L’impero del sogno di Vanni Santoni (Mondadori, 2018) a cura di Elena Romanello

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978880468079HIG-313x480Vanni Santoni si è già fatto notare per come ha saputo rileggere i generi del fantastico e riflettere sul mondo del fandom ad essi collegato, collezionando una candidatura al premio Strega per La stanza profonda, romanzo saggio sul mondo dei giocatori di Dungeons and Dragons, visti come emblema di una generazione e del passare del tempo.
Ne L’impero del sogno, sua ultima per ora fatica, costruisce una sorta di antefatto alla saga fantasy di Terra Ignota, uscita per Mondadori alcuni anni fa inserendo il personaggio di Federico Melani già comparso ne Gli interessi in comune, in una storia comunque godibilissima anche da sola, senza conoscere gli altri libri dell’autore.
La vicenda si svolge in dodici giorni ed è stata ispirata all’autore da un’esperienza che può capitare, quella di vivere dei sogni notturni collegati tra di loro, come una sorta di racconto a puntate. Nel libro troviamo Federico Melani, detto Mella, un ventenne toscano senza progetti, iscritto fuori corso all’Università, in rotta con la madre, interessato a vivere tra giochi di ruolo, fumetti e immaginari vari, come capita oggi in questo nostro Paese con il record di neet e di giovani che non arrivano alla laurea.
Vanni Santoni però non è interessato a scrivere un romanzo di denuncia, ed ecco che Federico inizia a fare uno strano sogno, che prosegue ogni volta che si addormenta, in cui incontra varie creature di mondi fantastici, fin quando arriva ad una riunione dove bisogna decidere il destino di una bambina prescelta, tra suggestioni in cui trovano spazio La Storia infinita e i film di genere fantastico anni Ottanta, i manga e i videogiochi, con una profondità comunque maggiore rispetto a quella del pur simpaticissimo Ready Player One.
Infatti Vanni Santoni, nerd da una vita e dentro lui per prima agli universi del fantastico, più che alla citazione fine a se stessa è interessato a prendere dagli universi del fantastico, che siano giochi di ruolo, fumetti, anime, cinema, libri, serie TV, gli archetipi e le strutture narrative, non dimenticando le origini spesso colte e antichissime di tante moderne mitologie che appassionano le ultime generazioni oggi.
Il risultato è un universo complesso e affascinante, un viaggio in tanti mondi, del resto basta vedere le letture che Mella fa leggere alla piccola prescelta (altro archetipo fortissimo), dove trovano spazio i manuali di Dungeons & Dragons, l’Orlando Furioso, Neil Gaiman, Vladimir Propp, il manga Berserk, i poemi nordici, Calvino e altro ancora. Il risultato è un libro con più livelli di lettura, un fantasy atipico, metanarrativo, che invita a fare altre letture, un racconto di formazione e di riscatto, senza retorica e senza morale, un modo per mettere insieme realtà e fantasia.
Scoperta di mondi alternativi, omaggio a decenni di cultura che non si può più definire di serie B, disanima della condizione giovanile oggi (oltre a Mella c’è anche il personaggio di Livia, emblema della condizione delle ragazze nerd), omaggio ad archetipi a cominciare da quello delle esplorazioni legate al sogno, inno psichedelico al potere della fantasia: L’impero del sogno è tutto questo e forse anche di più.
Un libro consigliabile ai cultori del genere fantastico, soprattutto a quelli che cercano qualcosa che vada oltre schemi e storie già sentite, ma anche un libro da leggere per chi vuole scoprire di più universi e riflessioni sui giovani e diversamente giovani, su sogni e immaginari, in una prospettiva comunque innovativa e interessante.

Provenienza: libro del recensore.

 Vanni Santoni (Montevarchi, 1978) vive a Firenze. Dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli, 2008), Se fossi fuoco, arderei Firenze (Laterza, 2011), In territorio nemico (minimum fax, 2013, da coordinatore), Muro di casse (Laterza, 2015), La stanza profonda (Laterza, 2017, candidato al Premio Strega). Per Mondadori è autore di Terra ignota (2013) e Terra ignota 2. Le figlie del rito (2014). Scrive sul “Corriere della Sera” ed è direttore della collana di narrativa della Tunuè.

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Una Risposta to “L’impero del sogno di Vanni Santoni (Mondadori, 2018) a cura di Elena Romanello”

  1. una recensione dell’Impero del sogno, una di Se fossi fuoco arderei Firenze | sarmizegetusa Says:

    […] una recensione dell’Impero del sogno a firma Elena Romanello, su Liberi di scrivere, e una, a sette anni dall’uscita, di Se fossi fuoco arderei Firenze, su Titoli di […]

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