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:: Dimenticare Milano di Romano De Marco (Ubagu Press 2025) di Patrizia Debicke

28 Maggio 2025

L’inizio, originale ma  convincente, sviluppandosi in due diversi prologhi per riportare in scena  i due protagonisti, Marco Tanzi e Luca Betti, regala  subito alla narrazione un ritmo scatenato.
Nel primo Marco Tanzi ha lasciato Milano da più di due anni. É partito improvvisamente da un giorno all’altro senza salutare e senza dare spiegazioni. Sua figlia e il suo migliore amico hanno per giorni, poi per settimane inutilmente provato a rintracciarlo, prima di rassegnarsi.
Oggi Tanzi, ormai solo un ex tante cose: poliziotto, carcerato e infine investigatore privato, vive lontano e lavora in mare  alla testa della scorta di un gruppo scelto di contractors, mercenari pagati profumatamente per difendere le grandi navi mercantili in transito nel golfo di Guinea dagli assalti dei pirati. Ma sarà proprio dopo aver sventato un pericoloso attacco a cinquecento miglia al largo di Lagos, Nigeria, che il passato tornerà a picchiare imperiosamente alla sua porta. Una telefonata dalla società presso la quale opera lo informerà che qualcosa di terribile, un’aggressione quasi mortale, a un suo famigliare è avvenuta in Italia. Qualcosa che lo costringerà a rammentare la realtà del passato, per sua volontà segregato da oltre vent’anni nella sua coscienza. Ma i vincoli di sangue gli impongono di esserci nel momento del bisogno, perciò per Marco esiste un’unica  scelta: tornare subito a Milano e risolvere quella brutta faccenda che lo coinvolge in prima persona. Scelta che avrà come immediato risultato di infilarsi audacemente in una guerra contro una pericolosa organizzazione criminale in cui, per giorni, ogni nuova mossa da affrontare potrebbe diventare l’ultima.
Dopo poche pagine, alla fine di un  secondo prologo avventuroso  e drammatico, ritroveremo  anche Luca Betti,  vecchio caro amico di Marco, commissario di polizia in un’unità  di élite milanese che ,  per sua decisione coinvolto in un’ azzardata azione per salvare un bambino, ha messo a rischio  la sua vita e quella di due colleghi. Sospeso infatti dal servizio, si troverà in una situazione molto difficile, rischiando addirittura  di perdere il lavoro, che ormai per lui  è rimasto la sola cosa che conta e dà un significato alla vita dopo il fallimento del suo matrimonio. Per di più anche il suo  rapporto con Sara, l’unica figlia che ha interrotto gli studi ed è andata a vivere col compagno, non è il massimo.  Insomma la sente e la vede molto meno di quanto gli piacerebbe.  
Costretto malvolentieri a essere un nullafacente, almeno per un po’ “Sta sprofondando nelle sabbie mobili di chi ha ottenuto la libertà e non sa che farsene quando suona il campanello…”
Alla porta c’è il vecchio amico Marco Tanzi venuto a chiedere il suo aiuto.
Da quel momento per loro, in pochi giorni Milano si trasformerà in un campo di battaglia, una sanguinosa arena a un passo dal precipizio, che li costringerà  ad affrontare una drammatica e sanguinaria battaglia condotta sino all’ultimo respiro .
Romanzo complesso, molto intrigante e particolarmente ben costruito e in cui a contraltare dei due protagonisti risaltano le figure femminili, diverse tra loro ma indispensabili per umanizzare le loro vite, i pensieri e le reazioni.
A partire da Daniela Boschi, questore di Milano e diretto superiore di Luca Betti, che negli anni è sempre stata pronta a difenderlo, sia perché lo ritiene un ottimo investigatore ma anche forse perché   prova qualcosa nei suoi confronti. Per non parlare di Michela, cognata di Marco Tanzi, madre di Lorenzo, motivo del suo ritorno a Milano, forse la sola persona che riesce ancora a mantenere Marco attaccato alle persone che ama, benché lui spesso, con i suoi comportamenti, faccia di tutto per allontanarle.
“Quello che c’è stato fra me e te… è  stato uno sbaglio. Ma è servito a qualcosa, mi ha fatto capire  chi sono e cosa voglio. E soprattutto, da quell’errore è nato Lorenzo.” Eh già perché Lorenzo, riconosciuto e amato da Renato fratello maggiore di Marco e marito di Michela, in realtà è il frutto di un errore, una relazione tra i due cognati.
E ultime, ma non ultime nella scale dei valori, le due figlie dei protagonisti: Giulia, figlia di Marco  laureata ormai, molto ben inquadrata nella vita e avviata a fare un gran  buon matrimonio e Sara figlia di Luca, poco più che ventunenne , una ventata di freschezza, di gioventù, per l’ affetto che offre al padre  e quando può lo coccola.
Un romanzo che, come detto, prende maggior  forza e struttura proprio grazie allo spessore di tutti i personaggi, ognuno a suo modo importante  nel fare  la storia sempre interessante e completa.
Luca Betti e Marco Tanzi due uomini simili, tormentati ma anche diversi  e distanti  tra loro per reazione e personalità. Ciò nondimeno talvolta sembrano come due facce della stessa medaglia, con i loro alti e bassi emozionali ma coscienti, che comunque e sempre se qualcosa trascinerà verso il basso uno dei due l’altro sarà là, pronto a tendere una mano per rialzarsi. Negli anni hanno costruito insieme un’intesa fatta di perspicacia, costanza, coraggio e umanità. Quasi una fratellanza, un legame così forte  che spesso  li porta a non pensare alle conseguenze dalle loro azioni.
Un felice ritorno  per la serie Nero a Milano di Romano De Marco  con il suo quarto episodio Dimenticare Milano,  un romanzo convincente che ci narra  una storia di vendetta ma anche di grande amicizia e  riprende e dilata con disinvoltura le caratteristiche salienti dei suoi precedenti romanzi giallo/noir. Insomma un altro indovinato hard boiled in salsa milanese dove azione e adrenalina vengono innescati in una trama complessa e  articolata.  Caratteristiche che ci rimandano agli scatenati e avventurosi ritmi  alla Don Winslow, Michael Connelly, James Ellroy, Lee Child e Joe Nesbo. 

