Posts Tagged ‘Tokyo’

:: A Tokyo, con The Passenger

14 novembre 2025

Nemmeno gli scrittori di fantascienza avevano mai immaginato che un giorno le strade di Tokyo sarebbero state affollate di turisti stranieri ansiosi di scoprire un mondo scintillante e pieno di riferimenti così lontani dalla loro cultura. Fino a pochi anni fa sembrava uno scenario irrealistico e la capitale una meta soprattutto per iniziati e yamatologi, ma nel frattempo l’influenza della cultura popolare giapponese è cresciuta a dismisura. Sebbene gli anni ruggenti dell’economia nipponica siano finiti da quasi tre decenni e Tokyo stia vivendo un ridimensionamento dovuto anche alla svalutazione dello yen, la città ha ancora molto da offrire: è estremamente sicura, vivibile – quasi a misura d’uomo nonostante le dimensioni e la densità abitativa – godibile e goduriosa.

La massiccia e relativamente nuova presenza di stranieri, tuttavia, genera anche preoccupazioni per l’overtourism e il proliferare di uno sviluppo urbano allarmante. Perfino qui, dove la transitorietà è nel dna e demolizioni e ricostruzioni dovute a guerre e calamità naturali sono cicliche, si teme una crisi più profonda e la società mostra alcune crepe. Come il fenomeno dei Tōyoko kids, adolescenti traumatizzati che vivono per strada e che incrinano l’immagine pulita e ordinata che abbiamo del Giappone.

A livello politico si affacciano bizzarre forme di populismo, incarnate da youtuber e influencer strampalati che sembrano voler confermare tutti i paradossi di una società ultradisciplinata, che ha valvole di sfogo per noi incomprensibili: caffè a tema di ogni genere, host club le cui clienti si indebitano e finiscono in brutti giri solo per catturare per un po’ l’attenzione di un ragazzino alla moda, manifesti elettorali con cani, pornostar e supereroi. Quest’arte e abilità nel cercare una via di fuga, intrinseca alla città, è sempre più richiesta in un pianeta così turbolento e trova negli anime e nei manga la sua punta di diamante, lo strumento di soft power più efficace. L’eccellenza dell’industria giapponese sembra essersi spostata nel mondo dell’immaginazione e del desiderio, una fantasia che si può consumare dal proprio divano ma che molti vogliono toccare con mano e respirare viaggiando fino a Tokyo. Sembra poco, ma non lo è.

Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Lukasz Palka, fotografo polacco che vive in Giappone dal 2008. Nel suo lavoro mescola street photography ed esplorazione urbana, e tratta Tokyo, metropoli che lo affascina per i suoi abitanti e le sue infrastrutture, alla stregua di un organismo vivente, con gli esseri umani e il traffico che pompano nelle sue arterie come spinti da un cuore che batte. Si dedica anche alla fotografia commerciale, lavorando per marchi come Nikon, Toshiba, Lexus, Peugeot e Microsoft. Le sue foto sono apparse su riviste di viaggio e lifestyle come Ronda, Excelente, Tokyo weekender e nel libro Tokyo unseen (Teneues, 2023). È tra i fondatori di Eyexplore, un’associazione con sede a Tokyo e attiva in tutto il Giappone che organizza workshop di fotografia.

:: Il ristorante dell’amore ritrovato, Ito Ogawa, (Beat 2016) a cura di Viviana Filippini

10 Maggio 2016

beat

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L’arte culinaria è in grado di abbattere i dissidi e di avvicinare le persone? In ambito letterario sì e lo dimostra il romanzo Il ristorante dell’amore ritrovato della scrittrice giapponese Ito Ogawa, pubblicato da Beat. La storia prende il via quando Ringo, una giovane addetta al lavoro di cucina in un ristorante turco di Tokyo, scopre che il suo fidanzato, un maitre di origine indiana con il quale convive da un po’, se n’è andato per sempre, svuotando di tutto l’appartamento che condividevano. Nulla è rimasto. L’ex della protagonista non solo ha portato via i mobili, quadri, vestiti e utensili da cucina. Lui si è preso pure il mortaio di epoca Meiji che Ringo aveva ereditato dalla nonna materna. La giovane è così traumatizzata da non riuscire più a parlare. La sua voce si è come volatilizzata e per mettere ordine alla tremenda pena d’amore, Ringo torna nel villaggio ai piedi del Monte delle Tette, dal quale era scappata quando aveva 15 anni. Arrivata a casa, la giovane dovrà imparare a convivere con Ruriko, quella madre con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Quella donna che, secondo Ringo, non è mai stata in grado di amarla abbastanza e davvero. Sarà nella tranquillità dei monti giapponesi che la protagonista, non solo cercherà di appianare i suoi dolori, ma darà forma al Lumachino. Un piccolo ristorante su prenotazione, che ospita pochi clienti (una persona o un coppia al giorno), per i quali la ragazza prepara dei menù ad hoc, dando forma ai desideri dei commensali. Un bel giorno tra gli avventori di Ringo, ci sarà sua madre Ruriko e, cucinando per lei, dopo un iniziale imbarazzo, la nascente cuoca comprenderà molto del carattere della mamma e degli eventi che, purtroppo, hanno creato tra loro una distanza quasi incolmabile. Il romanzo di Ito Ogawa non è solo la storia di una ragazza alle prese della ricerca della pace esistenziale perduta e di una voce che non vuole tornare. Il ristorante dell’amore ritrovato è una storia che porta il lettore dentro ad un mondo affascinate (il Giappone) nel quale i sapori, le forme e i colori dei piatti preparati con amore da Ringo prendono forma dettagliata nella mente del fruitore. Ogni singola portata assomiglia ad una vera e propria opera d’arte e Ringo si rivela una cuoca saggia ed esperta che, non solo riesce a soddisfare i clienti, ma con quello che cucina, lei è in grado di trasformare e cambiare le vite delle persone. Il libro della Ogawa è una narrazione intensa e delicata, in grado di avvicinare noi lettori alla scoperta del mondo intimo di Ringo e della sua famiglia. Allo stesso tempo, Il ristorante dell’amore ritrovato ci fa conoscere le tradizioni gastronomiche della cultura nipponica, così lontana e diversa dalla nostra italiana, ma ricca di gusti tutti da scoprire. Inoltre, la placida e diligente Ringo ci insegna come l’arte della preparazione dei piatti è, e deve continuare ad essere, un vero e proprio atto di amore per gli altri. Traduzione di Gianluca Coci.

Nata nel 1973, Ito Ogawa è una nota scrittrice giapponese di canzoni e di libri illustrati per ragazzi. Con Il ristorante dell’amore ritrovato (Neri Pozza, 2010), il suo romanzo d’esordio, ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico. Il libro si è aggiudicato il Premio Bancarella della Cucina 2011. Nel 2012 pubblica La cena degli addii (Neri Pozza).Ha un sito web (solo in giapponese) dove propone ricette di cucina.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Giulia dell’ufficio stampa BEAT.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.