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:: Un’intervista con Dott. Tiziano Ciocchetti Responsabile area Mondo Militare · DIFESA ONLINE a cura Giulietta Iannone

30 settembre 2022

Benvenuto Tiziano e grazie di aver accettato questa nuova intervista. Bando ai preamboli data la grave situazione internazionale, mai così fluida e degli sviluppi imprevedibili. Siamo al 219° giorno di guerra “aperta” da quando l’esercito russo è entrato militarmente in Ucraina, tenendo presente la guerra “ibrida” che si trascina dalla fine del 2013 o per meglio dire dal “presunto” colpo di stato di piazza Maidan, la rivoluzione della piazza dell’Indipendenza. Putin annette territori, dalla Crimea in avanti, senza badare al riconoscimento da parte degli altri stati, delegittimando in parole povere sia il Diritto internazionale, che i dettami dell’ONU, che la prudenza. Perché secondo te usa questa strategia apparentemente senza criterio?

Putin vuole rompere l’Ordine Mondiale in essere dalla fine della Guerra Fredda, ovvero l’egemonia statunitense nel Mondo. La necessità di annettere territori che separino la Federazione Russa, dai paesi aderenti, alla NATO è dettata dalla storica paura dell’accerchiamento e quindi dalla necessità di creare profondità strategica. Per quanto riguarda il Diritto Internazionale, per Mosca è solo una costruzione occidentale, regolarmente violato quando fa comodo anche dagli USA (vedi Iraq e altre invasioni di stati sovrani compiuti da Washington).

Tra poche ore, probabilmente quando uscirà questa intervista sarà già avvenuto, a Mosca Putin si appresta a ufficializzare l’annessione di quattro regioni amministrative dell’Ucraina: Donetsk, Louhansk, Zaporijia e Kherson. Che conseguenze avrà un passo simile, di tale gravità sul corso della guerra? Se quelle regioni diventeranno territorio russo, oltre a violare l’integrità territoriale dell’Ucraina, già messa in criticità con l’annessione della Crimea, Putin sarà legittimato a difendere il territorio “russo” anche con l’atomica. Tutto ciò implica sia conseguenze giuridiche che politiche che economiche. E Biden e NATO non staranno certo a guardare come spettatori inerti. Forse neanche Pechino sarà d’accordo, riferendoci a Taiwan e alla sua sensibilità verso l’integrità territoriale delle nazioni.

Cambierà l’impegno russo nella guerra. Putin invierà sempre più uomini e mezzi, inoltre ci sarà meno riguardo per le installazioni civili. In merito alle armi nucleari, non credo che il Cremlino le utilizzerà, in quanto scatenerebbe una escalation nucleare di proporzioni immani. Pechino è d’accordo solo con ciò che gli fa comodo, oscilla da una posizione all’altra con molta disinvoltura.

Quali sono i piani di Putin? Sono mutati nel corso di questi ultimi mesi? Chi lo consiglia? Quali sono i suoi più stretti collaboratori?

Sicuramente il ministro della difesa Šojgu, l’unico che abbia realmente cognizione della situazione sul terreno. I piani sono sempre gli stessi: portare l’Ucraina fuori dall’orbita NATO e occidentale.

Puoi delinearci un bilancio di questi mesi di guerra da un punto di vista strategico e militare?

Lo scopo principale dell’analista non è quello di fare la “cronaca della guerra” come fanno i giornalisti ma di cogliere la differenza tra le tendenze di lungo periodo e le oscillazioni momentanee. A lungo infatti sia gli analisti che il pubblico si sono chiesti nel corso di questi oltre 7 mesi di guerra se le varie sconfitte alle quali sono state sottoposte le armate di Mosca siano stata delle semplici battute d’arresto (ascrivibili a momentanee oscillazioni) oppure, prese complessivamente, rappresentino il segnale che “la marea ha cambiato il suo corso e la guerra avrà ora un esito favorevole all’Ucraina”.

Anticipo già la risposta dicendo che: no, nonostante tutto non è condivisibile l’affermazione che l’esito della guerra stia cambiando in favore di Kiev, cerchiamo nondimeno di analizzare il tutto in maniera asettica per capire come siamo arrivati a questo punto e come le cose potrebbero evolvere nel prossimo futuro.

È indubbio che l’Ucraina non sta resistendo da sola. È già uno scontro USA NATO Russia, si può secondo te tornare indietro? che passi consiglieresti di fare, che compromessi sarebbero necessari perché davvero non diventi una Guerra Mondiale a tutti gli effetti?

