Posts Tagged ‘Micol Borzatta’

:: Radici, volume I e II, Giorgio Pandiani (Autoproduzione, 2014 – 2016) a cura di Micol Borzatta

7 marzo 2017

unnamedSilvio fa parte di un gruppo di cattivi ragazzi che vengono ingaggiati di notte per atti di vandalismo.
Un giorno, mentre tornano da un colpo, inizia ad avere strane visioni relative alle radici delle piante.
Da studioso di biologia capisce quasi subito cosa possa significare, ma la conferma la ottiene quando viene rapito dalle piante che lo obbligano a ricordare e a vedere i fatti avvenuti. Scopre così che il gruppo che frequenta viene ingaggiato per smaltire in modo illegale rifiuti tossici riversandoli nei fiumi, e questo ha portato a una rivolta delle piante.
Sulla sparizione di Silvio e sul problema delle radici che distruggono strade, tunnel e città sta indagando un poliziotto, De Luca, che non potendo farlo ufficialmente decide di prendere un periodo di ferie per poter indagare liberamente.
Graphic novel molto ben strutturata. I disegni sono dettagliati e relegano la parte scritta in secondo piano.
La storia è ben strutturata, anche se i finali non lasciano troppa suspance al lettore, che non rimane con il fiato sospeso ad attendere il proseguo.
Un grande difetto è la pubblicazione ogni due anni, che porta quasi a dimenticarsi della storia, pur essendo interessante.
Storia che effettivamente tratta di un problema molto serio che purtroppo coinvolge il nostro pianeta attualmente.
Nel complesso una buona lettura, veloce e interessante.

La versione cartacea è stata stampata su carta riciclata, utilizzando inchiostri a cera e solo energie rinnovabili (certificazioni europee FSC® ed Eco-print©). Le copie del secondo volume, inoltre, sono state rilegate all’interno del Carcere di Genova Pontedecimo, grazie all’iniziativa “Il Cielo in una stampa” di Ecoprintweb.

Grafico e sviluppatore multimediale, Giorgio Pandiani (Lecco, 1984) scrive e disegna fumetti dalla quinta elementare. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Lecco e la “Scuola del Fumetto” di Milano, per cui ha pubblicato i suoi primi lavori, fa il suo esordio come autore completo nell’aprile del 2011, autoproducendo il graphic novel I Palazzi (116 pagine a colori). L’accoglienza da parte di critica e pubblico è positiva e le copie cartacee vanno esaurite in pochi mesi. Nel novembre del 2014 è la volta del primo volume (di tre) di Radici (84 pagine in bianco e nero). Ancora una volta autoprodotto, il fumetto suscita l’interesse di molti lettori, siti specializzati e riviste del settore. Dopo due anni di lavoro, la storia prosegue nel secondo volume (di tre) di Radici (82 pagine in bianco e nero), disponibile dal 1 Dicembre.

Source: copie digitali inviate al recensore dall’autore.

:: Naoi, Bilkis Saba (Koi Press, 2017) a cura di Micol Borzatta

17 febbraio 2017
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Al suo risveglio Stuart capisce di essere nei guai. Legato su un tavolo di metallo, in una stanza illuminata da un neon intermittente. In tasca un timer metallico con il simbolo del logo dell’Endream con un conto alla rovescia: 3 ore 28 minuti 23 secondi. Nella stanza un secondo tavolo con una persona di cui vedeva solo braccia e gambe che si muovevano convulsamente.
Siamo in un futuro non ben precisato. A Brixtol ci sono un sacco di scontri e la criminalità è altissima a causa della sovrappopolazione.
La Endream, una multinazionale farmaceutica, viene incaricata di creare una pillola che provoca una morte indolore. La loro pillola fa di più: mentre ti porta alla morte ti fa vivere un’esperienza onirica appagante.
Il governo crea allora il Programma, tutti coloro che non sono sposati e non riescono a costruirsi una famiglia entro un certo numero di tentativi vengono definiti esuberi e quindi destinati all’uso della pillola.
Per Stuart è il suo ultimo tentativo, londinese cinquant’enne fa lo psichiatra, ma quando arriva al Ministero per incontrare la partner designata, scopre che il computer del Programma ha scelto una giovanissima ragazza orientale.
Cosa succederà tra i due per cui Stuart si sveglierà su quel tavolo?
Niente spoiler, sta a voi scoprirlo.
Grande partenza in cui il lettore si trova subito al centro dell’azione, per poi ripercorrere passo passo gli avvenimenti che hanno condotto ai fatti iniziali.
È così che facciamo un salto indietro nel tempo, ma ritrovandoci sempre in questo futuro distopico.
L’andamento narrativo rimane sempre molto veloce e adrenalinico, portando il lettore a divorare il romanzo, aiutato anche dalla sua brevità.
Le descrizioni sono davvero ben fatte e trasmettono perfettamente la visione del mondo che ha l’autrice.
Un romanzo che fa riflettere sul futuro che possiamo aspettarci continuando su questa via, che vuole essere un po’ thriller, ma dare speranza con la storia d’amore coprotagonista.

