti e amici che già in precedenza hanno vissuto esperienze simili. Quello che nota Krafft è la precarietà delle condizioni di questi migranti abbandonati a loro stessi e in fuga da una vita a rischio nel loro paese di origine. In particolare l’autore incontra gente comune, viaggiatori, ex pompieri, insegnanti, politici e religiosi che intrecciano le loro esistenze con quelle di queste persone alla ricerca di un futuro migliore. Ciò che resta impresso nelle pagine dei Krafft è la diversità di trattamento che i migranti subiscono in Italia e poco oltre il confine, in Francia. In territorio italiano, dove c’è il Presidio per questa umanità in fuga, gli ospiti vengono trattati con maggiore attenzione e cura, mentre in Francia, lo scrittore nota una maggiore distanza verso questi migranti, spesso e volentieri abbandonati a loro stessi. Tra la massa di coloro che fuggono, ci sono Satellite e Adeel arrivati in Italia del Sudan. Krafft non esiterà ad aiutarli facendo l’ascesa al Colle di Finestra, seguendo il sentiero che sale da San Giacomo di Entracque, in Italia, e scende nella valle Vésubie, in Francia. Un tragitto, come si scoprirà durante la lettura, fatto da tantissime altre persone che – indipendentemente dal colore della pelle e dalla cultura- si sono mosse, nel presente e nel passato (tanti italiani e molti ebrei durante il Fascismo), alla ricerca di una speranza e di un futuro migliore. Il viaggio a piedi e con mezzi di fortuna sarà per tutti i protagonisti di “Passeur” un’esperienza dal grande valore emotivo e simbolico, perché durante questo percorso il giornalista avrà la possibilità di conoscere direttamente da Satellite e Adeel le loro storie di vita e le drammatiche sofferenze patite non solo nella terra di origine, ma anche nei campi di transizione (in Libia) dove chi è migrante ha un passaggio obbligato. “Passeur” è un libro che narra pezzi di vita vera e vissuta e questo gli ha permesso di diventare anche reportage radiofonico premiato ai NYF’s International Radio Program Awards for The World’s Best Radio Programs nel 2017. Leggere “Passeur” è addentrarsi nel libro di Krafft e compiere un viaggio nel quale sorgono tante domande, perché i temi considerati -la vita, la diversità, la migrazione, l’amicizia, il bisogno di un vita degna e il riscatto sociale- sono valori e bisogni universali che vanno oltre i confini territoriali, culturali e temporali e che hanno al centro l’intera specie umana. Traduzione dal francese di Luisa Sarlo.