Romano De Marco, abruzzese, classe 1965, esordisce come autore nel 2009 con FERRO E FUOCO (Giallo Mondadori n. 2974 ripubblicato per le librerie, nel 2012 da Pendragon edizioni). Nel 2011 esce il suo MILANO A MANO ARMATA, (Foschi Editore, premio Lomellina in giallo 2012). Nel gennaio 2013 è la volta di A CASA DEL DIAVOLO (Time Crime, Fanucci – ripubblicato da Pickwick Mondadori nel 2020). Nel 2014 pubblica con Feltrinelli IO LA TROVERO’ (collana Fox Crime, 2014) cui fanno seguito CITTA’ DI POLVERE (Narrativa 2015) e MORTE DI LUNA (Zoom Filtri, 2015 e Pickwick Mondadori, 2020). Dal 2017 passa all’editore PIEMME col quale pubblica L’UOMO DI CASA (premio lettori al noir festival, premio Scerbanenco 2017) SE LA NOTTE TI CERCA (Premio Fedeli 2018) NERO A MILANO (premio lettori al noir festival, premio Scerbanenco 2019, Premio Nebbiagialla 2020 e Premio Giallo Ceresio 2020) IL CACCIATORE DI ANIME (2020). Nel 2021 escono UN PO’ MENO DI NIENTE (con lo pseudonimo Vanni Sbragia) e STORIE DEL BORGO SENZA TEMPO entrambi per l’editore FERNANDEL di Ravenna. Nel 2022 è la volta di LA CASA SUL PROMONTORIO per Salani editore e nel 2023 esce CODICE DI FERRO (Camena Editore) seguito diretto del suo primo romanzo uscito per il Giallo Mondadori e scritto 15 anni prima. Il suo nuovo romanzo, in uscita nel maggio 2025 è DIMENTICARE MILANO (della serie Nero a Milano) edito dalla nuova casa editrice UBAGU Press. E’ tradotto in spagna e Danimarca, ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera, Micromega e sulle collane del Giallo Mondadori. Collabora con vari blog e i suoi racconti sono inseriti in oltre venti antologie. Dal 2019 è direttore artistico del festival GIALLODISERA a Ortona.

