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:: Intervista a Takashi Matsuoka a cura di Giulietta Iannone

19 marzo 2011

unnamedBuongiorno Mr Matsuoka. Grazie di aver accettato la mia intervista e benvenuto su Liberidiscrivere. Iniziamo con le presentazioni. Ci parli  un po’ di lei. Chi è Takashi Matsuoka? Forza e debolezza.

Sono nato a Tokyo  da genitori bilingue giapponesi-americani che lavoravano lì in quel momento. Mia madre era nata e cresciuta alle Hawaii. Mio padre era nato a San Francisco, ed educato a Tokyo. Si è laureato sia all’Università della California a Berkley e sia alla Nippon Daigaku di Tokyo. Suo padre gestiva una società di import-export, così la famiglia viveva in due paesi, mentre mio padre stava crescendo. Dato il background dei miei genitori, mi sembra del tutto naturale che sia cresciuto intensamente consapevole di entrambe le culture sia  americana che  giapponese e avendo percezioni e immagini distorte dell’una e dell’altra. I miei genitori mi hanno raccontato molte storie, e ho letto molti libri, tra storie sul Giappone e storie riguardanti le relazioni tra Giappone ed America, molto prima di studiarle poi  più tardi nella vita.

Ci racconti qualcosa del suo background, dei suoi studi, della sua infanzia.

Mi sono laureato presso la University of Hawaii con una tesi  in storia e sociologia, e presso la Fordham University Law School di New York. Prima di diventare uno scrittore a tempo pieno, il mio lavoro principale  è stato come editor di una rivista di moto a Los Angeles durante il 1980. In quel periodo ho guidato moto in tutti gli Stati Uniti, poi in Canada, Giappone ed anche Europa. Attualmente non posseggo una moto, ma ho pensato di comprare sia una Triumph Street Triple che una Ducati Monster. Se ce la faccio ad averne una abbastanza presto, andrò a fare dei viaggi durante le pause dalla scrittura. Io vivo vicino a una bella strada tutta curve che corre lungo una scogliera sul mare. Nelle giornate limpide, riesco a vedere altre isole in lontananza. O almeno credo di poterlo fare, che per uno scrittore di narrativa è comunque una buona cosa.

Legge altri autori contemporanei? Quali sono i suoi preferiti?

Tra i miei scrittori preferiti contemporanei citerei Elmore Leonard, Larry McMurtry, Cormac McCarthy, e Martin Cruz Smith (non ho letto il suo “1941” perché gli eventi in esso contenuti si sovrapponevano con gli eventi di fondo del libro che stavo scrivendo in quel momento). Anche James Elroy prima mi piaceva molto, ma il suo lavoro più recente mi è piaciuto meno.

Lei è uno scrittore acclamato dalla critica. Ha ricevuto recensioni negative?

Sono sicuro di aver ricevuto recensioni negative, ma anche alcune buone. Il mio agente non mi invia mai notizie scoraggianti, quindi tendo a conoscere solo quelle buone. Le migliori recensioni (anche negative) sono quelle scritte dai lettori e pubblicate online o inviatemi tramite il mio editore. Sono sempre informato su quello che pensano i lettori dei miei libri , e alcuni dei loro commenti sono stati anche molto commoventi. E’ molto incoraggiante apprendere che sono riuscito a toccare il cuore di persone che forse non incontrerò mai di persona. Alcune delle recensioni più commoventi sono state da parte di lettori che hanno letto i miei libri tradotti in altre lingue (20 o giù di lì, se non ricordo male). Sono sempre molto grato ai traduttori. Se ci sarà  mai la vera pace e armonia nel mondo, sarà perché abbastanza di noi saranno diventati traduttori, nel cuore e nella mente, se non nel linguaggio. (Credo che questo sia sempre stato un tema di fondo persistente miei romanzi.)

Mi piacerebbe conoscere il suo processo di scrittura. Può descriverci una sua tipica giornata di lavoro?