Gli USA e la NATO sono coinvolti fin dall’inizio, direi da molti anni, e non credo si possa tornare indietro. La guerra ucraina è uno scontro tra Russia e USA, l’Europa si trova nel mezzo e sta subendo danni seri.

Il vertice di Samarcanda tra Russia, Cina ha secondo te consolidato l’asse strategico Russia – Cina? O pensi la Cina (insieme all’India) sia pronta a defilarsi magari in extremis se la situazione sfugge di mano?

La Cina guarda solo al proprio interesse, gli assi si possono rompere. Ovviamente Pechino necessita di un alleato forte per contrastare gli Stati Uniti. L’India sta continuando nella sua tradizione di paese non allineato, ma osserva la Cina e le mosse che farà.

Grazie delle risposte, spero siano utili per fare chiarezza.

Roma, 30 settembre 2022

:: Un’intervista con il Dott. Tiziano Ciocchetti redattore di Difesa Online a cura di Giulietta Iannone

25 febbraio 2022

Quello che nessuno voleva, e la diplomazia ha cercato di evitare, purtroppo è successo. La Russia è entrata militarmente in Ucraina, e sta per occupare Kiev. Volodymyr Zelens’kyj è in un luogo sicuro e sembra guidi la resistenza. L’Occidente, NATO e USA minacciano per ora solo sanzioni economiche e finanziarie, ma non militari. Anche la Cina non manda contingenti militari ma appoggia Mosca per ora comprando il suo grano. La situazione è fluida e dinamica e anche di difficile definizione. Può essere una guerra lampo, come un conflitto che si trascinerà all’infinito. Tutto alle porte dell’Europa. Secondo te era un intervento pianificato da tempo da Putin, o è tutto precipitato nelle ultime settimane?

L’intervento dei russi era pianificato da tempo. I combattimenti di questi due giorni sono la prosecuzione (in una forma assai più acuta) della guerra iniziata nel 2014. L’invasione dell’Ucraina deve essere una guerra lampo (blitzkrieg), altrimenti per Putin si trasformerà in una disfatta. Non dobbiamo sopravalutare le forze russe, hanno un’autonomia limitata, non possono alimentare l’attacco all’infinito.

Dove la diplomazia ha sbagliato?

La diplomazia occidentale, nei confronti della Russia, ha commesso errori per trent’anni. Gli USA hanno continuamente provocato la Russia, annettendo nella NATO tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia. In ultimo, la richiesta di Kiev di entrare nell’Alleanza ha fatto precipitare la situazione. Tale atteggiamento ha portato all’accerchiamento della Federazione, risvegliando antiche paure del popolo russo. Una Superpotenza deve essere rispettata!

Quali sono le forze in campo da parte russa e ucraina?

Le Forze russe, nella giornata di ieri, hanno compiuto attacchi di terra (con unità corazzate) anfibi, elitrasportati e missilistici. Ovviamente si sono assicurate la superiorità aerea. L’intero spazio aereo ucraino è sotto il tiro dei sistemi superficie-aria S-300 e S-400. Quello che ho ravvisato nella giornata iniziale è l’impiego dei carri più vecchi (T-72), magari per saggiare le difese contro-carro del nemico. Gli ucraini hanno spostato la loro aviazione a ovest, vicino ai confini dei paesi NATO. Al momento, principalmente, cercano di arginare l’avanzata russa con i sistemi contro-carro forniti da USA e Regno Unito (Javelin e NLAW).

Nel caso l’Ucraina si arrendesse, seguendo la richiesta di Putin, che scenari si presenterebbero?

Mosca vuole il riconoscimento delle repubbliche separatiste e della Crimea, nonché l’instaurazione a Kiev di un governo filo-russo. Si potrebbe verificare anche una divisione dell’Ucraina, magari prendendo come linea di demarcazione il fiume Dnepr.

Sanzioni puramente economiche e finanziarie basteranno, o la NATO ha anche come ultima ratio in previsione uno scontro armato? Seppure l’Ucraina non faccia (ancora) parte dei membri del Patto Nord Atlantico.

Uno scontro frontale tra NATO e Russia è altamente improbabile (oltre che impensabile). Al massimo, se le operazioni russe ristagneranno, i paesi NATO potrebbero fornire armi e munizioni alla resistenza ucraina.

Quali sono i rischi reali che il conflitto dilaghi e si estenda alla Bielorussia e agli altri paesi confinanti? C’è il rischio reale dello scoppio di una guerra mondiale?

Il rischio è minimo, i paesi confinanti a ovest e a nord con l’Ucraina fanno parte dell’Alleanza.