:: Codice di Ferro di Romano De Marco (Camena 2023) a cura di Patrizia Debicke

1 ottobre 2023

Quando un commando terroristico dotato ha cercato di rapire due mesi prima la bella e arrogante Martina Alinari, trentenne unica figlia di un ricchissimo industriale lombardo e parlamentare, fondatore del movimento Nuova Italia libera, i media italiani si infiammano, facendo nascere un caso capace di alterare gli interessi politici nazionali. Il tentato rapimento che è costato la morte agli uomini della scorta della ragazza, verrà attribuito dai servizi a una matrice islamica.
Martina Alinari, la potenziale vittima, approfittando senza vergogna dalla pubblicità scaturita dal tragico avvenimento e dallo scampato pericolo, ha deciso di buttarsi in politica ed è pronta a trasferirsi a Roma per ufficializzare la sua candidatura alle elezioni, nelle fila partito che sosterrà la formazione politica creata dal padre.
Padre poi che mira addirittura a diventare capo del governo.
Questa “discesa in campo” dell’Alinari , accompagnata da un’eccezionale cassa di risonanza, sarà gestita personalmente da Nino Bocci, un ex attore, molto noto a metà anni settanta, oggi riciclato con successo a talent scout di reti private. Ma anche uno degli agenti italiani più pagato e di maggior successo. Tuttavia , visti i drammatici precedenti collegati alla ragazza, ora le serve un’adeguata protezione. Molto adeguata e ben preparata.
Il procuratore capo di Roma decide di affidare l’incarico a Rinaldo Ferro, capitano, ufficiale del reparto operativo dei carabinieri (super esperto in arti marziali, con una figlia mezzo giapponese brava quanto lui e gestisce una palestra). Ragion per cui l’ufficiale della benemerita che, finalmente dopo il romanzo Ferro e fuoco con in veste di antagonisti i banditi soprannominati dalla stampa “ i quattro dell’apocalisse”, tornerà finalmente in pista con la sua squadra.
Perché ciò che preoccupa procura, polizia e Servizi è il fatto che il commando, impiegato nel tentato rapimento, fosse dotato di armi molto, molto potenti, studiate apposto per essere usate dalle truppe Nato e finora certo non disponibili sui mercati malavitosi internazionali. Unica informazione disponibile in proposito, e che consegna una forte plausibilità all’ipotesi che il vento sia cambiato, è la certezza di un furto sei mesi prima in un magazzino della difesa nella base di Aviano.
Ferro accetta, convoca i membri senior della sua squadra , il veneto maresciallo maggiore Federico Moroni e il maresciallo capo, il romano Elio Cianfrocca. Ma, considerata la difficoltà dell’impresa e la necessità di contare su più braccia, opta subito per rafforzarla con l’inserimento del trentenne e indisciplinato brigadiere ma a suo modo un fuoriclasse, Mauro Vanni , laureato in filosofia e alto un metro e novantasette per centodue chili di peso.
La faccenda parrebbe incanalata nel verso giusto.
E tanto per cominciare il capitano dei carabinieri Rinaldo Ferro e la sua nuova squadra speciale, ormai pronti a tornare in azione, rinnoveranno il mutuo patto di appoggio con il commissario, Laura Damiani, eccellente poliziotto che ha un rapporto con Ferro, ormai legato a lei da più che una semplice attrazione…
