Posts Tagged ‘Giunti’

:: Ascolta o muori, Karen Sander (Giunti, 2016)

5 febbraio 2016
asc

Clicca sulla cover per l’acquisto

Nuova indagine per la psicologa e profiler Liz Montorio e il capocommissario Georg Stadler, seguito del (per me) bellissimo Muori con me di Karen Sander. Il secondo episodio si intitola Ascolta o muori (Wer nicht hören will, muss sterben, 2014). Siamo sempre a Düsseldorf, con capatine in Olanda e in Inghilterra (per Liz Montorio), siamo sempre alle prese con un feroce (anzi due) serial killer. Stessi meccanismi del volume precedente: una squadra affiatata, una certa alchimia e tensione (erotica) tra i due protagonisti (che finisce in niente), personaggi tormentati dai propri rovelli personali, stessa traduttrice del primo volume, la brava Lucia Ferrantini, insomma gli ingredienti per un buon thriller ci sono tutti, o perlomeno per ripercorrere le buone orme del primo, tuttavia mi è piaciuto notevolmente meno. Sempre un buon thriller, scorrevole, superiore a una buona quantità di thriller che si leggono di questi tempi, ma parte della magia del primo è come dire evaporata. Georg Stadler, il protagonista che tanto sembrava promettente in Muori con me, qui appare più che altro uno stereotipo (il cinquantenne a caccia di storie di una notte con ragazze molto più giovani) e pure decisamente antipatico, saranno i dialoghi un po’ banali (proprio le parole che l’autrice gli fa dire), saranno le sue reazioni a tratti ingiustificabili (tratta male Birgit senza nessuna concreta ragione in una scena quasi slegata dal contesto). E sebbene si approfondiscano un po’ le ragioni del suo animo tormentato (è rimasto orfano da piccolo, è stato cresciuto da un nonno autoritario che usava spesso la cinghia e ha rischiato seriamente di finire lui tra i fascicoli su cui indaga) difficilmente torniamo di nuovo in empatia con il personaggio, almeno io non ce l’ ho fatta. Magari queste erano le intenzioni dell’autrice, (togliergli spessore umano) ma stranamente ho notato che i personaggi secondari hanno prevalso in un certo senso, sia il personaggio del commissario Birgit (forse quello che mi è piaciuto di più) che quello del commissario Miguel, per lo meno fedeli a sé stessi rispetto al primo libro. Il personaggio di Liz Montorio non riserva particolari sorprese ed è anche lei in un certo senso sottotono (sono arrivata a sperare che il suo fidanzato David fosse lui il serial killer). A un certo punto mi sono detta è cambiato il traduttore, (a volte può succedere) e invece no è la stessa traduttrice quindi non si può far risalire il cambio di tono a questo. Anche sul fronte delle indagini le cose non migliorano di molto. In realtà abbiamo due indagini parallele, una condotta in Inghilterra per fermare un serial killer di bambine, (non la principale ma sebbene affidata ad altri investigatori la Montorio viene contattata per una perizia non ufficiale), e giusto a un certo punto c’è l’arresto improvviso e quasi ingiustificato (ah, il numero di previdenza sociale) del vero colpevole; la seconda condotta in Germania sempre alla caccia di un serial killer questa volta di ragazzi poco più che adolescenti. Indizi (confusi), false conclusioni degli investigatori (come nel primo caso commettono errori, ma qui quasi per trascuratezza), coincidenze un po’ strane (una ragazza legata all’ indagine principale è vittima di un crimine parallelo), insomma non è lineare seguire le indagini e questo toglie piacere alla lettura. Di solito i libri che non mi piacciono non riesco a leggerli (e perciò a recensirli), li abbandono in cerca di altro, questo l’ ho letto dall’inizio alla fine, soprattutto perché è oggettivamente una buona serie, con alte potenzialità (e non lo dico con leggerezza), e spero che il terzo episodio (che leggerò senz’altro) se mai ci sarà, ritorni alle origini. Comq non è un libro scadente, se appunto non avete aspettative, io forse ne avevo troppe.