Bilkis Saba è di origini bengalesi, ma è cresciuta in Italia sin da bambina.
Attualmente lavora tra Milano e Londra.

Source: pdf inviato al recensore dall’editore. Ringraziamo l’ ufficio stampa Koi Press.

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:: Appunti di Vita Volume 2, Boulet (Bao Publishing, 2017) a cura di Micol Borzatta

8 febbraio 2017
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La vita di un fumettista non è assolutamente semplice. Partendo dal doversi mantenere con i propri disegni, spesso non molto capiti, a volte non giudicati appieno, fino ad arrivare a tutto il lavoro che c’è dietro, sia nella fase di creazione che nella fase di vendita e marketing. Ed è proprio della fase marketing, ovvero la presenza degli autori alle fiere del fumetto per sponsorizzare e proporre il proprio lavoro, che si vuole dedicare Boulet in questo secondo volume di vita quotidiana raccontata a vignette. Boulet infatti è un disegnatore di graphic novel molto conosciuto specialmente in Francia. I suoi lavori, spesso introdotti da Zerocalcare, hanno una comicità realistica che sa conquistare sia il mondo dei ragazzi, ma anche quello degli adulti, specialmente per la sua scelta di raccontare semplicemente la verità della vita, tutto quello che una persona che sceglie di fare un certo tipo di lavoro deve sopportare e affrontare per continuare a realizzare il suo sogno e potersi mantenere seguendo il suo sogno.
Partendo dalle domande incredule dei genitori che accompagnano i figli e che non credono che con quel genere di lavoro i loro piccoli possano un giorno mantenere adeguatamente una famiglia, tarpando loro in questo modo le ali e obbligandoli a scegliere percorsi scolastici più consoni, alle richieste assurde dei fan o della gente che pretende di avere un disegno con dedica arzigogolato in pochissimi secondi perché non ha voglia di stare in coda.
Raccontato con molto cinismo, ma anche accompagnato da disegni di qualità che prendono una vita tutta loro, e che invece di accompagnare il testo diventano protagonisti e il testo solo una spalla descrittiva a volte nemmeno del tutto necessaria, troviamo una situazione di vita reale che apre gli occhi su un mondo spesso conosciuto e giudicato molto sottogamba.
Una graphic novel di un certo peso, e non solo per il volume consistente di pagine, che introduce il lettore in una vita piena sacrifici e poesia e che sa come tenere il lettore attaccato alle proprie pagine, facendolo vivere concretamente e a 360 gradi ogni singola vignetta.

Boulet La vita del fumettista non sempre è così facile come la si immagina. Lo sa bene Boulet, al secolo Gilles Roussel, che nella raccolta di strisce del suo blog http://www.bouletcorp.com tratteggia con inconfondibile verve umoristica i chiaroscuri di una vita a fumetti. Apprezzato sia dal grande pubblico sia dalla critica (Lewis Trondheim lo ha scelto come autore per la serie La Fortezza, insieme a nomi del calibro di Joann Sfar, Kerascoët e Christophe Blain), Boulet è uno degli artisti che più hanno influenzato la scena contemporanea dei blog a fumetti nonché autori di prestigio come Zerocalcare. Nel 2015 Appunti di vita, la raccolta delle sue strisce a fumetti, viene pubblicata in Italia per i tipi di Bao Publishing.

Source: pdf inviato dall’editore al recensore, ringraziamo Daniela dell’Ufficio Stampa Bao Publishing.

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:: Urla e silenzi, Gabriele Licciardi (Villaggio Maori edizioni, 2016) a cura di Micol Borzatta