Ciò nondimeno qualcosa non quadra perfettamente: riaffiorano gelosie, vecchie ruggini con la questura mai digerite completamente. Ragion per cui, con il passare dei giorni, molti anzi troppi problemi di collaborazione dovranno essere risolti. E la squadra di Ferro sarà costretta a districarsi su più fronti. Formalmente lasciata da sola, anche se coadiuvata in segreto dal commissario Laura Damiani e dal suo miglior collaboratore l’ ispettore Silveri, in contrasto con i loro superiori.
Intanto però Ferro ignora cosa in Giappone, dove è cresciuto, si stia tramando contro di lui. La potente mafia giapponese, la Yakuza di Tokio, regolata dalle contorte logiche di supremazia tra gli affiliati del gran consiglio e attualmente guidata da Yumiko, vedova del boss Yamamoto Hui e diventata l’indiscusso capo del suo clan per regolare un conto del passato, vuole la sua testa, sua figlia Shin Yu, e ha dato ordine di eliminarlo, facendo fuori per soprammercato la Damiani, considerata la sua donna .
Dopo aver stipulato un’alleanza ad hoc con un potente e ben ammanicato boss della mafia calabrese infatti Ken Tanaka, prestante luogotenente di Yumiko e la sua gigantesca guardia del corpo , due micidiali killer, sono già sbarcati a Fiumicino. Pronti a dare il via alla loro feroce e mortale caccia all’uomo.
Due diversi fronti nemici da affrontare per il capitano che, e lo scopriremo leggendo, sono anche in qualche modo coordinati dallo stesso pericolosissimo burattinaio, collegabile dalla mafia albanese e a quella italiana, alleata della Yakuza giapponese. Qualcuno con le mani in pasta dappertutto, sostenuto da politici di malaffare con imprevedibili appoggi tra le autorità, e segreti contatti con la magistratura e i servizi segreti.
Stavolta Ferro e gli uomini della sua squadra che, per contenere i brutali e senza regole sanguinosi attacchi nemici, mettendo in gioco la loro vita, dovranno più volte dimenticare regole e convenzioni per difendersi negli attacchi diretti e nei ripetuti scenografici e drammatici scontri a fuoco. Ciò nondimeno, nonostante le scorciatoie e i metodi che talvolta sono costretti ad applicare, il senso del dovere e la volontà di fare giustizia emergono sempre, con prepotenza, da ogni pagina del libro.
Ma sarà problematico per il capitano Rinaldo Ferro riuscire in qualche modo a evitare anche le insidiose trappole che l’attendono e si intrecciano con il suo passato. E infatti, mentre il male pare far da padrone nelle sfrenate lotte di potere tra clan, per riuscire a regolare definitivamente i conti , sarà costretto a seguire l’antico codice che, tanti anni prima , aveva giurato di rispettare sempre : il codice del guerriero. In cui la vittoria – nell’ arte marziale giapponese che si esalta nella mortale Katana, arma bianca nobile e rituale nei secoli – , spetta al più forte ma anche al più abile psicologicamente.
Un formidabile, velocissimo e spettacolare thriller in cui, leggend, pare quasi di seguire in diretta le scene di un film e in cui soprattutto si scopre l’ indovinato susseguirsi di chiffanger ovverosia del continuo rapidissimo cambio di scenario, azioni e situazioni.
Insomma un ottimo romanzo che pur dominato da ritmo scatenato, non dimentica di far trasparire tra le sue righe anche la denuncia e la critica sociale e ideale seguito di Ferro e fuoco, uscito nel 2012.
In conclusione mi pare che Codice di ferro sia rimasto ad aspettare per troppi anni semidimenticato e chiuso in un cassetto.
Ora Romano De Marco ci promette che avrà un seguito e noi simo qui: fiduciosi e a piè fermo.

