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:: Personaggi precari edizione finale di Vanni Santoni (Voland 2024) a cura di Valentina Demelas

5 ottobre 2024

Teti, che ha una famiglia disfunzionale; Roberto, quello che non si accontenta; Annabella, molto golosa, dal temperamento allegro; Tosca, bellissima, che è sicura che le basti agghindarsi in modo bizzarro per essere considerata anche eccezionale; Peppe, che aspetta – non si sa se con apprensione o eccitazione – il prossimo coprifuoco; Orlando, il Maschio Alfa; Federico che ha il cuore spezzato e si deve ripigliare; Pietro, il finto pendolare che nasconde a tutti, da diciassette anni, di avere perso il suo prestigioso impiego da dirigente; Eric, che sente di avere incontrato la donna ideale, ma pensa anche che, probabilmente, sia un amore impossibile: ecco alcuni degli oltre quattrocento Personaggi precari che Vanni Santoni ci presenta in questo volume edito per i tipi di Voland. La quarta, aggiornata e definitiva raccolta di tanti antieroi di provincia, individui medi – così estremamente familiari – tante identità e personalità variegate, atipiche, in cui il lettore può addirittura riconoscere tratti comuni a parenti, colleghi, amici, vicini di casa, insegnanti e compagni di scuola incontrati nel tempo, ma anche e soprattutto parti di sé. I primi Personaggi precari, nati quasi vent’anni fa nel blog che Vanni Santoni curava sulla piattaforma “Splinder”, diedero il via a uno dei progetti letterari più longevi e celebrati della scena editoriale italiana.

L’autore ci racconta una precarietà esistenziale e psicologica, non meramente lavorativa o economica, non limitata al mondo dei giovani. Dall’adolescente al pensionato, osserviamo – a distanza – personaggi di ogni età, contesto ed estrazione sociale. Entriamo in contatto con loro tramite riflessioni, flusso di pensieri, descrizione fisica, scheda anagrafica, chat, brevissimi scambi di battute, debolezze, bugie bianche, piccole e grandi illuminazioni, frustrazioni, convinzioni, speranze, delusioni, tic che suscitano tenerezza, biasimo, a volte anche simpatia. Non lasciano mai indifferenti. Li vediamo indossare maschere che si sgretolano e armature bucate, tutti figli di una mentalità e di una società che stanno lentamente mutando. Un panorama umano in affanno, ma disperatamente autoconsapevole con cui l’autore ha portato la narrazione del precariato dalla mera cronaca alla struttura stessa del testo, dando vita a un vero e proprio universo di monadi stranite, ironiche, malinconiche e spietate.

Lo stile di Santoni è incisivo, attento, preciso e, poiché il “tempo” dei Personaggi precari è la contemporaneità, la scelta della prosa frammentaria, della micro-narrazione e dell’epigramma risulta perfetta, ideale. L’autore immortala ogni personaggio in un imprecisato “momento presente” che, inglobando l’attesa, forse infinita, di un cambiamento imminente, non lo definisce completamente, tuttavia lo qualifica – senza giudizio, ma senza scampo – come il frutto delle proprie scelte e del proprio vissuto.

Pagina dopo pagina, inevitabilmente, ci si sorprende a domandarsi cosa accadrebbe ai Personaggi precari se potessero – riuscissero – a liberarsi dalle gabbie mentali proprie e altrui. Se avessero modo di trovare una sorta di pacificazione, riconciliarsi con se stessi e con i fantasmi del proprio passato. Con alcuni si empatizza, di altri si sorride, altri ancora non li si vorrebbe come amici.

Numerosi personaggi sono inconsapevoli di essere “precari”. La scrittura brillante suggerisce evoluzione, non staticità. Il lettore è spettatore di una condizione emotiva ed esistenziale labile, forse obbligata; in molti casi – si immagina o si spera – certamente non definitiva.

Un libro appassionante, divertente, che si legge in poche ore e si presta a più riletture. Leggero, ma al contempo foriero di emozioni e interessanti, intelligenti e ironici spunti di riflessione.

Vanni Santoni (1978) ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008, Laterza 2019), Se fossi fuoco, arderei Firenze (Laterza 2011), la saga di Terra ignota (Mondadori 2013-17), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, candidato al Premio Strega), I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019), La verità su tutto (Mondadori 2022, Premio Viareggio selezione della giuria) e Dilaga ovunque (Laterza 2023, Premio selezione Campiello), oltre al saggio La scrittura non si insegna (minimum fax 2020) e alla raccolta poetica Altre stanze (Le Lettere 2023). Scrive sul “Corriere della Sera”.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo l’Ufficio stampa Voland.