Non ho un programma di scrittura. Quando sono ispirato, il processo di scrittura tende a scorrere a torrenti, a cascate come le onde della marea, e scrivo tutto durante questa fase, mangio e dormo quando posso. Quando non ho ispirazione, dormo molto, leggo molto, faccio nuotate e passeggiate sulla spiaggia. In genere riesco a fare una discreta quantità di esercizio fisico. Consiglio a tutti di fare esercizio fisico per tenere sotto controllo la frequenza cardiaca e l’ossigeno nel sangue. Passare tutto il proprio tempo seduti sul proprio culo non fa affatto bene o mi sbaglio?

Il tuo primo romanzo, molto apprezzato, è stato Nube di passeri. Vuole parlarcene? Quanto tempo ci ha messo a scriverlo?

Nube di passeri è nato in modo naturale e senza molto sforzo nel corso di un periodo di sei mesi. Stavo lavorando ad altro in quel momento. Una mattina, mi sono svegliato con l’inizio e la fine di Nube di passeri  di fronte a me, e ho realizzato che la storia in mezzo mancava solo di essere raccontata. Così ho fatto.

La profezia della dama Shikuza (Autumn Bridge) è il sequel? Potrebbe raccontarci la trama senza svelarci il finale?

La profezia della dama Shikuza è sia un sequel che un prequel di Nube di passeri. Si muove attraverso tanti secoli e poiché ci sono salti avanti e indietro nel tempo, alcune persone hanno avuto difficoltà a leggerlo. Altri si sono divertiti molto, il che è incoraggiante. Il personaggio chiave in La profezia della dama Shikuza è una giovane maga, Shizuka, che è la vera fondatrice del  Clan Okumichi, il clan da cui nascono gli eroi e le eroine giapponesi dei miei romanzi. (Gli americani nei miei racconti provengono da esperienze diverse.) Sono sempre stato affascinato dal rapporto e dalle contraddizioni insite nel fatto che tutti abbiamo (o sembriamo avere), sia il libero arbitrio che il destino predeterminato. La profezia della dama Shikuza è costruito tra queste contraddizioni.

Cosa sta leggendo in questo momento?

Ho sempre letto sia durante le pause che durante il lavoro, e sempre materiale che non fosse per niente, nemmeno lontanamente, vicino a quello che stavo scrivendo. Nel corso degli anni ho letto e riletto le recenti traduzioni in lingua inglese dell’ Iliade, l’Odissea, Beowulf, Anna Karenina, e L’idiota; ho anche riletto Orgoglio e Pregiudizio, e Sulla strada, due dei miei romanzi preferiti, e un sacco di gialli e di sci-fi, il mio libro preferito tra questi ultimi di Philip K. Dick  è Ubik , che probabilmente avrò letto una dozzina di volte nel corso degli anni. Leggo anche storie della guerra nel Pacifico e del periodo postbellico per i dettagli e la timeline. Ho appena finito di leggere di Don Winslow L’inverno di Frankie Machine, e di William Boyd Ordinary Thunderstorms, entrambi i quali mi sono piaciuti moltissimo.

Ci sono progetti cinematografici tratti dai suoi libri?

L’Universal ha acquistato i diritti cinematografici di Nube di passeri prima che fosse pubblicato, e possono fare (o non fare)  un film in qualsiasi momento a loro scelta. Hanno pagato. Non ho alcun controllo su ciò che ne faranno. Spero sempre che lo facciano, naturalmente, perché verrei pagato di nuovo, e poi sono curioso di vedere come verrà gestita la cosa. Non è un libro facile da trasformare in un film. Non voglio sembrare troppo materialista al riguardo, ma uno scrittore professionista, che non sia preoccupato per il lato economico della scrittura non sarà uno scrittore professionista a lungo. Solo i dilettanti e i ricchi di famiglia possono ignorare le realtà economiche di pubblicazione. Finora, sono stato fortunato. Posso solo sperare che la mia fortuna continui.

Ha scritto solo romanzi o anche racconti?

Ho scritto solo due racconti in tutta la mia carriera, nessuno dei quali è mai stato pubblicato. Uno è uno sci-fi  ambientato in un in degenerato futuro (che a volte ora non sembra così lontano) e l’altro è un racconto su un  ballerino di tango mezzo delinquente di Buenos Aires. Ho presentato lo sci-fi anni fa una sola volta, e poi l’ho messo via. Solo gli amici hanno letto l’altro.

Infine l’inevitabile domanda. A cosa sta lavorando in questo momento?

