
C’è la Puglia che già un po’ conosciamo e quella tutta ancora da scoprire. Questo è quello che troviamo in “A brulichio” il libro di Pasquale Vitagliano, edito da Oligo editore, con prefazione di Raffale Nigro. L’autore, che si è anche occupato della realizzazione delle immagini contenute all’interno del volume dove ci sono i racconti, ci prende per mano e ci porta alla scoperta della Puglia in ognuna delle sue sfaccettature, come per mostrarci tanto di quello che ancora noi lettori e, magari, futuri visitatori non conosciamo di essa. Pagina dopo pagina ci addentriamo in un mondo rapido, frenetico in continuo subbuglio e movimento dove c’è una sensazione di moto di grandi masse umane. Ecco tutto questo è l’a brulichio del titolo del libro di Vitagliano. Partendo dalla descrizione della conformazione geografica della Puglia (è lunga 400 km) che l’autore ci disegna pure per farci capire che questa regione è stretta e lunga come fosse una lingua bagnata dal mare Adriatico e dallo Ionio, comincia il viaggio. L’autore ci racconta la terra di Puglia attraverso luoghi, chiese, santi e non, mostrando al lettore una regione ricca di storia, fede e anche di qualche cosa che non va, come (per citarne una) l’incendio che nel 1991 devastò il Teatro Petruzzelli a Bari, poi rimesso a nuovo. Non manca una passaggio a Taranto, o per Soleto dove si venerano (come a Bari), San Giovanni Crisostomo e Santo Stefano. Poi ci sono i riferimenti ai fatti storici quali la fuga a Bari di Vittorio Emanuele III dopo la firma dell’Armistizio o l’8 agosto nel 1991, quando all’orizzonte del porto di Bari si vide arrivare la nave “Vlora” carica di un numero indefinito di persone. Che dire poi della provincia del BAT nata dall’unione di Barletta, Andria e Trani o quando, facendo un salto nel passato, nel 1222, in Puglia giunse Francesco d’Assisi per la visita alla grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo e poi finì ospite di Federico II nel castello svevo a Bari. “A brulichio” è un libro dinamico, ricco di dettagli e curiosità che mostrano in modo insolito la Puglia dove il lettore si trova a Sud, in quello che è un vero e proprio pellegrinaggio in una terra affasciante, misteriosa, piena di Storia e storie, nelle quali i destini delle persone più o meno note si sono intrecciati -e si intrecciano- in una terra tutta da scoprire e riscoprire.
Pasquale Vitagliano poeta e scrittore, è nato e vive in Puglia. Collabora con la “Gazzetta del Mezzogiorno”, “il Manifesto”, la rivista “Incroci” e con il blog La poesia e lo Spirito. Ha pubblicato numerose opere letterarie e saggi. Suoi racconti, articoli e poesie possono essere letti sul blog Nazione Indiana. (Fonte Oligo editore)
Source: editore. Grazie allo studio di Comunicazione 1A

Afrodita, un viaggio tra i sensi, tra le fantasie più perverse e goderecce della tavola e della vita, un mémoire di ricordi e racconti personali condito da ricette succulente e gustose. L’amore e la cucina si uniscono in un mélange perfetto nel quale erotismo e cibo sono per la Allende un binomio prelibato ed irrinunciabile, il cui confine è talmente labile da confondersi. Afrodita vuole essere un viaggio guidato dal piacere del palato e dalle tre guide che hanno accompagnato la stesura dello stesso: Isabel, straordinaria e divertente nella sua inclinazione ciceronica, Panchita, fantasiosa ed intuitiva cuoca nonché madre dell’autrice, e Robert, amico e abile disegnatore di ninfe e satiri baccanti protagonisti del libro. Non è un ricettario ma un qualcosa di unico, di atipico, un testo nel quale la lussuria e l’erotismo accompagnano questa interessante lettura, sapientemente indirizzata dalla sensualità e dall’autoironia di una scrittrice che, per la prima volta, si mostra per come è. Non solo una delle autrici latinoamericane di maggior successo ma la regina della cucina che, rifuggendo dall’archetipo domestico, spazia nelle perversioni e nei piaceri risvegliando nella nostra mente desideri voluttuosi sapientemente accostati a succulenti piatti. Ciliegie civettuole, pere ubriache, sospiro di carciofi, mele stregate, salse ed entrées sono dei veri e propri inviti al peccato che noi tutti aneliamo volendone cibarci. Ma il vero piatto forte è l’amore, vissuto senza paracadute, senza freni, regole, con una buona dose di romanticismo e, perché no, di simpatia. Isabel Allende è estremamente esilarante, cinicamente divertente, capace di risvegliare primitivi istinti, ridestando ad uno ad uno i nostri sensi conducendoci verso il peccato originale che, a ben pensarci, altro non è che la disobbedienza di cui possiamo servirci in piccole dosi, in amore ed in cucina. 























