Posts Tagged ‘Critica cinematografica’

:: In principio fu lo sguardo. Taccuino vagabondo di un cronista di cultura,Nino Dolfo (Oligo Editore, 2025) A cura di Viviana Filippini

30 settembre 2025

“In principio fu lo sguardo. Taccuino vagabondo di un cronista di cultura” è l’ultimo libro di Nino Dolfo, giornalista nativo del Friuli, ma bresciano d’adozione. Il volume edito da Oligo editore è una raccolta di memorie che l’autore fa raggruppando le persone incontrate (tante), i luoghi visitati e vissuti, uniti ad un’ampia gamma di citazioni letterarie, e non solo, che rendono il libro un vero e proprio viaggio nel passato. Il formato del libro è agile, comodo e tascabile, e si pone come una vera e propria passeggiata dentro alla vita di Dolfo e agli incontri fatti grazie al suo lavoro. La cosa interessante è che però non c’è solo l’attività giornalistica, perché in questo taccuino emerge anche la dimensione umana delle persone incontrare – alcune anche più volte- nel corso degli anni. Dolfo, giornalista pubblicistica, scrive dagli anni Settanta come critico cinematografico e cronista di cultura e in questo libro inserisce i ricordi del passato che costituiscono una compagnia di varie di personalità che  ha incontrato e conosciuto. Tra le pagine si trovano infatti gli sceneggiatori Vincenzo Cerami e Age, il filosofo – anche lui bresciano- Emanuele Severino, i registi Massimo Castri, Franco Piavoli, Silvano Agosti, Alberto Sironi, Gianni Serra. Non mancano i fotografi Gian Butturini e Ugo Mulas, gli attori Paolo Villaggio, Alain Cuny e Dominique Sanda. E ancora Clint Eastwood, come Renato Borsoni grande uomo di teatro, gli scrittori Lawrence Ferlinghetti, Franz Kafka, Francesco Permunian e non mancano anche riferimenti alla letteratura. Ognuno con il proprio spazio che li ha portati ad incastonarsi nelle vita dell’autore. In realtà, quello che emerge dal libro, non è solo il Dolfo giornalista, critico cinematografico o penna di cultura, perché da queste pagine esce anche il Dolfo spettatore appassionato di cinema e, come i libri, sono tanti i film citati nel testo a dimostrazione della grande passione e interesse dell’autore verso una delle arti a disposizione del genere umano per narrare storie. “In principio fu lo sguardo. Taccuino vagabondo di un cronista di cultura” di Nino Dolfo è un libro che ripercorre il passato, il vissuto personale e lavorativo, ma l’autore non lo fa con nostalgia. Anzi, Dolfo ci racconta con entusiasmo quello che è stato il suo lavoro, quelli che sono i suoi interessi e le sue passioni, per invitare noi lettori a comprendere e capire quanto è importante fare memoria del passato, per mantenerlo vivo nel presente, perché senza i ricordi tutto si cancella e va perduto.

Nino Dolfo (1944), di origini friulane ma bresciano d’adozione, dopo la laurea in Lettere classiche con una tesi di storia del cinema, è stato insegnante, animatore di cineclub, critico cinematografico e poi teatrale, oltre che giornalista culturale per testate come “Bresciaoggi” e “Il Corriere delle Sera”. Ha curato volumi dedicati a fotografi, uno speciale della rivista “Atlante bresciano” sul cinema a Brescia e participato alla stesura del libro-memoir Ritratti di città per Grafo editore. Due suoi testi (su Raymond Chandler e Simenon) hanno raggiunto la visibilità sul palcoscenico. (fonte biografia Oligo editore)

Source: Ufficio stampa A1 comunicazione.