14 gennaio 2017
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Saggio che narra la vita dell’ospedale psichiatrico di Verona dal 1880 al 1945.
Recuperando alcune cartelle originali dei pazienti dell’ospedale, Licciardi vuole raccontare la vera storia delle condizioni dei pazienti che venivano rinchiusi perché dichiarati pazzi, definiti successivamente malati di mente, per arrivare al riconoscimento moderno di schizzofrenici, alterazione della personalità, etc. etc.
I pazienti venivano usati come cavie per gli studi sul cervello umano, tenuti in condizioni disumane, non considerati come esseri umani, ma solo come dei numeri.
Solo con il passare dei decenni, e con l’arrivo di nuovi scienziati che modernizzarono la psicanalisi, si ebbe un miglioramento della qualità delle condizioni, riconoscendo a ognuno di loro la condizione umana, fino ad arrivare alla chiusura delle strutture e alla cura dei malati tramite sedute psichiatriche con specialisti.
Un saggio cruento, che racconta tutta la verità, spesso nascosta, legata a condizioni dello stato mentale derivati prevalentemente dalla ignoranza.
Con toni poco addolciti e cartelle cliniche alla mano, Licciardi, svela tutto quello che è stato nascosto e a volte insabbiato, portando alla luce una parte tragica della nostra storia.
Saggio non adatto a tutti per i temi forti, dà un ottimo spunto per riflettere e imparare a rispettare il prossimo.

Gabriele Licciardi è autore di Macchie rosse. L’operaismo italiano tra politica e lotta armata (NdA press) e Urla e silenzi (Villaggio Maori edizioni).

Source: pdf inviato al recensore dall’editore (di difficile lettura a causa di una scritta in sovrimpressione), ringraziamo Elena dell’ufficio stampa.

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:: I signori della cenere, Tersite Rossi (Edizioni Pendragon, 2016) a cura di Micol Borzatta

12 gennaio 2017
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Una grande battaglia sta affliggendo il mondo quasi dalla sua creazione. Il tutto inizia con il Grande Ordine, una setta monacale fanatica, con sede nei Pirenei, e la sua antagonista, la Grande Madre, con sede nell’Isola di Creta e che predica la rinascita della pace e dell’uguaglianza dei sessi, abolendo le gerarchie e le autorità.
Con la modernizzazione del mondo, anche i seguaci delle due parti si sono evoluti, così i Globocrati diventano i leader dei maggiori istituti finanziari del mondo e governano con le loro banche e le multinazionali, imponendo morte e distruzione.
Proprio per questo la Grande Madre si è sempre rifiutata di sottostare al Grande Ordine, creando piano piano un nuovo mondo, governato da una società matriarcale e non gerarchica, società vigente dal 7 mila fino al 3 mila e 500 anni prima di Cristo, quando purtroppo il patriarcato ha preso il soppravvento.
In un lungo cammino che parte dalla Creta del XII secolo a.C. fino ai giorni nostri si vedrà come i Globocrati, detti anche Signori della Cenere, saranno i potenti delle varie ere, trasformando tutto in cenere, da qui il loro nome, e come la società matriarcale fu sepolta sotto alla distruzione.
Romanzo abbastanza complesso, ma di facile e veloce lettura, grazie al suo stile narrativo di facile comprensione, pur trattando argomenti anche complessi come la finanzia speculativa e la crisi economica.
Il lettore si sente protagonista del romanzo, come se ci interagisse direttamente, e questo grazie alle molteplici domande che gli autori lo portano a porsi capitolo dopo capitolo.
Un romanzo quasi didattico e contemporaneamente libro denuncia, che unendo fantasia alla realtà dà molti spunti a cui pensare facendo capire come l’uomo ha ridotto la visione del bene e della felicità a concetti chimerici.
Un romanzo profondo e toccante adatto a qualsiasi target.

Tersite Rossi pseudonimo usato per indicare un collettivo di scrittori formato da Mattia Maistri, insegnante, e da Marco Niro, giornalista, entrambi trentini.
Esordiente nel 2010 con il romanzo È già sera, tutto è finito entra nel panorama della Narrativa d’inchiesta.
Nel 2012 pubblica Sinistri che parla dei mali della Capitale.
I Signori della Cenere chiude la trilogia.

Source: pdf inviato al recensore dall’autore, ringraziamo il collettivo Tersite Rossi.

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:: L’incanto del tempo, Niccolò Gennari (Nulla Die, 2016) a cura di Micol Borzatta

