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:: Recensione di La chiave inglese di Frank Gruber (Polillo, 2013) a cura di Giulietta Iannone

12 gennaio 2014

MA-16.qxdScritto in una settimana, La chiave inglese, (The French Key, 1940), edito da Polillo nella collana I Mastini e tradotto da Francesca Stignani, è il romanzo con cui Frank Gruber raggiunse il successo e poté ottenere una relativa sicurezza economica dopo un esordio a dir poco difficile, tra disoccupazione e lavori precari per la mera sussistenza. Tipico pulp writer iniziò a scrivere racconti per i principali pulp magazines americani, (cito per esempio Black Mask, uno forse dei più conosciuti), sia western, che polizieschi ma anche di fantascienza, sia a suo nome che usando pseudonimi come Stephen Acre, Charles K. Boston o John K. Vedder. Ma non solo, oltre ad essere un prolifico scrittore fu anche uno sceneggiatore per il cinema e uno scrittore di script per la televisione, cito per esempio la sceneggiatura de La maschera di Dimitrios de Jean Negulesco, tratto dall’ omonimo romanzo di Ambler, o la sceneggiatura e il soggetto del film di Walter Colmes tratto da La chiave inglese. Per chi volesse approfondire la conoscenza di quest’autore c’è una sua autobiografia dal titolo The Pulp Jungle (1967), una miniera di informazioni e aneddoti che ricostruiscono non solo la vita di Gruber ma il clima e l’ambiente dei pulp writer. (Rimando qui alla voce di wikipedia in francese per la piuttosto dettagliata bibliografia).  Tornando al romanzo La chiave inglese e una detective novel ricca di umorismo e d’azione, caratterizzata da una trama piuttosto intricata ma piena di colpi di scena e rocamboleschi escamotage capaci di alternare tensione e sorrisi. I dialoghi sono brillanti, un po’ caustici, ma ricchi di verve e colti, capaci di creare un mix piuttosto bizzarro e originale, forse tipico del clima newyorkese della fine degli anni 30. Protagonisti, Johnny Fletcher e Sam Cragg, (che compariranno in altri 13 romanzi e in alcuni racconti), due venditori di libri, sorta di commessi viaggiatori sui generis, che il caso e il mero desiderio di sopravvivenza trasformerà in detective dilettanti seguendo le tracce di una preziosissima moneta d’oro che trovano nella mano di un cadavere abbandonato nella loro stanza d’albergo. Tutto ha inizio infatti con una chiave che non entra in una serratura. Non pagando l’affitto di una stanza del 45th Street Hotel di New York, i nostri si ritrovano infatti costretti a saltare dalla finestra della stanza accanto (occupata da una bellissima ragazza) per poi scoprire appunto il cadavere di uno sconosciuto con la gola squarciata. Chi può averlo ucciso? Di chi è quella moneta che stringe in mano? Chi gli sta telefonando? Fletcher e Cragg prendono la moneta, e iniziano una sorta di fuga che li porterà a contattare un numismatico, nemmeno troppo onesto, per poi scoprire che la moneta vale addirittura 10.000 dollari. Varie vicissitudini li porteranno in una miniera abbandonata, ah già c’è anche una miniera, un tesoro, pupe da capogiro, come in ogni pulp che si rispetti… ma adesso ho detto troppo. Buona lettura, un po’ vintage, ma non certo meno gustosa.

Frank Gruber (1904-1969), originario di Elmer, in Minnesota, trascorse la giovinezza nella fattoria di famiglia e svolse diversi mestieri prima di trasferirsi a New York nel 1934 e intraprendere la carriera letteraria. Esordì scrivendo racconti per i pulp magazines, le riviste popolari che a partire dagli anni ’20 formarono una nuova generazione di giallisti americani. Autore straordinariamente prolifico, ha lasciato una vastissima produzione: oltre 300 racconti pubblicati su 50 diverse riviste (firmati spesso con pseudonimi), circa 70 sceneggiature per il cinema e 150 per la televisione, più di 60 romanzi sia di genere poliziesco sia western. Come racconta nella sua autobiografia, The Pulp Jungle (1967), Gruber riuscì a conquistare il successo solo nel 1940 con La chiave inglese (The French Key). Scritto in una settimana, il romanzo, da cui nel 1946 fu tratto un film, gli diede fama internazionale ed è presente in tutte le liste dei migliori gialli del 1940. La coppia di protagonisti ritornerà successivamente in tredici libri. Altri due famosi personaggi creati dalla sua penna sono Oliver Quade, soprannominato l’“Enciclopedia Umana” per la sua memoria prodigiosa, che compare in una serie di racconti, e Simon Lash, un detective privato nonché un appassionato collezionista di libri rari americani (come lo stesso autore).