:: Filmacci.100 film italiani da evitare dal 2000 a oggi, Filippo Morelli, Cesare Paris (Bibliotheca, 2023) A cura di Viviana Filippini

3 gennaio 2024

Quando si parla di dizionari del cinema, uno di quelli che salta alla mente (il primo), è il noto Mereghetti,  da sfogliare per andare a cercare informazioni su film, attori, registi, premi vari. In realtà, è uscito da qualche settimana “Filmacci” di Filippo Morelli e Cesare Paris, con prefazione di Boris Sollazzo. Un libro che, come dice il sottotitolo, è una raccolta delle 100 pellicole cinematografiche uscite dal 2000 a oggi, che sarebbe meglio evitare di vedere. Il testo, edito da Bibliotheka, è una sorta di vero e proprio dizionario che intende aiutare, suggerire, ma anche stuzzicare un po’ la curiosità dello spettatore a muoversi nel mondo del cinema alla scoperta di film, secondo i due critici, non sempre azzeccatissimi dal punto di vista contenutistico, del montaggio, della costruzione narrativa e strutturale. Morelli e Paris, che di cinema ne vedono, parlano e scrivono ogni singolo giorno, utilizzano un linguaggio sferzante, tagliente, ironico, e anche comico, che fa di questa critica cinematografica un viaggio nel mondo delle pellicole degli ultimi venti anni non sempre riuscite. Tra di esse ci sono per esempio “Alex l’ariete”, “Troppo belli”, “L’allenatore nel pallone 2”,  “Baciami ancora”, “Un altro mondo”, “Bianca come il latte, rossa come il sangue” tratto dall’omonimo romanzo (che è meglio del film), “Il Carillon”, “Dracula 3D”, tutti rigorosamente  ordinati in ordine alfabetico nel libro che, a questo punto, perché no, potrebbe anche diventare un appuntamento annuale. Leggendo i nomi dei registi poi, ci si imbatte invece in Gabriele e Silvio Muccino, Damiano Damiani, Dario Argento – già proprio lui il geniale babbo del genere horror al cinema- o John Real che è l’alter ego americano (come andava di moda nel cinema italiano degli anni ’60 e ’70, vi ricordate per esempio E. B. Clucher?) di Giovanni Marzagalli.  I due critici individuano 100 filmacci, li analizzano in maniera dettagliata, quasi viscerale, li scompongono, sezionano per raccontarci quelle pellicole, sempre con un sorriso e mai con cattiveria, magari tanto osannate, che poi nelle sale, tra il pubblico, si sono rivelate degli autentici flop, o così trash da risultare pure inguardabili o incomprensibili. Allo stesso tempo però, ammetto, che il modo in cui il duo Morelli Paris scompone questi 100 filmacci, trovandone le pecche nella regia, fotografia, recitazione, montaggio, sceneggiatura, è quell’intrigante modo di fare che scatena e stuzzica nel lettore curiosità (parecchia),  e quella voglia di sapere e vedere se i “Filmacci” sono davvero tali, nell’attesa del ritorno della prossima pubblicazione di Filippo Morelli e Cesare Paris.

Filippo Morelli nasce a Civitavecchia nel 1974. Ha scritto sul quotidiano “Il Manifesto” e sulle riviste Videotecnica, Cinema in casa, Tutto Digitale e sull’edizione italiana della britannica Hotdog. Nel 2003 è fondatore, scrittore e unico lettore del sito Morelli’s Movie Guide, morto di stenti ormai da anni. A un certo punto decide che è ora di mangiare e inizia a lavorare nelle librerie Feltrinelli.
Cesare Paris, 1973, laureato in Storia e Critica del Cinema presso La Sapienza di Roma. Giornalista pubblicista, ha collaborato come critico cinematografico per il sito Kataweb Cinema (“La Repubblica”), la rivista Film e il quotidiano “Rinascita”. Collabora con il mensile il Millimetro. Con Bibliotheka ha pubblicato “La risata amara – La morte della Commedia all’Italiana” (2021).

Source: richiesto dal recensore. Grazie all’ufficio stampa 1A.

