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:: La legge della notte, Dennis Lehane, (Piemme, 2014)

15 febbraio 2014

la-legge-della-notte-di-dennis-lahane-L-kGe805La legge della notte (Live by Night, 2012) pubblicato in quest’inizio 2014 da Piemme, è una classica gangster story,  (ambientata nell’arco di una decina d’anni, dal 1926 al 1935, tra Boston e Cuba), che ci porta nell’America degli anni del Proibizionismo, tra  distillerie clandestine, speakeasy, bootlegger, gangster, e famme fatale. Periodo, il Proibizionismo, che sembra aver vissuto un grande revival in questi ultimi anni, forse grazie al film, Il grande Gatsby, diretto da Buz Luhrmann, o al fatto che il periodo di crisi che stiamo vivendo ci porta direttamente nel 1929. Sta di fatto che di libri ambientati in questo periodo ce ne sono stati davvero tanti da La contea più fradicia del mondo di Matt Bondurant, a Unamicizia pericolosa di Suzanne Rindell, a Pieno giorno di JR Moeringer, sono i primi che mi ricordo, ma ce ne sono molti altri.
Tradotto da Stefano Bortolussi e romanzo dell’anno al Edgar Awards 2013, La legge della notte è il secondo volume di una trilogia (ma i libri potrebbero essere anche quattro) dedicata da Dennis Lehane ai Coughlin, una famiglia di poliziotti irlandesi nella Boston di inizio Novecento. Nel novembre del 2009 Piemme aveva già pubblicato il primo episodio Quello era l’anno (The Given Day, 2008), ma chi se lo fosse perso non tema, lo può recuperare anche in seguito, questa è una saga in cui ogni libro si può leggere come standalone con lo stesso divertimento.
Personaggio principale è Joseph “Joe” Coughlin, classica pecora nera, un ragazzo, e poi uomo, che decide di mettersi dall’altra parte della legge, diventando prima ladro poi vero e proprio gangster, anche se si considera più un fuorilegge che un semplice criminale, con un guizzo di orgoglio e fierezza. Le ragioni di questo suo  passaggio al lato oscuro ci riportano forse al suo rapporto conflittuale col padre, e alla sua infanzia, in una ricca e benestante famiglia della Boston bene, ma povera di affetti e caratterizzata da un vuoto e una disperazione che solo in parte il protagonista cercherà di esorcizzare prima nell’amore per la bella Emma Gould, e poi per la moglie Graciela Corrales.
L’autore di Shutter Island – L’isola della paura e Mystic River – La morte non dimentica, sembra voler dipingere un affresco di un’ epoca, sì ormai lontana, ma nello stesso tempo fondamentale nella storia americana. In fondo la parabola e l’ascesa di Joe Coughlin non è altro che il racconto di un uomo che insegue il suo sogno (americano) di felicità in un mondo in cui dominano corruzione, violenza e insensatezza, e Joe una sua morale la conserva, forse solo non piegata alle leggi comuni di rispettabilità e onestà, per cui la sua dimensione di eroe la conserva, seppure il retrogusto amaro non scompare. Tra bische clandestine, bordelli, distillerie d’alcool, fabbriche di tabacco, in compagnia di poliziotti corrotti, mafiosi italiani, guerriglieri cubani, gangster irlandesi e associazioni criminali ebraiche, il destino o chi per lui ha in serbo per Joe prove durissime, dal pestaggio da parte della polizia, al carcere, al tradimento di un amico, alla lotta contro Albert White, il boss di Boston, l’uomo con cui divideva l’amore della bella Emma Gould.
Infine, per concludere Leonardo Di Caprio ne ha comprato i diritti e Ben Affleck dovrebbe dirigere la trasposizione cinematografica. Il canovaccio è ottimo per una storia di violenza, solitudine, amore e ascesa di un gangster forse per caso, a cui il destino sembra togliere molto di più di quello che dà.          
Il suo prossimo libro World Gone By, uscirà nel marzo del 2015.