Secondo te c’è qualcuno che Putin ascolterebbe? Disposto a intraprendere una reale mediazione? C’è ancora tempo per una “conciliazione”?

Putin ha un piano preciso, si fermerà solo quando lo avrà portato a termine oppure sarà sconfitto.

Gli Stati Uniti come stanno affrontando questa crisi, ne stanno comprendendo la reale portata?

Per la prima volta nella storia un presidente americano, nell’affrontare una crisi internazionale, ha escluso a priori l’uso della forza militare.

E l’Italia? Sembra che gli incontri Draghi Putin sia saltato, solo Macron mi pare abbia mantenuto un tenue filo di negoziazioni con Mosca. Esautorare la Russia dal sistema finanziario mondiale (fuori dallo Swift) è la mossa giusta? Perché Italia e Germania si sono opposti (Germania e Italia infine favorevoli n.d.r)?

Noi non contiamo nulla! La Russia comunque fa parte del sistema finanziario mondiale.

Come ultima domanda, lo so che è molto difficile stilare bilanci o fare previsioni, ma cosa ti auguri succeda nei prossimi giorni?

Una completa vittoria dei russi.

Roma 25 febbraio 2022

:: Un’ intervista con il Dott. Tiziano Ciocchetti redattore di Difesa Online a cura di Giulietta Iannone

24 marzo 2020

PandemiaBenvenuto Tiziano e grazie di aver accettato questa nuova intervista. Data la gravità del momento, e la difficoltà di tracciare scenari possibili una volta finita la pandemia, inizierei col chiederti una valutazione prettamente personale della situazione. In che misura secondo te cambieranno gli equilibri geopolitici e strategici una volta che l’allarme sanitario sarò rientrato? C’è un rischio reale per la tenuta democratica degli stati?

Sicuramente andremo incontro ad un peggioramento delle nostre, già precarie, condizioni economiche. Con il risultato di far aumentare il malcontento nei confronti di una classe politica che si è dimostrata inadeguata (una situazione che ricorda l’8 settembre). L’Unione ha mostrato il suo vero volto, ovvero quello di un gruppo di inutili burocrati incapaci di fronteggiare la crisi. Gli altri Stati hanno fatto affidamento ai propri leader costituzionalmente riconosciuti, mentre da noi assistiamo alle apparizioni facebook della coppia social Casalino-Conte, con un Parlamento, de facto, sospeso.

Il ridimensionamento dell’esercitazione Defender Europe che ripercussioni avrà secondo te? Un’unificazione delle forze armate europee sotto un’unica autorità è ancora sul piatto delle consultazioni e trattative o la pandemia in corso ha incidentalmente provocato un ritorno più spiccato ai vari nazionalismi? 

La Defender Europe è una esercitazione finalizzata a mostrare ai russi chi comanda in Europa (ne ho descritto il senso geopolitico in un articolo per Difesa online), cioè gli americani. Il dispiegamento di 25.000 uomini, o meno, è solo un atto dimostrativo.
Unificazione di forze europee? Fantasia! La NATO non verrà mai soppiantata, almeno per i prossimi vent’anni.
I nazionalismi sono sempre esistiti, solo noi italiani facciamo finta di non vederli. Prendiamo il surplus di Bilancio con l’Estero della Germania, da anni Bruxelles sostiene che è troppo alto e che Berlino deve diminuirlo. Ma la Germania lo reinveste nel suo welfare (il migliore in Europa) perché altrimenti non esisterebbe una Germania unita.

Stiamo assistendo a un utilizzo delle forze armate non più per meri scopi bellici, ma forse per la sua accezione più nobile di difesa della popolazione e mantenimento dell’ordine. È un’evoluzione prevista o si è fatta come si suol dire di necessità virtù? 

Le Forze Armate di una nazione esistono per difendere la stessa da nemici esterni, quindi già difendono la popolazione. Quando i militari vengono utilizzati per l’ordine pubblico vuol dire che la situazione interna è critica.

Per quanto riguarda la tenuta dell’Unione europea, esiste un piano comune, una qualche forma di coordinamento in caso di minacce pandemiche? Prevede che comunque venga messo in atto nei prossimi mesi?

Piani comuni per simili eventi non ne esistono, perché ogni paese dell’Unione agisce secondo i propri scopi e, come ci hanno dimostrato, ignorando le difficoltà degli altri.

In che misura la disinformazione e le fake news stanno influenzando l’opinione pubblica?

Io avrei più paura delle fake dei governi. Per quanto riguarda la disinformazione il nostro esecutivo non è stato secondo a nessuno.