:: Recensione di The day is yours. Kenneth Branagh di Ilaria Mainardi

14 dicembre 2011

The Day is Yours. Kenneth Branagh saggio monografico dedicato a Kenneth Branagh di Ilaria Mainardi pubblicato da Siska Editore nasce forse da una scommessa, da un azzardo direbbero alcuni, gettare nuova luce sul percorso artistico e umano dell’attore, regista e produttore di Belfast. Senza pretese di esaustività infatti l’autrice ci tiene a dire nella prefazione “Non ci soffermeremo, non per statuto almeno, sui singoli lavori diretti e/o interpretati da Kenneth Branagh, già studiati e discussi in testi di ottimo livello e sulle pagine di riviste specializzate, ma proveremo piuttosto a percorrere la linea curva della ricerca autoriale, tratteggiando ciò che la caratterizza al di là di ogni ragionevole dubbio: la libertà” e con la tenacia di studiosa e innamorata Ilaria Mainardi ci presenta un punto di vista del tutto personale caratteristica essenziale dei libri che parlano di cinema e dei saggi in generale se è vero che “Il saggio è l’arte di intrattenere il lettore lungo un percorso di riflessione che sia prima di tutto personale”. A prescindere se si condividano o meno le riflessioni dell’autrice nel considerare Branagh “uno dei più compiuti esempi di ciò che teatro e cinema dovrebbero essere. Non soltanto poiché l’attore e regista irlandese incarna un modello di meticolosa tecnica che mai si è piegata di fronte al birignao o alla chimera dei lustrini e del successo, ma anche per il carico di vitale umanità che è forse la cifra più piacevolmente sconvolgente del suo talento” bisogna tuttavia ammettere il valore dell’opera di questa giovane autrice che si distingue per competenza, specialmente nel trattare temi inerenti al teatro e per capacità formale grazie allo stile elegante del suo linguaggio cadenzato da un’ attenta  scelta di riferimenti e note a margine oltre che link diretti a testi e articoli che ogni buon critico dovrebbe conoscere. E’ un opera colta, anche difficile se vogliamo, non è semplice comprendere le riflessioni più tecniche che magari passeranno e risulteranno comprensibili solo ad una successiva e più attenta lettura, magari corroborata da testi di tecnica cinematografica e teatrale. L’amore squisitamente platonico che lega l’autrice a Branagh pregiudicherà la sua obbiettività? A mio avviso questo rischio non si corre, perché proprio le doti spiccate se non esclusive della leggenda irlandese nutrono questo amore, il cui valore che si ami o meno Branagh come persona non possono essere messe in discussione.  La sua potenza espressiva e capacità tecnica, oltre che ad un originalità interpretativa non priva di un guizzo di eccesso che di norma accompagna il genio, sono infatti raramente messe indubbio anche dai suoi critici più feroci. Forse il rigore e la sistematicità dell’addetto ai lavori cede il passo alla passione in alcuni tratti ma ciò non pregiudica l’esito finale. Se la buona critica è fondata sulla padronanza di stile e su argomentazioni forti, senz’altro The Day is Yours. Kenneth Branagh è buona critica, sincera, schietta, che diverte e interessa, contagia con il suo entusiasmo e educa con la sua preparazione tecnica. Poi non si può separare Kenneth Branagh da William Shakespeare, sebbene la Mainardi ci tenga a sottolineare che Branagh è anche altro. Non si può tralasciare l’Enrico V, l’opera che sicuramente mi ha personalmente affascinato più di tutte per profondità e maturità, poi l’Hamlet, il suo Jago in un Otello forse minore rispetto ad altre rappresentazioni, o le opere buffe Molto rumore per nulla, Pene d’amor perdute, Come vi piace. Macbeth manca forse per superstizione, data la leggenda nera che ammanta questa tragedia, pur tuttavia penso che quando l’età glielo concederà non si esimerà da presentarci un superbo Re Lear. Oltre Shakespeare, Branagh esiste anche grazie ad altre opere come L’altro delitto, Gli amici di Peter, Frankestein, Sleuth,  Il commissario Wallanderer,  Thor opera per la quale la Mainardi spende parole originali ricollegando la mitologia norrena all’ossatura stessa del teatro shakesperiano tanto da testimoniare che Branagh non è un sofisticato snob chiuso nell’aristocratico club del teatro cosiddetto alto, ma sa contaminarsi, prendersi in girò, confrontarsi con la contemporaneità. Che si ami o si odi Branagh The Day is Yours è un testo che aiuterà a comprendere il suo genio e la sua sregolatezza. La copertina è stata realizzata da Elio Cossu. Una curiosità la corretta pronuncia del nome Branagh è omettendo il gh. The Day is Yours. Kenneth Branagh è disponibile dai primi di dicembre in formato epub (per Ipad e tablet in genere, iphone, Adobe Digital Edition) e presto in formato mobi (kindle) sul sito www.siskaeditore.it  e sui siti di e-commerce editoriale al prezzo di 4.99 Euro.