14 dicembre 2016
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Siamo alla vigilia del ritorno della Lunga Notte. L’incanto che sta rinchiudendo il temibile Incantatore è agli sgoccioli e i quattro vecchi maghi elementali, guardiani delle quattro bacchette più potenti derivanti dal grande Albero della Luce, decidono che non rinnoveranno gli incanti e scelgono quattro maghi che dovranno andare a recuperare le quattro bacchette dal loro nascondiglio.
Per la bacchetta del vento viene scelta Xinti, che in una delle sue vite precedenti aveva già avuto dei legami con questa bacchetta.
Vite precedenti perché i maghi sono immortali, ma ogni tot anni, a loro scelta, cambiano involucro mettendo al mondo dei figli e passando al primogenito la reminescenza che man mano cresce e gli permette di rievocare tutti i ricordi delle vite passate.
Per la missione Xinti viene accompagnata da un orco, un folletto e tre umani, di cui uno è Joona, un teatrante da strada che Xinti incontrò mentre si recava a Monte Corvo, dove era stata chiamata dai grandi maghi e tra cui si era instaurato un legame.
L’inizio della missione è molto travagliato, sembra quasi dover fallire, ma la tenacia di Xinti e Joona permettono al gruppo di andare sempre avanti.
Primo romanzo di una saga sa come far innamorare il lettore per poi lasciarlo a bocca aperta con un cliffhanger finale che toglie il fiato e lascia tutti in sospeso.
La struttura del romanzo è molto ben fatta che sa unire i classici del fantasy senza cadere nei cliché. Infatti durante la lettura il lettore può trovare alcuni passaggi che possono ricordargli Il signore degli anelli, oppure Harry Potter e qualcosa anche di Deltora e della saga di Shannara, però sono solo vaghi ricordi perché effettivamente non ci sono citazioni dirette e copiature. Il tutto è narrato in maniera del tutto innovativa e travolgente.
Le descrizioni sono fatte minuziosamente, tant’è che il lettore si ritrova davvero a viaggiare per le lande gelate in direzione di Monte Corvo, oppure dentro a Bosco Rosso, a combattere con il serpente dell’incanto dell’acqua, creando in questo modo un legame empatico tra lettore e protagonisti fortissimo, che sarà poi il motivo per cui alla fine del romanzo il lettore si ritroverà sperduto, come se qualcuno gli avesse strappato qualcosa dal petto, lasciandolo in fibrillazione e in ansia ad attendere il seguito per poter ritrovare tutti i personaggi, oramai diventati degli amici, e scoprire il proseguo delle loro avventure.
Un romanzo avvincente, struggente, conturbante che non può passare inosservato.

Niccolò Gennari nasce a Pesaro nel 1978.
Dopo essersi laureato in Astronomia a Bologna frequenta un Master in Matematica applicata e uno in Astronautica e scienze da satellite.
Finiti gli studi si trasferisce a Bibione e fonda l’azienda fantasy con vari punti vendita La fata & il Drago.

Source: inviato al recensore dall’autore.

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:: Tempo assassino, Michel Bussi (Edizioni E/O 2016), a cura di Micol Borzatta

1 dicembre 2016
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23 agosto 1989. Clotilde si ritrova in macchina con il fratello Nicolas, la madre Palma e il padre Paul. Sono le 21:02 ed è la notte di Santa Rosa e si stanno dirigendo a sentire il concerto di un gruppo molto importante che per la prima volta suona in Corsica, quando la Fuego rossa su cui stanno viaggiando tira dritto a una curva e finisce nello strapiombo. Palma, Nicolas e Paul muoiono sul colpo, mentre Clotilde sarà l’unica sopravvissuta.
Agosto 2016. Dopo 27 anni da quando è rimasta orfana Clotilde decide di tornare in vacanza in Corsica, ad Arcanu, nel paese originario del padre dove vivono ancora i nonni e i parenti.
Ovviamente decide di andarci con la sua famiglia, ovvero il marito Franck e la figlia Valentine.
Appena arrivano in Corsica la sua prima tappa è andare a portare dei fiori sul luogo dell’incidente per metabolizzare la cosa e superare l’ansia che la zona le provoca.
Il soggiorno lo passano al Camping del Tritone, il campeggio dove soggiornava da piccola. Anche se il boungalow non è lo stesso, appena vi si sistema iniziano a succedere molte cose strane. All’inizio le spariscono i documenti, poi riceve una lettera scritta con la calligrafia della madre morta che le chiede di mettersi alla sera, quando sarà a cena dai nonni, sotto al leccio così che lei possa vederla. Clotilde inizia a pensare di essere impazzita e quando prova a parlarne con Franck, invece di trovare man forte e sostegno, viene accusata di pensare solamente al passato, di star dando fuori di testa e di non voler assolutamente prendersi cura e preoccuparsi del marito e della figlia. Clotilde però non può smettere di indagare, in fondo sta parlando della sua famiglia.
Romanzo spettacolare, molto profondo e completo.
Come oramai siamo stati abituati dai precedenti romanzi, ritroviamo tutta la capacità di Bussi di manipolare la realtà e i fatti in modo da portare il lettore alla confusione più totale, ma nello stesso tempo catturarlo in una tela da cui non si può liberare, e da cui non si vorrà liberare fino alla fine del romanzo dove troverà i grandi colpi di scena a cui è abituato che spiegheranno qualsiasi enigma a cui non sarà riuscito a trovare risposta durante la lettura. Ovvero a qualsiasi, visto che Bussi non darà mai la possibilità di trovare risposte prima della fine, perché gli piace sconvolgere il lettore e stravolgerlo con rivelazioni inimmaginabili.
Come sempre le descrizioni sono particolareggiate e molto spazio viene dato ai pensieri, ai sentimenti e alle emozioni, specialmente di Clotilde, che ritroviamo bambina di quindici anni attraverso le pagine del suo diario, e da adulta rivivendo giorno per giorno la sua vacanza che ripercorre esattamente le stesse giornate passate da ragazzina.
Un romanzo che sa conquistare, sa colpire e sa stravolgere la mente, lasciando alla fine solo la voglia di poter prendere un altro romanzo dell’autore per rimmergersi nel suo stile unico.