Nel caso di un’ipotetica guerra batteriologica diciamo tradizionale, esiste una strategia e un piano comune europeo per fronteggiare la questione?

Esiste solo in ambito NATO. Ovvero secondo quanto stabiliscono gli USA.

E in che modo si potrebbe fronteggiare un eventuale attacco terroristico che utilizzasse armi batteriologiche?

Non si potrebbe.

La NATO non ha attivato alcun protocollo in caso di pandemia? Come si collocano in questo quadro di instabilità l’invio di medici militari e non, derrate e aiuti all’Italia da parte di paesi esterni alla NATO come la Russia, la Cina e Cuba? Non dovrebbe essere per prima Bruxelles, e poi Washington a coordinare gli aiuti nei paesi europei più colpiti? 

Dovrebbe essere così. Ma questa pandemia sta evidenziando la finzione di certe alleanze.

Finita l’emergenza come si ovvierà all’inevitabile disturbo post traumatico sofferto dalla popolazione? Servono dunque non solo virologi, e immunologi ma anche medici militari esperti di queste problematiche?

Serviranno sostanziosi investimenti pubblici, unico rimedio efficace.

Grazie della disponibilità, speriamo di aver fatto chiarezza con informazioni chiare e attendibili e sensibilizzato i nostri lettori su queste tematiche.

:: Un’intervista con il Dott. Tiziano Ciocchetti, redattore di Difesa Online a cura di Giulietta Iannone

1 giugno 2019

Trattato INF

Benvenuto Tiziano su Liberi di scrivere, e grazie di aver accettato questa intervista. È laureato in Storia Medievale, Moderna e Contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza, scrive su Difesa online, ed è studioso di tematiche militari. L’ho invitata sul mio blog per parlare dei recenti sviluppi sul tema dei cosìddetti Euromissili, tema che sembra diventato di stretta attualità e che dovrebbe interessare tutti i cittadini della UE.

Può spiegarci, per sommi capi, cos’è il trattato INF e cosa portò alla sua stipula tra Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica?

Il trattato INF (Intermediate-range Nuclear Forces) è stato firmato nel 1987 tra l’Unione Sovietica di Gorbachov e gli Stati Uniti sotto l’Amministrazione Reagan. Tale trattato prevedeva, non più solo limitazioni numeriche agli arsenali nucleari della due super Potenze, ma la completa eliminazione di due tipologie di armi: i missili a corto raggio (500-1.000 km di gittata) e quelli a medio raggio (1.000-5.000 km di gittata).
La necessità del trattato nacque a causa della necessità del Cremlino di aggirare la dottrina NATO della risposta flessibile (in caso di un attacco convenzionale su larga scala da parte delle forze del Patto di Varsavia in Europa occidentale, la NATO si sarebbe difesa impiegando armi nucleari tattiche), ovvero di essere i primi a varcare la soglia nucleare con il lancio di oltre 200 testate su obiettivi di vario genere in Europa occidentale, come mossa iniziale di un eventuale conflitto.
Nel 1977 l’URSS cominciò a schierare, nelle sue zone europee, il nuovo missile balistico a portata intermedia (IRBM) SS-20 SABER, armato con tre testate nucleari da 150 kilotoni (la bomba lanciata su Hiroshima nel 1945 aveva una potenza di 1,3 kilotoni), e con una gittata di circa 5.000 km, sufficienti per colpire le principali città dell’Europa occidentale, tuttavia appena inferiore a quanto previsto dal trattato SALT II per la limitazione delle armi nucleari allora vigente (5.500 km), quindi gli SS-20 si ponevano al di fuori degli accordi tra URSS e USA.

Questo processo di superamento della Guerra Fredda si è per lei interrotto? Cosa ha portato a ciò, considerato che il cosiddetto “pericolo comunista” non sussiste più. E volendo anche la Cina, pur restando una repubblica socialista, sta intraprendo una difficile strada verso una maggiore democratizzazione sia economica che politica.

Gli Stati Uniti, dopo il crollo dell’URSS, sono rimasti l’unica super Potenza. Già dagli anni 90 dello scorso secolo (il cosiddetto decennio unipolare) gli strateghi americani postulavano un allargamento della NATO verso Est. Con l’adesione della Polonia e degli Stati Baltici alla NATO, la Russia si è sentita accerchiata, tuttavia non ha i mezzi per contrapporsi alla potenza americana.
La Cina non ha firmato nessun trattato contro la proliferazione nucleare (la sua dottrina militare non concerne l’impiego atomico come primo strike), ha solamente 280 testate stoccate contro le 4.700 americane più le 1.750 operative.

