Spesso i lettori arrivano sul blog usando come chiave di ricerca: “il nuovo romanzo di Ricciardi”, per tutti loro una buona notizia. C’è, uscirà il 28 giugno e si intitolerà Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi. Ecco a voi la copertina e il blurb. E la recensione.
Torna a casa, Vinnie Sannino, ventidue anni dopo essere emigrato in America poco più che ragazzino. Ha avuto successo, è diventato campione di boxe dei pesi mediomassimi: un vanto del Regime, il simbolo vivente del maschio italiano nel mondo. Ma nell’ultimo incontro il suo avversario è morto, e lui non se l’è più sentita di continuare. Adesso è qui per inseguire l’amore mai dimenticato, la bella Cettina, che il giorno della sua partenza, al porto, aveva pianto in modo disperato. La vita, però, è andata avanti anche per lei, che ora è moglie e madre. Vedova, anzi: perché all’improvviso il marito, un ricco commerciante, viene trovato morto in un vicolo. Qualcuno lo ha colpito alla tempia. Un pugno, forse, simile a quello che, in una sera maledetta, Vinnie ha vibrato sul ring dall’altra parte del mondo. Per venire a capo del mistero, Ricciardi sarà costretto a un’indagine serrata, che lo obbligherà a uno sforzo per non farsi distrarre dalle sue vicende personali.
Si ‘sta voce te scéta ‘int’a nuttata,
mentre t’astringne ‘o sposo tujo vicino,
statte scetta, si vuò’ sta scetata,
ma fa’ vedé ca dorme a suonno chino.
Nun ghi vicino e lastre pe’ fa ‘spia
Pecché nun può sbaglià ‘sta vpoce è ‘a mia…
E’ ‘a stessa voce ‘e quando tutt’e duje,
scrurnuse, nce parlavano cu ‘o vvuje.
Nono romanzo della serie dedicata a Ricciardi, Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi, pubblicato da Einaudi nella collana Stile Libero Big, ci riporta nella Napoli dei primi anni Trenta, alle prese con le indagini del commissario della Regia polizia che vede i morti. Ormai la fama di de Giovanni ha abbondantemente varcato l’Oceano, e forse proprio in omaggio ai suoi nuovi lettori americani ha costruito questa volta una storia di emigrazione, di povertà, di amore, di speranza. Una storia che si inserisce nella poetica ricciardiana, con la consueta malinconia che aggiunge tocchi vintage a noir solidi e nello stesso tempo caratterizzati da una scrittura lieve e essenziale, a tratti familiare.
Romanzi corali, dove ogni personaggio, anche il più marginale, acquista consistenza e profondità, dando vita a una commedia umana, vivida e partecipe. L’arte di de Giovanni ha molto in comune con l’arte presepiale napoletana, un’ arte popolare, per certi versi povera, ma fatta di cura, riti, delicatezza, attenzione per i particolari e di quella napoletanità calda e sentimentale, che ha punti di contatto con la tradizione del melodramma e di una certa teatralità, nella sua più nobile accezione.
La Napoli degli anni Trenta, ricostruita da de Giovanni, è insomma realistica e nello stesso tempo incantata, seppure i tocchi del noir, a volte addirittura dell’ horror, sfiorano una prosa misurata e sempre sorvegliata.
Serenata senza nome non perde queste caratteristiche, sebbene forse è percepibile una maggiore tristezza, non dovuta al tempo atmosferico (siamo in autunno, in ottobre, e piove continuamente), ma proprio per i tempi dei personaggi, tra cui emerge quello di Ricciardi sempre più prigioniero della sua follia, della sua disperazione, che gli fa sfuggire (ormai sembra definitivamente) l’unico amore che gli potrebbe dare un po’ di pace e di normalità.
Ma si sa chi vede i morti non può aspirare a nessuna normalità, e la visita alla villa di salute (sul finale), non fa che prospettargli il futuro che l’attende, in uno dei momenti più drammatici del romanzo. Ma il lettore difficilmente si arrende, difficilmente smette si sperare per questo personaggio un futuro felice con Enrica (sebbene le donne della sua vita sembrano moltiplicarsi, da Livia, ora acquista importanza Bianca, forse quella a lui più simile).
Comunque ricordiamoci che è un noir, con le cadenze di un’ indagine poliziesca, la componente per così dire sentimentale si inserisce nella tradizione del periodo storico, ne è parte integrante, capace di donare quel sapore d’altri tempi così lontano dal nostro sentire contemporaneo. E questo contrasto sicuramente arricchisce il romanzo, e giustifica se vogliamo il grande spazio che l’autore da agli amori tormentati dell’affascinante commissario dagli occhi verdi come il mare.