Karen Sander vive in Renania. Traduttrice e docente universitaria, ha esordito con lo straordinario successo di Muori con me (Giunti 2015), primo romanzo della serie incentrata sulla coppia investigativa Stadler-Montario, entrato nella top-ten dei libri di narrativa straniera più venduti. In Germania, il secondo episodio, Ascolta o muori, si è piazzato subito fra i bestseller dello Spiegel, e la serie nell’insieme ha venduto oltre 150.000 copie.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Elena dell’Ufficio Stampa Giunti.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

:: Muori con me, Karen Sander, (Giunti, 2015)

17 luglio 2015
co

Clicca sulla cover per l’acquisto

Siamo a Düsseldorf, città della Renania settentrionale, piuttosto insolita come ambientazione (nei thriller o polizieschi tedeschi siamo più abituati a vedere – anche in tv – storie ambientate a Monaco o a Berlino), e già questo promette bene anche se lo sfondo è piuttosto stilizzato, qualche descrizione in più della città, dello spirito della città, avrebbe giovato.
Siamo in autunno, un autunno piovoso, presto arriverà la neve.
Il commissario capo Georg Stadler si appresta a visitare la scena di un crimine. Sangue ovunque ad accoglierlo, e qualcosa di famigliare. Un altro caso, se non uguale, con caratteristiche simili, fa scattare in lui la certezza che ci sia un serial killer in città.
I superiori non gli credono, per il primo delitto c’è già un colpevole in carcere, (perchè gettare il panico in città?), ma lui cocciuto (è tanto competente nella vita professionale quanto immaturo e casinista nella vita privata) si rivolge alla migliore profiler in circolazione, Liz Montario, giovane psicologa e docente universitaria con all’attivo un best seller che racconta le sue gesta.
Un uomo che ha bisogno di una donna, e ha il coraggio di ammetterlo, mi son detta, e anche questo promette bene.
I due si incontrano, e alla nostra non sfugge il fascino stropicciato del bel commissario playboy, (cinquantenne, ma che si tiene bene e non cerca storie serie) ma ha qualcosa da nascondere e non si lascia andare più di tanto. Tuttavia accetta di dare un’ occhiata molto “ufficiosa” ai due casi.
Inizia così Muori con me (Schwesterlein komm stirb mit mir, 2013) edito in Italia da Giunti e tradotto da Lucia Ferrantini.
Un poliziesco, con le cadenze del thriller, che porta in Europa i serial killer, realtà tipicamente d’oltre oceano. (In Germania è comunque già uscita la seconda indagine della coppia Stadler-Montario, “Wer nicht hören will, muss sterben”, che sarà presto pubblicata anche all’estero, tanto per dire che ha ricevuto una accoglienza vivacemente positiva).
Solitamente è il commissario della storia con più lati oscuri (non è detto che il bel Georg non ne abbia, e magari li scopriremo nei prossimi romanzi della serie) ma in questo è la bella Liz, cascata di ricci rossi e occhi verdi (bella anche se un po’ l’aspetto lo trascura) ad avere un passato che l’opprime e la condiziona.
Non aspettatevi comunque bollenti scene di sesso tra i due, il commissario Stadler sarà pure uno sciupafemmine inveterato ma è molto protettivo con le sue partner nelle indagini, o meglio capisce quando non è il momento.
E soprattutto non aspettatevi che i due protagonisti siano perfetti, entrambi prendono cantonate pazzesche, e sono vittime di alcune ingenuità che a fatica ne riusciamo a capire il perchè.
Ma non ostante questo la storia funziona, è una buona indagine di gruppo, (anche i poliziotti Birgit e Miguel sanno fare il loro lavoro), e i due protagonisti si bilanciano e si compensano.
Di morti ce ne saranno parecchie, questo sì, con scene del crimine dalle più variegate, (una sala parto, un ascensore tra le altre) con tripudio di sangue e budella sparse. Ma se non vi piace l’horror, non temete, l’incipit può far sorgere il dubbio che di horror si tratti, ma nel resto del romanzo, le scene un po’ forti diciamo, sono diluite rendendo più significativo lo scontro psicologico tra Liz e l’assassino.
Che dire, con tanti thriller in circolazione quest’estate, questa lettura può rivelarsi per voi una piacevole sorpresa.

