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:: Mi manca il Novecento – Non si legge più Alberto Moravia a cura di Nicola Vacca

22 gennaio 2018

Alberto Moravia

Che fine ha fatto Alberto Moravia? La domanda è pertinente e lo è allo stesso modo la risposta: pressoché dimenticato. A ventotto anni dalla sua scomparsa uno degli scrittori più importanti del dibattito culturale del Novecento è scivolato nell’oblio, sorte comune a molti altri autori del suo tempo. Questo accade soltanto in un Paese senza memoria come il nostro. Dall’esordio avvenuto nel 1929, proprio con Gli indifferenti, lo scrittore romano classe 1907, ha scritto trenta romanzi. Ma oggi poco si parla di Moravia e della sua opera. E il suo nome rischia di scomparire per sempre. Ma ripeto, queste rimozioni italiche sono talmente frequenti che passano silenziose nel disinteresse generale in cui si consuma una pseudo letteratura di cui nulla resterà.
Ma Alberto Moravia nei suoi libri è stato profetico. In libri come Le ambizioni sbagliate e Il conformista egli ha affrontato il rapporto tra l’uomo e la società, l’aridità morale degli esseri umani, l’ipocrisia e l’incapacità del genere umano di aspirare alla felicità.
La sua scrittura non ha mai rinunciato a uno stile semplice, e in quel grande capolavoro che è La noia racconta l’alienazione dell’essere umano come pochi hanno fatto nella letteratura italiana.
Alberto Moravia è stato uno scrittore morale, ogni suo libro ruota intorno al nucleo tematico: rappresentare un’umanità priva di slanci e di ideali, raccontare l’uomo nelle sue contraddizioni tenendo sempre conto della trasformazioni sociali, da lui sempre annotate con acume e intelligenza. Come non ricordare il bellissimo libro di saggi L’uomo come fine, in cui Moravia afferma che il mondo moderno è un mondo di antiumanesimo, che può generare solo la noia, il disgusto, l’impotenza e l’irrealtà.
Alberto Moravia pensava che il compito dell’intellettuale è quello di dire la verità, o quello che in quel momento considera la verità. Oltretutto, dicendo la verità, si può anche qualche volta cambiare il mondo. Si può ma non si deve (Impegno controvoglia, saggi articoli, interviste: trentacinque anni di scritti politici, Bompiani 1980).
Il Moravia politico coincide con il Moravia scrittore. Entrambi raffigurano gli scenari di una decadenza morale e culturale del suo tempo e della società. Le sue pagine oggi leggono anche il nostro tempo, finito nel baratro di una crisi morale e economica. I suoi libri sono drammaticamente aderenti alla stagione fallimentare del nostro scontento globale scontento che non finiremo di attraversare.
Che fine ha fatto lo scrittore profetico Alberto Moravia? È stato assassinato dall’indifferenza, dall’aridità e dal conformismo che ha magnificamente descritto e denunciato nei suoi romanzi.

:: Io e lui di Alberto Moravia (Bompiani 2000) a cura di Marcello Caccialanza

29 novembre 2017

io e lui“Io e Lui”, libro datato 1971, fu accolto dalla critica dell’epoca con un certo snobismo e pregiudizio immotivato, sicuramente a causa di una scabrosità di argomento.
Obbiettivamente parlando, quest’opera di Alberto Moravia non è di certo all’altezza dei suoi scritti precedenti, quali “La Ciociara”, “La Provinciale” o gli “Indifferenti”. Ma non ci si può esimere dal valutare questo romanzo alienandosi da banalità e da facili giochi di doppio senso di infimo gusto. Occorre quindi mantenere una certa lucidità intellettuale e prendere in considerazione l’originalità di questo contenuto. Ossia la conversazione freudiana, nell’umano inconscio, che intercorre tra il timido ed inetto protagonista (un regista da quattro soldi che cerca invano la vana gloria) e il suo tracotante organo genitale, sempre impegnato nella spregiudicatezza dei suoi atti libidinosi.
Tutto ciò diviene, quindi, uno spassoso ed ironico “j’accuse” sulla frivolezza di quell’individuo, avvolto nella sua mediocrità fisica e spirituale, che tenta di mostrare, al mondo circostante, la sua forza e la sua virilità; concentrandosi, non sulla bellezza del suo essere persona pulsante e pensante, ma puntando esclusivamente sulla potenzialità della propria prestazione sessuale, non accorgendosi in questo modo di sfiorare il ridicolo e di cadere nella peggiore forma di pietismo generale.
Nel 1973 il regista Luciano Salce ne trasse una divertente versione cinematografica, nella quale il ruolo del protagonista fu affidato all’attore Lando Buzzanca.

Alberto Pincherle Moravia (Roma, 1907 – 1990), è stato scrittore, giornalista, saggista, reporter di viaggio e drammaturgo. È uno dei più importanti romanzieri italiani del XX secolo.
Collaborò con giornali come “La Stampa”, il “Corriere della Sera” e “L’Espresso”. Tra i suoi libri più noti e tradotti in tutto il mondo ricordiamo Gli indifferenti, La ciociaraLa romana, Racconti romani e La noia.
Nel 1952 venne insignito del Premio Strega per I racconti, messi all’Indice dalla Chiesa. Dai suoi romanzi sono stati tratti numerosi film, tra i quali La ciociara di Vittorio De Sica, La noia di Damiano Damiani, Il disprezzo di Jean-Luc Godard e Il conformista di Bernardo Bertolucci.

Source: libro del recensore.