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:: Recensione della silloge poetica “Con Effe” di Nicola Manicardi (Edizioni QED, 2024) a cura di Giulietta Iannone

19 ottobre 2024

Effe
il tuo fermacapelli è qui
sul tavolo bianco.
Dove si è appoggiata l’estate
dove l’imbrunire è luce di prima
dove il tuo capello è un foglio
di un fermacarte.
È qui
che nel tacere del canto del grillo
il silenzio ha la sua voce.

Premettendo che la fruizione di un testo poetico è un’esperienza sensoriale intima e personale ci sono alcuni elementi oggettivi che caratterizzano la poesia autentica che “Con Effe” di Nicola Manicardi, primo volume della collana stèresis di Qed edizioni, possiede accostandolo per sensibilità, tematiche e capacità evocative a poeti classici della nostra narrativa come Montale, Ungaretti, Saba e Merini. Sebbene la grande fiducia che mi sia accordata, di cui ringrazio l’autore e l’editore, temo di non avere le competenze necessarie per giudicare un testo poetico di tale complessità e ricchezza espositiva. La poesia mi mette sempre soggezione, mi intimidisce pensare che la mia sensibilità, piuttosto grezza e ineducata, non sia sufficiente a capire i passaggi più significativi e pregnanti che ad altri lettori, più avvezzi a leggere testi poetici, sicuramente non sfuggono. Pur tuttavia proverò con i miei ridotti mezzi critici di fare un’analisi tecnica di questo testo, che a una lettura profana e puramente sensoriale ha evocato in me echi profondi per cui ritengo che Manicardi abbia la stoffa del poeta, del poeta della vita quotidiana che sporca la sua poesia con i grandi temi dell’esistenza dalla felicità, all’amore, dalla lontananza, alla morte. Il lungo preambolo non è per mettere le mani avanti, o scusare la mia inscusabile ignoranza, ma ho troppo rispetto per la poesia, e per i mezzi tecnici necessari a scriverla per non capire le difficoltà che sussistono nell’analizzare un testo poetico. Insomma una poesia non è un semplice scarabocchio estemporaneo su un foglio, a prescindere dalla musicalità, dalle emozioni profonde che evoca, dalla sensibilità e responsabilità del poeta. Inoltre la poesia è sempre un atto politico, una presa di posizione nei confronti del mondo e di coloro che leggeranno i nostri versi. Manicardi ha uno stile personale, una voce poetica fluida con cui intesse i suoi versi in una foresta di simboli, sinestesie e assonanze. La musicalità del verso è un’altra caratteristica da tenere presente, come le pause, le allitterazioni, i silenzi, e tutto ciò come in un gioco di prestigio si trasforma in versi brevi di grande semplicità e immediatezza. All’apparenza sembra una silloge che racchiude canti d’amore dedicati a una donna, che nomina con la sola iniziale del suo nome, ma a volte l’autore si rivolge direttamente alla poesia, facendomi riflettere che amore e poesia siano un tutt’uno in un cortocircuito temporale che dilata l’attimo e lo rende eterno. Ogni verso è carico di significato e di ricordi che l’autore condivide con il lettore facendolo diventare parte del suo mondo in cui quotidianità e poesia si fondono in un’unica voce capace di generare echi profondi nel fruitore ultimo dei versi, in una fratellanza di naufraghi che accomuna l’intera umanità. Toccante la sincerità e l’autenticità che traspare da questi versi che possono essere interpretati a tutti gli effetti come un invito alla vita, all’amore, alla felicità.

Nicola Manicardi è nato a Modena dove risiede e lavora in ambito sanitario. Appassionato di letteratura in particolare modo di poesia ha pubblicato nel 2015, per la casa editrice Rupe Mutevole di Parma diretta da Enrico Nascimbeni, il suo primo volume intitolato Periplo. Successivamente alcuni suoi testi sono stati inseriti in una antologia dedicata al mito di Marilyn Monroe intitolata Umana troppo umana, curata da Alessandro Fo e Fabrizio Cavallaro ed edita da Aragno nel 2016. Nel 2018 ha pubblicato il suo secondo volume di poesia intitolato Non so, per la casa editrice I Quaderni del Bardo di Stefano Donno collana Zeta diretta da Nicola Vacca. Alcune sue poesie sono state tradotte in greco, spagnolo, rumeno, russo e francese e inserite in alcune riviste nazionali e internazionali. Nel giugno 2020 esce una nuova raccolta di poesie dal titolo Umiltà degli Scarti Collana Agorà diretta da Nicola Vacca per l’Argolibro editore. Il 25 settembre del 2021 riceve una Menzione Speciale al XXXIII “Premio Letterario Camaiore Francesco Belluomini” L’ultimo lavoro è una raccolta di poesie e racconti intitolato Carne e Sangue per la casa editrice Oltre. Dal 2022 collabora con la Piccola Accademia di Poesia di Milano diretta da Elena Mearini.