Romano De Marco ha esordito nel 2009 con il Giallo Mondadori n. 2974. Ha pubblicato 13 romanzi (di cui uno con lo pseudonimo Vanni Sbragia) e una raccolta di racconti, con editori come Feltrinelli, PIEMME, Salani. Alcuni suoi romanzi sono stati tradotti all’estero e due sono stati riadattati in Graphic novel. Ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera, Micromega, I classici del Giallo Mondadori. Ha vinto vari riconoscimenti nazionali come il Premio Scerbanenco dei lettori (nel 2017 e nel 2019) il Premio Fedeli, Il Premio NebbiaGialla e il Premio Giallo Ceresio. È dirigente in uno dei maggiori gruppi bancari italiani, vive tra Ortona (Abruzzo) e Modena. CODICE DI FERRO è un suo romanzo inedito scritto nel 2008 e pubblicato esclusivamente in audiolibro da Storytel nel 2020.

:: Se la notte ti cerca di Romano De Marco (Piemme 2018) a cura di Nicola Vacca

4 aprile 2018

Se la notte ti cerca

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Tutto ha inizio con un omicidio crudele, quello di Claudia Longo, una donna cinquantenne molto, ma molto ricca, che abita nel quartiere Parioli di Roma.
La Roma decadente e volgare sempre al centro degli squallidi compromessi del potere è uno dei personaggi principali di Se la notte ti cerca, il nuovo romanzo – thriller di Romano De Marco.
Anche in questo libro lo scrittore abruzzese non si limita a tessere una trama gialla. Nel costruire l’intrigo non lascia fuori la letteratura.
Se la notte ti cerca è un romanzo di grande spessore letterario che va oltre qualsiasi sfumatura di giallo.
Laura Damiani, 37 anni, commissario di polizia allergica alle regole e soprattutto testarda nel combattere l’arroganza di ogni forma di potere, Paolo Silveri, ispettore capo e fedelissimo braccio destro del commissario, Leo Fragassi, vice sovraintendente, 27 anni, originario di Vittorio Veneto.
Questa è la squadra che indaga sull’omicidio di Claudia Longo e che presto si troverà coinvolta in una storia allucinante.
Dietro l’omicidio si nascondono una serie di oscure connivenze e di giochi di potere che hanno a che fare con i compromessi più sporchi della cattiva politica che si sporca le mani con il più squallido affarismo.
Laura Damiani è determinata e nonostante i suoi superiori la ostacolino riesce a portare avanti un indagine che la porterà al Single, un club privato nel quartiere Eur, dove conoscerà anche il musicista Andy Lovato. Nella depravazione e nella corruzione delle notti romane il commissario intuisce che quel luogo è il cuore della sua indagine. Così si infiltra, lasciandoci coinvolgere in un incubo che metterà seriamente in pericolo la sua vita.
Lasciando per un attimo da parte le sfumature gialle della narrazione, Romano De Marco ci consegna tre personaggi straordinari ben caratterizzati che hanno in comune i loro lati oscuri. Ed è proprio in questa parte del romanzo che lo scrittore ci mette la letteratura.
Laura, Paolo e Leo hanno in comune il peso della solitudine con cui condividono la propria vita. Una solitudine che nel disincanto diventa insopportabile e che spesso ci costringe a mettere fuori la parte peggiore di noi stessi. Nella consapevolezza che la vita è altrove, la recita non smette di portare avanti il proprio copione.
Romano De Marco, mentre costruisce gli intrecci della storia gialla, è abile nel delineare i profili esistenziali dei suoi personaggi, anime morte nella disillusione dell’esistenza con tutto il peso delle loro ossessioni. Figure inquiete alle prese con una solitudine e una mancanza d’amore che assumono dimensioni insopportabili.
Sullo sfondo di una Roma che assomiglia sempre di più alla Capitale di un basso impero in decadenza, si svolgono le diverse narrazioni di questo romanzo in cui l’azione lascia spesso il passo alla riflessione introspettiva di alto livello, che solo i grandi scrittori sanno fare.
Se la notte ti cerca è un noir, è anche un thriller coinvolgente, soprattutto è un romanzo in cui c’è la grande letteratura, quella che non dimentica mai il suo tempo e tutti noi che ne facciamo parte.
Romano De Marco si conferma un scrittore di enorme talento che non inventa soltanto libri polizieschi ma che nelle infinite sfumature del giallo sa soprattutto fare i conti con quell’idea di letteratura tanto cara a Italo Calvino, quella capace di rappresentare la molteplicità delle relazioni, in atto e potenziali.
Se la notte ti cerca è un’opera di fantasia. Personaggi e situazioni sono invenzioni dell’autore.
Anche il personaggio del musicista Andy Lovato è il frutto della fantasia dell’autore. De Marco qui, però, si ispira alla carriera di Danny Losito, un bravissimo compositore che da un paese della provincia di Bari (Gioia Del Colle) ha scalato le classifiche internazionali con la sua musica.

Romano De Marco, classe 1965, è responsabile della sicurezza di uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Esordisce nel 2009 nel Giallo Mondadori con Ferro e fuoco, ripubblicato in libreria nel 2012 da Pendragon. Nel 2011 esce il suo Milano a mano armata (Foschi, Premio Lomellina in Giallo 2012). Con Fanucci pubblica nel 2013 A casa del diavolo e con Feltrinelli Morte di Luna, Io la troverò e Città di polvere (gli ultimi due finalisti al Premio Scerbanenco-La Stampa nel 2014 e nel 2015). I suoi racconti sono apparsi su giornali e riviste, tra cui “Linus” e il “Corriere della sera”, e i periodici del Giallo Mondadori. Vive tra l’Abruzzo, Modena e Milano.