Michel Bussi è un autore francese, al momento uno dei più venduti oltralpe. Nato in Normandia, dove ambienta tutte le sue opere, insegna geografia all’Università di Rouen.
Nel 2016 ha già pubblicato Ninfee Nere sempre con E/O.
Tempo Assassino è il terzo libro che viene tradotto in Italia, dopo Un aereo senza di lei e Ninfee nere.

Source: libro inviato dall’editore al recensore, ringraziamo Giulio dell’Ufficio Stampa EO.

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:: La notte del predatore, Wilbur Smith (Longanesi, 2016) a cura di Micol Borzatta

30 novembre 2016
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Hector Cross sta provando a rifarsi una vita.
Dopo che gli hanno ucciso la moglie, Hazel Bannock, è riuscito a trovare i colpevoli, uno lo ha ucciso con le su stesse mani, anche se il mondo intero ancora non sa della sua morte, mentre l’altro è stato convinto da colei che successivamente ha deciso di condividere la vita con lui, a lasciarlo nelle mani della giustizia. Si tratta di Jhonny Congo, rinchiuso nel braccio della morte in attesa che arrivi il suo momento.
Il giorno in cui è previsto il suo trasferimento per mettere in pratica la pena di morte, Jhonny riesce a scappare.
Hector ricade in uno stato vendicativo fortissimo e viene anche lasciato dall’avvocatessa che lo aveva convinto a non farsi giustizia da solo.
Nel frattempo deve occuparsi anche della Bannock Oil, l’azienda della moglie che ha ereditato alla sua morte e di cui si occupa della sicurezza.
Le problematiche però si accavallano fino a unirsi in un’unica e sola.
Una nuova avventura che verrà affrontata come sempre a testa bassa, come ci ha già abituato Wilbur Smith e come siamo abituati a vedere Cross.
Ritroviamo infatti tutto il suo carattere impulsivo, che cerca in tutti i modi di tenere a freno cercando di pensare e ragionare lucidamente prima di agire e buttarsi a capofitto, ma che alla fine sappiamo benissimo che non ci riuscirà mai.
Descrizioni sempre particolareggiate faranno sì che si venga trasportati all’interno delle pagine, accompagnando Hector per tutta la missione, come se ci trovassimo componenti della sua squadra tattica.
Altra caratteristica che si ritrova, purtroppo, è il rallentamento della narrazione verso il centro del romanzo, rallentamento che porta il lettore a perdere un po’ quel carico di adrenalina con qui era arrivato, ma che ritroverà e ricreerà subito dopo aver superato la parte tattica, quando si ritorna in piena azione, con colpi di scena e descrizioni adrenaliniche.
Un romanzo che si legge comunque tutto d’un fiato e che saprà conquistare.

Wilbur Smith nasce nel 1933 nell’attuale Zambia (Rhodesia del Nord), ma la famiglia si è subito trasferita mentre era ancora in fasce ed è cresciuto in Sudafrica.
Dal 1964 si è dedicato interamente alla narrativa, con 36 opere al suo attivo ambientate in Asia, Africa, Egitto e America spaziando dall’antico Egitto ai giorni nostri.
Nel 2015, insieme alla moglie Niso, ha fondato la Wilbur & Niso Smith Foundation. Un’organizzazione senza scopo di lucro che scopre nuovi scrittori di avventura e sostiene lo sviluppo dell’alfabetizzazione.