Karen Sander vive in Renania. Traduttrice e docente universitaria, ha esordito con lo straordinario successo di Muori con me, primo romanzo di una serie incentrata sulla coppia investigativa Stadler-Montario, rimasto per settimane nella Top 5 dei bestseller dello Spiegel, con oltre 120.000 copie vendute. Il secondo episodio, già uscito in Germania, ha venduto 30.000 copie solo nelle prime due settimane.
La serie è in corso di traduzione in cinque Paesi presso i marchi editoriali più prestigiosi.

Source: libro inviato da BizUp Media, ringraziamo Maria Pia, Online PR Specialist.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria

:: Il libro del male, James Oswald, (Giunti, 2015) a cura di Giulietta Iannone

16 febbraio 2015
il-libro-del-male-Oswald

Clicca sulla cover per l’acquisto

Lasciando la chiesa in rovina si addentrò nel cimitero. Le lapidi si ergevano sbilenche, come se i monaci sepolti lì sotto tentassero di rialzarsi e riprendersi quello che un tempo era stato loro. Alcune erano antiche, i solchi delle incisioni ormai consumati e sbiaditi, su altre si leggevano ancora chiaramente i nomi degli uomini che commemoravano. Erano iscrizioni semplici, senza sentimentalismi. Solo un nome, una data, una preghiera. Alcune indicavano il ruolo svolto nella comunità – apicoltore, pescatore, erborista. L’ultima lapide attirò la sua  attenzione. McLean non si sorpese affatto. Finalmente tutto aveva un senso.

Nascono come ebook autoprodotti i romanzi polizieschi dello scozzese James Oswald, barbuto allevatore di bovini e pecore (per la precisione Highland Cattle e New Zealand Romney Sheep) nella contea di North East Fife. Scrittore per caso dunque, che con il suo primo thriller della serie dell’ispettore McLean, Nel nome del male, è riuscito a fare tutto quello che gli autoprodotti sognano, vendere 350.000 copie nel giro di poche settimane, e sia con Nel nome del male, che con il successivo Il libro del male (libro che ho avuto occasione di leggere e di cui parlerò in questa recensione) rientrare come finalista del concorso di opere inedite organizzato dalla Crime Writer’s Association.
Come è noto i grandi editori sono a caccia dei successi del web e così è capitato ai libri di Oswald, (a tutt’oggi ne sono disponibili quattro: Natural Causes e The Book of Souls, e gli inediti in Italia The Hangman’s Song e Dead Men’s Bones) i diritti di tutta la saga sono infatti stati acquistati dalla Penguin Random House, e in Italia da Giunti.
Acclamato in patria come l’erede di Ian Rankin, ma è stato accostato anche ad autori come Val McDermid, Peter James e Stuart McBride, James Oswald è un autore che non disdegna componenti horror e paranormali nei suoi crime (è anche autore di una epic fantasy series), e se vogliamo si discosta un po’ dalla cosiddetta ortodossia del tartan noir. Resta piacevole la lettura? Senz’ altro e anche la piana e scorrevole traduzione di Leonardo Taiuti non guasta.
Ambientato a Edimburgo, a gloomy and dark town, Il libro del male (The Book of Souls, 2013) è il secondo libro della serie, seppur può essere letto come uno stand-alone. Donald Anderson, il killer di Natale, ormai al sicuro in carcere, muore accoltellato al cuore dal suo compagno di cella. Per Tony McLean una liberazione, anche la fidanzata dell’ispettore fu una delle vittime del killer, ma il senso di sollievo non dura a lungo. Dodici anni dopo la cattura di Anderson, all’avvicinarsi delle festività natalizie il corpo di una giovane donna viene ritrovato vicino a un ponte: nuda, lavata, con la gola squarciata. Stesso modus operandi del killer di Natale. Ma non può essere lui, McLean ha visto di persona la bara di Anderson scendere nella fossa.
I dubbi dell’ispettore subito si moltiplicano: c’era davvero lui nella bara? c’è un imitatore in città che segue le orme del Killer di Natale?, ma soprattutto era davvero Anderson il Killer di Natale? E poi perché McLean continua a vedere Anderson in giro per le strade di Edinburgo? Sta impazzendo e comincia a vedere i fantasmi? A complicare il tutto l’azione di un piromane, che continua a disseminare la città di acre fumo nero e la visita di misterioso monaco che farnetica di un libro capace di disseminare la morte.
Sicuramente originale.
In libreria dal 25 febbraio 2015.