Source: libro inviato al recensore dall’ editore con dedica dell’autore. Si ringrazia l’ufficio stampa Piemme.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: L’uomo di casa di Romano De Marco (Piemme 2017) a cura di Nicola Vacca

22 novembre 2017

l'uomo di casaIn occasione del Premio dei Lettori come romanzo più votato sul sito del Premio Scerbanenco 2017, in cui è rientrato nella cinquina finale, (il vincitore sarà proclamato il 4 dicembre), publichiamo questa recensione di Nicola Vacca già edita su Satisfiction.

Romano De Marco con L’uomo di casa scrive un thriller accattivante. L’ambientazione americana è impeccabile.
L’autore ricostruisce perfettamente i luoghi in cui si svolge la storia. Tra Richmond e Vienna, cittadina della Virginia, De Marco costruisce una storia mozzafiato dagli intrighi e colpi di scena infiniti che inchiodano i lettori al libro.
Su diversi piani temporali si svolgono le vicende narrate: un passato da incubo che riporta alla memoria il caso della misteriosa Lilith di Richmond, una donna che mai nessuno è riuscita a identificare ed è ricercata per il sequestro e l’assassinio di numerosi bambini.
Poi c’è il presente con il barbaro assassino di Alan, trovato morto nella sua auto in un parcheggio, e la storia di Sandra Morrison, sua moglie, che dopo la morte del marito si chiede chi fosse davvero l’uomo con cui ha condiviso un pezzo importante della sua vita.
Alan sempre premuroso e attento, appunto un perfetto uomo di casa, professionista stimato che non trascurava nulla adesso si scopre che aveva dei segreti e una doppia vita che lo ha portato a essere assassinato brutalmente.
Sandra precipita in un incubo quando apre i cassetti segreti dell’esistenza di suo marito che credeva di conoscere bene. Comincia a indagare, vuole conoscere la verità.
La vita segreta di suo marito si incontra per una serie di circostanze con il vecchio caso irrisolto dei delitti commessi dalla Lilith di Richmond.
Alan era ossessionato da quella oscura vicenda e lei non riesce a capire il perché.
Accade di tutto: il passato e il presente nella loro tragicità sono uniti da un filo comune di sangue. I delitti di Richmond sono legati alla strana e violenta morte di Alan.
Sandra nella ricerca della verità si accorgerà che molte delle persone a lei vicine hanno qualcosa da nascondere e sono coinvolte nella storia anche se sembrano al di sopra di ogni sospetto.
Un thriller in piena regola quello scritto da Romano De Marco. Una scrittura coinvolgente e soprattutto attenta a soffermarsi sull’introspezione e sulla caratterizzazione dei personaggi è la cornice perfetta che trascina il lettore negli abissi di questa storia nera fino al colpo di scena finale che lascerà tutti senza parole, con la consapevolezza che al male non c’è nessuna risposta ed è per questo che ci illudiamo di fingere che il mondo è un luogo di pace e di amore.

Romano De Marco, classe 1965, è responsabile della sicurezza di uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Esordisce nel 2009 nel Giallo Mondadori con Ferro e fuoco, ripubblicato in libreria nel 2012 da Pendragon. Nel 2011 esce il suo Milano a mano armata (Foschi, Premio Lomellina in Giallo 2012). Con Fanucci pubblica nel 2013 A casa del diavolo e con Feltrinelli Morte di Luna, Io la troverò e Città di polvere (gli ultimi due finalisti al Premio Scerbanenco-La Stampa nel 2014 e nel 2015). I suoi racconti sono apparsi su giornali e riviste, tra cui “Linus” e il “Corriere della sera”, e i periodici del Giallo Mondadori. Vive tra l’Abruzzo, Modena e Milano.

Source: libro inviato dall’editore al recensore. Ringraziamo l’Ufficio Stampa “Piemme”.