
Anni Trenta. Il corpo di uno sconosciuto ritrovato in quella nebbiosa mattina di novembre 1934 nel bosco che tocca la riva del piccolo lago svizzero, il lago di Bienne, non è certo una bella cosa. Né bella né allegra ma cosa poteva aspettarsi Ariella Achermann dopo aver accettato l’invito per quella vacanza noiosa e malriuscita in casa della sorella in quel paesino di poche case e di pochi umani tappati ogni sera tra le proprie mura? Insomma un vero disastro pensava mentre passeggiava con il cane quella mattina, sforzandosi di trovare un qualche scusa per ripartire prima e invece zac la fregatura e quel morto.
Morto che si scoprirà nascondere in sé ben più di un mistero.
Tre anni prima, a Bellano, era stato celebrato il funerale di Erasmo Siromalli, integerrimo fruttivendolo , da anni vedovo inconsolabile, con la passione per la storia patria, uomo stimato dal prevosto e dai concittadini per la sua onestà e laboriosità. Peccato che l’unico figlio Cletto, l’orfano, sia ben diverso dal padre, rimasto vedovo quando lui aveva appena 10 anni.
Il povero Erasmo era morto con il timore in cuor suo per il futuro della prole e n’aveva ben donde.
Cletto infatti, belloccio ventitreenne, pare del tutto disinteressato a portare avanti la piccola ma sana e ben avviata attività paterna, molto apprezzata dall’affezionata clientela locale.
Vanesio e pasticcione, fin dall’inizio rifiuta di prendere in mano il negozio del padre.
Come il genitore è stato messo sottoterra lui, che non si ritiene adatto all’uggiosa esistenza di un bottegaio in un paesino di poche case affacciato sul lago, comincia l’opera di smantellamento dell’eredità paterna con un primo e impulsivo cambio di fornitore. Per il resto poi tentenna incerto, lambiccandosi il capo persino su come organizzare per sé un diverso e possibile futuro.
Futuro che magari, gli piacerebbe altrove, lontano dalla cittadina di Bellano. Insomma Bellano gli va proprio stretta. Intanto comincia a fare danni, lavora di malavoglia , compra merce di cattiva qualità . E pensa di cedere la bottega. Prima o poi, ormai ha deciso, la venderà.
Fino a quando, durante un viaggio a Lecco per trovare un accordo appena più conveniente con un commerciante della zona , quel tanto per tenere nel frattempo in piedi il negozio, visto che si trova là , ne approfitterà per godersi una bella passeggiata per la città e un film incantatore interpretato dal celebre Alberto Rabagliati . Ma, uscito dal cinema, proprio in quel momento il caso e il destino si metteranno di mezzo gettandogli quasi tra le braccia la giovanissima operaia del locale opificio Gioietta Vendoli. La ragazza infatti dopo aver reagito con forza a un’inopportuna palpata sulla natica destra mentre stava correndo per sfuggire al molestatore, aveva accettato ben volentieri il cortese aiuto offerto del giovane.
Ora però bisogna spiegare che detta Gioietta, poverissima di famiglia, ma con sogni di un’altra vita alimentati dalla lettura di riviste femminili o altre del genere Stelle e Cine mio, stava facendo di tutto per sfuggire alla bacchettona madre Castica, al padre sulla stessa piega e alla convivenza con lo zio invalido per un colpo apoplettico.
Cletto, affascinato e presuntuoso , si fingerà un prospero grossista, mentre anche lei cadendo nella stessa trappola e quasi per gioco vanterà una posizione sociale più elevata.
Sarà solo l’inizio di una serie di bugie, equivoci e imbrogli che moltiplicandosi inesorabilmente condurrano i due giovani sposi , nel frattempo mercè una presunta gravidanza sono arrivati anche all’altare , a un acrobatico e incontrollabile crescendo con la messa in atto di un’escalation truffaldina. Faccenda comica e terribile ma con ferali conseguenze per coloro che hanno avuto la disgrazia di incrociare il loro cammino.
Cletto non riuscirà a vendere il negozio per fare cassa in qualche modo e ripianare i tanti debiti accumulati in lungo e largo e che non può pagare . Che fare? Eppure, suo padre, il povero Erasmo aveva previsto che, se suo figlio non avesse messo giudizio, gli sarebbe toccata una cattiva fine.
Ai due giovani, dunque ormai assillati dalle possibili conseguenze dei loro trascorsi e travolti da un romanzesco fuori controllo, non resterà che la fuga. Insomma devono sparire e come?
Ma Cletto e Gioietta si sentono furbi e ne sanno o credono di sapere una più del diavolo.
Andrea Vitali ci regala, con l’umorismo e la sua solita verve che l’identifica costantemente, una storia nera interpetrata da una coppia di sfaccendati provinciali , incontenibili nella loro ottusa e crudele stoltezza.
Andrea Vitali dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale.
Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004).
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo di nozze. L’anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n’è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedette, Premiata ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti), Viva più che mai (Garzanti). Nel 2019 esce Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti), Sotto un cielo sempre azzurro (Garzanti) e Documenti, prego (Einaudi). Altre sue pubblicazioni sono: Un uomo in mutande. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2020), Nessuno scrive al Federale. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2020), Vivida mon amour (Einaudi, 2021), Un bello scherzo (Garzanti, 2021), La gita in barchetta (Garzanti, 2021), Cosa è mai una firmetta (Garzanti, 2022), Eredi Piedivico e famiglia (Einaudi, 2024).
Tra le sue pubblicazioni si ricorda anche il libro per bambini La zia Ciabatta (Garzanti, 2020).Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea Vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
“ Se si girava a guardare com’erano andate le cose, la risposta era già pronta. Ma valeva la pena guardarsi indietro quando la vita scorreva in avanti ?”