Elena Romanello

Dopo il successo di Nel nome del male, torna l’ispettore McLean dell’autore scozzese James Oswald, per una storia che si svolge circa dieci anni dopo la prima indagine, prima autopubblicata dall’autore e poi diventata un best-seller editoriale.
Di nuovo, la grande protagonista è Edimburgo, la capitale della Scozia, qui vista nei suoi aspetti più sporchi e degradati, lontani mille miglia dell’idea che ne ha un visitatore e da quella che viene propagandata come idea nel mondo, ma non per questo meno affascinante.
Il secondo capitolo si aggancia al primo, dove McLean era riuscito a catturare il cosiddetto serial killer di Natale, l’insospettabile libraio antiquario Donald Anderson, non prima che questi uccida come ultima vittima Kristy, la fidanzata del poliziotto. Anderson muore in cella, e da quel momento iniziano ad avvenire omicidi sempre di donne, diversissime tra loro come età, vita e provenienza sociale, più ravvicinati ma con le stesse modalità di Anderson. In parallelo, McLean verrà contattato da un misterioso ex monaco che gli parlerà di un antico libro capace di stravolgere la mente di chiunque lo prenda in mano.
Il libro del male è una storia interessante, che si inserisce bene nel thriller, con echi di Ian Rankin e comunque di tutta la narrativa in tema con taglio realistico, portando il lettore per mano in tanti inferni quotidiani, esterni ed interni ai personaggi. Il tema del serial killer, soprattutto di donne, non è nuovo, ma l’autore riesce a trattarlo in maniera non banale e scontata, non togliendo nulla alla suspense e alla devastazione di queste storie.
A tutti questi elementi realistici, il romanzo aggiunge, scombinando le carte, alcune tematiche esoteriche e paranormali, con la storia del libro del male, sorta di grimorio alla Lovecraft, che ispirerebbe le azioni peggiori, e con un finale aperto a nuovi sviluppi, più vicino ad X-Files comunque che a romanzi più sensazionalistici di Dan Brown e Glenn Cooper, anche se la spiegazione resta ambigua e può essere alla fine molto più razionale di quello che si pensa.
Nel complesso Il libro del male, godibile anche se non si conosce il primo libro a cui ci sono comunque riferimenti continui e sul quale si rimane informati (o spoilerati, come si suol dire), è un thriller di sicuro interesse, il secondo di una serie, perché troveremo senz’altro l’ispettore McLean in qualche altra storia. E meno male, perché il suo è un personaggio davvero interessante, un antieroe dolente e un vinto in cerca di verità e di una giustizia non trionfalistica ma che per un attimo gli scaldi il cuore.

James Oswald vive in una fattoria in Scozia, dove nel tempo libero si dedica all’allevamento. Per vent’anni ha scritto solo per passione, finchè un giorno ha deciso di autopubblicare su Amazon il primo thriller della serie dell’ispettore McLean, Nel nome del male: nel giro di pochi mesi l’e-Book è stato scaricato da oltre 350.000 lettori. Questo incredibile successo ha attirato l’attenzione di Penguin, che con un’offerta altissima ha acquistato i diritti di tutta la serie, poi venduta in 12 Paesi. Un successo mondiale, confermato da questo secondo episodio, Il libro del male, che ha suscitato grande entusiasmo di critica e pubblico.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Maya di BizUp.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.