Source: ebook inviato dall’editore, ringraziamo Tommaso dell’Ufficio Stampa Longanesi.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Sporcizia, stupore e una pioggia di morte, Tommaso Galligani (Galassia arte, 2016), a cura di Micol Borzatta

23 novembre 2016

imagesFrancesco Caschi è un ricercatore universitario, appassionato di letteratura, specialmente se tratta di occulto o fantascientifica. Per questo, appena sente parlare dell’esistenza di un libro che contiene svariati racconti reali relativi a patti demoniaci, alieni, cacce all’uomo, decide che quel volume deve assolutamente essere suo.
Un manoscritto pulp che però fa gola a molte persone e Francesco purtroppo non è l’unico a conoscerne l’esistenza.
Inizia così un viaggio allucinante che porterà Francesco ad avere a che fare con la malavita, politici e partecipare anche a festini molto particolari.
Romanzo molto particolare, in perfetto stile Galligani, che crea un libro dentro al libro, portando il lettore in un mondo allucinogeno, ma anche reale.
Ogni racconto presentato, infatti, parte da un fatto reale che si può sentire quotidianamente accendendo la TV o la radio e viene sviluppato secondo la migliore scuola pulp stile Tarantino.
Lo stile narrativo è molto duro e crudo, in cui gli eventi vengono esasperati e portati all’eccesso, dove viene dato il peso maggiore alla violenza.
Secondo volume di una trilogia dedicata alla decadenza della società, Galligani sembra non voler tralasciare nemmeno il più piccolo e fetido particolare della rovina che il mondo sta vivendo.
Con un ritmo molto angosciante il lettore vivrà, per tutta la durata della lettura, in uno stato di terrore e orrore, dove un senso di claustrofobia stringerà il suo animo in una morsa gli ricorderà che purtroppo alla base di ogni storia c’è la realtà che viviamo quotidianamente, e la violenza è reale.

Tommaso Galligani nasce nel 1979.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza con una tesi in Storia del diritto penale, ha preso un master in Giornalismo.
Attualmente vive a Firenze dove scrive per l’Ansa.
Nel 2016 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Ricordami che devo ammazzarti. Sporcizia, stupore e una pioggia di morte è il suo secondo romanzo.

Source: ebook inviato dall’ autore.

:: Ricordami che devo ammazzarti, Tommaso Galligani (Galassia arte, 2013) a cura di Micol Borzatta

17 novembre 2016

ricAppennino tosco-emiliano. Un uomo, a bordo della sua Panda, sta scappando per i boschi allontanandosi dalla città. Ha paura ed è terrorizzato, il mondo sembra arrivato all’Apocalisse, ovunque dilaga la pazzia e sete di sangue. Nessuno sa spiegarsi come mai sia successo, quale sia la causa scatenante, ognuno ha una sua teoria, ma la verità non la conosce nessuno. L’importante è sopravvivere. Ed è proprio quello che fa il protagonista, anche se sa che scappando si ritroverà da solo e la solitudine porta alla pazzia.
Sulla strada però incontra altri personaggi, ognuno di loro ha una vita travagliata alle spalle fatta di sacrifici, rinunce e compromessi, e per questo ognuno di loro ha una storia da raccontare, mantenendo così vivo il ricordo del mondo normale. E racconto dopo racconto il nostro protagonista riuscirà ad andare avanti e scappare da tutto.
Un romanzo non molto lungo ma abbastanza particolare, già dalla tipologia di stesura che assomiglia molto di più a una raccolta di racconti più che a un romanzo vero e proprio.
Come scelta stilistica Galligani, per il suo romanzo d’esordio, ha scelto di evitare qualsiasi tipo di descrizione, partendo dal narratore. La voce narrante è infatti il protagonista, ma non comunica mai nulla di sé. Anche la gente incontrata o i paesaggi sono poco descritti, lasciando così molta libertà al lettore per immaginarsi l’atmosfera di catastrofe.
Nonostante la carenza delle descrizioni, il romanzo è molto ben scritto e si legge con molto piacere, incontro dopo incontro, racconto dopo racconto, vita dopo vita.

Tommaso Galligani nasce nel 1979.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza con una tesi in Storia del diritto penale, ha preso un master in Giornalismo.
Attualmente vive a Firenze dove scrive per l’Ansa.
Ricordami che devo ammazzarti è il suo romanzo d’esordio.

Source: ebook inviato dall’ autore.

:: Gli eredi della terra di Ildefonso Falcones (Longanesi, 2016) a cura di Micol Borzatta

