Una nuova edizione per questo libro d’esordio di Stefano Bonazzi, pubblicato nel 2014. È la storia di una famiglia dove nessuno viene identificato da un nome proprio, quasi la si volesse proteggere dagli estranei, che invece vengono chiamati per nome. È la storia di un luogo qualsiasi, perché potrebbe svolgersi ovunque. È la storia di un bambino costretto a vivere durante i mesi estivi a casa dei nonni. Costretto, a rimanere solo con il nonno, mentre nonna esce per andare a lavorare. Il nonno ha smesso di guidare il camion, la salute non glielo permette più, quindi … perchè permettere al suo unico nipote di crescere sereno e di fare esperienze?
Non voglio svelare troppo di questo libro, va scoperto pagina dopo pagina. Ci si deve sentire immersi nell’angoscia e nell’orrore. Si deve provare fastidio per l’egoismo sbattuto in faccia con prepotenza, celato dietro a un velo di protezione. Ci si trova a porsi mille domande e a provare rassegnazione e frustrazione. Si viene travolti e affondati dalla vita di questo bambino. Si capisce quanto sia necessario iniziare a odiare, per sopravvivere.
A bocca chiusa, quando parlare non serve più. Una muta e allucinante richiesta d’aiuto. Una scrittura fatta di immagini e parole crude, nella quale è impossibile non immedesimarsi. A bocca chiusa è diversità, paura, disagio, desiderio di essere come gli altri. È la voglia di fermare il tempo, di sentirsi importante per qualcuno, di avere finalmente un obiettivo. È amore allo stato primitivo, è un respiro rabbioso, è l’occhio furioso di chi ha perso la ragione.
Bellissima lettura, terribile ma necessaria.
Fatemi sapere.
Stefano Bonazzi è nato a Ferrara, dove vive e lavora. Di professione grafico pubblicitario, realizza composizioni e fotografie ispirate al mondo dell’arte surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Zhengzhou, Miami, Seul e Monaco. A bocca chiusa è il suo romanzo d’esordio, uscito nel 2014 da Newton Compton; nel 2017 ha pubblicato per Fernandel il romanzo L’abbandonatrice, molto apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Source: inviato dall’editore al recensore.
