Notizia recente è che dopo l’annuncio del ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal trattato, che ricordo sarà effettivo il 2 agosto, Putin ha presentato alla Duma, camera bassa dell’Assemblea federale della Federazione Russa, una proposta di legge per sospendere il trattato INF, pur riservandosi la possibilità di ritornare sui suoi passi, se le condizioni lo permetteranno. Una notizia di tale portata dovrebbe avere un eco maggiore anche a livello di mass media. Perché secondo lei questo non è successo? Anche i politici sottovalutano i rischi che tutto ciò comporta?

Perché in Europa (e in particolare in Italia) non esiste una politica di Difesa; per troppo tempo ci siamo posti sotto l’ombrello americano, delegando all’Alleato d’oltre oceano ogni responsabilità. Se guardiamo ai nostri politici credo che in pochi comprendano quanto siano importanti le Relazioni Internazionali.

Al netto delle accuse reciproche di non rispettare il trattato, la funzione di deterrenza è inequivocabile, c’è il margine per una successiva trattativa?

Sono gli americani a dettare le regole, quindi, se volessero credo di si.

Più nello specifico, che lei sappia, si sta lavorando a livello diplomatico su un meeting tra Russia e Stati Uniti per ripristinare il cosìddetto trattato INF, ed eventualmente allargarlo anche ad altri stati, come era inizialmente nelle intenzioni statunitensi?

Credo che gli USA vogliano avere mano libera nei confronti della Cina, la quale sta sviluppando armi che rientrerebbero nelle limitazioni del trattato INF.

Si conosce, per sommi capi, quale è lo stato degli arsenali dei due paesi (e alleati), quanto è aggiornato? Ci sono soprattutto i fondi per ricostruire l’arsenale atomico, reali commesse? O è più, secondo lei, uno scontro verbale?

Gli arsenali nucleari di Russia e USA sono ben forniti (la Francia è la terza nazione al mondo che possiede più testate nucleari). Il fatto è che esistono nuovi attori come India, Pakistan e soprattutto Corea del Nord entrati negli ultimi decenni nel club nucleare, non certo nazioni politicamente stabili. Un grosso interrogativo è rappresentato dall’Iran, anche lì Trump ha cestinato gli accordi sul nucleare, precedentemente stipulati con l’Amministrazione Obama.

In merito agli USA, non è detto che troveranno disponibilità e grande entusiasmo da parte degli alleati a piazzare testate atomiche dirette contro la Russia nei loro territori, si parla di sottomarini ed eventualmente fregate lanciamissili? Non ha l’impressione che stiano giocando su troppi fronti?

La UE ha espresso ufficialmente il suo sconcerto per la decisione americana, le uniche dichiarazioni favorevoli sono giunte da Londra e, ovviamente, da Varsavia.
Gli USA sono una Potenza globale, vivono di strategia, anche se Trump (come del resto la precedente Amministrazione) dichiara l’intenzione di ritirarsi da alcuni contesti, non può certo lasciare l’Europa indifesa.

Realisticamente, ora come ora, che pericoli corrono l’Europa e la Russia?

Credo che l’Europa corra il serio rischio della totale marginalità sulla scena internazionale. Napoleone diceva che se un popolo non vuole pagare per un suo esercito, prima o poi dovrà pagare per l’esercito di qualcun altro.

Da un punto di vista strategico un’alleanza tra Europa e Russia, rafforzata anche da più stretti rapporti economici e commerciali, non sarebbe auspicabile per la maggiore sicurezza internazionale? Onde scongiurare l’asse Mosca-Pechino. Cosa lo impedisce, quali sono i veri ostacoli in merito? Si è mai parlato di un’entrata della Russia nella NATO?

Un asse strategico Mosca-Pechino credo sia poco probabile, ci sono troppi interessi geopolitici inconciliabili. L’Europa è sotto l’ombrello americano, non è possibile al momento attuale uscirne. Nel 2002, un summit organizzato a Pratica di Mare dall’allora governo Berlusconi, creò una sorta di partnership tra Russia e NATO ma non si andò oltre. La Russia vuole tornare ad avere un ruolo primario nel contesto internazionale, infatti è sicuramente una potenza militare ma non è certo una potenza economica. Già la precedente Amministrazione Obama aveva identificato la Cina come futuro, possibile, competitor, relegando la Russia a semplice Potenza regionale.

Grazie della disponibilità, speriamo di aver fatto chiarezza e sensibilizzato i nostri lettori su queste tematiche.