Ho appena finito il mio terzo romanzo, ambientato nel primo anno e mezzo di occupazione americana in seguito alla sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, circa tra il settembre 1945 e il gennaio 1947. Come nei miei precedenti due romanzi, gli eventi chiave della storia ruotano attorno alle interazioni tra giapponesi ed americani. I personaggi centrali giapponesi sono un ex pilota di caccia, una figlia orfana di un maestro irezumi (tatuatore giapponese), un ex generale della polizia segreta imperiale, e la figlia di razza mista di una prostituta deceduta. Sul versante americano, ci sono un maggiore dell’esercito americano, un’ infermiera che è anche un tenente dell’esercito, e un sergente afro-americano. Il contesto è la lotta del personale dell’esercito statunitense per il controllo e il governo di questo paese, le relazioni tra persone così diverse la cui lingua e la cultura sono quasi un completo mistero l’uno per l’altro, e le lotte dei giapponesi per sopravvivere alle  brutali condizioni post-guerra e ricostruire le loro vite spezzate e il paese. Il personaggio centrale giapponese, è sicuramente il pilota ex-lottatore, ed è un discendente dell’eroe giapponese di Nube di passeri. Ho già cominciato a scrivere il prequel e sequel di questo romanzo. Aloha nui loa, Takashi Matsuoka.

:: Recensione de La profezia della dama Shizuka di Takashi Matsuoka a cura di Giulietta Iannone

11 aprile 2010

1Giorni fa, girando per un mercatino dei libri usati, mi è caduto l’occhio su un libro di qualche anno fa che ha subito attirato la mia attenzione, intitolato La profezia della dama Shizuka e scritto da Takashi Matsuoka, uno scrittore americano, nato da genitori giapponesi, di cui in tutta sincerità non avevo mai sentito parlare.
Avviso subito che non è il genere di letture che prediligo pur tuttavia anche se è essenzialmente una storia d’amore ambientata nel Giappone di metà Ottocento tra una missionaria americana Emily Gibson e un giapponese Genji ultimo discendente del clan Okumichi, devo dire che l’esperienza di lettura è stata davvero piacevole.
Comunque non è solo una storia d’amore, ci sono spruzzate fantasy, streghe, fantasmi, leggende che danno alla narrazione, a tratti poetica, nel più tipico spirito nipponico, una dimensione onirica e ricca di fascino.
La trama è tutto sommato semplice. Emily arriva in Giappone con l’incarico di tradurre in inglese la storia della potente dinastia di samurai sulla quale aleggia un’ inquietante leggenda: in ogni generazione uno dei suoi membri viene investito del dono della preveggenza. Emily con l’aiuto di Genji affronta l’impresa con dedizione e spirito critico, per nulla disposta a credere alle leggende finchè non scopre uno scrigno di pergamene che contengono messaggi indirizzati a lei e scritti dalla dama Shizuka, una donna misteriosa vissuta cinque secoli prima e da tutti considerata una strega per il suo potere profetico. Presto Gengji per proteggere Emily, di cui non ostante l’appartenenza a due mondi diversi si è perdutamente innamorato, sarà disposto a sacrificare tutto pur di salvarla.
Per essere una storia d’amore comunque non è affatto sdolcinata o melensa anzi ci sono alcune scene davvero forti la cui lettura è consigliata ad un pubblico adulto. Tra le cose che ho amato di più la forte impronta poetica e l’amore per i dettagli. L’ambientazione è accurata, ben documentata, l’attenzione per i particolari è notevole dalla foggia dei vestiti, alla descrizione delle armi, alla psicologia dell’uomo orientale di fine Ottocento, lo scontro incontro tra oriente e occidente è non solo di maniera, ma ricco di riflessioni interessanti e perspicaci. Infondo è una favola dal retrogusto un po’ amaro che appassiona e incanta, un modo piacevole per passare alcune ore nulla più, ma infondo cosa si può chiedere a un buon libro ben scritto.

Takashi Matsuoka è nato in America da genitori giapponesi che l’hanno fatto appassionare alla storia e alla letteratura nipponiche. Vive alle Hawaii dove lavorava in un tempio buddista zen prima che il successo del suo primo romanzo Nube di passeri lo spingesse a diventare uno scrittore a tempo pieno.

Source: acquisto personale.