L’impero del sogno di Vanni Santoni (Mondadori, 2018) a cura di Elena Romanello

25 settembre 2018

978880468079HIG-313x480Vanni Santoni si è già fatto notare per come ha saputo rileggere i generi del fantastico e riflettere sul mondo del fandom ad essi collegato, collezionando una candidatura al premio Strega per La stanza profonda, romanzo saggio sul mondo dei giocatori di Dungeons and Dragons, visti come emblema di una generazione e del passare del tempo.
Ne L’impero del sogno, sua ultima per ora fatica, costruisce una sorta di antefatto alla saga fantasy di Terra Ignota, uscita per Mondadori alcuni anni fa inserendo il personaggio di Federico Melani già comparso ne Gli interessi in comune, in una storia comunque godibilissima anche da sola, senza conoscere gli altri libri dell’autore.
La vicenda si svolge in dodici giorni ed è stata ispirata all’autore da un’esperienza che può capitare, quella di vivere dei sogni notturni collegati tra di loro, come una sorta di racconto a puntate. Nel libro troviamo Federico Melani, detto Mella, un ventenne toscano senza progetti, iscritto fuori corso all’Università, in rotta con la madre, interessato a vivere tra giochi di ruolo, fumetti e immaginari vari, come capita oggi in questo nostro Paese con il record di neet e di giovani che non arrivano alla laurea.
Vanni Santoni però non è interessato a scrivere un romanzo di denuncia, ed ecco che Federico inizia a fare uno strano sogno, che prosegue ogni volta che si addormenta, in cui incontra varie creature di mondi fantastici, fin quando arriva ad una riunione dove bisogna decidere il destino di una bambina prescelta, tra suggestioni in cui trovano spazio La Storia infinita e i film di genere fantastico anni Ottanta, i manga e i videogiochi, con una profondità comunque maggiore rispetto a quella del pur simpaticissimo Ready Player One.
Infatti Vanni Santoni, nerd da una vita e dentro lui per prima agli universi del fantastico, più che alla citazione fine a se stessa è interessato a prendere dagli universi del fantastico, che siano giochi di ruolo, fumetti, anime, cinema, libri, serie TV, gli archetipi e le strutture narrative, non dimenticando le origini spesso colte e antichissime di tante moderne mitologie che appassionano le ultime generazioni oggi.
Il risultato è un universo complesso e affascinante, un viaggio in tanti mondi, del resto basta vedere le letture che Mella fa leggere alla piccola prescelta (altro archetipo fortissimo), dove trovano spazio i manuali di Dungeons & Dragons, l’Orlando Furioso, Neil Gaiman, Vladimir Propp, il manga Berserk, i poemi nordici, Calvino e altro ancora. Il risultato è un libro con più livelli di lettura, un fantasy atipico, metanarrativo, che invita a fare altre letture, un racconto di formazione e di riscatto, senza retorica e senza morale, un modo per mettere insieme realtà e fantasia.
Scoperta di mondi alternativi, omaggio a decenni di cultura che non si può più definire di serie B, disanima della condizione giovanile oggi (oltre a Mella c’è anche il personaggio di Livia, emblema della condizione delle ragazze nerd), omaggio ad archetipi a cominciare da quello delle esplorazioni legate al sogno, inno psichedelico al potere della fantasia: L’impero del sogno è tutto questo e forse anche di più.
Un libro consigliabile ai cultori del genere fantastico, soprattutto a quelli che cercano qualcosa che vada oltre schemi e storie già sentite, ma anche un libro da leggere per chi vuole scoprire di più universi e riflessioni sui giovani e diversamente giovani, su sogni e immaginari, in una prospettiva comunque innovativa e interessante.

Provenienza: libro del recensore.

 Vanni Santoni (Montevarchi, 1978) vive a Firenze. Dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli, 2008), Se fossi fuoco, arderei Firenze (Laterza, 2011), In territorio nemico (minimum fax, 2013, da coordinatore), Muro di casse (Laterza, 2015), La stanza profonda (Laterza, 2017, candidato al Premio Strega). Per Mondadori è autore di Terra ignota (2013) e Terra ignota 2. Le figlie del rito (2014). Scrive sul “Corriere della Sera” ed è direttore della collana di narrativa della Tunuè.