Dennis Lehane, prima di diventare uno scrittore a tempo pieno, ha lavorato come educatore per bambini affetti da handicap e vittime di abuso, come cameriere, parcheggiatore, autista di limousine, libraio, scaricatore di camion. Il suo unico rimpianto è di non aver mai fatto il barista. Ha scritto dieci romanzi, tutti bestseller, tradotti in oltre trenta lingue. Tre di questi hanno ispirato alcuni dei maggiori registi contemporanei: Clint Eastwood (Mystic River. La morte non dimentica), Ben Affleck (Gone Baby Gone. La casa buia), Martin Scorsese (Shutter Island. L’isola della paura). Anche La legge della notte – che ha dominato per settimane le classifiche americane e si è aggiudicato i prestigiosi Edgar© Awards come Miglior romanzo dell’anno – è destinato a diventare un film, con Ben Affleck alla regia e Leonardo DiCaprio nei panni del protagonista. Dennis Lehane è anche sceneggiatore di serie tv (The Wire, Boardwalk Empire). Vive tra Boston e la Florida.

:: Recensione di Non ti addormentare di S.J. Watson

11 febbraio 2012

Christine Lucas, la protagonista di Non ti addormentare opera prima dell’ esordiente inglese S.J. Watson, titolo originale Before I Go To Sleep, tradotto da Stefano Bortolussi e pubblicato a gennaio da Piemme, è una donna di 47 anni, amnesica. Vent’anni prima a causa di un incidente d’auto ha perso la memoria e ora ogni mattina si sveglia nella sua casa di Londra priva di ricordi, priva di quelle tracce insite nel nostro io più profondo che costituiscono la nostra identità, e la relazione tra memoria e identità, tema centrale di questo libro etichettabile unicamente come thriller psicologico solo dopo una lettura superficiale, si presta a riflessioni interessanti se è anche vero come scrive il Guardian che la memoria è per il romanzo contemporaneo ciò che era la follia in epoca vittoriana. Ogni mattina trova nel suo letto un uomo, Ben, che dice di essere suo marito ma che lei non riconosce, in una casa che non sente sua, fissando allo specchio un’ estranea, molto più anziana di quanto lei si senta. Fino a quando non si riaddormenterà ricorderà tutti gli avvenimenti della giornata e col sonno tutto svanirà. Un medico, il dottor Nash, un neuropsicologo affascinato dal suo caso e che vuole aiutarla, le consiglia di scrivere un diario per avere così una traccia dello scorrere del tempo sulla quale pezzo per pezzo ricostruire la sua vita. Christine si aggrappa a questo diario, arrivando a tenerlo segreto al marito, e così facendo viene a scoprire molte cose: l’esistenza di un’amica di antica data, Claire, che non ha più rivisto,  di un figlio, Adam, che il marito le dice essere morto, e  cosa più strana che era una scrittrice non ostante il marito lo neghi e affermi che non ostante il dottorato in Lettere  si arrangiasse con lavori di segretaria.  Infine Christine  scopre anche che una minaccia misteriosa incombe nella sua vita e, incerta su chi fidarsi, sarà costretta a lottare disperatamente fino al drammatico  colpo di scena finale. Se la buon anima di Sir Alfred Hitchcock fosse ancora tra noi sono certa che si sarebbe messo di impegno per trasformare Non ti addormentare  in un film facendo recitare la parte di Christine a Grace Kelly o magari no alla più dolce e tormentata Tippy Hedren ora mi pare che Ridley Scott abbia scelto di produrre il rifacimento cinematografico con Rowan Joffe come regista. Gli elementi che hanno fatto grande il suo cinema ci sono tutti: una donna in pericolo, un piano diabolico quasi perfetto, angoscia, ambiguità, suspense, traumi psicologici,  sembra quasi che l’autore abbia giocato con i canoni del genere mettendoceli tutti. Di per sé la storia è semplice, quasi elementare ed è difficile che un lettore un tantino smaliziato non capisca tutto già ben prima della parola fine. Forse Watson avrebbe dovuto giocare più sull’ambiguità per ingannare il lettore fino all’ultimo, mettere meno indizi rivelatori anche se parzialmente assorbiti dall’incertezza tra vero e falso, tra ricordi reali e indotti. Comunque anche così la storia funziona, è quasi geniale se vogliamo, una scatola ad orologeria pronta ad esploderti in faccia all’improvviso. La suspense e l’angoscia crescono dosati come un lento veleno che si insinua nella mente del lettore facendo passare in secondo piano tutto il resto. L’autore è bravo in questo rende reale l’assurdo un po’ come ne La donna che visse due volte. Una curiosità ero dannatamente convinta che l’autore fosse una donna, prendetelo come un complimento per la bravura di un uomo nell’identificarsi in un personaggio femminile.