Dicevo all’inizio che questa è una storia di emigrazione, e infatti centrale è la vita e gli amori di Vinnie Sannino, che lasciò l’Italia durante la prima Guerra Mondiale, per trovare fortuna in America. Nella terra delle opportunità divenne pugile, e un campione, osannato persino dal Duce come campione del valore italico. Poi durante un incontro, il suo pugno micidiale causò la morte del suo avversario. Da quel momento Vinnie chiuse con la boxe, guadagnandoci accuse di vigliaccheria e la fine del suo mito. Si sa il regime non perdona chi tradisce la fiaba che ha saputo costruire, i beniamini devono restare tali, monumenti viventi alla propaganda più che persone.
E quando Vinnie è il maggior sospettato di un delitto, quale occasione migliore per schiacciarlo con tutto il peso del potere ora in mano a gerarchi e faccendieri. Certo Ricciardi, appena liberatosi da un’accusa infamante, non cede alle pressioni di Garzo di incastrare il pugile, dal pugno maledetto, e anche se costretto a porlo in stato di fermo, trova il tempo, lui e Maione, per indagare e trovare il vero colpevole.
Sarà lui l’assassino del commerciante di stoffe Costantino Irace (marito della donna che in gioventù Vinnie ha amato e per la quale canta una straziante serenata sotto il suo balcone, Voce ‘e notte)? Sarà Nicola Martuscelli, il mediatore con cui Irace aveva appuntamento al porto per concludere un grosso affare? Sarà il rivale Merolla, un negozio più in la, da Irace ridotto al prossimo fallimento, forse quello che ha il maggior movente? Sarà Jack Biasin il manager di Vinnie, per aiutare l’amico? Sarà Michelangelo Taliercio, socio di Irace e fratello di Cettina? Sarà l’avvocato Capone, cugino di Cettina? Sarà Cettina stessa, non dimentica dell’antico amore?
Di candidati ce ne sono parecchi e solo l’intuizione di Ricciardi saprà metterlo nella giusta direzione svelando chi era il tu a cui il fantasma di Irace si rivolgeva angosciosamente durante il Fatto. Questa è la trama principale, a cui si aggiungono le numerose sottotrame secondarie: Bambinella e il suo amore per Gustavo Donadio, detto ‘a Zoccola, i preparativi per il compleanno di Enrica, in cui Manfred finalmente si dichiarerà, il misterioso compito che Falco affida proprio a Livia, l’influenza che colpisce la famiglia di Maione, il ricevimento della marchesa Bartoli, la nuova cucina di Nelide, (con un capitolo tutto a lei dedicato, come splendido e poetico cammeo). Insomma tanti personaggi intrecceranno le loro storie, tutti importanti, tutti dotati di una propria caratura, fino al direttore dell’albergo Vesuvio, alle sorelle, figlie di Marolla, a Modo e il suo cane, al portiere dello stabile dove abita Cettina, ad Alfonso il più bravo e noto posteggiatore della città.
Maurizio de Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto incentrato sulla figura del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Il personaggio gli ispira un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi Stile Libero, che comprende Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore e Anime di vetro. Nel 2012 esce per Mondadori Il metodo del Coccodrillo (Premio Scerbanenco), dove fa la sua comparsa l’ispettore Lojacono, ora fra i protagonisti della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ambientata nella Napoli contemporanea e pubblicata da Einaudi Stile Libero (nel 2013 è uscito il secondo romanzo della serie, Buio, nel 2014 il terzo, Gelo, e nel 2015 il quarto, Cuccioli). Nel 2014, sempre per Einaudi Stile Libero, de Giovanni ha pubblicato anche l’antologia Giochi criminali (con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli). In questo libro appare per la prima volta il personaggio di Bianca Borgati, contessa Palmieri di Roccaspina, sviluppato in Anime di vetro. Nel 2015 è uscito per Rizzoli il romanzo Il resto della settimana.
Per Einaudi è uscito nel 2016 Il metodo del coccodrillo. Tutti i suoi libri sono tradotti o in corso di traduzione in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Danimarca e Stati Uniti. De Giovanni è anche autore di racconti a tema calcistico sulla squadra della sua città, della quale è visceralmente tifoso, e di opere teatrali.
Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo l’auore e Gaia dell’Ufficio Stampa Einaudi.
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