Terzo capitolo della saga dedicata alla profiler Costanza Ravizza e ad Alfredo Filangieri, quarto romanzo della scrittrice Francesca Battistella, esce nella collana Catrame di Scrittura & Scritture, La bellezza non ti salverà, un giallo classico, forse con sfumature leggermente più noir dei precedenti, ambientato in uno dei luoghi più pittoreschi della provincia italiana, tra Novara e il Lago d’Orta. Francesca Battistella ha uno stile di scrittura molto classico, molto sobrio, misurato, per cui spiccano ancora di più i due temi di stretta attualità, se vogliamo, che sviluppa nel romanzo: i pericoli della rete, del dark web, e le infiltrazioni della mafia al nord. Due sono le indagini parallele infatti di cui la profiler con i suoi colleghi si dovrà occupare: una quella più istituzionale, fortemente voluta dal suo capo, il dottor Giamasso, riguardante la morte del proprietario di una discarica di rifiuti edili adiacente al comune di Romentino, accoltellato più volte mentre si trovava a tarda sera nel suo ufficio accanto alla discarica. Un delitto in odor di mafia si ipotizza, sia per le modalità del delitto (si sospetta un killer al soldo di una famiglia di camorra), sia per le frequentazioni della famiglia della vittima. La seconda, quasi un’ ossessione per Costanza, riguardante la sparizione di tre ragazzi, (due femmine e un maschio) il cui unico collegamento sembra da trovarsi in rete, dove sembrano essere tutte e tre finiti nella rete di un predatore seriale. Anche Alfredo Filangieri, amico di famiglia di costanza Ravizza, e ospite sul Lago d’Orta della sorella Teresa, sembra volerci vedere più chiaro, e contribuire alle indagini. C’è un mafioso, presunto pentito, in soggiorno obbligato con la sua famiglia, un’ affascinante nobile che il vizio del gioco ha fatto cadere in disgrazia, facendolo finire a dirigere una beauty farm, e una camelia rarissima, che cresce solo in alcuni luoghi al mondo, che servirà da traccia alla profiler per trovare il rapitore seriale, specialmente quando anche la figlia di Giamasso, la ingenua Diamante, finirà nelle sue mani. Insomma tanta carne al fuoco, tanti termini tecnici stranieri, per descrivere il lavoro del profiler, che ormai conosciamo anche solo ad orecchio dai tanti telefilm e film americani che passano in tv, una bellissima ambientazione, dall’autrice descritta con dovizia di particolari e vero affetto, e il crimine, sempre più nero, spietato, volgare. I toni da commedia sono più stemperati, la presenza di Alfredo Filangieri dei suoi amici e della sua famiglia, che dovrebbero alleggerire insomma la tensione della trama sono più sullo sfondo, come le vicissitudini sentimentali della Ravizza (che sembra aver trovato un nuovo amore), questa volta La Battistella, da cadenze più drammatiche e noir al romanzo, ma sicuramente questo fa parte dell’evoluzione della sua scrittura, che porterà nuovi lettori ad avvicinarsi ai suoi romanzi. Insomma se volete leggere un giallo ben scritto, con temi anche attuali e personaggi ben caratterizzati, La bellezza non ti salverà fa per voi. Una nota a margine per la bellissima copertina, molto elegante. Buona lettura.
Francesca Battistella vive sul Lago d’Orta. Ha trascorso quattro anni a testa in giù (Nuova Zelanda) dove ha insegnato lingua italiana e storia contemporanea presso la Auckland University. Attrice di cinema e teatro d’avanguardia negli anni ’70 e ’80, ha alcune grandi passioni: viaggiare, ballare l’hip hop come Michael Jackson, leggere disperatamente e, naturalmente, scrivere. Suoi i fortunati, per critca e pubblico, Re di bastoni, in piedi (2011), selezionato per un adattamento in sceneggiatura cinematografica, La stretta del lupo (2012), dove mette in scena per la prima volta gli esilaranti, e a tratti ironici, personaggi che si ritroveranno poi anche in Il messaggero dell’alba (2014) e in La bellezza non ti salverà (2016).
Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Vincenza dell’Ufficio Stampa Scrittura & Scritture.
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In una Mantova cinquecentesca a tinte fosche, culla di intrighi e di delitti, incredibilmente brutale, avida e amorale, si muovono i personaggi de “I leoni d’Europa”(Scrittura & Scritture) romanzo d’esordio della interessante Tiziana Silvestrin, scrittrice mantovana, laureata in lettere, che vive e lavora a Roma. Ciò che colpisce sicuramente è il grande lavoro di ricostruzione storica svolto dall’autrice che ricrea un mondo, quello della Controriforma, fortemente caratterizzato da compromessi, sangue e veleni. La profonda conoscenza dell’epoca permette infatti alla Silvestrin di riportare fedelmente l’isensata intolleranza tra fazioni religiose del periodo, la brutalità, la licenziosità delle cortigiane e dei potenti. Benchè i fatti raccontati siano completamenti immaginari, sono nello stesso tempo basati su solide basi storiche che danno al racconto un acre sapore di verità. Tutto ha inizio il 3 luglio del 1582 all’interno della scura e umida basilica di Santa Barbara dove lo scozzese James Crichton e l’amico Thomas si aggirano furtivi con lo scopo di trafugare un misterioso manufatto. Disturbati dalle guardie devono darsi alla fuga per le vie di Mantova e da questo momento in poi prende il via una storia fatta di oscure macchinazioni e sordidi delitti in cui i giochi di potere dei grandi del tempo si sovrappongono alle meschine avidità e debolezze della gente comune. Il delitto di James Crichton porterà infatti alla luce un intrigo di portata internazionale che implicherà il convoigimento del ducato di Mantova, della Serenissima, di Elisabetta I e del suo temibile e oscuro consigliere Walsingham. Biagio dell’Orso, capitano di Giustizia, sarà chiamato a indagare sulla vicenda e toccherà proprio a lui fare piena luce, a costo di rischi personali, sulle inattese ramificazioni di questo oscuro fatto di sangue solo apparentemente accidentale. Per gli amanti del giallo storico è sicuramente un libro da non perdere, scritto con uno stile sobrio e personale, in cui l’incredibile quantità di informazioni e nozioni non intralcia la trama né sminuisce la suspense. L’investigazione è infatti la colonna portante del romanzo ed è singolare vedere come è portata avanti proprio con gli strumenti investigativi dell’epoca dove l’intuito e la perspicacia suppliscono all’uso delle impronte digitali o alle tecniche avveniristiche alla CSI.























