Eccoci di nuovo a Niceville, ridente e solare (quanto le apparenze ingannano…) cittadina del Sud degli Stati Uniti, simile per certi versi a tante cittadine di provincia che hanno popolato i racconti sulfurei di Stephen King o i film malsani e onirici di David Lynch. Si sa la linda e irreprensibile provincia americana nasconde mostri e a Niceville sicuramente non mancano. A Niceville alberga il Male, entità ben poco filosofica e capace di entrare nella vita delle persone con le più funeste conseguenze.
Abbiamo conosciuto Niceville e i suoi personaggi nell’omonimo romanzo che da l’avvio alla trilogia thriller – horror di Carsten Stroud ed ora ne I confini del nulla, (The Homecoming, 2013) secondo episodio della medesima, sempre edito da Longanesi e tradotto da Michele Fiume, veniamo a conoscenza di sempre nuovi dettagli di questo puzzle in cui soprannaturale e trama poliziesca si intrecciano con bizzarre e insolite conseguenze. La paura serpeggia sinistra, o meglio più che paura la potrei definire inquietudine, non che poi sia infatti un horror esplicito, molti romanzi di Stephen King mi hanno messo molta più paura, tuttavia anche la trilogia di Stroud non scherza, e se lo leggete di notte, attenti alle ombre e agli scricchiolii.
Dunque cercherò di non perdere il filo della trama, pericolo piuttosto insidioso dato il modo piuttosto ellittico di raccontare di Stroud. Innanzitutto è bene avere fresco in mente il romanzo precedente, e per chi l’avesse letto l’anno scorso, è bene fare un piccolo ripasso giusto per fare il punto della situazione. (Vi consiglio la lettura della mia recensione di Niceville.) Comunque l’autore fa espliciti rimandi svelando parti del romanzo precedente quindi sarebbe imperdonabile non tenerne conto.
I confini del nulla riprende esattamente dove Niceville finiva: uno stormo di corvi vola in formazione contro un aereo e lo fa precipitare in un campo da golf. Eviterò di dirvi chi c’era a bordo e cosa stava trasportando, limitandomi a dirvi che il soprannaturale non è estraneo a questo incidente. Due poi sono le sottotrame principali che si dipanano parallele: le conseguenze della rapina in banca finita nel sangue che aveva visto protagonisti Charlie Danziger, Cocker, e Merle Zane, a cui si collega la fuga rocambolesca di Byron Deitz, deciso a uccidere i veri responsabili e prendersi il bottino, (se non fosse che un misterioso killer a pagamento lo segue passo passo) e gli avvenimenti legati al piccolo Rainey Teague, (il ragazzino scomparso nel romanzo precedente e ritrovato in una cripta), ora affidato a Nick Kavanaugh e Kate Walker.
Allora non dirò troppo per non rovinare i momenti di suspense e imprevisto, (ce ne sono meno che nel capitolo precedente) tuttavia vi basti sapere che Cocker sarà un osso duro e sarà difficile da tenere a bada, Merle Zane conserva i suoi segreti mettendo a dura prova il senso della realtà di Nick Kavanaugh, e tra sogni, allucinazioni, specchi come porte di mondi sconosciuti, fantasmi che avvertono di pericoli, ragazzini che parlano tra loro linguaggi sconosciuti, non c’è di che annoiarsi.
Tutto ciò che rimane in sospeso, troverà “forse” spiegazione nell’ultimo capitolo della trilogia probabilmente incentrato sul personaggio di Rainey Teague. Qualche ipotesi sulla piega che potrebbero prendere i fatti me la sono fatta, anche se Stroud ha l’abilità di spiazzare con un certo anarchico gusto per l’assurdo e il bizzarro. Ma ho la sensazione che qualcosa continuerà sempre a sfuggirci, e forse è proprio questo il fascino di questa serie. Meno adrenalinico del primo, ma sicuramente un bel romanzo. Divertente, ironico, scritto e tradotto con originalità e un pizzico di sovversiva oscurità.
Carsten Stroud, uno scrittore bestseller in cima alle classifiche del New York Times e vincitore di numerosi premi letterari. Nato nel 1946 in Germania da madre tedesca e padre canadese, vive a Toronto. Prima di diventare un autore best seller internazionale è stato cronista di nera in un piccolo giornale della California e poliziotto nella squadra omicidi di New York.