11 novembre 2016
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Barcellona 1387. Arnau Estanyol ormai è una persona molto influente in città. Dopo aver finito la Cattedrale del Mare ed essere diventato banchiere, grazie al prestito del suo amico ebreo, il suo successo è aumentato sempre più, così da trovarsi a sessantasette anni a essere il notabile più stimato di Barcellona e l’amministratore del Piatto dei Poveri, il fondo creato per raccogliere la beneficenza dei cittadini e distribuirla ai più bisognosi.
Sposato con Mar, di vent’anni più giovane, e padre di un ragazzo di sedici anni, Bernat, Arnau si sente coinvolto in prima persona quando Hugo Llor, di soli dodici anni, perde il padre per un incidente marittimo, così decide di occuparsi della sua famiglia mandando la sorellina a studiare da una monaca sua amica, la madre a servizio di un guantaio e il piccolo Hugo a fare da apprendista da un Mastro d’Ascia.
Purtroppo però, quando tutto sembra perfetto, le campane delle cattedrali iniziano a suonare a lutto: Re Pietro il Cerimoniere è morto.
Il trono viene occupato da Giovanni, il figlio che Pietro aveva esiliato. Con l’arrivo del nuovo sovrano tornano a Barcellona anche i Puig, parenti di Arnau che lo odiano e stanno aspettando da anni di potersi vendicare.
Fin da subito il popolo capisce che i Puig possono fare il loro volere senza dover rendere conto al sovrano, ed è così che appena arrivano decapitano in piazza Arnau dopo averlo accusato di tradimento e si appropriano di ogni suo bene lasciando Mar e Bernat senza nulla, anzi Mar è costretta a tornare a casa a piedi nudi.
Hugo, per aver cercato di difendere Arnau, viene cacciato dai cantieri navali e si ritrova a mendicare per la strada, fino a quando non viene preso sotto l’ala protettiva degli ebrei, riconoscenti ad Arnau di aver salvato la vita ad alcuni di loro, e gli insegnano tutto quello che c’è da sapere sulla produzione del vino.
Hugo però non ha comunque una vita semplice e felice, perché si ritrova a dover continuamente scegliere tra la sopravvivenza e la lealtà verso Arnau e Bernat e gli ebrei.Come gli ha insegnato Arnau sceglie di vivere senza mai piegarsi davanti a nessuno, ma questo lo porterà a dover soccombere molte volte, anche se poi si rialzerà sempre.
Dovrà affrontare scelte sempre più difficili man mano che cresce e diventa uomo cercando di mantenere saldi i suoi ideali di lealtà e giustizia.
Sono passati dieci anni da quando Ildefonso Falcones ha pubblicato La cattedrale del mare, ma quando ci si immerge nelle pagine di Gli eredi della terra ritroviamo subito i protagonisti a noi cari, invecchiati di soli 3 o 4 anni, e man mano che leggiamo, i vari ricordi del precedente libro tornano tutti alla memoria, facendoci riprovare tutto l’amore che era nato per Arnau. Sentimento che verrà poi riversato su Hugi, dopo essere rimasti con il cuore a pezzi a causa della morte del primo.
Hugo viene descritto con la stessa forza e la stessa intensità con cui era stato descritto Arnau, e con la stessa forza lo vedremo crescere, diventare uomo e affrontare la vita sempre a testa alta, con dignità e lealtà verso i meritevoli.
Un romanzo che, oltre a descrivere la crescita di un uomo, descrive nei minimi particolari la barcellona del XIV-XV secolo, una Barcellona dove la nobiltà è corrotta, egoista e volubile, dove la dignità viene calpestata e il popolo vale meno di niente.
Un romanzo dove ritroviamo l’inconfondibile stile di Falcones che sa unire storia e fantasia egregiamente, trasmettendo i vecchi valori, quelli che valgono realmente e insegnando come proteggerli e difenderli.
Un romanzo importante che alla sua fine ci avrà fatto ridere, piangere, urlare e gioire, ma soprattutto ci avrà fatto vivere. Vivere insieme a Hugo e vivere noi stessi.
Traduttori: Ruggiu D., Uberti Bona M., Bovaia R.

Ildefonso Falcones nasce nel 1958 a Barcellona.
Diventato avvocato specializzato in diritto civile, decide di dare vita al suo sogno e alla sua passione iniziando a scrivere.
Nel 2006 pubblica La cattedrale del mare, che ottiene un successo mondiale, nel 2009 pubblica La mano di Fatima, e nel 2013 La regina scalza.
Nel 2016, a dieci anni di distanza, pubblica il seguito di La cattedrale del mare, ovvero Gli eredi della terra.

Source: ebook inviato dall’editore, ringraziamo Tommaso dell’Ufficio Stampa Longanesi.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: L’ala del corvo. Dietro la tenda, Maura Maffei e Rónán Ú. Ó Lorcáin (Parallelo45 Edizioni, 2016) a cura di Micol Borzatta

30 ottobre 2016
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Irlanda 1746. Eravamo rimasti che Labhaoise era contesa da due rivali in amore: Bran Ó Brolcháin e Padre Hugony Newman, vedovo di Pádraigín, sorella proprio di Bran e per la quale morte è accusato proprio il vedovo in combutta con la famiglia Ó Chléirigh.
Bran è innamorato folle di Labhaoise, però vuole sposarla anche per sottrarla a Hugony, il quale con il matrimonio riuscirebbe nei suoi intenti e prendere possesso, oltre che delle terre degli Ó Brolcháin acquisiti con il precedente matrimonio, anche di quelli degli Ó Chléirigh, ovvero della famiglia di Labhaoise.
Purtroppo però non è così semplice poter chiedere la mano di Labhoise al padre, essendo le due famiglie in guerra fin dai tempi dei tempi, e c’è il forte rischio che la richiesta venga rifiutata.
Il cuore di Labhoise però per chi dei due rivali batte più forte? E chi dei due riuscirà alla fine a conquistare la sua mano?
Nel frattempo il complotto che è tutt’ora in ballo per liberare l’Irlanda riuscirà nel suo intento?
Secondo romanzo della una trilogia La fragilità della farfalla ritroviamo tutte le atmosfere storiche a cui gli autori ci avevano abituati nel primo romanzo, nelle quali è facile farsi ritrasportare per incontrare vecchi amici e seguirli e aiutarli nelle loro imprese.
Imprese e avventure che nonostante siano passati mesi tra le due pubblicazioni il lettore riesce a riallacciare tranquillamente e rimmergersi senza nessun bisogno di dover andare a rileggere parti del primo romanzo per aiutare la memoria. Questo grazie alla bravura degli autori di saper coinvolgere e raccontare una storia rendendola il più reale possibile, così che rimanga impressa quasi a fuoco nella mente e nel cuore del lettore. Storia, reale, che ritroviamo anche stavolta inframmezzata da fatti di pura fantasia, ma mescolati con talmente tanta maestria da sembrare reali anch’essi.
Anche stavolta troviamo descritti molto minuziosamente, ma sempre con stile leggero e una narrazione veloce, sia la parte psicologica dei personaggi, dando così l’impressione al lettore di provare lui stesso i sentimenti e le emozioni dei protagonisti, sia degli ambienti, ricreandoli alla perfezione e con una grazia quasi tattile.
In questo romanzo, oltretutto, si è andato a eliminare l’unico vero problema che si era riscontrato nel primo. Infatti conoscendo già tutti i personaggi e l’ambientazione, stavolta il lettore non ha nessun problema a seguire tutti i protagonisti senza confondersi con i nomi, che effettivamente rimangono complicati e a volte quasi ripetitivi, ma orami appartenenti a figure ben distinte che hanno una vita propria e che ormai si amano a tal punto da riconoscerle anche senza l’obbligo dell’uso del nome.
Un romanzo che continua a saper colpire e rapire e che alla fine lascia ancora un senso di vuoto e di dispiacere causato dal dover dire addio a degli amici, ma che nello stesso tempo ti rincuora sapendo che li ritroverai nell’ultimo libro della saga, così da creare quel senso di attesa che si prova quando si aspetta il ritorno di amici in visita da città lontane.

Maura Maffei nasce in Liguria ma vive tutta la sua vita in Piemonte, e ha una grande passione, che l’ha portata ad avere una sterminata conoscenza, per la storia e la cultura irlandese.
Nella vita è erborista, soprano lirico, insegnante di Metodo dell’Ovulazione Bilings per la regolazione naturale della fertilità di coppia e presidente diocesano di Azione Cattolica Italiana.
Tra il 2001 e il 2007 ha firmato oltre 200 articoli monografici per il mensile Keltika.
Nel 1993 ha pubblicato Il traditore, nel 2003 Le lenticchie di Esaù, nel 2007 La lunga strada per genova, nel 2015 Feuilleton.
Nel 1999 ha pubblicato un romanzo tutto in gaelico per la casa editrice Coiscéim di Dublino dal titolo An Fealltóir.
Nel 2012 ha pubblicato l’ebook Astralabius e nel 2014 l’ebook An Nuachar – Lo sposo.
Nel 2015 ha anche vinto il premio letterario al 56° Concorso Letterario Internazionale “San Domenichino – Città di Massa” con il romanzo La sinfonia del vento.

Rónán Ú. Ó Locáirn è nato in Irlanda dove vive tutt’ora.
Per anni ha abitato e lavorato in Italia, e per questo mantiene tutt’ora forti legami affettivi e professionali.
Tecnologo e progettista di talento è molto apprezzato per il suo lavoro e gli viene riconosciuta grande originalità nei progetti che firma.
Musicista e traduttore, è appassionato di linguistica, specialmente dell’irlandese in cui crede fermamente convinto che sia molto importante per il bene e il progresso del suo paese natio.

Source: libro inviato dall’ editore al recensore.

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